venerdì 26 settembre 2008

Il vescovo Ambrosio riceve il Duca di Parma

Domani pomeriggio, sabato 27 settembre, alle ore 16,30, a Palazzo Vescovile, una delegazione guidata dal duca Carlo Ugo di Borbone Parma consegnerà al vescovo monsignor Gianni Ambrosio l’onorificenza di Senatore di Gran Croce del Sacro Angelico Imperiale Ordine Costantiniano di San Giorgio. Prima della cerimonia ufficiale, il Duca incontrerà in forma privata il vescovo monsignor Ambrosio.

Comunicato stampa diocesi di Piacenza-Bobbio

Morto monsignor Balducci, una vita contro il demonio


Monsignor Corrado Balducci, una vita spesa a lottare contro il diavolo, demonologo e teologo, esorcista della diocesi di Roma, e' morto a 85 anni, il 20 settembre, ma la notizia e' stata diffusa solo ad esequie avvenute per volere dei familiari. In questa foto lo si ritrae assieme al piacentino monsignor Antonio Lanfranchi in una conferenza tenutasi lo scorso anno a Sarsina, la diocesi (Cesena-Sarsina) di cui Lanfranchi è vescovo.

Un sito su San Corrado

Devoti di Calendasco segnalano il sito
del San Corrado piacentino, cui partecipano laici e religiosi da Noto, Roma e Piacenza.
Si chiama l'Araldo di San Corrado e riporta notizie sulle attività dei gruppi.

venerdì 19 settembre 2008

CARITAS/La prima volta di un non sacerdote

Piacenza - Per la prima volta da quasi quarant’anni a questa parte il direttore della Caritas diocesana di Piacenza-Bobbio non è un sacerdote ma un laico (sia pur consacrato). Il vescovo Gianni Ambrosio ha nominato il diacono Giuseppe Chiodaroli alla guida di quella che può essere a ragione chiamata la holding della carità piacentina. Sostituisce monsignor Giampiero Franceschini che a 69 anni torna a fare il parroco, stavolta in San Savino. Lo ha reso noto la Curia di piazza Duomo con una comunicazione ufficiale firmata dal cancelliere vescovile don Mario Poggi. Comunicazione in cui si fa sapere che, con sei decreti vescovili distinti, monsignor Gianni Ambrosio ha nominato altrettante persone in posti chiave dell’organigramma ecclesiastico diocesano. I decreti risalgono a venerdì 12 settembre scorso ma sono stati pubblicati solo ieri mattina: sette giorni dopo. Con la scelta di Chiodaroli al vertice della Caritas fino al 2013, monsignor Ambrosio compie una piccola rivoluzione nella diocesi piacentina. Mette un non sacerdote in un posto che da quasi quarant’anni a questa parte era stato occupato da don Giuseppe Venturini prima, don Mauro Stabellini poi e, infine, da monsignor Franceschini. Solo il vescovo Enrico Manfredini osò di più: mise alla guida della Caritas diocesana una coppia di laici sposati, Umberto Chiappini e Giulia Vaciago. Se allora fu un caso probabilmente unico in Italia, oggi, a dire il vero, la mossa di Ambrosio si adegua a quelle di molti altri vescovi che hanno già nominato a capo dell’ufficio diocesano della carità laici o diaconi permanenti. Giuseppe Chiodaroli, 59 anni, già sindacalista, nel 1994 fu candidato al senato per il collegio di Piacenza. Non venne eletto, ma con la coalizione di centro Patto per l’Italia ottenne un lusinghiero 15,2 per cento. Era già diacono, essendo stato ordinato il 26 maggio del 1985. Coniugato, con tre figli, vive a San Rocco al Porto dove svolge il ministero presso la locale parrocchia in diocesi di Lodi. Oltre a collaborare con l’associazione La Ricerca, Chiodaroli è oggi conosciuto per essere il direttore dello Svep (il centro servizi del volontariato). Strettamente collegati i destini di monsignor Giampiero Franceschini e don Gianmarco Guarnieri. Il primo, dopo 12 anni di direzione della Caritas diocesana, ritorna in parrocchia. Il vescovo lo ha nominato alla guida di San Savino. Manterrà anche l’incarico di direttore dell’ufficio missionario diocesano. Da San Savino se ne va invece, dopo sette anni, don Guarnieri. Il 52enne sacerdote originario di Gropparello è stato nominato direttore spirituale del seminario vescovile di Piacenza conservando il medesimo incarico presso il Collegio Alberoni. Altre nomine importanti: don Paolo Mascilongo (39 anni, vicario parrocchiale di San Nicolò) sarà direttore dell’Ufficio catechistico diocesano per il quinquennio 2008-2013 al posto di don Riccardo Lisoni; don Francesco Cattadori (amministratore parrocchiale di Saliceto) direttore dell’Ufficio pastorale del matrimonio e della famiglie per il quinquennio 2008-2013 al posto di don Franco Capelli che è stato riconfermato consulente ecclesiastico dell’Istituto “La Casa” di Piacenza, sempre per il quinquennio 2008-2013, conservando la mansione di parroco nella chiesa di San Vittore.
Federico Frighi

