sabato 30 agosto 2008

Villa Regina Mundi, clamoroso dietrofront

Farini - A meno di un permesso provvisorio del Comune di Farini per l’agibilità di villa Regina Mundi, il convegno pastorale diocesano si terrà alla Bellotta di Pontenure. Ieri dalla Curia di Piacenza nessuna dichiarazione ufficiale, solo la presa d’atto che, diversamente da quanto affermato dai responsabili della struttura delle Pianazze alcuni giorni fa, mancano dei permessi fondamentali per la riapertura. Se non arriverà un foglio provvisorio (come ci si augura in Curia), il tutto si sposterà alla Bellotta di Pontenure. Anche se bisognerà stare piuttosto stretti. Nella struttura di Pontenure per il 5-6 di settembre è prevista la presenza di un altro gruppo di un’ottantina di persone: la quarta comunità neocatecumenale di San Giuseppe Operaio più Castellarquato.
Il venerdì mattina fino a dopo pranzo ci saranno anche una ventina di sindacalisti della Cisl, mentre il sabato arriverà un pullman di 25 pellegrini francesi che, come ogni primo fine settimana del mese, si recano a San Damiano per Mamma Rosa. I pellegrini, durante la loro permanenza alla Bellotta, faranno anche un’ora di adorazione del Santissimo. Il sito on line della diocesi intanto, nella situazione di incertezza, ha sostituito il riferimento alle Pianazze per il convegno con la dicitura “in sede da definire”. Diversamente dal settimanale della diocesi, il Nuovo Giornale, che invece (già stampato prima dell’intoppo legale), riportava la sede di Villa Regina Mundi.
fri.


Da Libertà, 30 agosto 2008


sabato 23 agosto 2008

Riapre Villa Regina Mundi

Farini - Riapre i battenti villa Regina Mundi alle Pianazze. L’Azienda Usl ha dato il suo ultimo benestare dopo una lunga serie di controlli e il via ufficiale è arrivato il giorno prima di Ferragosto. La struttura della diocesi di Piacenza-Bobbio lo scorso anno fu coinvolta nel tragico episodio della morte di due donne causata dal virus della legionella. Sotto accusa l’impianto idraulico della villa diocesana alla quale venne imposto lo stop.«Abbiamo effettuato una serie di lavori - spiega don Gigi Bavagnoli, presidente della Fondazione proprietaria della casa - da una parte all’impianto termo-idraulico per produrre quello shock termico in grado di distruggere sul nascere il batterio della legionella, dall’altro con l’inserimento del cloro migliorando l’aspetto complessivo dell’impiantistica idraulica». «Speriamo che possa riprendere al più presto il suo servizio agli anziani - si augura don Bavagnoli -. L’apertura ufficiale è avvenuta il 14 agosto dopo l’ultimo controllo dell’Ausl sulle acque». Resta il rammarico per quanto accaduto: «Questa disgrazia ci ha fatto essere ancora più attenti verso il virus della legionella». Ad accompagnare i lavori assistendo gli operai è stato don Lanfranco Premoli, dal 1989 direttore della casa delle Pianazze. «All’interno della villa - spiega - non ci sono stati particolari ritocchi. I lavori hanno interessato l’impianto dell’acqua calda». «Essendo la struttura molto vasta - continua - c’era da trovare il modo di fare arrivare l’acqua bollente in tutti i punti della villa, affinché la legionella non potesse trovare zone in cui crescere e svilupparsi».«Abbiamo riaperto e siamo soddisfatti dei lavori e della loro approvazione da parte dell’Ausl - dice don Premoli - anche se naturalmente resta il dispiacere per quello che è accaduto». La stagione estiva di Villa Regina Mundi quest’anno è stata molto limitata. Solo qualche anziano ha approfittato della riapertura sotto Ferragosto ed è salito per una breve villeggiatura. I più avevano già trovato luoghi alternativi all’inizio dell’estate. La casa riaprirà simbolicamente domani con la presenza del vescovo Gianni Ambrosio invitato dalle suore a tenere gli esercizi spirituali. Dopo tante tribolazioni don Premoli tira un sospiro di sollievo: «Siamo contenti che il vescovo colga l’occasione per stare qui un poco con noi a constatare l’utilità e la bellezza di questa casa».Villa Regina Mundi è stata scelta per gli esercizi intercongregazionali delle suore piacentine che si tengono da domani a venerdì 29 agosto. L’appuntamento è rivolto alle religiose della diocesi, alle consacrate laiche e alle persone che desiderano condividere questa esperienza.Tornerà alle Pianazze anche il convegno pastorale diocesano previsto per il 5 e il 6 settembre. Lo scorso anno fu costretto ad emigrare alla Bellotta di Pontenure. L’annuale convegno pastorale di inizio anno è dedicato alla presentazione del programma pastorale 2008-09. Tema del convegno: “Li guidò con mano sapiente - La comunità cristiana di fronte alla sfida dell’educare”. All’appuntamento prenderà parte il vescovo Ambrosio, oltre ai membri del consiglio pastorale diocesano, dei consigli pastorali parrocchiali, i direttori e collaboratori degli uffici e dei servizi diocesani, i catechisti e gli operatori pastorali, i responsabili di associazioni e movimenti.
Federico Frighi

