mercoledì 30 novembre 2011

2012, anno di pellegrinaggi

La Diocesi di Piacenza-Bobbio, attraverso il proprio Ufficio Pellegrinaggi, ha impostato il programma dei pellegrinaggi che si terranno nel prossimo anno 2012. Il primo appuntamento è con la Terra Santa: otto giorni e sette notti dall’8 al 15 marzo 2012. Il pellegrinaggio sarà guidato dal vescovo mons. Gianni Ambrosio.
Presentando queste iniziative, mons. Ambrosio sottolinea che “il pellegrinaggio da sempre attesta un’esigenza di fondo, insopprimibile: un desiderio di andare oltre, di trascendere la stessa condizione umana, è l’occasione per manifestare tensione verso un ‘oltre’, una meta ‘altra’. Il pellegrinaggio inizia con un distacco dalla casa, dal quotidiano, dalla vita di sempre, dai legami di tutti i giorni. L’allontanamento dal proprio contesto di vita esprime la tensione verso una realtà diversa e consente al pellegrino di avvicinarsi ad un ‘luogo’ santo. Certo, anch’esso è provvisorio, ma capace di evocare una sorta di esperienza appagante che lascia trasparire la condizione definitiva. Il pellegrino avverte l’esigenza di andare più avanti, verso il mistero”.
Il Vescovo anticipa che guiderà personalmente alcuni pellegrinaggi diocesani e tra questi proprio il primo, in ordine di tempo, quello in Terra Santa. La partenza è prevista l’8 marzo, dall’aeroporto di Orio al Serio di Bergamo e comporta una quota di partecipazione di 1.250 euro a cui si aggiunge il supplemento per l’eventuale camera singola. Gli interessati potranno avere tutte le informazioni rivolgendosi all’Ufficio Pellegrinaggi della Diocesi, Piazza Duomo 33, Piacenza, tel. 0523.337150, e-mail: ufficio pellegrinaggi@curia.pc.it, orario: dalle 9 alle 12,30, da lunedì a venerdì.

ALTRI PELLEGRINAGGI. Per il 2012 sono previsti altri pellegrinaggi diocesani: Fatima e Santiago di Compostela, 5 giorni, dal 7 all’11 giugno (partenza da Milano Malpensa), guiderà i pellegrini il vescovo mons. Gianni Ambrosio; pellegrinaggi a santuari di Francia (Lisieux, Paray-le-Monial e Nevers), dal19 al 25 maggio, partenza in pullman da Piacenza, presiede il vicario generale mons. Giuseppe Illica; Noto (dove è venerato il santo piacentino Corrado Confalonieri) e Santuari di Sicilia, partenza in aereo da Milano, dal 5 al 12 settembre, presiede il vicario generale mons. Giuseppe Illica.
In una apposita pubblicazione, che può essere richiesta all’Ufficio Pellegrinaggi, tutte le informazioni culturali, logistiche e tecniche dei vari pellegrinaggi.

lunedì 28 novembre 2011

Se San Colombano salva l'euro

L'arcivescovo di Belfast, nella sua visita piacentina, fa riflettere su come sia possibile pensare all'Europa di oggi così come la pensò San Colombano. Sarà il santo irlandese a salvare l'euro?

