venerdì 31 luglio 2009

Domani i funerali di suor Chiarina

E' morta all'età di 74 anni suor Chiarina Grazio, missionaria delle suore della Provvidenza per l’Infanzia, congregazione fondata da monsignor Francesco Torta. La Fondazione di Piacenza e Vigevano le aveva assegnato il premio Angil dal Dom 2009 per le sue attività meritorie in Etiopia. Le sarebbe stato consegnato il prossimo 20 settembre sul sagrato della cattedrale in occasione della festa di Santa Giustina. I funerali si tengono domani mattina alle ore 10 e 30 nel duomo di Piacenza.

giovedì 30 luglio 2009

Ambrosio e la crisi su Il Sole 24 ore

«Per uscire dalla crisi è necessario un capovolgimento etico: vedere l’uomo non più come sistema di bisogni ma dare valore alle relazioni e alla gratuità». Il vescovo Gianni Ambrosio è intervenuto sulla crisi economica in un’intervista rilasciata a Il Sole 24 Ore. Il vescovo ha osservato come essenziale sia «la dimensione etica dell’economia e della finanza: senza questa viene meno la fiducia. E senza fiducia non si trova neppure la strada per uscire dalla crisi. Se la fase più critica della congiuntura potrà essere superata abbastanza a breve, più lungo sarà il cammino per recuperare e far valere la dimensione etica. Superare il ripiegamento su di sé è la grande sfida della nostra Chiesa; l’età dei sacerdoti e le nuove vocazioni sono scarse, ma la Chiesa non può accontentarsi di gestire la penuria. La missione continua, confidando in quel processo di educazione permanente che la Chiesa compie a suo modo, lasciandosi condurre da Dio e confrontandosi con i cambiamenti della storia. Non è il tempo della nostalgia e del rimpianto, è il tempo della speranza e della fiducia, per cercare, in questo terzo millennio, un nuovo equilibrio fra sacerdoti e laici, per riconoscere i carismi e valorizzare nuovi ruoli e per sperimentare nuove vie di servizio pastorale».

mercoledì 29 luglio 2009

L'avvocato: suore costrette ad andarsene da Veano

«Il vescovo Ambrosio ha scritto dicendosi dispiaciuto del loro abbandono. Ebbene, le suore non hanno mai abbandonato il convento. Una cosa è abbandonare, un’altra trasferire. Hanno messo le monache nelle condizioni di chiedere il trasferimento. E’ chiaro che se io sono la superiora e non riesco nemmeno a dar da mangiare a 9 suore, l’unica cosa che mi resta da fare e di tornare alla casa madre». Sono le parole con cui l'avvocato Massimiliano Bovalina ha spiegato al quotidiano Libertà il repentino addio delle suore Adoratrici del Santissimo Sacramento da Veano (diocesi di Piacenza-Bobbio). «C’è una sfera religiosa - osserva il legale - una sfera canonica ma anche una civilistica. Noi vogliamo fare chiarezza, ecco perché abbiamo deciso di parlare. Qui c’era qualcuno che aveva un dovere di ospitalità». «La suore - prosegue - hanno fatto istanza di trasferimento alla Santa Sede chiedendo di tornare al monastero di Napoli perché nella diocesi di Piacenza-Bobbio non potevano più restare, non avendo ottenuto alcun tipo di aiuto, un sostegno economico che potesse in qualche modo permettere la loro sussistenza. Vivevano dei proventi delle consorelle di Napoli e di Betlemme. Oggi sono in attesa di un’altra sistemazione che le possa accogliere in maniera più degna».

Ambrosio agli organisti: grazie a voi la lode a Dio è più alta

"L’organo di chiesa è uno strumento importante che però, forse, abbiamo tenuto in scarsa considerazione. Ma c’è sempre la possibilità di riprenderla. E' grazie a voi se la lode a Dio viene resa nel miglior modo possibile".
Così il vescovo Gianni Ambrosio al convegno nazionale degli organisti di chiesa tenutosi a Piacenza nei giorni scorsi.

venerdì 24 luglio 2009

Cento giovani in Terrasanta con il vescovo

Mercoledì 29 luglio, alle ore 10.00 dal piazzale dello Stadio Garilli (lato via Gorra), 97 giovani della nostra diocesi di Piacenza-Bobbio partiranno per una settimana di pellegrinaggio in Terrasanta, accompagnati da alcuni sacerdoti e dal vescovo mons. Gianni Ambrosio.
Sarà possibile seguire i giovani pellegrini in tempo reale grazie al blog
http://terrasanta.pagiop.net che verrà aggiornato con foto, video, resoconti e testimonianze.
Questo pellegrinaggio prosegue la proposta, ormai decennale, del Tour de Vie, esperienza di viaggio in luoghi particolarmente significativi per la storia, la fede, la cultura e la vita dell’uomo.
Il pellegrinaggio in Terrasanta è stato pensato grazie alla collaborazione tra il Servizio diocesano per la pastorale giovanile, il settore giovani dell’Azione Cattolica e la Caritas diocesana.

