venerdì 30 novembre 2007

Vescovo, dopo Savona tocca a Piacenza

Questa mattina il bollettino della Santa Sede ha reso noto che il Papa ha nominato vescovo di Savona-Noli monsignor Vittorio Lupi, del clero della diocesi di Ventimiglia-Sanremo, finora vicario generale. La diocesi di Savona-Noli era senza vescovo dal 7 luglio di quest'anno per il trasferimento del vescovo Domenico Calcagno all'Apsa (Patrimonio apostolico) con le funzioni di segretario generale. Nell'elenco delle sedi vacanti si trovava esattamente davanti a Piacenza-Bobbio. Di dodici giorni, visto che l'annuncio del trasferimento del vescovo Monari a Brescia è stato ufficializzato il 19 luglio. Se tanto ci dà tanto, si va avanti in ordine rigorosamente cronologico. Prima Vittorio Veneto, poi Savona-Noli, ora dovrebbe toccare a Piacenza. Vedremo.

giovedì 29 novembre 2007

Nominato il vescovo di Papua-Nuova Guinea

Papua-Nuova Guinea,
la terra degli ultimi cannibali

Nessuna notizia, anche oggi, sul nuovo vescovo di Piacenza-Bobbio. La Santa Sede, questa mattina alle ore 12, ha invece reso noto che il Santo Padre ha nominato vescovo di Bereina (Papua Nuova Guinea), monsignor Rochus Josef Tatamai, M.S.C., finora vescovo titolare di Accia e ausiliare della Diocesi di Kerema (Papua Nuova Guinea). La diocesi di Bereina era vacante dal 16 aprile di quest'anno.
Papua Nuova Guinea era, fino al al 1960, la terra degli ultimi cannibali.
Lo scorso 16 agosto, nella capitale, Port Moresby, si è svolto un rito ufficiale in cui dopo 132 anni i discendenti dei cannibali di Papua Nuova Guinea chiesero perdono per il massacro avvenuto nell'aprile del 1878 durante il quale alcuni guerrieri della tribù Tolai, penisola di Gazelle, uccisero e mangiarono un pastore e tre predicatori fijiani arrivati nell'isola per diffondere il cristianesimo.
Scuse accettate da parte dell'ambasciatore di Fiji giunto in Papua Nuova Guinea proprio per presenziare la cerimonia.

mercoledì 28 novembre 2007

Povero vescovo Luciano!

Brescia ‑ Il Vescovo di Brescia, monsignor Luciano Monari e il vicario generale monsignor Francesco Beschi appresa la notizia dell’arresto di don Marco Baresi, vicerettore del Seminario diocesano, hanno rilasciato la seguente dichiarazione:

“La notizia che abbiamo appreso ci addolora profondamente. Don Marco è un sacerdote conosciuto e stimato da moltissime persone e gli incarichi che gli sono stati affidati sono espressione e riconoscimento di una stima diffusa e avvalorata.

Il grave tenore delle accuse deve essere attentamente valutato.

Il dramma di chi è vittima di pedofili non può essere in alcun modo sottovalutato e, tanto meno, eluso, a maggior ragione se coinvolge sacerdoti, ma la delicatezza della situazione di chi si trova accusato di una colpa tanto grave ed è innocente è pure di grande portata. Il provvedimento operato dalla magistratura è forte e doloroso; confidiamo che si giunga il più rapidamente possibile a chiarire i fatti e le responsabilità.

Manifestiamo la nostra vicinanza a don Baresi, alla sua famiglia, a tutto il Seminario e a tutte le persone coinvolte”.

Don Marco Baresi è nato a Chiari nel 1969. Ordinato sacerdote nel 1994 è stato vicario parrocchiale a San Zeno sul Naviglio dal 1994 al 1999, anno in cui assume la carica di vicerettore del Seminario diocesano.

martedì 27 novembre 2007

Nuovo vescovo, tra profezie e certezze

Le dichiarazioni del cardinale Tonini relative al nuovo vescovo di Piacenza-Bobbio hanno nuovamente spostato l'attenzione pubblica sulla nomina del presule. Il cardinale piacentino, domenica scorsa, durante una cerimonia a Centovera, ha annunciato che il successore di monsignor Luciano Monari non solo è già stato nominato, ma ha anche accettato. Al momento, tuttavia, non esistono conferme sulle indiscrezioni del cardinale. Né dalla Santa Sede, né dalla Conferenza episcopale dell'Emilia Romagna. Da segnalare anche (con colpevole ritardo) che venerdì scorso, durante il corso di formazione Cives (alla Cattolica di Piacenza) il biblista don Bruno Maggioni ha detto più o meno così: "So che siete senza vescovo. Arriverà presto". Essendo Maggioni docente a Milano e vicino al clero ambrosiano in molti hanno pensato all'arcinoto ballottaggio Ambrosio-De Scalzi.

lunedì 26 novembre 2007

Tonini, il nuovo vescovo di Piacenza già nominato




Il cardinale Tonini:
"Il nuovo vescovo c'è già"




"Il nuovo vescovo di Piacenza-Bobbio è stato nominato ed ha già accettato l'incarico". Lo ha detto ieri pomeriggio il cardinale Ersilio Tonini durante la messa di congedo di don Giuseppe Porcari, parroco di Centovera, andato in pensione dopo 27 anni alla guida della chiesa della frazione di San Giorgio Piacentino. Il porporato 93enne, durante l'omelia, ha assicurato che all'arrivo del nuovo vescovo Centovera riavrà un nuovo parroco. Vescovo, ha detto, "che è stato nominato ed ha accettato l'incarico".




Per il testo integrale dell'articolo su don Porcari si veda Libertà di oggi 26 novembre 2007

domenica 25 novembre 2007

Bersani, da chierichetto a ministro

Pubblichiamo una foto d'epoca che ritrae il ministro Pierluigi Bersani, con le vesti di chierichetto, davanti al vescovo di Piacenza Umberto Malchiodi (1961-1969). Il ministro Bersani fece il chierichetto nella parrocchia di San Bernardino, a Bettola (Piacenza) con il parroco don Vincenzo Calda, scomparso questa settimana. Al funerale, celebrato dall'amministratore diocesano monsignor Lino Ferrari, ha partecipato lo stesso ministro.

sabato 24 novembre 2007

Cordoglio della diocesi per la morte del pontiere Paladini di stanza al II° reggimento genio di Piacenza

Diocesi di Piacenza-Bobbio Ufficio stampa


Morte del maresciallo capo Daniele Paladini, del 2° Reggimento Genio Pontieri, caduto questa mattina in Afghanistan.

Comunicato della Diocesi di Piacenza-Bobbio

Apprendendo la notizia della morte del maresciallo capo Daniele Paladini, del 2° Reggimento Pontieri di stanza nella nostra città, caduto vittima di un attentato terroristico questa mattina in Afghanistan, mentre assolveva ai suoi doveri nell’ambito della missione Isaf, l’amministratore diocesano mons. Lino Ferrari, profondamente addolorato, ha espresso così i propri sentimenti certo di interpretare il pensiero dell’intera comunità diocesana.

“La Chiesa non si stanca di richiamare il valore della pace: sa che è anzitutto dono di Dio, ma è anche un bene che tutti gli uomini di buona volontà sono chiamati a costruire.
“Guarda quindi con ammirazione e sostiene con la preghiera quanti si impegnano, a rischio della vita, nelle missioni di pace in varie parti del mondo segnate da guerre fratricide o dal terrorismo. La comunità diocesana ha accolto con profondo dolore la notizia della morte del giovane maresciallo capo Daniele Paladini del 2° Genio Pontieri, reparto storico della nostra città, caduto questa mattina in Afghanistan a seguito di un attentato terroristico.
“A nome della Diocesi di Piacenza-Bobbio esprimo le condoglianze più sentite ai familiari, alle Forze Armate e agli Ufficiali e Commilitoni del Reggimento Pontieri, mentre invito ad elevare al Signore della pace la preghiera, nella certezza che una vita donata per così alti ideali è sicuramente preziosa agli occhi di Dio e feconda di rinnovato slancio per la costruzione di un mondo più giusto e fraterno”.

Palazzo Vescovile di Piacenza, 24 novembre 2007

Un cd per l'acqua in Karamoja


“VOICE OF A DROP”: LA VOCE DI UNA GOCCIA
AFRICA MISSION-COOPERAZIONE E SVILUPPO E NEW SISTERS
PER IL PROGETTO TRIENNALE
“PROGRAMMA ACQUA IN KARAMOJA”

Riceviamo e volentieri pubblichiamo. Questa sera al cinema teatro “President” di Piacenza (Via Manfredi) la presentazione del CD musicale Gospel realizzato per portare acqua in Karamoja.

Questa sera al cinema “President” di Piacenza alle ore 21 il Gruppo Gospel New Sisters di Podenzano (PC), con il patrocinio della Diocesi di Piacenza-Bobbio ed in collaborazione con il settimanale diocesano “Il Nuovo Giornale”, presenterà il suo secondo album musicale Gospel/DVD, intitolato “Voice of a drop”, registrato per sostenere l’attività della Ong Onlus Africa Mission – Cooperazione e Sviluppo che realizza pozzi d’acqua potabile nella regione ugandese del Karamoja. Il CD è legato al “Programma Acqua in Karamoja” e tutto il ricavato della vendita sarà devoluto completamente a questo progetto che si propone di portare, in tre anni, acqua pulita a 150mila persone e ad altrettanti animali. Il Gruppo New Sisters si è voluto impegnare nella sensibilizzazione della comunità piacentina, ma anche dell’intera comunità nazionale, riguardo all’attività di Africa Mission-Cooperazione e Sviluppo unendo la sua musica, che ha origine nel Continente Nero, alla solidarietà. Da parte sua, Africa Mission-Cooperazione e Sviluppo utilizzerà i fondi raccolti per la realizzazione del progetto che quindi avrà inizio dal 24 novembre e avrà durata triennale. “Voice of a drop” è il lavoro che le nove ragazze di Podenzano hanno inciso in questi mesi e che si compone di un CD musicale e un DVD di filmati, la cui grafica è stata ideata e realizzata dall’affermato giovane podenzanese Marco Botti. Il CD contiene 13 brani della tradizione spiritual e del più recente Gospel contemporaneo eseguiti con la collaborazione di artisti conosciuti a livello locale e nazionale, artisti del calibro degli “Animali Rari”, famosa band piacentina capitanata da Marco Rancati, e della “Merqury Band”, cover band ufficiale dei “Queen”. Il DVD contiene filmati, realizzati dal videomaker Franz Soprani, che illustrano le attività del Movimento Africa Mission-Cooperazione e Sviluppo e il lavoro svolto dalle New Sisters negli ultimi due anni per questo progetto.
Nella serata, presentata da Enrico Selleri, volto della tv SAT2000, si alterneranno musica e animazione. Un corpo di ballo regalerà coreografie sui brani del Gruppo, mentre il pittore piacentino Alfonso Maffini dipingerà dal vivo sulle note del Gospel. Nell’attesa della presentazione dell’album, già 1000 CD/DVD sono stati prenotati in anteprima.
È possibile prenotare il CD presso la sede di Africa Mission-Cooperazione e Sviluppo in via Talamoni 1/f a Piacenza (0523 499424) oppure al Gruppo New Sisters (335 5742323 – 338 9254848)
www.africamission.org - www.newsisters.it

venerdì 23 novembre 2007

Il nuovo vescovo, la nomina entro la fine dell'anno

Pubblico uno stralcio dell'intervista a Telelibertà (il 21 novembre 2007) rilasciata dall'amministratore diocesano di Piacenza-Bobbio, monsignor Lino Ferrari, a proposito dei tempi di arrivo del nuovo vescovo. Mi sembrano dichiarazioni interessanti.

Piacenza- ... È vero che non abbiamo notizie sicure e aspettiamo proprio da una settimana all’altra. Le previsioni erano di una attesa breve, in realtà ci stiamo accorgendo che i tempi si allungano. Però non bisogna neanche drammatizzare. Io ho sottolineato in più occasioni che la vita normale della comunità continua. Questo tempo di Avvento lo viviamo – inizieremo il 2 Dicembre – come comunità cristiana con una intenzione di preghiera in più: abbiamo anche l’attesa del nuovo Vescovo. A volte questi tempi di attesa aiutano anche a fare venire a galla maggiormente delle disponibilità, ci si sente forse più responsabili.
Comunque il Vescovo lo sentiamo come dono prezioso di cui la Chiesa chiaramente non può fare a meno.
Arriverà prima della fine dell’anno?
Prima della fine dell’anno, quasi sicuramente la nomina; l’ingresso penso di no.
Ma si fanno molte previsioni, si indicano dei nomi?
Se ne sono indicati troppi, allora non ci azzardiamo più a fare previsioni.