Se l'Europa vuole uscire dalla crisi non può fare a meno della figura di San Colombano. A sostenerlo è l'arcivescovo di Belfast (Down e Connor), Noel Treanor, che, oltre a provenire dalla patria di Colombano, attualmente rappresenta l'episcopato d'Irlanda (Irlanda del Nord ed Eire) alla Comece di Bruxelles, il parlamento europeo dei vescovi. E' lì, tra l'altro, che ha conosciuto il vescovo Gianni Ambrosio, rappresentante per la Cei, ed ha accettato di buon grado l'invito a Piacenza e Bobbio. Periferia dell'Europa, allora come oggi.
«Colombano, arrivato sul continente, in Francia, è entrato nella periferia del mondo conosciuto in quel tempo - osserva Treanor - in un momento difficile e scuro della storia europea, dominato dalle popolazioni barbare. Arrivato qui ha evangelizzato Germania, Austria, Francia, Svizzera e, appunto, Bobbio». «I monasteri che ha fondato erano centri di eccellenza - prosegue l'arcivescovo - dove Colombano ha coniugato la fede e l'industria umana, la tradizione del Vangelo cristiano e l'agricoltura, l'utilizzo dei boschi e la vita sociale locale». Morale: «Anche oggi quando la periferia si presenta come punto fragile e debole, che si tratti di Irlanda, di Portogallo, di Grecia o anche di Italia, credo che oggi noi, in quanto europei, dobbiamo prendere atto che questa periferia debole e fragile fa parte integrale del progetto Europa». Dall'importanza della periferia a quella della regola. «Pensando a Colombano e alla sua regola - evidenzia Treanor -, noi, in quanto cittadini, dobbiamo stabilire delle norme, un progetto che sia adeguato a rispondere alle sfide del nostro tempo». In quanto europei e credenti «per noi la figura della regola, come quella di San Colombano, «rappresenta la chiave dell'organizzazione, della civilizzazione, della cultura, di una antropologia umanistica». Per far fronte alle sfide politiche ed economiche di oggi, insomma, dobbiamo ripensare all'importanza della regola, «della regola stabilita in modo consensuale così come sono stati preparati i trattati fondatori della Comunità europea». «Per far avanzare questa Europa - è convinto l'arcivescovo - noi tutti dobbiamo riconoscere la loro importanza. Le regole servono non solo per limitare o imporre, sono elementi viventi che cercano di incarnare il cammino per arrivare ad un progetto di ordine etico-sociale».
San Colombano, grande umanista del suo tempo, «ci fa ricordare che all'origine del progetto europeo c'era una scelta di ordine etico e spirituale, una scelta antropologica, una scelta ispirata dalla tradizione cristiana».
L'arcivescovo conclude con una speranza: «Andiamo verso il 2015 e spero che nell'anniversario della morte di San Colombano (1.400 anni fa), tutte le nostre comunità in Italia, Svizzera, Austria, Germania, Irlanda e Francia possano ritrovarsi a pregare insieme». «Affinchè il cristianesimo - si augura - possa essere ringiovanito e rinfrescato da San Colombano per umanizzare, alla luce del Vangelo, le strutture comuni della nostra società».
Federico Frighi


24/11/2011 Libertà

mercoledì 23 novembre 2011

I carabinieri e la Virgo Fidelis

I carabinieri affidano il loro servizio quotidiano a Maria, la Virgo Fidelis. L'altro giorno, nella chiesa di San Giovanni in Canale, a Piacenza, erano in tanti i rappresentanti della Benemerita assieme al vescovo Gianni Ambrosio. Segno che il ministero che si fa in terra, lo si fa anche rivolgendosi alla protezione celeste. Una tradizione non solo di costume ma, evidentemente, di fede.

«Maria ha creduto ed ha compiuto la volontà di Dio. Tutto questo è espresso nell'aggettivo "fedele", il titolo con cui voi dell'arma dei carabinieri le rendete onore e la invocate perchè aiutati da lei possiate attendere con fedeltà e lealtà alla vostra missione». Così il vescovo Gianni Ambrosio si è rivolto ieri in San Giovanni in Canale ai carabinieri per la festa della patrona, la Virgo Fidelis. Nell'antica chiesa di via Beverora c'erano, tra gli altri, il prefetto Antonino Puglisi, il questore Calogero Germanà, il comandante provinciale dell'Arma, colonnello Paolo Rota Gelpi, il presidente della Provincia, Massimo Trespidi, il vice sindaco Francesco Cacciatore, i colonnelli dell'Arma, Edoardo Cappellano e Gianluca Bersella, della Finanza Maurizio De Panfilis. Il vescovo, assieme al parroco don Cesare Ceruti e a don Mimmo Pascariello, ha ricordato il servizio dei carabinieri «nel rispetto della giustizia, nella difesa della dignità delle persone che hanno bisogno di buone relazioni per vivere, della protezione dei cittadini dai soprusi». «La storia dell'Arma è densa di alti esempi di fedeltà al servizio della comunità - ha osservato Ambrosio -. Possiate con l'aiuto di Maria continuare a manifestare questa fedeltà, dedizione, servizio che sono le caratteristiche dello spirito dei carabinieri. Un compito esigente, a volte non sempre compreso, ma indispensabile perchè si possa operare in una società con buone relazioni». Al termine del rito il comandante provinciale di Piacenza ha preso la parola per commemorare l'evento. E' stata ricordata anche la battaglia per l'eroica difesa del caposaldo di Culqualber da parte del I° Battaglione Carabinieri e Zaptiè mobilitato, che il 21 novembre 1941 si sacrificò in una delle ultime cruente battaglie in terra d'Africa. Nella circostanza, si è commemorata anche "la Giornata dell'Orfano". E' proprio agli orfani, assistiti e confortati con amorevole cura dall'Arma e dall'Opera Nazionale Assistenza Orfani Militari Arma Carabinieri che si è voluto rivolgere un caloroso pensiero. La celebrazione ha avuto il commento musicale del soprano Maria Laura Groppi e dell'organista Donatella Tacchinardi. Analoga cerimonia è stata celebrata ieri nel duomo di Bobbio e nella collegiata di Fiorenzuola con i comandati di compagnia Fabio Longhi e Andrea Leo.
fed. fri.