da Libertà, 23 agosto 2008

mercoledì 20 agosto 2008

VACANZE SOLIDALI/Scarpe nuove per 130 bambini di strada

PIACENZA - Centotrenta bambini africani cammineranno sulle strade di terra rossa con le scarpe donate dalla solidarietà dei piacentini. Non solo, per la prima volta, loro che in Africa, ai margini della savana, ci vivono, hanno potuto vedere leoni, zebre, elefanti e giraffe. Sempre grazie alla solidarietà dei piacentini. Già, perché gli animali che da noi si vedono allo zoo, laggiù si trovano solo nei parchi nazionali, dove vanno i turisti e dove il ticket d’ingresso costa caro. Sono le piccole vittorie quotidiane di un gruppo di ragazzi piacentini che quest’estate ha deciso di rinunciare ad una vacanza convenzionale sotto l’ombrellone o in un rifugio d’alta montagna preferendo un viaggio di conoscenza tra i bambini di strada del Kenya. Michela Perduca, 23 anni, studentessa universitaria in psicologia, Lucia Selvatici, sua coetanea, che a settembre inizierà il servizio civile femminile, Matteo Di Paola, 24 anni, che invece ha appena terminato il servizio civile alla Caritas, sono partiti alla volta del Kenya con l’associazione Piccolo Mondo. «Quest’estate non avevo voglia di una vacanza normale - spiega Michela - ma di fare un’esperienza in una realtà diversa dalla mia, qualche cosa che mi arricchisse a livello personale». Piccolo Mondo, Amani, l’amico che in Africa c’è già stato più volte, la pianificazione dell’itinerario, l’aiuto dei genitori per pagarsi gli 800 euro di biglietto aereo, fino alla cena benefica che tra amici e conoscenti, riesce a portarne a casa altri duemila. A questi se ne aggiungono poi 500 a testa offerti dal Comune di Piacenza (settore Servizi Sociali) come contributo al campo di conoscenza. Obiettivo principale: conoscere, appunto, ed aiutare la Casa di Laura, dove un pastore protestante con moglie e 4 figli, si occupa di bambini di strada e di orfani. Ne ospita una trentina, ai quali si aggiunge il centinaio che frequenta la Mosop School (fondata dallo stesso pastore alla memoria del padre). «Abbiamo vissuto per due settimane con i bambini - racconta Michela -. All’inizio avevamo un poco di timore, non sapevamo che giochi inventarci. Poi abbiamo capito che per loro l’importante era che noi fossimo lì. Erano abituati giocare con niente e si divertivano con niente. La nostra presenza li faceva sentire contenti». Anche una gita al Masaai Mara (Parco nazionale) può diventare un motivo di arricchimento per i bambini che pur abitando ai confini della savana non avevano mai visto, leoni, zebre ed elefanti.«La fatica più grande? Quella di riuscire a vivere nei loro tempi. Conducono una vita diversa dalla nostra, a ritmi impensabili, per loro il tempo non esiste. La prima sensazione è di essere lì a non fare nulla. Poi si impara a vivere secondo il loro orario. Loro ti chiedono semplicemente di essere lì». Durante la presenza di Michela ed amici in Kenya è stata inaugurata la stalla della Casa di Laura: «Grazie agli aiuti inviati da Amani e dalle associazioni collegate sono state acquistate mucche da latte in sostituzione di quelle del posto che di latte ne facevano sempre meno». E i soldi del Comune e i duemila euro raccolti con la cena benefica? «Li abbiamo consegnati al pastore protestante, li utilizzerà per comprare le scarpe dei bambini all’inizio del prossimo anno scolastico. Là le scarpe costano molto e si consumano subito».
Federico Frighi

