sabato 30 ottobre 2010

Nuova guida per i Papa Boys

Don Paolo Cignatta è il nuovo responsabile dei Papa-Boys piacentini. Sostituisce don Paolo Camminati. E' un prete giovane, ha 36 anni, cresciuto sotto la guida di monsignor Giuseppe Illica a Castelsangiovanni. Avrà un compito difficile: quello di ricucire uno strappo tra i giovani e la Chiesa che si presenta sempre più lacerato.

Cambio della guardia alla guida dei Papa-Boys piacentini. Don Paolo Cignatta, 36 anni, vicario parrocchiale a Castelsangiovanni, ha preso il posto di don Paolo Camminati, 43 anni, che vede scadere nel 2010 il proprio mandato. L'avvicendamento è avvenuto nel silenzio estivo, con un annuncio dato sul settimanale diocesano il Nuovo Giornale a fine agosto, quando lo stesso don Camminati era alla guida del pellegrinaggio diocesano dei giovani in Terra Santa. Ad un paio di settimane fa risale invece il nuovo statuto dell'Ufficio diocesano di pastorale giovanile, promulgato dal vescovo Gianni Ambrosio il 13 ottobre. Un documento che, in una paginetta, esplicita le competenze del nuovo ufficio destinato ad occuparsi dei giovani ma anche degli oratori «Don Camminati mi lascia una eredità consistente - ci tiene ad evidenziare don Cignatta -, con eventi ben organizzati e partecipati». Tuttavia, uno dei lavori che era necessario affrontare al più presto era quello di contattare tutti i preti della diocesi per un fisiologico rilancio dell'ufficio diocesano. «Nessun servizio diocesano è un doppione rispetto alle parrocchie - ci tiene ad evidenziare la neo guida, originario di Castelsangiovanni -. La Chiesa è un tutt'uno e il soggetto della pastorale giovanile è la comunità cristiana. Oggi poi, la situazione sociale ci impone di lavorare insieme. Non è più possibile chiudersi dentro a dei particolarismi ma è necessario mettersi in rete. Trovo che questo sia percepito dai sacerdoti e ho trovato il clero di Piacenza-Bobbio ben disposto». Don Cignatta ha già affrontato una serie di incontri con i parroci delle varie zone. «Vedo che c'è il desiderio e l'attenzione verso i nostri giovani - dice -, anche se trovare delle piste praticabili non è sempre facile. Un po' perchè l'età media dei sacerdoti è avanzata. Un po' perchè oggi i giovani ci lanciano una nuova sfida». Una sfida che non è più quella dell'essere contro la Chiesa o Gesù come in passato, ma che si presenta paradossalmente molto più complicata: una sfida contro l'indifferenza. «Copre il latente desiderio di Dio - riflette don Cignatta -; "Io vivo bene anche senza Dio" mi sento dire in giro». «Vogliamo far capire ai giovani - prosegue - che stanno a cuore alla Chiesa. Pensiamo a don Milani e al suo "I care: mi interessi". Non è un caso che stiano rinascendo gli oratori: vuol dire che i giovani stanno a cuore alla Chiesa anche oltre il cammino di gruppo e la Chiesa li sostiene anche dentro le loro passioni, che sono quelle dello sport, dello stare insieme, della musica, della festa, del tempo libero. Promuovere le passioni belle dei giovani penso sia importante. I giovani hanno bisogno di novità e la vera novità è Gesù Cristo». L'evento più importante, nell'anno 2010-2011, sarà la Giornata Mondiale della Gioventù che si svolgerà il prossimo agosto a Madrid. Piacenza sarà gemellata con Cordoba dove si terranno i giorni delle diocesi, poi ci sarà il grande ritrovo di Madrid. Le iscrizioni si sono aperte il primo ottobre e nella Pastorale Giovanile di don Cignatta il cantiere dello spirito è già iniziato.
fed. fri.

27/10/2010 Libertà

venerdì 29 ottobre 2010

Morto l'esorcista diocesano

E' morto questa mattina, all'ospedale civile di Castel San Giovanni, dov'era
ricoverato da tempo, mons. Giovanni Battista Lanfranchi, parroco di Seminò
(Ziano).
Nato a Travo il 7 settembre 1922, è stato ordinato sacerdote il 15 giugno
1946. Ha iniziato il servizio pastorale come curato a Cortemaggiore per
passare nel 1949, con la stessa qualifica, a Pianello. Nel 1953 è stato
nominato parroco di Montereggio; nel 1954, come rettore, gli è stata
affidata la parrocchia di San Lazzaro Alberoni e nel 1960 è stato nominato
parroco di Seminò, incarico che manteneva tuttora. Era anche Moderatore
dell'Unità pastorale 4 del Vicariato Val Tidone. Assistente spirituale della
"Comunità Rosa Mystica" dal 1989, il 25 gennaio 2007 il Vescovo gli ha
affidato l'incarico di esorcista della diocesi.


La salma sarà trasferita oggi pomeriggio nella chiesa di Seminò dove questa
sera verrà recitato un Santo Rosario; domani sera, sabato, veglia funebre. I
funerali si terranno domenica prossima, 31 ottobre, alle ore 15, nella
chiesa parrocchiale di Seminò. Saranno presieduti dal vescovo mons. Gianni
Ambrosio.

giovedì 28 ottobre 2010

Caritas-Migrantes, ecco lo straniero che paga le tasse

Gli stranieri come titolari di imprese, gli stranieri come cittadini che pagano le tasse e i contributi. Il rapporto Caritas-Migrantes 2010 parla chiaro: lo straniero è tutt'altro che una palla al piede, anzi ... Di seguito la sintesi del rapporto per Libertà.


Con quasi 16mila stranieri residenti il Comune di Piacenza si colloca al sesto posto assoluto in regione nella speciale classifica stilata dal rapporto Caritas-Migrantes presentato ieri a Bologna. In tutta l'Emilia Romagna, al 31 dicembre del 2009, gli stranieri residenti erano 516mila, in Italia 4.919.000.
A guidare la classifica è Bologna con 43.664 stranieri residenti, seguita da Reggio Emilia (26.508), Modena (24.918), Parma (23.868), Ravenna (17.190) e, appunto, Piacenza. Tra i primi 50 comuni, al 25esimo posto c'è Castelsangiovanni con 2.675, poi Fiorenzuola con 2.187.
Incidenza per comune Se a Piacenza l'incidenza degli stranieri residenti sul totale degli abitanti è del 15,49% (16° posto), Castelsangiovanni, con il 19,35%, si colloca al terzo posto assoluto in regione, mentre Borgonovo si prende il settimo in virtù del 16,64% di incidenza. Sempre per quanto riguarda la provincia di Piacenza, si trova Villanova al 20° posto con il 15,18%, Agazzano al 26° con il 14,64%, Fiorenzuola al 27° con il 14,61%, Cortemaggiore al 37° con 13,85%, poi Ziano al 42° con il 13,40%. Otto comuni nei primi cinquanta posti, tutti con più stranieri di Parma, al 50° esatto con il 12,94%.
Incidenza per provincia D'altro canto la provincia di Piacenza è quella che in assoluto ha la maggiore incidenza di stranieri (in tutto sono 36.153) residenti: il 12,6%. Seguono Reggio Emilia con 12,3%, Modena 11,9%, Parma 11,5%, Ravenna 10,4%, Forlì-Cesena 9,9%, Bologna 9,6%, Rimini 9,4%, Ferrara 6,8%. In regione l'incidenza è del 10,5%.
le nazionalità In tutta la regione il Marocco (67.502 residenti) fa la parte del leone con il 14,58% per cento sulla totalità degli stranieri; seguono Romania (60.673) con il 13,11%, Albania (58.735) con il 12,69%, Ucraina (23.710) con il 5,12%, Tunisia (22.853) con il 4,94, Cina (21.433) con il 4,63%, Moldova (21.333) con il 4,61%, India (14.758) con il 3,19%, Pakistan (14.689) con il 3,17%, Polonia (12.253) con il 2,65%. Ci sono poi 11.531 filippini, 10.184 ghanesi, 9.257 macedoni, 8.813 senegalesi, 8.357 nigeriani. Ancora: 6.767 persone provenienti dal Bangladesh, 5.329 dello Sri lanka, 4.805 dalla Bulgaria, 4.730 da Serbia e Montenegro, 4.166 dalla Turchia, 70.962 da altri paesi.
il mercato del lavoro Ecco come sono distribuiti i lavoratori dipendenti stranieri per provincia: a Bologna sono 67.754 (22%), a Modena 52.608 (17,1%), a Reggio Emilia 36.221 (11,8%), a Ravenna 31.716 (10,3%), a Rimini 28.888 (9,4%), a Forlì-Cesena 28.412 (9,2%), a Parma 27.153 (8,9%), a Piacenza 19.398 (6,3%), a Ferrara 15.259 (5%).
titolari d'impresa Nella provincia di Piacenza gli stranieri titolari d'impresa sono 2.227 su un totale di 28.819 imprese attive sul territorio (il 7,73%); a Parma 3.433 su 43.236 imprese (il 7,94%); a Reggio Emilia 5.437 su 52.838 (il 10,29%); a Modena 4.551 su 68.132 (il 6,68%); a Bologna 5.750 su 87.798 (il 6,55%); a Ferrara 1.521 su 34.731 (il 4,38%); a Ravenna 3.066 su 38.028 (8,06%); a Forlì-Cesena 2.486 su 40.650 (6,12%); a Rimini 2.630 su 33.658 (il 7,81%).
tasse e contributi In Emilia-Romagna dall'occupazione straniera nel 2008 sono arrivati 733 milioni di euro di contributi previdenziali e 358 milioni di gettito fiscale (tra Irpef, Iva sui consumi, imposte sui fabbricati), per un totale di oltre 1 miliardo di euro. Da Piacenza, in particolare sono arrivati 43milioni di euro in contributi previdenziali e quasi 21,5 di gettito fiscale.
Federico Frighi


27/10/2010 Libertà

martedì 26 ottobre 2010

Africa Mission, dalla maratona di Venezia 9 pozzi per l'acqua

Anche quest’anno è stato vincente il binomio di solidarietà Africa Mission - Cooperazione e Sviluppo & Venicemarathon. Per la quinta volta consecutiva, infatti, la Ong piacentina ha partecipato alla Maratona, che si è corsa domenica 24 ottobre a Venezia, con il progetto “Run for Water, Run for Life” finalizzato alla costruzione di pozzi d’acqua potabile in Uganda, nell’arida regione del Karamoja. Il progetto di solidarietà, che in cinque anni ha già consentito la costruzione di 9 pozzi d’acqua e la riabilitazione di tre impianti di approvvigionamento idrico non più funzionanti, ha raccolto anche in questa edizione sostegno e partecipazione.

“Siamo veramente orgogliosi di questa fratellanza e dei risultati che si sono ottenuti in questi anni - ha dichiarato il presidente di Venicemarathon, Enrico Jacomini, a proposito di “Run for Water, Run for Life” -. Il progetto è talmente bello che attira l’attenzione di tutti e coinvolge soprattutto i giovani, ed è per noi motivo di particolare soddisfazione. Per noi non è un’iniziativa estranea che si è affiancata a Venicemarathon, ma che è diventata parte della nostra struttura”.
“Siamo orgogliosi di essere parte della struttura di Venicemarathon - ha detto a sua volta il presidente di Cooperazione e Sviluppo, Carlo Antonello, intervistato anche da Rai Sport 1 durante la diretta sulla Maratona -. Speriamo negli anni di crescere ancora e di portare presto la Maratona di Venezia a organizzare anche una maratona a Moroto, in Uganda, per far arrivare la solidarietà dello sport ai bambini africani. La nostra amicizia con Venicemarathon è nata sui valori veri dello sport e della vita, e siamo orgogliosi di collaborare con questa maratona che è l’unica ad essersi aperta al valore della solidarietà verso il Terzo mondo. Ringraziamo con tutto il cuore gli organizzatori della Venicemarathon che hanno portato salute e vita ai tanti bambini che in Karamoja ogni giorno fanno la maratona per trovare acqua e vita”.

