mercoledì 29 aprile 2009

A Sarajevo, la Gerusalemme d'Europa (2)







A Sarajevo, la Gerusalemme d'Europa


Sacricorridoi oggi è a Sarajevo, la Gerusalemme d'Europa. Così almeno dicono. Le convivenze tra etnìe e religioni ci sono ma sono molto precarie. Nelle due foto: quattro chiacchiere al bar tra due ragazze di un tempo, la lapide che ricorda il sacrificio dei giornalisti durante l'assedio della città negli anni 90.

sabato 25 aprile 2009

Don Cesena amministratore di Verdeto

Con Atto proprio dell’Ordinario Diocesano in data 24 marzo 2009, il M. R.
Cesena don Pietro, parroco della parrocchia dei Santi Angeli e Custodi in
Borgotrebbia, Comune di Piacenza, è stato nominato amministratore
parrocchiale della parrocchia di San Tommaso Apostolo in Verdeto, Comune di
Agazzano, Provincia di Piacenza, resasi vacante in seguito all’accettata
rinuncia dell’ultimo titolare il M. R. Anelli don Silvio.
Piacenza 7 aprile 2009,

dalla Curia Vescovile

il Cancelliere vescovile
don Mario Poggi

Comunicato della cancelleria vescovile

venerdì 24 aprile 2009

Giovani verso la Terrasanta

“Israele nonostante tutto”

E’ in programma il prossimo lunedì 27 aprile, alle 21, nella Cappella ducale di Palazzo Farnese, un incontro aperto alla cittadinanza con l’intervento di tre intellettuali di primo piano nell’ebraismo italiano e nel dialogo israelo-palestinese: David Bidussa, storico sociale delle idee e autore di numerose pubblicazioni; Stefano Jesurum, giornalista e caporedattore del Magazine del Corriere della Sera e Daniele Nahum, presidente dell’UGEI, Unione dei Giovani Ebrei Italiani.

***

Il Servizio per la Pastorale Giovanile della Diocesi di Piacenza-Bobbio, in collaborazione con il Settore giovani dell’Azione Cattolica e con la Caritas diocesana, sta da tempo organizzando una serie di incontri in vista del “Tour de Vie X”, un viaggio che (dal 29 luglio al 5 agosto 2009) porterà in Terra Santa un folto gruppo di giovani, accompagnati da diversi sacerdoti e dal Vescovo.

L’iniziativa ha il patrocinio del Comune di Piacenza.

L’incontro

Il prossimo incontro, previsto per lunedì 27 aprile, alle 21, vedrà come protagonisti tre intellettuali di primo piano nell’ebraismo italiano e nel dialogo israelo-palestinese. Nella Cappella Ducale di Palazzo Farnese, a Piacenza, si incontreranno per una conferenza a tre voci David Bidussa, storico sociale delle idee e autore di numerose pubblicazioni, Stefano Jesurum, giornalista e caporedattore del Magazine del Corriere della Sera, e Daniele Nahum, presidente dell’UGEI, Unione dei Giovani Ebrei Italiani.

Si tratta di tre intellettuali diversi per provenienza e area di interesse, che contribuiranno a dare un quadro della situazione in Palestina, fornendo elementi di discussione, riflessioni sul presente, racconti e cronache da una terra che sembra vivere in un eterno conflitto tra ebrei e musulmani, israeliani e paesi confinanti.

David Bidussa, in particolare, sintetizzerà alcune linee storiche dello Stato d’Israele e mostrerà come certi eventi di oggi derivino dal passato vicino e lontano.

Stefano Jesurum si occuperà del presente e dell’immediato futuro, di cosa accade nella Striscia di Gaza, della questione dei coloni, tra scelte politiche, movimenti culturali, episodi drammatici, segni di speranza.

Daniele Nahum racconterà dell’esperienza dell’UGEI, di come gli eventi e le scelte in Israele abbiano ripercussioni in Italia, ma anche di come certe scelte dei giovani italiani possano avere una forte influenza anche lontano.

Fare chiarezza, provare a trovare una sintesi, ricostruire la storia e le storie: la conferenza a tre voci si muoverà dunque tra il piano della riflessione e il piano del racconto, tra passione e critica, provando a ricomporre un mosaico che spesso in Italia è frammentato e mal raccontato dagli organi di informazione.

L’incontro, coordinato dall’ebraista Matteo Corradini, non è riservato ai giovani che partiranno per la Terra Santa, ma a tutta la cittadinanza.

Gli ospiti

David Bidussa, nato a Livorno nel 1995, è direttore della Biblioteca della Fondazione Feltrinelli, per la quale ha ideato e realizzato la libreria virtuale di eBook. Collaboratore de Il Manifesto e studioso di storia contemporanea, tra l’altro ha pubblicato Ebrei moderni: identità e stereotipi culturali (Bollati Boringhieri 1989), Oltre il ghetto (Morcelliana 1992), La France de Vichy (Feltrinelli, Milano 1996), Identità e storia degli ebrei (Franco Angeli 2000), Il libro e la spada. La sfida dei fondamentalismi. Ebraismo, cristianesimo, Islam (con Stefano Allievi e Paolo Naso, Claudiana, 2000), La mentalità totalitaria. Storia e antropologia (Morcelliana, 2001) e Siamo Italiani (Chiarelettere 2007). Per Bruno Mondadori ha curato la premessa di P. Verri, Meditazioni sulla economia politica (a cura di R. De Felice, 1998) e ha pubblicato G. Steiner, La nostalgia dell’assoluto (2000). Tra le sue ultime pubblicazioni, Profeta (EMI, 2006), Siamo italiani (Chiarelettere, 2007), Dopo l'ultimo testimone (Einaudi, 2009).


Stefano Jesurum, giornalista, è nato a Milano. Nel 1988 ha vinto il premio Campione per la saggistica con Essere ebrei in Italia (Longanesi, 1987) e nel 1992 il premio Castiglioncello con Primo Levi. Le opere e i giorni (Rizzoli, 1993), scritto assieme a Massimo Dini. Nel 1992 ha scritto Raccontalo ai tuoi figli (Baldini Castoldi Dalai) e nel 1996 Soltanto per amore (Baldini Castoldi Dalai, 1996). È giornalista professionista dal 1976. Prima di ricoprire l'attuale ruolo di caporedattore di Magazine, inserto del Corriere della Sera, ha lavorato per Repubblica, Il Giorno e l'Europeo. Uomo di grande esperienza professionale, associa all'attività di giornalista anche quella di scrittore. Tra le sue ultime pubblicazioni, Israele nonostante tutto (TEA, 2006).


Daniele Nahum, da poco rieletto presidente dell'UGEI (Unione Giovani Ebrei d' Italia), ha identificato nel suo ruolo tre principali aree tematiche di impegno: all’interno dell’Ugei, verso l’esterno, in favore di un importante impegno umanitario internazionale. Impegnato nel dialogo tra ebrei e musulmani in Italia, è un irreprensibile sostenitore della pace in Israele.