Il testo integrale su Libertà di oggi, 20 agosto 2008

martedì 19 agosto 2008

Rinnovamento dello spirito alla Bellotta

Incontro interregionale di Rinnovamento
nello Spirito alla Bellotta di Pontenure

Il centro pastorale diocesano della Bellotta di Pontenure ospiterà, a partire da oggi, martedì 19 agosto, fino a domenica prossima, 24 agosto, esponenti nazionali del movimento Rinnovamento nello Spirito. Si tratta di una "scuola di formazione" a livello interregionale (Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Liguria, Lombardia, Molise, Valle d'Aosta, Toscana, Trentino Alto Adige, Veneto, Svizzera e Germania) a cui prenderanno parte 120 persone, presente anche il presidente nazionale di Rinnovamento nello Spirito, Salvatore Martinez.
Il programma prevede momenti di preghiera carismatica, catechesi, condivisioni, laboratori in gruppo su specifiche tematiche della formazione ed infine dibattito e confronto. La "scuola" è indirizzata ai responsabili diocesani e regionali e dei ministeri.

Comunicato stampa della diocesi di Piacenza-Bobbio

Morto don Giuseppe Bussolati

Comunicato stampa diocesi di Piacenza-Bobbio


E' morto nella casa di cura Sant'Antonino dov'era
ricoverato, don Giuseppe Bussolati, parroco di Recesio di Bettola. Nato a Piacenza il 1° maggio 1920, è stato ordinato sacerdote il 16 marzo
1946. Ha iniziato il servizio pastorale come curato a Roccapulzana
(Pianello), per due mesi, per passare poi, con la stessa qualifica, a
Bardi.
Nel 1952 è stato nominato parroco della parrocchia di Recesio, incarico a
cui si è in seguito aggiunto quello di amministratore parrocchiale di
Missano (Bettola). Persona di cultura (è stato tra l'altro insegnante presso
l'Istituto delle Suore Orsoline), aveva conseguito la licenza in teologia.
I funerali verranno celebrati mercoledì prossimo 20 agosto, alle ore 10,
nella chiesa di Recesio e saranno presieduti dal vescovo mons. Gianni
Ambrosio; al termine del rito la salma sarà tumulata nel cimitero di
Piacenza, nella tomba di famiglia.
Domani sera, martedì, presso la casa di cura di Sant'Antonino, alle ore
20,30, sarà recitato il S.Rosario.

mercoledì 13 agosto 2008

Don Basini lascia, Ambrosio cambia la squadra

Piacenza - Nomine in vista nella Curia di Piacenza-Bobbio. A fine mese - inizio settembre dovrebbe essere ufficiale la sostituzione di don Giuseppe Basini che in questi giorni avrebbe rassegnato le proprie dimissioni da segretario personale del vescovo. Il sostituto dovrebbe essere il giovane e novello sacerdote don Paolo Inzani che ha seguito Ambrosio in Brasile e rappresenterebbe così la primissima pedina della nuova squadra del vescovo. Il condizionale è d’obbligo perché in diocesi sono molti i parroci che vorrebbero don Inzani come giovane curato, sia in città sia in provincia. In ballottaggio ci sarebbe anche don Celso Dosi il cui addio alla Cattolica pare molto vicino. Se l’assistente spirituale e direttore del collegio Sant’Isidoro è in effetti una delle persone più vicine al vescovo Ambrosio in virtù della collaborazione quasi decennale all’università del Sacro Cuore, gioca a suo sfavore l’età - 47 anni - più da parroco che da giovane segretario. Visti i tanti parroci anziani ed in condizioni di salute non buone in circolazione, è forse più probabile che rientri nel grande giro di valzer delle parrocchie previsto inevitabilmente per il 2009. Si fanno i nomi di Podenzano ma anche di qualche storica parrocchia cittadina. Stesso discorso per monsignor Giuseppe Busani. La triade monariana - vescovo, vicario generale, vicario pastorale - appare destinata a scomparire. Per monsignor Busani potrebbe arrivare l’incarico di arciprete del Duomo con monsignor Anselmo Galvani che da parroco passerebbe al ruolo di rettore della cattedrale. L’unico che dovrebbe rimanere al proprio posto è l’attuale vicario generale monsignor Lino Ferrari. Benvoluto dal clero piacentino e dallo stesso vescovo Ambrosio, dovrebbe continuare a fare il numero 2 della diocesi ancora per qualche tempo. A meno che non venga scelto per qualche sede vescovile dell’Emilia-Romagna. Senza andare troppo in là, di certo c’è che l’attuale segretario dimissionario, don Basini, dopo 12 anni al servizio di Monari e quasi uno al servizio di Ambrosio, rimarrà amministratore parrocchiale di Sant’Antonino nonché responsabile della Casa della Carità e del preseminario.
f.fr.