La Maratona di Venezia è giunta quest’anno all’importante traguardo dei 25 anni. A vincere la competizione di domenica sono stati il keniano Simon Kamama Mukun nella corsa maschile e l’etiope Makda Harun Haji in quella femminile. Nella categoria hand-bike il traguardo è stato invece tagliato insieme da Vittorio Podestà e dall’ex pilota di Formula 1 Alex Zanardi, testimonial di un altro “partner sociale” di Venicemarathon, il progetto Bimbingamba dell’Associazione Niccolò Campo, che già dall’anno scorso sostiene con un proprio contributo anche “Run for Water, Run for Life”.

Nei giorni precedenti la Maratona, Africa Mission - Cooperazione e Sviluppo era presente alla fiera Exposport con un proprio stand, visitato anche dall’atleta paraolimpico Oscar Pistorius, testimonial del progetto“Venezia Accessibile” dell’Ufficio Eliminazione Barriere Architettoniche del Comune di Venezia. Tutti fondi raccolti dalla Ong piacentina durante la Venicemarathon (grazie ai contributi spontanei degli atleti, ai 500 pettorali speciali destinati a “Run for Water, Run for Life” e a una parte del ricavato delle corse non competitive “Family Run”, oltre che alle offerte ricevute allo stand di Exposport) è stato destinato alla costruzione di pozzi d’acqua potabile nella regione ugandese del Karamoja, in Uganda.

domenica 24 ottobre 2010

Il vescovo Grillo: mai avere fretta con le apparizioni mariane

Monsignor Girolamo Grillo, vescovo emerito di Civitavecchia, è il presule al quale una statuina della Madonna pianse tra le mani nel 1995. L'altro giorno era a Piacenza per raccontare la propria testimonianza che ha dell'incredibile, tanto che lo stesso vescovo Grillo, per molto tempo prima e anche dopo, è rimasto scettico. L'abbiamo intervistato su Libertà nei giorni scorsi.

«Cautela nelle apparizioni, ma nessun problema nel chiedere la guarigione dell'anima, questo la Madonna non può rifiutarlo». E' in estrema sintesi il pensiero del vescovo emerito di Civitavecchia, Girolamo Grillo, che ieri sera ha portato la propria testimonianza al Palabanca, invitato da monsignor Pietro Casella con gli Amici di Sant'Eufemia. Il vescovo Grillo (80 anni) fu protagonista di un evento inspiegabile accaduto nel 1995 quando una statuetta della Madonna, acquistata da un parroco a Medjugore, gli pianse tra le mani lacrime di sangue.
«Non sono mai stato un credulone e nelle cose vado sempre con molta cautela - ci tiene a premettere -. Quando si sono verificate le prime lacrimazioni non è che via abbia dato tanto peso. Tanto più che in quell'epoca in Italia piangevano molte madonne. Quando pianse quella della mia diocesi pensai: proprio a me doveva capitare questa stupidata! ». Non solo: giunse a dare disposizioni che la statua fosse distrutta. Gliela nascosero e lui la fece sequestrare. Disse che l'aveva rinchiusa in un caveau di una banca, invece l'aveva messa nella stanza di suor Teresa, una delle due religiose presenti ieri sera al Palabanca. Stupidaggini. Non ne fece mistero con il cardinale Sodano, allora segretario di Stato, che lo chiamò invitandolo ad essere più elastico. «Pure in Vaticano credete queste stupidaggini» replicai al cardinale. Che lo richiamò ancora poco dopo, spiegandogli che il Papa aveva visto "il Fatto" di Enzo Biagi in cui Grillo, pur scettico, azzardava una posizione più morbida. «Il Santo Padre apprezzava - ricorda il vescovo -. Io pensai che anche il Papa doveva essere impazzito». Dopo 42 giorni, nel marzo del 1995, avviene la lacrimazione nelle mani di monsignor Grillo. La sera prima seppe che una donna in cura dall'esorcista padre Amorth disse che la madonnina aveva previsto l'elezione di Prodi e un attentato delle Brigate Rosse che avrebbe diviso in due l'Italia. Ancora sciocchezze per il vescovo Grillo. Il giorno dopo la madonnina lacrimò sangue in mano a sua eccellenza: «Diventai bianco e mi inginocchiai». Per circa tre anni rimase turbato e non ne volle sapere più nulla. «Ero traumatizzato - confessa -. Molti pensano che sia diventato devoto alla Madonna dopo tutto ciò. Non è vero. La mia devozione viene da lontano, me la insegnò mia madre. La Madonna mi fece anche una grazia guarendomi l'occhio sinistro a 5 anni. L'apparizione era un messaggio per Giovanni Paolo II».
Devoti sì, ma non creduloni: «La Madonna come ancora di salvezza ci invita a purificarci perchè il mondo non va bene. Prima di tutto invita i sacerdoti a ritrovare loro stessi, dice di pensare e riflettere. La gente viene a pregare, a piangere e a confessarsi e la cosa più importante è proprio la conversione; le guarigioni sono secondarie, l'importante è la guarigione dell'anima». Sia Medjugore sia Civitavecchia, tuttavia, non sono ancora riconosciute dalla Chiesa. «Bisogna andare con molta cautela - osserva Grillo -, saper aspettare, Dio non ha fretta. Io dico sempre: la Madonna non ha l'orologio».
Federico Frighi


21/10/2010 Libertà

sabato 23 ottobre 2010

Un campione paraolimpico per Africa Mission

È stata inaugurata da Oscar Pistorius giovedì a Mestre la fiera Exposport legata alla 25ª Venicemarathon, l’importante manifestazione sportiva alla quale sta partecipando per il 5° anno consecutivo anche Africa Mission - Cooperazione e Sviluppo con il progetto di solidarietà “Run for Water, Run for Life” per la costruzione di pozzi d’acqua potabile in Uganda. Il campione paraolimpico sudafricano ha visitato lo stand dell’Ong piacentina subito dopo il taglio del nastro, lasciando un proprio autografo come segno di sostegno all’attività di promozione umana svolta da quasi 40 anni in Uganda dall’associazione fondata da don Vittorio Pastori. “In Africa i bambini devono camminare anche 10-15 km per essere in grado di accedere a fonti idriche - ha detto Pistorius ai volontari di Africa Mission -. Il lavoro che state facendo di portare acqua alle popolazioni africane è dunque davvero grande. Grazie per quello che fate, continuate così”.

La Ong piacentina - scelta come “partner sociale” della Venicemarathon con il progetto “Run for Water, Run for Life” - sarà presente all’evento sportivo fino a domenica 24 ottobre, giorno in cui si correrà la Maratona. Quest’anno, tra l’altro, la competizione, alla quale si sono iscritti oltre 7mila atleti, proporrà, per l’importante traguardo dei suoi 25 anni, un inedito e spettacolare passaggio in Piazza San Marco a Venezia. Fino a sabato, giorno precedente la maratona, invece, rimarrà attivo lo stand della Ong piacentina presso Exposport, la fiera dello sport allestita a Parco San Giuliano di Mestre e inaugurata da Pistorius, ospite anche quest’anno in qualità di testimonial del progetto dell’Ufficio Eliminazione Barriere Architettoniche del Comune di Venezia “Venezia Accessibile”. Il campione paraolimpico parteciperà anche a una delle due Family Run, le corse non competitive in programma sabato.
Tutto il ricavato della partecipazione di Africa Mission - Cooperazione e Sviluppo alla Venicemarathon (raccolto grazie ai contributi spontanei degli iscritti alla Maratona e alle Family Run, a 500 pettorali speciali destinati a “Run for Water, Run for Life” e alle donazioni ricevute allo stand presso la fiera Exposport) verrà destinato alla costruzione di pozzi d’acqua potabile nell’arida regione ugandese del Karamoja, in Uganda.

giovedì 21 ottobre 2010

Nomine nel clero, quattro canonici in Duomo

Imminenti nuove nomine nel clero piacentino. Il vescovo dovrebbe creare quattro nuovi canonici per il Capitolo del Duomo. Ne parliamo nell'articolo sotto. Dovrebbero poi essere ufficializzati a breve il nuovo parroco di Pittolo-La Verza e il nuovo direttore del Pio Ritiro Cerati.

Nuova linfa per la cattedrale di Piacenza. Il vescovo, a breve, dovrebbe nominare quattro nuovi canonici che andranno a far parte del Capitolo del Duomo. A meno di sorprese o ripensamenti dell'ultima ora, si tratta di due canonici effettivi ed altrettanti onorari. Effettivi, a quanto si è appreso, saranno don Giuseppe Formaleoni (80 anni), parroco uscente della basilica di San Sisto, e don Marco Guarnieri (54 anni), direttore spirituale del Collegio Alberoni. Onorari don Gigi Bavagnoli (57 anni), responsabile del settore insegnamento della religione cattolica nelle scuole e rettore del seminario urbano, nonché don Celso Dosi (49 anni), segretario vescovile.
Il Capitolo dei canonici nacque con lo scopo di dare una regola comune al clero delle cattedrali e venne a lungo considerato una sorta di senato del vescovo. Oggi che tale compito è passato al Consiglio presbiterale, la funzione principale dei canonici è la cura dell'ufficio liturgico. In questo caso del Duomo di Piacenza. Si trovano al mattino per celebrare le lodi e alla sera per i vespri e sono presenti in cattedrale quando celebra il vescovo. Aiutano il parroco e arciprete della cattedrale nel servizio pastorale limitato però al Duomo. Sono quindi a disposizione per le confessioni e per la celebrazione delle messe. Durante i sacri uffici indossano l'abito corale che prevede l'uso della mozzetta violacea tipica del vescovo. Il Capitolo è anche un ente giuridico e dunque può assumere la proprietà di immobili. In particolare detiene alcuni appartamenti in una palazzina sul retro del Duomo, dove appunto risiedono alcuni dei canonici più anziani. Presidente del Capitolo è monsignor Eliseo Segalini mentre il decano è monsignor Domenico Ponzini. Ne fanno parte poi, quali effettivi, il parroco-arciprete del Duomo monsignor Anselmo Galvani, il penitenziere monsignor Leonardo Bargazzi, il vicario generale monsignor Lino Ferrari, monsignor Carlo Tarli, monsignor Giovanni Colognesi e monsignor Giacomo Maina. Canonici emeriti sono il teologo monsignor Pietro Bonatti, monsignor Antonio Bozzuffi, monsignor Pietro Bracchi, il canonico seniore monsignor Mario Fornasari, l'arcidiacono monsignor Paolo Groppi, monsignor Marco Villa e monsignor Antonio Malvicini. Onorari monsignor Bruno Perazzoli e l'arcivescovo Antonio Lanfranchi.
Federico Frighi


20/10/2010 Libertà

mercoledì 20 ottobre 2010

Mensa dei poveri, il commosso addio a Simeoni

C'era molta gente lunedì pomeriggio ai funerali di Maurizio Simeoni, direttore della Mensa della Fraternità. Un segno di come questo romano burbero e generoso in questi cinque anni di volontariato piacentino fosse riuscito a farsi volere bene. C'erano i volontari della Caritas, gli operatori della Caritas, gli amici e i benefattori della Caritas, ma anche gli ospiti della Caritas. In fondo alla chiesa, assistevano commossi alla messa. All'offertorio, uno di loro, ha allungato il braccio lasciando una moneta nel cestino.