Si ringrazia Vittorio Ciani per la collaborazione.

giovedì 22 novembre 2007

Una clausura vicina alla città

Una clausura vicina alla città
Con le monache carmelitane del monastero di San Lazzaro

Il testo integrale dell'articolo è su Libertà di oggi, 22 novembre 2007

Piacenza -
Pregano insieme, da sole ed in silenzio tutti i giorni dell’anno per la città ed i suoi abitanti. Ieri era il giorno in cui la città avrebbe dovuto ringraziarle. Il giorno pro orantibus, come stabilito dalla Chiesa. Loro sono le monache di clausura e ieri era la loro festa. In città sono 31, suddivise su due monasteri: 17 le Benedettine, in corso Vittorio Emanuele, e 14 le Carmelitane scalze, in via Spinazzi. Siamo andati a trovare queste ultime, nel loro monastero di San Lazzaro. Suor Maria Paola è la madre priora e viene da Parma. È lei che si presenta assieme a suor Prisca Maria, di Trento, laureata in fisica a 29 anni e poi entrata in monastero. Dietro alla grata nel parlatorio grande. Un simbolo antico che le separa dal resto del mondo, dalla città, in questo caso. «Molte cose sono cambiate - osserva la madre priora -, oggi, per noi, i rischi della vita sono aumentati». Un simbolo che le monache custodiscono e dal quale sono custodite. «È necessario per salvaguardarci - continua -, oggi i contatti con l’esterno sono aumentati a dismisura». Gli esempi sono tanti: «I medici (a parte quello di base) non vengono più in monastero, così se una di noi ha bisogno del dentista deve uscire, accompagnata da una sorella». Anche il “traffico” in entrata può disturbare: «Muratori, operai, tecnici del computer, oggi le cose si rompono più spesso che nel passato e quindi c’è bisogno del loro intervento all’interno della zona di clausura». Poi c’è il telefono, che suona spessissimo: «A turno c’è una suora telefonista». La clausura, insomma, è minacciata ogni giorno di più. Per le monache è un prezioso tesoro da custodire; viene dalla clausura la loro forza spirituale e senza di essa non potrebbero aprirsi alla città, come stanno facendo in questi anni. Al mattino alle 7 e 30, ad esempio, la messa è pubblica (le monache sono nel “coro” al riparo dagli sguardi del mondo). Dal primo di ottobre, dalle 17 e 30 alle 18 e 30, tutti i giorni, la gente può partecipare alla preghiera silenziosa, sempre nella chiesa del monastero. Sono aumentate sensibilmente le persone che chiedono di confrontarsi con le monache nei due parlatori del monastero. «Molte giovani mamme vengono qui - rivela suor Maria Paola - e ci raccontano le loro storie». La grata aiuta: «Una volta una di loro mi disse che proprio grazie a questa inferriata che ci separava era riuscita a dirmi tutto». Il problema più grande dei piacentini? «La famiglia che si sfascia, la mancanza di comunione tra le mura domestiche, un cattolicesimo sempre più precario». Il segreto della rinascita? «Il recupero delle radici del battesimo, come ci propone la diocesi». La modalità principale: «La preghiera. La nostra è una visione ottimistica della vita - osserva suor Prisca - che trae origine dalla scoperta di una paternità (quella del Signore) in cui tutti siamo immersi al di là di ogni ideologia ed ogni schieramento». Assistenti spirituali di una Piacenza malata, presenza viva nella Chiesa piacentina, le monache (nella loro clausura) sono più vicine alla città di quanto non si possa immaginare. E vogliono continuare ad esserlo.
Federico Frighi

Dalla clausura una preghiera per Meredith

Una preghiera per Meredith

Il testo integrale dell'articolo è su Libertà di oggi 22 novembre 2007

Piacenza -
Durante il pranzo in refettorio ieri in via Spinazzi, le monache hanno potuto parlare tra di loro. È stato questo l’unico segno concreto nella loro festa - il giorno pro orantibus -, l’unica concessione allo schema della giornata, rigidamente regolato da un collaudato protocollo. Le Carmelitane piacentine, peraltro, sono avvezze a pranzare con le notizie. In refettorio, a mezzogiorno, ascoltano in religioso silenzio il radiogiornale di Radio Vaticana con il quale si tengono in contatto con il mondo e grazie al quale possono ampliare gli orizzonti delle loro preghiere. Fino, ad esempio, a Meredith, la giovane ragazza britannica uccisa a Perugia. La televisione è bandita. Non così internet. Se ne occupa chi ha le competenze, vedasi suor Prisca Maria che lavora al sito delle monache. È in via di completamento e si trova all’indirizzo www.ilcarmelo.it. Si definiscono «fraternità orante al servizio dei fratelli, attirata nel mistero del Dio vivo per stare alla sua presenza in ogni tempo, esonerata da ogni servizio attivo nella Chiesa per tenere viva la frontiera interiore, separata dalla storia per contemplarla meglio, per amarla di più, per capirla di più, confrontandola con la Parola».
fed.fri.

Nuovo vescovo, l'annuncio verrà dato in duomo

Nuovo vescovo, l'annuncio verrà dato in duomo

Il testo integrale dell'articolo è su Libertà di oggi 22 novembre 2007

Piacenza - L’annuncio del nuovo vescovo non sarà più un momento per pochi intimi ma verrà fatto davanti all’intera comunità piacentina. È questa una delle decisioni del collegio dei consultori che si è riunito martedì mattina in curia. Il parlamentino provvisorio che regge la diocesi di Piacenza-Bobbio nel periodo di “vacanza” è guidato dall’amministratore monsignor Lino Ferrari ed è formato da nove sacerdoti (oltre a Ferrari). Martedì mattina ne erano presenti otto (assente giustificato don Gianrico Fornasari), per la seconda sessione dopo quella dello scorso ottobre. La terza sarà convocata subito dopo l’annuncio del nuovo vescovo. È stato deciso di modificare quella che ormai è la prassi dell’annuncio della nomina: quando la Santa Sede comunicherà di aver scelto il successore di monsignor Monari, verranno invitati in cattedrale sacerdoti, organi di stampa e l’intera comunità per un momento di preghiera e, al termine, si procederà alla comunicazione. Questa convocazione verrà fatta probabilmente già il giorno precedente. La stessa prassi era già stata seguita dalla diocesi di Fidenza lo scorso primo di ottobre per l’annuncio del nuovo pastore, monsignor Carlo Mazza (verrà consacrato il primo dicembre nella cattedrale di Fidenza). In passato l’annuncio del nuovo vescovo veniva dato a pochi invitati, tra cui la stampa, nella sala degli affreschi della Curia. Subito dopo alla città. Imminente il ritorno in diocesi, sia pure per una celebrazione, del vescovo Luciano Monari. Il presule sarà a Piacenza il 7 dicembre (alle 18 e 30 in duomo) per l’ordinazione diaconale del seminarista Paolo Inzani (di Lugagnano).
Sembra ormai certo che per quella data il nuovo vescovo di Piacenza non sarà stato ancora annunciato. Anche se, a quella data, dovrebbe essere una questione di giorni. Così almeno sostiene una delle correnti di pensiero che circola in curia. L’altra - capeggiata da monsignor Ferrari - si è invece messa il cuore in pace ed attende senza avanzare più nemmeno un abbozzo di previsione. ...

mercoledì 21 novembre 2007

Monari a Piacenza il 7 dicembre per l'ordinazione diaconale di Paolo Inzani

Diocesi di Piacenza-Bobbio
Ufficio stampa


Riunione del Collegio del Consultori:
alcune decisioni per il tempo d’Avvento


Si è riunito ieri mattina, 20 novembre, nella Sala degli Affreschi di Palazzo Vescovile, il Collegio dei Consultori per esaminare la situazione della Diocesi e per dare indicazioni nell’attuale momento di attesa del nuovo Vescovo; ha presieduto i lavori l’amministratore diocesano mons. Lino Ferrari.

AVVENTO E ATTESA DEL NUOVO VESCOVO. Per quanto riguarda l’attesa del nuovo Vescovo, mons. Ferrari ha sottolineato come spesso si abbia l’impressione che prendano corpo nell’opinione pubblica due diverse posizioni, ugualmente errate: tutto sommato anche senza Vescovo tutto procede come prima; senza il Vescovo tutto è fermo. In realtà la vita della Chiesa locale continua, ma il particolare momento che stiamo vivendo deve essere occasione per crescere come comunità.
In questo ci soccorre l’ormai imminente tempo dell’Avvento che deve essere vissuto come attesa del Signore che è venuto nel primo Natale e si avvicina continuamente a noi. Quest’anno per la nostra Chiesa diocesana c’è anche l’attesa del nuovo Vescovo. A questo proposito sono stati predisposti appositi sussidi che sono stati illustrati ai Consultori da mons. Giuseppe Busani.

In particolare nel tempo di Avvento sono stati previsti alcuni momenti forti di preghiera.

ORDINAZIONE DIACONALE DEL SEMINARISTA PAOLO INZANI. Il primo si collega all’ordinazione diaconale del seminarista Paolo Inzani della parrocchia di Lugagnano. Un incontro di preghiera per le vocazioni sacerdotali è previsto per giovedì 6 dicembre, alle ore 21, nella chiesa cittadina del Preziosissimo Sangue, parrocchia dove il seminarista sta svolgendo il proprio servizio pastorale. Il giorno dopo, 7 dicembre, alle ore 18,30, in cattedrale, lo stesso Inzani verrà ordinato diacono da mons. Luciano Monari. Lo stesso mons. Ferrari ha spiegato i motivi di questa scelta: l’Amministratore Diocesano ha tra le proprie facoltà anche quella di decidere ordinazioni diaconali e presbiterali; deve poi intervenire un Vescovo per la celebrazione e in questo caso è stato chiesto l’intervento di mons. Monari, disponibile appunto il giorno 7 dicembre.
Non è stato atteso l’arrivo in Diocesi del nuovo Vescovo in quanto, ritardando di alcuni mesi l’ordinazione diaconale, secondo quanto richiesto dalla normativa, l’ordinazione presbiterale sarebbe slittata dopo l’estate del 2008.

VEGLIA DI PREGHIERA PER I GIOVANI. Un altro momento di preghiera vedrà impegnati i giovani ed è previsto per il 14 dicembre, venerdì, alle ore 21, nella basilica di Sant’Antonino.

L’ANNUNCIO DEL NUOVO VESVOVO IN CATTEDRALE. E’ stato, inoltre, deciso di inviare una lettera ai Moderatori delle 39 unità pastorali della Diocesi affinché invitino le loro comunità a pregare per il nuovo Vescovo riflettendo, nello stesso tempo, sul suo ministero.
Nello stesso tempo è stato deciso di modificare quella che ormai era la prassi dell’annuncio della nomina del nuovo Pastore: quando la Santa Sede comunicherà all’Amministratore Diocesano di aver scelto il successore di mons. Monari, verranno invitati in cattedrale sacerdoti, organi di stampa e l’intera comunità per un momento di preghiera e al termine si procederà alla comunicazione del nome del nuovo Vescovo.
Questa convocazione verrà fatta probabilmente già il giorno precedente di quello in cui, alle ore 12, dopo il citato momento di preghiera, verrà reso noto il nome del nuovo Vescovo. Ultimamente l’annuncio veniva dato a pochi invitati, tra cui la stampa, in una sala dell’Episcopio.

martedì 20 novembre 2007

"Il cardinale non concede interviste"

Penso sia opportuno fare il punto sul nuovo vescovo di Piacenza-Bobbio.
Recentemente pubblicavo su Libertà i tempi di attesa degli ultimi due vescovi: Antonio Mazza e Luciano Monari. Passano sette mesi dal trasferimento di un presule all'annuncio del nuovo. Per il successore di Monari non siamo neppure a cinque. Perchè dico questo? Perchè l'altra sera mi è giunta una telefonata dalla mia più importante fonte in Vaticano. Un arcivescovo di curia ha chiesto al cardinale Giovanni Battista Re (prefetto della Congregazione per i vescovi) notizie su Piacenza-Bobbio. "Non c'è ancora la terna" la risposta.
A questo punto non so che dire. Un'altra fonte, sempre ecclesiastica, ma più "periferica", mi conferma invece quello che ho scritto su Libertà: l'annuncio del nuovo vescovo di Piacenza-Bobbio arriverà entro la metà di dicembre. Glielo hanno detto molto in alto. Il fatto della terna viene spiegato - ma è solo un'interpretazione - così: uno dei candidati sarebbe stato spostato su un'altra diocesi, ragion per cui la terna di Piacenza-Bobbio è da rifare con l'aggiunta di un altro nome. Al Papa non possono esserne presentati due. Devono essere necessariamente tre.
Chiamo il Vaticano, la Congregazione per i vescovi, per un'intervista al cardinale Re, con la promessa che non avrei parlato di Piacenza-Bobbio. Supero a stento il sacro centralino, dove una voce femminile con un forte accento francese mi rimpalla ad una voce maschile dall'accento slavo: "Il cardinale, per principio, non concede interviste. Può chiamare in Nunziatura". Faccio un altro numero del Vaticano e chiedo di parlare con un arcivescovo. E' lui in persona che risponde al telefono. Quando gli chiedo almeno i tempi della nomina, mi parla di giorni biblici che hanno una durata molto diversa dai giorni dell'uomo. Mi scuso per il disturbo e lo ringrazio.

