mercoledì 31 dicembre 2008

Paramenti d'epoca, Ambrosio rispolvera i sacri guardaroba

Piacenza - In questo Natale 2008, sia nella notte santa, sia la mattina del 25 dicembre nella cattedrale di Piacenza, il vescovo monsignor Gianni Ambrosio ha celebrato con il pastorale che fu del Beato Giovanni Battista Scalabrini e la mitra preziosa donatagli dall’Università Cattolica lo scorso febbraio in occasione della sua ordinazione e ingresso in diocesi. Non solo. Le due celebrazioni sono state l’occasione per evidenziare ancora una volta la volontà del vescovo di utilizzare gli antichi paramenti donati dai vescovi passati e custoditi nella sacrestia della cattedrale. “Vestigia” di un tempo che fu e che con il vescovo Ambrosio iniziano una nuova vita. Nella notte santa, ad esempio, il vescovo indossava paramenti del Settecento da tanto tempo rinchiusi nei sacri guardaroba. In particolare una pianeta rosa e dorata sopra una dalmatica appartenente al Ternario di Santa Lucia. La mattina del 25 dicembre è stata invece la volta di una pianeta di foggia orientale, in oro e argento, risalente all’inizio dell’Ottocento.
fri

Il testo integrale su Libertà del 27 dicembre 2008

Nomine, tre nuovi moderatori delle Unità pastorali

Comunicato della Cancelleria vescovile

Con Atto dell’Ordinario diocesano in data propria il M. R. Lisoni don Riccardo, attualmente parroco di Santa Brigida in Piacenza, è stato nominato moderatore dell’Unità Pastorale 2 del Vicariato comuni di Piacenza e Gossolengo, in seguito alla rinuncia dell’ultimo incaricato il M. R. Formaleoni don Giuseppe.

Con Atto dell’Ordinario diocesano in data propria il M. R. Ciullo don Umberto, attualmente amministratore parrocchiale di Roveleto e Cadeo, è stato nominato moderatore dell’Unità Pastorale 9 del Vicariato Val d’Arda, in seguito a trasferimento ad altra sede dell’ultimo incaricato il M. R. Quartaroli don Gianni.

Con Atto dell’ordinario diocesano in data propria il M. R. Galvani don Pietro, attualmente parroco di Podenzano, è stato nominato moderatore dell’Unità pastorale 6 del Vicariato Val Nure, in seguito a rinuncia dell’ultimo incaricato il M. R. Ferrari don Giuseppe.

Piacenza, dalla Curia vescovile, 23 dicembre 2008

il Cancelliere Vescovile

don Mario Poggi

martedì 30 dicembre 2008

Santissima Trinità, aiuto dalla Cei per il nuovo oratorio

Piacenza - È in dirittura d’arrivo il finanziamento della Conferenza episcopale italiana per coprire parte delle spese per il nuovo oratorio della Santissima Trinità. Lo ha annunciato il parroco, monsignor Riccardo Alessandrini, durante la messa della notte di Natale. Il finanziamento della Cei permetterà la partenza dei lavori prevista a breve. Il resto della copertura finanziaria sarà a carico della parrocchia della Santissima Trinità. A questo proposito, come ha reso noto lo stesso parroco, sempre durante la notte santa, davanti ad una chiesa gremita, è stato costituito un comitato con l’obiettivo di raccogliere i fondi per l’oratorio. La struttura sarà realizzata nel medesimo stile della Santissima Trinità, con ingresso in via Nasalli Rocca. Avrà una sala conferenza da 350 posti e un campo da calcio in erba sintetica. Il via libera all’oratorio era già stato dato nel gennaio del 2007 dalla giunta comunale di Piacenza. Ad essere approvato era stato il piano di ristrutturazione (3.400 metri quadrati complessivi) dell’edificio, oggi in parte fatiscente, che dà su via Nasalli Rocca e che è di proprietà della parrocchia. L’obiettivo è di farlo diventare un centro polifunzionale al servizio dei giovani. Il progetto dell’architetto Carlo Ponzini è poi passato in consiglio comunale per il cambiamento dell’indice di altezza ed ha avuto il definitivo via da parte della diocesi. Lo stralcio del progetto prevede la demolizione dell’attuale fabbricato, in parte fatiscente, in parte utilizzato dagli scout. Una volta ultimata la nuova costruzione vedrà la luce una sala polifunzionale interrata rivolta principalmente ai giovani. Il fronte del nuovo oratorio è di 50 metri e la struttura avrà due piani fuori terra ed uno interrato. Per ora verrà realizzato il salone per i giovani e il campetto da calcio in erba sintetica per i ragazzi. Il costo della prima fase è di circa 300mila euro. Con la realizzazione dell’oratorio si aggiunge un altro tassello all’imponente progetto del Tempio della Fraternità Universale, che i più conoscono come la parrocchia della Santissima Trinità.

da Libertà del 28 dicembre 2008

domenica 28 dicembre 2008

Il magister scout arrivato al campo base

Piacenza - «Ora che è arrivato al campo base, ci aiuti a seguire le stesse orme, ci dia occhi attenti per mettere le tracce che ci porteranno al bivacco del cielo, lui che ha tracciato con esempio intancabile, quello che è diventato anche il nostro sentiero». Sono le parole pronunciate sul filo della commozione da suor Maria Elisabetta, una delle nipoti di Renato Scaravaggi, il fondatore degli scout piacentini (“magister scout”, come viene detto) scomparso nella notte tra Natale e Santo Stefano alla veneranda età di 101 anni. Ieri pomeriggio la grande chiesa della Santissima Trinità faticava ad ospitare tutti coloro che, nella navata centrale, hanno voluto dare il loro personale saluto a Renato Scaravaggi, geometra nella vita ma capo scout nel cuore fino alla fine. Con la sua scomparsa è un po’ come se se ne sia andato il vecchio saggio del villaggio, il grande capo del del gran consiglio degli anziani. È il parroco monsignor Riccardo Alessandrini a tenere l’omelia funebre.
«Oggi la nostra parrocchia partecipa intensamente a questa liturgia di commiato - esordisce - perché il nostro Renato sta all’origine di questa comunità. Proprio monsignor Antonio Tagliaferri - rivela - ha fatto emergere il suo impegno nei primi anni della Santissima Trinità. Oggi la famiglia Scaravaggi manifesta in modo concreto quanto il papà ha vissuto e ha proposto. Vorrei esprimere un grazie a Renato Scaravaggi: ogni gruppo, ogni associazione che qui ha preso il via, ma soprattutto gli scout, il Piacenza 2, sono scaturiti dal suo cuore di uomo attento».
Suor Maria Elisabetta, la nipote di Scaravaggi entrata nella congregazione delle Clarisse missionarie del Santissimo Sacramento, legge il testamento di Baden Powell.
“Cari Scouts, … desidero mandarvi un ultimo saluto, prima che ci separiamo per sempre. Ricordate che sono le ultime parole che udirete da me: meditatele. Io ho trascorso una vita felicissima e desidero che ciascuno di voi abbia una vita altrettanto felice. Credo che il Signore ci abbia messo in questo mondo meraviglioso per essere felici e godere la vita. La felicità non dipende dalle ricchezze né dal successo nella carriera, né dal cedere alle nostre voglie. Un passo verso la felicità lo farete conquistandovi salute e robustezza finché siete ragazzi, per poter essere utili e godere la vita pienamente una volta fatti uomini. Lo studio della natura vi mostrerà di quante cose belle e meravigliose Dio ha riempito il mondo per la vostra felicità. Contentatevi di quello che avete e cercate di trarne tutto il profitto che potete. Guardate al lato bello delle cose e non al lato brutto.
Ma il vero modo di essere felici è quello di procurare la felicità agli altri. Procurate di lasciare questo mondo un po’ migliore di quanto non l’avete trovato e, quando suonerà la vostra ora di morire, potrete morire felici nella coscienza di non aver sprecato il vostro tempo, ma di avere fatto del vostro meglio. Siate preparati, così a vivere felici e a morire felici: mantenete la vostra promessa … anche quando non sarete più ragazzi, e Dio vi aiuti in questo”.
«Ecco il segreto della serena partenza del nonno - rivela suor Maria Elisabetta - ora che è tornato alla casa del Padre, ora che finalmente è arrivato al campo base, ci aiuti a seguire le stesse orme, ci dia occhi attenti per mettere le tracce che ci porteranno al bivacco del cielo, lui che ha tracciato con esempio intancabile, quello che è diventato, grazie a lui, anche il nostro sentiero».
fri