Il testo integrale su Libertà del 13 agosto 2008

Don Rizzi: ecco perché annulliamo i matrimoni

Piacenza - L’alto numero dei matrimoni civili, così come l’alto numero delle separazioni e dei divorzi è spunto di riflessione per la Sacra Rota che, a livello locale, è rappresentata dai Tribunali ecclesiastici diocesani e regionali. A Piacenza-Bobbio il vicario giudiziale è monsignor Renzo Rizzi che ogni anno ha a che fare con una cinquantina di richieste di annullamento di matrimonio religioso (concordatario). «È bene ricordare che i matrimoni concordatari possono essere verificati se vi sono dubbi sulla loro validità come invita a fare papa Benedetto XVI (nella Sacramentum caritatis)» Papa Ratzinger invita poi ad assicurare, nel pieno rispetto del diritto canonico «la presenza sul territorio dei tribunali ecclesiastici e il loro carattere pastorale». Il giudice diviene insomma anche consulente matrimoniale in senso lato: «Fondamentale punto di incontro tra diritto e pastorale - continua il Papa - è l’amore per la verità». Monsignor Rizzi evidenzia come la verifica del matrimonio concordatario sia alla portata di tutti. Si può fare anche senza avvocato e si pagano solo le spese di segreteria: 500 euro. Le sentenze sono due: di primo grado a Modena e di secondo in appello a Bologna. A questo punto il matrimonio, per la chiesa, è definitivamente nullo. Presentando la sentenza in corte d’appello civile a Bologna si può ottenere anche l’annullamento della parte civile del matrimonio concordatario. Una scorciatoia che aiuta ad abbreviare l’intero procedimento non essendo più necessario attendere gli anni per la separazione ed il divorzio. Alla base ci deve essere la verifica cristiana della validità del sacramento - ribadisce monsignor Rizzi -. Nel 95 per cento dei casi le cause sono rappresentate dall’esclusione della prole e della indissolubilità del matrimonio». In buona sostanza: «Sto con te finchè dura l’amore».Ci sarebbe anche l’infedeltà ma nessuno ammette di essere infedele. «A sentire le dichiarazioni rilasciate dalle parti, l’infedeltà non esiste».
fed.fri.