Appello Caritas per il Bangladesh

BANGLADESH: LA CARITAS MOLTIPLICA GLI SFORZI

Sono 15 i distretti più colpiti dal ciclone Sidr che ha già causato migliaia di morti e di senza tetto, distruggendo anche case e raccolti in Bangladesh.
La Caritas diocesana di Piacenza-Bobbio si è attivata per sostenere la rete internazionale, che ha già messo a disposizione un milione di euro per i primi interventi.
Da venerdì è iniziata la distribuzione di aiuti alimentari a 400 famiglie a Kalapara, nella regione del Barisal. Ad ogni famiglia vengono dati 10 kg di riso, 2 di lenticchie e 1 di sale. Grazie all’azione dello staff e dei volontari sul terreno si sta anche facendo un monitoraggio dei bisogni più urgenti e delle situazioni più gravi.
“Gli operatori Caritas locali – ci spiega Akhila D’ Rozario, responsabile di Caritas Bangladesh per la gestione delle emergenze e per i progetti di sviluppo –hanno passato la notte con le persone che hanno trovato riparo nei rifugi anticiclone per dare loro anche un sostegno psicologico”. In effetti circa 2000 rifugi sono stati costruiti dal 1991, grazie anche al sostegno di Caritas Italiana, e senza queste strutture il bilancio delle vittime avrebbe potuto assumere proporzioni ancor più catastrofiche. “Purtroppo – prosegue D’Rozario – in alcune zone sono stati distrutti quasi il 90% degli alberi, compresi quelli di mango e altri alberi da frutto che davano sostentamento alla popolazione. Bisogna con l’aiuto di tutti rimboccarsi le maniche e proseguire, senza scoraggiarsi, negli interventi di aiuto ”.
La Caritas diocesana fa appello alla generosità dei donatori per riuscire ad accompagnare gli sforzi in atto in questa fase di emergenza e poi nel lungo percorso di ricostruzione.
Piacenza, 19 novembre 2007

Per sostenere gli interventi in corso si possono utilizzare le seguenti modalità:
- portare le offerte direttamente agli Uffici della Caritas Diocesana a Piacenza in Via San Giovanni, 12
- inviarle a Caritas Italiana (causale “BANGLADESH”) tramite c/c POSTALE N. 347013 o tramite c/c n. 10080707 - Banca Intesa, piazzale Gregorio VII, Roma - ABI 03069 - CAB 05032 - CIN D
- versare con CartaSi (anche online) e Diners, telefonando a Caritas Italiana tel. 06 66177001 (orario d’ufficio)

lunedì 19 novembre 2007

Bettola, morto l'ex parroco di San Bernardino

Comunicato diocesi di Piacenza-Bobbio

Morto don Vincenzo Calda

E' morto questa mattina don Vincenzo Calda, già parroco di San Bernardino di
Bettola.
Nato il 1° gennaio 1916 a Piacenza, è stato ordinato sacerdote il 25 marzo
1939. Ha iniziato il servizio pastorale come curato in San Savino in città;
nel 1941 è passato con la stessa qualifica alla parrocchia di Caorso
ricevendo anche l'incarico per Zerbio. Il 18 giugno 1943 è stato nominato
parroco di Pessola; del 1953 è il passaggio alla guida della parrocchia di
San Bernardino di Bettola dove è rimasto fino al 1° gennaio 2002, giorno
della sua rinuncia per motivi di età.
I funerali si svolgeranno nelle prime ore di mercoledì prossimo (manca
ancora l'indicazione dell'ora) nella chiesa di San Bernardino di Bettola e
saranno presieduti dall'amministratore diocesano mons. Lino Ferrari. Domani
sera, alle ore 20,30, in San Bernardino, sarà recitato un S.Rosario.

domenica 18 novembre 2007

Nuovo vescovo, l'entrata slitta all'anno nuovo

Nuovo vescovo, l'entrata slitta all'anno nuovo
L'annuncio sarebbe però imminente: Ambrosio sempre favorito
Martedì si riunisce il collegio dei consultori

da Libertà, 18 novembre 2007

Piacenza - Scatta il conto alla rovescia per l’arrivo del nuovo vescovo di Piacenza-Bobbio. Ancora non si conoscono nome, giorno dell’annuncio e ovviamente il giorno della presa di possesso; tuttavia, poiché si hanno fondate ragioni per ritenere la nomina imminente, la Chiesa piacentino-bobbiese comincia a prepararsi all’accoglienza del suo nuovo pastore. Sarà il collegio dei consultori (il parlamentino della diocesi che regge la “sede vacante”), presieduto dall’amministratore diocesano monsignor Lino Ferrari, a tracciare la strada di avvicinamento. I dieci sacerdoti (nominati gli anni passati dal vescovo Luciano Monari) si troveranno martedì mattina nella sala degli affreschi del palazzo vescovile. L’intento è di organizzare, all’interno delle unità pastorali (sono 39 in tutta la diocesi), una serie di incontri per illustrare ai fedeli quel’è la funzione del vescovo nella Chiesa, chi e che cosa rappresenta, quali sono i suoi strumenti di “governo”. È la seconda volta che il parlamentino provvisorio si riunisce dopo aver eletto - a maggioranza - monsignor Ferrari amministratore diocesano. Era il 23 ottobre e la sede di Piacenza-Bobbio diventava ufficialmente “vacante”. Oggi, a quasi 4 mesi (122 giorni) dall’annuncio del vescovo Monari a Brescia, ancora nulla, in Vaticano, è stato deciso. Andando a vedere i precedenti, si nota che, in realtà, si è nella norma. Dalla partenza del vescovo Enrico Manfredini (18 marzo 1983) all’annuncio del vescovo Antonio Mazza (20 agosto 1983) passarono cinque mesi; dal ritiro di Mazza (primo dicembre 1994) all’annuncio del vescovo Monari (23 giugno 1995) sette. È il tempo che ci impiega la Congregazione per i vescovi ad individuare la terna da sottoporre al Papa. Al momento, dal Vaticano, nulla trapela: verosimilmente perché tutto è fermo. Sulla sede di Piacenza -Bobbio c’è un’indicazione di massima che riguarda - com’è ormai noto - l’assistente ecclesiastico generale dell’Università Cattolica, monsignor Gianni Ambrosio. Avrebbe vinto il ballottaggio con il vescovo Erminio De Scalzi ma la Congregazione per i vescovi non si sarebbe ancora pronunciata. Recentemente si è fatto anche il nome del vescovo di Pavia, Giovanni Giudici. Ad allungare i tempi ci si mette il concistoro di sabato prossimo nel quale il Papa creerà i nuovi cardinali. La decisione, per Piacenza-Bobbio, dovrebbe venire annunciata l’ultima settimana di novembre, al massimo entro la prima decade di dicembre. Di certo c’è che il prossimo sarà un Natale senza vescovo. Dall’annuncio all’entrata in diocesi passa almeno un mese, di più se l’eletto non è ancora presule.
Federico Frighi

sabato 17 novembre 2007

Arte sacra, convegno diocesano

Comunicato stampa diocesi di Piacenza-Bobbio

Un convegno sulla catalogazione
dei beni artistici ecclesiastici diocesani


reso noto venerdì 16 novembre 2007


La diocesi di Piacenza-Bobbio da un decennio è impegnata nella campagna di inventariazione degli oggetti di valore storico artistico di proprietà ecclesiastica. Il grande impegno, sostenuto dalla Conferenza Episcopale Italiana e nato da un accordo tra quest’ultima e il Ministero per i Beni e le Attività Culturali della Repubblica Italiana, vede la stretta collaborazione della Soprintendenza per i Beni Storici, Artistici ed Etnoantropologici delle Province di Parma e Piacenza. A questi soggetti si unisce la Fondazione di Piacenza e Vigevano nell’erogazione di un contributo di 345.000 Euro per l’inventariazione dei beni nel territorio della Provincia di Piacenza. In un convegno che si terrà giovedì 22 novembre prossimo alle ore 17,30 presso il palazzo vescovile di Piacenza (Sala degli Affreschi), promosso dall’Ufficio Beni Culturali Ecclesiastici della diocesi e dalla Fondazione di Piacenza e Vigevano, sarà illustrato il lavoro fin qui compiuto e quanto ancora rimane, unitamente all’importante contributo della Fondazione stessa. Dopo i saluti ai presenti, gli operatori dell’Ufficio, Orlando Cavezzali, Daniela Costa, Susanna Pighi e Franco Rovelli, illustreranno il lavoro svolto nell’ultimo decennio; don Giuseppe Lusignani, direttore dell’Ufficio per i beni culturali ecclesiastici della diocesi, si soffermerà sul progetto e sulle possibilità della catalogazione; gli operatori esterni della catalogazione, Alessandra Civai, Sara Della Bianchina ed Emanuela Garibaldi, presenteranno alcune loro esperienze. L’incontro sarà moderato da mons. Domenico Ponzini, direttore emerito dell’Ufficio per i beni culturali ecclesiastici. L’invito è esteso a tutti coloro che hanno a cuore l’importante patrimonio storico-artistico della nostra realtà territoriale.

venerdì 16 novembre 2007

I primi passi del vescovo Monari a Brescia

Malati e carcerati, le prime visite di Monari

Pubblico questo interessante articolo apparso sul settimanale diocesano di Brescia nel quale vengono evidenziati i primi passi del vescovo Luciano Monari nella sua nuova diocesi.

“L’unità potrà manifestarsi nella Chiesa quando concretamente in essa al centro verranno posti i piccoli – e cioè gli ammalati, gli anziani, i poveri, i bambini…insomma tutti coloro che per un motivo o per l’altro sono deboli”. Così si esprimeva mons. Monari nelle ultime battute del suo messaggio programmatico consegnato ai fedeli il giorno dell’ingresso. E queste parole hanno subito trovato riscontro nei primissimi gesti del suo stesso ministero episcopale. Il 15 Ottobre infatti si è recato in via Lame a Mompiano Domuns Caritatis Paolo VI per far visita ai 21 preti ricoverati. Mons. Monari li ha incontrati e abbracciati uno ad uno, ha ascoltato il racconto delle loro tribolazioni, li ha esortati ad avere fiducia e a perseverare nella preghiera assicurando il proprio ricordo e la propria vicinanza. Nei giorni successivi mons. Monari ha visitato i degenti del Sant’Orsola, il 24 ottobre i detenuti di Canton Montello, poi varie comunità religiose presenti in città. Nella prossima settimana visiterà il Seminario diocesano, il Centro per le comunicazioni, il Consultorio diocesano per la famiglia e altri istituti religiosi.

A sorpresa il nuovo vescovo di Brescia monsignor Luciano Monari a pochi giorni dal suo ingresso in diocesi ha voluto incontrare una delle categorie più disagiate e spesso più dimenticate presenti sul territorio. Dopo un previo accordo con i responsabili e le autorità competenti, nel pomeriggio di mercoledì 24 ottobre ha varcato la soglia della casa circondariale di Canton Mombello.L’incontro con i detenuti si è svolto nel teatro interno, solitamente usato anche per la celebrazione della messa.Attualmente la vecchia struttura di detenzione della città ospita 370 detenuti in attesa di giudizio definitivo, di questi solo un centinaio sono italiani, gli altri appartengono a 25 Paesi diversi. In tanti non hanno comunque mancato all’incontro che, come ha spiegato il cappellano don Adriano Santus, si è rilevato positivo non solo dal punto di vista quantitativo, ma pure qualitativo. Era presente, oltre al personale di sorveglianza, anche il gruppo di volontari che all’interno della struttura, coordinati dal don Santus, si dedicano ad attività di assistenza e di catechesi. L’incontro si è aperto con la preghiera e la lettura della parola di Dio: sono state scelte tre letture particolarmente significative e legate al contesto: la prima dal libro del profeta Isaia, il cap. 61°, che proclama l’avvento dell’anno di grazia e la libertà degli schiavi e la scarcerazione dei prigionieri; la seconda degli Atti degli Apostoli con il racconto della liberazione dell’apostolo Pietro, in carcere per il Vangelo, liberato dall’intervento di un angelo; in fine il Vangelo, il brano dell’evangelista Luca che racconta l’episodio di Gesù nella sinagoga di Nazareth dove, dopo aver letto il brano del profeta Isaia, dichiara realizzata la profezia.

Partendo da questi brani il Vescovo è intervenuto dicendo di essere venuto in mezzo a loro, poveri, per portare un annuncio di gioia, per proclamare il Vangelo che è sorgente di speranza e promessa di liberazione. “Vi invito ‑ ha esortato mons. Monari ‑ a vivere l’oggi, a non sprecare il tempo, anche se nel contesto del carcere risulta particolarmente difficile”.
Dopo aver ascoltato alcune domande espresse da un detenuto a nome anche degli altri ha manifestato il desiderio sincero di essere presente con una certa assiduità nel carcere, non solo nei momenti ufficiali, come in occasione del Natale e della Pasqua, ma pure per portare la parola di Dio, per tradurre anche in quel contesto particolare il motto del suo episcopato “Non mi vergogno del Vangelo”. Probabilmente mons. Monari ripeterà quindi anche a Brescia l’esperienza già fatta nel carcere di Piacenza, proponendo ai detenuti la scuola della Parola, magari in occasione dei tempi forti, in Avvento e Quaresima.