Il testo integrale su Libertà di oggi 28 dicembre 2008

In Sant'Antonino il Natale dei migranti

Piacenza - Erano in tanti gli immigrati a Piacenza da ogni parte del mondo che hanno celebrato il santo Natale nella basilica di Sant’Antonino. Era il primo Natale che uscivano da quella che può ben essere considerata come la loro parrocchia di origine: la chiesa di San Carlo, attigua al convento degli Scalabriniani, in via Torta. La messa solenne si è tenuta nel pomeriggio del 25 dicembre ed è stata officiata dallo scalabriniano padre Sergio Durigon e dal sacerdote spagnolo padre Tommaso. Sant’Antonino era gremita in particolare da sudamericani: Ecuador, Perù, Brasile. Diversi anche gli italiani. Tanti i giovani accorsi per vedere la rappresentazione del Natale realizzata dai loro coetanei e che ha preso il posto dell’omelia. Una madre spiegava alla figlia ciò che avveniva nel presepe tra i pastori, la sacra famiglia, i tre re magi. «Tutti i dialoghi si sono tenuti in lingua italiana - evidenzia padre Durigon - e i ragazzi hanno studiato per imparare le loro parti, alcune molto lunghe e complesse». «Abbiamo scelto Sant’Antonino - continua padre Durigon - perché San Carlo ormai è diventata piccola per queste realtà la cui partecipazione è in continuo aumento. La nostra idea è quella di andare pellegrini di parrocchia in parrocchia per far conoscere ai piacentini gli immigrati cattolici e per favorire il clima di integrazione».
fri

Il testo integrale e le foto su Libertà del 27 dicembre 2008

sabato 27 dicembre 2008

A 101 anni morto Renato Scaravaggi, padre degli scout piacentini

Piacenza - È mancato nella notte tra il 25 e il 26 dicembre Renato Scaravaggi. Aveva 101 anni ed era stato il fondatore dello scoutismo piacentino. Lascia 6 figli, 13 nipoti e 16 pronipoti.Piacentino del sasso, Scaravaggi era nato il 10 luglio del 1907 nel quartiere di Sant’Agnese. Alunno del Collegio San Vincenzo dei Fratelli delle Scuole Cristiane, aveva frequentato il Movimento Cattolico di Piacenza. Qui, assieme agli amici Mario Cavazzuti, Giuseppe Foroni e don Carlo Maria Aphel, nel 1921 costituì il primo reparto Asci (Associazione scout cattolici italiani) “Pierino Del Piano”. Allora il vescovo era monsignor Ersilio Menzani. La prima squadriglia in uscita ufficiale fu nel settembre del 1923 a Bobbio. Ospite d’onore alle celebrazioni di San Colombano, il cardinale Herl, primate d’Irlanda, gesuita e legato pontificio. Renato Scaravaggi, assieme agli amici Balestrazzi e Paraboschi, ebbe il prestigioso incarico di scortare, in tenuta da scout, un importante monsignore del seguito. L’anno successivo, al campo scuola di Capugnano ottenne il brevetto di aiuto istruttore. Nel 1924 si diplomò perito agrimensore presso il Regio Istituto tecnico Romagnosi. Ebbe vari incarichi, sia nel Fascio Cattolico Studentesco Manzoni, sia nella giunta diocesana dell’Azione Cattolica, nella quale fece per un certo periodo l’addetto stampa. Fu pure impegnato nelle Conferenze di San Vincenzo con il compito di portare aiuto agli indigenti della città e membro di tre confraternite, quelle di San Giorgino, della Torricella e di San Dalmazio. Nel 1926, dopo soli cinque anni di scoutismo, il movimento venne messo al bando anche a Piacenza dal regime fascista. Scaravaggi e gli altri, per far sopravvivere gli ideali di Baden Powell, furono costretti alla clandestinità, con riunioni segrete, senza divise e lontane il più possibile da orecchie indiscrete. Nel Dopoguerra (1943) riorganizzò l’Asci con la scomparsa del fascismo. Nel 1947 fu responsabile della rappresentanza scout dell’Emilia che partecipò al Jamboree di Moisson, in Francia, e fu a Roma con gli scout piacentini per il grande raduno italiano. Negli anni successivi assistette alla ricostruzione dell’Asci ricevendo l’incarico di Commissario di Zona. Alla nascita dell’Agesci abbandonò l’impegno attivo e si adoperò per fondare a Piacenza il Masci (gli scout adulti) che ufficialmente verrà costituito all’inizio degli anni Ottanta con Giuliano Borotti. Se nel cuore Renato Scaravaggi aveva dunque lo scoutismo, nella vita di tutti i giorni, grazie al suo diploma, era geometra. Scaravaggi è uno dei protagonisti del volume “Il nostro sentiero”, il viaggio dello scoutismo piacentino dagli albori agli anni Cinquanta con le testimonianze scritte raccolte da uno dei figli, Paolo. Uno dei sette figli avuti da Albertina Chiapponcelli, della quale era rimasto vedovo: Antonino, Giuseppina, Alberto, Domenico, Paolo, Francesco e Angelo (morto a pochi mesi dalla nascita).
fri

da Libertà del 27 dicembre 2008

Ambrosio: Mettiamo al centro la luce del presepe

Piacenza - «Se l’uomo mette al centro la propria presunta sapienza e la propria umana decisione, allora la vita apparirà senza luce, senza verità, senza amore. E anche senza vera libertà». Accade così quando non si accoglie Gesù, quando la gente non lo riconosce e non gli apre le porte. Il vescovo Gianni Ambrosio, di fianco alla gioia della luce, del «Verbo che si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi» non può fare a meno di ricordare il vero dramma umano. Lo fa nella messa di Natale, nella notte santa e nella solenne celebrazione della mattina del 25 dicembre nella cattedrale di Piacenza (nel pomeriggio a Bobbio). «Chi è mai l’uomo se non sa che è figlio e non vuole riconoscersi figlio?» si domanda il vescovo. «Per questo uomo la società umana non sarà che un luogo di scontro di individui che al massimo cercano alcune convergenze limitate e provvisorie - prosegue -. Per questo uomo la famiglia non sarà che una variabile tra le tante». «La scena del Natale è disarmante - osserva il vescovo -: quel Bambino, nato a Betlemme, è il Verbo incarnato che con la sua presenza in mezzo a noi continuamente ci ripete che Dio ha tanto amato il mondo da darci suo figlio, l’unico, come recita il Vangelo di Giovanni». Ma è disarmante anche «per la paura dell’uomo - continua Ambrosio - di lasciarsi prendere per mano dal Bambino nato a Betlemme e di lasciarsi condurre alla luce e alla verità fino a condividere la vita di amore nel mistero di Dio».
fri

Il testo integrale su Libertà del 27 dicembre 2008

In piazza Cavalli un angolo di Betlemme

Piacenza - Non solo bancarelle, regali di Natale, passeggio e shopping. Dalla notte santa, piazza Cavalli, il cuore civico e laico della città, ha visto spuntare come per incanto un presepe. Una natività con statuine storiche, di terracotta e con almeno un secolo di vita sulle spalle. Con una sede d’eccezione: il portale mediano della basilica di San Francesco.
L’idea è venuta al parroco, don Giuseppe Frazzani, che ha deciso di spostare il presepe della basilica, solitamente nella cappella del Malosso, ben in vista quasi sul sagrato: nel piccolo atrio tra il portale sovrastato dalla lunetta e il controportale interno. Da qui, dalla notte santa, sarà sufficiente aprire i battenti e il presepe irraggerà con le sue luci il sagrato della basilica, visibile da tutta la piazza.
«Abbiamo pensato di celebrare anche così i 730 anni della basilica - osserva don Frazzani -: il portale settecentesco diventa cornice del presepe (protetto da una lastra di plexiglass) sulla piazza». Non solo, c’è anche un significato simbolico: è il presepe che va incontro alla gente. «Ogni persona che passerà qui davanti - si augura il parroco - se lo vorrà potrà avere un riflesso della luce che viene dal santo Natale».
fri

Il testo integrale e le foto su Libertà del 24 dicembre 2008

giovedì 25 dicembre 2008

Ambrosio: nella crisi, il Natale porta un messaggio di speranza

Diocesi di Piacenza-Bobbio

Il Vescovo

Natale 2008: messaggio ai Piacentini


E’ un Natale di crisi, di difficoltà, di incertezza. Il mio augurio è proprio questo: sia anche un Natale di speranza, un Natale che viene a darci la buona notizia.