Una rosa deposta sulla bara assieme ad un grembiule da cucina. Sono i doni che i suoi "ragazzi" hanno voluto lasciare a Maurizio Simeoni, 69 anni, il direttore della Mensa della Fraternità improvvisamente scomparso nella notte tra venerdì e sabato scorsi, stroncato da un malore fatale. I "ragazzi" sono gli ospiti della mensa, quelli che ogni giorno Simeoni e gli altri volontari accolgono per un pasto caldo, a pranzo e cena. Hanno atteso il feretro fuori dalla basilica di Sant'Antonino, in silenzio. Poi, attraverso la Porta del Paradiso, hanno accompagnato quel romano burbero e generoso fino alla navata centrale, dietro al mesto corteo guidato dal parroco don Giuseppe Basini. In basilica operatori Caritas, volontari, amici che Simeoni era riuscito a farsi in questi cinque anni piacentini. Mischiati tra i fedeli anche tanti benefattori che non hanno mai lasciato vuota la tavola di via San Vincenzo. Sull'altare, oltre a don Basini, i due ultimi direttori Caritas: monsignor Giampiero Franceschini e l'attuale, Giuseppe Chiodaroli, che è anche diacono. Poi il parroco di Varsi e volontario in mensa, don Antonino Scaglia, e l'altro diacono Michele Porcari.
«Siamo grati a Maurizio - dice don Basini - perchè, con il suo carattere burbero, generoso e buono, ha speso cinque anni della sua via al servizio della Mensa della Fraternità, piccolo ma prezioso segno della carità che la diocesi vuole offrire a tutti coloro che vivono e passano nella nostra città. Un segno che è anche preludio del banchetto di cui ci ha parlato il profeta Isaia, preparato per tutti i popoli non più da mani d'uomo ma dal Signore stesso».
«Non ce l'aspettavamo questa perdita così improvvisa - si commuove Chiodaroli al termine della celebrazione -. Ma il dolore non ci toglie il grazie al Signore per il dono di Maurizio. La Caritas, gli ospiti, i volontari, gli operatori, i benefattori erano la sua famiglia. A cui lui aveva donato la passione, l'esuberanza, la tenacia, la bontà, la pazienza e la grande umanità».
«La sua scomparsa è per me come quella di un fratello - prosegue dal pulpito monsignor Franceschini, oggi parroco di San Savino -. Avevamo un rapporto di amicizia profondo. Mi diceva sempre che attraverso la Caritas aveva trovato di nuovo il senso della vita. Ha donato questi 5 anni anni a noi con entusiasmo e gioia». Simeoni è stato sepolto nel cimitero di Piacenza con nelle mani il rosario donatogli da monsignor Franceschini: «Saremo uniti nella preghiera, tu pregherai lassù con quella corona con cui tante volte io ho pregato in terra».
Tante le testimonianze di cordoglio arrivate in Caritas. Come quella del sindaco Roberto Reggi che ha sottolineato come «la generosità e il senso della solidarietà» fossero «parte fondante del suo operato. In questi anni Simeoni ha saputo dare conforto e attenzione a chi ne aveva bisogno».
Federico Frighi

19/10/2010 Libertà


(fri) Era arrivato a Piacenza da qualche anno dopo una vita avventurosa trascorsa sulle navi da crociera. Prima come chef, poi come capo delle cucine. Una vita alla "Love Boat", il celebre telefilm americano ambientato su una nave da crociera dove i personaggi cambiano ma i protagonisti sono sempre loro: l'equipaggio dalle divise candide e le mostrine dorate. Divisa che anche Maurizio Simeoni aveva più volte indossato, quando serviva un sottoufficiale che se ne andasse in giro sul ponte, dispensando sorrisi e prestandosi per foto ricordo. Simeoni voleva scrivere un libro su questo mondo dove la gente va «perchè si vuole divertire», raccontava a margine di un'intervista a Libertà sulla mensa dei poveri lo scorso agosto. Di episodi ne aveva tanti da mettere nero su bianco. Come quello che lo vide far da mangiare a Tommaso Buscetta sulla nave da crociera "Monterey", nell'agosto del 1995, durante la fuga d'amore del boss pentito di Cosa Nostra dal programma di protezione. Foto, articoli di giornale, lettere, bigliettini che avrebbe dovuto portare da Roma questo settembre per dare inizio al suo progetto. Che avrebbe preso in considerazione anche l'ultima parte della sua vita. Come ogni uomo di mare, al termine della propria navigazione, sceglie il proprio porto a cui approdare, Simeoni aveva scelto di venire a Piacenza, vicino ad alcuni amici. Qui la sua vita aveva preso una svolta forse inaspettata: il servizio gratuito verso gli altri. Aveva conosciuto la Caritas diocesana di Piacenza-Bobbio ed era diventato volontario della Mensa della Fraternità nel 2005, quando ancora direttore era monsignor Giampiero Franceschini. Poi, sotto la direzione di Giuseppe Chiodaroli, due anni fa, di quella mensa era diventato responsabile.

19/10/2010 Libertà

martedì 19 ottobre 2010

Don Formaleoni, il prete gentlemen

Don Giuseppe Formaleoni lascia San Sisto dopo 33 anni di onorato servizio. Lo siamo andati a trovare per scrivere l'articolo qui sotto. E' una persona mite, cordiale, un vero gentlemen in clergymen. Ci ha offerto pompelmo in una canonica incantevolmente affrescata. Quando esci ti senti più sereno.

Don Giuseppe Formaleoni, parroco di San Sisto, va in pensione dopo 33 anni di servizio nella storica basilica. Dalla seconda metà di novembre gli succederà monsignor Giuseppe Busani. La notizia era già nell'aria e ieri la diocesi l'ha confermata in via ufficiale. Per i saluti ci sarà tempo nei prossimi giorni. Domenica 7 novembre la messa e la festa di congedo. «Sono stati 33 anni (più i due da curato) molto belli e soprattutto al fianco della gente che non ha mai smesso di aiutare la parrocchia. E' a loro che va il mio grazie più importante».
Don Giuseppe esce di scena perchè le primavere pesano (sono 80) e per tutti, dopo un po', dovrebbe esserci la pensione. Lo aveva già chiesto al vescovo Luciano Monari. «Perché voi vescovi ai 75 anni potete andare in pensione e noi parroci no? » aveva osato replicare con una battuta dopo l'incoraggiamento ad andare avanti. Sulla stessa linea la risposta di Monari: «Perchè di vescovi ce ne sono tanti, di parroci molti meno». Cinque anni dopo il vescovo Gianni Ambrosio gli ha concesso la meritata pensione.
Non è uno attaccato alla poltrona, don Formaleoni. Nonostante la poltrona in San Sisto sia comoda. Volte affrescate, tele preziose, putti, madonne, simulacri vari, librerie imponenti, tavoli e scrivanie che gli antiquari pagherebbero una fortuna, la parrocchia di San Sisto è imbevuta d'arte in ogni angolo, dalla basilica fino ad arrivare alla canonica. Per non parlare della cripta, che don Formaleoni ha riaperto dopo 37 di abbandono e fatiscenza. C'è un libro che parla di tutto questo: "San Sisto e dintorni". Così come della cupola sventrata da un fulmine nel 1995. Scontato chiedere al sacerdote della Madonna Sistina. «Ci abbiamo provato a riportarla a Piacenza - confessa - ma inutilmente. A Dresda ci hanno ospitato con tutti gli onori ma di restituirla non se ne parla». Nel suo clergymen impeccabile, don Formaleoni è noto per lo stile pacato, la compostezza british, i tratti e i modi da gentiluomo di rango. Tuttavia, un sassolino dalla scarpa, prima dei saluti ufficiali, coglie l'occasione per toglierselo: «Mi spiace molto concludere il mio mandato qui senza aver visto il museo diocesano prendere forma nel complesso di San Sisto. Piange il cuore vedere le opere d'arte così accatastate». Tanto è stato fatto e don Giuseppe ringrazia Soprintendenza, Banca di Piacenza, Fondazione di Piacenza e Vigevano e i suoi parrocchiani. «Tuttavia - dice - penso che San Sisto meriti lo stesso trattamento riservato ai Teatini. Abbiamo affreschi ed opere d'arte altrettanto importanti. Anzi... ». Ma don Giuseppe è stato prima di tutto parroco. Ha accompagnato le tante trasformazioni accorse ad un quartiere che oggi mette insieme la Piacenza ricca, la Piacenza medio borghese, la Piacenza dei nuovi mondi. Oggi sono circa tremila le anime da curare, il 30 per cento provenienti da Paesi extracomunitari: «Una volta avevamo classi di catechismo da 40 ragazzi, oggi sono 10. Una volta riuscivo a visitare tutte le famiglie, oggi solo su richiesta. Ma andiamo avanti lo stesso e io ci tengo a fare catechismo in prima persona. Mi sono tenuto al seconda media». Auguri al successore: «Sono contento sia monsignor Giuseppe Busani: è una persona intelligente e anche un amico. Qui troverà accoglienza, collaborazione e amore».
Federico Frighi


16/10/2010 Libertà

lunedì 18 ottobre 2010

Addio a Simeoni, cuore e mente della mensa Caritas

Aveva nel sangue la passione per gli altri. Maurizio Simeoni, direttore della mensa Caritas è scomparso sabato all'età di 69 anni. Era una persona buona, una persona che era riuscita a farsi voler bene dai piacentini, molti dei quali divenuti nel tempo benefattori della mensa. Di seguito l'articolo sulla morte improvvisa. Oggi in Sant'Antonino l'ultimo saluto.

E' morto all'improvviso Maurizio Simeoni, 69 anni, responsabile della Mensa della Fraternirà della Caritas diocesana di Piacenza-Bobbio. E' stato colto da un malore nella sua abitazione di Landi. A dare l'allarme il direttore della Caritas, Giuseppe Chiodaroli, verso le 13 di ieri mattina. «Eravamo impegnati in un ritiro per la Missione Popolare alla Bellotta di Pontenure - racconta -. Maurizio non era venuto, e, cosa ancora più strana, non si era presentato neppure alla mensa di via San Vincenzo. Così ci siamo consultati e abbiamo deciso di avvisare i vigili del fuoco per potere entrare in casa, visto che a Piacenza non ha parenti». Una volta entrati nell'abitazione, i pompieri, assieme alla polizia, lo hanno trovato senza vita nel letto. Un malore fatale, secondo il medico che ha redatto l'atto di morte. Immediatamente la notizia si è diffusa in Caritas e in città dove Simeoni, pur essendo piacentino relativamente da poco, era riuscito a farsi voler bene da tanti. Era nato a Roma il 3 dicembre del 1940 ed aveva passato la vita sulle navi da crociera come chef prima, come responsabile delle cucine poi. Poi il suo arrivo a Piacenza e, 5 anni fa, la sua entrata in Caritas come volontario. Dal 2008 era diventato responsabile della Mensa della Fraternità. «Era una persona generosa e disponibile che ha dato anima, corpo, passione e intelligenza per la mensa - lo ricorda, commosso, il direttore della Caritas -, sempre presente. Attento agli ospiti e alle persone». «Un burbero buono - lo definisce Francesco Argirò, responsabile del settore Risorse Umane della Caritas - che non si fermava mai. Correva tanto, forse troppo e diverse volte abbiamo cercato di farrlo frenare un po'. Gli saremo per sempre grati». A Piacenza si era fatto molti amici e bastava che sollevasse la cornetta del telefono che i benefattori intervenivano. E' anche grazie a lui se la mensa non è rimasta mai senza pane e se si sono trovati i volontari per l'apertura serale. Lascia una figlia che, appresa la notizia, è arrivata da Roma ieri sera assieme al nipote. Questa sera alle ore 20, in Sant'Antonino, il rosario. Domani alle ore 16, sempre nella basilica, i funerali.
Federico Frighi


17/10/2010 Libertà

Ambulatorio Caritas, medici volontari cercansi

Non solo dentisti (di quelli c'è bisogno prima di tutto) ma anche medici specializzati in ecografie o magari psicologi che curino la nostalgia di chi a Piacenza è arrivato da un paese lontano. Sono le necessità sempre più impellenti dell'ambulatorio Caritas di via La Primogenita. Di seguito uno dei miei articoli scritti per Libertà.


