venerdì 31 ottobre 2008

L'esorcista di Parma:il demonio si scaccia con il Vangelo

Piacenza - «Oggi, attraverso i mass media e la tv, vengono presentate interpretazioni cattive della società odierna, la nostra fantasia diventa dunque invasa da quello che fa il demonio nel mondo. Occorre esorcizzarlo. Come? Ascoltando cose buone, guardando cose belle. In molte case non c’è neppure un’immagine religiosa, un quadro sacro; come si fa ad essere aiutati ad esorcizzare la propria fantasia?!» È il senso delle presenza di don Pietro Viola, esorcista di Parma, ieri nella chiesetta di San Giuseppe all’Ospedale, tra l’aria satura di incenso, la lunga fila al centro della navata per l’unzione degli infermi, la preghiera finale di guarigione. Erano circa 150 le persone che ieri hanno risposto all’invito di don Virgilio Zuffada, parroco della chiesa dell’ospedale piacentino. Con il permesso del vescovo e dei parroci, ha organizzato una serie di messe di guarigione ogni ultimo giovedì del mese. Il lato “maligno” della sofferenza è stato affrontato ieri da don Viola. «Lavoro con i malati psichici e con i posseduti - ha esordito -, ma tutti noi siamo in grado di fare opera di esorcismo. Quando il prete spiega il Vangelo caccia il demonio dalla mente dei fedeli. Il demonio è contrario alla verità del Vangelo e se si legge il Vangelo e la nostra mente si lascia illuminare, viene esorcizzato».
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Il testo su Libertà di oggi, 31 ottobre 2008

giovedì 30 ottobre 2008

Vicari e moderatori, incontro con il vescovo

Alla Bellotta di Pontenure
incontro Vicari episcopali e Moderatori delle Unità pastorali


Martedì e mercoledì, 28 e 29 ottobre scorso, alla Bellotta di Pontenure, il Vescovo ha riunito i Vicari episcopali e i Moderatori delle 39 unità pastorali per l'annuale verifica del lavoro svolto. Il programma dell'incontro ha compreso una relazione di un pastoralista della diocesi di Milano, l'esperienza di sacerdoti piacentini sulle Unità Pastorali di città, pianura e montagna e poi le valutazioni del vescovo mons. Gianni Ambrosio, sempre sulle UU.PP.. Anche se erano già state presentate un paio d'anni fa, il cancelliere vescovile don Mario Poggi ha illustrato i compiti delle figure legate alle nuove circoscrizioni pastorali: i Vicari territoriali e i Moderatori. Il vicario generale mons. Lino Ferrari ha passato in rassegna i possibili cambiamenti ai confini delle UU.PP., mentre mons. Tarli ha tenuto una relazione sui diaconi permanenti e sul loro variegato ministero.
Nella seconda giornata di lavoro il vicario episcopale per la pastorale mons. Giuseppe Busani ha parlato del programma pastorale dell'anno in corso; il Vescovo ha illustrato gli estremi della futura missione popolare diocesana, mentre alcune comunicazioni hanno informato i presenti su singoli settori.

Di seguito una sintesi delle due giornate.

L'ESPERIENZA DELLA DIOCESI DI MILANO. La vicina diocesi ambrosiana da alcuni anni sta sperimentando nuove circoscrizioni pastorali che possono essere rapportate alle nostre Unità pastorali. E' una riforma ancora in fase di analisi: ne ha parlato don Luca Bressan, docente di teologia pastorale.
L'attenzione si è poi spostata su Piacenza con alcune riflessioni di Moderatori delle tre zone geografiche diocesane: città, pianura e montagna. Per le Unità pastorali cittadine è intervenuto don Federico Tagliaferri, parroco del Preziosissimo Sangue e moderatore dell'UP. 5 (parrocchie del Preziosissimo Sangue, San Corrado e San Vittore), che conta circa 18 mila abitanti. Don Tagliaferri ha richiamato le finalità dell'U.P. che sono l'espressione di una nuova situazione di Chiesa da raggiungere attraverso diverse tappe: promuovere momenti di vita fraterna per i presbiteri e sostenerli nei loro ritmi di lavoro e riposo; valorizzare i rapporti tra la gente; valorizzare il laicato e salvaguardare le storie delle singole comunità con una particolare attenzione al territorio.
Quali sono stati i tentativi fatti fino ad ora per la realizzazione di queste tappe di percorso? Incontri mensili tra i presbiteri alternati nelle singole parrocchie, disponibilità per Messe e per supplenze tra presbiteri, visite alle parrocchie nei momenti di festa per consolidare i rapporti, pellegrinaggi di U.P., anche all'interno dello stesso territorio. Vi sono poi le iniziative che rientrano nella programmazione tipica dell'U.P.: corsi per fidanzati, formazione dei catechisti, momenti di ritrovo e vacanze estive dei giovani.
Non mancano i problemi come paure generate da cambiamen6i della situazione pastorale dei presbiteri che temono il nuovo ed il confronto; a volte si fanno sentire campanilismi tra le varie comunità; auspicabile la gestione degli spostamenti (alcune famiglie, a seconda delle valutazioni del momento, tendono a spostarsi, per la loro partecipazione alla vita religiosa, da una parrocchia all'altra).
Nel complesso don Tagliaferri ha dato un giudizio positivo sul percorso delle UU.PP.: dall’esperienza vissuta se ne intuisce la portata delle potenzialità. Quella delle UU.PP. è una strada che passa soprattutto attraverso la volontà dei presbiteri: è un limite da superare con un maggiore coinvolgimento delle comunità. Occorre passare da una pastorale "eseguita" ad una "pensata" con le relative verifiche.
Il problema delle nomine: vanno fatte con una visione che superi la singola parrocchia, mentre per i laici occorre non assecondare i “giochi” di persone che tendono a perseguire interessi particolari. Tutto questo limita il percorso di chiesa.

Don Giuseppe Illica, parroco di Castel San Giovanni, ha parlato della sua U.P. che include anche Sarmato. Si è soffermato soprattutto su due livelli di attività: la collaborazione con Sarmato (viene fatto anche un bollettino insieme) e la formazione e la programmazione, settori in cui la vicina parrocchia è abbastanza autonoma. Tra l'altro è in corso la presa in carico da parte dei sacerdoti di Castello di tre parrocchie della valle: Pievetta, Fontana Pradosa e Ganaghello. L'obiettivo sarà quello di salvaguardare l'identità di queste parrocchie, ma non mancheranno i problemi anche perchè non è stata fatta una adeguata preparazione al futuro.
Parlando di clero locale, don Illica ha sottolineato la vita comunitaria dei sacerdoti della città valtidonese e si è soffermato sulle principali iniziative in corso tra cui i gruppi di quartiere, il cui obiettivo non è solo quello della formazione spirituale, ma di muoversi anche in spirito missionario. Questo resta ancora in alcuni casi un obiettivo da raggiungere. Per i problemi don Illica ha parlato di scarsa disponibilità della gente alla collaborazione: il progetto pastorale dovrebbe essere di tutti, ma non è facile superare i particolarismi. Occorre creare gruppi che si autoalimentino nella fede per passare poi alla dimensione missionaria.
Per la montagna sono intervenuti tre Moderatori. Don Luigino Pini, parroco di Bardi, ha ricordato che la realtà sociale della montagna è molto varia anche perchè si va da grosse parrocchie ad altre che non raggiungono i 100 abitanti con forti cambiamenti numerici dall'estate all'inverno. La montagna si sta impoverendo socialmente ed un'ulteriore spinta potrebbe venire dalla chiusura di scuole a cui sembrerebbe portare la futura legislazione. Mentre i giovani stanno prendendo i vizi dei loro colleghi della pianura (ad esempio le notti passate in discoteca), aumentano gli anziani e qui si richiede una pastorale specifica. Gli anziani prevalgono anche tra i presbiteri: la montagna avrebbe bisogno di preti giovani, soprattutto per la pastorale giovanile. Per le piccole parrocchie senza parroco residente si pone il problema di individuare un referente non solo per la normale attività di gestione della chiesa, ma per l'animazione spirituale della comunità.
Don Angelo Busi, parroco di Borgotaro, ha riconosciuto che vi sono difficoltà che però sono anche occasione di lavoro: ad esempio i sacerdoti anziani non si sentono di norma estromessi. Il problema non è trovare nuove figure o affrontare particolari organizzazioni, ma valorizzare quanto vi è già. "Non dobbiamo perderci in costruzioni astratte - ha sottolineato - ma metterci il cuore. Il sacerdote resta un riferimento e la gente ci vuole bene".
Don Piero Lezoli, Vicario episcopale territoriale del Vicariato val Taro e val Ceno, ha ribadito di avere fiducia nell'esperienza che si sta vivendo; ci sono state resistenze ma la gente poi ha capito. Tra le iniziative del suo Vicariato, che comprende le valli parmensi, ha citato la scuola di teologia per operatori pastorali che si tiene da ben trent'anni; in estate tutte le parrocchie vedono aumentare sensibilmente la loro popolazione e, attraverso le feste patronali, viene attuata un'apposita pastorale che diventa momento prezioso di catechesi.
Nel dibattito è stata ribadita la necessità di precisare i compiti delle figure di riferimento, tra cui “i referenti”; vanno sottolineate l'apertura missionaria delle Chiese locali e l'importanza degli incontri domenicali. Invocati anche più stretti rapporti tra vescovo, Vicari e Moderatori, senza trascurare che sul metodo hanno la precedenza i contenuti. Rispetto della tradizione, ma attenzione ai problemi di oggi. "La vera tradizione è vivere non tradizionalmente l'oggi". Emerge il problema di una nuova evangelizzazione.

IL VESCOVO E LE UNITA' PASTORALI. Le conclusioni su questo problema sono state affidate al Vescovo che ha compiuto un'ampia analisi divisa in diversi punti. Ne diamo una rapida sintesi:
- non partire dall'impressione di non avere strumenti: importante è la finalità, prioritaria soprattutto in questo momento di cambiamento;
- il presente non è solo il nostro, ma è anche l'oggi di Dio; il nostro discernimento deve essere aperto a Dio;
- siamo di fronte a scelte importanti e non possiamo fare affidamento solo sul passato; una buona ipotesi di lavoro è salvaguardare il passato, ma vivere il presente;
- occorre guardarci dai pericoli della deriva individualistica;
- attenzione merita l'insieme del popolo di Dio; ognuno di noi è importante nella sinfonia;
- l'istituzione che ha resistito nel tempo è la parrocchia che non è stata istituita per decreto ma è stata voluta dal popolo per la gloria di Dio;
- stiamo attraversando una fase di incertezza istituzionale. Può anche essere positiva perchè ci obbliga a cercare gli elementi importanti, ma questa situazione di incertezza non deve protrarsi eccessivamente nel tempo; occorre impegnarci per avviarci verso la stabilità;
- occorre tenere presente che il popolo non è di nostra proprietà; noi siamo al suo servizio;
- gestione dei cambiamenti: devono essere spiegati e condivisi; avere sempre presente che nostro compito è la cura delle anime, pur nella varietà;
- la parrocchia non è il fine dell'attività pastorale; tanto meno l'U.P; siamo nell'ordine dei mezzi e come tali vanno viste; a proposito di U.P. è consigliabile valorizzare il centro per le iniziative principali;
- importante nella pastorale lo spirito missionario e la collaborazione;
- per quanto riguarda la scelta dei referenti è importante una collaborazione tra Moderatori e Vicario territoriale; il mandato spetta al Vescovo;
- resta fondamentale l'Eucaristia domenicale;
- per quanto riguarda l'attività dell'U.P.: il numero delle Messe domenicali celebrate non può essere lasciato alle decisioni di un singolo sacerdote; anche la ristrutturazione dei beni parrocchiali non può essere lasciata alla responsabilità della singola parrocchia, ma va esaminata a livello di U.P..