22/11/2011 Libertà

Diocesi, 305 preti per 421 parrocchie

Non è possibile correre avanti e indietro per la diocesi a celebrar messe in ogni dove. Non si può più gestire la diocesi come se si fosse al capezzale di un malato. Lo ha detto il vicario generale, monsignor Giuseppe Illica, alla Bellotta davanti ai preti, ponendo così le basi per una rivoluzione epocale.


(fri) Trecentocinque sacerdoti per 421 parrocchie. Una situazione insostenibile se si vuole continuare a pensare la Chiesa «come se si fosse al capezzale di un malato», osserva con una metafora il vicario generale monsignor Giuseppe Illica. Ancora più insostenibile se si tiene conto che quasi il 70 per cento dei sacerdoti della diocesi di Piacenza-Bobbio ha più di sessant'anni. Ecco perchè la linea prevista dal progetto di razionalizzazione prevede un taglio netto delle messe domenicali. «Non riusciremo più a correre in giro per la montagna a celebrare messe in ogni luogo - dice il vicario -, non ha senso continuare così. Ci saranno parrocchie che non avranno più l'eucarestia ogni sette giorni. E' inevitabile». Quali e quante? A spanne, tutte quelle con meno di 500 anime. Il che vuol dire il 76,9 per cento delle 421 parrocchie che compongono la diocesi. I preti saranno, dunque, sempre più un lusso. Anche perchè, fa notare il vicario, «spiace che i sacerdoti non abbiano il diritto ad invecchiare, ad ammalarsi. In giro non c'è una categoria come la nostra che non va mai in pensione». Se la vecchiaia, dunque, arriva per tutti, non tutti hanno nel proprio carisma la missione del parroco. «Tutti i preti sono utili - assicura monsignor Illica - e nelle nomine è giusto tenere conto anche delle inclinazioni e delle loro caratteristiche personali».

18/11/11 Libertà

domenica 20 novembre 2011

Cura dimagrante per la diocesi

Si comincia a delineare la diocesi del prossimo futuro. La Chiesa locale necessita di una cura dimagrante tanto quanto all'Italia toccherà quella del governo Monti.

Accorpamento tra parrocchie, stop alle messe "in serie" nei fine settimana, strutture ridotte all'indispensabile, fiducia nei laici. Sono solo alcune delle linee cardine presentate dal vicario generale monsignor Giuseppe Illica al clero diocesano. L'occasione è la due giorni destinata ai vicari zonali e ai moderatori delle Unità Pastorali (assieme ai preti giovani) in corso fino ad oggi nel centro pastorale della Bellotta. Sono una cinquantina i sacerdoti presenti, assieme al vicario generale e al vescovo Gianni Ambrosio. All'ordine del giorno c'è la chiesa del futuro. L'attenzione solo al presente uccide, ricorda il vescovo nella sua introduzione. «Se c'è un difetto nella realtà odierna è che ci si dimentica che si viene da lontano - evidenzia il presule -. Possiamo essere testimoni e missionari solo nella misura in cui davvero abbiamo incontrato Cristo». Si parte da qui per una necessaria razionalizzazione dell'intera diocesi alla luce degli odierni tempi di crisi. Crisi economica, ma anche e soprattutto, spirituale e vocazionale. Il vicario generale parte dai dati della diocesi, dal numero dei sacerdoti sempre in calo, dall'età del clero che avanza inesorabilmente.
Parla della scelta dei laici, «verso i quali bisogna avere fiducia ad ai quali occorre delegare», della scelta dei poveri, in particolare «i giovani che non sanno se lavoreranno, se potranno farsi una casa o una famiglia», della scelta religiosa visto che «facciamo bene i Grest ma non siamo capaci di rendere più attraente il catechismo». Chi ha visto il film "Corpo celeste", proiettato in serata alla Bellotta, ne sa qualcosa di più. Parla, il vicario generale, della necessità di delegare, all'interno delle Unità Pastorali, ad uno o più tecnici, i beni immobili e le chiese in accordo con la Curia, «perchè noi non possiamo più gestirle». All'interno delle Unità Pastorali - «alcune sono da rivedere» - si curi poi la formazione e si svolga l'intera vita ecclesiale: «Ci vuole disponibilità a cambiare: non possiamo essere preti per la parrocchia ma dobbiamo esserlo per l'Unità Pastorale». Il vicario invita poi a tenere le strutture indispensabili: «Con i tempi che corrono non sappiamo quale sarà la disponibilità finanziaria e neppure la copertura dell'8 per mille, verso il quale ci affidiamo troppo». Si parla di fusioni di parrocchie e di accorpamenti, soprattutto nel centro storico della città. Il modello è quello dell'unica parrocchia che ingloba San Francesco, San Pietro, Santa Maria in Gariverto. Tutte le chiese del centro storico sono destinate a seguirlo. Poi le messe. Stop alla "produzione industriale" delle messe una ogni mezz'ora o peggio al medesimo orario come avviene in città anche tra chiese vicine. «Riducendo il carico di messe in città ci si potrebbe prendere cura - propone il vicario generale - di una specifica zona di montagna, soprattutto in inverno». Magari anche con il coinvolgimento dei laici.
Federico Frighi