Un bimbo si affaccia alla vita, viene alla luce, nasce. Non è un’idea, ma una persona. Non è un concetto, ma un fatto che stupisce e poi sconcerta. Quel bimbo che nasce nella notte a Betlemme è il Salvatore, è il nostro Salvatore.

Sono trascorsi i secoli, ma quella notte resta grande e unica. Ancora una volta l’annuncio continua ad essere ripetuto: è nato il Salvatore. Un annuncio che non solo ci sorprende, ma ci interpella: è nato per noi.

Come è possibile? Per noi uomini del terzo millennio, artefici del nostro destino? Per noi orgogliosi delle nostre conquiste tecnologiche? Per noi che siamo riusciti a decifrare i codici del genoma umano? Per noi che siamo diventati adulti, e dunque incapaci di attendere qualcuno, rinchiusi nel nostro scetticismo?

Sì, è possibile che quell’annuncio ti interpelli: quel bambino è nato per te. E tu, alla fine, arrivi a scoprire che hai bisogno di lui, di lui come luce vera che illumina il tuo cammino, di lui come fratello che ti svela il volto del Padre, di lui come amico che condivide la tua fatica e ti aiuta a sperare.

Proviamo a far tacere ogni rumore, non solo fuori di noi, ma anche dentro di noi, nelle fibre del nostre cuore là dove si agitano le tante preoccupazioni, dove si vivono le troppe tensioni.

Proviamo a sostare anche solo per qualche minuto dinanzi ad un presepe, quello di casa nostra o quello che troviamo in una Chiesa o quello dei nostri ricordi di infanzia o quello dipinto da qualche pittore, come il famoso Tondo di Botticelli conservato nel nostro Museo Civico. Troviamo il tempo di fermarci e di contemplare questo bambino che è nato per noi.

Se possibile, contempliamolo con gli occhi della fede: sono occhi che vedono in profondità. Se non fosse possibile, contempliamolo comunque: un po’ di luce verrà, forse sarà anche l’occasione per sentire una voce che si leva dal fondo del cuore. Le parole pronunciate da questa voce non saranno subito ben comprensibili. Ma, prestando un po’ d’attenzione, non tarderemo a capire che sono parole che invocano luce, speranza, pace.

Per chi? Per noi stessi, bisognosi di essere salvati dentro, proprio nell’intimo della nostra vita. Per le nostre famiglie, bisognose di ritrovare serenità, concordia, fiducia. Per la nostra società, bisognosa di ritrovare lo slancio e la concordia per vincere la rassegnazione e poter guardare al futuro. Per l’intera umanità, bisognosa di fraternità, di solidarietà, di pace.

Forse, mentre contempliamo quel bambino, come in un lampo passano davanti ai nostri occhi i tanti bambini martoriati dall’uso delle armi, i molti giovani che camminano nei tunnel della noia, dell’alcool o della droga, gli uomini impediti di professare la propria fede, coloro che sono sfruttati e offesi nella loro dignità, coloro che soffrono – anche qui nel nostro territorio – per l’incertezza del posto di lavoro, per la povertà, per la fame. Anche dal fondo di questa umanità si leva un grido di aiuto.

Abbiamo bisogno di Lui. Forse oggi ancora più di ieri, perché oggi la realtà è diventata più complessa e le minacce per la dignità della persona umana sono più gravi, più insidiose, più drammatiche. Egli è il Salvatore anche dell’uomo di oggi, di ciascuno di noi, perché è la luce che illumina il nostro cammino, è il Verbo che viene ad abitare fra la sua gente, è il Figlio che dona, a chi l’accoglie, la grazia di diventare figlio di Dio, è la nostra speranza. Il Figlio di Dio si è unito a noi, ad ogni uomo: è nato nel tempo e si è fatto uomo, uno di noi, ma ha unito noi all’eternità.

Proprio perché è la Parola, egli parla a noi del Padre, del suo volto, del suo cuore, del suo amore, del suo disegno di salvezza. E parla a noi svelandoci la verità di noi stessi: nella sua carne è sancita l’alleanza indistruttibile tra il Padre e noi, suoi figli. Dio si fida di noi e ci chiama a condividere il suo progetto. In questa rivelazione sta tutto il senso della nascita del Figlio di Dio, della sua presenza, della sua missione nel tempo, nella storia, nella nostra vicenda personale. Questa rivelazione racchiude non solo la luce, ma anche la vita, la grazia, la verità: “in lui era la vita e la vita era la luce degli uomini”.

Quel bambino, uomo come noi, nato da donna, figlio di Maria di Nazaret, è Dio che si è fatto fragile creatura umana per portare a tutti noi l’amore del Padre: “Dio si fa uomo affinché l’uomo sia fatto Dio”, recita un’antica formula dei padri della Chiesa.

Giunga a tutti gli “uomini di buona volontà”, e cioè a tutti, perché ognuno di noi è amato da Dio, il messaggio di Natale nella sua inalterata freschezza, nella sua sorprendente e gioiosa notizia. Sia donata a tutti la forza di vegliare nella notte scrutando l’aurora, a tutti sia concessa la gioia di riconoscere nel bambino nato a Betlemme la speranza di una vita segnata dall’amore, dalla pace, dalla fraternità. A tutti auguro un Buon Natale.

†Gianni Ambrosio

vescovo di Piacenza-Bobbio

mercoledì 24 dicembre 2008

Una crostata di prugne e un libro sul Duomo per i 65 anni di Ambrosio

Piacenza - Nella Curia di Piacenza-Bobbio i parroci del centro città e tutto il personale di curia sono stati ricevuti dal vescovo Gianni Ambrosio per gli auguri di Natale ma anche per il 65esimo compleanno del presule, nato il 23 dicembre del 1943. È stato il vicario generale, monsignor Lino Ferrari, a consegnare il dono della curia: un prezioso volume - proveniente dalla biblioteca privata di monsignor Marco Villa - e contenente gli atti di un convegno tenutosi in occasione dell’850esimo della fondazione della cattedrale voluto dal vescovo Enrico Manfredini nell’ambito della valorizzazione della tradizione piacentina. Risalente dunque a quasi trent’anni fa, si tratta del più recente volume artistico sulla cattedrale di Piacenza che monsignor Ambrosio dopo aver ringraziato i presenti, ha definito «nobile e austera». Non solo: il presule ha auspicato che presto venga realizzata una nuova nuova pubblicazione artistica sul Duomo di Piacenza, sulla cattedrale di Piacenza che non è solo la chiesa principale della diocesi, ma anche e soprattutto la cattedra del vescovo.
Nel giorno del suo compleanno, Ambrosio ha ricevuto anche gli auguri telefonici del magnifico rettore della Cattolica, Lorenzo Ornaghi. «La Cattolica e la diocesi di Piacenza-Bobbio sono entrambe nel mio cuore anche se oggi la chiesa piacentina bobbiese ha naturalmente il posto centrale» ha detto il vescovo ai presenti. Prima di tagliare la sobria crostata di prugne ricamata con un numero 65 di pastafrolla in bell’evidenza e di soffiare sull’unica candelina. Come in ogni compleanno che si rispetti, nella sala degli affreschi, anche le note di un corale e affettuoso “Happy birthday to you, happy birthday vescovo Gianni”, cantato rigorosamente in italiano.
fri

Il testo integrale su Libertà del 24 dicembre 2008

domenica 21 dicembre 2008

Questa sera a Rivergaro il concerto di Natale

Questa sera, domenica 21 dicembre alle ore 21 nell'auditorium Casa del Popolo di via Veneziani a Rivergaro si terrà il concerto di Natale dei 4/4 Quartet con Elisabetta Fanzini (violino), Giorgia Gazzola (soprano), Luca Mezzadri (percussioni), Corrado Pozzoli (pianoforte).
Il giovane quartetto è composto da musicisti eclettici che vantano una formazione poliedrica ed esperienze professionali in diversi generi musicali. Di recente formazione, il quartetto offre un repertorio variegato proponendo melodie cantabili e ritmi travolgenti senza rinunciare ad arrangiamenti originali e virtuosismi.
Il concerto è organizzato da SACRICORRIDOI in collaborazione con GAZZOLA CONSULENZA IMMOBILIARE (sponsor), con il patrocinio del COMUNE DI RIVERGARO ed il prezioso aiuto del Circolo Sant'Agata della parrocchia di Rivergaro e di Tramballando.
Le offerte raccolte saranno devolute alla realizzazione dell'auditorium della parrocchia di Sant'Agata.