(fri) Non solo dentisti, anche medici con specializzazioni varie, ad esempio psicologi, e persone che si occupino dell'accoglienza. Per continuare a funzionare l'ambulatorio Santa Caterina ha bisogno di nuovi volontari. Nell'appartamento al pian terreno di via La Primogenita 8, la Caritas diocesana ha allestito uno studio dentistico, uno medico, una sala di attesa, una reception, con due bagni di servizio. Allo stato attuale il personale è formato da tre dentisti e da tre medici, tutti volontari. Assieme a loro un'assistente alla poltrona (l'unica retribuita) e volontari Caritas come accoglienza. Il tutto riesce a funzionare con 16mila euro l'anno sborsati dalla Caritas diocesana e utilizzati soprattutto per i materiali di consumo. «Se è necessario trovare con urgenza un nuovo dentista volontario - osserva il responsabile dell'ambulatorio, Franco Milani -, se se ne presentano altri non li rimandiamo a casa. Una volta avevamo 7 o 8 odontoiatri e potevamo affrontare il servizio con maggiore turnazione. Tempo fa avevamo anche uno psicologo: una presenza che ci aveva permesso di fornire un punto di riferimento per gli stranieri costretti ad abbandonare la loro terra e a vivere in un paese lontano». «Se avessimo altri specialisti, potremmo attivare nuovi servizi - continua -. Ad esempio abbiamo un ecografo portatile ma nessuno che possa fare le ecografie. Poi servono medici donna: la loro presenza è fondamentale per prendere in cura il pubblico femminile che tradizionalmente rifiuta di essere visitato da medici uomini».
«L'ambulatorio si inserisce in un insieme di servizi che la Caritas mette a disposizione delle persone in difficoltà - osserva Francesco Argirò -. La ricaduta sul territorio è importante perchè va a servire una fascia di intervento scoperta. L'accesso alle cure è garantito a tutti, ma in realtà solo in teoria». Una struttura ambulatoriale come quella della Torricella per Piacenza rappresenta un'eccellenza nel settore dei servizi alla persona. «Quello sanitario è uno sei servizi che meno vengono associati alle Caritas - evidenzia Massimo Magnaschi -. In realtà ogni Caritas delle grandi città ha un ambulatorio. Un fatto che impone una riflessione sull'attenzione che la Chiesa mette sul versante sociale e sanitario».


12/10/2010 Libertà

Ambulatorio Caritas, il brivido dell'Africa in via Primogenita

Servono dentisti volontari per l'ambulatorio Caritas di via Primogenita a Piacenza. Qui l'Africa è di casa e non c'è bisogno di fare chilometri su aerei per raggiungere posti sperduti come Medici senza frontiere o Emergency. Forse sarà un po' meno esotico, ma l'ambulatorio Caritas di Piacenza è ugualmente in prima linea e promette eguali brividi professionali. Di seguito l'articolo scritto su Libertà.


L'ambulatorio dentistico della Caritas diocesana rischia di dover ridurre del 50 per cento il proprio servizio a partire dalla prossima settimana. Il motivo? Mancano gli odontoiatri volontari. Dai tre di oggi si ridurranno a due, portando l'organico sotto il minimo sopportabile. Il timore per una situazione che produrrebbe effetti deleteri per i più poveri ma anche per la totalità della cittadinanza piacentina è stato espresso dal direttore Caritas, Giuseppe Chiodaroli, assieme al responsabile dell'ambulatorio, Franco Milani.
Ieri pomeriggio, nella sede dell'ambulatorio Santa Caterina (via Primogenita, 8) si è fatto il punto, presenti anche l'odontotecnico volontario Raffaele Pancini, il responsabile dell'area Risorse umane della Caritas, Francesco Argirò, e il responsabile dell'area Promozione Caritas, Massimo Magnaschi. «Da sabato 23 ci verrà a mancare uno dei nostre tre odontoiatri volontari - spiega Milani - quello del sabato, il giorno più gettonato dai frequentatori dell'ambulatorio». Il Santa Caterina è una delle strutture della Caritas diocesana probabilmente tra le meno conosciute dal grande pubblico. Eppure, nella sede della canonica della Torricella, svolge un lavoro prezioso. Nel solo 2009 ha contato 1.200 interventi di medicina di base ed odontoiatri. I pazienti sono persone indigenti non in grado di accedere al servizio di salute pubblica, soprattutto extracomunitari. Attualmente le visite sono fissate al lunedì mattina, al venerdì mattina e al sabato pomeriggio, con una media di otto accessi al giorno, urgenze escluse. «Il sabato è il giorno delle badanti, dei manovali, l'unico loro momento libero durante la settimana - spiega il dottor Pancini (assieme a Marina Torsello l'unico odontoiatra rimasto) -, è qui che si concentra il grosso del lavoro settimanale. Saremo costretti a dimezzare il servizio». All'ambulatorio dentistico accedono persone dai 4 agli 80 anni di età. Di ogni provenienza geografica: Marocco, Algeria, Egitto, Brasile, Albania, Moldavia, Ucraina, Romania, Polonia, Ecuador, Cina sono per citare alcuni stati.
La patologia principale è di urgenza: estrazione o devitalizzazione. «Ci si trova di fronte a situazioni veramente indicibili e con sofferenze incredibili - osserva Pancini -. Facciamo anche un servizio di prevenzione: chi finisce le cure viene richiamato ogni sei mesi». Assieme all'odontoiatra c'è sempre un volontario della Caritas con funzioni di accoglienza e di filtro. «Prima che paziente, chi è arriva è una persona - osserva Milani - dunque viene inserito in un processo di accoglienza tenendo conto delle sue caratteristiche sociali ed anche economiche, visto che qui le prestazioni sono del tutto gratuite». L'unica stipendiata è l'assistente alla poltrona che, per motivi organizzativi, non può essere una volontaria. L'attuale assistente, poi, è di origini arabe ed in grado di comprendere le lingue mediorientali, i vari dialetti, nonchè il francese. Oltre allo studio dentistico ne esiste anche uno medico, sempre nella medesima sede della Torricella, dove operano come volontari Caritas i medici Ruggerini, Carrara e Francalanci. «Il nostro è un servizio anche a favore di tutta la popolazione - ci tiene a dire Milani -. Lo straniero che arriva qui, se non si cura, rischia di trasmettere agli altri malattie e virus riproducibili».
Federico Frighi


12/10/2010 Libertà

sabato 16 ottobre 2010

Manuela Levorato madrina di Africa Mission

Taglio del nastro ieri pomeriggio a Treviso per la mostra “L’Africa che sorride” del fotografo piacentino Prospero Cravedi. All’inaugurazione, oltre all’autore della mostra dedicata ai progetti di promozione umana realizzati in Uganda da Africa Mission, hanno partecipato il presidente di Cooperazione e Sviluppo, Carlo Venerio Antonello, e l’assistente spirituale nazionale della ong piacentina, mons. Sandro De Angeli, vicario generale della diocesi di Urbino. All’evento era presente anche Manuela Levorato, campionessa di atletica leggera e testimonial del gruppo veneto di Africa Mission - Cooperazione e Sviluppo. “Sono orgogliosa di essere testimonial della missione di questa onlus in terra africana - ha dichiarato la Levorato -. Sono mamma di una bambina di due anni e la cosa che mi colpisce di più nelle foto di questa mostra è vedere il ruolo delle donne africane nell’impegno di migliorare la vita dei loro bambini e della società. Mi piacerebbe un giorno provare l’esperienza di un viaggio in Uganda per dare un aiuto concreto oltre che come testimonial a queste donne e alla popolazione ugandese”.
La mostra si trova a Palazzo Bomben della Fondazione Benetton Studi Ricerche, in via Cornarotta 7, a Treviso. L’esposizione, a ingresso libero, sarà visitabile fino al 31 ottobre dal martedì al venerdì dalle ore 15 alle 20, e il sabato e la domenica dalle ore 10 alle 20.
“L’Africa che sorride” raccoglie 200 fotografie di Prospero Cravedi. Con i suoi scatti il fotografo piacentino, attraverso i mille colori e i volti dell’Uganda, accompagna il visitatore a dare un volto ai progetti promossi dalla ong piacentina nel Paese africano da quasi 40 anni.

venerdì 15 ottobre 2010

Nomine, ufficiale: don Busani in San Sisto

Comunicato della Cancelleria Vescovile

Con atto proprio di S. E. mons. Vescovo in data venerdì 15 ottobre 2010 il
M. R. Bonelli padre Fabrizio OFM conv., mantenendo i precedenti incarichi, è
stato nominato amministratore parrocchiale della parrocchia dei Santi Cosma
e Damiano in Castelletto di Gazzola, comune di Gazzola, provincia di
Piacenza, in seguito alla rinuncia del
M. R. Rebuffi don Agostino.

Con atto proprio di S. E. mons. Vescovo in data venerdì 15 ottobre 2010 il
M. R. Busani mons. Giuseppe, mantenendo l’incarico di Vicario episcopale per
la pastorale, è stato nominato parroco di S. Sisto Papa a Piacenza, in
seguito alla rinuncia del M. R. Formaleoni don Giuseppe.

Con atto proprio di S. E. mons. Vescovo in data venerdì 15 ottobre 2010 il
M. R. Gregori don Germano è stato nominato amministratore parrocchiale della
parrocchia di S. Andrea apostolo in Castelletto Val Tolla, comune di
Vernasca, provincia di Piacenza, e della parrocchia del SS.mo Salvatore e S.
Gallo in Monastero Val Tolla, comune di Morfasso, provincia di Piacenza.

Con atto proprio di S. E. mons. Vescovo in data venerdì 15 ottobre 2010 il
M. R. Lusignani don Giuseppe, mantenendo i precedenti incarichi, eccetto l’ufficio
di amministratore parrocchiale delle parrocchie di Monastero Val Tolla e di
Castelletto Val Tolla, è stato nominato parroco della parrocchia di S.
Pietro apostolo in Pieve Dugliara, comune di Rivergaro, provincia di
Piacenza, in seguito alla rinuncia del M. R. Bisioni don Angelo.

Con atto proprio di S. E. mons. Vescovo in data venerdì 15 ottobre 2010 il
M. R. Quartaroli don Gianni, attualmente parroco di Lugagnano Val d’Arda,
provincia di Piacenza, mantenendo i precedenti incarichi, è stato nominato
amministratore parrocchiale della parrocchia di S. Antonino martire a
Veleia, comune di Lugagnano Val d’Arda, provincia di Piacenza.

Con atto proprio di S. E. mons. Vescovo in data venerdì 15 ottobre 2010 il
M. R. Sesenna don Angelo, attualmente parroco di Bettola, mantenendo i
precedenti incarichi, è stato nominato amministratore parrocchiale della
parrocchia di San Biagio vescovo in Groppo Ducale, comune di Bettola,
provincia di Piacenza.

Piacenza, dalla
Curia vescovile, 15 ottobre 2010

Don Mario Poggi
Cancelliere vescovile

giovedì 14 ottobre 2010

Africa Mission alla maratona di Venezia

Prosegue anche nel 2010 il legame di solidarietà tra Africa Mission - Cooperazione e Sviluppo e la 25ª Maratona di Venezia, che si correrà domenica 24 ottobre. Per il 5° anno consecutivo, infatti, grazie al progetto “Run for Water, Run for Life - Corri per l’acqua, Corri per la vita”, la Ong piacentina è stata scelta come uno dei “partner sociali” dell’importante evento sportivo, che per l’edizione speciale dei 25 anni proporrà un inedito passaggio in Piazza San Marco a Venezia.
L’obiettivo del progetto “Run for Water, Ron for Life” - che stamattina (mercoledì) è stato presentato in una conferenza stampa a Mestre insieme agli altri eventi legati alla Venicemarathon - è quello di raccogliere fondi per la costruzione di nuovi pozzi d’acqua potabile nell’arida regione ugandese del Karamoja, dove opera l’Ong piacentina. A presentare il progetto questa mattina è stato il dott. Carlo Antonello, presidente di Cooperazione e Sviluppo.