18/11/2011
Libertà

venerdì 18 novembre 2011

Concerto in Duomo per San Colombano

Piacenza ricorda il suo compatrono San Colmbano con un concerto sabato 19 novembre alle ore 21 in Cattedrale. La festa liturgica del monaco irlandese cade il 23 novembre.
Al concerto, al quale sarà presente anche il vescovo mons. Gianni Ambrosio, intervengono l’Associazione Corale Polifonica San Colombano di Santa Giuletta nel pavese e l’Orchestra dell’Istituto superiore di studi musicali “Franco Vittadini” di Pavia. Fra gli interpreti, il soprano Susie Georgiadis e il contralto Morena Carlin; all’organo Guido Andreolli; direttore Ugo Nastrucci.
Verranno eseguite musiche di Vivaldi, Liszt, Frisina, Mozart e Rossini. La serata ha il patrocinio di degli Amici di San Colombano di Bobbio e di San Colombano di San Colombano al Lambro e del settimanale “Il Nuovo Giornale”.
Nel corso della serata verrà proiettato il video dell’udienza generale di Papa Benedetto XVI dell’11 giugno 2008 dedicata proprio a San Colombano.
La Corale polifonica San Colombano è nata a Santa Giuletta nel pavese nell’autunno del 1999, mentre le origini dell’Orchestra dell’Istituto Superiore di Studi Musicali “F. Vittadini” di Pavia risalgono al 1867.

Un curato brasiliano per Gragnano

Con Atto proprio di S. E. mons. Vescovo in data 15 Novembre 2011 il M. R. Agosti don Sergio è stato nominato amministratore parrocchiale della parrocchia di San Martino Vescovo in Alseno, Provincia di Piacenza, resasi vacante in seguito alle dimissioni dell’ultimo titolare il M. R. Emiliani don Giuseppe e regolarmente accettate.

Con Atto proprio di S. E. mons. Vescovo in data 15 novembre 2011 il M. R. Giovanelli don Giovanni, parroco di Sperongia PC, è stato nominato amministratore parrocchiale della parrocchia della Natività di Maria in Villa Casali, Comune di Morfasso, Provincia di Piacenza.

Con Atto proprio di S. E. mons. Vescovo in data 15 novembre 2011 il M. R. Bavagnoli don Luigi, parroco di Pontedell’Olio e Riva PC, è stato nominato amministratore parrocchiale delle seguenti parrocchie:

* San Martino Vescovo in Torrano, Comune di Pontedell’Olio, Provincia di Piacenza;

* San Bartolomeo Apostolo in Sarmata, Comune di Pontedell’Olio, Provincia di Piacenza;

* San Pietro in Vincoli in Folignano, Comune di Pontedell’Olio, Provincia di Piacenza;

* San Giovanni Battista in Castione, Comune di Pontedell’Olio, Provincia di Piacenza.

Con Atto proprio di S. E. mons. Vescovo in data 15 novembre 2011 il M. R. Lezoli don Piero, parroco nominato di Vigolzone PC, è stato nominato amministratore parrocchiale delle seguenti parrocchie:

* San Lorenzo martire in Veano, Comune di Vigolzone, Provincia di Piacenza;

* Santa Maria Immacolata in Bicchignano, Comune di Vigolzone, Provincia di Piacenza;

* Sant’Antonino in Albarola, Comune di Vigolzone, Provincia di Piacenza.