Nel pomeriggio di ieri il cancelliere vescovile don Mario Poggi ha precisato quali sono i compiti di varie figure legate alle UU.P.; in particolare quelli dei Vicari e dei Moderatori sono precisati dal Codice di Diritto Canonico e sono attivi in diocesi; il cancelliere don Poggi ha proposto anche alcune indicazioni sul referente pastorale, non ancora istituito in diocesi e destinato a operare nelle comunità in cui manca il parroco residente.

VICARI EPISCOPALI.
Il Codice di Diritto Canonico disciplina la figura del Vicario episcopale nei canoni 476 e seguenti, all'interno del Libro II, titolo III, capitolo II dedicato alla Curia diocesana, articolo I "I Vicari generali ed episcopali". Il canone citato così statuisce_: "Ogni qualvolta lo richieda il buon governo della diocesi, possono essere costituiti dal Vescovo diocesano anche uno o più Vicari episcopali; essi hanno la stessa potestà ordinaria che, per diritto universale, a norma dei canoni seguenti, spetta al Vicario generale, o per una parte della diocesi, o per un genere determinato di affari, o in rapporto ai fedeli di un determinato rito o di un ceto determinato di persone".
A differenza di quello del Vicario generale, l'ufficio del Vicario episcopale, di cui parla per la prima volta il Decreto Christus Dominus 27a, è opzionale.
Spetta al Vescovo diocesano determinarne il numero e le competenze. I criteri di tale scelta terranno conto non soltanto delle esigenze pastorali specifiche ma anche della configurazione, che il Vescovo intende dare al governo della diocesi.
Il Vicario episcopale esercita in nome del Vescovo una potestà ordinaria di carattere esecutivo, da esercitarsi sempre in comunione con il Vescovo, pertanto è necessario determinare l'ambito di giurisdizione del Vicario episcopale, dettando i compiti e le funzioni che egli deve esercitare, specificandone il ruolo con precisione e chiarezza per evitare la sovrapposizione di giurisdizione, o peggio ancora, la incertezza della giurisdizione stessa.
Il Vescovo, se lo ritiene opportuno, può affidare al Vicario episcopale compiti specifici, quali, ad esempio:
Ø seguire personalmente, nell'ambito del consiglio episcopale e anche attraverso rapporti con i soggetti interessati, le nomine riguardanti i presbiteri;
Ø occuparsi delle parrocchie dove il parroco è impedito o assente;
Ø essere vicino ai presbiteri anziani e ammalati;
Ø curare la formazione permanente;
Ø curare che vengano predisposti ed attuati i piani pastorali nelle singole Unità Pastorali;
Ø promuovere corsi di aggiornamento spirituale e culturale per presbiteri e laici;
Ø garantire l'inserimento dell'attività pastorale nell'ambito di quella diocesana;
Ø verificare periodicamente con i ministri ordinati la loro situazione personale e pastorale, anche in vista di provvedimenti da assumere circa la loro destinazione;
Ø visitare le parrocchie ed altre realtà ecclesiali;
Ø convocare i Moderatori e presiederne le riunioni;
Ø coordinare le operazioni elettorali per la scelta dei Moderatori;
Ø amministrare il sacramento della Confermazione quando il Vescovo ne sia impedito;
Ø insediare i Consigli pastorali di Unità pastorale.

IL MODERATORE DI UNITA' PASTORALE
Il can. 374 § 2 CJC prevede la possibilità di riunire all'interno della diocesi le parrocchie in raggruppamenti minori, variamente denominati (Vicariati foranei, unità pastorali, ecc.). Pertanto la figura del Moderatore è disciplinata dai canoni dedicati al Vicario foraneo (can. 553-555 CJC). Infatti, dopo aver stabilito l'equivalenza dei vari termini con cui nei diversi contesti geografici viene determinato il Vicario foraneo (= Moderatore), il suo ufficio è definito in relazione alla presidenza della Unità pastorale. Nel ruolo del Moderatore viene oggi evidenziato, accanto ai tradizionali compiti giuridici e amministrativi di vigilanza, la funzione di coordinamento pastorale e di promozione della collaborazione tra le parrocchie vicine.
La nomina spetta al Vescovo diocesano, in coerenza con il carattere Vicario dell'ufficio. Si raccomanda che il Vescovo ascolti il parere dei presbiteri che prestano il loro ministero nell'Unità pastorale: le modalità di tale consultazione sono lasciate alla discrezionalità del Vescovo. E' facoltà del diritto particolare disporre diversamente in merito alla nomina, stabilendo per es. l'elezione del Moderatore da parte dei presbiteri dell'Unità pastorale.
I compiti che sono affidati dal Diritto al Moderatore sono i seguenti:
Ø in collaborazione stretta con il Vicario episcopale promuove e coordina l'azione pastorale;
Ø manifesta vicinanza ai parroci: incoraggia la corresponsabilità operosa di tutti;
Ø attua gli orientamenti pastorali diocesani;
Ø promuove la collaborazione e l'integrazione delle varie realtà ecclesiali;
Ø si preoccupa delle parrocchie dove il parroco è impedito o assente;
Ø fornisce all'Ordinario gli elementi conoscitivi utili per la provvisione delle parrocchie e destinazione dei presbiteri;

IL REFERENTE
Di seguito alcuni spunti per la figura del referente pastorale (da individuare soprattutto nelle piccole parrocchie dove manca il parroco) desunti da quanto fatto in altre diocesi; nella nostra i referenti non sono ancora stati istituiti in forma ufficiale (seppure in alcuni casi di fatto presenti ed operanti).

Il referente è un cristiano laico, donna o uomo, che si impegna responsabilmente a promuovere l'attività pastorale a lui affidata, per il bene della comunità locale parrocchiale.
Nelle comunità locali, dove spesso non risiede in modo stabile un presbitero o un diacono, il referente pastorale è costituito come punto di riferimento e, in sintonia con il parroco responsabile, come coordinatore delle attività pastorali di quella comunità.
Il referente di comunità si pone al servizio della propria comunità come persona a cui riferirsi, cura l'unità ecclesiale, coordina ogni attività che possa dare attuazione ai programmi dei Consigli di riferimento.
E' persona conosciuta e stimata nell'ambito della comunità per la sua maturità umana e cristiana.
Profilo spirituale. Per svolgere con gioia e serenità il suo servizio nella Chiesa il referente pastorale ravviva le sue motivazioni, attingendo forza nell'incontro con il Signore nella preghiera personale e comunitaria. Cerca di vivere in modo coerente la sua fede cristiana in uno stile di dialogo nella comunità cristiana, aperto all'ascolto delle istanze sociali e culturali del mondo di oggi.
La sua formazione. Il referente pastorale cura la propria formazione cristiana e la propria competenza soprattutto nell'ambito pastorale specifico; a tal fine deve avere l'opportunità di accedere ai percorsi formativi promossi a livello di Vicariato o diocesano.
I "mandati" pastorali. Con i "mandati" pastorali la Chiesa esprime la sua fiducia ai referenti pastorali laici e assegna loro una responsabilità concreta e significativa nell'animazione pastorale delle comunità cristiane. I responsabili dei "mandati" pastorali sono i parroci a livello di responsabilità parrocchiale e i Vicari a livello di Vicariato. Tale responsabilità viene supportata dai rispettivi consigli pastorali parrocchiali in armonia con gli orientamenti pastorali della Diocesi.
Altre precisazioni. La nomina di Vicari, Moderatori, Referenti è quinquennale. Si è discusso anche sulla motivazioni giuridiche che giustificano le UU.PP. Con il Codice si fa riferimento ai can. relativi ai Vicariati foranei; inoltre vi sono le decisioni prese dal recente Sinodo diocesano; vi sono poi i vari pronunciamenti della Cei.
E' stata anche richiamata la funzione che può avere nelle UU.PP. l'équipe ministeriale formata da tutti coloro che partecipano alla realizzazione del progetto pastorale.

CONFINI DELLE UU.PP. Nel pomeriggio di martedì si è parlato pure dei confini delle UU.PP. (è un argomento ancora in fase di analisi) mentre mons. Carlo Tarli, delegato episcopale per il Diaconato permanente, ha svolto una relazione sul ruolo dei diaconi permanenti in diocesi con particolare riferimento al loro apporto con le UU.PP..
Mons. Tarli ha richiamato la storia del diaconato permanente, istituito già all'inizio della Chiesa, poi caduto in disuso e rilanciato con forza dal Vaticano II. Il Diaconato non è quindi un optional, ma primo grado del Sacramento dell’Ordine composto appunto da diaconi, presbiteri e vescovi. In diocesi è iniziato con il vescovo mons. Manfredini all'inizio degli anni Ottanta del secolo scorso: attualmente sono 38 a cui si aggiungono due aspiranti di Fiorenzuola che saranno ordinati il prossimo 22 novembre. Dei 38, 33 sono sposati e 5 celibi; attualmente i diaconi impegnati nel cammino di formazione sono otto. In diocesi attualmente i diaconi svolgono il loro servizio in settori specifici come il cimitero e l'ospedale, negli uffici di curia, ad uno è stata affidata la cura pastorale di alcune parrocchie mentre molti sono impegnati a guidare la celebrazione della Parola nei giorni festivi in assenza/attesa del presbitero.
Ribadito che il Diacono permanente dovrebbe essere impegnato per le sue caratteristiche peculiari e non in un ruolo di supplenza dei presbiteri, mons. Tarli, facendo riferimento alle UU.PP., ha sottolineato che il suo apporto potrebbe essere quello di una migliore organizzazione della pastorale con compiti propri. Certamente la sua posizione è nell'équipe ministeriale.
Le UU.PP., da parte loro, dovrebbero impegnarsi maggiormente per incentivare le vocazioni diaconali (il diacono è una figura ancora poco conosciuta dai fedeli comuni) con la ricerca al proprio interno di persone adatte, chiamate poi alle verifiche e ala formazione necessarie. Nel dibattito è stata ribadita dai presenti l'importanza del Diacono proprio nel suo ruolo istituzionale e alcuni Moderatori hanno manifestato la volontà di impegnare le proprie comunità nella ricerca di nuove vocazioni.