Perché la Terra Santa
L’andare in Terra Santa sarà anche, in un certo senso, un tornare, perché il pellegrinaggio in Terra Santa, per noi cristiani, non può che essere un ritorno. Incontrando il luogo nel quale le ragioni profonde del nostro credere si sono fatte carne, vita, storia, avremo la possibilità di tornare alla sorgente della nostra fede.Le ragioni che, fin dalla prima edizione, hanno motivato questa esperienza di viaggio rivolta a tutti i giovani della Diocesi, trovano infatti, in questo viaggio, il loro compimento, e, speriamo, nuova spinta per il futuro. Il Tour de vie, che, da subito, ha voluto essere occasione di incontro, di conoscenza, di confronto con luoghi, vicende, eventi significativi per la storia, la fede, la cultura, la vita dell’uomo, non poteva non condurci a Gerusalemme, luogo per eccellenza della fede, ma anche dell’incontro e del confronto tra uomini di credo e cultura differenti.
“Di te si dicono cose stupende”, questo il titolo del pellegrinaggio: è un versetto del salmo 86, dedicato alla Città Santa, Gerusalemme.
Anche questa volta abbiamo scelto di non tradire uno dei tratti caratteristici del Tour de vie: la dimensione dell’incontro con le persone che abitano i luoghi meta del viaggio. In particolare, in questa occasione, vivremo momenti di incontro e di scambio con alcune comunità cristiane del luogo, per conoscere da vicino la loro vita quotidiana, le loro fatiche, la loro speranza.

Programma
1° giorno
ITALIA - TEL AVIV – NAZARETH

2° giorno
NAZARETH – AKKO – MT. CARMELO – NAZARETH
Akko (San Giovanni d’Acri), Mt. Carmelo. Cana di Galilea, visita alla città: chiesa di S. Giuseppe, Sinagoga, Fontana della Vergine, Basilica dell’Annunciazione.

3° giorno
NAZARETH –BANIAS - CAFARNAO – GIORDANO – NAZARETH
Banias (Cesarea di Filippo), attraversamento del lago di Tiberiade in battello fino a Cafarnao e visita della zona archeologica con la casa di S. Pietro. Sosta al Monte delle Beatitudini, Tabga e Chiesa del Primato.

4° giorno
NAZARETH - MT. TABOR - QUMRAN – MARE MORTO – GERICO
Gerico, sosta e visita al Mt. Tabor, Qumran visita agli scavi, Mare morto, Gerico

5° giorno
GERICO - EIN GEDI - GERUSALEMME
Ein Gedi, oasi nel deserto, Gerusalemme.

6° giorno
GERUSALEMME – BETLEMME – GERUSALEMME
Gerusalemme: Muro del Pianto, spianata del Tempio con le Moschee di Omar e di El Aqsa, Monte Sion con la Chiesa della Dormitio Virginis e Cenacolo e Tomba di Davide . Nel pomeriggio, Betlemme con la Basilica della Natività e il Campo dei Pastori.

7° giorno
GERUSALEMME
Gerusalemme: Monte degli Ulivi (Ascensione, Chiesa del Pater, Dominus Flevit); Chiesa di S. Anna, Piscina Probatica, Pretorio con Litostroto, Flagellazione, Via Dolorosa, Basilica della Resurrezione con S. Sepolcro.



8° giorno
GERUSALEMME - TEL AVIV - ITALIA
Vista ad Ain Karem con la Chiesa della Visitazione. Museo dell’Olocausto (Yad Vashem). Visita della città di Jaffa.

Contatti
Camminati don Paolo
Tel. 333 2502208 e-mail:
camo@curia.pc.it
Dal 30 luglio al 5 agosto tel. +972.52.7817407
Bisotti Maria Chiara
Tel. 333 2162191 e-mail:
pgiovani@curia.pc.it
Dal 30 luglio al 5 agosto tel. +972.52.7817361

giovedì 23 luglio 2009

Angil dal Dom a suor Chiarina Grazio, gli auguri del sindaco Reggi

Appresa dalla stampa la notizia dell’assegnazione del premio “Angil dal Dom” 2009 a suor Chiarina Grazio, il sindaco Roberto Reggi ha inviato presso la Congregazione delle Suore della Provvidenza per l’Infanzia il seguente telegramma di felicitazioni:

“Certo di interpretare i sentimenti di affetto e stima di tanti piacentini, sono particolarmente felice per l’assegnazione dell’Angil dal Dom 2009 a suor Chiarina Grazio: questo riconoscimento è il tributo della comunità a un percorso di vita costruito sul dono di sé e l’amore per il prossimo. Il suo prezioso impegno missionario in Etiopia, dove per tanti anni è stata accanto ai bambini, affrontando con coraggio anche i momenti più difficili, è una testimonianza autentica di dedizione e altruismo, nonché un esempio su cui riflettere per ciascuno di noi”.

Pianazze, il programma del convegno

Venerdì 4 Settembre

Ore 17,00 Preghiera d’inizio e introduzione al Convegno

Ore 17,30 Gesù e i discepoli nel Vangelo di Luca. L’inizio della missione
don Roberto Vignolo, biblista, Facoltà teologica interregionale, Milano-Lodi

Ore 21.00 “Laudato si’, mi’ Signore”
Veglia ecumenica di preghiera



Sabato 5 Settembre

Ore 8,00 Celebrazione delle Lodi

Ore 9,00 Presentazione della Lettera Pastorale
S.E. mons. Gianni Ambrosio

Ore 10,30 La Chiesa della missione
S. E. mons. Franco Giulio Brambilla, Vescovo Ausiliare di Milano,
Preside della Facoltà Teologica interregionale

Ore 12.00 Celebrazione eucaristica

Ore 15,00 La Missione di tutti. Stile e compiti dei missionari
Introduce don Giuseppe Busani