Canton Mombello è purtroppo caso emblematico delle difficoltà e dei problemi che affliggono la realtà carceraria italiana. L’endemica sovrappopolazione, in parte mitigata dall’indulto, rende assai complicato un percorso efficace di recupero. Come ha spiegato don Santus in un’intervista concessa a Radio Voce, il problema non è la quantità della pena, ma la qualità. La galera oggi in Italia non è educativa, non riesce infatti a recuperare il condannato, che abbandonato a se stesso all’interno del carcere non trova occasioni e stimoli per impostare un cammino di rinnovamento. In questo ricettacolo di mille povertà il Vangelo può dunque diventare spunto per guardare ancora al futuro, per trovare speranza, per credere nella possibilità del riscatto.

Fonte settimanale “La Voce del Popolo” del 02-11-07 Articolo di Giuseppe Mensi. Si ringrazia Vittorio Ciani per la collaborazione

giovedì 15 novembre 2007

Don Garilli amministratore a Centovera

Comunicato della Cancelleria vescovile

Con atto proprio dell’Amministratore Diocesano in data 12 novembre 2007 il M.R. Garilli don Stefano, parroco di San Giorgio Piacentino, mantenendo i precedenti incarichi, è stato nominato amministratore parrocchiale della parrocchia di san Giovanni Battista in Centovera, Comune di San Giorgio Piacentino, Provincia di Piacenza, resasi vacante in seguito alla rinuncia dell’ultimo titolare il M.R. Porcari don Giuseppe.
Ed inoltre, nella medesima data, gli è stato conferito l’incarico di amministratore parrocchiale della parrocchia di Sant’Antonino martire in Ronco, Comune di San Giorgio Piacentino, Provincia di Piacenza.

Piacenza, dalla curia vescovile, 12 novembre 2007,

il Cancelliere Vescovile
don Mario Poggi

Prima boa superata, grazie ai naviganti

Nessuna autocelebrazione (anche perché non sarebbe il caso) solo dati. Ho aperto Sacri corridoi 34 giorni fa. Da allora, facendo una media dei programmi di rilevazione statistica, sacricorridoi.blogspot.com ha ricevuto 2.200 visite con un'affluenza media giornaliera di 64 contatti. Le pagine clikkate sono state 3.369 con una media di 99 al giorno. Il sito gemello sacricorridoi.wordpress.com (stessi contenuti ma piattaforma diversa) ha totalizzato 4.031 visite con una media di 118 al giorno. Il 92 per cento dei lettori si collega dall'Italia, il 2 dagli Stati Uniti, l'un per cento dal Brasile, lo 0,6 da Polonia e Gran Bretagna. Seguono una dozzina di altri stati con percentuali più basse. Un segno che il nostro servizio quotidiano, oltre al totovescovo, può interessare anche oltrefrontiera. Grazie di cuore a tutti i naviganti: la prima boa è stata superata.

mercoledì 14 novembre 2007

Don Tammi: "Piacenza fa parte della mia vita"

Don Paolo Tammi:"Piacenza è la mia seconda patria"
Papà di Pianello, vocazione in Valnure, ordinazione a Roma,
la storia del parroco piacentino che oggi celebra i funerali più difficili:
quelli di Gabriele Sandri, il tifoso laziale ucciso domenica in un autogrill


il testo integrale si può leggere su Libertà di oggi, 14 novembre 2007

Piacenza
(fed.fri.) «Piacenza mi è cara perché é la città di mio papà ormai defunto. Lui era di Pianello Val Tidone, ma io ho passato tanto tempo a Pontedellolio, dove erano le mie zie. Avevamo lì una casa, vicino Riva, ormai venduta. E a Riva sono sepolti i miei parenti, a parte papà che è qui a Roma. L’ultima zia è morta l’anno scorso ma una cugina c’è ancora e vive a Villò con marito e figli». Don Paolo Tammi, 51 anni, è l’unico parroco piacentino a Roma: «Piacenza fa parte della mia vita». È internet che mantiene i legami e che lo ha informato del trasferimento del vescovo Luciano Monari: «Ogni giorno seguo la vita della chiesa piacentina collegandomi ad internet. Capisco la tristezza per la partenza di monsignor Monari. L’ho conosciuto anch’io e forse lui si ricorda di me. Credo sia giusto che i laici discutano del loro nuovo vescovo ed esprimano ansie, timori, speranze e qualche preferenza. La Chiesa è soprattutto questo! Non sarà facile sostituire Monari. Posso dire che nel rosario prego anch’io spesso per questa intenzione perché Piacenza mi è davvero cara ed è per me una seconda città». Indicazioni sul successore? «Sul totovescovo non saprei che dire, diciamo che il mio voto è per lo Spirito Santo che ...qualche volta, fa i vescovi anche Lui».

Un prete piacentino per l'addio al tifoso ucciso


Un prete piacentino per l'addio al tifoso ucciso
Don Paolo Tammi, parroco a Roma,
celebra oggi i funerali di Gabriele Sandri



Il testo integrale dell'articolo si può leggere sull'edizione di Libertà di oggi, 14 novembre 2007

Piacenza-
La tragedia della morte di Gabriele Sandri, il tifoso ucciso domenica in un autogrill, è molto più vicina a Piacenza di quanto si possa immaginare. Oggi, dal pulpito della parrocchia romana di San Pio X, con la casula di colore viola, in segno di lutto, a celebrare i funerali ci sarà un sacerdote di origini piacentine: don Paolo Tammi (nella foto con il cardinale Camillo Ruini). Incardinato nella diocesi di Roma, don Paolo deve le sue origini a Piacenza, alla sua provincia, alla Valnure. «Piacenza, per me, è una seconda patria - dice - prego sempre per voi». Nato 51 anni fa a Roma, don Paolo Tammi, oltre a tradire un cognome noto a Piacenza, ha vissuto gran parte della sua giovinezza in Valnure, a Pontedellolio, paese natale del padre. La sua vocazione è nata anche qui, all’ombra del Gotico, o meglio all’ombra delle stesse vallate che qualche anno prima avevano donato un vescovo alla chiesa cattolica romana: monsignor Antonio Lanfranchi. Don Paolo (ordinato nel 1982 in Santa Maria Maggiore) è un “semplice” parroco della chiesa dedicata a San Pio X, a Roma, quartiere Balduina. La stesso nel quale abitava il tifoso ucciso domenica. «Lo conoscevo di vista - dice al telefono - ha fatto la cresima da noi nel ’96. La famiglia è sempre stata nella nostra parrocchia». «È una cosa allucinante - riflette -. Io non credo che nessuna morte sia giusta, ma questa è veramente assurda, le dinamiche oggi sono colpose ma non lo sappiamo. Vedersi morire una persona così... non un ragazzo violento, una persona assolutamente normale». «Un po’ particolare, come tutti i tifosi - si scorge un poco di simpatia per la categoria -. Peraltro sono tifoso anch’io. Del Piacenza? Mi spiace, del Cagliari, per una lunga storia iniziata negli anni Settanta». Oggi lo aspetta il giorno più pesante della vita di parroco: «Non so che cosa dirò al funerale, mi affido a Dio. Certamente dovremo placare gli animi, ma dovremo anche parlare di giustizia, perché questa è stata un’ingiustizia solenne. Cercherò di dire cose semplici». «Parlerò di resurrezione - continua - della tensione interna tra il perdono e la giustizia che c’è nell’animo di ogni persona. Il credente è chiamato al perdono: Gesù dice di perdonare fino a 70 volte sette. Al perdono però ci si arriva un po’ per volta. Io mi auguro che la famiglia e gli amici ci arrivino presto. Anche la rabbia è però comprensibile, non possiamo coprirla di moralismo». «E poi comunque - non le manda a dire - chi sbaglia deve pagare, questo non è contro il Vangelo. L’ha detto anche Gesù, non possiamo mistificare la realtà».
Federico Frighi

martedì 13 novembre 2007

A Piacenza il primo festival della teologia

“…ma liberaci dal male”
Prologo, Festival della Teologia

Piacenza, Palazzo Fogliani
Via San Giovanni, 7
Venerdì 16 novembre 2007
Ore 18

Il 16/17/18 maggio 2008 la città di Piacenza ospiterà il ‘Festival della Teologia’ nella sua Prima Edizione intitolata ‘…ma liberaci dal male’, organizzata dall’Associazione Teologica di Piacenza, presieduta dal professor Enrico Garlaschelli, in collaborazione con la società Cenacolo Srl.

Si tratta di un’iniziativa di richiamo nazionale, un momento di approfondimento e di riflessione dedicato alla teologia ed agli studi teologici e liturgici al quale saranno presenti personalità di spicco come il teologo e sacerdote cattolico svizzero Hans Kung.

La scelta di Piacenza non è casuale: la città emiliana è infatti nota per essere stata, ed essere tuttora, la sede di prestigiose istituzioni religiose a carattere sia formativo che puramente speculativo. Il Festival prevede una serie di eventi di forma eterogenea: da conferenze, tavole rotonde, seminari di studio e lectio magistralis, a concerti, mostre documentali e d’arte visiva, che accompagneranno il visitatore a compiere un percorso di scoperta di Dio in tutta la sua complessità.

Il primo appuntamento coincide con la presentazione ufficiale dell’evento che si terrà a Piacenza il 16 Novembre all’interno di una prestigiosa location, Palazzo Fogliani a Piacenza, per anni luogo piacentino per eccellenza dedicato alle riflessioni teologiche, sede delle Associazioni Cattoliche piacentine e insigne esempio dell’architettura cittadina, contenente, tra le altre, opere di Giovanni Evangelista Draghi risalenti al XVII secolo.
All’evento parteciperanno le autorità politiche ed economiche locali, studiosi, esperti del settore e semplici interessati ai temi trattati nonché le aziende potenziali sponsor dell’iniziativa; per l’occasione avremo nella veste di moderatore il giornalista e saggista de Il Corriere della Sera Armando Torno.

Il programma della serata prevede i seguenti interventi:

Armando Torno Giornalista e Saggista, Corriere della Sera
Don Giuseppe Lusignani Direttore Ufficio Beni Culturali, Diocesi di Piacenza – Bobbio
Enrico Garlaschelli Presidente Associazione Teologica di Piacenza

Nella stessa serata gli invitati potranno assistere all’esibizione del Coro della Chiesa Presbiteriana Coreana Chan-Yang che conferisce all’evento anche connotazione ecumenica.
Seguirà un Cocktail.



Per informazioni:
Stefania Perfetti
Cenacolo srl
Tel. 0523 590372
Fax 0523 570391
s.perfetti@cenacolosrl.it


Ufficio stampa:
Letizia Testa
Cenacolo srl
Tel. 0523 590372
Fax 0523 570391
l.testa@cenacolosrl.it

Ancora sul caso del vescovo Bregantini

Torno sul caso del trasferimento del vescovo Giancarlo Maria Bregantini da Locri a Campobasso. Ritengo molto significativa, al proposito, l'intervista concessa dal presule al quotidiano l'Adige del 10 novembre 2007. Bregantini, come molti sanno, è un trentino.