La seconda giornata

La missione popolare diocesana

I lavori sono ripresi nella mattina di oggi, mercoledì 29 ottobre, con una relazione di mons. Giuseppe Busani, Vicario per la pastorale, sul "cammino pastorale dell'anno sull'esperienza dell'educare". In particolare ha riproposto una sintesi ed una rielaborazione del materiale già prodotto relativo all’anno pastorale con un taglio operativo. Lo stesso Vicario per la pastorale ha presentato un documento complessivo sulle Unità pastorali; tale sintesi, sottoposta ora alla visione del Vescovo e dei Presbiteri, sarà destinato nel futuro a diventare il documento base delle UU.PP..
Mons. Busani ha pure annunciato che il prossimo anno, dall’Epifania a fine gennaio, giungerà a Piacenza una mostra documentaria su San Paolo. Data la sua valenza culturalmente ampia si pensa di allestirla, se ci sarà l’accordo con gli organi preposti, in un luogo pubblico della città e potrà entrare a pieno diritto nell’anno dedicato all’educazione.
E’ stata poi la volta del Vescovo che ha parlato in modo particolare della missione popolare diocesana. Mons. Ambrosio ha confermato quanto è già stato deciso; nel 2007 mons. Monari aveva preannunciato una nuova missione popolare, in seguito ne hanno parlato gli organi rappresentativi tra cui il Consiglio Presbiterale, vi sono stati anche recentemente gli incontri con don Luigi Mosconi che ha messo a disposizione l’esperienza maturata nel settore in Brasile e sempre il progetto di una prossima missione è stato confermato. Mons. Ambrosio si è detto favorevole ad una scelta proposta, ma non calata dall’alto ed ogni comunità sarà libera di dare una propria impronta. Come è emerso dal dibattito sarà però soprattutto un evento di chiesa, nuovo rispetto alle missioni del passato tenute dalle Congregazioni, con l’impegno dei “fedeli laici”. Il Vescovo ha anticipato che verrà costituito un gruppo, presieduto da mons. Giuseppe Busani, che sarà chiamato a preparare e poi gestire la missione; missione che dovrà portare alla coscientizzazione in ognuno dello spirito missionario, alla responsabilità e dovrà essere attuata nei luoghi dove operano e vivono i cattolici piacentini.

Sono state rese note anche le date di massima:
dal 16 aprile al 31 maggio 2009 si terranno incontri con il clero e con gli organi rappresentativi nei vari vicariati (con la presenza di don Luigi Mosconi);
nello stesso periodo incontro con gli organismi diocesani di partecipazione (Consigli Pastorale e Presbiterale, aggregazioni laicali,...);
veglia di Pentecoste del 2009 annuncio ufficiale della missione;
settembre 2009 convegno pastorale di preparazione:
ottobre 2009 chiamata dei missionari;
gennaio – giugno 2010 periodo di formazione dei missionari;
settembre 2010 – Pentecoste 2011 celebrazione della missione.


Vi sono state poi alcune comunicazioni:

Fausto Fiorentini ha parlato del rapporto Hospice e assistenza spirituale (partendo del suo libro sull’Hospice di Borgonovo);

l’economo diocesano don Giorgio Bosini ha presentato alcune note operative che così riassumiamo:
- Il Consiglio economico parrocchiale è tassativo e i suoi membri devono essere nominati a tempo determinato;
- le composizione dei Consigli deve essere comunicata all’Ufficio amministrativo diocesano che deve essere coinvolto tutte le volte che se ne presenta la necessità;
- l’amministrazione parrocchiale richiede trasparenza e legalità;
- le comunità hanno il diritto di essere informate anche sulla gestione amministrativa;
- spesso si registra una certa riluttanza a dichiarare la provenienza dei finanziamenti, specialmente quelli dell’8 per mille;
- occorre fare chiarezza sulle proprietà della parrocchia dopo i cambiamenti che vi sono stati negli ultimi tempi;
- occorre mettere in ordine le consegne tra un parroco e l’altro;
- per l’assicurazione degli immobili sono allo studio convenzioni;
- chiedere la verifica di valore storico – artistico in caso di vendita di immobili con più di cinquant’anni (rivolgersi all’Ufficio beni culturali);
- consegnare annualmente all’Economo i bilanci sottoscritti dai membri del consiglio economico;
- per i preventivi chiedere la consulenza e l’aiuto dei tecnici dell’ufficio tecnico diocesano;
- conservare la fatturazione quando si chiedono contributi;
- iniziare i lavori solo dopo le necessarie autorizzazioni;
- dare visibilità agli aiuti che si hanno attraverso l8 per mille;
- chiedere la consulenza degli uffici diocesani in ordine ai tributi da pagare (es. l’ICI);
- avere un incaricato per ogni U.P. per il Sovvenire;
- mettere in rete le scuole cattoliche piacentine e le case di riposo per una migliore gestione del settore;
- seguire e collaborare con la rubrica del Nuovo Giornale dedicata all’informazione dell’Ufficio tecnico e dell’ufficio dei beni culturali.

E’ stata poi la volta di don Giuseppe Lusignani, direttore dell’Ufficio per i beni culturali, che ha richiamato i presenti su alcune scadenze:
la verifica d’interesse storico introdotta dal Ministero nel 2004, in caso di vendita, deve essere chiesta per tempo in quanto il procedimento è piuttosto lento (ci si deve rivolgere all’Ufficio per i beni culturali);
tema sicurezza: la Cei ha predisposto appositi contributi per impianti antifurto. Possibile anche contratti a tempo per impianti di videosorveglianza (anche qui prendere contatto con l’Ufficio per i beni culturali);
è in corso la catalogazione dei beni culturali mobili: già sono state prese in esame il 50 per cento delle parrocchie ed oltre il 60 per cento dei beni (è un’operazione chiesta dal Ministero e dalla Cei, ma utile anche per la salvaguardia del patrimonio artistico culturale);
i lavori di ristrutturazione devono essere programmati con largo anticipo per avere le necessarie autorizzazioni;
sentire sempre l’Ufficio per i beni culturali anche in caso si voglia fare ricorso ad impianti per il risparmio energetico.

Vi sono state poi le comunicazioni di don Giampiero Esopi (sul funzionamento della Casa del Clero) e di don Paolo Mascilongo sul programma dell’Ufficio catechistico.

In chiusura il Vicario generale ha dato comunicazioni sui seminaristi che frequentano le parrocchie (il loro impegno dev’essere finalizzato alla loro formazione); la comunità di suore che prenderà sede a Veano ha stabilito il giorno d’ingresso il 29 novembre prossimo.
Ha concluso i lavori il Vescovo che, accogliendo l’invito di mons. Ferrari, ha confermato che nei tempi forti dell’anno liturgico indirizzerà alla diocesi (o a singoli settori) documenti pastorali; ha ribadito la sua fiducia nelle Unità pastorali e nei Vicariati e, auspicando che la missione abbia un ampio consenso, ha chiesto un forte impegno da parte della componente femminile che negli ultimi tempi sembra essersi affievolita.
Occorre ricuperare – ha detto mons. Ambrosio - uno stile ecclesiale con attenzione alla realtà diocesana. Sulla gestione dei beni ha ricordato che non sono nostri, ma noi siamo solo dei responsabili morali; occorre recuperare una maggiore ecclesialità partendo dalla realtà quotidiana per vivere la nostra condizione di Chiesa.

Comunicato stampa diocesi di Piacenza-Bobbio

lunedì 27 ottobre 2008

Magdi Cristiano Allam a Piacenza racconta la sua conversione

Martedì 28 ottobre 2008, per iniziativa dei “Rotary Club del Gruppo Po Piacentino” (R.C. Farnese; R.C. Piacenza; R.C. Fiorenzuola d’Arda; R.C. San Antonino; R.C. Valli del Nure e della Trebbia; R.C. Val Tidone), in collaborazione con Don Giampiero Esopi e con l’ospitalità della Banca di Piacenza Magdi Cristiano Allam presenterà il suo ultimo volume “Grazie Gesù. La mia conversione dall’Islam al cattolicesimo”, edito da Mondadori (Maggio, 2008).

La presentazione, aperta al pubblico e a tutte le Autorità civili e religiose (fino all’esaurimento dei posti), avverrà alle ore 16 presso Palazzo Galli della Banca di Piacenza (Piacenza, Via Mazzini, 14).

“Grazie Gesù” è il titolo dell’ultimo libro di Magdi Allam edito da Mondatori. Il testo ruota attorno al fatto che, nella notte del 22 marzo 2008, durante la veglia pasquale celebrata da papa Benedetto XVI, Allam ha ricevuto dalle mani del Pontefice i Sacramenti della iniziazione cristiana (battesimo, cresima, eucarestia).

Com’era facile prevedere…”, sta scritto nella prefazione del libro, “…l’evento ha suscitato non solo l’interesse dei mass media di tutto il mondo, ma anche roventi polemiche, alimentate da quanti hanno considerato la decisione di Allam di rendere pubblica la sua professione di fede – e quella del Papa di ratificarla – una sorta di un modo di soffiare sul fuoco della e dello . Puntuali sono arrivate le condanne degli estremisti islamici, ma aspre critiche sono venute anche da , dai laicisti e da taluni esponenti della comunità cristiana. Ben più numerose, però, sono state le manifestazioni di affetto e solidarietà....”.

Una cosa è certa: Magdi Cristiano Allam “…è stato il musulmano che nell’ultimo decennio più di altri si è speso per affermare in Italia un islam della fede e della ragione, tanto da diventare bersaglio di minacce di morte da parte degli integralisti islamici che lo costringono a vivere sotto scorta…”.

Nato Al Cairo nel 1952, Magdi Allam si è laureato in sociologia all’Università “La Sapienza” di Roma. Oltre al volume che costituisce l’oggetto dell’odierno intervento (“Grazie Gesù: la mia conversione dall’Islam al Cristianesimo”), fra quelli recentemente pubblicati con la Mondadori, si ricordano: “Saddam. Storia segreta di un dittatore” (2003), “Bin Laden in Italia. Viaggio nell’Islam radicale” (2002), “Diario dall’Islam” (2002). Kamikaze made in Europe. Riuscirà l’occidente a sconfiggere i terroristi islamici?” (2004); “Vincere la paura. La mia vita contro il terrorismo islamico e l’incoscienza dell’occidente” (2005); “Io amo l’Italia, ma gli italiani la amano?” (2006); “Viva Israele. Dall’ideologia della morte alla civiltà della vita: la mia storia” (2007).


domenica 26 ottobre 2008

Suor Marina: per l'integrazione mancano gli strumenti di sviluppo

Piacenza - «Guardi non chiamatelo problema quello dell’integrazione degli stranieri. Si finisce per esasperarlo e poi la gente di questo quartiere l’accoglienza l’ha sempre praticata». Suor Marina Milani, scalabriniana, 18 anni fa ha fondato il centro per cittadini immigrati con sede in Santa Maria in Torricella. Non lo dice apertamente ma non ci sta a fare il gioco di coloro che vogliono colpevolizzare gli immigrati. «Io li ho visti - dice - dormire in via Roma e dintorni in appartamenti fatiscenti, stretti stretti, in condizioni igieniche spaventose». «In realtà qui sono mancati gli strumenti per lo sviluppo - osserva - quelli sì. Ma la parrocchia di San Savino è da sempre un punto di riferimento e continuerà ad esserlo». Lo ricorda lo stesso neo parroco, monsignor Giampiero Franceschini, quando nel suo saluto finale osserva - applaudito - come sia stato fatto un ottimo lavoro dal vecchio parroco, don Gianmarco Guarneri e dal curato don Stefano Antonelli. Certo, in questo particolare momento storico, San Savino sembra chiamata a fare sempre di più. Lo dice lo stesso vescovo Gianni Ambrosio nell’omelia: «In questa parrocchia sono molti i forestieri e sono tutti nostri fratelli. La vostra chiesa è invitata a diventare ancora più missionaria, pronta a donare il Vangelo per fare incontrare Gesù, pronta a vivere il Vangelo nell’amore fraterno e quotidiano». Il fondamento lo dà lo stesso Vangelo del giorno, molto chiaro nell’enunciare il comandamento «amerai il prossimo tuo come te stesso».
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Don Franceschini in San Savino, una missione nel cuore della città