La chiesa della missione e’..
Laboratori

Ore 17.30 Conclusioni

Ambrosio: missione popolare cantiere dello spirito

Carissimi,
la nostra Chiesa di Piacenza-Bobbio ha ormai intrapreso il cammino della Missione Popolare Diocesana. Nel mese di maggio abbiamo dedicato i ritiri dei sacerdoti e gli incontri degli operatori pastorali nei sette Vicariati al confronto sul senso e le motivazioni della Missione. E se all’inizio sono emerse alcune difficoltà, va sempre più crescendo la consapevolezza della necessità e dell’urgenza di riscoprire il volto missionario della nostra Chiesa.
L’iniziale perplessità si sta trasformando in attesa e speranza. Si tratta di una chiamata dello Spirito: vogliamo immaginare la Missione popolare diocesana come un ‘cantiere dello Spirito’.
All’inizio di settembre la nostra diocesi, da diversi anni, si dà appuntamento a Pianazze per vivere uno dei momenti più significativi del Suo cammino: il Convegno diocesano di inizio anno Pastorale. Quest’anno l’incontro assume una importanza del tutto particolare. E’ una preziosa occasione per approfondire significati e forme della Missione Popolare Diocesana. Il tema del Convegno, I primi passi della Missione, esprime bene il desiderio di voler essere Chiesa in cammino, impegnata portare a tutti l’annuncio del Vangelo per aiutare i nostri fratelli a scoprirne la bellezza e la fecondità.
Il desiderio - mio personale e penso di voi tutti - è quello di incontrarci per pregare insieme, metterci in ascolto, confrontarci e condividere esperienze.
A voi che ricevete questo invito chiedo di estendere la proposta alle persone che potrebbero essere coinvolte nell’avventura della Missione.
Anche a noi, come ai discepoli impauriti, il Signore Gesù ripete l’invito “prendi il largo”.
Vi aspetto fiducioso nella vostra partecipazione per il bene della nostra Chiesa.




† Gianni Ambrosio, Vescovo

domenica 19 luglio 2009

Monsignor Corbellini sarà ordinato vescovo dal Papa

Cari lettori, sarà papa Benedetto XVI a ordinare vescovo il piacentino Giorgio Corbellini. Il monsignore, originario di Travo, andrà a ricoprire l'incarico di presidente dell'Ufficio del Lavoro della Santa Sede. La data prevista sarà sabato 12 settembre alle ore 10 e 30 nella basilica di San Pietro. Il neo presule, al temine della cerimonia, saluterà amici e parenti in una sala dei Musei Vaticani. Lo spostamento della data della celebrazione - in un primo momento era fissata per sabato 5 - non rende più necessario modificare il programma del convegno diocesano delle Pianazze che si terrà regolarmente il 4 e il 5 settembre.

sabato 18 luglio 2009

Casa del Fanciullo, da 50 anni a Carenno

In occasione del cinquantesimo anniversario di fondazione della sede estiva della Casa del Fanciullo a Carenno in provincia di Lecco, domenica 19 luglio si terrà una grande festa organizzata da tutti gli amici e i volontari della storica istituzione fondata da Padre Gherardo Gubertini.
La Casa Vacanze, fortemente voluta da Padre Gherardo per far trascorrere ai suoi bambini momenti spensierati a stretto contatto con la natura e in compagnia di tanti amici, fu inaugurata nel 1959, nel piccolo ma ridente paese sulle prealpi bergamasche, affacciato sulla Valle di S. Martino, a pochi chilometri da “…quel ramo del lago di Como che volge a mezzogiorno…”
Ancora oggi la Casa Vacanze accoglie ogni estate numerosi bambini nei mesi di luglio e agosto, permettendo loro di trascorrere spensierate, divertenti e allegre vacanze in mezzo al verde lontano dall’afa della città.
Saranno proprio i bambini protagonisti e animatori della festa che si svolgerà domenica, alla presenza di numerose autorità piacentine e locali e di tanti amici e volontari della Casa, che insieme festeggeranno questo importante compleanno.
Il programma della giornata prevede una fiaccolata che partirà da Monfestino (Mo), paese natale di Padre Gherardo e arriverà a Carenno presso la Casa del Fanciullo.
Quindi si svolgerà la cerimonia di benedizione di un bassorilievo in bronzo dedicato a Padre Gherardo e seguirà la S. Messa celebrata dal parroco di Carenno Don Angelo Riva e da Monsignor Lino Ferrari, che per l’occasione presenzierà all’anniversario.
A seguire la festa proseguirà con l’apertura dei banchi di solidarietà e degli stand gastronomici, mentre nel pomeriggio saranno organizzati giochi per bambini e adulti.
In serata si terrà il Concerto del Coro Grigna di Lecco con letture di brani sulla storia dei cinquant’anni della Casa del Fanciullo a Carenno e proiezione di immagini.
Per finire si svolgerà l’estrazione della lotteria a premi.
Una festa quindi davvero molto ricca e sentita che coinvolgerà tante persone, amiche della Casa, che vogliono continuare a portare avanti il progetto educativo di Padre Gherardo, il cui pensiero è sempre stato rivolto ai più piccoli.

venerdì 17 luglio 2009

Caritas, nei primi sei mesi poveri raddoppiati

Al passo con gli ultimi: l’impegno della Caritas Diocesana nel primo semestre 2009


I numeri legati all’attività svolta nel corso del primo semestre 2009 dalla Caritas diocesana mostrano un’immagine della povertà complessa, articolata ed in crescita. I servizi segno della Caritas offrono alle persone in difficoltà un ampio ventaglio di possibilità, dal centro di ascolto, alla mensa della fraternità (aperta a pranzo e cena), alla casa di prima accoglienza, al centro diurno, al servizio guardaroba, al servizio in carcere, agli appartamenti sociali, al punto di ascolto telefonico per gli anziani, all’ambulatorio S. Caterina. Si tratta di “luoghi”, pensati e voluti dalla Chiesa piacentina e sostenuti con forza dal suo Vescovo Gianni Ambrosio, in cui la comunità locale incontra il volto del disagio e della vulnerabilità, luoghi dove intessere nuovi e significativi legami di relazione e sviluppare pienamente il senso di comunità e di accoglienza.