lunedì 20 aprile 2009

L'otto per mille alla Chiesa cattolica

DOMENICA 10 MAGGIO 2009
GIORNATA NAZIONALE PER LA PROMOZIONE AL SOSTEGNO ECONOMICO ALLA CHIESA CATTOLICA

Ancora una volta chiediamo a tutti la firma dell’8xmille a favore della Chiesa Cattolica.
Dobbiamo ricordare che la firma non costa nulla al firmatario; tutti possono scegliere a chi destinare la quota dell’8xmille dell’IRPEF, che lo Stato mette a disposizione per opere sociali e di culto delle varie confessioni religiose.
Rammentiamo che chi presenta la dichiarazione dei redditi tramite 730 o UNICO potrà esprimere la scelta direttamente sul modulo, comunicando al CAF o al commercialista la destinazione per la Chiesa Cattolica.
Da queste dichiarazioni provengono la maggior parte delle scelte che sono circa 16 milioni.
Il 70% di chi compila la dichiarazione 730, esprime la scelta per l’8xmille;
il 60% di chi fa la dichiarazione”UNICO”esprime la scelta per l’8xmille.
Le persone che non sono obbligate a presentare la dichiarazione dei redditi ricevono il CUD, lavoratori dipendenti e pensionati e sono circa 12 milioni di questi solo il 7 o 8% fanno la firma dell’8xmille.
Possiamo capire la difficoltà di queste persone, molti sono anziani e non sanno come consegnarlo.
Ecco alcuni suggerimenti:
Il CUD è composto da due pagine la prima pagina è quella in cui il datore di lavoro o l’ente pensionistico dichiara quanto si è percepito nell’anno 2008, il secondo foglio è quello su cui si può esprimere la propria scelta dell’8xmille, la firma va apposta nello spazio della Chiesa Cattolica e se credete potete anche il 5xmille, delle tasse da voi già pagate, a favore delle organizzazioni da Voi scelte, ricordandosi di mettere il codice fiscale dell’ente e controfirmare il tutto in fondo al modulo per convalidare le scelte fatte.
All’ingresso della vostra Chiesa parrocchiale troverete le buste precompilate servono, appunto, per la consegna del CUD.
Potete anche chiedere l’aiuto al referente parrocchiale o al parroco che vi aiuteranno sia nella compilazione sia nella consegna del modulo, oppure potete consegnarlo gratuitamente tramite l’ufficio postale. Ad ogni modo se siete in difficoltà potete chiamare il servizio del “Sovvenire” presso la Curia vescovile telefono 0523/308302, dalle ore 9.00 alle ore 12.00 nelle giornate di lunedì, mercoledì e venerdì, dove è presente una persona che vi consiglierà e vi aiuterà nella compilazione e consegna.
La Vostra firma è un segno di comunione ecclesiale e di condivisione della missione d’annuncio del Vangelo anche attraverso la testimonianza della carità, Vi ricordiamo che nel passato le vostre firme hanno prodotto oltre 6000 interventi a favore dei bisognosi in Italia e nel mondo, e di tutto questo Vi ringraziamo e speriamo sempre nel Vostro aiuto.

Ringrazio tutti anche coloro che con la loro opera di collaborazione aiutano a sensibilizzare l’attiva partecipazione con la raccolta dei CUD presso i loro amici e conoscenti.


Romolo Artemi
Incaricato diocesano per la promozione al sostegno economico alla Chiesa cattolica
Piacenza, 3 aprile 2009

Comunicato stampa diocesi di Piacenza-Bobbio

sabato 18 aprile 2009

Mille moke da caffè per la missione popolare

Cari lettori, ecco un'idea da importare: mille macchinette da caffé distribuite alla gente della parrocchia dei Frari di Venezia per creare momenti di comunione tra le famiglie grazie alla tazzina e magari anche per potersi confrontare con la Parola di Dio. L'idea è di padre Nicola per la quaresima e la relativa missione popolare. A Piacenza una giovane coppia di novelli sposi, Giampaolo e Monica, hanno proclamato il loro sì proprio ai Frari di Venezia davanti a quel parroco amico di lunga data. Poi hanno accettato di buon grado l'iniziativa mettendo a disposizione le mille moke e portandole di persona a Venezia. Domani all’orario stabilito (le 14 e 30), tra le calli suoneranno le campane. Sarà il segnale alla famiglie per mettere la moka sul fuoco e preparare un caffè più forte e denso di relazioni, di affetti, di amicizia.

venerdì 17 aprile 2009

Figli in Cielo, ecco la pastorale della consolazione

Cari lettori, se c'è un'iniziativa che merita di essere evidenziata è senza dubbio quel lavoro nascosto e prezioso dell'associazione Figli in Cielo. Domenica prossima sarà, in tutte le diocesi italiane, la loro giornata nazionale. A Piacenza viene celebrata oggi. L'associazione è formata per lo più da genitori che hanno perso i propri figli e che hanno intrapreso un cammino di fede seguendo la religione cattolica. In città può contare su una quindicina di aderenti che, oltre al cammino personale, esercitano il ministero della consolazione in aiuto delle famiglie colpite da gravi lutti. Dice la referente, Cinzia Bianchi: «Ci mettiamo a disposizione di coloro che si trovano a vivere momenti come abbiamo vissuto noi. Un aiuto psicologico che ha il suo fondamento nel cammino di fede che abbiamo intrapreso». Chi lo volesse può contattarli al seguente indirizzo: strada per Muradello, 29010 Pontenure (tel. 338/380.1036).

mercoledì 15 aprile 2009

Canto gregoriano in San Savino

Domenica prossima, 19 aprile, alle ore 16, nella basilica di San Savino di Piacenza i monaci dell'Abbazia Nostra Signora della Trinità di Monastero di Morfasso propongono un nuovo incontro con il canto gregoriano: Antonella Soana Fracassi dirige la "Schola gregoriana di Cremona".

Si tratta di un gruppo femminile che da anni si dedica allo studio del Canto Gregoriano. Sorta nel 1981 per iniziativa di Antonella Soana Fracassi, diplomata al Pontificio Istituto Ambrosiano di Musica Sacra, la Schola ha al suo attivo oltre 200 pubbliche esecuzioni sia in forma liturgica, nella quale il Canto Gregoriano trova la sua collocazione più appropriata, che in forma concertistica, in Italia e all'estero.

Nel 1993 ha collaborato ad un'incisione discografica promossa dal Teatro alla Scala di Milano e ha chiuso le manifestazioni del Festival Europa Musica Lombardia. Dal 1993 al 1996 ha partecipato all'edizione del Canto delle Pietre, mentre nel 1997 ha inaugurato il Festival "Culture dei mari". Dal 1994 al 2006 ha partecipato al Festival Internazionale di musica antica C. Monteverdi di Cremona, di cui ha inaugurato l'edizione 2001. Si è classificata ai primi posti in vari concorsi nazionali, tra cui nel 1992 il 1° Premio al Concorso Nazionale Polifonico Pieve di Guastalla (sez. Canto Gregoriano) e nel 1994 il 1° Premio al XLII Concorso Polifonico Internazionale "G. d'Arezzo" (sez. Canto Gregoriano). Nel 2004 ha eseguito il concerto celebrativo del Convegno Internazionale di Canto Gregoriano dedicato al XIV centenario della morte di S. Gregorio Magno, nella Sala Nervi della Città del Vaticano. Nella medesima occasione ha cantato alla presenza di Sua Santità in udienza privata a Castelgandolfo. Nel settembre dello stesso anno ha partecipato al Festival Maremusica di Minori (Costiera Amalfitana) ed, in ottobre, è stata invitata al Festival delle Città Storiche di Malta con una tournée di tre concerti nelle isole di Malta e Gozo.

Nel novembre del 2004 ha tenuto un concerto a Bologna, presso la chiesa di Santa Maria delle Vita, organizzato dal Centro della Voce (Universita' di Bologna). Ha partecipato al Festival Internazionale InCanto Gregoriano a Firenze edizione 2005. Nel giugno 2008 è stata invitata a partecipare al prestigioso Ravenna Festival nell'ambito del programma delle liturgie "Voci di donne nel mistero liturgico" con una Messa nella Chiesa di S. Agata Maggiore e nell'agosto 2008 ha tenuto un concerto a Madrid (Chiesa di San Lorenzo Martir – San Lorenzo del El Escorial) nell'ambito della XXIX Settimana Internazionale di studi di Canto Gregoriano. L'8 dicembre 2008 ha eseguito la S. Messa dedicata all'Immacolata nella Basilica di S. Ambrogio in Milano.

L'incontro musicale di domenica è organizzato dai monaci dell'Abbazia Nostra Signora della Trinità di Monastero di Morfasso. Questa comunità monastica, che già lo scorso anno ha organizzato con successo un incontro musicale simile, è sorta a Milano nel 1990 attorno a un eremita di città, ed è nata ufficialmente nella festa di Maria SS. Assunta in Cielo del 1991.

Come titolare e patrona del monastero è stata scelta la Madre di Dio con il titolo di Nostra Signora della Trinità. Come Regola è stata adottata quella dei monasteri di san Benedetto. "Consapevoli che non esiste il monastero ideale, che realizzi tutta la ricchezza e polivalenza di essa, - precisano gli stessi monaci - abbiamo scelto di viverla in uno stile di semplicità, austerità, contemplazione e clausura, molto simile a quello dei Trappisti, con al centro Gesù Cristo presente nell'Eucaristia. Il 2 giugno 1994 abbiamo registrato lo Statuto al Tribunale di Milano (n. 9315). Nell'Avvento dello stesso 1994 abbiamo trovato a Monte Monastero di Morfasso (nella Val d'Arda, in provincia di Piacenza) il luogo adatto per il nostro insediamento. Il Vescovo di Piacenza–Bobbio, che ci ha accolto nella sua diocesi, il 9 novembre 1995 ci ha dato il riconoscimento ecclesiale (con decreto vescovile n. 163/95) e il 12 ottobre 2000 la personalità giuridica".