Monsignor Lanfranchi nella terna per Bergamo

Piacenza - Il vescovo piacentino Antonio Lanfranchi (oggi a Cesena-Sarsina) è nella terna presentata al Papa per la nomina imminente del nuovo vescovo di Bergamo. Se ne era già parlato nei giorni scorsi, oggi la situazione si è fatta più chiara. Benedetto XVI si troverà a scegliere - non è detto che lo abbia già fatto - tra Domenico Sigalini, bresciano, vescovo di Palestrina e assistente generale dell’Azione Cattolica, Francesco Beschi, vescovo ausiliare di Brescia e, appunto, Antonio Lanfranchi. Il primo sembra il favorito anche se appare difficile che possa reggere contemporaneamente Bergamo e l’Azione Cattolica. Il secondo troverebbe qualche ostilità di troppo nel clero bergamasco e, oltretutto, allo stato attuale, garantisce per Luciano Monari il buon governo della diocesi di Brescia. Viceversa il presule della Valnure, apprezzato dai vertici, ha tutte le carte in regola ed è pronto a giocare il ruolo dell’outsider.
fri

Il testo integrale su Libertà di oggi 21 dicembre 2008

sabato 20 dicembre 2008

Tutti i riti di Natale nel Duomo di Piacenza

Diocesi di Piacenza-Bobbio

Ufficio stampa

Natale 2008 in cattedrale

con i riti presieduti dal Vescovo

Vigilia di Natale, mercoledì, 24 dicembre 2008.

Ore 18.00 Primi Vespri

Ore 18.30 Messa della vigilia

Ore 23.30 Ufficio di Letture presieduto dal vescovo mons. Gianni Ambrosio

Ore 24.00 Messa solenne presieduta dal vescovo mons. Gianni Ambrosio con la partecipazione della Cappella Maestro Giovanni e orchestra diretta dal m° Massimo Berzolla.

SOLENNITA’ DEL S.NATALE, giovedì, 25 dicembre 2008

Messe alle ore 8.30 (9.30 in S.Rocco) - 11.00 -12.15 - 18.30

Ore 11.00 Messa solenne episcopale presieduta dal vescovo mons. Gianni Ambrosio con la partecipazione del Coro di S.Giustina diretto da Simone Fermi.

Ore 18.00 vespri solenni capitolari.

Ore 18.30 .Messa presieduta dall’arciprete della Cattedrale mons. Anselmo Galvani con la partecipazione della Cappella maestro Giovanni diretta dal m° Massimo Berzolla.

Venerdì 26 Dicembre, festa di S.Stefano protomartire (non di precetto)

Messe alle ore 8.30 (9.30 in S.Rocco) - 11.00 - 12.15 - 18.30

Ore 18.30 Messa presieduta dal vicario generale mons. Lino Ferrari con la partecipazione del Coro degli Alpini diretto da don Gianrico Fornasari.

Domenica, 28 Dicembre 2008.

Messe alle ore 8.30 (9.30 in S.Rocco) - 11.00 - 12.15 - 18.30

Ore 11.00 Messa solenne presieduta dal vicario generale mons. Lino Ferrari per gli anniversari di matrimonio del 2008 con la partecipazione del Coro di S.Giustina diretto da Simone Fermi.

Mercoledì, 31 Dicembre 2008.

Messe alle ore 8.00 - 10.30 - 18.30

Ore 18.30 Messa solenne con Te Deum presieduta dal vescovo mons. Gianni Ambrosio

Ore 23.00 adorazione in Cattedrale fino a mezzanotte.

Giovedì 1° Gennaio 2009, SOLENNITA’ DI MARIA SS.MA MADRE DI DIO

Giornata della Pace

Messe alle ore 8.30 (9.30 in S.Rocco) - 11.00 -12.15 - 18.30

Ore 11.00 Messa solenne presieduta dal vescovo mons. Gianni Ambrosio.

Ore 18.00 Vespri solenni capitolari.

Ore 18.30 Messa solenne presieduta dal vicario generale mons. Lino Ferrari

Martedì 6 Gennaio 2009 SOLENNITA’ DELL’EPIFANIA

Messe alle ore 8.30 - (9.30 in S.Rocco) - 11.00 - 12.15 - 18.30

Ore 11.00 Messa solenne parrocchiale presieduta dal vicario generale mons. Lino Ferrari.

Ore 18.00 Vespri solenni.

Ore 18.30 Messa solenne presieduta dal vescovo mons. Gianni Ambrosio.

Confessioni in cattedrale

Tutti i giorni feriali dalle 8.00 alle 12.00 e dalle 16.30 alle 19.00.

Domenica e giorni festivi durante le Messe delle 11.00 - 12.15 e 18.30.

Vigilia di Natale come nei giorni feriali e dalle 22.00 alle 24.00.

Presepi in Cattedrale

Nel transetto di destra alla Cappella della Madonna Addolorata: il presepio allestito dal Liceo Artistico;

nel transetto di sinistra alla cappella della Sacra Famiglia: il presepio allestito dai giovani della Cattedrale con le statue in legno scolpite dall’artista Ada Tassi;

visita ai presepi: negli orari di apertura della Cattedrale dalla vigilia di Natale all’Epifania, esclusi gli orari delle celebrazioni liturgiche.

Celebrazioni del Vescovo nella concattedrale di Bobbio

SOLENNITA’ DEL S. NATALE – giovedì, 25 dicembre 2008

Ore 17,30 Vespri solenni

Ore 18.00 Messa

Giovedì 1° Gennaio 2009 SOLENNITA’ DI MARIA SS.MA MADRE DI DIO

Giornata della Pace

Ore 18 Messa solenne

Martedì 6 Gennaio 2009 SOLENNITA’ DELL’EPIFANIA

Ore 11 Messa solenne

venerdì 19 dicembre 2008

Duomo di Piacenza, un calendario per far rivivere la Madonna del Popolo

Piacenza - Un calendario con le immagini artistiche del Duomo permetterà il restauro della Madonna del Popolo.
Il calendario artistico della Cattedrale 2009 è stato presentato dal presidente di Domus Justinae, Tiziano Fermi. È dedicato alla Beata Vergine Maria nelle più belle rappresentazioni pittoriche del Duomo di Piacenza. Da domani sarà disponibile in cattedrale; il ricavato delle offerte servirà a sostenere il restauro della Cappella della Madonna del Popolo nel transetto di sinistra della Duomo. Le immagini della Vergine Maria rappresentate sul calendario sono state fotografate da Luca Zaninoni. La pubblicazione è stata resa possibile grazie all’aiuto della Franzoni Sergio Autotrasporti. Sono sei i dipinti: l’adorazione dei Magi di Serafino de’ Serafini (XIV secolo), la Madonna con il Bambino, di autore ignoto (fine XIV secolo), l’incoronazione di Maria, del Procaccini (1608), l’assunzione della Beata Vergine Maria, sempre del Procaccini (1608), lo sposalizio mistico di Santa Caterina, di Robert De Longe (XVII secolo), la Natività, del Guercino (1627).
In allestimento i due presepi del Duomo: nella cappella della Sacra Famiglia con le statue lignee della scultrice Ada Tassi, nella cappella dell’Addolorata con il liceo artistico.
fri