DUOMO/Le formelle rivivono grazie ai disabili

Piacenza - (fri) Le otto formelle del duomo di Piacenza rivivono per la prima volta, a grandezza quasi naturale, dalle mani di nove cittadini disabili del centro diurno riabilitativo “Il Faro” (di via Buozzi) che le candidano a souvenir della città. È il cosìddetto ciclo dei Paratici (delle Corporazioni): opere d’arte forse meno conosciute di altre ma certamente tra le più significative della cattedrale di Piacenza. Le firme (scolpite sulle colonne) di coloro che, quasi mille anni fa, contribuirono a realizzare un’opera grandiosa che ancora oggi rimane non solo come presenza religiosa principale della Chiesa piacentina, ma un simbolo di come alla sua realizzazione abbia contribuito l’intera società civile del tempo. Ciabattini, carradori (i meccanici dei carri), mercanti di stoffa, calzolai, tintori, fornai, pellegrini hanno sentito «motivo di fierezza poter partecipare all’edificazione del tempio», come ha scritto il vescovo Luciano Monari in un passo del libro “Non mi vergogno del Vangelo”.
L’idea di riprodurre le formelle spiegano gli educatori Ausl, Enzo Dolcini e Stefania Reboli, è nata qualche tempo fa un poco in sordina ed ha ricevuto la benedizione dello stesso vescovo Monari. «Cercavamo un oggetto che potesse assumere in sè la caratteristica della piacentinità e la facilità della lavorazione - evidenzia Dolcini - abbiamo visto le otto formelle fotografate in bianco e nero in una vetrinetta del Duomo e ci siamo ispirati». La loro riproduzione, in terracotta o in gres, rappresenta un’attività di manipolazione molto semplice che possono appunto fare anche coloro che soffrono di gravi disabilità.
La creta viene applicata su stampi in gesso (regalati da un volontario miniaturista), cotta in un piccolo forno realizzato nella struttura di via Buozzi e successivamente antichizzata. Un percorso, tra cottura e preparazione finale, della durata di un paio di settimane per formella. Il gruppo dei disabili adulti dalla nascita è formato da nove persone dai 40 ai 60 anni. Il ricavato delle offerte per le formelle viene utilizzato per la vita del centro. Un esempio? «Partiamo tutti quanti col pullmino ed andiamo in pizzeria a mangiarci una pizza. Tutto viene condiviso».

Il testo integrale su Libertà del 18 settembre 2008

giovedì 18 settembre 2008

2° ANNIVERSARIO/Suor Leonella ci insegna il perdono

Piacenza - (fri) «Perdono, perdono, perdono». Ormai in tanti conoscono le ultime parole di suor Leonella Sgorbati, pronunciate prima di morire in un agguato in Somalia due anni fa per mano ignota. Ieri sera, nella cripta della cattedrale, è iniziata con quelle parole la santa messa in ricordo della religiosa piacentina. Ad officiarla, il vicario generale monsignor Lino Ferrari. «Suor Leonella, con la sua vita e il suo sacrificio - ha osservato il vicario - ci ha insegnato molto: prima di tutto a fare le cose per amore. Non è l’opera in sé, pur grande che sia, ad aver valore davanti a Dio, ma l’amore che la permea». Poi il perdono: «Le suore della sua congregazione, in memoria di suor Leonella, hanno voluto fare il voto di perdono e non violenza. Un atteggiamento di cui c’è tanto bisogno nella nostra società a cominciare dalle famiglie». Ancora: «Suor Leonella ci ha insegnato a confrontarci con il martirio; il Signore ci chiede un sì totale anche con il dono della morte». Poi i grandi orizzonti: «Erano quelli che viveva suor Leonella in missione. Diversamente da quelli che viviamo noi, chiusi magari in nome della sicurezza personale». Infine il richiamo all’ecumenismo: «In Somalia viveva assieme ai musulmani. Musulmana era la sua guardia del corpo morta nell’agguato mentre con il suo corpo ha cercato fino all’ultimo di proteggerla. È importante che nelle nostre comunità ci si accorga del dono della fede che ci può essere negli altri».

Il testo integrale su Libertà di oggi, 18 settembre 2008

NOMINE/ Don Cattadori all'ufficio matrimonio e famiglie

Piacenza - (fri) Sarà un frate francescano ad occuparsi per la diocesi di Piacenza-Bobbio del matrimonio e delle famiglie. La nomina di don Francesco Cattadori, già professo dell’ordine dei frati minori ed incardinato a Piacenza-Bobbio dal luglio del 2007, verrà resa nota sull’edizione de il Nuovo Giornale in uscita domani, assieme ad altri decreti vescovili. Il settimanale cattolico è l’organo ufficiale della diocesi di Piacenza-Bobbio, ragion per cui l’ufficialità si avrà solo con la pubblicazione su quelle colonne. Don Cattadori prenderà il posto di don Franco Capelli alla guida dell’Ufficio diocesano per il matrimonio e la famiglia. Don Francesco Cattadori, 67 anni, attualmente è amministratore parrocchiale di Saliceto. In passato è stato per alcuni anni segretario personale del vescovo Enrico Manfredini. Nei primi anni Settanta accompagnò il presule in Uganda e contribuì a porre le basi del movimento di Africa Mission. Prima di indossare il clergyman diocesano, con il saio francescano è stato per qualche tempo rettore della basilica di Santa Maria degli Angeli nei pressi di Assisi. Tra i compiti dell’ufficio che andrà a dirigere il collegamento con la pastorale familiare della Regione Emilia Romagna, il coordinamento dell’attività rivolta alla formazione dei fidanzati, la proposta di momenti di spiritualità per coppie di sposi e famiglie in collaborazione in particolare con il centro vocazionale.

Il testo integrale su Libertà di oggi, 18 settembre 2008

NOMINE/Ufficiale: Chiodaroli direttore della Caritas

Comunicato diocesi di Piacenza-Bobbio



Con Atti propri di S.E. Mons. Gianni Ambrosio, vescovo di Piacenza-Bobbio, in data 12 settembre 2008 sono stati nominati:

* il M. R. Franceschini don Giampiero parroco della parrocchia di San Savino vescovo in Piacenza, resasi vacante in seguito a trasferimento ad altro incarico dell´ultimo titolare il M. R. Guarnieri don Gianmarco;

* il M. R. Guarnieri don Gianmarco direttore spirituale del Seminario vescovile di Piacenza, conservando il medesimo incarico presso il Collegio Alberoni;

* il M. R. Cattadori don Francesco direttore dell´Ufficio pastorale del matrimonio e della famiglia per il quinquennio 2008-2013;

* il M. R. Capelli don Franco consulente ecclesiastico dell´Istituto "La Casa di Piacenza" per il quinquennio 2008-2013;

* il M. R. Mascilongo don Paolo direttore dell´Ufficio catechistico diocesano per il quinquennio 2008-2013;

* Chiodaroli Giuseppe, diacono permanente della nostra diocesi, direttore della Caritas diocesana di Piacenza-Bobbio per il quinquennio 2008-2013.