Comunicato stampa diocesi di Piacenza-Bobbio

martedì 14 aprile 2009

Nuovo vicario, Ambrosio consulta il clero

Cari lettori, per la nomina del nuovo vicario generale della diocesi di Piacenza-Bobbio si fa sempre più probabile il ricorso, da parte del vescovo Gianni Ambrosio, ad una consultazione tra il clero. A quasi 14 mesi dall’entrata di monsignor Ambrosio si fanno sempre più insistenti le voci di un avvicendamento nel ruolo di vicario generale, attualmente coperto da monsignor Lino Ferrari. In questi giorni nei sacri palazzi si parla con molta insistenza di monsignor Luigi Chiesa, parroco di Santa Teresa, vicario dell'urbe ed esponente di Comunione e Liberazione. A quanto si apprende, tuttavia, pare proprio che la voce, al momento, sia priva di qualsiasi fondamento.
Anche il vescovo Monari, per designare il successore di monsignor Eliseo Segalini, un annetto dopo il suo insediamento, ricorse ad una consultazione. Allora, il più votato fu monsignor Giovanni Vincini, attuale parroco di Fiorenzuola. Per un disegno più alto, al ruolo di vicario generale venne però chiamato monsignor Antonio Lanfranchi, di ritorno dal Vaticano.

Terremoto, colletta nelle chiese domenica 19 aprile

La Presidenza della CEI indice una Colletta nazionale il 19 aprile 2009 per le popolazioni colpite dal terremoto in Abruzzo
Indizione di una colletta nazionale per la domenica in albis (19 aprile 2009)
e stanziamento di tre milioni di euro, dai fondi derivanti dall’otto per mille, in favore delle popolazioni colpite dal terremoto in Abruzzo

La Presidenza della CEI, a nome dei Vescovi italiani, rinnova profonda partecipazione alle sofferenze e ai problemi delle popolazioni provate dal terremoto che ha provocato centinaia di morti, sconvolgendo la vita della città de L’Aquila e di numerosi centri limitrofi.
Per far fronte alle prime urgenze e ai bisogni essenziali di chi è stato colpito da questa calamità, la Presidenza della CEI ha disposto lo stanziamento di tre milioni di euro dai fondi dell’otto per mille per iniziative di carità di rilievo nazionale. Tale somma sarà erogata tramite Caritas Italiana, già attiva per alleviare i disagi causati dal sisma e a cui è affidato il coordinamento degli interventi locali.
Consapevole della straordinaria gravità del sisma, la Presidenza della CEI indice anche una colletta nazionale, da tenersi in tutte le chiese italiane il 19 aprile 2009, domenica in albis, come segno di solidarietà e di partecipazione di tutti i credenti ai bisogni materiali della gente abruzzese.
La rete Caritas ha già predisposto un centro di coordinamento a Pettino e si è attivata nella distribuzione, in alcuni campi, di beni di prima necessità e attrezzature in grado di rispondere a bisogni “scoperti” della popolazione sfollata, in particolare di ammalati, disabili, anziani, minori.
Nel medio e lungo periodo l’impegno sarà quello organizzare dalle prossime settimane la presenza di volontari da tutta Italia nelle tendopoli e tra i prefabbricati, di costituire e potenziare servizi di ascolto e assistenza, partecipando alla costruzione e ricostruzione di strutture di interesse pubblico (centri socio-pastorali, scuole, abitazioni) e finanziando iniziative di sviluppo delle reti sociali e produttive del territorio.
A questo imponente sforzo contribuiranno le donazioni che stanno giungendo a Caritas Italiana e alle Caritas diocesane.
La donazioni raccolte durante la colletta di domenica prossima devono essere consegnate agli uffici di Curia.

Il direttore della Caritas diocesana (Giuseppe Chiodaroli) e il responsabile Area Emergenze (Francesco Millione)


Comunicato stampa diocesi di Piacenza-Bobbio

lunedì 13 aprile 2009

Ambrosio, è anche nostra la sofferenza dei terremotati

Pasqua 2009, omelia del vescovo mons. Ambrosio



Carissimi fratelli e carissime sorelle,

in questo santo giorno della Pasqua di Gesù - il “primo giorno della settimana” (Gv 20,1) -, rendiamo grazie a Dio che ha risuscitato il suo Figlio, il Signore Gesù. Siamo venuti qui per lodare e ringraziare Dio, partecipando così alla grazia di quell’evento decisivo per la nostra storia personale e per quella di tutta l’umana famiglia.

“Colui che è stato ucciso appendendolo a una croce, Dio lo ha risuscitato il terzo giorno” (At 10, 39-40). E’ l’annuncio dell’apostolo Pietro che abbiamo ascoltato nella prima lettura.
Un annuncio solenne e impegnativo che coinvolge direttamente Pietro: “noi ne siamo testimoni”, “noi che abbiamo mangiato e bevuto con lui dopo la sua risurrezione dai morti”. In questo ‘noi’ non c’è solo Pietro che parla, ma ci sono anche tutti coloro che sono stati “prescelti” da Dio per essere testimoni, ci sono gli altri apostoli, ci sono le donne, c’è tutta la Chiesa che nel corso dei secoli continua a comunicare la l’amore di Dio che si manifesta nella risurrezione di Gesù.
L’annuncio di Pietro viene fatto nella casa di un pagano, il centurione romano Cornelio, su ordine ricevuto dal Signore: “Ci ha ordinato di annunciare al popolo e di testimoniare che egli è il giudice dei vivi e dei morti”.
Grazie a questi testimoni, noi siamo qui oggi a rendere lode a Dio e a celebrare la Pasqua di Gesù. Questi testimoni hanno toccato con mano che “Dio era con lui”, con Gesù. Hanno condiviso la sua vita mangiando e bevendo con lui, l’hanno seguito e amato. Così possono annunciare e testimoniare, invitando tutti noi a lasciarci illuminare dalla sua Pasqua, a consegnarci fiduciosi al mistero di amore che è la Pasqua di Gesù. Sì, “Dio era con lui” e non ha abbandonato il suo Figlio unigenito al potere della morte, ma lo ha risuscitato.
Nel brano degli atti degli apostoli, Pietro conclude il suo annuncio con queste parole: “Chiunque crede in lui riceve il perdono dei peccati” (At 10, 43). La Pasqua di Gesù non riguarda solo Gesù, ma coinvolge tutti coloro che credono nel suo nome: chi crede riceve il perdono dei peccati. Dunque Gesù è il Signore, la sua Pasqua è perdono, è salvezza, è speranza.
Ma prima di annunciare e testimoniare la risurrezione, Pietro deve lasciarsi illuminare, come gli altri apostoli, come Maria di Magdala, come tutti i testimoni. Il racconto di Giovanni della mattina di Pasqua si presenta come un cammino che porta progressivamente i discepoli a scoprire che il Signore è risorto e a rendersi conto, con immenso stupore, della portata di questo evento.
Lo stesso cammino deve essere fatto da tutti noi: non si arriva subito alla fede nella risurrezione. Occorre che, tra il dubbio e lo stupore, la luce entri via via nel cuore e nella mente e scacci la tenebra che vela lo sguardo della fede.
È una donna - Maria di Magdala - che per prima si reca al sepolcro “quando era ancora buio” e constata che il sepolcro è vuoto. È solo un indizio, ma subito corre a darne l'annuncio ai discepoli. L’evangelista nota che questa donna si è recata al sepolcro “quando era ancora buio”, quasi lasciando intendere che Maria Maddalena rappresenta la sofferta ricerca della speranza da parte dell’umanità, una speranza spesso ancora nascosta e che attende la luce per emergere ed esprimersi.
Non c’è ancora in lei, come non c’è ancora in Pietro, la speranza di una vittoria sulla morte, ma vi è la disponibilità a ad accogliere la luce, quella luce che consente all’altro discepolo, arrivato al sepolcro, di “vedere” e di “credere”. Avverrà così anche per Pietro e per gli altri apostoli, avverrà così anche per Maria di Magdala: cominciarono a credere che Dio è più grande dell'attesa dell'uomo, che Dio non abbandona il suo Figlio, che colui che è risorto è il crocifisso e che proprio dalla sua morte e risurrezione sgorga la vita nuova.