Il testo integrale su Libertà del 19 dicembre 2008

(video) Il vescovo Negri su monsignor Manfredini (fine)

giovedì 18 dicembre 2008

(video) Il vescovo Negri su monsignor Manfredini 3

Il vescovo Ambrosio scrive alle famiglie e ai ragazzi

Piacenza - Un lettera alle famiglie per invitarle ad avere fiducia nella missione educativa; una ai ragazzi per risvegliare in loro il desiderio di confronto con i genitori ed invitarli a mettere al centro Gesù Cristo, lasciandosi accompagnare nella vita di ogni giorno. Così il vescovo Gianni Ambrosio ha pensato di augurare un buon Natale a tutti i piacentini, considerandoli nel loro ruolo di genitori, di figli, senza escludere chi è solo, chi vive il dolore del lutto o di una separazione. I due documenti escono oggi in via ufficiale.
Tremila copie di un breve scritto di otto pagine stampato in un libercolo di formato tascabile. Per i ragazzi, invece, un inserto più breve. È la prima volta che Ambrosio scrive e rende pubblico un documento destinato a tutta la diocesi di Piacenza-Bobbio. La doppia missiva assume anche un’importanza particolare, avendo deciso il vescovo di non scrivere, per questo suo primo anno, la lettera pastorale alla diocesi. Sotto Natale, appare come un pensiero personale del presule alle famiglie piacentine. Con garbo e toni pacati. Entra nelle case ed invita ad avere fiducia. È il requisito fondamentale affinché le famiglie possano continuare a svolgere la loro missione educativa: «Fiducia verso il Signore, verso se stessi, verso gli altri». Poi i figli, i ragazzi, «preziosi agli occhi di Dio, sempre».In entrambi i documenti il Tondo del Botticelli, il quadro della Madonna con il Bambino custodito nei Musei Farnesiani e dal quale il vescovo ha tratto l’ispirazione. «Questo dipinto, nella sua semplicità, esprime tanti valori capaci di parlare anche senza le parole. Riesce a comunicare il messaggio di vita e di speranza insito nel santo Natale». Poi l’aspetto culturale: «È un’immagine bella che troviamo nella nostra città e mi sembra giusto valorizzarla». Monsignor Ambrosio prende la parola dopo che don Giuseppe Lusignani termina di illustrare il significato del Tondo del Botticelli, scelto quest’anno della diocesi di Piacenza-Bobbio come simbolo dell’Avvento. Il vescovo, di fronte ad una riproduzione del dipinto a grandezza naturale, invita «a tacitare i rumori esterni e quelli interni, per fermarsi a contemplare; se possibile con gli occhi della fede, ma anche con gli occhi della vita di tutti i giorni scopriamo cose davvero belle che ci interpellano. Quel bambino che nasce ci interpella perchè è il Salvatore di ciascuno di noi». «Ma come - si chiede Ambrosio - abbiamo bisogno di un salvatore dopo aver scoperto, che so io, il codice del genoma? Io credo di sì. Nel profondo del nostro cuore sentiamo sempre un’invocazione di aiuto di fronte ai tanti misteri della vita. Ecco, arriva colui che è la vita, la luce che ci è donata dal bimbo di Betlemme. Abbiamo bisogno di lasciarci illuminare, di contemplare il presepe e di sentire davvero la parola di speranza che ci dice che non siamo soli».
Federico Frighi

Il testo integrale su Libertà di oggi 18 dicembre 2008

(video) Il vescovo Negri su Manfredini (2)

(video) Il vescovo Negri su monsignor Manfredini 1

Monsignor Negri: Manfredini gigante della Chiesa

Piacenza - «Siamo nani sulle spalle dei giganti. Manfredini è stato uno di questi giganti, un vero padre della Chiesa». Così monsignor Luigi Negri, vescovo di San Marino e compagno di seminario di monsignor Manfredini, tratteggia la figura del compianto presule di Piacenza prima (dal 1969 al 1983), arcivescovo di Bologna poi, nel venticinquesimo anniversario della morte (il 16 dicembre del 1983). La ricorrenza è stata celebrata ieri pomeriggio nella sala delle Colonne di palazzo vescovile e successivamente con una messa officiata dal vescovo Gianni Ambrosio in Duomo.
«Per Manfredini Cristo era veramente il centro di tutto, e su questa base nacque la sua amizia con don Giussani» inizia a raccontare. «Quando parlava di Gesù Cristo si commuoveva. Nella sua camera di preghiera, dopo una certa ora non poteva entrare nessuno. Aveva stabilito un’intimità con Cristo». Com’è nel suo carattere, Negri non le manda a dire: «Oggi il punto più segreto dei nostri preti è dove c’è internet e la tv al plasma - prova a fare un confronto -. Manfredini nella sua casa aveva invece creato una struttura fisica che gli consentiva l’approfondimento del rapporto con il Signore come se fosse in clausura, come se fosse un contemplativo». Gli anni del seminario, quelli della parrocchia di Varese, la grande sintonia con Giovanni Battista Montini (poi papa Paolo VI), il periodo piacentino, quello bolognese. Monsignor Negri, in quaranta minuti fa rivivere la figura di Manfredini: «L’affezione totale per Cristo dunque, poi la straordinaria capacità di amicizia con tutti e l’incredibile capacità di lavoro. Si preparava, non c’era nessuna approssimazione nelle cose che faceva; si veda ad esempio la costruzione dell’intervento in Uganda». Ancora: «La passione per l’insegnamento della religione, la volontà di qualificare al massimo gli insegnanti per essere una presenza della Chiesa nella società, la volontà di influire sulla vita della società, la dimensione educativa fondamentale per far crescere il senso critico». Un riformatore ma nella tradizione: «In forza della grandezza e della vitalità della tradizione, assunse coraggiosamente prospettive e vie nuove». La missione: «Capì subito che tutto si giocava nella missione come dimensione della Chiesa, mettendo al centro un progetto preciso su cui misurare la capacità di rispondere da parte del suo popolo. L’obiettivo era quello di arrivare nella vita sociale senza volontà egemoniche ma attraverso il dialogo tra identità consapevoli». L’altro grande tema fu quello dell’educazione dei giovani, la non delega alle strutture scolastiche laiche: «Manfredini fu tra i primi vescovi italiani che negli anni Settanta ricominciò a parlare di scuola libera, di una scuola che esprimesse una continuità sostanziale della tradizione culturale della famiglia». Negri ricorda l’invito agli studenti di Bologna a salire al santuario di San Luca per riflettere sul senso della vita. Aderirono più di cinquemila ragazzi. L’iniziativa gli costò una denuncia per interruzione di pubblico servizio da parte di un preside cattolico. «La libertà della scuola per Manfredini è il più grosso aiuto che si possa dare alla democrazia - osserva -. Non può esistere una società democratica se i cattolici non sono presenti con la loro identità spirituale e culturale che è evidentemente più profonda di tutte le altre tradizioni».
fri

Il testo integrale si trova su Libertà di ieri 17 dicembre 2008

martedì 16 dicembre 2008

Domenica 21 il concerto di Natale di Sacricorridoi

Domenica 21 dicembre alle ore 21 nell'auditorium Casa del Popolo di via Veneziani a Rivergaro si terrà il concerto di Natale dei 4/4 Quartet con Elisabetta Fanzini (violino), Giorgia Gazzola (soprano), Luca Mezzadri (percussioni), Corrado Pozzoli (pianoforte).
Il giovane quartetto è composto da musicisti eclettici che vantano una formazione poliedrica ed esperienze professionali in diversi generi musicali. Di recente formazione, il quartetto offre un repertorio variegato proponendo melodie cantabili e ritmi travolgenti senza rinunciare ad arrangiamenti originali e virtuosismi.
Il concerto è organizzato da SACRICORRIDOI in collaborazione con GAZZOLA CONSULENZA IMMOBILIARE (sponsor), con il patrocinio del COMUNE DI RIVERGARO ed il prezioso aiuto del Circolo Sant'Agata della parrocchia di Rivergaro e di Tramballando.

lunedì 15 dicembre 2008

Ambrosio: nel 2009 ripartiamo dall'essenziale

Piacenza - Un 2009 in cui riscoprire quali sono i valori fondamentali della vita. Sarebbe il regalo più gradito per il vescovo Gianni Ambrosio.
«Sarebbe davvero buona cosa se, aiutandoci reciprocamente, ci sforzassimo di mettere al centro la dimensione educativa, il far crescere, il promuovere, l’offrire un orizzonte più ampio rispetto ai problemi della vita quotidiana. Il clima culturale complessivo deve essere di crescita intelligente, non solo per i bambini ma per tutti, anche per le persone adulte. Ecco perché parlo di formazione permanente». Non è un caso che alla fine di maggio del 2009 la diocesi di Piacenza-Bobbio faccia partire la missione popolare. «Far partire una missione popolare è la consapevolezza che abbiamo bisogno di uno spazio per ritrovare gli elementi portanti della nostra vita cristiana, ecclesiale, sociale. Se noi riusciamo ad evidenziare ciò che veramente conta nella vita, abbiamo già fatto la missione popolare: perchè avremo trovato l’essenziale. Poi potremo realizzare questa e quell’altra cosa. Ma partendo da lì. Desidererei proprio, nel nuovo anno, che l’aspetto di educazione di base e missione popolare convergessero e ponessero al centro la realtà della famiglia e della scuola».
fed.fri.