Anche quest’anno, dunque, l’Ong piacentina sarà presente all’importante evento sportivo. Già al momento dell’iscrizione alla Venicemarathon gli atleti hanno potuto fare una donazione a favore di “Run for Water, Ron for Life”. Ad Africa Mission - Cooperazione e Sviluppo verrà devoluta poi una parte del ricavato delle due Family Run, le corse non competitive che si terranno il giorno prima della Maratona. Inoltre, sia durante la gara che nel corso della fiera Exposport, in programma dal 21 al 23 ottobre al Parco San Giuliano di Mestre, la Ong allestirà uno stand in cui saranno disponibili prodotti artigianali ugandesi e i braccialetti “Run for Water, Run for Life”.
Quest’anno sono stati venduti inoltre 500 pettorali speciali con un costo maggiorato rispetto alla tariffa base, il cui ricavato è stato destinato a favore di “Run for Water, Run for Life”. Ed è proprio grazie a questi pettorali speciali, esauriti già nel mese di maggio, che pochi giorni fa è stato possibile perforare già il 9° pozzo Venicemarathon. Il pozzo, profondo 54 metri e con una portata di 1.500 litri l’ora, serve una comunità di 1.000 persone in uno dei luoghi più aridi dell’Uganda, la parish di Rupa, nel distretto di Moroto. Si trova, precisamente, presso il villaggio di Apetirir, a poca distanza da altri due villaggi.

Contemporaneamente alla 25ª Venicemarathon, tra l’altro, un altro importante evento in terra veneta vedrà protagonista nei prossimi giorni Africa Mission - Cooperazione e Sviluppo: la mostra fotografica “L’Africa che sorride” del fotografo piacentino Prospero Cravedi, dedicata ai progetti di promozione umana realizzati dalla Ong piacentina. La mostra, ad ingresso libero, si terrà presso Palazzo Bomben della Fondazione Benetton Studi Ricerche, in via Cornarotta 7, a Treviso. L’inaugurazione avverrà venerdì 15 ottobre, alle ore 18. La mostra rimarrà aperta dal 16 al 31 ottobre, con orario 15-20 dal martedì al venerdì e 10-20 sabato e domenica.

Ricordiamo che il connubio tra Africa Mission - Cooperazione e Sviluppo e Maratona di Venezia è iniziato nel 2006. Tutti i fondi raccolti grazie all’iniziativa sono stati destinati alla realizzazione di strutture per l’approvvigionamento idrico in Uganda. Con i fondi raccolti dal 2006 al 2009 sono stati complessivamente perforati 8 nuovi pozzi d’acqua potabile in Karamoja e ne sono stati riparati 3 già esistenti ma non più funzionanti, per un totale di oltre 9.000 beneficiari raggiunti. Con l’ultimo pozzo perforato nel 2010 ad Apetirir arriva dunque a 9 il numero dei nuovi pozzi già realizzati grazie a “Run for Water, Run for Life”. E la campagna di solidarietà continua.

Morto don Solenghi, parroco di Fontanafredda

E' morto don Carlo Solenghi, parroco di Fontanafredda. Nato a Trevozzo di Nibbiano il 7 gennaio1928, ordinato sacerdote il 30 maggio 1953, ha iniziato il servizio pastorale come curato a Borgotaro; nel 1957 con la stessa qualifica è passato a PieveDugliara e il 12 settembre 1958 è stato nominato parroco di Comune Stradella (Bardi) per passare il 1° gennaio 1967 alla guida della parrocchia di Fontanafredda. I funerali si svolgeranno sabato prossimo, 16 ottobre, alle ore 10, nella chiesa di Fontanafredda. Essendo il vescovo mons. Ambrosio impegnato a Reggio Calabria per le Settimane Sociali, il rito sarà presieduto dal vicario generale mons. Ferrari; un secondo rito funebre sarà celebrato nel pomeriggio di sabato a Trevozzo, nel cui cimitero la salma sarà tumulata.

Comunicato diocesi di Piacenza-Bobbio

mercoledì 13 ottobre 2010

Fondo diocesano anti-crisi, prestiti a 220 famiglie

Il Fondo diocesano di solidarietà anti-crisi (gestito da un comitato con sede alla Caritas diocesana) in meno di un anno ha erogato prestiti a 220 famiglie per un totale di 562.900 euro. E' questa un'iniziativa concreta e urgente che merita di essere sostenuta. Riporto l'ultimo bilancio così come ho scritto per Libertà nei giorni scorsi.

La raccolta
: in un anno sono stati messi a disposizione 400mila euro al Fondo straordinario diocesano di solidarietà dalla sua attivazione, nel giugno del 2009.
I prestiti: 562.900 euro è l'ammontare dei prestiti concessi dalle banche convenzionate su garazia fideiussoria del Fondo.
Le morosità: 105.000 euro sono i soldi che le famiglie non sono riuscite a restituire e che tocca al Fondo diocesano sborsare per pagare le banche.
220 famiglie: sono state aiutate dal Fondo in un anno di operatività dell'iniziativa.
44 famiglie: sono quelle che non sono riuscite a restituire il prestito concesso dalle banche per far fronte alla crisi.
16.500 euro: rappresentano i contributi erogati a fondo perduto, sempre attingendo al Fondo straordinario di solidarietà, a 33 famiglie in gravi difficoltà economiche, sprovviste di reddito o con reddito non sufficiente a garantire il regolare rimbroso del prestito.
280.000 euro: sono i soldi attualmente a disposizione del Fondo al netto dei soldi pagati alle banche al posto delle famiglie in morosità e di quelli versati a fondo perduto.
Il margine di rischio: La percentuale delle famiglie potenzialmente insolventi si stima sia attorno al 20 per cento.
Due sospensioni: il Fondo è stato sospeso due volte per mancanza di liquidità: dal dicembre 2009 al gennaio 2010 e dal febbraio 2010 ad oggi.


06/10/2010 Libertà

martedì 12 ottobre 2010

Africa Mission, mostra di Cravedi a Treviso

Gli scatti del fotografo piacentino Prospero Cravedi dedicati ai progetti di promozione umana realizzati in Uganda da Africa Mission - Cooperazione e Sviluppo saranno protagonisti di una mostra che verrà allestita dal 16 al 31 ottobre a Palazzo Bomben della Fondazione Benetton Studi Ricerche, in via Cornarotta 7, a Treviso.
La mostra di Cravedi, intitolata “L’Africa che sorride”, verrà inaugurata venerdì 15 ottobre, alle ore 18, alla presenza del presidente di Cooperazione e Sviluppo, dott. Carlo Venerio Antonello, e dell’assistente spirituale nazionale della ong piacentina, mons. Sandro De Angeli, vicario generale della diocesi di Urbino. L’esposizione, a ingresso libero, sarà visitabile fino al 31 ottobre con i seguenti orari: dal martedì al venerdì dalle ore 15 alle ore 20, il sabato e la domenica dalle ore 10 alle ore 20.

Con le fotografie raccolte nella mostra “L’Africa che sorride”, Cravedi, attraverso i mille colori, i volti, i sogni e le speranze dell’Uganda, accompagna il visitatore a dare un volto ai progetti di promozione umana promossi dall’associazione piacentina Africa Mission - Cooperazione e Sviluppo, fondata 38 anni fa da don Vittorio Pastori e dall’allora vescovo di Piacenza, mons. Enrico Manfredini.
La mostra di Cravedi, promossa e organizzata da Africa Mission - Cooperazione e Sviluppo, si tiene in contemporanea tra l’altro con un altro grande evento che vede coinvolta nei prossimi giorni, sempre in territorio veneto, la ong piacentina: la 25ª Venicemarathon, che si correrà a Venezia domenica 24 ottobre. Per il quinto anno consecutivo, infatti, Africa Mission - Cooperazione e Sviluppo sarà presente all’importante maratona, organizzata da A.S.D. Venicemarathon Club, con la campagna di raccolta fondi “Run For Water Run For Life” mirata alla costruzione di pozzi d’acqua potabile in Uganda.

lunedì 11 ottobre 2010

Famiglie in crisi ma il Fondo della diocesi è vuoto

Non sapete dove mettere i vostri soldi? Ecco un'idea interessante. Il Fondo straordinario diocesano di solidarietà, istituito dalla diocesi di Piacenza-Bobbio e gestito da un comitato con sede in Caritas, è stato creato nel febbraio 2009 per dare una mano alle famiglie colpite dalla crisi economica. Purtroppo è fermo ormai da sette mesi per mancanza di fondi. Qui sotto l'articolo scritto per Libertà.


Bollette e affitti, soprattutto. Ma anche spese mediche urgenti ed inderogabili. Sono gli spauracchi delle famiglie piacentine colpite dalla crisi economica che, con il procedere dell'anno, si fanno sempre più sentire. Oggi le richieste in lista attesa per ricevere un prestito dal Fondo straordinario diocesano di solidarietà hanno ormai raggiunto quota 120. Purtroppo però i salvagente lanciati dai vescovi italiani in gran parte delle diocesi del Paese, qui a Piacenza sono al momento terminati.
Il Fondo, voluto dal vescovo Gianni Ambrosio e partito nel giugno del 2009, è oggi fermo. Una sospensione che dura ormai da sette lunghi mesi. Da una parte l'impossibilità delle famiglie a restituire i soldi prestati dalle banche, dall'altra la mancanza di liquidità per garantire i prestiti. «Dopo la pausa estiva - spiega Adriano Dotti - le richieste sono aumentate. Ogni giorno abbiamo una o due famiglie che arrivano da noi dicendo di essere alla fine della cassa integrazione o in mobilità. Prendiamo nome e cognome, numero di telefono, ma di più non possiamo fare». Dotti, ex bancario, è il volontario della Caritas che si occupa di tenere in ordine i conti del Fondo diocesano. E' lui che indica al direttore Caritas, Giuseppe Chiodaroli, quando aprire i cordoni della borsa.
Che le famiglie non restituissero i prestiti era una un'eventualità messa in conto. Tuttavia, forse, non ci si aspettava un'impennata così in queste ultime settimane. «Inizialmente i rientri sono stati regolari - spiega Dotti - ma, con l'inizio di quest'anno ci sono state segnalate più difficoltà a causa della perdita del lavoro o per la cessazione della cassa integrazione. Per questo motivo è ipotizzabile una ulteriore crescita di revoche, dall'attuale 20 per cento al 30 per cento. Ecco perchè ci siamo fermati. Vogliamo monitorare l'andamento dei rientri e la cosa non è facile». Questo nonostante, si è detto, le continue richieste di aiuto. «Allo stato attuale siamo forse in grado di soddisfare le esigenze di 60 famiglie, ma non siamo sicuri» azzarda Dotti. Ecco perché sono necessari altri soldi. Il report aggiornato del Fondo è stato consegnato dal direttore Chiodaroli al vescovo Ambrosio nei giorni scorsi. Proprio al vescovo, nei mesi scorsi, erano state date rassicurazioni da parte della Provincia di Piacenza e del Comune di Piacenza che le istituzioni sarebbero intervenute per rimpinguare le casse del Fondo. Ad oggi nulla di tutto ciò è ancora avvenuto. Proprio domani Chiodaroli avrà un incontro con il Comune per capire se e quando potranno arrivare nuove entrate. «Chiediamo alle istituzioni - dice il direttore Caritas - di riconoscere la validità di questo strumento e di aiutarci. Se avessimo 30-40 mila euro in più potremmo dare uno sfogo a tante persone che oggi cominciano ad essere in mobilità e che ci vengono a chiedere un sostegno».
Gli orizzonti non sono rosei. «La mobilità molto spesso finisce in disoccupazione - osserva Massimo Magnaschi, ricercatore e responsabile dell'Osservatorio Povertà Caritas -. Gli ammortizzatori sociali, poi, sono stati importanti per una grossa fetta di popolazione; ma ce n'è un'altra che non può beneficiarne. Penso soprattutto ai dipendenti delle piccole cooperative e dell'edilizia».
Federico Frighi


06/10/2010 Libertà

domenica 10 ottobre 2010

Libri della Lega alle parrocchie, don Bavagnoli vs Polledri

Prendo in prestito due opinioni uscite in questi giorni sul quotidiano Libertà che, secondo me, bene mettono in evidenza i termini del dibattito sui libri della Lega Nord autorizzati dal vescovo alla distribuzione in parrocchia, poi non autorizzati, infine neppure da distribuire. Si confrontano don Gigi Bavagnoli e il parlamentare piacentino Massimo Polledri.