Il testo integrale su Libertà del 13 agosto 2008

Il matrimonio concordatario non piace più, le nozze civili prendono il largo

Piacenza - I dati diffusi dal Comune di Piacenza sui primi sette mesi dell’anno parlano chiaro: il sorpasso dei matrimoni civili rispetto a quelli concordatari è sempre più netto. Fino ad oggi, quest’anno sono stati registrati 127 matrimoni civili contro 78 concordatari, almeno nell’area urbana di Piacenza. Cifre che mettono in evidenza una tendenza ormai radicata anche nel territorio locale: il 62 per cento delle nuove coppie sceglie il Comune, il 38 per cento la Chiesa. Solo venticinque anni fa la situazione era pressoché ribaltata: il 76,2 per cento dei piacentini sceglieva la Chiesa e solo il 23,8 si sposava in Comune. «Che vi sia un aumento dei matrimoni civili - spiega don Franco Capelli, parroco della Besurica ma anche responsabile dell’Ufficio diocesano per il matrimonio e la famiglia - è un dato di fatto e la Chiesa lo sa bene. Bisogna tuttavia tener presente alcuni elementi. Prima di tutto che sono in aumento le separazioni ed i divorzi che vengono affrontati solo da un punto di vista civile e non viene chiesto l’annullamento al Tribunale ecclesiastico». Don Capelli è consapevole che per il matrimonio concordatario ci si trovi di fronte ad un momento storico critico «a livello nazionale». «Il vero problema è quello delle separazioni e della crisi delle relazioni - ribadisce -. Tuttavia mi piace osservare - sottolinea - che noi, nella diocesi di Piacenza-Bobbio, abbiamo tante coppie giovani che si stanno preparando al matrimonio in maniera seria ed attenta. Quest’anno abbiamo messo insieme 39 corsi per fidanzati per un totale di circa 400 coppie di futuri sposi». Secondo i dati diffusi dall’ufficio Statistiche del Comune di Piacenza venticinque anni fa l’andamento era diverso. Lo stesso nel 1990, quando in Chiesa si sposava il 74,3 per cento delle coppie mentre in Comune solo il 25,7. Cinque anni dopo, nel 1995, si è cominciato a perdere terreno anche se il vantaggio era sempre alto: 70,9 per cento in Chiesa contro il 29,1 in Comune. Nei sei anni successivi il vero tracollo. Nel 2001 sceglievano le nozze concordatarie 52,5 piacentini su cento, mentre quelle civili erano arrivate a quota 47,6. L’anno successivo il sorpasso: 53,4 per cento di matrimoni civili contro i 46,6 concordatari. Un leggero recupero con un sostanziale pareggio nel 2003: 49,5 per cento concordatario, 50,5 civile. Poi caduta libera fino al 2008: nel 2004, 40 per cento concordatario e 60 civile, nel 2005 40,8 per cento concordatario e 59,2 per cento civile, nel 2006 38,3 religioso e 61,7 civile.
Federico Frighi

Il testo integrale su Libertà di oggi, 13 agosto 2008

domenica 10 agosto 2008

Ambrosio torna a Resy da vescovo

Resy (Val d’Aosta)- È stato un ritorno alle origini, in uno dei luoghi del cuore. Monsignor Gianni Ambrosio, dopo quasi vent’anni, è risalito a Resy, in Val d’Aosta, nel rifugio a 2.066 metri sul livello del mare, dove, da semplice parroco, portava i suoi ragazzi di Vercelli. Oggi ci è tornato da vescovo di Piacenza-Bobbio, con l’anello episcopale, la croce pettorale e una camicia a scacchi da provetto montanaro. Il vescovo Gianni, 65 anni il prossimo dicembre, è apparso in grande forma durante la poderosa salita: 400 metri di dislivello, da Saint Jaques al villaggio di Resy, da percorrere in alcuni tratti quasi con le “ginocchia in gola”. Lo stesso vescovo dichiara che in una mezz’oretta a piedi si fanno tranquillamente, quando il cartello indicatore del sentiero indica 45 minuti. Lassù qualcuno aveva scritto che proprio nel luogo in cui, da parroco, accompagnava i suoi ragazzi, un giorno sarebbe tornato da vescovo. Così è stato. Ambrosio è salito in valle d’Aosta lunedì mattina accompagnato da don Riccardo Lisoni, parroco di Santa Brigida. A Resy ha incontrato i 19 giovani che stanno trascorrendo il campeggio estivo nel rifugio dell’Azione Cattolica, guidati da don Paolo Camminati, responsabile diocesano della pastorale giovanile e assistente diocesano dell’Azione Cattolica, e don José Valdir Silva, collaboratore in Santa Maria in Gariverto. È stato poi raggiunto da alcuni dei suoi ex ragazzi di un tempo, oggi sposati e con figli. Ha celebrato la messa e si è intrattenuto con alcuni ospiti dell’attiguo rifugio Ferraro, tra cui una coppia di Pontenuresi in vacanza in val d’Ayas che lo avevano riconosciuto. Tre giorni di riposo, sole e aria buona per riposarsi dalle fatiche brasiliane, dal viaggio nelle missioni piacentine che in due settimane ha condensato il programma di tre. Costringendo alla delegazione diocesana - vescovo compreso - a faticosi spostamenti in pullmino, anche notturni, senza contare la perdita della coincidenza con un volo aereo a Boavista. Da ieri sera il vescovo è rientrato a Piacenza dove, fino al 17 agosto, sarà impegnato in varie celebrazioni in diverse zone della diocesi.
Federico Frighi