Piacenza - «Una parrocchia con la vocazione missionaria, che dia l’esempio della vita cristiana tra le genti del mondo». Lo chiede monsignor Giampiero Franceschini ai suoi nuovi fedeli che ieri lo hanno accolto con affetto nella basilica di San Savino, la nuova parrocchia che il sessantanovenne sacerdote si appresta a guidare dopo una vita al servizio degli ultimi: dalle missioni dell’America Latina alla Caritas diocesana. Sotto lo sguardo millenario del crocifisso ligneo che sovrasta l’altare, monsignor Franceschini rinnova le promesse di sacerdozio di fronte al vescovo Gianni Ambrosio e prende possesso della basilica; riceve le chiavi della chiesa, stringe le mani ai parrocchiani in segno di pace, si commuove al lungo applauso. «È con trepidazione che arrivo in mezzo a voi ma anche con serenità e tanta gioia nel cuore» esordisce. «La parola che ha accompagnato i miei quarant’anni di vita sacerdotale - ci tiene ad evidenziare - è sempre stata “disponibilità”». Santa Maria in Torricella, Bardi, otto anni in Brasile, il Ceial con i preti fidei donum in America Latina, di nuovo in Brasile, poi San Rocco di Borgotaro, il Centro missionario, Niviano, la Caritas, monsignor Franceschini in una manciata di minuti passa in rassegna i passaggi fondamentali della sua vita di sacerdote, iniziata con l’ordinazione il primo luglio del 1967. Nessun programma: «Sono qui per camminare con voi». Poi il richiamo forte a San Savino, letto in un ottica più che attuale. Lo spiegherà lo stesso neo parroco. «San Savino era il secondo vescovo di Piacenza in una città non cristiana e non cattolica - osserva -. Era in mezzo alla gente con la sua fede, cercando di dare una testimonianza cristiana. Io sono convinto che la nostra parrocchia abbia proprio la vocazione di essere luce delle genti. Qui le genti sono attorno a noi, nelle nostre case, dobbiamo dare loro la testimonianza di una vita cristiana». Ancora: «Cercheremo di camminare assieme, di meditare la parola di Dio, di pregarla senza lasciare indietro nessuno». Nel territorio della parrocchia - contraddistinto da una forte realtà di immigrati stranieri - tutto ciò ha un significato: «Avere l’attenzione alla storia, agli avvenimenti, alle persone che stanno attorno a noi. Cercando di essere amici, amici di tutti. Dio non è solo padre dei cristiani, ma padre di tutti e chiede a noi di amarci nello stesso modo».
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Il testo integrale su Libertà di oggi 26 ottobre 2008

sabato 25 ottobre 2008

L'Opus Dei compie 80 anni, incontro a Piacenza

Piacenza - (fri) Il responsabile di “Opus Dei” in Italia sarà a Piacenza martedì prossimo 4 novembre. L’ingegner Lorenzo Revojera presenterà un filmato di un incontro con San Josemarìa Escrivà, il fondatore dell’Opus Dei. Revojera rappresenta la Fondazione La Rocca, nata a Brescia nel 2003, dalla iniziativa di persone aderenti o vicine all’Opera e che si ispira all’insegnamento del nuovo santo san Josemaría Escrivá. L’appuntamento è all’auditorium della Fondazione di Piacenza e Vigevano in via Sant’Eufemia, 12, con inizio alle ore 18 e 15. Alla presentazione del video porterà il suo saluto il vescovo Gianni Ambrosio. A Piacenza esiste un gruppo di fedeli legato all’Opus Dei che si trova per incontri di preghiera una volta al mese. L’incontro è stato organizzato in occasione dell’ottantesimo anniversario della fondazione dell’Opus Dei. La prelatura personale della “Santa Croce e Opus Dei”, in forma abbreviata “Opus Dei” (letteralmente, “Opera di Dio”), fu fondata nel 1928 da Josemaría Escrivá de Balaguer (1902-1975), sacerdote spagnolo canonizzato da papa Giovanni Paolo II nel 2002. A seguito del Concilio Vaticano II l’istituto della prelatura personale entrò nell’ordinamento canonico, e tale status è stato acquisito dall’Opus Dei mediante la Costituzione apostolica “Ut sit”, del 28 novembre 1982. Oggi l’Opus Dei è l’unica prelatura personale della Chiesa cattolica. La sua missione consiste nel diffondere il messaggio che il lavoro e le circostanze ordinarie sono occasione di incontro con Dio e di servizio nei confronti degli altri, per il miglioramento della società. Collabora con le chiese locali, offrendo mezzi di formazione cristiana (lezioni, ritiri, assistenza sacerdotale).

Monsignor Franceschini sul fronte caldo di via Roma

Piacenza - «Mi piacerebbe che questo quartiere rifiorisse, ma non perchè abbiamo mandato via tutti gli stranieri, come è successo in via Borghetto; ma perché si è riusciti a vivere bene assieme a loro». Per monsignor Giampiero Franceschini, 69 anni, ex direttore della Caritas, sarà un nuovo inizio. Alle 16 farà l’ingresso ufficiale nella chiesa di San Savino, come parroco, accompagnato dal vescovo Gianni Ambrosio. «Vado lì con lo stesso entusiasmo con cui sono andato nei vari altri posti della mia vita - ci tiene a dire -. Io non ho mai chiesto nulla: ho sempre dato la mia disponibilità ad andare dove ritenevano opportuno. La volontà è quella di Dio; io mi sono solo messo a disposizione». Un nuovo inizio, dunque: il ministero sacerdotale di monsignor Franceschini è iniziato a 28 anni proprio nell’oratorio della Torricella che oggi ritrova come parroco. Dalla Caritas arriva in San Savino, antica e nobile chiesa di un quartiere con nuove problematiche di non facile soluzione. «Non vado con dei progetti - dice - mi porto solo uno slogan: "Cammina con noi". Nel senso che mi inserisco nella storia di questa comunità che sta camminando». «La parrocchia di San Savino - continua - ha una vocazione speciale. San Savino è stato il secondo vescovo di Piacenza quando la città era pagana. Il fatto che molti abitanti della zona non siano cristiani, mette questa comunità nella situazione di dover essere testimone, luce in mezzo alla gente. Da quanto mi è stato detto, in parrocchia c’è tanta gente di buona volontà che può dare una testimonianza di accoglienza; allora sì che la convivenza diventerebbe più facile». Monsignor Franceschini ha paura che la gente si chiuda un se stessa: «Chiudere la porta in nome della piacentinità è una cosa che non capisco: allora nemmeno io sono un piacentino, essendo nato a Castelsangiovanni. Noi siamo il frutto delle invasioni barbariche, delle guerre mondiali. Piacenza è una mescolanza di razze e i suoi abitanti si devono sentire cittadini del mondo. In questo senso la parrocchia di San Savino è un laboratorio grandissimo». Una stoccata a chi affitta case fatiscenti lucrando sugli stranieri: «Chi lo fa non è un buon cristiano, lo dirò anche dal pulpito». Secondo il nuovo parroco, il quartiere, comprendendo anche la vicina parrocchia di Sant’Anna, ha invece enormi potenzialità: «Quale quartiere ha due università, una struttura come l’ex macello, chi ha un parco e due giardini, tre istituti religiosi (Scalabrine, Missionarie di Maria Immacolata Regina della pace, suore della Carità), una casa di riposo (il Maruffi, del cui consiglio di amministrazione fa parte il parroco di San Savino)? Non esiste un quartiere così ricco di potenzialità».
Federico Frighi

Il testo integrale su Libertà del 24 ottobre 2008

venerdì 24 ottobre 2008

48583, un sms per l'acqua


Cooperazione e Sviluppo alla Venicemarathon
Ritorna la campagna “Run for Water, Run for Life”


E' partita la campagna di solidarietà “Run for Water, Run for Life”, che vede insieme per il terzo anno consecutivo la Ong piacentina Cooperazione e Sviluppo e la Maratona di Venezia, la cui 23° edizione è in calendario domenica 26 ottobre. In concomitanza con la manifestazione verrà attivato il numero telefonico che permetterà, con un semplice sms, di dare il proprio contributo alla realizzazione di pozzi per l’acqua potabile nella regione ugandese del Karamoja: da giovedì 23 a domenica 26 ottobre, si potrà donare un euro inviando un messaggio al 48583 da cellulari Tim, 3, Vodafone, Wind e fissi Telecom Italia abilitati al servizio, oppure due euro chiamando lo stesso numero da fisso Telecom Italia. Nello slogan “Run for Water, Run for Life” è racchiuso infatti il legame tra la città che sorge sull’acqua e una delle zone che, nel mondo, più soffre per la carenza di risorse idriche: l’arido cuore ugandese del Karamoja, dove da oltre 25 anni l’associazione fondata da don Vittorione è impegnata in interventi umanitari. A ricordarlo sarà anche lo stand di Cooperazione e Sviluppo – animato da pannelli realizzati dagli studenti del liceo artistico “B. Cassinari” - presente nell’ambito della rassegna ExpoSport al Parco S. Giuliano di Mestre (dal 23 al 26 ottobre), dove a fare gli onori di casa sarà invitato, come testimonial d’eccezione di Venicemarathon, il campione paralimpico Oscar Pistorius. Una preziosa opportunità di incontro che va ad aggiungersi, per il sodalizio piacentino, alla collaborazione con Radio Deejay: l’emittente ufficiale della kermesse, infatti, per l’occasione ha realizzato 7.000 maglie da corsa riportanti lo slogan “Run for Water, Run for Life”, che saranno distribuite presso la postazione di Cooperazione e Sviluppo a tutti coloro che devolveranno un’offerta a sostegno dei progetti di solidarietà portati avanti in Uganda. Come lo scorso anno, sarà presente come testimonial della raccolta fondi per nuovi pozzi, l’atleta Alberico Di Cecco, che commenterà la diretta della maratona insieme ai giornalisti Rai. Tra i top runner della maratona, inoltre, ci sarà l’ugandese Amos Masai, 4^ classificato alla maratona di Padova con 2h16’. Inoltre, a rimarcare la possibilità di sostenere Cooperazione e Sviluppo saranno anche, attraverso la vitalità della musica, le esibizioni del gruppo gospel piacentino delle New Sisters e del complesso senegalese Africa Chiossan al Parco S. Giuliano di Mestre, sabato 25 ottobre. Nuovi traguardi in vista, dunque, lungo il percorso di generosità e sensibilizzazione che, grazie alle due edizioni precedenti della Maratona vissute in prima linea da Cooperazione e Sviluppo, ha consentito la perforazione di quattro nuovi pozzi per l’acqua potabile nel distretto ugandese di Moroto, migliorando le condizioni di vita di 3.362 persone.