Nei primi 6 mesi del 2009 dal punto di osservazione privilegiato della Caritas si evidenzia un forte aumento delle persone seguite che sono risultate 802 rispetto ad un valore nei 12 mesi del 2008 di 943. Gli uomini rappresentano la maggioranza (477), seguiti tuttavia da una importante presenza femminile (325). Il dato, collegato ad una rilevante fruizione di servizi, lascia trasparire una situazione che se confermata nel secondo semestre porta il numero di persone in difficoltà su valori di assoluto rilievo. D’altro canto la fruizione di servizi sembra non lasciare adito a dubbi, solo per citarne alcuni: 14.664 pasti elargiti (contro i 12.680 per l’intero 2008), 693 docce effettuate, 1.088 notti alla casa di prima accoglienza, 251 interventi di consegna di vestiario, 1.177 borse viveri consegnate a famiglie in difficoltà.
Due i profili che sembrano emergere con forza: la povertà estrema caratterizzata dalla assenza totale di reddito (193 i senza dimora aiutati in questo primo semestre); la povertà familiare di nuclei che pur in presenza di una entrata non riescono a raggiungere uno standard di vita minimo accettabile (314 le famiglie aiutate in questo primo semestre). Da ultimo, la componente straniera risulta maggioritaria (554 contatti), con una netta prevalenza a favore delle presenze regolari (501 con permesso di soggiorno) che in questo scorcio di 2009, dopo tre anni nella stessa direzione, si conferma e si consolida, rappresentando una delle principali novità nel profilo descrittivo dell’utenza che si rivolge alla Caritas. Novità che con tutta probabilità segna anche una diversificazione dell’utenza immigrata non più portatrice soltanto di bisogni emergenziali e di prima accoglienza. La presenza di famiglie immigrate, unita alla prima accoglienza che non è mai venuta meno, rappresenta in questa direzione un indicatore particolarmente significativo e ben mostra la volontà della Chiesa piacentina di farsi prossima e di portare il proprio aiuto ai fratelli migranti.
Questi dati ci rammentano che il disagio è sempre presente nella nostra società e che sempre nuove persone si affacciano per la prima volta ai servizi, segnale questo che il fenomeno della povertà e della vulnerabilità non tende a diminuire.
L’attività della Caritas trova inoltre il suo naturale completamento nell’impegno, da oltre trent’anni, nella solidarietà internazionale, nell’accoglienza e sostegno dei tanti che per svariati motivi – ma primo tra tutti la violenza umana e la guerra – sono costretti ad abbandonare il proprio paese. Per fare memoria storica è il caso dei profughi vietnamiti giunti a Piacenza negli anni ’70, dei primi immigrati magrebini negli anni ’80, dei successivi esuli dall’Europa dell’Est, dall’ex-Jugoslavia e dall’Albania. Al contempo, la Caritas opera, in stretta comunione con le Chiese locali, in quei paesi da dove i migranti provengono. Ha sostenuto la rete delle Caritas del Medio Oriente, ha avviato progetti socio-sanitari in Albania, si è adoperata con i suoi volontari nei campi profughi in Bosnia e Croazia e tuttora sostiene gemellaggi e adozioni a distanza di famiglie colpite dal dramma della guerra nei vicini Balcani e in Burundi.
Infine, sollecitata dall’emergenza, si è mobilitata per dare risposta concreta alle persone colpite dalla crisi economica attraverso il Fondo Straordinario di Solidarietà fortemente voluto dal Vescovo e partecipa, con le altre Caritas della regione Emilia-Romagna, all’intervento in favore delle popolazioni colpite dal terremoto in Abruzzo.
Un tale risultato richiede un forte impegno in termini di presenza di volontariato che ha raggiunto il ragguardevole numero di 450 persone e che ha avuto un forte impulso nel corso degli ultimi mesi con un incremento di circa 140 unità.

Chi desiderasse avvicinarsi all’esperienza di volontariato e di servizio può rivolgersi in Caritas Diocesana a Francesco Argirò al tel. n° 0523/332750 (orari di ufficio). Da ultimo si rivolge un appello ricordando le necessità quotidiane della Mensa della Fraternità: mancano alcuni generi come olio, scatolame (piselli, fagioli, tonno, pelati, …), zucchero. Tali generi possono essere consegnati direttamente presso la Mensa della Fraternità (tel. 0523/314087) in via S. Vincenzo 13 dalle ore 09.00 alle ore 13.00.

Diacono Giuseppe Chiodaroli, direttore Caritas di Piacenza-Bobbio





giovedì 16 luglio 2009

Don Cattadori parroco a Rivalta

Con Atto proprio dell’Ordinario diocesano, in data 15 luglio 2009, il M.R. Cattadori don Francesco, finora parroco di Saliceto di Cadeo PC, è stato nominato parroco della parrocchia di San Martino vescovo in Rivalta, Comune di Gazzola, Provincia di Piacenza, resasi vacante in seguito a rinuncia presentata da parte dell’ultimo titolare il M.R. Bisioni don Angelo, e legittimamente accettata in data propria.