10/11/2007 08:05
RIVA DEL GARDA - «Mi sento come le foglie su un albero in autunno, ma tira un forte vento». Sono le 14.30 e, mentre il sole scende dietro la Rocchetta, il Garda viene spazzato dal «balinòt», il vento che scende da Tenno. È quello il momento in cui al Palameeting arriva monsignor Giancarlo Bregantini, il vescovo trentino di Locri-Gerace trasferito a Campobasso. Torna in mente una delle ultime frasi di Enzo Biagi e ci si immagina un presule smarrito e rassegnato. Ma Bregantini è venuto a Riva, invitato alla convention della Cgm, non per celebrare i funerali suoi e della lotta anti 'ndrangheta in Calabria ma per lanciare un nuovo messaggio di speranza. Monsignor Bregantini, molti pensavano di non vederla qui oggi. «Dico la verità. Inizialmente la mia idea era disdire tutti gli impegni presi. Cambiamo storia e vita, mi sono detto. Sarebbe però stato un po' morire dentro se avessi detto basta e avrei dato ragione a chi sostiene che la Locride senza Bregantini resta orfana. Invece non è così. Ho voluto esserci proprio per dire che nulla cambia. L'albero potato rinasce». I trentini cosa possono fare per Locri? «Continuare a essere vicini alla sua gente. Lo spostamento di sede non significa spostamento di ideali. Io chiedo ai trentini di dimostrare la loro fedeltà alla Calabria come hanno fatto con me. Le cose fatte con i trentini sono efficaci e hanno messo radici buone. Continuate a sostenerle». Ci sono o non ci sono state pressioni per il suo trasferimento? «L'iter è stato talmente rapido da non consentire pressioni. Monsignor Dini, che ha cessato il suo incarico per raggiunti limiti di età, ha chiesto di avere me come successore, tutti i vescovi hanno espresso il loro consenso così come i cardinali in assemblea plenaria. Poi c'è stata la firma del papa, ma è accaduto tutto in poche settimane». Come gliel'hanno comunicato? «Stavolta mi hanno chiamato a Roma, non come quando mi nominarono vescovo di Locri che trovai la lettera fra gli auguri di Natale. In Vaticano sono poi abilissimi (sorride) . Non ti dicono "lei vorrebbe, le piacerebbe", ma "guardi, questa è la lettera del Santo Padre, lei non ci dica se è d'accordo, ma ci dimostri il suo assenso"». Mai pensato di dire no? «Sì, molte volte. Specialmente nei primissimi giorni il combattimento interiore è stato molto molto sofferto. Mi sono sentito come Gesù nell'orto: "Sia fatta non la mia ma la tua volontà". Ho parlato con molte persone, ma alla fine ho pensato che quando si obbedisce si affida la propria storia a chi è più grande di noi». E se avesse detto no? «Difficilmente mi avrebbero mandato. Però nei nostri ambienti, dove tutto si sa un po' alla volta anche sotterraneamente, i preti della mia diocesi ai quali ho chiesto di spostarsi, spesso in modo eroico, mi avrebbero potuto rinfacciare il diniego. Ciò sarebbe stato fonte di un'interiore debolezza e incoerenza che diventa incapacità di proporre cose alte. Se sei capace di dire sì di fronte a cose alte, poi il volo resta alto, altrimenti diventa basso e anche meschino». In questi giorni le sono arrivati messaggi dal Trentino? «Tanti, inizialmente di preoccupazione. Io non potevo rispondere perché dall'alto ti dicono "non smentisca né confermi" che non so nemmeno cosa voglia dire». Chi l'ha sostenuta di più? «Mio fratello Piero. Da buon contadino, quando gli ho chiesto il suo parere, è rimasto in silenzio dieci secondi e poi mi ha detto tre cose: "Hai sempre obbedito e continua a obbedire. Anche noi viviamo diversi stadi, prima eravamo genitori e ora siamo nonni, ma la vita continua. Infine cambiare ti farà bene, ti ringiovanirà». E sua mamma che dice? «Lei ha accompagnato le intuizioni di mio fratello e sta vivendo questo passaggio con grande serenità. Più di una volta mi ha detto "dai che ti passa, non esser così tragico". E poi, in dialetto, "boni e tristi i se trova dapertut". Lei, che ha 87 anni, ha consolato me». Esclude l'ingerenza di poteri forti nel suo trasferimento? «Sì. Piuttosto è adesso che potrebbero innescarsi logiche di innesto di poteri forti nel vuoto che io potrei lasciare. Questo pericolo c'è e per questo ora chiedo a tutti, autorità e semplici cittadini, di riempire questi vuoti con presenze fortificate. Bisogna dimostrare che esiste continuità e dare conseguenti segnali positivi, ad esempio nella scelta del vescovo che mi succederà. Tutto il dibattito di questi giorni servire a far riflettere il Vaticano». È stato rassicurato in questo? «Certo, il cardinale Re mi ha fatto una lunga telefonata per ribadirmi piena fiducia e dire che la mia è stata una promozione». A Campobasso? «Nel senso che il Molise è una regione strategica, perché vicina a Puglia, Campania e Roma. E Campobasso, come metropolia, ogni cinque anni guida la conferenza episcopale». In Molise però non c'è la mafia. «No, ma c'è una politica assistenzialista dominata dalla logica devastante delle raccomandazioni. A noi non tocca vincerle, ma creare una coscienza di pulizia interiore che è attesa dalla gente. Avremo altre fatiche e altre responsabilità». Il governatore trentino Dellai ha però parlato di "segnale inquietante". «Non la scelta ma la consequenzialità potrebbe diventare inquietante se non accompagnata da fatti veri e risposte efficaci. Di certo c'è gente che non dico abbia brindato come ha scritto Gianantonio Stella sul Corriere, ma ha comunque detto che ora è il momento di procedere in maniera forte. Tocca a noi reagire». Qualcuno ha sostenuto che il trasferimento è stato dettato da esigenze di protezione della sua integrità fisica. «Allora è stata un'eccessiva dimostrazione di affetto (ride) . No, guardi, non c'è motivo. Non ho mai attaccato personalisticamente la 'ndrangheta. La nostra tattica non è mai stata quella del muro contro muro perché la mafia se la contrasti in modo diretto, la rafforzi. Fai sapere loro che sono troppo importanti. Bisogna invece ridicolizzarla e svuotarla dall'interno come ha fatto Saviano con il suo libro "Gomorra". È un intellettuale ma fa più rumore di mille poliziotti o di tanti giudici perché ha fatto apparire la mafia cretina, stupida e vuota. La mafia è veramente fragile, si riveste della corazza che le diamo noi attribuendole forza. Lo insegna il libro dei Promessi Sposi: don Rodrigo e l'innominato erano paurosi. Il primo lo affronta fra' Cristoforo con quel dito alzato e il monito "verrà un giorno" che poi sarà vincente, l'innominato viene sconfitto dalla fragilità di Lucia che in realtà è più forte di lui». I ricordi più belli di questi 13 anni? «Sono i momenti in cui ho condiviso le lacrime e le paure della gente più fragile. L'ultimo è stato quando, io vescovo, ho partecipato ai funerali di un ragazzo suicida, Bruno Piccolo, il teste chiave nelle indagini per il delitto Fortugno. La mafia gli aveva bruciato il terreno attorno, togliendoli la speranza di una onorabilità. Lui era un "infame". Ai funerali non c'era né sindaco, né polizia, né magistratura, né la famiglia Fortugno, nonostante sia stato merito suo la scoperta degli assassini. Ho denunciato tutto questo in prima pagina nella mia rubrica sul Quotidiano di Calabria e il mio attacco diretto ha provocato un sacco di fastidio. Ma la Chiesa deve schierarsi laddove ci sono più lacrime. Se non sono consolate, le lacrime diventano macigni che ti impediscono di sperare, ma se sono consolate da una mano che ci sta vicino, le lacrime ti aiutano a sperare. Compito della Chiesa è consolare il popolo e schierarsi con chi ha sofferto di più. Io, consolando, ho dato una lezione di chiarezza a chi non lo fa, come spesso accade con le forze politiche o quelle del male».
Guido Pasqualini

lunedì 12 novembre 2007

Il cardinale Re dal Papa, nomine in vista

Piacenza - Questa mattina, tra gli altri, il Papa ha ricevuto in udienza il cardinale Giovanni Battista Re, prefetto della Congregazione per i vescovi (fonte bollettino Santa Sede). E' probabile che questa settimana ci siano alcune nomine vescovili riguardanti anche diocesi italiane. Si veda, ad esempio, la diocesi di Vittorio Veneto con monsignor Corrado Pizziolo (attualmente vicario generale di Treviso) e, forse, quelle di La Spezia e Savona-Noli. Per queste ultime si parla del salesiano don Alberto Lorenzelli e di monsignor Francesco Moraglia. Si tratta di diocesi la cui vacanza è cronologicamente anteriore a quella di Piacenza-Bobbio. Seppur di poco: Vittorio Veneto dal maggio 2007, Savona dai primi giorni del luglio 2007. La Spezia ha invece il vescovo Bassano Staffieri che ha compiuto i 76 anni. Ecco perché si prevede che la definizione di Piacenza-Bobbio (e di Parma) slitti alla settimana prossima.

domenica 11 novembre 2007

Ambrosio vescovo a Piacenza, è il candidato di Bertone

Ambrosio vescovo a Piacenza, è il candidato di Bertone
In vantaggio al ballottaggio con De Scalzi,
gode della simpatia e della stima di Benedetto XVI


per l'articolo completo si legga Libertà di oggi 11 novembre 2007


Piacenza - Gianni Ambrosio, Erminio De Scalzi e poi ancora Gianni Ambrosio. Dovrebbe essere il monsignore assistente ecclesiastico generale dell’Università Cattolica il successore del vescovo Luciano Monari alla guida della diocesi di Piacenza-Bobbio. Non c’è ancora nero su bianco ma l’alto prelato vercellese si sarebbe aggiudicato il ballottaggio con l’abate di Sant’Ambrogio, il vescovo Erminio De Scalzi, uno degli ausiliari di Milano. È questo almeno l’intendimento di una parte dei componenti della Congregazione per i vescovi che si riunirà nei prossimi giorni per definire i nuovi pastori delle diocesi emiliane da tempo in lista d’attesa (Piacenza-Bobbio e Parma). Ed è questo il nome che porterà nella sacra congregazione uno dei suoi membri, il cardinale segretario di Stato Tarcisio Bertone, il quale, a quanto pare, ha dalla sua il diretto superiore: Benedetto XVI. Se il Motu Proprio papale per la liberalizzazione della messa in latino secondo il sito tridentino è sbarcato a Milano il merito è stato proprio di monsignor Ambrosio che ha celebrato nella cappella della Cattolica.Motu Proprio a parte, voci insistenti su Ambrosio a Piacenza arrivano anche dal clero ambrosiano. L'investitura arriverà dalla prossima assemblea plenaria (prevista intorno al 22 novembre). Con tutta calma, perché chi in conclave entra Papa - si dice - esce cardinale.
Federico Frighi


sabato 10 novembre 2007

"Scalabrini, costruttore di una famiglia senza confini"

Celebrati in duomo i dieci anni della beatificazione di Giovanni Battista Scalabrini
"Fede e speranza gli orizzonti di Scalabrini"
L'omelia dell'amministratore diocesano monsignor Lino Ferrari

Piacenza- Sono passati dieci anni, ce lo ricordava nella presentazione padre Sisto Caccia, da quando Giovanni Battista Scalabrini vescovo di Piacenza e padre dei migranti è stato proclamato Beato. Tanti di noi erano presenti in piazza San Pietro consapevoli di vivere una esperienza forte di Chiesa, e fieri di vedere che un nostro vescovo e padre era proposto alla Chiesa universale come esempio di carità e di servizio senza confini.
E sentiamo come provvidenziale che tale avvenimento sia coinciso con la festa della Dedicazione della Basilica Lateranense. Le letture proclamate in questa Eucaristia ci stimolano a leggere la vita di Scalabrini come di un pastore animato dallo zelo per rendere decorosa ogni chiesa di pietra, ma soprattutto per edificare il tempio spirituale dei fedeli in ogni angolo della Terra.

Il luogo dove incontrare Dio è questione fondamentale per ogni uomo, non è dunque banale o campanilistica la domanda che la Samaritana rivolge a Gesù: “È nel tempio di Gerusalemme che dobbiamo adorare Dio o nel tempio costruito sul monte Garizim?”. Risponde Gesù: “È venuto il tempo in cui tutto è rinnovato”.
Adorare Dio è ancora indispensabile per l’uomo credente, ma adorare – un verbo che in pochi versetti ricorre ben nove volte – non è una posizione del corpo o un rito, bensì un modo di porsi davanti a Dio nella preghiera come nella vita. L’adorazione è l’atteggiamento di chi vive riconoscendo in tutto il primato di Dio, qui significativamente indicato con il nome di Padre: «i veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità». “In Spirito e Verità”, vuole dire: guidati dallo Spirito Santo a riconoscere Gesù come verità; è Lui infatti che svela un disegno salvifico di Dio. Gesù è la Verità ed è il vero Tempio, il luogo in cui il Padre si mostra a noi: «Chi ha visto me ha visto il Padre» (Gv 14, 9), dice Gesù all’apostolo Filippo.

Penso siano pochi i vescovi che hanno stimolato come ha fatto lui, clero e fedeli, ad avere cura delle loro chiese, per renderle non solo decorose ma belle.
Durante il primo Sinodo del 1879 affermò: “Alla chiesa che è la casa di Dio e la porta del Cielo, conviene assolutamente la santità. Questa santità, che deve avere sede principalmente nel cuore e nell’animo di coloro che entrano in chiesa, deve apparire anche esteriormente in modo che si possa conoscere l’augusta maestà di Dio dalla forma, dalla solennità, dall’eleganza, dall’ornato e specialmente dal nitore dell’edificio.
Nel territorio della Diocesi nel corso dei trent’anni del suo episcopato Scalabrini ha consacrato o riconsacrato duecentoventi chiese. Particolare impegno egli profuse nel restauro di questa Cattedrale, annunciato con una lettera nel 1894, restauro che venne terminato nel 1902.
Ma più importante è pensare a Scalabrini nel suo rapporto con il tempio spirituale, la Chiesa. Ciò che maggiormente lo impegnava era la costruzione della comunità cristiana. Anche la bellezza delle chiese di pietra era finalizzata a fare bella la “chiesa delle anime”, come lui la chiamava.
Diceva: “Attraverso la catechesi, che non è solo istruzione, occorre formare ed educare le persone e le coscienze, coltivare e sviluppare non solo la mente ma il cuore. E poi la parola di Dio, l’Eucaristia, la Carità vissuta, solo così si può nutrire e conservare la fede che è il bene più grande per l’uomo”.
Scalabrini si è speso senza riserve per la sua Chiesa, per il gregge a lui affidato. Anche il vostro carisma di missionari e missionarie tra i migranti è nato da qui. Erano suoi diocesani coloro che erano partiti per terre lontane, diocesani di cui non poteva disinteressarsi, soprattutto perché non venisse meno la loro fede e i valori morali che possedevano e anche il loro bene materiale.
Il mese scorso abbiamo celebrato il “Quarantesimo della presenza dei nostri sacerdoti fidei donum in Brasile”. È doveroso credo, ricordare che hanno avuto in Scalabrini un illustre precursore. Ricordiamo il viaggio del 1904 di Scalabrini in Brasile, quel viaggio che lo provò duramente anche nel fisico e probabilmente influì per la sua morte avvenuta l’anno seguente.