Vivere con cinque figli, di cui uno disabile, con duemila euro al mese? Basta crederci

Piacenza - «Vivere in sette con meno di duemila euro al mese ed un figlio disabile si può. Basta credere nella divina provvidenza». Parola di Maria Grazia Ballerini, mamma a tempo pieno con cinque figli da crescere - Isabella di 17 anni, Michela (15), Alberto (13), Luca (8), Riccardo (5) -; assieme al marito Luigi Belfanti, agente di commercio. «Guardi, io non so come faccio ad arrivare alla fine del mese - risponde alla domanda che tutti le fanno quando la incontrano - però ci arrivo». L’unica fortuna della famiglia Belfanti è quella di avere un appartamento di proprietà, in un condominio qualsiasi in zona Stadio. «Ce lo ha messo a disposizione mia suocera - spiega Maria Grazia - e almeno non dobbiamo pagare affitti». Per il resto? «Per il resto viviamo alla giornata. Ogni giorno ci troviamo a superare delle vere e proprie prove. Lo Stato non ci aiuta e le tasse sono alte; c’è sempre da tirare la cinghia, da fare i conti su che cosa e a chi dare la priorità. Ciò nonostante viviamo sereni, a noi e ai nostri figli non manca nulla di necessario». La fede aiuta parecchio: «Noi crediamo che ci sia il Signore che ogni giorno provvede, è bello sapere che c’è la provvidenza divina. Obiettivamente, se dovessi guardare tutto questo con gli occhi del mondo avrei paura. Se io pensassi che non esiste nulla, sarei veramente piccola e sola. Forse non avrebbe senso crescere così tanti figli».
«Anche loro si sentono responsabili - continua - si rendono conto delle difficoltà; a volte mi stupiscono: si accontentano delle cose semplici e sono capaci di donare a chi sta peggio di loro». Alcuni esempi di sopravvivenza quotidiana: «Ci si sposta a piedi, in bici o con i mezzi pubblici; siamo in sette ma abbiamo una sola macchina: un monovolume Lancia vecchio di dieci anni. Quando andiamo in vacanza tutti assieme facciamo i salti mortali per starci e montiamo un portapacchi». Sì, perché riescono ad andare anche in ferie, come la maggioranza dei piacentini: «Una piccola vacanza la facciamo anche noi: quest’estate siamo andati in Puglia, vicino a San Giovanni Rotondo, in un residence dove fanno sconti per le famiglie numerose». Si vive per gli sconti e le agevolazioni: «Ci sono per i libri di scuola dei ragazzi, poi quelle della Family Card. Ci permettono di risparmiare circa il 10 per cento. È poco, ma mattone su mattone si mette su una casa». Si vive anche grazie alla solidarietà della parrocchia: «Ma anche fuori dalla Santissima Trinità, dalle comunità neocatecumenali. Sono in tanti che ci aiutano». Vestiti, generi alimentari ... «Molte volte sembra impensabile arrivare a fine mese. Ma alla fine ti rendi conto che non sei solo».
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Il testo integrale su Libertà del 23 ottobre 2008

giovedì 23 ottobre 2008

FAMIGLIE/Da cinque a 12 figli, le scelte difficili dei genitori coraggio

Piacenza - In tutto il comune di Piacenza sono 212 le famiglie numerose, quelle con più di quattro figli a carico. Il record appartiene ai signori Pagani, Gian Marco e Caterina, con ben 12 figli. Oggi la famiglia si trova a Sydney impegnata nella locale missione delle comunità neocatecumenali. Fanno parte di un calderone ben più ampio che, comprendendo anche anziani a carico, fanno salire a ben 500 i nuclei famigliari formati da almeno 6 persone. Il più numeroso ne ha 14, ce ne sono poi tre con 12, dieci con 10, tredici con 9, ventisette con 8, ottantatré con 7 e ben 364 con 6. Tali dati, forniti dall’Ufficio statistiche del Comune di Piacenza, sono aggiornati al 30 settembre 2008. Da 500, se si parla solo di figli e non di anziani, si scende, come detto, a 212 famiglie. Di queste, un centinaio sono iscritte all’Associazione famiglie numerose presieduta, a Piacenza, da Carlo Dionedi. «Il problema principale - osserva - è che, da una parte l’articolo 31 della Costituzione ci protegge e incoraggia, dall’altra, dati alla mano, viene disatteso. Più ci sono figli più la famiglia è penalizzata. L’esempio classico sono le bollette di luce ed acqua: altissime per me che di figli ne ho otto». «In Francia - fa il confronto - ci sono politiche molto più avanti: più del 3 per cento del Pil viene investito per le famiglie. In Italia lo 0,7 per cento». A Piacenza le cose vanno meglio: «Già dall’ammnistrazione Reggi1 abbiamo ottenuto la Family Card e, recentemente, agevolazioni per le rette delle mense e per le tariffe dell’acqua». Il grosso problema sono le tasse. Leggasi addizionale Irpef comunale: «È fissa allo 0,52 del reddito per chiunque. Anche per un single. Ci dicono che c’è un vuoto di legge, ma in altri comuni, vedasi Parma, lo hanno aggirato rimborsando il 50 per cento dell’addizionale Irpef alla famiglia numerosa». «È una questione di principio, non di soldi» puntualizza Dionedi. L’assessore comunale ai servizi sociali Giovanna Palladini, dal canto suo, conferma che dal prossimo anno la Family card si avvarrà di altre agevolazioni: sconti per il Polisportivo e, probabilmente, anche per il teatro (almeno per i bambini). Poi ci sono i voucher di sollievo (69mila euro la cifra totale), confermati dal Governo anche per il 2009. Domani sera, alle ore 21, intanto, sarà a Piacenza Mario Sberna, presidente nazionale dell’associazione Famiglie numerose. Interverrà a una serata in occasione della premiazione del concorso fotografico “Scatta la famiglia” nella sala delle colonne del Palazzo vescovile (piazza Duomo, 33). “Scatta la famiglia” è stato promosso dal settimanale Il Nuovo Giornale, in collaborazione l’Ufficio comunicazioni della diocesi e il Forum delle associazioni familiari. «L’iniziativa – precisa il direttore del Nuovo Giornale don Davide Maloberti - puntava a promuovere e valorizzare la fotografia e far riflettere su una realtà, la famiglia, che oggi si dà per spacciata e quasi morta, e che invece, di fatto, è il pilastro su cui si regge l’intera società». Prima classificata per la sezione Junior Chiara Seccaspina (2ª Alice Podrecca; 3ª Lucia Labati); per la sezione Senior Emanuele Arruffati (2° Sergio Silva; 3° Davide Demaldè; 4° Paolo Labati; 5° Massimo Seccaspina). Premio speciale a Massimiliano Gerbi.
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Il testo integrale su Libertà di oggi 23 ottobre 2008

mercoledì 22 ottobre 2008

Ambrosio con i bambini della Sant'Eufemia


La scuola cattolica: un canale dove scorre l’acqua che disseta

PIACENZA - Una scuola moderna, molto attiva, caratterizzata da una didattica di qualità, ma soprattutto da un progetto formativo di ispirazione cattolica. Questo il ritratto di sé stesso che l’Istituto Sant’Eufemia di via San Marco ha voluto consegnare – attraverso le parole della dirigente scolastica Simona Fornasari e dei rappresentanti della cooperativa che gestisce l’Istituto - al vescovo di Piacenza monsignor Gianni Ambrosio, che (la settimana scorsa) per la prima volta si è recato in visita presso la scuola, dove ha concelebrato la messa nella basilica di Santa Eufemia e incontrato i bambini e i genitori. La scuola paritaria di ispirazione cattolica offre un servizio formativo che comprende asilo nido, scuola materna e scuola elementare. L’istituto Sant’Eufemia ha – come è noto – vissuto una lunga parte della sua storia sotto la gestione della Congregazione delle Figlie della Carità di S.Vincenzo De’ Paoli: dal 2002 la scuola viene invece gestita da una Cooperativa Sociale sempre collegata fattivamente alla Congregazione stessa.

NOMINE IN VISTA/Don Dosi verso la segreteria del vescovo

Piacenza - (fri) Tempo di nomine nella diocesi di Piacenza-Bobbio. Contestualmente al pensionamento di monsignor Gabriele Zancani, verrà ufficializzata - o questo giovedì o il 29 - la nomina di don Giuseppe Basini a parroco della basilica di Sant’Antonino. Un passaggio fondamentale che spiana la strada ad un altro incarico altrettanto importante per la diocesi di Piacenza-Bobbio. Dopo 12 anni come segretario di monsignor Luciano Monari e quasi uno di monsignor Gianni Ambrosio, don Giuseppe Basini lascerà il suo ufficio al primo piano della Curia vescovile. Al suo posto arriverà don Celso Dosi. Il sacerdote assistente spirituale della Cattolica rimarrà tuttavia titolare del suo precedente incarico almeno fino al giugno del prossimo anno. Tra le altre nomine quella di don Fabio Galli a responsabile degli oratori piacentini. Nei “sacri corridoi” si parla anche - in un futuro prossimo - di monsignor Giuseppe Busani e don Paolo Inzani a Podenzano: il primo come parroco, il secondo come curato.

Il testo integrale su Libertà di oggi, 22 ottobre 2008

S.Antonino/Don Zancani in pensione dopo 40 anni

Piacenza - Dopo quarant’anni alla guida dalla parrocchia di Sant’Antonino suonano le campane della pensione per monsignor Gabriele Zancani. Lo storico parroco, ora ospite della casa di riposo San Giuseppe, lascerà la guida di quella che fu la prima cattedrale di Piacenza a don Giuseppe Basini, il quale la sta reggendo con la carica di amministratore parrocchiale “sede plena”. La notizia era nell’aria e verrà ufficializzata nei prossimi giorni con la pubblicazione dell’apposito decreto del vescovo Gianni Ambrosio. Monsignor Zancani rimarrà come una sorta di parroco onorario, come riconoscimento per il buon governo, pastorale prima di tutto, di questi quarant’anni. «L’esperienza in Sant’Antonino per me è stata un qualche cosa di indescrivibile» esordisce il monsignore che riceve nella saletta per gli ospiti della casa di riposo, messa gentilmente a disposizione dal direttore Paolo Favari. Settant’anni compiuti lo scorso febbraio, Zancani venne ordinato sacerdote nel 1966 dal vescovo Malchiodi. Oggi, con cinque anni di anticipo rispetto alla normale età pensionabile dei sacerdoti, va a riposo per motivi di salute. Anche se, a dire il vero, la sua salute sembra migliorata di parecchio da quando si trova alla San Giuseppe. Lucidissimo, con qualche problema a camminare - «ma migliorerò, me lo ha detto il fisioterapista» - e con tanta voglia di rendersi utile. Soprattutto con gli scout, suo grande amore: «Mi sento un po’ come l’orso Baloo del Libro della Jungla, sono contento quando posso rendermi utile con i bambini». Il suo ministero di sacerdote è iniziato proprio con i più piccoli, come insegnante di religione alla scuola elementare Pietro Giordani prima e alla media Valente Faustini poi. Tifosissimo della Juventus - passione in comune con il vescovo Ambrosio - sono in tanti coloro che lo ricordano quando si tirava su i pantaloni del clergyman e si metteva a giocare a calcio con i ragazzi. Ragazzi e poveri: la sua canonica, dove era stata allestita la Banca della bontà (borse di viveri per i bisognosi) era sempre aperta.
Aveva iniziato in San Pietro, come curato, poi in Sant’Antonino come collaboratore parrocchiale. Dal 1985 venne nominato canonico prevosto del Capitolo e parroco di Sant’Antonino.
Fu l’ideatore dell’Antonino d’oro, il riconoscimento - in collaborazione con la Famiglia Piasinteina - conferito al concittadino «che ha lavorato per il Regno di Dio». Gli piace ricordare il compianto monsignor Gianfranco Ciatti e la collaborazione a il Nuovo Giornale: «Sono stato molto bene con lui. Ci trovavamo dopo la messa e scherzavamo insieme». Entrambi erano uomini dalla battuta facile. Monsignor Zancani lo è ancora: «Mi ricordo quella volta che andai a constatare di persona i restauri del campanile di Sant’Antonino fin su in alto sulla bandierina. Una paura ...». Quando tornò finalmente giù disse: «Ci saranno anche tanti parroci più bravi di me, ma io sono stato quello che è salito più in alto». Infine una confessione: «Di solito si fanno dei regali quando si va in pensione. Se posso dirlo - continua sottovoce - io ne vorrei solo uno: che don Giuseppe Basini fosse il mio successore in Sant’Antonino. Sarebbe il regalo più bello». A meno di impedimenti clamorosi, sarà accontentato.
Federico Frighi

Il testo integrale su Libertà di oggi 22 ottobre 2008

PIACENZA/Solidarietà dell'Associazione stampa Emilia-Romagna ai giornalisti di Libertà dopo le affermazioni del sindaco Reggi in consiglio comunale

L’Associazione stampa dell’Emila-Romagna (Aser) esprime piena solidarietà ai colleghi di “Libertà” di Piacenza che hanno subito, in consiglio comunale, un gratuito e immotivato attacco dal sindaco Roberto Reggi che non ha gradito un pezzo di approfondimento al resoconto dell’inaugurazione dell’Agenzia di Sviluppo del quartiere Roma (zona di Piacenza con un’alta concentrazione di immigrati), defiendolo “un esempio di pessimo giornalismo”. L’Aser respinge le accuse di “scorrettezza” lanciate dal sindaco, sottolineando che l’autore dell’articolo ha fatto il suo dovere di cronista: accortosi che al taglio del nastro non erano presenti cittadini delle comunità straniere, ha intervistato negozianti e abitanti extracomunitari della via. Tutti, indicati con nome e cognome, hanno risposto di non sapere nulla dell’iniziativa e di non aver ricevuto inviti. E la giustificazione del sindaco che “tutti gli abitanti di via Roma” erano invitati alla manifestazione si commenta da sola.