Piacenza, dalla Curia vescovile,

17 settembre 2008

il Cancelliere Vescovile

don Mario Poggi

mercoledì 17 settembre 2008

Mensa Caritas, pronto in tavola anche a cena

Piacenza - (fri) Le richieste sono talmente tante che il progetto di raddoppiare la mensa della Fraternità, maturato lo scorso giugno, oggi sta per diventare realtà. I poveri, i bisognosi, gli sfortunati riceveranno un pasto caldo non solo a pranzo come già accade oggi, ma anche a cena. Attualmente sono una quarantina gli ospiti serviti a tavola nella struttura della Caritas diocesana in via San Vincenzo. Per la cena o accettano un sacchetto con i viveri o si arrangiano come possono. Verosimilmente dal mese di ottobre avrà inizio il servizio serale, con le stesse modalità di quello diurno. I pasti offerti raddoppieranno portandosi dai circa 11mila annui ai 22mila. Un impegno importante al quale la Caritas diocesana dovrà far fronte non solo con significative risorse economiche ed alimentari, ma anche umane. Leggasi volontari. Per questo impegno si stanno chiamando a raccolta tutti coloro che sono disponibili: non solo quelli legati alla Caritas ma anche alle parrocchie, soprattutto del centro storico. In particolare dell’Unità pastorale 1 - comprende le parrocchia della cattedrale, di San Paolo, di San Savino, di Sant’Anna, di Sant’Antonino -, all’interno della quale esiste una commissione per la mensa serale dei poveri. In questi giorni sono state fissate le date dei primi incontri di formazione per coloro che desiderano prestare servizio alla mensa di via San Vincenzo. Incontri ai quali è necessario partecipare. Il primo è un mini-corso di un paio d’ore sulle norme igienico-sanitarie, che l’Azienda Usl di Piacenza impone per poter svolgere il servizio in cucina e in mensa. Chi pensa di potervi partecipare, deve iscriversi urgentemente lasciando i propri dati alla Casa della Carità, in via Vescovado 9 (tel. 0523/327300). Il breve corso si terrà sabato 27 settembre alle ore 9 nella sede dell’Azienda Usl (Barriera Milano) nell’aula di formazione (al quinto piano).I successivi appuntamenti sono due serate proposte dalla Commissione mista Unità pastorale 1 - Caritas diocesana sullo stile, le motivazioni e le problematiche del nuovo servizio. Si terranno lunedì 6 e lunedì 13 ottobre alle ore 21, nella sala parrocchiale di Sant’Antonino in via San Vincenzo (sopra la mensa della fraternità). L’apertura serale della mensa è stata resa possibile anche grazie all’apporto dei missionari scalabriniani e del circuito Piacenza Solidale.

Il testo integrale su Libertà di oggi, 17 settembre 2008

martedì 16 settembre 2008

ANGIL DAL DOM 3/Monsignor Eliseo Segalini: ecco perché la croce è amore assoluto

Monsignor Eliseo Segalini, presidente del capitolo della cattedrale di Piacenza-Bobbio ha celebrato domenica scorsa la messa per l'Angil dal Dom, in occasione della ricorrenza per l'esaltazione della Croce. Ecco alcuni passi della sua appassionata omelia.

Certo Gesù avrebbe potuto morire per noi in modi diversi, ma ha quasi obbedtito ad un simbolismo molto significativo. Fin dall'antichità pagana la croce ha un significato cosmico per le quattro dimensioni che contiene. Il cristianesimo primitivo le dà un significato nuovo. Gesù ha allargato le braccia riunendo giudei e pagani in un solo popolo nuovo, esprimendo così un amore che supera e sorpassa ogni conoscenza. Ma è soprattutto significativo il brano evangelico scelto per questa scelta: un passo del colloquio tra Gesù e Nicodemo, dove Gesù dice che bisogna rinascere dall'alto per entrare nella salvezza. Nel brano Gesù interpreta come simbolo di se stesso elevato sulla croce quello che Mosè aveva fatto nel deserto per salvare gli ebrei che mormoravano e che erano stati puniti col morso del serpente. Come Mosè ha innalzato il serpente nel deserto, così è necessario che sia innalzato il figlio dell'uomo, perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna. Da notare però che il testo di Giovanni non dice di guardare la croce come si doveva guardare il serpente di bronzo, ma di credere in lui. Cioè, solo la fede permette il realizzarsi delle parole di Gesù: io quando sarà elevato da terra attirerò tutti a me. La croce però ha sempre creato difficoltà. Ma che razza di padre è questo Dio - diceva il pagano Celso - che non ha potuto salvare il proprio figlio dal supplizio più infamante della croce? E' l'obiezione più inquietante sulla paternità di Dio. Oggi si concentra su questo punto tutto il rifiuto di Dio da parte di chi è sensibile al dolore innocente, come quello, ad esempio, dei bambini; o Dio non può liberare dal male o non lo vuole; se non può allora non è più Dio, l'onnipotente; se non lo vuole, allora non è più il padre. Ma noi sappiamo che la croce è proprio la rivelazione dell'amore del padre, come dice il nostro Vangelo: Dio, cioè il Padre, ha tanto amato il mondo da dare il suo figlio unigenito perchè chiunque crede in lui non muoia ma abbia vita eterna. Il Padre non è uno che se ne sta impassibile ma è talmente coinvolto nella sofferenza del figlio che è proprio lui il primo a pagare il prezzo della nostra liberazione, facendosi dono del suo bene più prezioso, cioè il suo figlio. Colui che era senza peccato Dio lo ha fatto peccato per noi, affinché diventassimo giustizia di Dio, dice San Paolo. Insomma, Dio ci ama perchè è amore. Un amore assoluto, un amore indipendente da ogni risposta umana, ma proprio per questo la croce manifesta un'amore gratuito e fedele. Il suo modo particolare di amarci lo possiamo esprimere così: la croce di Cristo assomma in sè tutte le nostre croci. La croce di Cristo ci insegna a guardare nella giusta propettiva alle nostre croci e a quelle delle persone care, senza correre il rischio di covare un rancore sordo contro Dio a causa del dolore che abbiamo dovuto sopportare sentendoci impotenti. La fede ci dice appunto che la croce di Cristo assomma in sè tutte le nostre croci e le preredime; quindi precedentemente le nostre difficoltà sono state sperimentate da Cristo. Dio non può patire ma può compatire, ci dice la Spe Salvi citando sant'Anselmo, che continua con queste stupende parole: a partire dalla passione di Cristo in ogni sofferenza umana è entrato uno che condivide le sofferenze e la sopportazione e diffonde in ogni sofferenza la consolazione dell'amore partecipe di Dio, e così sorge la stella della speranza. Il nostro dolore assume così un qualche cosa di salvifico>.