Il testo integrale su Libertà del 13 dicembre 2008

sabato 13 dicembre 2008

Ambrosio, un anno a Piacenza: fare il vescovo cambia la vita

Piacenza - Lunedì 22 dicembre 2007 veniva annunciata in via ufficiale la nomina di monsignor Gianni Ambrosio a vescovo di Piacenza-Bobbio. Ad un anno di distanza Libertà pubblica un suo primo bilancio.
«Piacenza è una realtà con aspetti interessanti e positivi e con molte potenzialità. È davvero consistente il numero delle persone che fa volontariato sia un forma organizzata sia in forma diffusa nel tessuto sociale. È un aspetto molto importante per Piacenza, in un momento in cui l’individualismo segna troppo la nostra realtà sociale e culturale. Questa attenzione all’altro e la disponibilità al servizio sono elementi fondamentali. Un’altro aspetto di positività è l’intraprendenza, sia sul versante pastorale - in moltissime parrocchie scorgo un impegno che desta in me stupore e meraviglia - sia su quello sociale ed economico».
Fare il vescovo le ha cambiato la vita?
«Molto. Non hai più un attimo a tua disposizione, forse anche per il mio difetto di non dire mai di no agli incontri e alle richieste. Risulta difficile trovare anche i cinque minuti per la lettura del giornale, per la meditazione personale o per la telefonata alla persona amica che ha bisogno. La vita è cambiata nel senso che sei al servizio totale ed integrale della diocesi».
Luci ed ombre. Il vescovo Monari appena arrivato a Brescia si è trovato un sacerdote indagato per pedofilia; lei si trova, nel suo primo anno di episcopato, con tre sacerdoti (due diocesani e uno no) indagati per reati contro la morale sessuale e il patrimonio. Che cosa sta succedendo nella Chiesa?
«Io penso che ci sia davvero anche un accanimento sulla Chiesa. In America è uscito un libro di un non cattolico che sostiene proprio questa tesi: un accanimento pilotato contro la Chiesa sugli aspetti sessuali. Pur sapendo che le fragilità, le debolezze, le meschinità sono presenti in ogni persona, credo che occorrerebbe, anche da parte della stessa opinione pubblica, saper valutare e discernere per condannare ciò che deve essere condannato (così come il Papa ha fatto); ma penso anche che vi sia un accanimento probabilmente pilotato da parte di certa stampa. L’immagine che si intende far emergere è negativa perché la Chiesa è l’unica forza morale che si oppone alla deriva del relativismo, all’immoralità che invece trova, soprattutto presso i mass media, la sua piena cittadinanza. Se evidenziamo solo i limiti, molto spesso non riusciamo a comprendere i tanti aspetti belli e positivi».
Crisi economica e recessione. Nell’ultimo consiglio presbiterale si è rivolto ai parroci esortandoli a essere amministratori e più oculati nelle spese. Che cosa voleva dire?
«Prima di tutto vorrei rispondere alla prima parte della domanda. Credo che un po’ di saggezza storica ci faccia comprendere che ci sono periodi di vacche grasse e di vacche magre. Se siamo in un momento di difficoltà non credo che si debba sempre esagerare. Sennò a forza di vedere nero, tutto diventa nero>.
Come dice Berlusconi.
«Certamente. Ma questo fa parte della vita; questo lo hanno fatto i nostri vecchi. La Bibbia le vacche magre le ha sempre evidenziate. In generale l’atteggiamento dei profeti invita alla speranza e alla fiducia».
Si diceva dei parroci...
«Ho ricordato che i beni sono del popolo di Dio, non di nostra personale proprietà. Per cui l’amministrazione deve essere lineare, trasparente, oculata. Anche vedere se certe iniziative vanno sostenute oppure no».
La priorità?
«Va data ai luoghi di culto: la casa di Dio in mezzo a quelle degli uomini è molto importante. La storia lo attesta, così come quella della nostra cattedrale. Non credo che allora ci fossero così tanti soldi, eppure hanno fatto una cosa bella e, a partire da questa, anche le case degli uomini sono diventate più belle. San Nicolò e Roveleto di Cadeo sono due esempi di possibili nuovi luoghi di culto. L’altro ambito è l’attenzione ai bisogni economici ma anche sociali e spirituali».
Come sta affrontando la diocesi la convivenza con gli immigrati non sempre facile?
«Credo che il punto di riferimento religioso per gli immigrati sia molto importante. Grande accoglienza dunque non solo da un punto di vista materiale (qui la Caritas fa cose splendide) ma anche da quello spirituale».
C’è un evento particolare che in quest’anno l’ha colpita?
«La celebrazione della notte di Pasqua in una cattedrale gremita. Con il battesimo di una decina di persone arrivate a Piacenza da tutte le parti del mondo. In quel momento, davvero, ho pensato alla bellezza del cattolicesimo che ha le porte aperte per ogni cultura, l’attenzione per ogni persona desiderosa di cercare Dio e di trovare la gioia nel cuore. Per me è stato un momento commovente».
Federico Frighi

Il testo integrale su Libertà di oggi 13 dicembre 2008

Torna San Corrado sul calendario liturgico

Piacenza - L’eremita San Corrado Confalonieri è tornato al suo posto nell calendario liturgico regionale del 2009 per l’Emilia Romagna. Ad annunciarlo con grande soddisfazione è Umberto Battini, piacentino, sacrestano del Duomo di Fidenza, nonché legatus itineris della Compagnia di Sigerico, il gruppo che in provincia raccoglie i devoti a San Corrado. Il caso era stato sollevato da Libertà il 3 ottobre scorso alla vigilia della pubblicazione del nuovo direttorio. La guida liturgica che serve alle parrocchie di ogni diocesi per indicare quale tipo di messa celebrare ogni giorno dell’anno nel 2007-2008 al 19 febbraio si era dimenticata della solennità di San Corrado. Da qui un appello ai vescovi della regione per rimediare. Nel direttorio Cei dell’Emilia Romagna per il 2008-2009, alla data di giovedì 19 febbraio compare la memoria di San Corrado Confalonieri per la diocesi di Piacenza-Bobbio e per i Frati minori dell’Emilia Romagna da celebrarsi con i paramenti bianchi anziché verdi.

Il testo integrale su Libertà del 12 dicembre 2008

giovedì 11 dicembre 2008

Padre Kizito: dalle baraccopoli si può uscire


Piacenza - «Torneremo qui ma solo per studiare. Vogliamo vivere in Kenya». Martin, 16 anni, per la prima volta è uscito dalla baraccopoli di Nairobi, per la prima volta ha visto l’Italia, Piacenza, la neve. È uno dei 18 ragazzi che, grazie all’ong Amani e a una rete di solidarietà, fa parte del Kivuli team, il gruppo che ieri era a Piacenza per la penultima tappa del suo tour in Italia.
Sono alcuni dei 60mila figli della povertà estrema che popolano la baraccopoli di Nairobi. Amani e il missionario comboniano padre Kizito Sesana ne hanno salvati 250 in alcune case famiglia mentre un altro migliaio vengono raggiunti direttamente nella bidonville. Hanno messo insieme uno spettacolo che fa parte delle attività extrascolastiche. «Alla radice di tutto c’è il grande discorso delle ingiustizie del commercio internazionale - osserva - di governanti che non governano per la loro gente ma sono intrappolati dalle grandi multinazionali. Ecco perché gli africani sono poveri». Una frase che vale più di mille conferenze e convegni. «Questi sono bambini che hanno perso la totale fiducia negli adulti e ne hanno tutte le ragioni - osserva padre Kizito -. Riconquistarla è assolutamente difficile». Il tour volge al termine, padre Sesana accenna ad un bilancio: «Questi bambini sono ragazzi ricchi di gioia, hanno tanto da dare.Uno dei nostri principi è quello di incoraggiare la loro creatività. Noi ci aspettiamo che imparino a vedere anche i problemi degli altri, che si creino una percezione del mondo e del modo con cui rapportarsi al mondo senza diventarne degli imitatori. Se succedesse diversamente sarebbe un disastro».
Padre Kizito è contento: «Abbiamo visto le realtà più belle, i bambini sono stati trattati benissimo, abbiamo visto gente desiderosa di mettersi al servizio, famiglie, alunni, insegnanti delle scuole medie. Abbiamo visto l’Italia migliore, mi piacerebbe pensare che fosse tutta così; sospetto però diversamente. I bambini hanno comunque percepito anche gli altri problemi, hanno visto gli africani in strada, fare i lavori peggiori, chiedere l’elemosina. Si stanno facendo un’idea ed è proprio quello che voglio io: vedere il mondo e comprenderlo con la loro testa». Un segno di speranza: «Senz’altro in Italia c’è tanto razzismo, l’ho letto e l’ho visto di persona, però c’è anche tanta gente che vuole superare questa situazione e mettere in pratica i principi cristiani dell’amore per il prossimo e dell’accoglienza. Oggi, anche a Piacenza, abbiamo fatto incontrare le due parti migliori del Kenya e dell’Italia».
Federico Frighi