Da Libertà di giovedì 7 agosto 2008

mercoledì 6 agosto 2008

Sydney, in missione tra gli aborigeni metropolitani

Piacenza - Sono i missionari del terzo millennio. Famiglie cattoliche che hanno deciso di dedicare la vita ad annunciare il Vangelo in giro per il mondo, dove c’è più bisogno. Al numero 80 di Albion street, nella metropoli di Sydney, Australia, vivono i coniugi Pagani. Gian Pietro (ex geometra in una impresa di lavori stradali) e Caterina (ex infermiera), 41 anni, entrambi piacentini, con i loro dodici figli (8 nati a Piacenza, 4 in Australia): Mattia (18), Gionata (16), Micol (14), Martino (13), Francesco (11), Andrea (10), Filippo (9), Giuseppe (7), Chiara (5), Giovanni (3), Paolo (2), Pietro (sei mesi). Sono arrivati nel 2001 a Perth; a Sydney nel 2004. Il loro servizio lo svolgono nel Block, il quartiere aborigeno nel cuore della metropoli. Qui vivono gli ultimi discendenti dei nativi australiani, sterminati dagli inglesi solo poco più di due secoli fa ed oggi tollerati ma non integrati. Caterina e Gianpietro vengono qui, in questo quartiere di case fatiscenti, dove la gente spaccia e sniffa la benzina (non tutti), a incontrarli e ad annunciare il Vangelo. Vanno nei palazzoni della periferia, nel quartiere di Redfern tra i poveri e i disperati di Sydney, dove pochi australiani hanno il coraggio di bussare: solo la polizia e le suore di Madre Teresa di Calcutta. Tengono catechesi bibliche agli adulti (italiani e australiani), corsi di preparazione al matrimonio cattolico. «Visitiamo la gente casa dopo casa. Andiamo da tutti. Quando suoniamo non sappiamo chi c’è dietro la porta. A volte ci buttano fuori, anzi molto spesso. Qui la gente ha molta paura, il nostro la notte è un quartiere pericoloso». Il tutto a pochi metri dalla Sydney da cartolina. Missionari laici a tutti gli effetti. «Noi abbiamo scelto l’esperienza del cammino neocatecumenale fin dall’adolescenza - spiega Caterina -; il nostro carisma, alimentato dal Signore, è quello dell’evangelizzazione; la fede non è una cosa che ti devi tenere per te». Per sommi capi, funziona così: i vescovi di aree critiche chiedono aiuto a famiglie di missionari. Chi dà la disponibilità viene inviato dal Papa. Le prime famiglie sono partite più di 20 anni fa ai tempi di Giovanni Paolo II: da Piacenza, ad esempio, i Brandazza in Camerun e oggi in Francia (a Lione), i Pagani in Australia, altri in Norvegia, in Svezia, in Finlandia.«In missione si vive nella precarietà economica, di donazioni - evidenzia Gian Pietro -, lavoriamo ma non abbiamo uno stipendio». Gian Pietro segue il progetto per la costruzione di un seminario locale, ma fa anche lavori di falegnameria, di pulizia. Caterina la mamma e tutto ciò che serve in casa. «Facciamo così perché se avessimo un lavoro fisso non potremo essere missionari nella parrocchia» osservano. Precarietà anche nella lingua e per l’abitazione: «Siamo invitati a non istallarci in un posto, Fino ad oggi abbiamo cambiato 5 case; andiamo dove c’è bisogno, di parrocchia in parrocchia, di città in città».Il ruolo dei figli è importante. «Non sono al nostro seguito - precisano Gian Pietro e Caterina - ma missionari anche loro. Vanno a scuola e lavorano in missione. Mattia e Gionata, ad esempio, hanno costruito un piccolo santuario durante le vacanze estive in una missione aborigena del Nord. Gli altri fanno i baby sitter o ai propri fratelli o ad altri bambini di famiglie missionarie. Tutto ciò vuol dire partecipare alla missione. Sono bambini come tutti gli altri, a cui piace guardare la tv o giocare con la play station. Quando però c’è da aiutarsi, ci si aiuta». Nella recente Giornata mondiale della gioventù, chiusasi lo scorso 20 luglio con la messa di Benedetto XVI all’ippodromo di Randwick davanti a 450mila persone provenienti da ogni parte del mondo, i coniugi Pagani hanno avuto un ruolo importante. Sono stati il punto di riferimento a Sydney per molti pellegrini, in particolare per il gruppo piacentino delle comunità neocatecumenali.
Federico Frighi