Voglio terminare con una citazione che di Scalabrini ha fatto il nostro vescovo mons. Luciano Monari, in uno dei suoi interventi. È un modo anche per sentirlo presente il vescovo Luciano, lui che tante volte ha detto di “avere trovato in Scalabrini una ispirazione importante anche per la sua missione di pastore”.
Scriveva Scalabrini: “Mentre il mondo si agita abbagliato dal suo progresso, mentre le razze si mescolano e si confondano ‑ attraverso il rumore delle nostre macchine al di sopra di questo lavoro febbrile di tutte queste opere gigantesche, e non senza di loro ‑ si va maturando quaggiù un’opera ben più vasta, ben più nobile, ben più sublime: l’unione in Dio per Gesù Cristo di tutti gli uomini di buon volere”.
E commentava il vescovo Luciano: “Mi affascina questa visione del grande vescovo, questo suo modo di interpretare la storia alla luce di un progetto grande che ha il suo centro e la sua sintesi in Cristo. Quanto vorremmo che la nostra Chiesa avesse lo stesso sguardo di fede e lo stesso orizzonte di speranza, nell’affrontare i problemi che sbiadiscono l’unità interna e quelli legati al nuovo contesto multietnico che troppe volte incute solo paura”.

L’Eucaristia che celebriamo ravvivi il nostro grazie al Signore per avere donato un vescovo Santo non solo a Piacenza ma alla Chiesa universale.
E al Beato Scalabrini chiediamo di intercedere ‑ per il pastore che attendiamo, per i suoi missionari e le sue missionarie ‑ perché siano fedeli al carisma che li ha affascinati, e per tutti noi perché tendiamo alla santità guardando a lui che ha saputo operare una straordinaria sintesi di azione e contemplazione, ed è stato appassionato servitore dell’umanità ferita e costruttore della Chiesa di Cristo, famiglia che non conosce confini.

Si ringrazia Vittorio Ciani per la preziosa collaborazione

venerdì 9 novembre 2007

"Scalabrini santo, non è padre Pio"


Per Scalabrini santo manca il miracolo
In duomo oggi i dieci anni di beatificazione. Il postulatore padre Sisto Caccia: "La sua è una santità fina, quella di padre Pio popolare"
Piacenza
- Per Scalabrini santo serve un miracolo che, però, a dieci anni dalla beatificazione non si riesce a trovare. Così la Chiesa piacentina celebra questo pomeriggio l'anniversario dell'elevazione alla gloria degli altari del vescovo degli emigranti. L'appuntamento è per le ore 18 e 30 nel duomo di Piacenza. Presiede l'amministratore diocesano monsignor Lino Ferrari. "Dopo il primo miracolo non ne sono arrivati altri - spiega padre Sisto Caccia, che della causa di santificazione di Giovanni Battista Scalabrini è il postulatore - abbiamo solo ricevuto segnalazioni di una quindicina di grazie". Per lo più si tratta di persone scampate ad incidenti stradali che dicono di aver invocato il vescovo beato. "In qualche caso riceviamo anche segnalazioni che non esiterei a definre strane - continua padre Sisto - Un giorno sono venuti da me due signori che, provenienti da Alessandria erano stati a Cremona. Ebbene, secondo loro per intercessione del beato Scalabrini, transitando in auto da Piacenza ed arrivando nella città lombarda, erano riusciti a farlo senza passare sul Po2". Stranezze e suggestioni a parte, la devozione popolare per Scalabrini non ha ancora raggiunto il suo massimo livello. "Scalabrini è di una santità fina - osserva padre Sisto - diversa da quella, ad esempio, di padre Pio". L'unico miracolo ad oggi attribuito a Scalabrini è quello della beatificazione: una suora guarita da un tumore in circostanze scientificamente inspiegabili.
fed.fri.
(nella foto, Scalabrini in partenza per il Brasile)

Il testo integrale dell'articolo si può leggere su Libertà, del 9 novembre 2007

Il caso Bregantini, ecco come si fa un vescovo


Pubblichiamo il messaggio di addio del vescovo Carlo Maria Bregantini alla diocesi di Locri-Gerace. Oltre ad essere, a nostro avviso, estremanente significativo, riporta alcuni passaggi importanti per capire i tempi e le modalità della nomina di un vescovo.


padre CARLO MARIA BREGANTINI C.S.S.
VESCOVO
CATTEDRALCATTEDRALE
LOCRI, 8 NOVEMBRE 2007
MESSAGGIO ALLA CHIESA DI LOCRI-GERACE
IN OCCASIONE DELLA NOMINA
AD ARCIVESCOVO METROPOLITA
DI CAMPOBASSO-BOJANO