lunedì 15 settembre 2008

ANGIL DAL DOM 2/Lucio Rossi, il fisico al servizio di Dio

Piacenza - (fri) L’Angil dal Dom, molto probabilmente, mai ha visto così da vicino scorrere sotto le sue ali dorate la storia contemporanea. Dalla ricerca del “bosone” di Dio (gli istanti iniziali dell’universo) in corso con l’esperimento del Cern a Ginevra, all’appello del Papa perché nella società civile scendano in campo i cattolici impegnati, rivolto domenica scorsa durante la visita apostolica a Cagliari. Il riconoscimento consegnato ieri mattina al fisico piacentino Lucio Rossi assomma in sè entrambi gli avvenimenti di una storia che l’Angil vive in diretta mediatica. Nella cattedrale il presidente della Fondazione di Piacenza e Vigevano, Giacomo Marazzi, consegna l’oscar alato a colui che dal 2001 è il responsabile del gruppo magneti e super conduttori del super acceleratore di particelle del Cern di Ginevra, lo stesso che, «sta tentando - osserva Marazzi - il grande esperimento sull’origine della materia». Lo fa dopo la messa celebrata da monsignor Eliseo Segalini, presidente del capitolo della cattedrale. L’alto prelato (ieri sostituiva il vescovo impegnato in un’altra celebrazione) ha fatto direttamente parte del corpo docenti del liceo scientifico Respighi, la scuola che ha formato il futuro fisico Lucio Rossi. «Oggi presentiamo alla città e un poco anche al Signore - dice in un passaggio dell’appassionata omelia - uno di quei laici cristiani impegnati, come ha chiesto il Papa domenica scorsa, capaci di evangelizzare il mondo del lavoro, dell’economia, della politica, capaci di cercare con competenza e rigore morale soluzioni di sviluppo sostenibile». L’identikit di Lucio Rossi, nato a Podenzano 56 anni fa, fisico di fama internazionale. Lui ringrazia in cinque minuti di un’altrettanto appassionata omelia, stavolta laica. Parla senza falsa modestia: «Penso di essere andato lontano; ma se si va lontano è grazie alle radici, esattamente come un albero che cresce solo se può mettere delle radici profonde». Si rivolge ai giovani: «Questo è un messaggio che va sempre la pena seguire: ho avuto la fortuna di trovare delle persone degne di essere seguite e le ho seguite. Ho avuto la percezione, fin da piccolo, che non si cresce se non si guardano i maestri. I miei genitori, la mia famiglia tutta, l’esperienza decisiva del liceo scientifico». «Ho avuto la fortuna di incontrare una squadra di professori che lavorava anche per educare, non solo per insegnare» osserva Rossi. Poi Comunione e Liberazione: «un’amicizia che è durata tutta la vita». Il suo segreto: «Rispetto a tanti miei colleghi più bravi e più intelligenti ho sempre avuto questa valenza in più: la motivazione per cui val la pena fare le cose. Questa cattedrale ne è un segno. Coloro che l’hanno costruita erano tutti dei piccoli uomini, però insieme, in una compagnia guidata al destino, hanno fatto qualche cosa di eccezionale. Io nel mio piccolo, con il nostro acceleratore, ho messo un piccolo tassello, anche se importante, nella coscienza che l’avventura della conoscenza trova le radici nell’amore per l’uomo e per il singolo, condiviso e abbracciato.

Il testo integrale su Libertà di oggi, 15 settembre 2008

Morto don Angelo Ferrari

E’ morto nella notte scorsa, alle 23,30, dopo una lunga malattia, don Angelo Ferrari. Era nato a Milano il 9 novembre 1936, era stato ordinato sacerdote il 16 giugno 1962 ed aveva iniziato il proprio servizio pastorale come curato a Lugagnano; il 15 febbraio 1979 è stato nominato parroco di Rivergaro, incarico che ha tenuto fino al 15 settembre 2002, quando si è ritirato alla Casa del Clero per motivi di salute.La salma verrà trasportata nella chiesa parrocchiale di Rivergaro domani, martedì, alle ore 17; nello stesso tempio alle ore 21 si terrà una veglia di preghiera. I funerali verranno celebrati mercoledì, 17 settembre, alle ore 15, nella chiesa parrocchiale di Rivergaro e saranno presieduti dal vicario generale mons. Lino Ferrari, essendo il Vescovo impegnato a Roma per un corso di formazione.