Da Libertà, 5 agosto 2008

lunedì 4 agosto 2008

Cappuccini, lo storico guardiano padre Fiorenzo lascia dopo 32 anni

Piacenza- Ha passato quasi la metà della sua vita nel convento e nella chiesa di San Bernardino, quello che i piacentini conoscono tradizionalmente come dedicato a Santa Rita. Il primo settembre prossimo padre Fiorenzo Losi, lo storico “guardiano” lascerà il suo incarico e andrà in pensione, trasferendosi in quel di Pontremoli. Sullo Stradone Farnese era arrivato nel 1976 e lì è rimasto, per 32 anni; fino ad oggi. Di un’allegria contagiosa, padre Fiorenzo è un piacentino nato a Gragnano 73 anni fa; è anche una persona umile che quando gli chiedi qualche cosa si schernisce: «Ma siamo frati minori noi, non andiamo mica sulla piazza ...». Sappiamo che lascia il convento a breve. «Eeeh ma c’è ancora tempo, l’obbedienza è tra il primo e il 15 di settembre». Poi però si lascia andare: «Mi mandano a Pontremoli, dove ci sono molti funghi - scherza -. Ma io non li raccoglierò, perchè sono un frate di pianura; essendo nato a Gragnano, non saprei proprio riconoscerli». «A Pontremoli c’è un bel conventino, si va a meditare e a pregare - continua -. Basta fare il guardiano, alla mia età è troppo faticoso. Mi riposerò spiritualmente; fisicamente farò il confessore nelle varie parrocchie, dove c’è bisogno, nella diocesi di Massa».
«Il mio curriculum? Guardi, io non valgo mica niente, però se lo vuole sapere è molto semplice: sono entrato nel ’55 in noviziato a Fidenza, nel 56 ho messo i voti, ho fatto il liceo classico in convento a Piacenza, sono passato a Reggio Emilia a studiare teologia e sono diventato sacerdote il 12 agosto del 1963. Per 13 anni ho fatto il custode e confessore della chiesa dei Cappuccini di Reggio Emilia poi, nel ’76 sono tornato a Piacenza». Qui ha fatto il guardiano per almeno 21 anni su 32. Bene non se lo ricorda neppure lui: «Perché la nostra regola dice che dobbiamo alternarci. Attualmente lo sono da nove anni consecutivi».
«A Piacenza lascio un bel convento ristrutturato con 60 studenti universitari delle varie facoltà piacentine, professori della Cattolica e del Conservatorio che da noi hanno l’alloggio, tutte camere singole con bagno - ci tiene a sottolineare -. Lascio una mensa che c’è da sempre. Abbiamo sempre dato da mangiare ai poveri senza chiedere nulla a nessuno». A Pontremoli porterà nel cuore tanti ricordi.
«Sentirò la mancanza di questi ragazzi che si sono affezionati a noi Cappuccini, dei miei concittadini e tutte le istituzioni che ci hanno aiutato e continuano a farlo, in particolare gli istituti di credito locali, Banca di Piacenza e Cassa di risparmio di Parma e Piacenza, che ci hanno permesso di restaurare il convento. Sentirò la mancanza della festa di Santa Rita, verso la quale qui c’è tanta devozione, una festa che continueranno i miei successori».
Il saluto: «Ai piacentini auguro pace e bene, tanta salute e prosperità. Li ringrazio per tutto quello che hanno fatto per noi».
Il successore di padre Fiorenzo sarà padre Leopoldo Schenetti, 69 anni, in arrivo da Parma. Sarà un vero e proprio rinnovamento degli organici. Assieme al nuovo superiore arriverà padre Raffaele Russo, il piacentino (di Morfasso) padre Franco Cavaciuti e padre Osvaldo Barghi, di 46 anni, il più giovane. Oltre a padre Fiorenzo lascerà il convento padre Gianantonio Salvioli. Rimane padre Andrea Muccini.
Federico Frighi