Anche a noi sia data la grazia di cominciare a credere, confortati dalla testimonianza degli apostoli e dall’annuncio di gioia della Chiesa, nostra madre. Anche a noi sia concesso di incontrare il Crocifisso risorto, ascoltando la sua parola, partecipando alla sua cena, accogliendo il suo perdono. Liberati dall’oscurità, dall’egoismo, dalla chiusura, dalla diffidenza, dall’indifferenza, anche per noi sia donata la gioia di vedere con gli occhi della fede, di proclamare la possibilità di una vita nuova, di vivere la speranza di condividere un giorno la completa vittoria di Cristo sul peccato e sulla morte. Cristo risorto è la “nostra speranza” (1 Tim 1,1), con Lui possiamo scorgere la luce anche nei momenti oscuri, anche in mezzo alle grandi sofferenze che condividiamo con la popolazione dell’Abruzzo.

Carissimi fedeli, la liturgia della Chiesa, nella Colletta di questa Eucaristia, ci ha invitati a chiedere al Padre, “per noi che celebriamo la Pasqua di risurrezione”, “di essere rinnovati nel tuo Spirito, per rinascere nella luce del Signore risorto".
E’ la preghiera che rivolgiamo al Signore, convinti che “rinascere nella luce del Signore risorto” è il dono più grande che possiamo invocare e ricevere. La luce del Signore risorto è come una nuova nascita, perché illumina tutta la nostra realtà umana, cogliendone la verità più profonda. La luce del Signore risorto ci aiuta a camminare con speranza, con lo sguardo rivolto verso l’alto, cercando “le cose di lassù, dove si trova Cristo assiso alla destra di Dio” (seconda lettura).
E’ questa la nostra fiduciosa preghiera che rivolgiamo al Padre in questo giorno di Pasqua, è questa la nostra professione di fede, è questo il nostro fervido augurio di buona Pasqua. Amen.
†Gianni Ambrosio
Vescovo di Piacenza-Bobbio

Ambrosio: la Pasqua è l'alba di un nuovo giorno

Cattedrale di Piacenza, Veglia Pasquale: omelia di mons. Gianni Ambrosio


Carissimi fratelli, carissime sorelle,

abbiamo iniziato la celebrazione di questa Veglia pasquale nella notte santa accogliendo la luce del cero pasquale. Il passaggio dalle tenebre alla luce richiama di ciò che è avvenuto “in principio”, quando “Dio separò la luce dalle tenebre”. Un richiamo particolarmente espressivo che via via prosegue attraverso le molte letture che ricordano i grandi mementi della storia della salvezza, le ‘meraviglie’ che il Signore ha compiuto. Ora, in questa notte santa, celebriamo il momento centrale e decisivo della storia della salvezza. Tutto converge verso questo momento, tutto rinasce da questo momento: Cristo, luce del mondo, brilla nelle tenebre del peccato e dell’ignoranza, egli è risorto e dona a coloro che credono in Lui la vita nuova, aperta alla vita eterna.
“In principio” (Gen 1,1), proclama il libro della Genesi, Dio chiama all’esistenza le cose e poi l’uomo e la donna: “Dio disse: Sia la luce! E la luce fu”. “Dio disse: Sia il firmamento”. “Dio disse: Facciamo l’uomo a nostra immagine (…) maschio e femmina li creò”. “In principio” c’è Dio, che è amore e vita. L’amore di Dio ‘dice’ e fa esistere, ‘dice’ e chiama alla vita.
Cari fratelli, ci è annunciata in questa notte santa la gioiosa notizia: non siamo nati per caso, ma per amore. In questa notte santa la luce risplende per noi, illumina i nostri occhi, il nostro cuore, la nostra mente: siamo pienamente illuminati per arrivare a comprendere che “tutte le cose sono state create per mezzo di lui e in vista di lui” (Col 1, 16), di Gesù, il Figlio unigenito. In Lui noi abbiamo la gioia di scoprire la rivelazione piena dell’amore di Dio, delle sue intenzioni di pienezza di vita nei nostri riguardi.
Cari fedeli, ci è annunciata la gioiosa notizia che Colui che è sceso per condividere la nostra vita, è veramente risuscitato dopo essere veramente morto crocifisso. L’amore di Dio risplende nell’umanità di Cristo risorto. La morte è stata vinta, la tenebra è stata sconfitta nella storia di Gesù. “Egli, il crocifisso, è risorto, non è qui”, dice “un giovane (…), vestito d’una veste bianca”, alle donne impaurite. Nella lettera ai Romani che abbiamo ascoltato, Paolo dice: “Cristo risuscitato dai morti non muore più; la morte non ha più nessun potere sopra di lui” (Rm 6, 9).
Ma noi siamo partecipi dell’amore di Dio che risplende in Cristo risorto. Anche noi, con Lui, amore, siamo “liberati dal potere delle tenebre” (Col 1, 13).
Allora, cari fratelli, anche la nostra vita non dura solo qualche istante, o solo qualche anno, ma è aperta all’eternità. Per questo, in questa notte santa, rendiamo grazie a Dio perché “la promessa fatta ai padri si è realizzata, perché Dio l’ha compiuta per noi (…), risuscitando Gesù (…). Sì, Dio lo ha risuscitato dai morti”: così afferma l’apostolo Pietro (At 13,32-33).
La morte è stata vinta nella storia di Gesù, ma con Cristo risorto, anche noi veniamo liberati dal potere delle tenebre. Se siamo con Cristo, anche la nostra breve esistenza terrena ha la possibilità di arrivare alla pienezza della vita, nell’amore di Dio.
Il messaggio pasquale è messaggio di luce, di vita, di speranza: la via della vita passa attraverso la croce, ma non si ferma lì, prosegue, va oltre e diventa via della risurrezione.
Dobbiamo allora seguire Gesù, vivendo il servizio, l’amore, la dedizione agli altri: perché così ha fatto Gesù, “ha amato i suoi fino alla fine”, “perché non c’è un amore più grande di chi dona la vita per i suoi amici” (Gv 15, 13). Se l’amore è più forte della morte, allora, come ci invita l’apostolo Paolo, comportiamoci come figli della luce, come figli del giorno”, abbandonando le tenebre, l’oscurità, il male, l’egoismo (cf Ef 5,9; 1Tess 4,5). Ricordiamo ciò che il Signore Gesù ha detto: “Io sono la luce del mondo; chi segue me, non camminerà nelle tenebre” (Gv 8,12).
Cari fedeli, in questa notte santa, accogliendo la luce del Signore risorto, siamo trasformati a sua immagine e somiglianza dall’azione dello Spirito Santo (cf 2Cor 3,17-18). L’alba di un giorno nuovo risplende anche per tutti noi, che siamo raggiunti dalla potenza del Vivente attraverso la fede e i sacramenti della fede. Siamo stati sepolti insieme a Cristo nel battesimo, perché potessimo camminare in una vita nuova, come Cristo fu risuscitato dal Padre (Rm 6,4).
Risplende l’alba di un giorno nuovo in particolare per voi, cari fratelli e sorelle, che state per ricevere il battesimo che vi unisce a Cristo morto e risorto. Potrete così sperimentare la verità dell’annuncio profetico di Ezechiele: “Vi aspergerò con acqua pura (…), vi darò un cuore nuovo, metterò dentro di voi uno spirito nuovo (…), porrò il mio spirito dentro di voi e vi farò vivere secondo le mie leggi”.
Sarete così introdotti nella comunione della santa Chiesa, che è il corpo di Cristo. Noi vi accogliamo come fratelli e come sorelle e insieme a voi partecipiamo alla stessa mensa dell’Eucaristia, che, come ricordo-memoriale della morte e risurrezione del Cristo, è certezza della sua continua presenza come cibo dell’uomo pellegrino, nell’attesa della Sua venuta.
Carissimi, risuoni l’annuncio pasquale nei nostri cuori, la luce della Pasqua illumini il nostro cammino, ci accompagni sempre la speranza cristiana. Amen.
† Gianni Ambrosio
Vescovo di Piacenza-Bobbio