1. Carissimi fratelli e sorelle,
carissimo Mons. Vincenzo Nadile, mio fedelissimo Vicario
generale;
carissimi Presbiteri, Religiosi e Diaconi, con i dolcissimi
seminaristi, gioia e corona del mio episcopato;
carissime e affettuose consacrate che siete il profumo di
Cristo nei tanti paesi della Locride, con tutti i giovani, il
coraggio e la speranza di questa terra.
 Rivolgo un doveroso ossequio a tutte le autorità
presenti, di ogni ordine e grado, con un particolare
saluto ai sindaci, grato della vostra partecipazione.
A tutti voi, carissimi, la luce del Signore Gesù, il Risorto,
il Vivente vi doni quella pace che sempre è concessa a
chi obbedisce e compie, pur tra tante lacrime, il Suo divino
volere, nel quale risiede la vera gioia.
“Chi semina nella lacrime, raccoglie nella gioia” (Salmo 126,
5), dice quel salmo da me pregato tante volte con voi, in
giorni di dolore cocente.
2. Conoscete la ragione di questo ritrovarci qui, di questo
sofferto ma fiducioso momento, che diviene motivo di
forte preghiera a Dio e alla Vergine Maria Immacolata,
fedele Patrona di questa amata terra della Locride.
Per un disegno misterioso del Signore, il Santo Padre Benedetto
XVI, mi ha chiamato a reggere la cattedra arcivescovile
metropolitana di Campobasso-Boiano, nel Molise.
“Al Papa non si può dire di no!”, mi diceva chiaramente
mons. Mariano Magrassi, di venerata memoria, quando
nella sua veste di Arcivescovo di Bari, mi ha esortato, nel
gennaio 1994, a venire presso di voi, quaggiù nella Locride,
come vostro Pastore.
E voi mi avete accolto con tenerezza infinita, come un figlio
di questa sofferta ma dignitosa terra di Calabria ed
insieme come padre di consolazione nel vostro cammino.
Insieme siamo cresciuti, guidati sempre dalla mano provvidenziale
di Dio Amore.
Insieme abbiamo patito, sperato e gioito dei piccoli e tenaci
semi di speranza, piantati con fiducia lungo i sentieri
sassosi e a tratti insanguinati di questa terra, fatta ora giardino,
che io ho amato, ed amo come mia sposa, nel nome
di Gesù, vero sposo della Sua Chiesa.
Proprio per questo intensissimo amore reciprocamente
dato, è ora doloroso e piangente questo mio saluto di congedo.
3. Da quando infatti, giovedì 18/10/07 il Nunzio Apostolico,
mons. Giuseppe Bertello mi ha invitato a Roma e mi ha
comunicato il pressante invito del Papa ad assumere questo
nuovo servizio nella Chiesa di Campobasso, non ho
smesso di sentirmi come Gesù nell’orto del Getsemani, nel
ripetere:
“Passi da me questo calice, o Padre, tuttavia sia fatta la Tua volontà
non la mia” (Mt 26, 39).
Ho sentito vicina Maria, serva del Signore, nel suo si all’-
Angelo Gabriele: “si faccia di me, secondo la Tua Parola” (Lc
1, 38) come ripetiamo ogni giorno, nel dolce canto dell’-
Angelus, poco fa ripetuto con fede.
4
Ho tanto guardato a san Giuseppe, nella piccola icona
che conservo sull’altare in Episcopio, ripreso mentre l’-
angelo lo rassicurava: “non temere Giusepppe di prendere
con te Maria, tua sposa, perché quel che è generato in lei è opera
dello Spirito Santo” (Mt 1,20).
Gesù, Maria e Giuseppe. In loro compagnia ho vegliato e
pianto in questa settimana; e con la forza della fede, sostenuto
dalla preghiera e della loro intercessione, ho rinnovato
con cuore libero la mia obbedienza a Dio.
4. Mi chiederete certamente com’ è nata questa nomina.
Per quanto mi è dato capire le cose sono andate così:
nel mese di Luglio di quest’anno, dal 9 al 13, ho accolto
l’invito dell’Arcivescovo di Campobasso, mons. Armando
Dini, di predicare un corso di esercizi spirituali al clero
di quella diocesi e delle diocesi vicine.
Pochi giorni dopo, lo stesso Arcivescovo Dini presenta al
Papa le sue dimissioni, in quanto raggiunti i 75 anni di
età. Nella successiva richiesta di informazioni, come presumo,
alla Nunziatura è stato indicato subito il mio nome
dai Vescovi della regione ecclesiastica Abruzzo-
Molise, accolto poi cordialmente dai Cardinali e Vescovi
della Commissione Plenaria della Congregazione dei Vescovi;
inserito successivamente nella terna di nomi è stato
infine scelto dal Papa Benedetto XVI.
Tutto qui. Tutto alla luce di Dio. Tutto nella tradizione di
uno stile ormai consolidato e lucido.
Niente, dunque, trame oscure, niente giochi di potere, né
di invidia o gelosia.
E questo lo dico con forza contro chi ha scritto o sostenuto
tesi infondate e negative.
Comprendo il vostro affetto per me e capisco certi toni
appassionati della stampa, ma vi chiedo paternamente di
riportare tutto dentro i normali sentieri dell’obbedienza,
in un trasferimento di certo molto doloroso ma che – lo
sento alla luce di Dio- mi gioverà profondamente a vari
livelli: spiritualmente, psicologicamente e umanamente.
5. Del resto se non avessi accolto in spirito di obbedienza
questo trasferimento - o promozione come si usa dire in
termini ecclesiastici - cosa mi avrebbero potuto dire i parroci
quasi tutti da me trasferiti durante questi 13 anni,
spesso anche essi tra lacrime e fatiche notevoli?
Come avrei potuto guardarli negli occhi e mantenere intatta
la mia coerenza?
“Chi obbedisce si santifica!”, esortava un’anziana di Placanica
quando il parroco lasciava quella parrocchia.
L’obbedienza, carissimi, è sigillo di tutte le virtù perché è
generata dall’umiltà per essere fondamento di pace. L’obbedienza
è libertà, profezia, servizio che si fa gratuità e
benedizione. Scrive Papa Benedetto nel suo libro su Gesù
di nazaret: “dove si fa la volontà di Dio è cielo. L’essenza del
cielo è l’essere una cosa sola con la volontà di Dio, unione tra
volontà e verità. La terra diventa “cielo” e in quanto in essa si
fa la volontà di Dio, mentre è solo ”terra”, polo opposto al cielo
se e in quanto essa si sottrae alla volontà di Dio. Perciò noi
chiediamo che le cose in terra vadano come in cielo, che la terra
diventi “cielo”.
6. Certo, mi direte, e noi? Gregge privo del suo pastore? Non
rischiamo di vedere disperse e frenate le pecore se cambia
il pastore?
No! Statene certi! Perché il pastore agisce, infatti, in due
modi, come ci spiega bene la Parola di Dio:
a - rendendo prima di tutto solide e forti le tante iniziative
di bene portate avanti durante questi anni, non
ancora completate ma che hanno messo radici profonde
e che di certo saranno rafforzate dalla mano
di Dio.
Mi riferisco alla Cittadella Vescovile di Gerace, seminario
e episcopio, che ho trovato in tristi rovine
piangenti, e che ora è una realtà qusi tutta completata,
maestosa e bella. Penso ai lavori al santuario di
Polsi, che ne hanno fatto un luogo di fede e di preghiera
atteso e sempre più frequentato. Guardo anche
alla ricostruzione del santuario di Bombile a
seguito della rovinosa frana del 28 aprile 2004 e al
Convento dei Cappuccini di Gerace, per accogliere
le Carmelitane Scalze di clausura: le affidiamo entrambe
alla Madonna, con grande fiducia.Ed infine
affido a Dio il tanto desiderato Centro Pastorale di
Locri, nostro sogno, luogo soprattutto per i giovani,
di formazione, condivisione e cultura non solo per
la Città, ma per la Diocesi tutta. Ed affido al Signore
anche la realtà dellaComunità dello Scoglio, in avanzata
fase di discernimento positivo, quasi un sicomoro
di luce per i tanti Zaccheo feriti dalla vita.
b - e poi, avendo presente che è il Signore il grande
Pastore che provvederà alla successione, siamo
certo che Dio ci darà un eccellente Vescovo successore,
che saprà continuare e portare a compimento
le nostre attese. Dio sa sempre quando e chi chiamare
al suo servizio.
Se toglie, lo fa per collocare con maggior forza i
suoi servi. Anzi, per dirla con il Manzoni, potremmo
scrivere che “Dio non turba mai la gioia dei suoi
figli, se non per prepararne loro una più certa ed una
più grande”.
Per chiudere, vorrei raccogliere il mio cammino con voi
in questa frase: Porto con me quello che ho da voi e con
voi imparato, e lascio a voi quello che ho seminato con
amore pieno e fervido.
7. Chiedo perdono a tutti coloro che involontariamente nel
lungo cammino di questi anni, ho offeso, ferito con espressioni
dure o sbrigative; a chi ho poco ascoltato, a
chi ho poco amato.
Sento però che nel disegno di Dio anche questi momenti
di fragilità e di limite si saranno un po’ alla volta trasformati
in occasioni di grazia rinnovata, aumentando così
la gioia, nella logica paolina che sempre “dove ha abbondato
il peccato, ha sovrabbondato la grazia” (Rm 5,20).
8. Ringrazio invece con affetto crescente tutti coloro con cui
ho lavorato, pregato, sperato e amato.
In questi anni che sono divenuti, anche tramite loro, rapidissimi;
come per Giacobbe (il messaggio che quest’anno
ho rivolto ai giovani delle scuole!) che nell’amare profondamente
Rachele, affermava, infatti, che “i suoi anni di servizio
gli sembravano pochi tanto era il suo amore per lei” (Gn
29,20) .
In particolare il mio ringraziamento affettuoso lo rivolgo:
• a mia madre Albina, che mi ha intensamente sostenuto
e seguito;
• a padre Tarcisio che mi ha fedelmente accompagnato
da quasi trent’anni con affetto di padre e di nonno;
• al Vicario generale, al Cancelliere e all’Economo, al
Vicario Giudiziale, ai Vicari Foranei, ai Canonici;
• alla Curia Vescovile, che in questi anni si è fortificata,
rinvigorendosi in un servizio di intensa promozione
pastorale;
• ai sacerdoti, ai diaconi, ai seminaristi, ai religiosi e
alle religiose, che hanno portato con me, spesso in
condizioni precarie ed eroiche il peso del regno di
Dio, annunciandolo con franchezza e giovanile ardore,
pur segnati dall’età e dalle fatiche apostoliche;
• Al Seminario Diocesano e Regionale, insieme alla pastorale
vocazionale, grato di tanto impegno delicato e
prezioso e grati a Dio degli undici nostri seminaristi
diocesani, che stanno camminando verso il sacerdozio,
sparsi in luoghi diversi.
• alla Commissione Sinodale diocesana, che tanto si è
impegnata, con zelo e intelligenza, per l’avvio di una
così importante iniziativa, che avrebbe voluto essere
la sintesi di tutto questo nostro cammino pastorale,
attuato in questi anni, insieme con voi tutti
• all’Istituto di Scienze Religiose e alla Scuola Teologico-
Pastorale, spina dorsale per la formazione dei laici;
• al Cammino Emmaus, che sta ringiovanendo tutta la
pastorale diocesana;
• alla Caritas con la quale abbiamo sognato e realizzato
cose belle, vive ed efficaci a servizio dei poveri e degli
umili, che restano la perla della Locride;
• alla Scuola Diocesana di Formazione Socio-Politica
che di anno in anno sta assumendo i contorni di una
vera fucina di impegno intelligente per la Città dell’uomo;
• a tutte le iniziative di Cooperazione sociale aggregate
nel Goel, segno di fiducia credibile e fedele per i giovani
disoccupati di questa terra;
• ai Fratelli e alle Sorelle degli eremi e alle monache
Carmelitane Scalze, costellazione di preghiera e di intercessione;
• alla Pastorale giovanile, cuore pulsante del futuro, di
condivisa sollecitudine per il futuro cammino dei giovani
in questa terra;
• all’Ufficio tecnico, che in questi anni ha realizzato opere
di forte interesse culturale e sociale, nel restauro e
costruzione di chiese e di case canoniche ed opere parrocchiali;
• all’Ufficio Stampa e Comunicazioni Sociali, sempre
vicino, leale, intelligente, capace di dare alle notizie
il giusto taglio, oltre a renderle messaggio e non
scoop;
• alle Confraternite, ora serene e più unite, così preziose
se bene accolte e seguite,dentro la realtà di una
religiosità popolare da riscoprire;
• A tutti i Movimenti ed Associazioni, che innervano
la pastorale delle nostre parrocchie, grati del loro
zelo, perché siano, uniti sempre di più tra di loro, il
lievito nella pasta;
• Al cammino ecumenico, che ha fatto passi preziosi
in questi anni, che anticipano e promettono lidi inediti
di unità e di pace;
• e……nel caso abbia dimenticato qualcuno, ogni volto
è custodito nelle pieghe della mano e del cuore di
Dio, che sempre ricompensa con abbondanza chi Lo
serve con fedeltà.
Per tutti, vi affido questo pensiero di san Paolo: “Ringrazio
Dio per ogni cosa ogni volta che io mi ricordo di voi, pregando
sempre con gioia in ogni mia preghiera, a motivo della vostra
cooperazione, alla diffusione del Vangelo dal primo giorno fino
al presente” (Fil 1,3).
Faccio mie queste parole di San Paolo dalla Lettera ai Filippesi,
che quest’anno ci accompagna per vivere la spiritualità
di comunione, auguro a voi tutti, con uno sguardo
al futuro: “sono persuaso che colui che ha iniziato in voi quest’opera
buona, la porterà a compimento fino al giorno di Cristo
Gesù” (Fil 1, 6).
Questo compimento è ora affidato direttamente a voi,
alla vostra capacità di collaborare tra voi con qualità e
gratuità, certo che sempre con le parole di Paolo: “ciò
che avete imparato, ricevuto, ascoltato e veduto in me, è quello
che dovete fare. E il Dio della pace sarà con voi!” (Fil 4, 9).
Proprio per questo, utilizzando le parole di Paolo, anche
io posso dire come lui, nei vostri confronti che “vi
porto nel cuore, voi che siete tutti partecipi della grazia che
mi è stata concessa, sia nelle catene sia nel consolidamento
del vangelo. Infatti Dio mi è testimone del profondo affetto
che io porto per voi nell’amore di Cristo Gesù.” (Fil 1,7).
9. Perciò sento nel cuore di lasciarvi alcune consegne,
“perchè la vostra carità si arricchisca sempre più in conoscenza
e in ogni genere di discernimento, per distinguere
sempre il meglio, ricolmi dei frutti di giustizia e di amore”
(Fil 1, 11) .
Ai giovani:
vi chiedo di lottare sempre contro la logica del destino,
a vincere con fiducia la rassegnazione, certi che i piccoli
passi portano a grandi mete, sapendo sempre intrecciare
sogni e segni, con sereno equilibrio e fattiva concretezza.
In Gesù Risorto avete la risposta ad ogni domanda
che angoscia il vostro cuore.
Amatelo e seguitelo fino alla croce, nella logica del seme
che muore al fine di portare frutto. Poiché siete stati
seme, germoglio ed ora dovete essere frutto!
Alle scuole:
siate laboratori di speranza, capaci di educare sempre
al bene, conquistando il futuro con dignità e qualità.
Grazie del cammino fatto insieme tramite i messaggi
annuali, reciproco stimolo alla maturità di scelte di vita
controcorrenti e alternative.
Ai preti e ai diaconi:
Rivestitevi sempre di grande zelo e passione per il Vangelo,
capaci di incarnarlo in santa letizia, con cuore aperto
e col sorriso sulle labbra, per essere credibili in
Cristo Risorto. Vi chiedo di non aver paura di stare col
Signore Gesù, perché solo in sua compagnia darete
frutti di consolazione e di speranza alle famiglie, ai giovani,
ai poveri e agli ultimi. L’obbedienza generosa vivetela
col nuovo Vescovo, chiunque il Signore invierà: e
solo così sarete felici e liberi, sempre. Ed impegnatevi
sempre di più nella pastorale vocazionale, per dare un
futuro a questa diocesi.
Ai consacrati e alle consacrate:
siate sempre carichi di entusiasmo per lanciare in alto i
nostri cuori e nello stesso tempo sappiate piegarvi sulle
ferite della gente come balsamo di consolazione e di
misericordia.
Al mondo della politica:
amate questa terra con serio e leale impegno per dare
stabilità e motivazioni di crescita verso il bene comune,
perché diventi realmente un giardino, come insieme
tante volte abbiamo sognato.
Spendetevi per questa terra perché siete chiamati a costruire
con la gente il suo futuro, partendo sempre dal
passo fragile e stanco dei piccoli e degli ultimi.
Ai fratelli deviati dalla mafia:
è a voi che rivolgo con cuore evangelico una consegna
importante: la misericordia di Dio non si scandalizza
del peccato, anzi Gesù si ferma proprio nella casa di
Zaccheo, perché non è bloccato dai pregiudizi della
gente né dall’orrore del male compiuto da quest’uomo,
ma è spinto solo dall’amore del Pastore che, inquieto,
va in cerca della pecorella smarrita. Fate ritorno alla
pace di Dio, nelle vostre famiglie, con azioni di coraggio
e di perdono,vero profumo per i nostri paesi.
Alle altre chiese sorelle di Calabria:
nel dirvi grazie per la vicinanza che ci avete sempre
dato nei nostri amari momenti di dolore, vi abbraccio
tutte con fraterno affetto chiedendo a voi una collaborazione
crescente, reciproca e attenta per la comune
appartenenza a questa terra di Calabria, che serviamo
con passi differenti verso la stessa meta di liberazione
evangelica, quasi come nuvole di forma diversa ma di
egual natura.
In conclusione, a tutti chiedo
 Annunciate, con animo deciso e con gesti concreti,
che il bene vince sempre contro ogni male e disperazione.
 Denunciate tutto ciò che si viola e calpesta il progresso
di questa terra.
Rinunciate apertamente alla disonestà, in tutte le
sue forme, perché siete chiamati a più nobile bellezza.
Perciò al termine di questo mio lungo saluto desidero
rinnovare ed esprimere il mio amore per voi, assicurandovi
nel contempo il mio costante ricordo e la mia
viva preghiera perché non vi abbandono: sarete anzi
sempre nel mio cuore, dolcemente stretto al cuore di
Dio.
Miei carissimi, ora vi saluto con le parole di Paolo che
più di ogni altra cosa si fanno voce del mio cuore:
“Avete fatto bene a prendere parte alle mie tribolazioni…,
sono ricolmo dei vostri doni,
che sono un profumo di soave odore,
un sacrificio accetto e gradito a Dio.
Il mio Dio a sua volta,
colmerà ogni vostro bisogno secondo la vostra richezza
con magnificenza in Cristo Gesù.
Al Dio e Padre nostro sia gloria nei secoli dei secoli.
Amen”.
(Fil 4, 14.18-19).
+ P. GIANCARLO MARIA BREGANTINI
VESCOVO

giovedì 8 novembre 2007

Nomine, don Lisoni in Santa Brigida

COMUNICATO STAMPA DIOCESI DI PIACENZA-BOBBIO

DON LISONI IN SANTA BRIGIDA

Con atto proprio dell’Amministratore Diocesano in data 7 novembre 2007, il M. R. Lisoni don Riccardo, mantenendo i precedenti incarichi, è stato nominato amministratore parrocchiale della parrocchia di Santa Brigida in Piacenza resasi vacante in seguito alla morte dell’ultimo titolare il M. R. Montanari don Giovanni.

Con atto proprio dell’Amministratore Diocesano in data 7 novembre 2007 il M.R. Pallastrelli don Francesco, mantenendo i precedenti incarichi, è stato nominato amministratore parrocchiale della parrocchia di San Pietro di Verona in Mercore, Comune di Besenzone, Provincia di Piacenza, resasi vacante in seguito alla rinuncia dell’ultimo titolare il M. R. Franchi don Ferruccio.