da Libertà, 4 agosto 2008

sabato 2 agosto 2008

Ambrosio, non solo Brasile. Guardiamo all'Africa

La diocesi di Piacenza-Bobbio continuerà le missioni in Brasile anche se, verosimilmente, si assisterà ad una maggiore integrazione tra i sacerdoti fidei donum (prestati alle diocesi sudamericane) con la possibile chiusura di Picos, la più isolata delle missioni e quella che più di altre sarebbe già capace di correre da sola. È quanto emerge da una primissima analisi del vescovo Gianni Ambrosio, tornato in Italia dal suo primo viaggio tra le missioni piacentine in Brasile conclusosi mercoledì sera. Ad accompagnare il vescovo una delegazione formata dal vicario per la pastorale monsignor Giuseppe Busani, dal segretario personale don Giuseppe Basini, dal parroco di Pieve Dugliara e Rivalta, don Angelo Bisioni. Torneranno dal Brasile nelle prossime settimane monsignor Giampiero Franceschini, don Paolo Inzani e il seminarista Matteo Bersani.
Era il primo viaggio tra le missioni piacentine (Picos, Boavista e Braganca) del vescovo Ambrosio, ma anche la sua prima volta nella terra carioca.
  • L'EX GIGANTE ADDORMENTATO
«Sono stato felicemente sorpreso dal vedere questo gigante addormentato (così veniva chiamato nei decenni scorsi il Brasile) che si è risvegliato e sta attuando una crescita in ogni settore: economico, sociale, culturale ed anche ecclesiale» osserva subito il vescovo; che prosegue: «là dove prima regnava una povertà preoccupante oggi c’è un certo benessere; questo vuol dire che quando c’è un certo impegno, la voglia di fare, i risultati si ottengono».
Tutto ciò anche grazie alla presenza piacentina: «Diocesi come quella di Picos, dove noi abbiamo don Mauro Bianchi, oggi hanno un seminario e 20-25 studenti. C’è un risveglio generale. Sono ancora più felicemente sorpreso perché l’avvio di questi seminari lo hanno dato i nostri preti, la punta avanzata della nostra diocesi che ci ricorda l’impegno, la dedizione, la disponibilità a servire il Vangelo. Tutto ciò, alla fin fine, porta frutti belli, per il Brasile e anche per noi».
  • MISSIONARI MAI PIU' ISOLATI
Il cambiamento dei tempi ha mutato non tanto i presupposti della presenza piacentina quanto alcune modalità. «Faremo in modo che i nostri missionari stiano insieme» prosegue il vescovo che cita l’esempio di Picos. «Don Mauro Bianchi è in qualche modo da solo e nell’arco di quest’anno la situazione di quella missione sarà da rivedere. Tenendo anche conto che si sono due nuovi sacerdoti locali ed un certo numero di seminaristi».
  • PICOS CHIUDE ENTRO UN ANNO
Picos potrà dunque camminare da sola? «Penso proprio di sì. Il loro vescovo ci terrebbe ad avere dei nostri preti, tuttavia noi vorremmo che i nostri sacerdoti lavorassero insieme. Un’idea, d’altronde, che era già di monsignor Enrico Manfredini e degli altri miei predecessori».
  • DON MAURO BIANCHI DI NUOVO A PIACENZA ANCHE SE PER POCO
In caso di chiusura di Picos rientrerà a Piacenza anche don Mauro Bianchi, almeno per un certo periodo di tempo. C’è chi infatti lo dà come papabile per “ruoli direttivi” nella chiesa brasiliana. Sulla partenza di altri sacerdoti fidei donum Ambrosio ritiene che occorra «valutare bene, con calma e serenità la situazione, anche assieme al consiglio presbiterale. Ci tengo tuttavia ad affermare l’importanza dell’istanza missionaria, in Brasile come in Africa».
  • SGUARDO VERSO L'AFRICA
Proprio verso il padre di tutti i continenti Ambrosio nutre un’attenzione particolare e non disdegnerebbe l’apertura di una missione diocesana. «Penso che l’Africa sia il continente più bisognoso - si dice convinto - però occorre capire quello che possiamo fare».
  • LA GIOIOSITA' DELLE CELEBRAZIONI SUDAMERICANE
Intanto si gode la scoperta della brasilianità. «Che cosa importerei in Italia? La gioiosità delle celebrazioni religiose. Il fatto di ritrovarsi insieme lodando il Signore con tanta gioia, allegria, senso della comunità, mi pare sia un esempio che può essere accolto da noi con cuore grande».

Federico Frighi

Da Libertà venerdì primo agosto 2008