domenica 12 aprile 2009

Il messaggio di Pasqua del vescovo Ambrosio

Diocesi di Piacenza-Bobbio Pasqua 2009: messaggio del Vescovo ai piacentini

Eravamo già preoccupati per la crisi finanziaria e economica che ha ormai raggiunto anche la nostra realtà. Ora a questa preoccupazione si aggiunge, come un pesante macigno, il tragico evento del terremoto che ha sconvolto l’Abruzzo, con le tante vittime e le ingenti distruzioni. Con l’animo colmo di profondo dolore, partecipiamo alla sofferenza della popolazione abruzzese, vogliamo essere affettuosamente vicini ai superstiti per aiutarli e sostenerli, incoraggiamo quanti si stanno prodigando nelle operazioni di soccorso. È possibile in questa situazione l’augurio di buona Pasqua? Sì, forse è possibile, ma l’augurio è reso più difficile. Eppure proprio in queste situazioni abbiamo bisogno di speranza, di luce, di conforto. Credo che, in qualche occasione, ci sia capitato di trovare fiducia proprio là dove non l’attendevamo, e cioè nelle persone che, per diversi motivi, si trovavano in una situazione difficile. Questa esperienza l’abbiamo forse fatta non solo a livello di singole persone, ma anche a livello collettivo: vi sono popoli afflitti da molte sofferenze che sono un esempio luminoso di speranza. Là dove si pensa di trovare sfiducia, si incontra una sorprendente vitalità. Mi chiedo se, di fronte alla crisi, l’annuncio della Pasqua non possa esserci di aiuto. Non solo: mi chiedo pure se, di fronte all’immane tragedia del terremoto in Abruzzo, l’annuncio della Pasqua non possa aiutarci a ritrovare la luce della speranza.
Può la nostra storia quotidiana, oggi così segnata dalla situazione di crisi e di dolore, aprirsi alla speranza? Un filosofo, Martin Heidegger, si chiedeva se servono e a cosa servono i poeti nel tempo della povertà (Perché i poeti?, in Sentieri interrotti). Sì, i poeti servono nel tempo della povertà. Sono utili, non tanto nel senso strumentale del termine, quanto nel senso che sono al servizio dell’uomo, del suo pensiero, della sua riflessione. I poeti invitano a scorgere l’aurora, attendendola e ricercandola, anche quando la notte è ancora buia.
Andando oltre la risposta del filosofo, forse proprio la povertà – nelle sue varie forme – può aiutarci a ricercare le cose che più contano, a ridiventare pellegrini del senso, a ritrovare la condivisione e la solidarietà, a impegnarci per la pace. La metafora dell’aurora dice che non ci possiamo rassegnarci all’oscurità: non è lì la nostra casa, la nostra vita. Dice anche che la domanda di un orizzonte ultimo è una questione seria per la nostra vita, personale e collettiva. La Pasqua cristiana parte dal buio della notte, dal bacio che tradisce, dalla fuga dei discepoli, dalla condanna ingiusta voluta da una folla urlante, dalla croce. La Pasqua è anche questo. Ma è anche ‘passaggio’: questo – come sappiamo – è il significato etimologico del termine ‘pasqua’. Un ‘passaggio’ importante, come apertura all’altro e all’Altro. Se la povertà di cui soffriamo non è solo quella economica, ma è anche – e soprattutto – di relazioni, di etica, di speranza, allora questa apertura sia l’inizio di un cammino che attende di arrivare alla meta, sia l’aurora che attende la luce. La fede che accoglie la luce che proviene dal Crocifisso-Risorto arriva ad affermare: “Cristo vive”. Ma il Crocifisso è sempre lì, davanti a noi, in tutta la sua drammaticità. Egli è “l’uomo spaccato sulla croce, dalle mani grosse di sangue”, scriveva il poeta Quasimodo (Thanatos Athanatos).
La fede in Cristo Risorto non può mai essere una fede banale e comoda, è una fede che interroga e, interrogando, si lascia illuminare dal mistero. Così la fede varca la soglia e va incontro all’Amore. Allora anche la realtà umana più triste e dolorosa non è più come prima. Tutto partecipa della vita di Cristo Crocifisso-Risorto: anche la povertà e le tribolazioni non sono più l’ultima parola. La stessa oscurità della morte non è più l’ultima parola. Nella luce del Risorto, la speranza ridiventa possibile, l’impegno per un mondo più giusto, più equo, più umano ritrova ulteriore impulso. In particolare a chi soffre, a chi è senza luce, a chi ha poca speranza, a chi è senza lavoro, a chi ha molti dubbi, auguro di poter sperimentare come vere le parole di Isaia, profeta, poeta, credente: “Ecco, io faccio una cosa nuova: proprio ora germoglia, non ve ne accorgete?” (Is 43, 19).
A tutti giunga il mio augurio di una buona Pasqua.
+ Gianni Ambrosio vescovo di Piacenza-Bobbio

Comunicato stampa diocesi di Piacenza-Bobbio

sabato 11 aprile 2009

Il vescovo Ambrosio: visiterò ogni parrocchia

Diocesi di Piacenza-Bobbio
Ufficio stampa

Messa crismale del Giovedì Santo 2009
Omelia del vescovo mons. Gianni Ambrosio

Introduzione

Carissimi sacerdoti e diaconi, carissimi religiosi e religiose, carissimi fedeli di questa santa Chiesa di Piacenza-Bobbio: a tutti rivolgo il mio cordiale saluto. In particolare un saluto affettuoso lo rivolgo ai cresimandi qui presenti che rappresentano tutti coloro che in questo anno riceveranno il sacramento della Confermazione.
Nella comunione del presbiterio ricordiamo i sacerdoti ammalati, che sono partecipi con la loro preghiera e con la loro sofferenza della comunione sacramentale, mentre affidiamo alla misericordia di Dio il nostro sacerdote mons. Antonio Tagliaferri, deceduto martedì santo.
Ricordiamo poi i nostri missionari sparsi in diverse parti del mondo, soprattutto in Africa e in Brasile: sono il segno dell’impegno missionario della nostra Chiesa piacentina-bobbiese. Alcuni dei nostri mi ha scritto dicendo che “ci sentiamo spiritualmente lí in Cattedrale, rinnovando, assieme a voi, la nostra consacrazione”.

Ricordiamo infine i sacerdoti che celebrano gli anniversari di ordinazione Quest'anno (2009) compiono i sessant'anni di ordinazione:
- Alberoni Paolo
- Cupola Vittorio
- Ferrari Giuseppe senior
- Ferrari Pio
- Ferrari Renzo
- Galluzzi Luigi
- Malacalza Vittorino
- Marini Martino
- Melfi Giulio
- Muratori Luigi
- Porcari Giuseppe
- Sartori Antonio
- Solari Pietro
- Tassi Pietro

Compiono, invece, i cinquant'anni di ordinazione:
- Boselli Mario
- Castelli Giuseppe
- Chiapparoli Renato
- Fontana Luigi
- Fontanella Giuseppe
- Giovanelli Giovanni
- Maserati Giuseppe
- Migliavacca Guido
- Ruggeri Primo
- Schiaffonati Gianni
- Testa Antonio

Compiono, inoltre, i venticinque anni di ordinazione:
- Garilli Stefano
- Lisoni Riccardo

Compiono, infine, i dieci anni di ordinazione:
- Battiato Fabio
- Cignatta Paolo
- Ferdenzi Angelo Umberto
- Isola Roberto
- Lusignani Angelo

A questi sacerdoti assicuriamo un particolare ricordo nella preghiera, ringraziandoli di cuore per il loro ministero.
E ora, fratelli e sorelle, invochiamo su tutti noi la misericordia del Signore perché, purificati dai nostri peccati, possiamo accogliere la parola del Signore e celebriamo degnamente i santi misteri.