Il testo integrale su Libertà di oggi 11 dicembre 2008
Si ringrazia Prospero Cravedi per la fotografia

martedì 9 dicembre 2008

Don Noberini: nelle opere di Africa Mission il sorriso di don Vittorione

Piacenza - «Carissimi amici di Africa Mission e Cooperazione e Sviluppo, eccomi, sono un servo del Signore e da qualche giorno anche il nuovo presidente di Africa Mission! Il riferimento a Maria mi viene spontaneo in questo tempo di Avvento, perché vorrei imparare da lei a dire il mio sì a questo nuovo servizio, preceduto anche per me da un grande dono. Il dono è questo: ho incontrato di nuovo don Vittorio (cui ero legato da una sincera amicizia), quando finalmente sono sceso in Uganda e ho visto con i miei occhi le grandi cose che il Signore ha fatto attraverso di lui! A novembre ho vissuto questa esperienza, questo incontro, e mi ha lasciato il segno. Ho rivisto don Vittorio nelle opere che ci ha lasciato e nel fervore delle attività che sono in corso, proprio come piaceva a lui. Ho sentito lo spirito di don Vittorio nella voglia di fare il possibile a favore della popolazione locale e nel desiderio di crescere nella condivisione con i poveri. Ho trovato il suo “segreto”, cioè la sua fede e il suo coraggio, nel silenzio della cappella, quando insieme ci fermavamo per lasciarci infiammare dalla preghiera. Ho conosciuto tanta gente bella, piena di entusiasmo. Ho accolto tutto questo come un grande dono, che mi ha legato ancora di più al Movimento. Forse qualcuno se ne è accorto e così i soci di Africa Mission hanno pensato di mettere sulle mie spalle anche questa “croce”. Scrivo croce nel suo significato evangelico, non come un peso, ma come un amore ancora più grande».

Don Maurizio Noberini, nuovo presidente di Africa Mission

venerdì 5 dicembre 2008

Don Noberini nuovo presidente di Africa Mission

Piacenza- Rinnovo delle cariche per il consiglio direttivo di Africa Mission, che nei giorni scorsi ha nominato i componenti del comitato che resterà in carica per il prossimo triennio. Il presidente è don Maurizio Noberini, parroco della chiesa cittadina di S. Franca, dal 2003 referente per la diocesi di Piacenza dell’associazione, cui è vicino - grazie all’amicizia che lo legava a don Vittorione - sin dalla sua fondazione. Per la prima volta nella sua storia, il movimento di laici cristiani viene guidato da un sacerdote. Il ruolo di vicepresidente è stato assegnato a Giovanni Paci, storico volontario di Africa Mission, impegnato presso la sede di Pesaro. Giuseppe Ciambriello, di Bucciano (Bn), ha il ruolo di segretario e tesoriere, mentre i consiglieri sono il medico Giorgio Buoso di Mogliano Veneto (Tv) e don Francesco Cattadori, attualmente parroco a Saliceto di Cadeo, già tra i fondatori del Movimento. Il neo presidente, don Maurizio Noberini, ha compiuto il suo primo viaggio in Uganda il mese scorso, ma il legame con il movimento è di lunga data. Ordinato sacerdote nel 1976 da monsignor Enrico Manfredini, don Maurizio era ancora seminarista quando conobbe don Vittorio Pastori, instaurando con lui un rapporto di profonda e sincera amicizia che proseguì nel tempo. Don Noberini prende il posto di Carlo Brenno Manfredini. Carlo Manfredini, nato a Milano 66 anni fa, di cui 14 interi di servizio spesi in Africa nel volontariato internazionale, fratello di monsignor Enrico Manfredini, vescovo di Piacenza prima, arcivescovo di Bologna poi, è stato presidente di Africa Mission per il triennio 2006-2009. In precedenza aveva ricoperto diversi incarichi all’interno del movimento e di Cooperazione e Sviluppo.
fri

Il testi integrale su Libertà di oggi 5 dicembre 2008

Parrocchie in rosso, prestiti non restituiti per oltre 1 milione di euro

Piacenza - È profondo rosso per i bilanci parrocchiali. L’allarme è stato lanciato ieri mattina nel corso del consiglio presbiterale che all’ordine del giorno avrebbe dovuto avere anche una riflessione sui rapporti tra la Chiesa e i mezzi di comunicazione ma che, vista la situazione, è stato interamente dedicato ai conti diocesani. A quanto si è appreso da fonti dirette e confermato da una nota ufficiale della curia, monsignor Gianni Ambrosio è apparso seriamente preoccupato della situazione economica di alcune parrocchie (almeno una decina). Si è fatta pure una stima dei prestiti erogati dalla Curia e non ancora rientrati. La cifra deve essere ancora confermata ma si parla di un milione e 600mila euro.
fri

Il testo integrale su Libertà di oggi, 5 dicembre 2008


Olivero: giovani patrimonio dell'umanità

Piacenza - I giovani, la scuola e la ricerca come patrimonio dell’umanità. È la proposta che Ernesto Olivero, fondatore del Sermig, farà al Governo Berlusconi quando la situazione politica sarà un poco più calma. Lo ha annunciato ieri sera durante il suo applaudito intervento nel convegno organizzato dallo Svep in occasione della Giornata mondiale del volontariato. Il perché Olivero lo spiega molto bene: «È più importante Carlotta (una ragazza di 20 anni ieri in prima fila nel salone degli Scalabriniani, ndr.) o la Gioconda di Leonardo da Vinci? Io non ho dubbi: Carlotta». Olivero, 68 anni, è un ex bancario, sposato e con tre figli, che ad un certo punto della sua vita ha lasciato tutto per fondare il Sermig, il Servizio missionario giovani che ha sede a Torino nell’Arsenale della pace. Da allora (era il 1964) ha dato assistenza a immigrati, tossicodipendenti, alcolizzati, malati di aids e senza tetto nell’ordine delle centinaia di migliaia persone.
Sono proprio i giovani, secondo Olivero, i più poveri di oggi. «Ma quanti giovani devono ancora schiattare, magari di droga, perché il mondo si fermi?» si chiede. «Chi dice che i giovani sono il nostro futuro mente sapendo di mentire - sbotta -. Noi abbiamo fatto un’inchiesta dalla quale emerge che il 97 per cento dei giovani non ha fiducia in nessuna istituzione. L’85 per cento ha paura di vivere in questa società. Non solo: ci hanno detto che si sentono circondati dalla violenza». «Con un patrimonio così importante - dice - noi del Sermig ci siamo intestarditi a mettere i giovani al primo posto. Loro ci chiedono umiltà e verità». Il grande sogno nella mente e nel cuore di Olivero è di invitare Benedetto XVI, Obama, Sarkozy, i grandi scienziati, «non a parlare ma ad ascoltare le vere storie dei giovani. Guardate che qui non c’è del qualunquismo; è il mondo degli adulti e della finanza che deve cambiare. Lo hanno costruito troppo arido». «Non è possibile - evidenzia - che ci siano stipendi di decine di miliardi all’anno. Ma come mai i sindacati, la destra o la sinistra, il vescovo di turno non reagiscono? Di fronte a questo menefreghismo, per forza che i giovani si inventano le nuove droghe».
«Bisogna amarli perdutamente i giovani - incita Olivero -. Se noi siamo cristiani ce ne deve importare, perché l’altro è fondamentale per la nostra eternità, la nostra felicità».
All’incontro ha portato il suo indirizzo di saluto il vescovo Gianni Ambrosio, amico personale di Ernesto Olivero.
«Un uomo di coraggio e con un entusiasmo contagioso - l’ha definito il vescovo -. Uno che sembra voler cercare apposta i problemi irrisolvibili. Sembra che cerchi ogni volta l’ostacolo più alto per superarlo. E alla fine ci riesce».
fri

Il testo integrale su Libertà del 4 dicembre 2008

giovedì 4 dicembre 2008

Parrocchie, troppi bilanci in rosso

Diocesi di Piacenza-Bobbio
Ufficio stampa

Riunione del Consiglio Presbiterale

Il Consiglio Presbiterale Diocesano ha dedicato l’intera mattinata a problemi economici: era un argomento già all’ordine del giorno nella precedente seduta e poi rinviato per mancanza di tempo. Questa mattina il “senato del Vescovo”, riunito nella Sala degli Affreschi di Palazzo Vescovile sotto la presidenza di mons. Gianni Ambrosio (moderatore don Aldo Maggi), si è soffermato su alcuni problemi proposti dallo stesso Economo della Diocesi, don Giorgio Bosini; li richiamiamo in sintesi:
coinvolgere le unità pastorali e i vicariati nella definizione di criteri condivisi per stabilire le graduatorie di priorità nell’area dell’unità pastorale prima e poi del vicariato;
costituire là dove le parrocchie sono amministrate unicamente da delegati, consigli economici dell’unità pastorale;
avanzare una proposta per affrontare il problema del recupero di crediti pendenti di Parrocchie per mutui interni o prestiti;
uniformare i criteri di determinazione dei canoni di locazione, allineati con i valori di mercato, degli immobili utilizzati sotto qualsiasi forma da soggetti estranei alla parrocchia, per definire i potenziali introiti derivanti del patrimonio immobiliare parrocchiale;
affidare la gestione amministrativa degli immobili parrocchiali, a una società di servizi da costituire.