"Timeo Danaos, et dona ferentes": temo i Danai, soprattutto quando portano doni. L'antico adagio latino dimostra una grande saggezza: non è detto che dietro un dono ci sia sempre la più limpida delle intenzioni. Il proverbio mi è venuto in mente leggendo l'articolo di mercoledì scorso dove si legge che la Lega Nord (immagino la sezione di Piacenza) intende regalare a tutte le parrocchie un volume dal titolo un po' presuntuoso "Amare veramente" e scritto da una sedicenne (forse l'età giustifica la presunzione).
Mi chiedo: forse nella mia amata Chiesa piacentina non ci sono testi sufficienti per approfondire l'argomento? Forse non abbiamo da sempre il Vangelo, il Vangelo dell'amore, e il papa regnante, Benedetto XVI, non ci ha dato da poco una lettera enciclica dal titolo "Caritas in veritate"?
Ma lasciando da parte un'ironia fin troppo facile sull'utilità del testo in omaggio, intendo discutere l'opportunità dell'iniziativa: abbiamo impiegato molto tempo a tenere distinta la vita e il cammino della comunità cristiana dalle vicende dei partiti politici, abbiamo lottato perché nessun partito possa pretendere di identificarsi con la comunità cristiana, e ora qualcuno si permette di affermare che la Chiesa può (o forse deve) lavorare congiuntamente con un partito politico, che per definizione rappresenta - qualunque posizione assuma - una parte e quindi tendenzialmente divide.
Di più, questo partito, a leggere la dichiarazione virgolettata di Libertà, ha deciso di difendere i valori cristiani, e di farlo con me! Ma mi ha chiesto almeno il parere? desidera sapere se sono d'accordo o se, ahimé, la penso diversamente?
Ebbene, lo confesso, la penso diversamente. Penso che la comunità cristiana non debba fare nessuna crociata, e tanto più nessuna santa alleanza, per difendere i valori cristiani. Semmai il suo compito, inesauribile e sempre da riprendere, è quello di annunciare e testimoniare il Vangelo, cercando di tradurlo nei fatti della vita. Penso che solo la forza della testimonianza possa promuovere nella cultura di oggi un dialogo fecondo con altre posizioni, contribuendo a costruire una società più giusta e più vera.
In particolare, ritengo arrivato il momento di dire, in questa confusione delle lingue cui si è ridotta la vita politica e culturale italiana, che non possiamo più sopportare che qualcuno pretenda di arrogarsi il diritto di sostituirsi o di affiancarsi alla comunità cristiana in ordine alla missione della Chiesa. E questo perché o uno è dentro alla Chiesa, come discepolo del Signore, e allora si mette in ascolto del Vangelo e condivide il cammino della comunità cristiana, oppure è un soggetto altro, e con tutto il rispetto per la sua posizione non intendo collaborare con lui perchè su quello che preme a me, e per il quale sto spendendo la vita, la sua visione è necessariamente parziale, se non distorta.
La prova? È presto detto: notate l'insistenza con cui si parla di valori cristiani, e soprattutto di difesa di questi valori (ma tra di essi è compreso "ero forestiero e mi avete ospitato"?), e non si parla di Gesù Cristo e del suo Vangelo A questo punto mi spiace, ma sono già scappato lontano. La peste potrebbe colpire anche me.

Don Gigi Bavagnoli 08/10/2010 Libertà


Questa volta non portiamo doni ma solo un po' di cenere sul capo, perché i doni di fatto non sono mai partiti e nessuno ha mai pensato di inviarli. La Lega Nord e il consigliere Cavalli non hanno mai deciso di inviare alcun libro alle parrocchie o suggerire come amare, tanto meno a chi di fatto, ne ha il copyright: la Chiesa universale di Gesù Cristo.
Le scuse dello stesso, in data 8 ottobre 2010, fanno chiarezza e credo possano togliere acredine e legittima irritazione dalla bocca e dal cuore di Don Gigi Bavagnoli. Si è trattato, ahinoi, di un errore del nuovo addetto stampa. Nessuno, ripeto nessuno, si sogna di insegnare al pasticcere come fare i cannoli, al pompiere come spegnere il fuoco e ai preti come predicare il vangelo.
Semmai altre due riflessioni sono importanti e necessitano di un dialogo franco anche in sede politica e nella comunità cristiana. Nessun partito, in quanto necessariamente parziale, può rivendicare di parlare o di rappresentare la Chiesa. Ma specularmente non si può immaginare che la religione sia solamente un fatto privato come vorrebbe qualche cattolico "adulto" e che debba tenersi fuori dalle decisioni sul nostro futuro e consumarsi al buio e al profumo degli incensi.
La politica è una sfera che attiene alla carità e come tale deve essere vissuta dai politici dei vari schieramenti. Il fattore religioso non è la negazione della laicità ma il completamento dell'uomo. Come dice Benedetto XVI "una politica che pensa solamente al consenso riduce la democrazia e nega, alla fine, l'uomo". Ci sono valori non negoziabili sulla vita, sulla famiglia che devono informare l'opera di parlamentari e di politici e su cui, a mio giudizio, non si può derogare. Al momento del voto su temi quali la dignità umana, il testamento biologico, la procreazione assistita, non ci sono margini ne scusanti…
Con amicizia e con il capo ancora cosparso di cenere saluto l'amico don Gigi che ha avuto modo di esercitare la pazienza con questo scritto anticipando di qualche secondo la sua corsa verso la Santità.

Massimo Polledri, Deputato Lega Nord Padania 09/10/2010 Libertà

sabato 9 ottobre 2010

Il vescovo e i libri della Lega, sempre colpa dei giornalisti

Naturalmente è sempre colpa dei giornalisti. E' la morale di un curioso incidente diplomatico tra Lega Nord e Diocesi di Piacenza-Bobbio subito ricompostosi nei giorni scorsi come riportiamo sotto. Il consigliere regionale leghista Stefano Cavalli viene ricevuto dal vescovo Gianni Ambrosio, gli regala un libro che parla di amore tra i giovani e ottiene dal vescovo - così riporta il comunicato stampa della Lega - di regalare il volume ad ogni parrocchia. La notizia esce sulla stampa ma il vescovo Ambrosio, in una nota, puntualizza di non aver mai autorizzato la distribuzione. Il terzo giorno interviene di nuovo Cavalli scusandosi e dando la colpa al suo ufficio stampa. Riportiamo sotto i tre comunicati ufficiali che riassumono la storia. Il lettore potrà giudicare.
NB. Per dovere di cronaca ricordiamo che il primo comunicato di Cavalli vedeva allegate le foto dell'incontro e della consegna del libro al vescovo Ambrosio. Vedeva anche la firma dell'estensore del comunicato, che invece non appare nel comunicato di scuse.

1) prima puntata

UFFICIO STAMPA LEGA NORD PIACENZA

IL CONSIGLIERE REGIONALE STEFANO CAVALLI RICEVUTO DAL VESCOVO DI PIACENZA MONSIGNOR GIANNI AMBROSIO

Un incontro per conoscersi e ribadire l’impegno comune nella difesa dei valori cristiani. Questi gli intenti alla base della visita di questa mattina del Consigliere regionale della Lega Nord Stefano Cavalli al vescovo di Piacenza e Bobbio Mons. Gianni Ambrosio. “Una gradita sorpresa essere ricevuto da sua Eccellenza” ha chiarito Cavalli. Inoltre, come omaggio al vescovo, Cavalli ha donato un libro: “Amare veramente”, questo il titolo, scritto dalla giovane 14 enne Miria Scotti e pubblicato su iniziativa del gruppo consiliare della Lega Nord in Regione. Il volume, apprezzato da Mons. Gianni Ambrosio è stato autorizzato da Papa Benedetto XVI e sul volume è riportato l’avvallo della segreteria vaticana, con la prefazione scritta dal Consigliere regionale della Lega Nord Roberto Corradi. “Era mia intenzione avere il benestare del vescovo per poterlo inviare a tutte le parrocchie della nostra Provincia” questo quanto chiesto da Cavalli a Mons. Gianni Ambrosio, che ha acconsentito all’iniziativa. Cavalli ha poi concluso: “Questa idea nasce dalla volontà di portare avanti congiuntamente i valori e le tradizioni cristiane, che fanno parte integrante dell’identità del movimento al quale appartengo”.


Ufficio Stampa Lega Nord Segreteria provinciale

Gianmarco Aimi

2) il giorno dopo

Diocesi di Piacenza-Bobbio/Ufficio Stampa

Libro della “Lega” alle parrocchie: nessuna autorizzazione del Vescovo

In riferimento alle notizie di stampa, apparse oggi, secondo cui il consigliere regionale della Lega Nord Stefano Cavalli avrebbe ricevuto l’autorizzazione del Vescovo a donare ai parroci il libro”Amare veramente” di Miriam Scotti, si fa presente che mons. Gianni Ambrosio ha sì ricevuto in udienza il consigliere Cavalli, ma non ha concesso alcuna (previa) autorizzazione a inviare la citata pubblicazione alle parrocchie. Questa precisazione non comporta alcun giudizio di merito sul libro in questione.

3) le scuse


UFFICIO STAMPA LEGA NORD PIACENZA

INCONTRO DI CAVALLI CON IL VESCOVO

IL CONSIGLIERE REGIONALE: “SONO DISPIACIUTO, È STATO UN IMPROVVIDO ERRORE DI COMUNICAZIONE”

Il Consigliere Regionale del Carroccio, Stefano Cavalli, interviene con un chiarimento in merito all’annunciata distribuzione alle parrocchie piacentine di un libro, alla cui pubblicazione ha contribuito il Gruppo consiliare regionale della Lega Nord. Per Cavalli: “L’incontro con Sua Eccellenza il Vescovo, è stato una preziosa occasione di confronto, da cui ho tratto importanti spunti e riflessioni. Porgo le mie scuse per l’improvvido contenuto della comunicazione inoltrata alla stampa da un mio collaboratore, che ha frainteso i contenuti del colloquio con Sua Eccellenza”. Come precisato dalla Curia – spiega Cavalli –: “Il Vescovo si è limitato ad accettare l’omaggio del libro; non si è parlato di “autorizzazioni”, come erroneamente ed improvvidamente riportato nel comunicato stampa. Sottoscrivo integralmente la precisazione dell'Ufficio stampa della Diocesi rispetto al “comunicato stampa”. Un malinteso in assoluta buona fede, di cui sono costernato e rammaricato, come ho tempestivamente esternato alla stessa Curia. In nome della correttezza e chiarezza, ho ritenuto mio dovere scusarmi pubblicamente con Sua Eccellenza il Vescovo Ambrosio”.



venerdì 8 ottobre 2010

Quadri per padre Romano Segalini

“Vittorio Polastri per padre Romano Segalini”: il pittore piacentino, già noto per aver messo la propria arte al servizio di iniziative benefiche, tornerà a dare il proprio contributo alle missioni. Oggi, 9 ottobre, alle ore 16,30, presso l’Associazione Amici dell’Arte di via San Siro 13, verrà inaugurata la mostra di Vittorio Polastri il cui ricavato sarà interamente devoluto alla realizzazione di una scuola materna presso il centro comboniano nel villaggio Dondi in Congo dove opera il missionario piacentino padre Romano Segalini. All’inaugurazione interverranno, per la parte artistica, il prof. Ferdinando Arisi mentre le finalità dell’iniziativa saranno illustrate da mons. Giampiero Franceschini, direttore del Centro Missionario Diocesano.