Omelia

Carissimi confratelli nel sacerdozio, carissimi diaconi, carissimi fedeli,
il profeta Isaia annuncia la sua missione e svela l’origine del suo essere “mandato a portare il lieto annuncio ai miseri”: è “lo Spirito del Signore” che è sceso su di lui e l’ha consacrato con l’unzione”. Lo Spirito consacra il profeta, lo abilita interiormente alla sua missione, lo rende capace di svolgere l’opera stessa di Dio. Accogliendo lo Spirito, lasciandosi condurre dallo Spirito, la missione del profeta attua il progetto di misericordia e di liberazione del Signore.
“Voi sarete chiamati sacerdoti del Signore, ministri del vostro Dio sarete detti”: ciò che il profeta annuncia, e vive egli stesso, anche se in modo soltanto prefigurativo, si realizza in modo completo e perfetto in Gesù di Nazaret: “oggi si è compiuta questa Scrittura”.
Noi celebriamo la grazia di questo ‘oggi’, noi viviamo la grazia di questo ‘oggi’, un ‘oggi’ aperto al domani e a tutti, affinché si compia per tutti e per sempre il progetto di Dio di benedirci in Cristo Gesù, con ogni benedizione spirituale fino ad essere figli adottivi del Padre, graziati e gratificati nel Figlio amato, segnati dal sigillo dello Spirito Santo che è caparra della nostra eredità” (cf Ef 1, 2-14).
Contempliamo così la missione di Gesù che ha la sua origine nella decisione del Padre, accolta e fatta propria dal Figlio che “svuotò se stesso assumendo una condizione di servo, diventando simile agli uomini” (Fil 2,6-7) per salvare gli uomini. L’incarnazione del Verbo, come ci viene ricordato dalle parole dell’Angelo a Maria, avviene per mezzo dello Spirito: “lo Spirito Santo scenderà sopra di te, su te stenderà la sua ombra la potenza dell’Altissimo” (Lc 1,35). Mediante Gesù Cristo, lo stesso Spirito è donato a noi per farci diventare figli adottivi del Padre che riversa su di noi la ricchezza della sua grazia (cf Ef 1,3-8).
Oggi si è compiuta questa scrittura, oggi, in questa nostra storia, in questa nostra vita si sta compiendo l’opera che il Padre ha affidato al Figlio su cui è sceso lo Spirito consacrandolo con l’unzione. “Cantiamo per sempre l’amore del Signore” (Salmo responsoriale), celebriamo con animo stupefatto e con cuore grato questo evento di grazia, questa benedizione, questa grande speranza che ci è donata, questa missione cui siamo stati chiamati.
Sì, l’oggi di Gesù in cui si compie la Scrittura è anche il nostro ‘oggi’: la missione di Gesù, per il dono dello Spirito, continua nel tempo e noi ne siamo gli eredi.
“Colui che ci ama e ci ha liberato dai nostri peccati con il suo sangue, (…) ha fatto di noi un regno, sacerdoti per il suo Dio e Padre” (Ap. 5,6). In Cristo Gesù, il Padre ci ha coinvolti nella sua decisione di grazia, ci ha associati alla sua opera di misericordia, ci ha consacrati con l’unzione dello Spirito Santo che ci inserisce nel Cristo e ci configura a Lui. Siamo ministri di Gesù Cristo, al suo servizio e al servizio della sua grazia.
Siamo dunque al servizio dell’uomo, perché “per noi uomini e per la nostra salvezza, Cristo discese dal cielo”.
Il nostro ministero partecipa della finalità della missione stessa di Gesù: è il lieto annuncio per noi innanzi tutto e per gli uomini che in ogni tempo e luogo hanno bisogno della parola di salvezza, del perdono che riconcilia, del cibo che nutre, della comunità che accoglie e accompagna.
Miei cari confratelli, le nostre mani, benedette con il santo olio, sono rese capaci, per la grazia e la forza dello Spirito Santo, di servire il Signore, portando il suo amore salvifico ai nostri fratelli e alle nostre sorelle.
È grande il dono di Dio per noi, è immensamente grande: lo sappiamo. Ma dobbiamo sempre ricordarlo. Allora non solo le nostre mani che oggi mettiamo ancora una volta a disposizione del Signore, ma anche il nostro cuore e la nostra mente siano al servizio del Signore: è la preghiera umile che gli rivolgiamo, ben conoscendo le nostre povertà, i nostri limiti, come pure le varie difficoltà che incontriamo nella nostra vita e nella nostra attività pastorale.
Vorrei che nella nostra preghiera ci fosse un’intenzione comune, suggerita dal nostro essere partecipi della missione e del sacerdozio di Gesù Cristo. Siamo una cosa sola con il Signore Gesù, e allora preghiamo per vivere il mistero di comunione con Lui e tra noi.
Il brano del profeta Isaia termina con queste parole: “Coloro che li vedranno riconosceranno che essi sono la stirpe benedetta del Signore”. La comunione deve essere visibile e riconoscibile da noi innanzi tutto e poi da chi ci osserva e ci ascolta. Anche questa visibilità della nostra comunione di presbiteri attorno al Vescovo e di tutti noi attorno al Santo Padre - che “conferma nella fede i fratelli” e che “presiede alla comunione universale di carità" (cf
LG 13) - , concorre alla realizzazione di quel mistero grande che Dio ha progettato fin dalla eternità, quello di ricondurre al Cristo, unico capo, tutte le cose (cf Ef 1,10).
Sappiamo di aver vivo bisogno di questa grazia della comunione. Per questo la invochiamo con fiducia, impegnandoci ad essere assai vigilanti, per non vanificare irresponsabilmente ciò che Dio ha posto nelle nostre mani, per non rattristare lo Spirito Santo che ci sospinge all’unità tra la comunione della Chiesa nell’interno di sé e la missione. La comunione, l’unità e la fedeltà dei sacerdoti sono per tutti il segno dell’amore del Padre che in Cristo si prende cura del suo popolo: sappiamo bene quanto sia importante, soprattutto oggi, poter offrire alle nostra comunità e a tutti il segno dell’amore di Dio, non dimenticando mai che “da questo tutti sapranno che siete miei discepoli, se avrete amore gli uni per gli altri” (Gv 13, 35).
Oltre alla preghiera e alla vigilanza, quanto mai importanti, nell’intento di favorire la comunione, confermando e rinnovando il vincolo che lega il Vescovo ai suoi presbiteri e i presbiteri tra loro nell’unico presbiterio della nostra Chiesa, desidero comunicarvi che il giovedì mattina di ogni settimana sarò a disposizione di voi sacerdoti perché possiate farmi visita senza alcuna prenotazione. Le modalità vi saranno comunicate di settimana in settimana: desidero mantenere questa promessa che ho fatto al Consiglio presbiterale. Però è anche mio vivo desiderio fare visita a voi, là ove svolgete il vostro ministero. Non si tratta di una visita pastorale nel senso canonico, ma di una visita del Vescovo ai parroci e ai collaboratori parrocchiali, prendendo come punto di riferimento l’unità pastorale. Si tratta per ora di un annuncio, le modalità andranno esaminate e poi comunicate. Sottolineo ancora l’intento: favorire la comunione.
Desidero infine accennare anche ad un’altra intenzione di preghiera. Preghiamo perché ci sia data la grazia di rinnovare la passione missionaria della nostra Chiesa, pensando e realizzando insieme la Missione Popolare diocesana come un momento di speranza e di grazia.
Vi ringrazio infine per la generosità con cui le vostre comunità parrocchiali hanno risposto all’invito di venire incontro alle situazioni di difficoltà economica. Ora a questa preoccupazione per la crisi economica e sociale si aggiunge, come un pesante macigno, il tragico evento del terremoto che ha sconvolto l’Abruzzo, con le tante vittime e le ingenti distruzioni. Con l’animo colmo di profondo dolore, partecipiamo alla sofferenza della popolazione abruzzese, vogliamo essere affettuosamente vicini ai superstiti per aiutarli e sostenerli, incoraggiamo quanti si stanno prodigando nelle operazioni di soccorso.
Lo scorso anno, concludendo la mia prima omelia della Messa Crismale, ho affermato che erano molti i segni positivi di questa amata Chiesa piacentina-bobbiese. Dopo aver passato poco più di anno con voi, sono sinceramente convinto della bontà di questi segni promettenti. Rendo grazie a voi, sacerdoti, diaconi, fedeli laici, per la vostra fede, per il vostro impegno e la vostra testimonianza. Insieme rendiamo grazie al Signore buono e misericordioso.

†Gianni Ambrosio
Vescovo di Piacenza-Bobbio

Terremoto, per la Caritas oggi servono i fondi, più avanti materiali e persone

Cari lettori, pubblico volentieri la comunicazione della Caritas diocesana sulla raccolta fondi per il terremoto in Abruzzo.

La Caritas Diocesana di Piacenza e Bobbio, mobilitandosi al fianco di Caritas Italiana per soccorrere le popolazioni terremotate dell'Abruzzo, prosegue nella raccolta di fondi.
Si specifica inoltre che in questo momento vengono raccolte solo le eventali disponibilità di materiale e personale da inviare a sostegno delle persone colpite dal sisma e che a tutt'oggi, nell'attesa di valutare i reali bisogni della popolazione, non è previsto invio di cose o persone.
Per sostenere gli interventi la Caritas ha aperto presso la Banca di Piacenza un apposito conto corrente (n° 32157/50 Sede Centrale - IBAN IT61A0515612600CC0000032157). I versamenti relativi vanno identificati con causale Emergenza Abruzzo-Erogazione liberale.