Camillo Galba

Presidente Aser


martedì 21 ottobre 2008

CARITAS/Già 70 i volontari per la mensa serale

Piacenza - L’apertura serale della mensa Caritas avverrà sicuramente entro Natale. Lo ha annunciato sabato a margine del convegno annuale delle Caritas parrocchiali il neo direttore Giuseppe Chiodaroli. In precedenza l’operatore Caritas Francesco Argirò aveva evidenziato come, grazie alla collaborazione delle parrocchie della zona 1, abbiano già dato la loro disponibilità una settantina di volontari. Nel suo saluto, il neo direttore Chiodaroli ha voluto ringraziare il vescovo Gianni Ambrosio per averlo onorato con il nuovo incarico e monsignor Giampiero Franceschini «per la sua preziosa, paziente, generosa e lungimirante presenza». Una direzione che ha portato la Caritas ad avere oggi 10 operatori e 360 volontari. «Una meravigliosa fabbrica della solidarietà - così l’ha definita Chiodaroli - alimentata dalla bontà naturale e dall’opera di Cristo». Il neo direttore ha insistito sulla funzione pedagogica della Caritas, definita «prioritaria», e sull’attenzione a ciò che avviene nella società civile e istituzionale. Ha parlato, a questo proposito, di una «doverosa collaborazione con le istituzioni, pur nel rispetto e nell’autonomia delle reciproche specificità e rinunciando a ruoli di supplenza, al fine di migliorare i servizi alla persona». Infine l’affidamento della sua direzione a Maria del Buon Consiglio e Regina della Pace.

lunedì 20 ottobre 2008

CARITAS/Ambrosio: la chiesa non è un assessorato, la carità viene dall'alto

Piacenza - La Caritas non è la Croce Rossa, un assessorato ai servizi sociali, un partito, ma l’espressione di un popolo, quello di Dio, «che ha un cuore, che ama e che opera alla luce di un progetto di salvezza». È, in estrema sintesi, il messaggio che il vescovo Gianni Ambrosio ha voluto lasciare ieri mattina all’assemblea annuale delle Caritas parrocchiali. Un appuntamento importante, all’Oratorio Ragazzi del Brentei (Nostra Signora di Lourdes), con testimoni d’eccezione. Oltre al vescovo, il responsabile del Centro documentazione di Caritas Italiana-Migrantes, don Giancarlo Perego. Non solo, anche il passaggio del testimone in un incontro pubblico, tra il vecchio direttore della Caritas diocesana, monsignor Giampiero Franceschini, e il nuovo, il diacono Giuseppe Chiodaroli (ieri colpito da un grave lutto familiare e per questo presente sono nelle prime battute del convegno). Tanti e ricchi gli spunti di riflessione. Soprattutto il significato che la Chiesa dà alle opere di carità. «Ci sono opere buone (e sono tante) e opere di carità - evidenzia Ambrosio -, ma sono due cose diverse: la carità viene dall’alto». «Il ministero della carità che state svolgendo - dice rivolto ai referenti delle Caritas parrocchiali e ai molti sacerdoti presenti - è quanto mai prezioso per la Chiesa, perché è attraverso questo ministero che la Chiesa vive come realtà ecclesiale. Se la nostra Chiesa, nonostante i tanti limiti, è una Chiesa viva è perché vi è una lunga tradizione di servizio». «Le opere di carità vanno viste nella esperienza di fede - continua Ambrosio -, sono segno della missione che ci compete e ci caratterizza, segno di quel cuore che ama e che pulsa nella sua comunità».«Dobbiamo riconoscere l’origine della carità - invita il presule -. L’opera segno della Chiesa deve annunciare il Vangelo. La Caritas deve aiutare tutti i cristiani ad essere consapevoli di questo dono e di questo impegno». Le opere segno, nella pedagogia ecclesiale, sono - evidenzia - «azione che educa»: «Sono preziose, ma sono un segno e non pretendono di risolvere il problema. È importante sentire che attraverso quell’opera segno si risponde ad un invito che è quello del Signore». Come nelle opere di carità debba pulsare lo stesso cuore della comunità cattolica lo spiega bene don Perego. «Hanno valore nella misura in cui cresce la comunità cristiana. Una comunità in cui vanno continuamente rinnovate le intenzioni e le motivazioni dell’opera di carità». Ancora: «L’opera di carità deve diventare un laboratorio di educazione alle morale: l’attenzione al perdono, alla sofferenza, ai piccoli e ai deboli, all’accoglienza e via dicendo sono tutti aspetti che ci appartengono come comunità cristiana. Ecco perché l’opera di carità non deve essere fuori ma dentro la comunità cristiana, deve essere speranza in atto, luogo di incontro e di relazione».
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Il testo integrale su Libertà del 19 ottobre 2008

sabato 18 ottobre 2008

In Cattolica la giornata di Cielle con il vescovo Ambrosio

Piacenza - Un’avventura per sé. Questo il tema della “Giornata di inizio anno” del movimento di Comunione e Liberazione di Piacenza per questo 2008. Un’avventura per la propria vita, colma di fatti e di incontri: i fatti che ci capitano, gli incontri con persone che prendono sul serio la propria vita e il proprio desiderio di felicità. L’incontro sarà incentrato, come ormai da tre anni, anzitutto sul racconto di alcuni testimoni, in sintonia con quanto chiedeva il Vescovo Gianni al convegno pastorale di inizio anno: «Noi siamo chiamati da Dio e invitati a collaborare con Lui per vivere in noi la storia di Gesù e del suo amore e per raccontarla ai fratelli, perché questo amore sia conosciuto e possa rigenerare tutti per una speranza viva». Testimonianze e riflessioni sulla modalità con cui il Mistero di Dio entra nella vita: «Il Signore – dice don Carrón – per prepararci e per aiutarci a capire che cosa questo vuol dire, invece di tante parole, fa accadere, come sempre, dei fatti». E questo metodo usato dal Signore diventa il metodo attraverso cui ognuno può personalmente verificare la persuasività, la convenienza e la stima dell’umano che l’esperienza cristiana contiene.
La “Giornata di inizio anno”, che si svolgerà domenica 19 ottobre p.v. dalle 15.30 alle 18.00 presso il centro Congressi dell’Università Cattolica, è l’occasione – offerta a tutti i membri del movimento e a chiunque sia desideroso di andare a fondo dell’avventura della propria vita­ – di misurare all’opera il metodo di Dio.
L’incontro, a cui parteciperà anche il Vescovo Gianni Ambrosio per la celebrazione dell’Eucarestia, approfondirà così il tema del Fatto cristiano come centro di una avventura nuova e personale, testimoniata da racconti di persone che sperimentano il gusto di vivere il cristianesimo nella quotidianità o straordinarietà delle loro vite. Dopo l’entusiasmante esperienza del meeting Rimini dove molti volontari, anche da Piacenza, hanno animato il grande evento culturale dell’estate, il punto di partenza del lavoro del movimento di CL è lo stupore e la gratitudine di fronte al Mistero che opera nella nostra vita, rendendosi presenza incontrabile per ciascuno.
A questo momento sono invitati tutti coloro che vivono una sete di significato e un desiderio di bellezza che solo l’avvenimento cristiano sa corrispondere in modo umano e imprevedibile.
E’ il reale che grida: “Egli c’è!”.
L’incontro prevede la S. Messa presieduta da Mons. Ambrosio alle ore 15.30, e a seguire, sempre nel Centro Congressi dell’Università Cattolica, l’introduzione e le testimonianze fino alle ore 18. Per informazioni: clpiacenza@libero.it - tel. 3385065948.

venerdì 17 ottobre 2008

Sacristi alle urne

Piacenza - Al termine del mese di ottobre andrà a concludersi il mandato quinquennale del Consiglio Direttivo della U.S.A.C. (Unione Sacristi Addetti al Culto) della Diocesi di Piacenza-Bobbio. Nella prima decade di novembre, i membri associati si riuniranno per eleggere il nuovo consiglio direttivo. Il presidente uscente, Roberto Fava, nel ringraziare tutti i colleghi sacristi e addetti al culto per la loro presenza e disponibilità, si è augurato che il nuovo consiglio direttivo possa lavorare al meglio per il futuro dell’associazione. Fava ha ringraziato sentitamente anche il vescovo Gianni Ambrosio per il messaggio di augurio che ha rivolto all’associazione, e l’assistente ecclesiastico, nella persona di monsignor Carlo Tarli, per il servizio svolto in questo tempo. Attualmente i sacristi nella diocesi di Piacenza-Bobbio sono sedici e negli ultimi due anni ci sono state quattro nuove iscrizioni all’Usac.