Con Atto proprio dell’Ordinario diocesano, in data 15 luglio 2009, il M. R. Cattadori don Francesco, parroco di Rivalta, è stato nominato amministratore parrocchiale della parrocchia dei SS. Faustino e Giovita in Tuna, Comune di Gazzola Provincia di Piacenza.

Con Atto proprio dell’Ordinario diocesano in data 15 luglio 2009, il M. R. Bertuzzi don Giuseppe, finora professo solenne nell’Ordine dei Frati Minori, incardinato in questa nostra diocesi di Piacenza-Bobbio, è stato nominato amministratore delle seguenti parrocchie:
* Santi Timoteo e Sinforiano in Caminata Val Tidone, Provincia di Piacenza;
* Sant’Andrea Apostolo in Sala Mandelli, Comune di Nibbiano, Provincia di Piacenza;
* Sant’Anna in Tassara, Comune di Nibbiano, Provincia di Piacenza.

mercoledì 15 luglio 2009

Il duomo sotto le stelle

L'Associazione "Domus Justinae" VENERDì 17 LUGLIO con ritrovo sul SAGRATO DELLA CATTEDRALE di Piacenza-Bobbio, (ORE 21.30) organizza "Il duomo sotto le stelle 2009".
Durante la visita guidata, resa più attraente da alcune illuminazioni predisposte per l'occasione, si analizzeranno alcuni aspetti della simbologia presenti all'esterno della Cattedrale, con un occhio di riguardo alla struttura architettonica, partendo dalla facciata di Piazza Duomo, passando per gli antichi Chiostri del Duomo e giungendo sino all'abside di via Prevostura.