Comunicato stampa diocesi Piacenza-Bobbio

ANGIL DAL DOM/ Il fisico Rossi: non si cresce se non si seguono i maestri

Piacenza - Il fisico piacentino Lucio Rossi, ieri mattina in Duomo, ha ricevuto l'Angil dal Dom. Ecco il testo del suo ringraziamento raccolto tra le navate della cattedrale.

Ringrazio la Fondazione di Piacenza e Vigevano nella persona del suo presidente, Giacomo Marazzi, per questa scelta. Sono io ad essere onorato. Io da Piacenza sono andato via ma ho sempre conservato legami profondi con questa comunità, quella di Podenzano, i miei amici e la mia famiglia. In un certo senso non sono mai andato via. Non c'è niente di più bello che ricevere un premio nella propria città, dove uno ha avuto le sue radici. Lo dico apertamente, senza falsa modestia. Penso di essere andato lontano, ma se si va lontano si hanno comunque delle radici, esattamente come un albero che cresce solo se può mettere delle radici profonde. Questo è un messaggio per i giovani che val sempre la pena seguire. Io posso dirlo: ho avuto la fortuna di trovare delle persone degne di essere seguite e le ho seguite. Ho avuto la percezione, fin da piccolo, che non si cresce se non si guardano i maestri. I miei genitori, la mia famiglia tutta, compresa mia sorella e i parenti, la grande famiglia dei Rossi che è estesa anche in altri Comuni, l’esperienza decisiva del liceo scientifico. Ho ha avuto la consapevolezza di aver avuto un team di professori eccezionale, sia nella tecnica sia nel coinvolgimento umano. Ho imparato a studiare ma ho anche appreso i motivi per cui valeva la pena studiare. Ho reincontrato tanti di essi, chi mi ha suscitato l’interesse per la fisica, come la professoressa Mimma Liber, o l’amore appassionato dei grandi classici della letteratura, come il professor Romano Gromi. Non posso non citare anche il professor Ghezzi, da cui ho appreso l’amore per la filosofia e per il sapere. Anche professori che non ho avuto direttamente in classe ma che erano lì allo scientifico, come l’inossidabile professoressa Teresa Sichel, che fa anche oggi compie un'opera benemerita. Ho avuto la fortuna di incontrare una squadra di professori che lavorava anche per educare, non solo per insegnare. Ho avuto la fortuna di trovare in Comunione e Liberazione un’amicizia che è durata tutta la vita. Io non auguro a tutti di trovare le stesse amicizie, bensì lo stesso tipo di amicizie. In questa amicizia condivisa io ho avuto un humus eccezionale. Rispetto a tanti miei colleghi priù bravi e più intelligenti ho sempre avuto questa valenza in più: la motivazione per cui val la pena fare le cose. Questa cattedrale di Piacenza ne è un segno. Coloro che l’hanno costruita erano tutti dei piccoli uomini, però insieme, in una compagnia guidata dal destino, hanno fatto qualche cosa di eccezionale. Io nel mio piccolo, con il nostro acceleratore, ho messo un piccolo tassello, anche se importante, nella coscienza che l’avventura della conoscenza trova le radici nell’amore per l’uomo e per il singolo condiviso e abbracciato.
Grazie a tutti.

FESTIVAL DIRITTO/ I Giuristi cattolici, non garantito il pluralismo

A proposito dell’imminente Festival del diritto.

Nei prossimi giorni avrà inizio a Piacenza il Festival del Diritto, organizzato dal Comune di Piacenza e dalla Casa Editrice Laterza. La manifestazione avrà rilievo nazionale, e, come ha sottolineato il Preside della Facoltà di Giurisprudenza dell’Università Cattolica di Piacenza, dovrebbe trasmettere conoscenze e valori anche oltre le aule accademiche, e segnalare l’esigenza di “contrastare la legge del più forte o di chi è più dialettico”.

Condividendo pienamente tale finalità, la Sezione di Piacenza dell’Unione dei Giuristi Cattolici (UGCI Pc) partecipò con spirito collaborativo alle riunioni indette dal Comune per presentare l’iniziativa alle associazioni locali, ed ebbe così occasione di segnalare pubblicamente che la costituzione di una direzione scientifica monocratica – quantunque, sia ben chiaro, di incontestato e riconosciuto prestigio – risultava metodologicamente problematica, perché il tema del Festival (“Questioni di vita”) richiede lo scrupoloso rispetto di molteplici e spesso contrapposte posizioni culturali, da rappresentare in un organismo direttivo collegiale. Il pluralismo della manifestazione, infatti, non dipende solo dall’intervento di relatori di ispirazione e sensibilità diverse, o dai diversi orientamenti degli Enti promotori, ma dall’impostazione globale del Festival, che è definita dagli organizzatori e dalla direzione scientifica per determinare - attraverso la scelta dei vari eventi, la formulazione dei temi da trattare e la loro assegnazione ai relatori - la chiave di lettura dell’intero programma.

Ci fu risposto che, proprio in vista del pluralismo, si sollecitava fortemente la collaborazione delle realtà locali, espressamente invitate a suggerire temi, eventi, relatori: cosa che l’UGCI Piacenza faceva il 9.6.2008, non solo proponendo il tema di un possibile evento (poi non inserito in programma), ma, soprattutto, assicurando la disponibilità del Presidente Nazionale dei Giuristi Cattolici, il Prof. Francesco d’Agostino, a intervenire sul tema del testamento biologico, o su altri temi attinenti alla vita e concernenti la bioetica (il Prof. d’Agostino è ordinario di Filosofia del diritto all’Università “Tor Vergata”di Roma; ha presieduto il Comitato Nazionale per la Bioetica, e ne è ora Presidente onorario; è membro della Pontificia Accademia per la Vita ed è editorialista dei quotidiani “Avvenire” e “L’osservatore romano”).