Comunicato stampa diocesi di Piacenza-Bobbio

venerdì 10 aprile 2009

La morte di don Antonio: dalla sua parrocchia nacque una fetta di città

Piacenza - «Oggi noi sacerdoti celebriamo il dies natalis di don Antonio, della sua nascita al cielo». Così il vescovo Gianni Ambrosio si è rivolto alle circa mille persone presenti ieri alla Santissima Trinità per salutare lo storico parroco fondarore, monsignor Antonio Tagliaferri, scomparso martedì all'età di 91 anni. Il vescovo cita il Vangelo del Mercoledì santo dove i discepoli chiedono a Gesù: «Dove vuoi che ti prepariamo per mangiare la Pasqua?».
«Don Antonio ha preparato la sala, il grande e maestoso edificio di questa chiesa con tutto ciò che vi ruota attorno - continua il vescovo -. Prima ancora ha preparato i cuori e le menti che formano la comunità, l’Azione Cattolica, gli Scout, il Cammino neocatecumeale, un impegno su ogni fronte per donare la Parola, per celebrarla, per viverla». Poi, rivolgendosi direttamente ai tanti parrocchiani, «avete avuto molte occasioni di rendervi conto della grazia della presenza del Signore in mezzo a voi nel lungo ministero pastorale di don Antonio. Ha fondato e retto questa parrocchia con grande dedizione, un ministero con profonde trasformazioni in questo quartiere e in questa città. Don Antonio ha tenuto ben saldo il timone della fede, sapendo che la verità e la grazia hanno sorgente in Cristo Gesù. Egli appartiene a quei servitori di Cristo verso i quali la comunità cristiana ha sempre grandi debiti di riconoscenza».
Così l’attuale parroco, monsignor Riccardo Alessandrini: «L’avventura pastorale di don Antonio continuò tra tanta povertà e tra immensi sacrifici. Ma avvenne il miracolo: nacque prima la comunità di persone, poi la cripta, la casa parrocchiale, la chiesa superiore, la scuola materna. Prima la parrocchia, poi il quartiere. Fino alla fine don Antonio amava ricordare che tutto ciò era da attribuire ad un intervento di San Pio da Pietrelcina. Portava scolpita nel suo cuore la memoria di quella frase: “Va, fa sta chiesa, essa renderà grande gloria a Dio”».


giovedì 9 aprile 2009

Don Antonio fedele al Papa. Oggi i funerali

Piacenza - Un pellegrinaggio incessante, almeno mille persone nella sola giornata di ieri, chi in gruppo, chi alla spicciolata, ha reso omaggio a monsignor Antonio Tagliaferri. Lo storico parroco fondatore della Santissima Trinità è spirato nel pomeriggio di martedì all’età di 91 anni. La camera ardente - semplicemente la bara adagiata su un tappeto e un ramo di palma alla sua destra - è stata allestita nella basilica superiore ai piedi del grande affresco di Kiko Arguello. Monsignor Tagliaferri è lì, il volto coperto da un velo, la tunica di lino bianco con la stola simbolo del presbiterato. È stato lo stesso don Antonio, dicono i cari amici, a volere così. Ha disposto tutto anche per il giorno dell’addio terreno, perfino i canti che saranno eseguiti questo pomeriggio. (funerali ore 15 Santissima Trinità)
«È morto per il Papa, ha donato la sua vita a Benedetto XVI e glielo ha anche fatto sapere» racconta commosso l’oncologo Alfredo Signaroldi, uno degli ultimi che ha parlato con don Antonio, domenica sera. «Era pronto per la sua dipartita - ricorda -, confidava nella misericordia di Dio e affidava la sua vita al Santo Padre che negli ultimi tempi aveva visto in difficoltà». Don Andrea Campisi era uno dei suoi ragazzi. Alla Santissima Trinità, sotto la sua guida, è maturata la vocazione al sacerdozio. «E' stato un pastore che ha saputo guardare lontano - osserva -, sempre, anche in età avanzata>.
«Ho avuto la grazia di conoscere don Antonio - dice Massimo Seccaspina, educatore del Servizio psichiatrico -, per la mia vita è stato un incontro fondamentale. Lo ricordo come una persona di grande umanità e fede, un uomo colto ma semplice, un uomo che incantava a sentirlo parlare, un uomo di grande carità».
Uno dei collaboratori più vicini a monsignor Tagliaferri era l’architetto Carlo Ponzini, chiamato a continuare il progetto di Baciocchi per il Tempo della Fraternità Universale (la Santissima Trinità). «Ci arriveremo, se il Signore lo vorrà» è convinto Ponzini, al quale don Antonio ha confessato uno dei suoi ultimi desideri: «Realizzare due altari nella navata della basilica: uno per il tabernacolo, l’altro dedicato alla vergine Maria».
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Il testo integrale su Libertà del 9 aprile 2009

mercoledì 8 aprile 2009

Dalla Banca di Piacenza 50mila euro per il fondo anticrisi

Piacenza - Il Consiglio di Amministrazione della Banca di Piacenza ha versato 50.000 (cinquantamila) euro sul conto corrente aperto presso la stessa Banca dalla Fondazione Autonoma Caritas Diocesana di Piacenza-Bobbio e cioè per il fondo straordinario diocesano di solidarietà voluto dal Vescovo in relazione all’attuale situazione economica, specie delle famiglie disagiate. La somma è stata sottoscritta pro quota dai nove consiglieri personalmente del popolare Istituto di Via Mazzini.
Ne hanno dato notizia gli stessi consiglieri al nostro vescovo mons. Gianni Ambrosio, che li ha ricevuti questa mattina a Palazzo Vescovile in udienza accompagnati dal presidente avv. Corrado Sforza Fogliani e dal vice presidente prof. Felice Omati.
Il Vescovo, assistito dal vicario generale mons. Lino Ferrari, nella sua qualità di presidente del comitato costituito per gestire il fondo, ha avuto parole di ringraziamento per il gesto di generosità che evidenzia una particolare sensibilità verso le persone più deboli nello spirito di solidarietà cercato dalla Chiesa. La somma versata dai consiglieri della Banca di Piacenza si aggiunge a quanto presso questo Istituto è già stato raccolto grazie alla generosità di altri donatori.
Durante l’incontro tra gli Amministratori della Banca di Piacenza e mons. Ambrosio si è parlato anche della nuova emergenza determinatasi con il terremoto nell’Italia centrale, emergenza per la quale la diocesi, attraverso la Caritas, si sta mobilitando, senza però modificare le scelte che già sono state fatte per le famiglie colpite dalla crisi.


Comunicato stampa diocesi Piacenza-Bobbio

Terremoto Abruzzo, il 19 colletta della Caritas

La Caritas diocesana di Piacenza-Bobbio si è attivata per sostenere l'azione di coordinamento, sostegno e solidarietà di Caritas Italiana verso le persone colpite dal sisma di stanotte.
Caritas Italiana, in stretto contatto anche con il delegato regionale, con i direttori delle Caritas diocesane di Abruzzo-Molise e con i vescovi locali, cerca di farsi prossima con la preghiera e con il sostegno materiale, valutando in questa prima fase le esigenze che emergono nelle comunità e nei luoghi provati dal sisma, per poter attivare interventi adeguati. Unendosi alla costernazione del Santo Padre e rispondendo al suo appello alla solidarietà, la Conferenza episcopale italiana ha invitato a sostenere le iniziative di solidarietà promosse da Caritas Italiana.
Caritas Italiana insedierà al più presto un centro operativo nel capoluogo abruzzese, da cui eserciterà un duplice ruolo:
· sostegno operativo all'attività della Caritas diocesana;
· coordinamento degli interventi e degli aiuti messi a disposizione da delegazioni regionali Caritas, Caritas diocesane e altre realtà del volontariato ecclesiale.
L'intervento della rete Caritas sarà di lungo periodo e particolarmente attento alle necessità delle persone più e delle comunità più vulnerabili. Per le iniziative più urgenti, però, Caritas Italiana ha già effettuato un primo stanziamento di 100.000 euro e ha lanciato un appello alla solidarietà, a cui è possibile contribuire.
La Presidenza della Cei ha inoltre disposto lo stanziamento di tre milioni di euro dai fondi dell'otto per mille per iniziative di carità di rilievo nazionale. Tale somma sarà erogata tramite Caritas Italiana. La Presidenza della Cei indice anche una colletta nazionale, da tenersi in tutte le Chiese italiane il 19 aprile 2009, Domenica in Albis, come segno di solidarietà e di partecipazione di tutti i credenti ai bisogni materiali della gente abruzzese.