martedì 7 luglio 2009

S.Antonino 2009/Ambrosio: la Chiesa ha il dovere di farsi sentire

Rivolgo a tutti, fratelli e sorelle, il mio saluto più cordiale. Saluto il vescovo di Parma, l’amico mons. Enrico Solmi. Saluto tutti i sacerdoti e i diaconi. Saluto il sindaco, il prefetto, il questore, tutte le autorità civili e militari che ringrazio per la loro presenza e per la loro amicizia.
1. Nel giorno della festa di sant’Antonino, tutta la comunità piacentina si ritrova per onorare il patrono della città e della diocesi. Nel giovane Antonino, che ha confessato la sua fede in Gesù Cristo fino al martirio, Piacenza ha riconosciuto il suo speciale patrono, quasi il garante della sua identità. Nel corso dei molti secoli la nostra comunità ha trovato nella figura e nell’esempio di questo giovane martire la luce che illumina il cammino, la concordia che anima la vita comune, la forza che vince gli ostacoli. E noi, oggi, dopo diciassette secoli, ancora una volta ci rivolgiamo a Lui per sollecitare la sua intercessione e il suo aiuto.
2. Vi confesso, cari amici, che sono rimasto sorpreso, appena a conoscenza della mia destinazione a Vescovo di questa amata Chiesa, che il nostro patrono non fosse la figura di un grande vescovo, come sant’Eusebio per la mia diocesi o sant’Ambrogio per Milano o san Petronio per Bologna o san Bernardo degli Uberti per la diocesi di Parma. Qui invece non vi è come patrono un grande vescovo, che pure non manca nella nostra storia: penso al primo vescovo san Vittore, e ancor più, penso a san Savino, che lottò contro il paganesimo e l’eresia ariana e che, secondo la tradizione, ebbe rapporti con sant’Ambrogio di Milano e san Bassiano di Lodi.
Qui abbiamo come patrono un giovane. Se sul suo conto poche sono le notizie certe, ciò che conosciamo è prezioso e decisivo: quel giovane ha creduto nel Signore Gesù testimoniando la sua fede fino al martirio.
A noi non è giunta neppure una parola del nostro patrono, ma il suo gesto è eloquente: è il gesto di un giovane che afferma il primato del Dio vivo su ogni imperatore di turno, il gesto di un giovane che vuole essere fedele alla verità di Dio ed essere fedele alla propria libertà. Questo gesto sta all’origine della nostra comunità piacentina.
La giovane e piccola comunità cristiana piacentina ha ritenuto che questo giovane che ha creduto fino al dono della sua vita meritasse di essere invocato come patrono: in Antonino è ben riconoscibile il segno e la presenza di Gesù che dona la sua vita per noi.
Questo pure deve aver pensato il vescovo san Savino, cui si deve il rinvenimento del corpo del nostro patrono: in questo giovane testimone di Gesù Cristo, il vescovo trova il riferimento sicuro per la fede, per la libertà, per la coerenza di vita della comunità cristiana.
Sono trascorsi molti secoli da allora. Noi siamo qui, in questa basilica dedicata al santo patrono e che conserva le sue reliquie, per riesprimere la stessa scelta, la stessa fiducia e la stessa invocazione della comunità cristiana di allora che voluto sant’Antonino come patrono. Ne invochiamo la protezione sulla nostra città, sui suoi abitanti, sugli amministratori della polis. Per tutti chiediamo ciò che conta, e cioè la fede, la speranza e la carità, la concordia, la pace e la libertà. Così la comunità cresce cercando il bene di ciascuno e di tutti.
2. Possiamo dare un nome preciso a questo bene che invochiamo e che ricerchiamo accogliendo la precisa indicazione nel brano del Vangelo che la liturgia ci ha proposto. Ascoltiamo Gesù che conferisce alle sue parole una solennità particolarmente accentuata: "In verità, in verità, io vi dico: se il chicco di grano caduto in terra non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto".
L’immagine del chicco di frumento che marcisce nella terra per generare nuove spighe è di grande efficacia e rende prontamente il nucleo del messaggio di Gesù. Questo testo dell’evangelista Giovanni offre una formulazione originale dell’immagine del chicco di grano: se non morisse, resterebbe solo.
Gesù è il Figlio unigenito, è unico nella sua natura assolutamente singolare. Ma non vuole restare solo, isolato rispetto agli uomini. Egli è il Figlio e vuole che tutti noi, con Lui, diventiamo figli. Accettando di morire, egli è come il seme che non resta solo, ma porta frutto. Nella sua morte viene generata una moltitudine di figli del Padre, e perciò egli diventa il fratello di molti fratelli. Non a caso nel vangelo di Giovanni Gesù chiama i suoi discepoli "fratelli", soltanto dopo la sua morte, perché proprio questa morte ha infranto le barriere dell’unicità e della solitudine per suscitare la comunione, la condivisione.
Questa legge del chicco di grano non vale soltanto per il Figlio di Dio, ma vale per tutti: "chi ama la sua vita la perde". Chi pensa solo alla propria autorealizzazione, ha posto la premessa per fallire l’obiettivo dell’esistenza umana. Chi pensa solo ai propri interessi, si illude e ha già perso in partenza l’orizzonte degno della vita. L’affermazione di Gesù è perentoria: "chi ama la sua vita la perde". Ma è perentoria e senza eccezioni la legge della fecondità del chicco di grano: se non marcisce, non porta alcun frutto.
Il senso pieno di queste affermazioni lo troviamo nelle frasi successive: "Se uno mi vuole servire, mi segua (…), se uno serve me, il Padre lo onorerà".
Vi è un ‘se’ all’inizio della frase: "se uno mi vuol servire". Ancora una volta troviamo espressa la realtà, come la troviamo nella legge della fecondità del chicco di grano. Il servizio è libero: non può che essere così. Solo nella libertà e nella generosità si afferra la vita e si segue Gesù che è la via, la verità e la vita.
A sottolineare questo tratto di libertà e di generosità nel servizio, Giovanni fa ricorso al vocabolario della diaconia, che si contrappone al servizio dello schiavo, un servizio che non è tale, perché imposto. Il discepolo che entra nella logica del servizio, entra nella vita e nella comunione di vita, con Gesù e con il Padre.
È espresso così in modo efficace il "tesoro" della verità evangelica: la fede cristiana non è un’idea, non è un’astratta adesione a dei princìpi, ma è una relazione, un incontro, una relazione, un’esperienza di presenza e di comunione che si realizza nella concretezza del servizio.
Allora la parola che precisa quel bene verso cui tendere è questa: ‘servizio’. Servizio reso a Gesù, accogliendo in noi il suo sguardo, il suo orizzonte, la sua morte in croce; servizio reso ai fratelli, comunicando loro la gioia di aver incontrato Gesù e di seguirlo là dove egli è, mettendo anche noi il grembiule per lavare i piedi, come egli ha fatto nell’ultima cena.
3. Cari amici, può darsi che questa verità appaia ad alcuni come una questione che riguarda i cristiani, i credenti in Gesù Cristo. E così è, certamente. Siamo qui come comunità cristiana per rendere grazie a Dio in questa basilica dedicata a sant’Antonino. Ma proprio in nome di Antonino, che non era un vescovo, ma era un giovane, forse un soldato, oso dire che questa verità non è per qualcuno, ma è per tutti. Oso anche dire che è nell’interesse di tutti riconoscere la fecondità del chicco di grano che marcisce e così porta frutti. È un affare di tutti riconoscere che solo nella libertà, nella generosità, nel servizio si afferra la vita e si dà senso alle vicende della vita.
Sono, questi, gli orizzonti imprescindibili della vita umana. Sono, queste, le dimensioni che qualificano la vita e la rendono pienamente umana e profondamente cristiana. Se una certa insensibilità a questi orizzonti si è ormai diffusa anche da noi, se una certa indifferenza a queste dimensioni si è ormai propagata nella convinzione che esse riguardano solo alcuni, allora occorre far valere le ragioni che spingono verso una visione autenticamente umana della vita, soprattutto oggi, anche nella nostra città come nel nostro Paese e nella nostra Europa.
Se queste ragioni sembrano sfuggirci, se questa visione dell’esistenza umana ci appare lontana, ciò è dovuto al fatto che siamo immersi in un sistema di pensiero nebbioso che non privilegia più né sapienza, né intelletto, né ricerca del vero e del bene.
Ne soffriamo tutti.
Ne soffre la politica, perché tende a non essere ricerca del bene comune attraverso il confronto e il dialogo, disposti a rinunce ragionevoli in vista di un bene comune più grande e più condiviso. Essa tende invece a diventare una continua richiesta di singoli e di gruppi di interesse, con un succedersi di veti incrociati, che rende faticoso, intricato, poco trasparente il governo della cosa pubblica.
Ne soffre il costume etico, rischiosamente esposto non solo allo scadimento, ma all’inconsistenza, al vuoto. Se si esalta il soggettivismo esasperato, se tutte le posizioni sono equiparate in modo indiscriminato, allora è inevitabile che finisca col prevalere la posizione che suona immediatamente più facile, più piacevole, meno impegnativa. Non si ricerca più una società "buona", verso cui tendere, ma ci si accetta una convivenza fiacca, opaca, senza forma, senza dignità.
Ne soffre la cultura, e cioè la visione del mondo e dell’uomo, quasi insensibile alle sollecitazioni della ricerca del significato delle cose, della vita, delle relazioni. E’ soffocante una cultura che si ferma a ciò che appare, dominata da una ragione che vuole essere "misura di tutte le cose", dopo averle appiattite secondo un criterio che risponde solo alla logica dell’utilità e del dominio.
Ne soffrono la famiglia e la scuola, per la debolezza e la fragilità psicologica e affettiva delle relazioni familiari e per le difficoltà del compito educativo.
Ne soffrono i giovani, come purtroppo vediamo. Si stanno profilando situazioni che hanno caratteristiche quasi inedite, che vanno dalla demotivazione scolastica ai vari casi di relazioni difficili con forme di violenza sugli altri o su se stessi.
Se nessuno può stare a guardare, non può certo la nostra Chiesa limitarsi a considerazioni più o meno preoccupate. Per questo intende impegnarsi in questi prossimi anni per la Missione popolare diocesana e per la questione educativa. Questo impegno, lo sottolineo ancora, è per il bene di tutti, sapendo che l’educazione è affare di tutti e che tutti sono chiamati a quel bene grande che ha il nome di ‘servizio’.
Sappiamo anche, come afferma san Paolo nella seconda lettura, che "noi abbiamo un tesoro in vasi di creta". San Paolo conosce bene la fragilità umana, le difficoltà, gli ostacoli. Anche a noi non sfuggono, in quanto ne facciamo esperienza quotidiana. Ma Paolo ricorda che il "tesoro" della verità cristiana a noi affidata in "vasi di creta", si trasmette attraverso la nostra povertà e la nostra debolezza, "perché appaia che la potenza straordinaria viene da Dio e non da noi".
Carissimi fratelli, ci rivolgiamo a sant’Antonino, nostro patrono e nostro amico presso il Signore della storia, perché ci aiuti ad affrontare questi impegni con coraggiosa saggezza: a tutti doni la luce della verità, la forza della speranza, la serenità del cuore. Amen.
†Gianni Ambrosio
Vescovo di Piacenza-Bobbio