La proposta, però, veniva respinta, “in quanto il programma principale prevede già, con accordo assunto in precedenza, l’intervento di un altro autorevole relatore nell’ambito di uno specifico focus”. Poiché desideravamo comunque confrontarci costruttivamente con gli organizzatori, per arricchire il Festival di una presenza autorevole e significativa, e, così, apportarvi la nostra specificità culturale, replicavamo che “il Prof. D’Agostino si era dichiarato disponibile a trattare anche altri argomenti di congruo spessore, connessi con i temi del Festival, per rappresentare, quale personalità di spicco internazionale, la voce della cultura giuridica cattolica; ma il primo agosto la segreteria organizzativa ci comunicava conclusivamente che “il programma principale del Festival è stato definitivamente chiuso la prima settimana di luglio, prevedendo quindi già al suo interno la testimonianza del mondo giuridico cattolico. Non è quindi possibile (…) l’inserimento del prof. D’Agostino quale relatore su altri argomenti connessi con i temi trattati.

A fronte di ciò, non possiamo non osservare che, nel mese intercorrente tra la nostra proposta e la chiusura del programma, sarebbe bastato sedersi ad un tavolo per trovare facilmente il modo di non privare il Festival di un contributo oggettivamente utile al suo pluralismo, e far sì che il “mondo giuridico cattolico” (locale, ma non solo) potesse esprimersi ai massimi livelli attraverso una sua importante articolazione associativa – quella di maggior rilievo nazionale – definendo autonomamente, sulla base di una propria iniziativa, come e da chi essere rappresentato. Credevamo e crediamo, infatti, che la partecipazione e la collaborazione dell’associazionismo (locale e nazionale), specie quando vengano esplicitamente richieste, debbano realizzarsi proprio così.
Pertanto, nel ringraziare pubblicamente il prof. D’Agostino per la generosa pazienza con cui ha atteso di scoprire se dovesse annotare il Festival nella sua agenda, l’UGCI Pc non può esimersi dal segnalare con rammarico che la propria assenza dal panel è dipesa dall’inattesa indisponibilità degli organizzatori ad una fattiva interlocuzione con l’Unione; e che ciò indica l’insufficiente apertura del Festival nei confronti delle realtà locali, anche di quelle (come l’UGCI) portatrici di una specifica competenza giuridica, ed inserite in ben più ampi organismi nazionali. Temiamo, quindi, che la manifestazione, per come è stata organizzata, non sfugga al rischio di esprimere un’impostazione eccessivamente unilaterale e non adeguatamente pluralistica, nonostante l’intervento di molteplici istituzioni e la partecipazione anche di personalità cattoliche.

Il concreto svolgimento del Festival ci dirà se, confermando tale preoccupazione, l’imprinting della manifestazione abbia relegato le opinioni non allineate in una posizione di precostituita minoranza.

UGCI Piacenza

Il presepe s'impara in settembre

Piacenza - Non è mai troppo presto per imparare a costruire un presepe. Anche se siamo in settembre e l’estate non è ancora terminata, il 25 dicembre rischia di prendere alla sprovvista. Così il “Gruppo presepisti Piacenza” ha messo a punto, per il mese di settembre, un corso teorico-pratico di tecnica presepistica.
Il corso si terrà presso la sede circoscrizione 2, nella Casa delle consulte e partecipazione, in via XXIV Maggio n. 51/53. Sarà tenuto da esperti presepisti con 5 lezioni teorico-pratiche che illustreranno le varie tecniche e materiali per costruire i presepi. Il corso e’ aperto a tutti senza limiti di età. La prima lezione è prevista per domani, poi giovedi 18, martedi 23, giovedi 25, martedi 30 dalle ore 20 e 30 alle ore 23.

venerdì 12 settembre 2008

All'ombra di San Giuseppe torna la Festa da Steimbar

Piacenza- Anche quest’anno, come di consueto, si terrà nel popoloso quartiere della Parrocchia di San Giuseppe Operaio (nei giorni 13-14-15-16 settembre) la “Festa da Steimbar” giunta al traguardo della 32^ edizione.

Nata per creare un momento di incontro e di identità per gli abitanti di un quartiere allora “giovane”, è ormai diventato un appuntamento fisso che, negli anni, si è fatto simpaticamente conoscere ed apprezzare dall’intera città.

Così, ancora una volta, l’area tra le vie Arata e Ottolenghi si trasformerà in una sorta di “piazza” centrale del quartiere in cui le persone avranno l’occasione di ritrovarsi portando con sé un’unica cosa: la voglia di stare insieme. E’ questo il segreto di una manifestazione che vuol essere di tutti e per tutti.
La S. Messa al campo (sabato alle ore 18.30) segnerà l’apertura della Festa il cui programma risulta, come sempre, ricco di appuntamenti.

La giornata di domenica sarà caratterizzata dai giochi sul campo: bambini e ragazzi daranno luogo ad appassionanti sfide per l’assegnazione del Palio dei Rioni (“Forti”, “Galli” e “Puma”) in cui il quartiere è diviso. Nel tardo pomeriggio poi (ore 18.30) l’appuntamento con la scalata al palo della cuccagna.

Da sottolineare, in particolare, la rassegna del teatro dei burattini: quattro spettacoli (uno per ogni serata) saranno portati in scena da compagnie che stanno girando con successo in tutta Italia, con il coordinamento della Compagnia “Centro Teatrale Corniani” di Cremona.
La scelta di organizzare i giochi nel campo e di dare ampio spazio all’esperienza del Teatro di figura significa valorizzare la nostra storia e le nostre tradizioni e volerne preservare il ricco patrimonio.

Inoltre, stands gastronomici (tutte le sere e la domenica a pranzo), danze con le orchestre “Marcolino e Marco Biolchi” – “Renzo e i Menestrelli” – “Colori e Musica”– “Fabrizio Chicchi”, banco di beneficenza e la ludoteca (spazio in cui saranno a disposizione dei bambini, gratuitamente, giochi gonfiabili).

In tutte le serate ingresso libero senza offerta.
La festa non ha fini di lucro ed il ricavato sarà devoluto in beneficenza.