Molti gli interventi che sono terminati con una valutazione complessiva del Vescovo. Mons. Ambrosio ha preso atto che la situazione economica di molte parrocchie è seria e pertanto dev’esserci l’impegno di tutti nel rispettare la normativa vigente (questo orientamento è uscito anche da molti contributi dei singoli presbiteri). Ovviamente nelle scelte dei vari interventi importanti sono le indicazioni che possono venire dalle Unità pastorali senza trascurare che, a volte, può essere necessario ampliare lo sguardo all’intero vicariato.
Mons. Ambrosio ha poi ricordato che dev’essere sempre chiaro a tutti che i sacerdoti non sono i “padroni” dei beni della Chiesa, ma solo amministratori e tutto deve svolgersi nell’assoluta correttezza e trasparenza. Questo vale anche per i bilanci delle parrocchie, strumenti attraverso i quali deve passare la trasparenza. A questo proposito il Vescovo ha parlato anche di responsabilità morale e non solo giuridica. Dev’essere chiaro per tutti – sintetizziamo sempre le parole di mons. Ambrosio – che è conveniente per tutti agire nella più assoluta chiarezza. E sul piano economico il futuro, vista l’attuale situazione di crisi, non lascia trasparire situazioni di favore. Occorre un impegno serio e di tutti.
Nel dibattito, che ha preceduto le conclusioni del Vescovo, vi sono stati vari contributi, molti anche tecnici e difficili da sintetizzare; i motivi di fondo sono stati però il rispetto della normativa esistente, la priorità alla pastorale, uniformare le realizzazioni alle esigenze delle comunità locali e impegnarsi per sistemare – anche qui senza sanatorie indiscriminate – i conti in rosso di alcune parrocchie.
In apertura della riunione il vicario generale mons. Lino Ferrari aveva dato alcune comunicazioni di vita diocesana: il vescovo mons. Ambrosio è stato nominato recentemente nella commissione episcopale per i laici; il 22 dicembre ricorre il primo anniversario della nomina di mons. Ambrosio a vescovo di Piacenza-Bobbio; domenica in cattedrale alle ore 18,30 verranno ordinati tre diaconi del Collegio Alberoni; il 12 dicembre veglia per i giovani nella Collegiata di Castel San Giovanni; il 16 dicembre ricorre il 25° anniversario della morte di mons. Manfredini: la ricorrenza verrà ricordata con una conferenza del vescovo mons. Luigi Negri alle 17 nella Sala delle Colonne di Palazzo Vescovile e alle 18,30 con una messa in cattedrale presieduta da mons. Ambrosio; dal 26 al 28 gennaio pellegrinaggio diocesano a Roma per l’anno paolino guidato da mons. Ambrosio.
Il Consiglio presbiterale tornerà a riunirsi il 12 febbraio del prossimo anno.

Piacenza 4 dicembre 2008

martedì 2 dicembre 2008

Aids, uno spot dai giovani per i giovani

Piacenza - La Pellegrina esce dalle mura di Vallera ed entra nelle scuole superiori. È qui che si gioca il futuro della lotta all’Aids. Un futuro che non si chiama farmaci retrovirali, fase 2, vaccino bensì sempre e comunque prevenzione. Ecco perché saranno i ragazzi delle classi quarte delle scuole superiori piacentine a realizzare uno spot e una campagna pubblicitaria che verrà presentata il primo dicembre del 2009. «I farmaci retrovirali fanno pensare che non ci sia più l’emergenza - osserva don Giorgio Bosini, figura simbolo dell’Associazione La Ricerca e della Pellegrina -. In realtà non è così. L’emarginazione è dietro l’angolo, riprendere la vita normale è difficile, così come trovare un lavoro che renda autonomi».
Di seguito pubblichiamo l'intero bando rivolto ai ragazzi delle quarte superiori del Piacentino.

1. Progetto
L'Associazione “LA RICERCA” e U.O.Malattie Infettive dell'AUSL di Piacenza
indicono la 1° edizione del ConCorso +ALDIL’AIDS rivolto agli studenti delle classi quarte superiori di Piacenza e provincia sul tema della prevenzione dell’AIDS per l’anno scolastico 2008-2009.
+ALDIL’AIDS è un concorso di idee su tematica a rilevanza sociale, finalizzato alla realizzazione di spot o campagna pubblicitaria cartacea che siano strumento di sensibilizzazione o di denuncia su una tematica di interesse etico- sociale, da svilupparsi in una dimensione “non commerciale” utilizzando il linguaggio pubblicitario per tv, stampa/affissioni, altri mezzi (radio, web, below the line, mezzi non convenzionali).
L'obiettivo è invitare i ragazzi e le ragazze delle scuole superiori a riflettere sulla rilevanza dei comportamenti rispetto all’esposizione al rischio d'infezione e promuovere un percorso di autoresponsabilizzazione circa i propri comportamenti.
Il ConCorso si articola in due momenti:
Nella prima fase si prevede la realizzazione di tre o quattro interventi di operatori dell’associazione e dell’U.O. Malattie Infettive, concordati con i docenti. Al termine saranno distribuiti i moduli da compilare per iscriversi al concorso di idee.
Successivamente, i partecipanti iscritti invieranno i loro elaborati.
2. Partecipazione
Gli Istituti scolastici superiori di Piacenza e del territorio provinciale che vogliano concorrere al premio devono inviare la scheda di adesione compilata in ogni sua parte entro 31 dicembre 2008 all’Ufficio Comunicazione dell’Associazione LA RICERCA (Stradone Farnese, 96, Piacenza).
L’invio potrà essere effettuato via e-mail all’indirizzo ufficiostampa@laricerca.net o tramite fax al numero 0523.328903 (all’attenzione di Ufficio Stampa Comunicazione). La partecipazione al concorso è gratuita.
Gli elaborati dovranno pervenire entro venerdì 18 Giugno 2009 alle 12.00.
3. Giuria
I progetti saranno valutati da una commissione giudicatrice i cui componenti saranno nominati tra creativi pubblicitari e professionisti della comunicazione, docenti, esponenti di istituzioni ed associazioni.
La commissione giudicatrice valuterà i lavori creativi secondo i seguenti criteri:
- correttezza lessicale e linguistica
- attinenza ai temi proposti e rispondenza agli obiettivi (spot NON COMMERCIALE a tematica sociale).
- originalità e creatività e innovazione dei temi trattati
- ricerca documentaria
- replicabilità
Ad ogni elaborato sarà attribuito un punteggio, da uno a dieci per ogni componente giudicante
Risulterà vincitore l’elaborato che avrà ottenuto il maggior punteggio.
4. Premi
La commissione procederà alla selezione dei tre migliori elaborati e gli Istituti scolastici vincitori riceveranno i seguenti premi:
I classificato: collaborazione alla produzione dell’idea creativa sotto la direzione di professionisti della comunicazione
II classificato: attrezzature didattiche o libri
III classificato: attrezzature didattiche o libri
A tutti i partecipanti verrà consegnato un attestato.
1. Comunicazioni di vincita
La cerimonia di premiazione avverrà alla presenza delle Istituzioni il 1 Dicembre 2009. I nominativi dei vincitori e delle vincitrici saranno resi pubblici in occasione della cerimonia di premiazione.