Le motivazioni del Vescovo
nell’accogliere l’Antonino d’oro.
Ringrazio di cuore tutti i canonici di questa basilica e in particolare don Giuseppe Basini per questa onorificenza dell’Antonino d’oro 2009. Don Giuseppe, quando è venuto a sottopormi la proposta o la decisione dei canonici, non ha subito ricevuto la mia approvazione. Non l’ha neppure pretesa. Mi ha solo detto: "le lascio la lettera con le motivazioni e poi Lei decida, liberamente". Mi sono consultato e ho accettato.
Sono tre i motivi che mi hanno indotto ad accogliere – e con gioia – questo premio.
Il primo è sant’Antonino stesso. Parecchi anni fa, avevo preparato un corso sui pellegrinaggi, soprattutto in Terra Santa. Così mi capitò tra le mani l’Itinerarium Antonini Placentini: un prezioso diario di viaggio, purtroppo alquanto ignoto ai piacentini, attributo per secoli ad Antonino, che descrive il viaggio di un pellegrino di Piacenza che, con alcuni compagni, parte dalla nostra città per recarsi in Terrasanta negli anni 560-570. Lo studio più approfondito, in argomento, è quello di una cara professoressa dell’Università Cattolica di Milano, Celestina Milani. Da questo diario ho tratto il mio motto episcopale: vestigia Christi sequentes. Sono le parole con cui questo pellegrino, nelle prime righe, motiva il pellegrinaggio in Terra Santa: per camminare sulle orme di Cristo. A fine luglio, se Dio vorrà, con cento giovani della nostra Chiesa, tornerò in Terra Santa, per lo stesso motivo, camminare sulle orme di Cristo.
Il secondo è più personale: questo premio è un segno di affetto nei miei confronti e con grande affetto lo accolgo.
Poi vi è un terzo motivo, più ecclesiale, dovuto al legame tra il vescovo e il suo popolo. Non c’è popolo senza vescovo e non c’è vescovo senza popolo. Così questo legame viene descritto da san Giovanni Crisostomo in una sua nota omelia: "Noi siamo un solo corpo e non si separa il capo dal corpo, né il corpo dal capo…" (San Giovanni Crisostomo, Prima dell’esilio, nn.1-3; PG 52,427*-430). Per cui accolgo questo premio come premio dato a me e dunque a tutto il popolo, a tutta la comunità, in particolare a tutti i sacerdoti di questa nostra Chiesa, nella speranza di vivere sempre ciò che san Crisostomo esprime: "noi siamo un solo corpo e non si separa il capo dal corpo, né il corpo dal capo…". Grazie di cuore.