In San Raimondo la messa in latino secondo il rito pre conciliare

Piacenza - Sabato 13 settembre (domani) alle ore 18 e 30 nella chiesa di San Raimondo (Corso Vittorio Emanuele II) a Piacenza verrà celebrata una messa nella forma straordinaria del rito Romano, quindi in latino e secondo il rito preconciliare. L'istanza è stata accolta dal vescovo Gianni Ambrosio dopo una richiesta in tal senso di una cinquantina di fedeli della diocesi di Piacenza-Bobbio.
L'evento, organizzato per ringraziare il Santo Padre della sua munificenza nell'anniversario del Summorum Pontificum, coglierà l'occasione per chiamare a raccolta i fedeli della diocesi che sono interessati a proseguire in questo cammino spirituale legato alla liturgia nella forma straordinaria. La Messa si terrà presso la centralissima Chiesa di Raimondo invece che alla Chiesa di San Sisto e sarà officiata da monsignor Eliseo Segalini, già vicario generale della diocesi e decano del capitolo del Duomo.

mercoledì 10 settembre 2008

La squadra di Ambrosio: Chiodaroli verso la Caritas, don Dosi nuovo segretario

Piacenza - La nuova diocesi di Piacenza-Bobbio targata monsignor Ambrosio comincia a prendere forma. Caritas, pre-seminario e segreteria personale del vescovo saranno verosimilmente le prime nomine studiate a tavolino dal nuovo presule. Per la prima volta da almeno vent’anni a questa parte la Caritas diocesana sarà guidata da un non sacerdote. Monsignor Giampiero Franceschini abbandonerà dopo dodici anni di direzione. Al suo posto, con tutta probabilità e con tutto il tempo necessario per l’avvicendamento, Giuseppe Chiodaroli, diacono e direttore dello Svep, il Centro per i servizi del volontariato. Coniugato, 59 anni, tre figli, di provata fede ed altrettanto provate qualità morali, Chiodaroli viene considerato la persona giusta per ricoprire un incarico importante e delicato come quello di direttore della Caritas, in cui sono necessarie grandi doti organizzative. L’attuale direttore dello Svep ha dimostrato di averle nella sua esperienza al servizio del volontariato e, in precedenza, nel mondo del sindacato; mondo, quest’ultimo, dal quale ha appreso la dote della mediazione, certamente gradita anche alla Caritas. La scorsa settimana, prima del convegno pastorale della Bellotta, vi è stato un incontro a tu per tu Ambrosio-Chiodaroli. Sulle carte ufficiali non c’è ancora nulla di deciso, ma sui suoi appunti personali è molto probabile che il vescovo si sia segnato di chiamare Chiodaroli ad ottobre per la nomina ufficiale. Il puzzle è fatto di tanti tasselli ed un altro è quello di monsignor Franceschini. Per l’attuale direttore della Caritas si prevede la guida della parrocchia di San Savino. San Savino, da sette anni a questa parte, è guidata dal parroco don Marco Guarnieri. Il progetto del vescovo, assecondando il carisma del sacerdote, è quello di destinare don Guarnieri al pre-seminario diocesano, un tassello fondamentale nella delicata costruzione e valorizzazione delle vocazioni al sacerdozio, da troppo tempo in drastico calo. Un ruolo fino ad ora occupato da don Giuseppe Basini il quale potrà così dedicarsi a tempo pieno alla parrocchia di Sant’Antonino (e alla Casa della Carità), dopo un periodo di affiancamento al nuovo segretario personale del vescovo. Ambrosio ha infatti scelto. Non sarà il giovane don Paolo Inzani come sembrava in un primo momento. Anche qui manca l’ufficialità, ma il nome è quello di don Celso Dosi, già conosciuto dal vescovo durante il suo mandato nell’ateneo del Sacro Cuore. L’assistente spirituale della Cattolica di Piacenza, lascerà l’università per trasferirsi al primo piano della curia vescovile. Anche qui una scelta di nuovo corso dopo quella del diacono alla Caritas: non un giovane prete come segretario ma un sacerdote esperto che possa anche coadiuvare il capo della diocesi nel rapporto con la realtà ecclesiale e civile piacentina.

Federico Frighi

Il testo integrale su Libertà di oggi, 10 settembre 2008

Ambrosio benedice la nuova casa dell'Associazione Papa Giovanni XXIII

Piacenza - «Celebriamo la festa di Maria ma fermiamoci a pregare anche per i cristiani perseguitati in India. Verso questa tragedia ho notato troppa indifferenza». Così il vescovo Gianni Ambrosio è tornato ieri sulle aggressioni in alcune zone dell’India dove è ancora viva una campagna anticristiana fomentata dai fondamentalisti indù. Lo ha fatto nella festa di Maria, patrona di Santa Maria in Gariverto, appunto della piccola chiesa della vecchia Piacenza. Una duplice festa. Al termine della celebrazione il vescovo ha infatti benedetto i locali della nuova casa famiglia dell’associazione Papa Giovanni XXIII fondata da don Oreste Benzi. Si tratta della prima casa del genere che approda in città. Gestita dai coniugi Bonacina, la comunità ha lasciato la struttura di Rottofreno (trasformata in un centro di preghiera) per trasferirsi - un paio di anni fa - in via Zoni. Una sistemazione provvisoria, nell’attesa che venissero ristrutturati i locali della canonica di Santa Maria in Gariverto. Il piccolo tempio di via Genocchi, dopo la morte di don Giovanni Zanelli (nel 2001), è stato accorpato a San Pietro e San Francesco ed affidato ad un unico parroco, don Giuseppe Frazzani. La presenza della casa famiglia della Papa Giovanni XXIII - con i lavori all’oratorio, in via di completamento - contribuirà a far tornare alla vivacità di un tempo la storica parrocchia del quartiere Sant’Agnese. Ieri pomeriggio la chiesa era gremita in ogni ordine di posti. A testimonianza di quanto la diocesi creda in questa nuova presenza cittadina, all’altare c’era, oltre al vescovo, anche il vicario generale monsignor Lino Ferrari. Per la casa della Giovanni XXIII, come detto, solo una solenne benedizione. L’inaugurazione avverrà nelle prossime settimane, quando la struttura avrà ricevuto tutte le autorizzazioni richieste e sarà pronta per essere abitabile. Per l’occasione sarà invitato a Piacenza Giovanni Paolo Ramonda, il nuovo responsabile generale che ha sostituito don Benzi, scomparso lo scorso 2 novembre.
fed.fri