L’iniziativa è, infatti, dello stesso artista che in passato, in due occasioni, ha sostenuto progetti di Africa Mission e di mons. Pozzi ad Ongata Rongai in Kenia (sono stati realizzati pozzi), e del Centro Missionario. Quest’ultima struttura coordina le diverse iniziative diocesane finalizzate all’aiuto alle missioni all’estero. In genere l’attenzione è rivolta a missionari piacentini (un centinaio di religiosi e laici), appartenenti a diverse congregazioni. In genere, per gli aiuti, viene scelto un progetto che poi viene seguito nella sua evoluzione attraverso gli stessi missionari. Lo stesso avverrà in questo caso: tutto quanto verrà ricavato dalla vendita dei quadri di Vittorio Polastri sarà devoluto alla realizzazione della scuola in Congo; a chi acquisterà un’opera sarà rilasciata ricevuta dall’associazione onlus “Aggiungi un posto a tavola” e la somma potrà essere dedotta fiscalmente dalla denuncia dei redditi.

Il progetto, a cui fa riferimento la mostra di Vittorio Polastri, è una scuola materna già esistente, ma realizzata con materiale di fortuna. La scuola ha iniziato la propria attività nel 2007, ospita tre classi con altrettante aule ed uno spazio per attività comuni. E’ rivolta ai bambini del villaggio dai tre ai sei anni ed ha lo scopo principale di affiancarsi alle famiglie per aiutare le donne nelle loro faticose giornate. L’intera opera comporta una spesa di circa 28 mila dollari.

Come detto, il missionario di riferimento è padre Romano Segalini: questo religioso della congregazione dei comboniani - originario di Rivergaro, ma podenzanese di adozione – è giunto in Congo, allora Zaire, il 3 marzo 1976 e da allora, spostandosi in diverse località, ha dato vita a diverse iniziative per aiutare, anche sul piano sociale, le popolazioni di questo Paese. Nel suo impegno di solidarietà, prima ancora di evangelizzazione, ha sempre avuto al fianco anche i piacentini che hanno nel Centro Missionario Diocesano un importante punto di riferimento per coordinare i diversi aiuti. Con il Centro collaborano anche privati come è il caso del pittore Vittorio Polastri.

La mostra resterà aperta fino al 4 novembre e potrà essere visitata nel giorni feriali dalle 16,30 alle 19 e il sabato e festivi dalle 10,30 alle 12,30 e dalle 16,30 alle 19.

giovedì 7 ottobre 2010

Nomine nel clero, qualche cosa si muove

Qualcosa si muove nella complessa rete del clero piacentino. Monsignor Giuseppe Busani in San Sisto e don Gino Costantino a Pittolo-La Verza le probabili nomine delle prossime settimane. Martedì pomeriggio si è tenuto il consiglio episcopale presieduto dal vescovo Gianni Ambrosio. Ne parlo nell'articolo qui sotto, frutto di indiscrezioni essendo l'assemblea non pubblica.


(fri) Sarà molto probabilmente monsignor Giuseppe Busani, 56 anni, il nuovo parroco della basilica di San Sisto. Il numero 3 della diocesi, salvo ripensamenti dell'ultima ora, prenderà il posto di don Giuseppe Formaleoni che a sua volta si occuperà della Casa del clero Cerati per i sacerdoti anziani e i loro familiari. E' questa una delle nomine da parecchio attese e che hanno trovato l'attenzione del Consiglio episcopale di ieri pomeriggio. Altra novità, peraltro già vox populi negli ultimi giorni in Valnure, la promozione a parroco del curato di Pontedellolio. Don Gino Costantino, 44 anni, dovrebbe diventare il nuovo parroco di Pittolo-La Verza, collaborando così con don Giovanni Savi, parroco di Settima. Questi gli spostamenti più importanti. Gli ingressi dei due sacerdoti nelle rispettive parrocchie sono previste per la metà-fine di novembre. Sotto la lente del vescovo anche Pieve Dugliara e Pontedellolio. Monsignor Busani, oltre ad essere vicario episcopale per la pastorale, è anche amministratore della frazione rivergarese. Si dovrà quindi trovare un sacerdote che lo sostituisca quanto meno nelle vesti di amministratore parrocchiale. A Pontedellolio invece, sembra destinato uno dei seminaristi dell'Alberoni, dei quali proprio ieri pomeriggio il Consiglio episcopale doveva decidere la destinazione per l'anno 2010-2011. Altra questione importante quella dei Sacramentini che, tra poche settimane, abbandoneranno definitivamente Cortemaggiore. Dopo diversi tentativi a vuoto la soluzione del problema è prevista per l'inizio del 2011. Infine le redini del potente Istituto diocesano per il sostentamento del clero. A fine dicembre scade il mandato di monsignor Antonio Bozzuffi (89 anni). E' vero che l'orientamento del vescovo è di confermare tutti fino a quando le condizioni di salute lo consentono; bisognerà vedere se sarà o meno applicato anche in tale circostanza.


06/10/2010 Libertà

mercoledì 6 ottobre 2010

Da San Francesco uno stile di vita per l'Italia di oggi

San Francesco patrono d'Italia e degli italiani, San Francesco esempio di umiltà e sobrietà per i giovani e per il nostro Paese che di uno stile di vita siffatto ne ha davvero bisogno, San Francesco scopritore di Dio. Sono alcuni dei concetti portanti espressi dal vescovo Gianni Ambrosio durante la celebrazione del 4 ottobre in onore del poverello di Assisi.


Un esempio per i giovani ma anche un testimone di onestà e sobrietà per tutti gli italiani. Ecco perché è attuale San Francesco d'Assisi. Lo evidenzia il vescovo Gianni Ambrosio nella celebrazione solenne tenutasi ieri pomeriggio nella basilica dedicata al patrono d'Italia. Una celebrazione che ha visto la presenza delle istituzioni civili e militari, oltre che, naturalmente, religiose. In prima fila il prefetto, Silvana Riccio, il presidente della Provincia, Massimo Trespidi (in fascia azzurra), l'assessore Anna Maria Fellegara (in fascia tricolore) in rappresentanza del sindaco di Piacenza, il questore Michele Rosato, il brigadier generale Francesco Castrataro, il comandante provinciale della Finanza, Maurizio De Panfilis, il colonnello dei carabinieri Edoardo Cappellano. Poi tanti altri, accolti dal parroco don Giuseppe Frazzani che fa gli onori di casa e dai canti della Schola Cantorum di San Francesco e Santa Maria in Gariverto, diretta da Mirka Mori.
Se San Francesco è stato il testimone che è stato - osserva il vescovo Ambrosio - fondamentale è l'incontro con Gesù Cristo: «San Francesco ha seguito Cristo fino in fondo, si è lasciato affascinare dal signore Gesù ed ha sempre avuto il desiderio di essere la sua immagine viva nella storia quotidiana. Francesco non ha bisogno di nulla semplicemente perchè ha trovato Cristo. Nell'incontro con il Signore Gesù scopre il senso nuovo della sua vita. Diventa una creatura nuova, come dice l'apostolo Paolo; vuole vivere il Vangelo di Gesù e diventa una creatura in un certo senso già risorta, nonostante cammini sulla polvere della terra». «Francesco ha tenuto in grande considerazione - va avanti il vescovo - i segni dalla presenza di Gesù nella storia: l'eucarestia e la chiesa come popolo del Signore in cammino. Francesco ha messo in luce quelle stupende qualità che lo fanno apparire così attuale anche rispetto ai grandi temi del nostro tempo: la ricerca della pace, la salvaguardia della natura, la promozione del dialogo tra gli uomini, il valore portante della fraternità universale». Se San Francesco è dunque un grande maestro per l'Italia lo è a partire da Cristo e dall'incontro con Cristo. Ambrosio sottolinea più volte, nel corso dell'omelia, come il poverello di Assisi sia «patrono dell'Italia e di tutti noi italiani». Ancora: «La vita di Francesco e il suo fascino hanno conquistato la nostra cultura, le nostre città, Piacenza compresa. Dobbiamo al francescanesimo quei caratteri di ricca umanità e di solidarietà spontanea, come pure di laboriosità, che nei secoli hanno fatto grande la nostra nazione». Infine la preghiera: «Ci rivolgiamo a San Francesco perchè avvertiamo tutti il bisogno che la figura di Francesco risplenda davanti a noi, sospingendoci a guardare in alto, svincolati dalle cose terrene». Il santo di Assisi è testimone anche di «una vita sobria e onesta di cui i nostri giovani hanno tanto bisogno, così come la nostra nazione come stile di vita». Il vescovo ricorda poi che, a breve, guiderà il pellegrinaggio dei sindaci e degli amministatori della Bassa Valtrebbia e Valluretta ad Assisi con la lampada votiva. «Pregheremo per le nostre comunità - dice Ambrosio - perché possano sempre vivere in pace e concordia». All'offertorio, tra i doni portati all'altare, anche l'olio votivo donato dal Comune di Piacenza, grazie al quale arde perenne la lampada di San Francesco in una cappella dietro all'altare della basilica cittadina. In mattinata la messa celebrata da padre Secondo Ballati con il conferimento del Sacramento degli infermi.
Federico Frighi


05/10/2010, Libertà

martedì 5 ottobre 2010

Ambrosio: educazione in secondo piano, ecco il perchè della crisi di valori

Ancora un interessante faccia a faccia tra il presidente dello Ior, Ettore Gotti Tedeschi, e il vescovo di Piacenza-Bobbio, Gianni Ambrosio. Da una parte i vescovi lanciano una nuova sfida educativa con un programma decennale; dall'altra il banchiere del Papa individua nella trascuratezza dell'insegnamento della dottrina cattolica una fetta di resposabilità per il decadimento valoriale della società di oggi. Di seguito la cronaca dell'incontro tenutosi nell'ambito della Settimana Francescana di Piacenza-Bobbio.

«La madre di tutte le crisi? E' la disattenzione della cultura italiana verso il tema dell'educazione». Lo dice il vescovo di Piacenza-Bobbio, Gianni Ambrosio. Lo ribadisce il presidente dello Ior (la banca vaticana), Ettore Gotti Tedeschi, quando afferma che per anni è mancato l'insegnamento della dottrina con la conseguenza che si sono abbandonate le leggi naturali dell'economia e dunque non si fanno più figli. Entrambi, Ambrosio e Gotti Tedeschi, erano ospiti ieri pomeriggio, nell'auditorium di Sant'Ilario, dell'edizione 2010 della Settimana Francescana, presentati dall'avvocato Gianguido Guidotti e dal parroco di San Francesco, don Giuseppe Frazzani. E' il secondo sabato consecutivo che le strade del banchiere di Dio e del vescovo si incrociano (otto giorni fa la giornata di studi su Dio, Diritto, Natura). In mezzo ci sono stati, per Gotti Tedeschi, l'incontro con papa Ratzinger e la presentazione del libro "Denaro e Paradiso", per Ambrosio la stesura romana del documento della Cei "Educare alla vita buona del Vangelo", che verrà pubblicato il prossimo 28 ottobre. Si tratta degli "Orientamenti pastorali" della Chiesa Italiana nei prossimi dieci anni.
«La disattenzione della cultura italiana verso l'educazione è la madre di tutte le crisi» evidenzia il vescovo che sottolinea come la Chiesa, di fronte alle situazioni di difficoltà di oggi, si appelli alla vita buona del Vangelo quale modello per la società. «Abbiamo bisogno di cogliere il senso della realtà stessa - prosegue -. I vescovi comprendono bene lo smarrimento e le inquietudini della vita odierna, tuttavia siamo invitati a vedere nella realtà odierna l'offerta di una possibilità. La missione educativa come avventura umana di sempre vale anche nel nostro oggi». I luoghi critici vanno affrontati senza paura cogliendo la sfida di trasformarli in altrettanti attività educative, osserva Ambrosio. «Il tempo dell'educazione non è mai finito - dice - e noi, come credenti, siamo incoraggiati a trovare le nuove ragioni per trarre le opportunità di un nuovo inizio».
«L'elemento fondamentale - osserva - è il Vangelo, in quanto la Chiesa è discepola di Gesù. Ma la vita buona interpella tutti. Noi siamo invitati a far interagire la vita buona del Vangelo con la vita buona del cuore umano».
La tesi di Gotti Tedeschi è che «l'emergenza educativa c'è perché molti preti non hanno insegnato dottrina. Se non insegno dottrina non insegno il senso della vita. Questo è il primo scoglio da superare». Le povertà: «Ci sono tre tipi di povertà: scelta, subita, provocata». Quella scelta è di San Francesco: «Si distaccò dal mondo, dai beni terreni, dalla morte, dai bisogni materiali, dalla cultura (almeno all'inizio) ». Poi la povertà subita «dovuta al fatto che non si riesce a creare ricchezza o non si ha la vocazione economica». Infine la povertà provocata: «Quando mancano i valori, i principi economici prendono la supremazia. Il nostro modello attuale è di assoluto consumismo e ha prodotto la nuova povertà. Il paradosso economico degli ultimi anni parte dalla negazione che ci sia un'economia naturale: che la crescita sia legata alla popolazione». «Troppo potere economico è oggi in mano a persone non capaci - continua il presidente dello Ior -, questo mi preoccupa non poco. In più sono stati negati molti pilastri del capitalismo sostituendo l'imprenditore con i fondi d'investimento». Insomma, il futuro non è roseo. Ecco perché, per Gotti Tedeschi, almeno per i prossimi cinque anni dovremo fare i conti con la cinghia tirata. Ecco perchè il programma dei vescovi - come ha sottolineato l'avvocato Gianguido Guidotti - è addirittura decennale.
Federico Frighi