Piacenza, dalla curia vescovile, 7 novembre 2007

mercoledì 7 novembre 2007

Vescovo, busta paga da precario

Vescovo, busta paga da precario
Al capo della diocesi vanno 1.308 euro lorde
al massimo dell'anzianità, ai neo sacerdoti 852

da Libertà, 7 novembre 2007

Piacenza - (fed.fri.) Non hanno la tredicesima e gli scatti sono piuttosto parchi. Dopo trent’anni di anzianità arrivano a guadagnare poco più di una commessa di un negozio di periferia: 1.205,65 euro lordi (800 circa netti). È la busta paga che un sacerdote italiano riceve ogni trenta giorni per dodici mensilità. La cifra di partenza è di 852,93 euro lordi, sempre per 12 mesi, che ogni presbitero riceve dal giorno dell’ordinazione dopo i sei anni di seminario. Non ci sono operai, impiegati, quadri o dirigenti. Preti di campagna, di città, curiali, vicari percepiscono tutti il medesimo stipendio. Unica distinzione per “l’amministratore delegato” dell’azienda Chiesa: il vescovo. Nulla a che vedere con i manager strapagati. Il capo della diocesi guadagna quanto un precario. Un vescovo al limite della pensione - dunque intorno ai 70-75 anni - riceve una diaria mensile pari a 1.308,57 euro lorde, sempre per 12 mensilità. Oggi i preti della Chiesa cattolica non ricevono più la “congrua” dallo Stato. L’assegno di congrua rappresentava una erogazione mensile effettuata dallo Stato italiano solo ai parroci, a guisa di stipendio. Si fondava su un riconoscimento del pregiudizio subito dalla Santa Sede a seguito della breccia di Porta Pia, nel 1870, e della conseguente fine del potere temporale papale ed annessione di Roma al regno d’Italia. Fino al 1932 la spesa gravava sul bilancio del Ministero della Giustizia e degli Affari di Culto. Lo stipendio era considerato diritto personalissimo ed aveva natura di assegno alimentare, intrasmissibile agli eredi. Dal 1 luglio 1932, la competenza delle attribuzioni in materia di affari di culto passò al Ministero dell’Interno. I pagamenti venivano effettuati su ruoli di spesa fissa, come avviene ancor oggi per i dipendenti statali, a cura degli Uffici Provinciali del Tesoro. Gli importi erogati non erano molto elevati tanto che spesso venivano stanziate in bilancio delle somme una tantum di integrazione. Per esempio ad un parroco - dal 1925 fino al 1944 - veniva liquidata la somma annua di 3.500 lire, negli anni ’50 l’importo annuo era di poco superiore alle duecentomila lire e nel 1986, ultimo anno di pagamento della Congrua da parte delle Direzioni Provinciali del Tesoro (allora Intendenza di Finanza), gli importi variavano tra gli otto e i dieci milioni di lire annue. Dal 31 dicembre 1986 - data di entrata in vigore dell’articolo 21 della legge del 20 maggio 1985, numero 222 - l’assegno di congrua è stato sostituito, per effetto delle modifiche al concordato nel 1984, con il sistema dell’8 per mille, pagato direttamente alla Santa Sede dall’erario, quale quota del gettito fiscale annuo.Attualmente i fondi per il clero arrivano da stipendi o pensioni proprie (insegnanti di religione), dalla propria parrocchia nella misura di euro 0,0723 per ogni abitante, cioè euro 7,23 ogni cento abitanti, da proventi di gestione dei beni dell’Istituto diocesano per il sostentamento del clero, dalle offerte liberali e deducibili versate dai fedeli e per la parte rimanente dai fondi 8 per mille.

Offerte clero in Italia, in Emilia Romagna , a Piacenza

OFFERTE AL FONDO SOSTENTAMENTO CLERO DATI NAZIONALI

2 0 0 5

2 0 0 6

Variazioni 06/05

Regione

Offerte

Euro

Offerte

Euro

offerte

euro

PIEMONTE

14.686

1.717.865,87

13.982

1.603.159,11

-4,8%

6,7%

LIGURIA

6.694

820.582,77

6.161

825.466,65

-8,0%

0,6%

LOMBARDIA

35.337

4.380.794,93

32.193

4.070.129,37

-8,9%

-7,1%

TRIVENETO

23.785

2.583.057,13

21.000

2.396.363,83

-11,7%

-7,2%

EMILIA ROMAGNA

13.993

1.603.377,64

12.537

1.493.174,61

-10,4%

-6,9%

TOSCANA

12.271

1.013.535,45

11.052

919.899,67

-9,9%

-9,2%

MARCHE

7.439

494.154,95

6.551

467.453,91

-11,9%

-5,4%

ABRUZZO MOLISE

3.851

211.028,84

3.518

188.754,87

-8,6%

-10,6%

UMBRIA

1.917

176.713,44

1.713

151.714,23

-10,6%

-14,1%

LAZIO

15.403

1.637.007,35

13.709

1.501.118,51

-11,0%

-8,3%

CAMPANIA

8.337

361.031,61

8.504

361.032,60

2,0%

0,0%

CALABRIA

2.254

96.517,18

1.867

82.562,97

-17,2%

-14,5%

PUGLIA

7.568

412.052,51

7.309

382.578,47

-3,4%

-7,2%

BASILICATA

1.127

53.705,78

932

57.728,22

-17,3%

7,5%

SICILIA

6.820

441.223,89

6.259

400.498,48

-8,2%

-9,2%

SARDEGNA

4.536

350.827,65

3.271

270.693,38

-27,9%

-22,8%

NON CLASSIFICABILI

3.746

1.116.555,33

5.305

1.196.361,35

41,6%

7,1%

TOTALE NAZIONALE

169.764

17.470.032,32

155.863

16.368.690,23

-8,2%

-6,3%

Le Offerte effettuate per l'anno 2006 sono state 155.863,

per un importo di euro 16.368.690,23

si contano 126.000 offerenti una offerta ogni 480 abitanti.

Importo pari al 3,2% del fabbisogno nazionale.

OFFERTE AL FONDO SOSTENTAMENTO CLERO DATI REGIONALI

2 0 0 5

2 0 0 6

Variazioni 06/05

Diocesi

Offerte

euro

Offerte

euro

offerte

euro

Bologna

3.796

443.054,12

3.432

404.209,87

-9,6%

8,8%

Faenza - Modigliani

422

49.881,26

362

42.192,91

-14,2%

-15,4%

Ferrara - Comacchio

837

74.698,07

713

72.550,22

-14,8%

-2,9%

Imola

498

60.907,91

446

57.023,02

-10,4%

-6,4%

Modena - Nonantola

1.728

208.358,48

1.490

180.752,12

-13,8%

-13,2%

Carpi

351

40.865,94

307

36.925,71

-12,5%

-9,6%

Fidenza

198

25.206,33

192

27.768,00

-3,0%

10,2%

Parma

1.211

167.791,00

1.105

163.936,15

-8,8%

-2,3%

Piacenza - Bobbio

975

110.298,95

914

104.310,09

-6,3%

5,4%

Reggio Emilia - Guastalla

1.525

190.619,74

1.352

182.691,59

-11,3%

-4,2%

Ravenna - Cervia

479

42.412,91

393

45.811,24

-18,0%

8,0%

Cesena - Sarsina

419

43.053,41

361

37.474,62

-13,8%

-13,0%

Forlì - Bertinoro

652

49.630,14

652

49.725,39

0,0%

0,2%

Rimini

769

86.740,97

670

75.980,44

-12,9%

-12,4%

San Marino - Montefeltro

133

9.858,41

148

11.823,24

11,3%

19,9%

TOTALE REGIONE

13.993

1.603.377,64

12.537

1.493.174,61

-10,4%

-6,9%

Le Offerte effettuate per l'anno 2006 sono state 12.536,

per un importo di euro 1.493.164,61

si contano 10.543 offerenti una offerta ogni 405 abitanti.

Importo pari al 4,0% del fabbisogno regionale.

OFFERTE AL FONDO SOSTENTAMENTO CLERO DATI DIOCESANI

2 0 0 5

2 0 0 6

Variazioni 06/05

Comuni

Offerte

Euro

Offerte

Euro

offerte

euro

Agazzano

4

430,00

6

450,00

50,0%

4,7%

Albareto

7

245,00

3

142,00

-57,1%

-42,0%

Alseno

7

513,30

9

683,30

28,6%

33,1%

Bardi

21

1.609,00

19

929,00

-9,5%

42,3%

Bedonia

9

715,00

9

582,50

0,0%

-18,5%

Besenzone

2

70,00

1

20,00

-50,0%

-71,4%

Bettola

7

415,00

4

125,00

-42,9%

-69,9%

Bobbio

5

580,00

5

630,00

0,0%

8,6%

Bore

1

1.000,00

1

1.000,00

0,0%

0,0%

Borgo Val di Taro

22

1.118,00

32

1.221,00

45,5%

9,2%

Borgonovo Val Tidone

9

1.320,00

15

1.555,00

66,7%

17,8%

Cadeo

14

2.151,00

12

671,00

-14,3%

68,8%

Calendasco

1

50,00

2

100,00

100,0%

100,0%

Caminata

1

50,00

0

0,00

-100,0%

-100,0%

Caorso

19

1.565,00

23

2.576,02

21,1%

64,6%

Carpaneto Piacentino

13

605,00

19

1.650,00

46,2%

172,7%

Castel San Giovanni

57

6.775,00

60

8.059,00

5,3%

19,0%

Castelarquato

16

720,00

8

440,00

-50,0%

-38,9%

Cerignale

0

0,00

0

0,00

0,0%

0,0%

Coli

2

100,00

2

60,00

0,0%

-40,0%

Compiano

1

50,00

0

0,00

-100,0%

-100,0%

Corte Brugnatella

0

0,00

0

0,00

0,0%

0,0%

Cortemaggiore

11

1.165,00

4

700,00

-63,6%

-39,9%

Farini

3

290,00

5

134,00

66,7%

-53,8%

Ferriere

1

50,00

9

386,00

800,0%

672,0%

Fiorenzuola D'Arda

90

6.669,00

74

6.008,00

-17,8%

-9,9%

Fontanigorda

1

100,00

0

0,00

-100,0%

-100,0%

Gazzola

5

310,00

1

30,00

-80,0%

-90,3%

Gorreto

1

50,00

0

0,00

-100,0%

-100,0%

Gossolengo

9

360,00

6

185,00

-33,3%

-48,6%

Gragnano Trebbiense

3

255,00

3

255,00

0,0%

0,0%

Gropparello

4

145,00

4

150,00

0,0%

3,4%

Lugagnano Val d'Arda

9

699,00

10

885,00

11,1%

26,6%

Menconico

0

0,00

1

35,00

100,0%

100,0%

Monticelli d'Ongina

1

200,00

1

200,00

0,0%

0,0%

Morfasso

5

1.070,00

6

1.062,00

20,0%

-0,7%

Nibbiano

3

260,00

2

250,00

-33,3%

-380,0%

Ottone

0

0,00

0

0,00

0,0%

0,0%

Pecorara

1

25,00

3

85,00

200,0%

240,0%

Piacenza

424

62.129,64

418

61.804,89

-1,4%

-0,5%

Pianello Val Tidone

2

53,00

3

115,00

50,0%

117,0%

Piozzano

1

60,00

1

50,00

0,0%

-16,7%

Podenzano

13

2.592,00

15

3.005,00

15,4%

15,9%

Ponte dell'Olio

20

1.169,48

20

950,34

0,0%

-18,7%

Pontenure

13

1.325,00

10

920,00

-23,1%

-30,6%

Rezzoaglio

3

45,00

2

35,00

-33,3%

-22,2%

Rivergaro

10

1.310,00

9

1.178,00

-10,0%

-10,1%

Romagnese

1

50,00

0

0,00

-100,0%

-100,0%

Rottofreno

19

1.215,00

11

995,00

-42,1%

-18,1%

Revegno

0

0,00

1

25,00

100,0%

100,0%

Ruino

1

550,00

1

550,00

0,0%

0,0%

Salsomaggiore Terme

30

3.663,00

6

360,00

-80,0%

-90,2%

San Giorgio Piacentino

21

2.345,00

17

790,00

-19,0%

-66,3%

San Pietro in Cerro

2

150,00

0

0,00

-100,0%

-100,0%

Santo Stefano d'Aveto

6

118,00

0

0,00

-100,0%

-100,0%

Sarmato

2

110,00

2

200,00

0,0%

81,8%

Tornolo

2

60,00

9

300,00

350,0%

400,0%

Travo

2

120,00

1

20,00

-50,0%

-83,3%

Val Mozzola

1

50,00

2

100,00

100,0%

100,0%

Val Verde

1

5,00

0

0,00

-100,0%

-100,0%

Varsi

11

170,00

4

95,00

-63,6%

-44,1%

Vernasca

6

59,00

6

137,00

0,0%

132,2%

Vigolzone

12

950,53

10

881,04

-16,7%

-7,3%

Zerba

0

0,00

0

0,00

0,0%

0,0%

Ziano Piacentino

7

270,00

7

540,00

0,0%

100,0%

Totale Diocesi

975

110.298,95

914

104.310,09

-6,3%

-5,4%