mercoledì 15 ottobre 2008

AFRICA MISSION/Il vescovo del Sudan: i pozzi per l'acqua un segno di pace


Piacenza - Se la guerra per l’acqua in sud Sudan, diocesi di Tombura Yambio, è meno cruenta il merito va anche ai piacentini che hanno sostenuto e continuano a sostenere Africa Mission e Cooperazione e Sviluppo. Il grazie è venuto a dirlo di persona il nuovo vescovo, monsignor Edoardo Hiiboro (nella foto di Prospero Cravedi), ordinato vescovo tre mesi fa a soli 40 anni. Monsignor Hiiboro - don Edoardo, come ama farsi chiamare - era a Piacenza ieri pomeriggio nella sede provvisoria di Africa Mission, nel medesimo stabile delle Grafiche Lama, in strada ai Dossi di Le Mose 5/7. «Sono venuto qui per proseguire un rapporto, prima che progettuale, soprattutto umano - dice il presule sudanese -. A Yambio i perforatori vivono nel medesimo compound del vescovado; l’acqua per noi è fonte di guerre tra famiglie per il controllo dei pozzi nella stagione di secca». Monsignor Hiiboro è arrivato in Italia a metà settembre e tra poco ripartirà per l’Africa. In Vaticano ha frequentato il corso per i neo vescovi assieme a monsignor Gianni Ambrosio. «In Sudan siamo come su una polveriera pronta ad esplodere - racconta -. Nel 2011 ci sarà il referendum per dividere il paese in due, cattolici e musulmani. Se non passerà rimarremo a maggioranza islamica e per i cattolici non sarà una cosa bella». «Già la legge islamica vieta di realizzare chiese cattoliche - ricorda -, già avevano tentato di radere al suolo la cattedrale di Khartoum facendoci passare sopra il ponte sul Nilo, avevano provato a sradicare la messa cattolica imponendo a tutti la lingua araba (avevano poi desistito quando abbiamo cominciato a celebrarla in arabo). Il dialogo in alcune parti del paese, soprattutto, è molto difficile. Un po’ meglio nella nostra zona, isolata e fuori dalle grandi strade di comunicazione. Ma è molto importante che la comunità internazionale continui ad aiutarci. Essere cattolico, da noi, non è facile».
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Il testo integrale su Libertà di oggi 15 ottobre 2008

lunedì 13 ottobre 2008

DUOMO/La giornata della dedicazione

PIACENZA - Ricorre in questa settimana una delle solennità più importanti della Cattedrale di Piacenza-Bobbio: la dedicazione. Verrà celebrata, come giorno liturgico, martedì 14 in tutta la diocesi; mentre con tutto il popolo solo in Cattedrale, domenica 19 Ottobre. La dedicazione fa rivivere il giorno in cui il Duomo di Piacenza venne consacrato nel lontano 1132, il 14 ottobre, da Papa Innocenzo II. Intanto, in Duomo, continuano i lavori di conservazione delle tante opere d’arte. La cappella del Santissimo Sacramento, grazie ad un munifico benefattore che vuole ricordare una cara persona deceduta, da questa settimana fino a Natale sarà in restauro; per cui la custodia del Santissimo per l’adorazione resterà solo all’altare della cripta. Proprio in Duomo, sabato prossimo il vescovo Gianni Ambrosio presiederà la Veglia missionaria alle ore 21. Al termine, dalle ore 22 e 30 si terrà l’adorazione eucaristica notturna sino alle 7 del mattino alla Casa della Carità. E’ possibile prenotarsi per un turno, al numero di telefono 0523.327300.

sabato 11 ottobre 2008

8PER MILLE 2007/Ecco come la diocesi ha utilizzato i soldi

Piacenza, 15 settembre 2008

Ai sacerdoti della Diocesi Piacenza-Bobbio
A tutti gli operatori parrocchiali
A tutti i fedeli


Continuando l’informazione su come vengono impiegati i fondi 8xmille; finora ho esposto quanto e in quale misura abbiamo ricevuto con le vostre firme e le offerte al “fondo sostentamento clero”.
Ora vi espongo come sono stati spesi i fondi dateci per la Diocesi nell’anno 2007.

Fondi 8xmille alla diocesi Euro Percentuale
Opere di culto e pastorale (assegnazioni 2007) 744.817,25 17,3%
Carità (assegnazioni 2007) 419.661,62 9,8%
Sostentamento clero (bilancio ICSC 2007) 3.135.586,62 72,9%
Totale 4.300.065,34 100%


Nell’anno 2007 sono stati sostenuti per tutto l’anno 299 sacerdoti diocesani, con una media di uno ogni 1.003 abitanti.
Il loro sostentamento è costato 4.782.880,63 euro, ogni sacerdote percepisce in media circa 1.000,00 euro lordi al mese per 12 mesi, a cui si è potuto provvedere con le risorse sotto elencate:

Copertura Sostentamento clero diocesano – 2007 Euro Percentuale
Remunerazioni da parrocchie 197.909,00 4,1%
Remunerazioni, stipendi e pensioni personali 825.640,92 17,3%
Redditi dai patrimoni diocesani 520.000,00 10,9%
Offerte per il sostentamento clero (anno 2006) 103.4744,09 2,2%
Fondi 8xmille 3.135.586,62 65.6%
Totale 4.782.880,63 100%


Offerte per il sostentamento del clero
Nell’anno 2007 le offerte per il sostentamento pervenute all I.C.S.C. (istituto centrale per il sostentamento del clero) donate da persone con indirizzo attribuibile alla diocesi sono state 919 per un importo di 101.213,14 euro, sono state effettuate da 747 offerenti, uno ogni 402 abitanti.


Firme e scelte 8xmille
I dati sulle scelte 8xmille a livello diocesano sono noti relativamente alle dichiarazioni 2004 (per i redditi 2003). Quell’anno nella diocesi Piacenza-Bobbio i contribuenti sono stati 225.021 e, sulle dichiarazioni firmate, la percentuale di firme a favore della Chiesa Cattolica è stata pari all’89,76%. Per avere un confronto a livello nazionale, nell’anno 2004 la percentuale di scelte per la Chiesa Cattolica è stata del 89,81%

Opere di Culto e pastorale (per la conservazione o restauro degli edifici esistenti)
Parrocchia Vicariato U.P. Assegnazione €
Groppovisdomo 2 Val d’Arda 4 10.000,00
Prato Ottesola 2 Val d’Arda 6 5.000,00
Farini 3 Val Nure 2 10.000,00
Roveleto Landi 4Bassa e Media .Val Trebbia e Val Luretta 1 8.000,00
Villanova 4 Come sopra 2 5.000,00
Castelnovo Val Tidone 5 Val Tidone 3 5.000,00
Menconico 6 Bobbio Alta Val Trebbia Aveto e oltre Penice 4 2.000,00
Ruino Santuario di Montelungo 6 Come sopra 4 5.000,00
Ruino 6 Come sopra 4 5.000,00
Casaleto 7 Val Taro e Val Ceno 1 6.800,00
Chiesiola 7 Come sopra 1 4.200,00
Romezzano 7 Come sopra 1 5.000,00
Tarsogno 7 Come sopra 1 10.000,00
San Quirico Madonna del Rosario 7 Come sopra 2 2.000,00
Contile 7 Come sopra 3 10.000,00
Coli 6 Bobbio Aveto oltre Penice 1 5.000,00
San Pietro Casasco-riassegnazione 6 Bobbio 4 10.000,00
Verano - riassegnazione 3 Val Nure 6 5.000,00
Tiedoli - riassegnazione 7 Val Taro e Val Ceno 2 10.000,00
Rovegno - riassegnazione 6 Bobbio Aveto oltre Penice 2 5.000,00
Pei 6 Bobbio Aveto oltre Penice 2 8.000,00
TOTALE 136.000,00

Scuole di musica sacra
Istituto San Cristoforo – Piacenza 5.000,00
Istituto Musica Isola di Bedonia 5.000,00
TOTALE 10.000,00

Attività pastorali straordinarie
Seminario di Bedonia scuola teologia 5.000,00
U.P. Alta Val Taro – attività pastorali 10.000,00
CIVES –c.so formazione sociale 2.000,00
TOTALE 17.000,00

Curia diocesana e centri pastorali diocesani
Curia diocesana e uffici pastorali 170.000,00
Tribunale ecclesiastico diocesano 5.500,00
TOTALE 175.500,00

Mezzi di comunione sociale a finalità pastorale
Nuovo Giornale 25.000,00
Nuovo Giornale “Le strade della vita” 41.300,00
Teleponte 10.000,00
Radio Città Nuova 40.000,00
Servizio multimediale pastorale 5.000,00
TOTALE 123.300,00

Archivi e biblioteche ecclesiastici
Archivio storico bobbiese 7.746,00
TOTALE 7.746,00

Manutenzione straordinaria di case canoniche e/o locali di ministero pastorale
Travo 4 Val Trebbia e Val Luretta 2 7.500,00
Vicobarone 5 Val Tidone 4 10.000,00
Casoni 6 Bobbio Aveto oltre Penice 2 5.000,00
Boschetto 7 Val Taro e Val Ceno 2 10.000,00
Pieve di Gusaliggio 6 Bobbio Aveto oltre Penice 2 10.000,00
San Giuseppe Operaio 1 Piacenza - Gossolengo 4 10.000,00
Vigolo Marchese 2 Val d’Arda 8 5.000,00
Cerreto Rossi 3 Val Nure 2 10.000,00
Sant’Antonio a Trebbia 1 Piacenza - Gossolengo 3 10.000,00
Caorso 2 Val d’Arda 3 5.000,00
Roveleto di Cadeo 2 Val d’Arda 9 7.000,00
Borgo Val di Taro – San Rocco 7 Val Taro e Val Ceno 2 15.000,00
TOTALE 104.500,00

Consultorio familiare diocesano
Istituto “La Casa di Piacenza” 21.250,00
TOTALE 21.250,00

Parrocchie in condizione di straordinaria necessità
Cattedrale per oratorio S.Cristoforo 1 Piacenza - Gossolengo 1 10.000,00
Vezzolacca 2 Val d’Arda 7 8.563,00
Sacra Famiglia 1 Piacenza - Gossolengo 3 10.000,00
Vigolo Marchese – c. int. bancari 2 Val d’Arda 8 2.000,00
San Giorgio Piacentino 3 Val Nure 4 10.000,00
Corano 5 Val Tidone 3 5.000,00
Gazzola – contr. int. bancari 4 Val Trebbia e Val Luretta 5 2.000,00
Albereto di Ziano 5 Val Tidone 4 1.100,00
Perino 4 Val Trebbia e Val Luretta 2 5.000,00
TOTALE 53.663,00

Istituti di vita consacrata in straordinaria necessità
Fiorenzuola – Comunità Suore Pastorelle 2 1 5.000,00
Albereto di Ziano – Operaie della Grazia 5 4 2.600,00
Bedonia – suore Messagere 7 1 7.000,00
TOTALE 14.600,00

Rimborso spese per servizi pastorali
Rimborsi spese per servizi prestati c/o parrocchie vacanti in montagna 30.000,00


Rette di seminaristi
Rette per seminaristi e/o sacerdoti a Roma 13.035,00


Per formazione permanente del clero
Formazione diaconato permanente 5.000,00

Cura pastorale degli immigrati presenti in diocesi
Migrantes diocesana 10.000,00

Oratori e patronati per ragazzi e giovani
Agesci scout 1.550,00
Comunione e liberazione “il Circolino” 1.500,00
Fiorenzuola centro pastorale Scalabrini 2.500,00
TOTALE 5.500,00

Associazioni ecclesiali (per la formazione membri)
Comunione e Liberazione 1.500,00
Azione Cattolica 12.000,00
TOTALE 13.500,00

Iniziative di cultura religiosa nell’ambito della diocesi
Seminario di Bedonia rassegna “Bibbia e arte” 3.000,00

Servizio diocesano per la promozione al sostegno economico
Stampa opuscoli 8xmille e rimborsi spese 3.000,00

Ufficio Beni Culturali
Per rilievo 3d Cattedrale e S. Antonino S. Francesco 20.000,00

Fondo diocesano di garanzia
Fondo di garanzia e emergenze dell’anno 13.836.30
Fondo di garanzia e emergenze precedente 74.217,42