venerdì 3 luglio 2009

UFFICIALE/ Corbellini nominato vescovo

Oggi, 3 luglio, alle ore 12, nella Sala degli Affreschi di Palazzo Vescovile di Piacenza, mons. Gianni Ambrosio ha comunicato che Papa Benedetto XVI ha nominato mons. Giorgio Corbellini presidente dell’Ufficio del Lavoro della Santa Sede elevandolo alla dignità episcopale con il titolo di Vescovo della diocesi storica Able in Spagna.
Mons. Giorgio Corbellini, sacerdote della diocesi di Piacenza-Bobbio, in servizio presso la Santa Sede, sarà ordinato Vescovo il 5 settembre prossimo, nel pomeriggio, in San Pietro a Roma.
Nel dare l’annuncio della nomina mons. Ambrosio ha sottolineato che si stanno consolidando ulteriormente i rapporti tra la Chiesa locale e la Chiesa universale; da parte sua il vicario generale mons. Lino Ferrari, compagno di studi del neoeletto, ha ricordato il carattere aperto e disponibile di mons. Corbellini (presenti anche altri compagni di studi: mons. Luigi Chiesa, don Serafino Coppellotti e don Giuseppe Frazzani).
Come detto l’ordinazione si terrà il 5 settembre, giorno in cui la Chiesa piacentina ha già programmato il convegno di inizio anno pastorale. Quindi i lavori di Pianazze potrebbero essere spostati per facilitare la partecipazione dei piacentini alla celebrazione romana..

Di seguito riportiamo la scheda biografica di mons. Giorgio Corbellini:

- E’ nato il 20 aprile 1947 a Viserano di Travo (Piacenza).
- Ha frequentato le scuole elementari (1953-1958) a Viserano di Travo, le suole medie inferiori ed il liceo classico (1958-1966) al Seminario Vescovile di Piacenza e il corso filosofico e teologico (1966-1972) al Collegio Alberoni di Piacenza.
- Ha ricevuto l’ordinazione sacerdotale il 10 luglio 1971, da S.E. mons. Enrico Manfredini, Vescovo di Piacenza, nella chiesa parrocchiale di San Lazzaro Alberoni (Piacenza).
- E’ stato incardinato nella diocesi di Piacenza (ora Piacenza-Bobbio).
- E’ stato vicario parrocchiale nella parrocchia di Sant’Antonino M. a Borgo Val di Taro (Parma, diocesi di Piacenza-.Bobbio) 1971-1981; 1984-1985.
- E’ stato insegnante di religione nel 1972-1981 (scuole medie di Borgo Val Taro) e nel 1984 – 1985 (Istituto professionale per il commercio di Borgo Val di taro).
- E’ stato inviato a Roma per compiere gli studi universitari in diritto, frequentati presso la Pontificia Università Lateranense (Istituto Utriusque Iuris): 1981- 1985.
- Ha frequentato il Corso rotale (1982-1985).
- Ha conseguito la laurea in “Utroque Iure” (90/90 summa cum laude) nell’anno accademico 1984/1985, con una tesa relativa al Sinodo Diocesano nel nuovo CIC, pubblicata nella collana giuridica della PUL.
- Ha conseguito il titolo di “Avvocato Rotale” (19 novembre 1985) .
- Ha collaborato (dal novembre 1981) e collabora tuttora presso la parrocchia di Santa Lucia in Roma: 1981 – 1984; 1985 fino al presente.
- Dal settembre 1993 al presente svolge il compito di cappellano delle Suore Orsoline Figlie di Maria Immacolata di Verona (Roma).
- Il 1° ottobre 1985 è stato assunto presso la Santa Sede come Addetto di segreteria del Pontificio Consiglio per i Testi Legislativi (allora: Pontificia Commissione per l’Interpretazione Autentica del Codice di Diritto Canonico), diventando successivamente Aiutante di studio presso il medesimo Dicastero.
- Dal 1° settembre 1992, fino al presente, è Capo dell’Ufficio Giuridico (già: Legale) del Governatorato.
- Dall’aprile 1993 è vicesegretario generale del Governatorato (nominato ad “quinquennium”, riconfermato “ad aliud quinquennium” nel giugno 1998; poi il 22 febbraio 2001; ed ancora il 20 febbraio 2006).
- Dal 22 febbraio 2005 fino alla fine febbraio 2006 è stato Direttore ad interim dei Servizi Economici del Governatorato.
- Dall’anno accademico 1994 – 1995 fino al presente è incaricato dell’insegnamento, presso la PUL (Istituto “Utriusque Iuris), di Ius Civitatis Vaticanae.
- E’ stato Difensore del Vincolo deputato presso la Rota Romana, in varie cause.
- Dal 1998 è giudice esterno presso il Tribunale di Appello del Vicariato di Roma.
- E’ membro di vari organismi della Santa Sede, del Vicariato di Roma e Governatorato (FAS; ORP; Commissione disciplinare SCV; Commissione per il Personale SCV, di cui è presidente).
- E’ stato membro supplente permanente del Collegio di Conciliazione ed Arbitrato dell’ULSA (dal 1990 al 1994).
- Ha collaborato e collabora all’interno di varie Commissione / Gruppi di studio presso la Segreteria di Stato, l’APSA, il Governatorato ed il Vicariato di Roma alla redazione di testi normativi.
- Ha pubblicato alcuni studi e collaborato a varie pubblicazioni scientifiche in materia giuridica (canonica e civile SCV).
- E’ stato nominato Cappellano di Sua Santità il 12 gennaio 1990 e Prelato d’onore il 17 novembre 1994.

mercoledì 1 luglio 2009

Vescovi, a giorni la nomina di Corbellini

Nelle prossime ore la diocesi di Piacenza-Bobbio donerà alla chiesa universale un nuovo vescovo. Si tratta di monsignor Giorgio Corbellini, 62 anni, di Travo, attualmente vice segretario generale del Governatorato Vaticano. La nomina di Corbellini è attesa per la fine di questa settimana, molto probabilmente venerdì.