da Libertà, 9 settembre 2008

giovedì 4 settembre 2008

Sydney 2008, il 21 settembre a Fiorenzuola

Domenica 21 settembre i ragazzi di Fiorenzuola che hanno partecipato alla Giornata Mondiale della Gioventù di Sydney 2008 con papa Benedetto XVI organizzano un incontro per testimoniare da vicino la loro esperienza con il servizio diocesano di pastorale giovanile della diocesi di Piacenza-Bobbio. L'appuntamento è per le ore 21 alla chiesa nuova di Fiorenzuola (una trasversale della strada Castellana). Per l'occasione Sacri Corridoi, presente a Sydney, pubblica alcune prime pagine dei giornali australiani dello scorso luglio, durante, appunto, la Gmg con il Papa.












martedì 2 settembre 2008

Il convegno pastorale alla Bellotta

Prevedendo che, entro i termini utili, nonostante il “sì” dell’Ausl, non perverranno le necessarie autorizzazioni per l’uso dei locali di Villa Regina Mundi di Pianazze di Farini, è stato deciso di tenere il convegno pastorale diocesano del 5 e 6 settembre alla Bellotta di Pontenure con il seguente programma:

Venerdì 5 settembre:

Ore 17,00

Preghiera d’inizio e introduzione

Ore 17,30

Sotto il segno dei testimoni:figure di educatori e forme educative

Michele Busi, redattore dell’Editrice La Scuola; collaboratore dell’Archivio per la storia del movimento sociale e cattolico in Italia, Brescia.

Per continuare il cammino: testimonianze educative nella nostra diocesi

Fausto Fiorentini, Responsabile Ufficio stampa


Sabato 6 settembre

Ore 8,30

Celebrazione delle Lodi

Ore 9,00

Presentazione delle Linee pastorali

Mons. Gianni Ambrosio, vescovo della diocesi di Piacenza-Bobbio

Ore 10,30

Lo stile educativo di Gesù

Don Roberto Vignolo, biblista, Facoltà teologica interregionale, Milano-Lodi

Ore 12.00

Celebrazione Eucaristica

Ore 15.30

La parrocchia di fronte alle sfide educative:luoghi, tempi,linguaggi, affetti

Ernesto Diaco, Responsabile progetto culturale, CEI Roma

Laboratori sui diversi ambiti

Ore 18.30

Celebrazione dei primi Vespri

Comunicato stampa diocesi di Piacenza-Bobbio

Quiz sul Duomo per insegnare l'italiano agli stranieri

Piacenza - Quiz sul Duomo di Piacenza e sull’associazione di volontari Domus Justinae per aiutare gli stranieri ad imparare l’italiano. Il curioso questionario è stato pubblicato su un libro utilizzato per i corsi dell’Università di Perugia dedicati agli stranieri che desiderano parlare la nostra lingua. Lo straniero legge un articolo di giornale sulle attività dell’associazione Domus Justinae nel Duomo di Piacenza. Poi deve indicare “sì” o “no” negli appositi quadratini di fianco ad una serie di affermazioni. Alcune esatte, come «Tiziano Fermi (presidente di Domus Justinae, ndr.) ha scritto una guida del Duomo», parecchie tranello, come «Il Duomo di Piacenza si chiama “Domus Justinae”» o «La chiesa è stata costruita nel secolo scorso». I quiz fanno parte degli esercizi di preparazione per ottenere la certificazione Celi (la Certificazione della conoscenza della lingua italiana) rilasciata istituzionalmente dall’università per stranieri di Perugia.
f.fr.

da Libertà, 31 agosto 2008

lunedì 1 settembre 2008

Trenta firme ad Ambrosio per la messa in latino

Piacenza - Trenta firme per chiedere al vescovo la possibilità di celebrare una messa in latino secondo il “Motu Proprio” emanato quasi un anno fa da Benedetto XVI. Sono state consegnate al vescovo Gianni Ambrosio e al parroco della chiesa di San Sisto, dove si intende celebrare il sacro rito, don Giuseppe Formaleoni. Le firme sono state raccolte da martedì 15 luglio a martedì 29, a Piacenza, in via Giordani, nello studio legale dell’avvocato Marco Sgroi. La duplice istanza è stata rivolta al parroco competente e al vescovo della diocesi di Piacenza-Bobbio affinché il giorno 14 settembre 2008, festa dell’Esaltazione della Santa Croce e anniversario del Motu Proprio «Summorum Pontificum» di Benedetto XVI sia celebrata una messa secondo il messale edito nel 1962 dal Beato Giovanni XXIII (la cosidetta messa «tridentina»).
A quanto si è appreso il vescovo Ambrosio ai primi di agosto ha ricevuto uno dei promotori dell’istanza. L’udienza è stata interlocutoria, nel senso che il capo della diocesi ha voluto conoscere i motivi che hanno portato all’istanza e si è riservato di dare una risposta ufficiale. Sarebbe la prima volta a Piacenza ma non la prima per il vescovo Ambrosio. Il presule la celebrò lo scorso 11 ottobre nella cappella di Largo Gemelli in veste di assistente ecclesiastico dell’Università Cattolica del Sacro Cuore.
fed.fri.

da Libertà, 31 agosto 2008