Totali impieghi del gruppo del culto e pastorale 852.697.72

CARITA’
Caritas diocesana 50.000,00
Emergenze di carità 90.537,27
Parrocchia S. Giuseppe Operaio 5.000,00
Parrocchia Santa Franca “La Giara” 5.000,00
Migrantes / la Ricerca 8.000,00
La Pellegrina - tossicodipendenti 15.000,00
Priscilla “Centro anziani” 3.000,00
Istituto “La Casa” 15.000,00
Fondi Caritas per nuova struttura 140.000,00
Le Mose in favore extra comunitari 6.000,00
Mortizza 4.000,00
Boschetto – “Casa del Pellegrino” 9.000,00
Metti “Casa famiglia” 10.000,00
Fiorenzuola “Piccola casa della carità” 5.000,00
Sacra Famiglia 10.000,00
Suore missionarie Scalabriniane 3.000,00
Centro migranti Scalabriniani 12.000,00
Ceis “la ricerca” 13.000,00
Caorso - 10.000,00
Istituto “madonna della bomba” 10.000,00
Assofa 25.000,00
Il Germoglio 10.000,00
Gruppi Volontariato Vicenziano 15.000,00
Protezione della giovane ACISJF 10.000,00
USMI Casa accoglienza dono di Maria 10.000,00
Opera Pia “Mons. Cassinari” 10.000,00
Casamatta 1.000,00
Sacerdote in difficoltà 4.500,00
TOTALI GRUPPO PER LA CARITA’ 509.037,27


Le cifre sopra esposte sono quelle del bilancio ufficiale della nostra Diocesi.
Tutto ciò è stato possibile grazie alle firme 8xmille espresse da tutti nelle dichiarazione dei redditi e nella consegna dei certificati CUD.
Approfitto dell’occasione per ricordare che le offerte fatte durante le S. Messe rimangono di competenza delle parrocchie per la gestione della stessa.
Quindi le firme all’8xmille e le offerte al ”Fondo Sostentamento Clero” sono cifre che ritornano sempre in diocesi e servono per mantenere i nostri sacerdoti e le nostre parrocchie, per la manutenzione delle chiese, per le opere di evangelizzazione, per la catechesi e per la carità e l’aiuto ai bisognosi e a tutte le attività che si svolgono nella nostra diocesi.
Per qualsiasi spiegazione o chiarimenti sono sempre a disposizione nelle giornate di lunedì, mercoledì e venerdì dalle ore 9.00 alle 12.00 presso gli uffici della Curia al numero telefonico 0523803302 o in via e-mail: sovvenire@diocesipiacenza-bobbio.org
E per ulteriori notizie potrete guardare alcuni filmati delle opere fatte sia in Italia che nel terzo mondo, grazie alle vostre firme. Troverete sul sito diocesano www.diocesipiacenzabobbio.org ; e sulla banda laterale destra cliccare “sovvenire” ed entrerete nel sito, poi fatemi sapere le vostre opinioni.
Vi ricordo che la giornata Nazionale di sensibilizzazione per il “Sostentamento Clero” sarà domenica 23 Novembre e inizierà la raccolta per le offerte deducibili per l’anno 2008.
Grazie in anticipo per il Vostro impegno Vi saluto nel Nome del Signore.



L’incaricato diocesano
Romolo Artemi

giovedì 9 ottobre 2008

Ambrosio agli studenti: impariamo anche a pregare

Piacenza - Oltre trecento studenti alla messa d’inizio anno scolastico celebrata ieri in Duomo. Non di mattina, durante l’orario delle lezioni, come avveniva parecchi anni fa. Ma di pomeriggio, alle 15, quando la mattinata in classe è terminata da poco e magari si avrebbe bisogno di un po’ di svago prima di affrontare lo studio quotidiano. Invece erano in tanti, soprattutto bambini delle elementari, intere classi con le loro maestre. Hanno accolto l’invito dell’Ufficio per la pastorale scolastica della diocesi di Piacenza-Bobbio - diretto dal diacono e professore di religione, Giovanni Marchioni - per la messa d’inizio anno scolastico con il vescovo Gianni Ambrosio.
Il presule, nell’omelia, si è soffermato sul significato della preghiera: «Gesù spesso di ritirava in preghiera e per i discepoli vederlo così era un’esperienza tutta particolare».
«Vorrei davvero invitarvi - ha detto rivolto ai ragazzi - a scoprire il desiderio vivo di pregare. Abbiamo il desiderio vivo di comunicare con i maestri, con i compagni, con le nostre famiglie. Ma la comunicazione è anche ascolto, ascolto del Signore e nello stesso tempo affidare a lui i nostri problemi. Io penso che il vero desiderio di pregare sia nel cuore di tutti gli uomini; sappiamo che per vivere bisogna respirare, la preghiera è il respiro della nostra vita, della nostra anima; nella preghiera ci presentiamo a Dio padre come figli esprimendo il desiderio di stare davanti a lui».
«Ma non basta desiderare una cosa - ha evidenziato il vescovo - bisogna fare in modo che il nostro desiderio si realizzi. Ed ecco che la domanda del discepolo diventa la nostra domanda: Signore, insegnaci a pregare». A concelebrare assieme al vescovo, don Gigi Bavagnoli, don Lorenzo Buttafava, don Luciano Ravetti e il diacono Pierluigi Marchionni.
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Il testo integrale su Libertà di oggi, 9 ottobre 2008

Ambrosio ai preti: serve un clero più unito

Diocesi di Piacenza-Bobbio
Ufficio stampa

Assemblea del Consiglio Presbiterale Diocesano

Si è riunito questa mattina, nella Sala degli Affreschi di Palazzo Vescovile, il Consiglio Presbiterale Diocesano per discutere il seguente ordine del giorno: comunicazioni di vita diocesana; intervento di don Roberto Vignolo, biblista, docente presso la Facoltà teologica interregionale, Milano-Lodi, sul tema: “Gesù e i discepoli: la qualità delle relazioni; dibattito e confronto in assemblea su: “presbitero e sfida educativa: l’importanza delle relazioni nel nostro ministero”. Ha presieduto i lavori il vescovo mons. Gianni Ambrosio, moderatore don Federico Tagliaferri. In apertura il vicario generale mons. Lino Ferrari ha ricordato che dall’ultima seduta sono morti quattro sacerdoti, ha citato gli ammalati, si è soffermato sulle nomine nel clero che ci sono state ultimamente ed ha precisato i prossimi appuntamenti diocesani: il 28 e il 19 ottobre, alla Bellotta di Pontenure, riunione dei vicari episcopali e dei moderatori delle unità pastorali mentre la riunione del Consiglio Pastorale Diocesano è stata spostata al 22 novembre. E’ stata poi la volta della relazione di don Vignolo che si è soffermato in particolare sullo stile educativo di Gesù rifacendosi al Vangelo di Marco. Il tema è stato illustrato attraverso sistematici riferimenti al testo evangelico: il relatore ha sostenuto, ed ha dimostrato, come il Gesù del Vangelo sia vivo e concreto, calato nella storia. Don Vignolo era già intervenuto, con una relazione su questo tema, al recente convegno pastorale di inizio settembre. Proseguendo nell’analisi del tema, il Consiglio è passato all’esame di un documento sulla formazione del clero con particolare riferimento al programma dell’anno in corso. La descrizione degli appuntamenti sono preceduti da una premessa che fa riferimento al recente intervento di mons. Ambrosio al convegno pastorale della Bellotta ed in modo particolare all’affermazione con la quale il Vescovo richiama i presbiteri alla necessità si assumere “una dimensione sinfonica e corale all’interno del nostro essere chiesa”. Da questa premessa il documento passa ad analizzare i rapporti tra i sacerdoti sottolineando come spesso ci siano difficoltà, a partire dall’esterno, compreso il comportamento tenuto a volte dalla stampa quando si interessa del mondo ecclesiale. Sul tema – quello dei rapporti all’interno del clero – si è sviluppato un ampio dibattito che ha sostanzialmente ribadito la necessità di recuperare un dialogo pur nel pluralismo. Lo stesso Vescovo ha sottolineato che le differenze sono una ricchezza purché siano viste all’interno di un dialogo impostato nel rispetto e volto all’unità con Gesù. Il Consiglio ha approvato, a proposito di formazione, il programma che prevede diversi appuntamenti. Un primo impegno è costituito dai ritiri mensili, nelle varie zone pastorali, che avranno al centro la seconda lettera di San Paolo ai Corinzi. Previsti anche tre incontri diocesani di approfondimento teologico e pastorale: il primo è previsto per il 27 novembre; lo spunto sarà tratto sempre dalla lettera di San Paolo ed il tema, “Il presbitero e gli affetti: uno sguardo sul vissuto”, sarà affrontato con la guida di don Enrico Parolari della diocesi di Milano. Previsto anche un cammino di formazione dei sacerdoti dei primi dieci anni di ordinazione: per loro il primo incontro si terrà nella mattinata del 30 ottobre. Infine è stata citata l’esperienza in atto di un gruppo di giovani sacerdoti, nella forma del cammino di aiuto sotto la guida di un esperto: possibile l’adesione di nuovi partecipanti. Il Consiglio presbiterale tornerà a riunirsi il 6 novembre prossimo.

Piacenza, 9 ottobre 2008

OFFERTE ALLA CHIESA/Dall'8 per mille 4 milioni di euro a Piacenza-Bobbio

Piacenza - Quattro milioni e trecentomila euro. Sono i fondi provenienti dall’8 per mille e destinati dalla chiesa cattolica italiana alla diocesi di Piacenza-Bobbio. Il “tesoretto” si riferisce al 2007 ed è il risultato delle firme nelle dichiarazioni dei redditi di tre anni prima. La diocesi continua dunque nella sua operazione trasparenza annunciata proprio ieri l’altro dal vicario generale monsignor Lino Ferrari secondo le direttive del vescovo Gianni Ambrosio. Ieri abbiamo pubblicato le offerte per il sostentamento del clero nel 2007. Oggi tocca alle entrate dell’8 per mille e, soprattutto, al loro impiego. Il 72,9 per cento viene impiegato per sostenere i sacerdoti, il 17,3 per cento per opere di culto e pastorali, il rimanente 9,8 per cento per opere di carità.
Opere culto e pastorali
Nel 2007 sono stati destinati, tra le varie realtà, 136mila euro per 21 parrocchie della diocesi, 10mila euro per le scuole di musica sacra (San Cristoforo e Isola di Bedonia), 17mila euro per attività pastorali straordinarie (tra cui 2mila euro a Cives), 170mila euro per la curia diocesana, 5.500 per il Tribunale ecclesiastico, 25mila euro per il Nuovo Giornale, 41.300 per la trasmissione tv Le strade della vita, 10mila per Teleponte, 40mila per Radio Città Nuova, 5mila per il servizio multimediale, 7.746 euro per l’archivio storico bobbiese. Ancora: 104.500 euro per la manutenzione di 12 canoniche, 21.250 per l’Istituto La Casa, 53mila euro per 9 parrocchie “in condizioni di straordinaria necessità”, 14.600 euro per tre istituti di vita consacrata, 30mila euro per i rimborsi spese per i servizi prestate nelle parrocchie di montagna, 13mila per i seminaristi, 5mila per i diaconi, 10mila per Migrantes, 1.550 per l’Agesci e Cl, 12mila per l’Azione Cattolica.
Carità
Ventotto le realtà aiutate dalla diocesi. Tra le altre, 50mila euro alla Caritas, 90mila per le emergenze, 5mila a San Giuseppe Operaio e Santa Franca, 8mila a Migrantes/La Ricerca, 15mila alla Pellegrina, 3mila per il centro anziani Priscilla, 15mila per l’Istituto La Casa, 140mila per la nuova struttura della Caritas, 4mila a Mortizza, 6mila a Le Mose.
Federico Frighi

Il testo integrale su Libertà di oggi 9 ottobre 2008