03/10/2010

lunedì 4 ottobre 2010

Il mondo senza barriere di Danila Pancotti

Danila Pancotti ha vinto il premio Nada 2010. Probabilmente non vi dirà nulla nè il premio Nada, nè Danila Pancotti. Il primo è il premio al femminile che viene attribuito all'interno della manifestazione I giorni di Pulcheria; Danila Pancotti è una testimone di pace e di solidarietà impegnata a costruire un mondo senza barriere. Qui sotto l'intervista su Libertà.


Quello che è importante, come diceva un presidente del Mlal, Enzo Melegari, è abbattere muri e costruire ponti, instancabilmente. Abbattere i pregiudizi e considerarci persone con culture diverse ma che possono contaminarsi a vicenda e arricchirsi». E' racchiuso in queste parole, in estrema sintesi, il tesoro di Danila Pancotti, l'educatrice piacentina, volontaria internazionale nell'America Latina. L'altra sera, nella multisala Iris, ha ricevuto il premio Nada, riconoscimento attribuito dalla Consulta Immigrazione del Comune di Piacenza nell'ambito de "I giorni di Pulcheria". Danila è un vero e proprio "architetto della solidarietà" ed è per questo che è stata scelta come testimonial del premio Nada. Di muri abbattuti, di ponti costruiti ne sono usciti tanti grazie alla determinazione e al suo impegno. «La mia missione - minimizza - è cercare di vivere il quotidiano in relazione, di relativizzare i problemi, come ho imparato dall'America Latina, dove la gente di questioni aperte ne ha molte ma vive ogni giorno con speranza, serenità e gioia».
Con il Mlal (Movimento laici America Latina) Danila cerca, da una parte, di promuovere l'aiuto ai progetti, dall'altra, di promuovere una cultura diversa anche qui a Piacenza, portando testimoni di impegno civile.
«Il premio lo dedico alle donne con cui ho lavorato - dice -, quelle che, nel Movimento di salute, in Brasile, pur essendo pesantemente minacciate, sostengono che la salute è un diritto di tutti e l'essere curati non si può vendere per un voto, quelle che lottano per il diritto alla casa, le levatrici tradizionali, quelle che hanno contribuito a costruire un acquedotto per diecimila persone. Ma anche alle donne della Consulta immigrazione e mondialità e alle donne migranti di Piacenza».
«Qui da noi alcuni muri sono stati abbattuti - osserva Danila - anche tramite la Consulta, il centro interculturale, le suore Scalabriniane; però rimane ancora molto da fare». Per Ferragosto i piacentini hanno celebrato la messa in cattedrale e gli ecuadoriani in San Francesco: «Questo mi ha fatto riflettere, sarebbe bello che il Ferragosto fosse festeggiato tutti assieme». Ci penseranno le generazioni future. «L'integrazione la faranno i giovani - è convinta -, i bambini che oggi frequentano le nostre scuole». Fra i ringraziamenti, Danila Pancotti non dimentica il Centro Missionario diocesano: «Assieme al Mlal, sono cresciuta con loro e sento questa duplice appartenenza».
Per Danila l'atteggiamento missionario della Chiesa non può esaurirsi con il calo dei sacerdoti: «Avere delle chiese sorelle è importante. Dovremo avere il coraggio di essere più profetici, di aprire nuove strade. Chiusa Picos, apriamo l'Africa».
C'è bisogno anche di nuove leve tra i giovani: «Sia qui, sia in Brasile. I viaggi di Kamlalaf, in questo senso, sono molto importanti. I nostri ragazzi quest'anno sono rimasti molto colpiti dall'impegno dei loro coetanei brasiliani che vivono nei posti più duri ma vogliono rimanere per cambiare la situazione».
Federico Frighi


30/09/2010 Libertà

sabato 2 ottobre 2010

Africa Mission, emergenza bambini di strada

Grazie ad Africa Mission - Cooperazione e Sviluppo, 27 ex bambini di strada Karimojong, raccolti dalla polizia a Kampala, capitale dell’Uganda, e affidati alla Ong piacentina per ritrovare le loro famiglie, sono ritornati a casa.
Da sabato scorso, infatti, Africa Mission - Cooperazione e Sviluppo si sta occupando, insieme alla parrocchia di Iriiri, di 86 bambini di strada costretti dalle loro famiglie a ricercare nelle strade di Kampala una via di fuga a una vita di stenti e alla povertà diffusa nella regione del Karamoja. L’Ong piacentina, grazie a un progetto di protezione dell’infanzia vulnerabile, di cui è responsabile l’operatrice espatriata Pierangela Cantini, in questi giorni si sta prendendo cura di questi piccoli, di età compresa tra i 2 e i 12 anni, la maggior parte dei quali molto piccoli, garantendo loro una prima accoglienza psico-sociale, cure mediche di base e il diritto al cibo.

“Nei giorni scorsi - riferisce l’operatrice della Ong, Pierangela Cantini - appena entrati nel centro di Iriiri, cinque o sei bambini, di età non superiore ai due anni, sono venuti sorridendo a stringerci le mani. È questo il primo impatto, disarmante e sorprendente, per chi varca il cancello del nostro centro di prima accoglienza.”
L’obiettivo di Africa Mission - Cooperazione e Sviluppo è quello di ritrovare le famiglie di questi ex bambini di strada, un problema sempre più grave in Uganda. Molteplici sono i motivi alla base del fenomeno: la fame, le carestie, le razzie di bestiame da un lato; il sogno di un guadagno facile, i beni di consumo e il benessere nel mito della grande città dall’altro. I bambini vengono mandati così nella capitale Kampala allo scopo di raccogliere elemosine, piccoli oggetti o più semplicemente fagioli e farina, per contribuire alla misera vita delle loro famiglie rimaste in Karamoja. Ad essere coinvolti sono bambini sempre più piccoli, addirittura di 2-3 anni, costretti a rischiare la vita nel traffico e nei marciapiedi di Kampala.

Non appena raccolti dalla polizia e rimpatriati in Karamoja, il compito affidato ad Africa Mission - Cooperazione e Sviluppo è quello di ritrovare le loro famiglie e reintegrarli nelle loro comunità di origine. Missione non sempre facile: oltre ad appartenere a gruppi etnici eterogenei, alcuni bambini non parlano, oppure hanno paura di ritornare a casa. “Malgrado queste difficoltà - riferisce Pierangela Cantini -, per 27 degli 86 bambini arrivati nel nostro centro di accoglienza, siamo già riusciti a ritrovare i rispettivi familiari, genitori o parenti prossimi. È già un grande successo, concretizzato dal lavoro degli operatori locali e dei collaboratori Italiani”.
“Nei prossimi giorni - conclude - prevediamo di riuscire di ritrovare i familiari di altri 42 bambini. La nostra Ong ha già preso accordi inoltre per affidare i restanti 17 bambini al Centro delle suore di Madre Teresa di Moroto. Questo per garantire loro, oltre ai diritti base, quali cibo e salute, anche l’affetto materno e lo spirito di accoglienza delle suore di Madre Teresa. Africa Mission - Cooperazione e Sviluppo si farà carico di sostenere le religiose, per affiancarle nel loro lavoro quotidiano, con derrate alimentari, acqua, materassi, coperte e tutto l’indispensabile per la futura accoglienza di base dei 17 bambini, compreso il supporto finanziario per il pagamento di 3 operatrici sociali”.

venerdì 1 ottobre 2010

Monsignor Ferrari: nella lotta contro il male non ci si dimentichi dell'uomo

Non è per piaggeria ma ecco l'esempio di un'omelia che lascia il segno. E' quella del vicario generale monsignor Lino Ferrari per la festa di Sant'Arcangelo, patrono della polizia di Stato. Di fronte ai poliziotti e agli allievi poliziotti, al questore, prefetto e vertici delle forze dell'ordine monsignor Ferrari ha evidenziato come, lottando contro il male, non ci si dimentichi mai il valore della persona. Di seguito l'articolo pubblicato su Libertà.

«Come l'arcangelo San Michele, nella lotta contro il male della nostra società tenete sempre in considerazione il valore della persona». E' il messaggio che il vicario generale della diocesi di Piacenza-Bobbio, monsignor Lino Ferrari, ha voluto lasciare ai ragazzi e alle ragazze del 177° corso allievi di polizia di Stato che tra pochi giorni termineranno gli studi e verranno assegnati alle questure di tutta Italia.
«L'immagine dell'arcangelo San Michele che duella e vince il drago è il simbolo della vittoria finale - osserva il sacerdote -, il simbolo del primato di Dio contro le idolatrie». Ma Michele è un patrono originale perchè «non solo è un santo ma anche un angelo e insegna che non si lotta contro il male con gesti non buoni». «Il mestiere degli angeli - continua monsignor Ferrari - è quello di portare l'invisibile nel visibile e il linguaggio che essi usano è quello della benedizione; tutto il contrario del linguaggio della maldicenza che spesso contraddistingue la nostra società». «Anche voi come San Michele - si rivolge agli allievi poliziotti - siete chiamati a combattere contro le forze del male, della malavita organizzata, dei soprusi nei confronti dei più deboli».
«Tuttavia ricordate che nella lotta contro il male davanti a voi avrete delle persone - sottolinea -. La Chiesa dice che contro il peccato grave si deve agire con fermezza, contro il peccatore con misericordia. Il poliziotto non è il prete confessore, è vero, e non dà l'assoluzione. Può però tenere un atteggiamento di misericordia nei confronti dell'uomo. E' importante che anche colui che ha sbagliato senta di essere avvicinato da una persona». Infine un pensiero sul corso frequentato a Piacenza: «Sia per voi occasione di formazione e di crescita in umanità ed anche in spiritualità. Perché chi è lontano da casa si fa più domande ed è più portato a riflettere». Al termine della messa - concelebrata con il cappellano della polizia, don Francesco Gandolfi - monsignor Ferrari ha portato i saluti del vescovo Gianni Ambrosio, impegnato a Roma con i lavori della Conferenza episcopale italiana.
fed. fri.


Libertà, 30-09-2010