Per sostenere gli interventi in corso si possono inviare offerte tramite:
· versamento presso i nostri uffici in Via Giordani, 21 a Piacenza dalle ore 9 alle 12 e dalle ore 15 alle 18;
· C/C bancario tramite Banca di Piacenza intestato a Fondazione Caritas Diocesana (causale “EMERGENZA ABRUZZO”)
Iban: IT61 A 05156 12600 CC0000032157 ;
· il C/C postale n. 347013 intestato a Caritas Italiana (causale “TERREMOTO ABRUZZO”);
· C/C bancario tramite Banca Popolare Etica, via Rasella 14, Roma - intestato a Caritas Italiana (causale “EMERGENZA ABRUZZO”)
Iban: IT29 U050 1803 2000 0000 0011 113;
· Versamento con Carta di credito CartaSi e Diners telefonando a Caritas Italiana tel. 06 66177001 (orario d’ufficio).

Domani alle 15 i funerali di monsignor Tagliaferri

Piacenza - La celebrazione delle esequie di monsignor Antonio Tagliaferri, scomparso ieri pomeriggio, con la liturgia della Parola (come previsto dalla liturgia del Triduo pasquale), si terrà domani, giovedì 9 aprile, alle ore 15, nella chiesa cittadina della SS.Trinità e sarà presieduta dal vescovo mons. Gianni Ambrosio. Questa sera, alle ore 20,30, nella stessa chiesa, si terrà una veglia di preghiera.
Una messa di suffragio verrà celebrata giovedì 16 aprile, alle ore 20,30, sempre nella chiesa della SS.Trinità.

martedì 7 aprile 2009

Morto monsignor Antonio Tagliaferri, storico parroco della Trinità

Piacenza - E' morto nel tardo pomeriggio di oggi, dopo una degenza in ospedale che si era protratta per alcuni giorni, mons. Antonio Tagliaferri, già parroco
della parrocchia cittadina della SS.Trinità.
Mons. Tagliaferri era nato il 27 luglio 1917 a Suzzano di Rivergaro ed era
stato ordinato sacerdote il 9 marzo 1940. Ha iniziato il proprio servizio
pastorale come curato a Ziano ed è stato delegato vescovile a Fornello. Già
nei primi anni Quaranta del secolo scorso il Vescovo gli affida la nascente
comunità parrocchiale della SS.Trinità - Belvedere di cui diventa
ufficialmente parroco nel 1950 quando vi è il riconoscimento a parrocchia.
Nel corso del suo lungo periodo passato alla guida di questa comunità ha
vissuto diverse e importanti stagioni pastorali. Il 24 febbraio 1991 è stato
nominato cappellano di SS. con il titolo di monsignore; il giorno 11
settembre 2001 ha rinunciato alla parrochia.
Con successivo comunicato verranno indicati il giorno e l'ora dei funerali.

domenica 5 aprile 2009

Azione Cattolica: stili di vita e di consumo sobri e solidali

Le urgenze del Paese e il nostro impegno

Il Consiglio Diocesano dell’Azione Cattolica di Piacenza - Bobbio, riprendendo una riflessione in atto a vari livelli all’interno dell’associazione e riguardante la grave crisi etico-economica che stiamo attraversando, desidera esprimere ai propri aderenti e condividere con tutte le persone di buona volontà alcune considerazioni.

“Esprimiamo innanzi tutto la nostra condivisione e la nostra preoccupazione per chi, anche tra di noi, è più colpito dalla crisi. Il nostro stile educativo e missionario ci sollecita continuamente alla vigilanza e alla conversione e ci impedisce di sentirci avulsi dal contesto e dalle vicende che il Paese sta vivendo. Se lo sappiamo vedere, abbiamo sempre accanto un povero da servire.
Sappiamo che siamo ancora all’inizio delle difficoltà e ci stiamo accorgendo tutti, nelle nostre famiglie, nelle nostre parrocchie e attorno a noi, che il disagio e la fatica per molti stanno crescendo. Per questo intendiamo richiamarci all’attenzione e alla corresponsabilità perché la sensibilità a questi problemi e la libertà di manifestarli crescano nelle nostre comunità e nelle nostre associazioni. Occorre attivarci secondo i doni di ciascuno (tempo, denaro, competenze ) ricordandoci che siamo solo custodi di essi e quando serve questi doni devono essere spesi per il bene di tutti.
Sollecitiamo quindi a concorrere alle varie iniziative che il nostro territorio ha predisposto ; in particolare il Fondo Diocesano di Solidarietà che la diocesi ha istituito per volere del Vescovo. Come cittadini inoltre occorre conoscere le realtà attive del nostro territorio (servizi istituzionali, agenzie, associazioni…) per saper indicare dove e come trovare le risposte più idonee ai problemi.

Rileviamo anche che, di fronte a problemi tanto complessi che hanno radici lontane e di cui sono perfino incerte le responsabilità e soprattutto le soluzioni, occorre tenere alto lo sguardo perché non sempre le soluzioni più urgenti sono le più efficaci. Rispondere ad un’urgenza, offrendo per esempio cibo, denaro, vestiti, casa … è indispensabile e doveroso in alcune circostanze, ma non sufficiente; lo sappiamo bene, questo non e’ il solo fine dell’azione profetica della comunità cristiana.
In conclusione facciamo nostre le parole espresse nel gennaio scorso dalla Presidenza Nazionale dell’AC che indicava come <>”.

venerdì 3 aprile 2009

Piacenza-Bobbio, i riti della Settimana santa

Diocesi di Piacenza-Bobbio
Ufficio stampa

Riti della Settimana Santa
presieduti dal Vescovo in Cattedrale


Domenica 5 aprile
Domenica delle Palme

Alle 18 nella Basilica di Sant’Antonino inizia la processione delle Palme verso la cattedrale dove alle 18,30 mons. Ambrosio celebra la S. Messa
Giovedì 9 aprile
Giovedì Santo

In cattedrale alle ore 9,30, Messa Crismale. Il Vescovo celebra con tutti i presbiteri della diocesi. Sono chiamati a prendere parte a questa celebrazione anche tutti i diaconi, i religiosi e religiose. Durante il rito vi sarà la benedizione degli olii santi che, al termine, saranno distribuiti ai parroci.
Durante la stessa celebrazione verrà ammesso tra i candidati al presbiterato un giovane seminarista della parrocchia di San Savino.
Triduo pasquale
Giovedì 9 aprile
Giovedì santo

alle ore 18.00: S. Messa nella Cena del Signore. La Chiesa fa memoria dell’ultima cena di Gesù.
Venerdì 10 aprile
Venerdì santo

alle ore 8.00: Ufficio delle Letture e delle Lodi.
alle ore 18.00: celebrazione della Passione del Signore.
Sabato 11 aprile
Sabato santo

alle ore 8.00: Ufficio delle Letture e delle Lodi.
alle ore 22.00: veglia pasquale. Durante il rito verranno battezzati alcuni catecumeni.
Domenica 12 aprile
Domenica di Pasqua

alle ore 11.00: Santa Messa. Al termine il Vescovo impartisce la benedizione apostolica con annessa l’indulgenza plenaria.Alle ore 18 il Vescovo presiede la celebrazione eucaristica nella concattedrale di Bobbio.

mercoledì 1 aprile 2009

Crisi, categorie economiche e sindacati dal vescovo

Piacenza - Dopo la colletta in un tutte le chiese tenutasi due domeniche fa, le categorie economiche e i sindacati incontreranno il vescovo Gianni Ambrosio per comunicare la nuova iniziativa decisa in questi giorni: la proposta ai lavoratori di devolvere un’ora della loro busta paga al fondo straordinario di solidarietà. L’incontro con il presule avverrà martedì prossimo nella sala degli affreschi di palazzo vescovile. È questa una delle decisioni meramente organizzative prese durante l’incontro del comitato anticrisi che si è tenuto nel pomeriggio di ieri nella sede della Caritas. Si trattava del terzo appuntamento dalla sua fondazione. Una riunione interlocutoria dedicata soprattutto alla messa a fuoco delle modalità con cui verranno erogati i microcrediti alle famiglie. Lunedì sera si sono incontrati, a questo proposito, i volontari che dovranno gestire i contatti con le persone e con le banche erogatrici dei prestiti, lunedì sera prossimo si ritroveranno le associazioni cattoliche.

Il testo integrale su Libertà del primo aprile 2009