Con Atto proprio di S. E. mons. Vescovo in data 15 Novembre 2011 il M. R. Battiato don Fabio, lasciando i precedenti incarichi, è stato nominato vicario parrocchiale della parrocchia di Sant’Antonino Martire in Borgo Val di Taro, Provincia di Parma ed inoltre gli è stato conferito l’incarico di collaboratore nel servizio pastorale all’interno dell’Unità pastorale 2 del Vicariato 7.

Con Atto proprio di S. E. mons. Vescovo in data 15 Novembre 2011 il M. R. Figuredo Mendes don Luiz Carlos, presbitero della diocesi di Bragança (Brasile) è stato nominato vicario parrocchiale della parrocchia di San Michele Arcangelo in Gragnano Trebiense, Provincia di Piacenza.

Con Atto proprio di S. E. mons. Vescovo in data 15 Novembre 2011 il M. R. Barani don Igino, parroco di Gossolengo, è stato nominato moderatore dell’Unità pastorale 6 del Vicariato 1 Comuni di Piacenza e Gossolengo.

Con Atto proprio di S. E. mons. Vescovo in data 15 Novembre 2011 il M. R. Lugani don Cesare, parroco di Bacedasco Basso, è stato nominato moderatore dell’Unità pastorale 7 del Vicariato 2 Val d’Arda PC.

Dalla Curia Vescovile

martedì 15 novembre 2011

Mensa Caritas, servono generi alimentari

Per il continuo aumento delle presenze che ha portato all’incremento dei pasti erogati presso la mensa diurna e serale e delle borse viveri consegnate alle famiglie, si segnala la necessità dei seguenti prodotti alimentari indispensabili al funzionamento della Mensa Caritas, ed in questo momento non sufficienti:

 Pasta
 Riso
 Scatolame (passata, pelati, tonno, etc.)
 Latte UHT a lunga conservazione
 Olio di oliva
 Caffè
 Zucchero
 Biscotti
 Formaggio grana sottovuoto

Si fa un appello alle aziende ed ai supermercati per il fabbisogno di carni.

Si segnala inoltre, per le borse viveri fornite alle famiglie in situazione di bisogno, la carenza di pannolini destinati a bambini da 0 a tre anni di età, detersivi per lavatrice( fustino) e confezioni di zucchero ( da un 1 Kg. ).

Tali generi possono essere consegnati direttamente presso la Mensa della Fraternità (tel. 0523/314087) in via S. Vincenzo 13 dalle ore 09.00 alle ore 13.00 oppure presso la sede della Caritas diocesana in Via P. Giordani 21 dalle ore 09.00 alle ore 12.00 e dalle ore 15.00 alle ore 18.00.

Morto don Arnaldo Colla

E’ morto ieri mattina, nella Casa di cura Piacenza, don Arnaldo Colla. Nato a Carpaneto il 19 dicembre 1919, ordinato sacerdote il 19 giugno 1943, ha iniziato il servizio pastorale come curato in San Francesco. Nel 1950 è stato nominato parroco a Rocca Varzi Vecchia per passare, con la stessa qualifica, a reggere la parrocchia di Grintorto nel 1956. Ha rinunciato all’incarico a fine 2003 ritirandosi nella sua abitazione di Piacenza. I funerali si terranno oggi, mercoledì 16 novembre, alle ore 11, nella chiesa cittadina di San Francesco. Il feretro proseguirà poi per Cantone e verrà tumulato a Grintorto. Presiederà il rito funebre il vicario generale mons. Giuseppe Illica (il vescovo è impegnato fuori Piacenza).

domenica 13 novembre 2011

La giornata della colletta alimentare

La Fondazione Banco Alimentare Onlus (coordinamento nazionale) organizza ogni anno in novembre la Giornata Nazionale della Colletta Alimentare. Questo appuntamento si è ormai affermato come un'importante possibilità per sensibilizzare il grande pubblico sui temi dello spreco e della fame, coinvolgendo milioni di persone in un puro gesto di gratuità; si tratta inoltre di un'occasione fondamentale per la raccolta di quei prodotti che molto difficilmente il Banco Alimentare riesce a reperire durante l'anno (es. olio, omogeneizzati ed altri prodotti alimentari per l'infanzia).
Nella nostra Regione l'iniziativa è coordinata dalla Fondazione Banco Alimentare Emilia Romagna Onlus (FBAER). L'organizzazione prevede: un coordinatore regionale affiancato al direttore della FBAER, un responsabile in ogni provincia o zona ed infine i "capi équipe", ovvero i volontari responsabili dei punti vendita.
In ciascuna provincia viene appositamente approntato un magazzino di stoccaggio dei prodotti raccolti, nel quale - subito dopo la Colletta - avviene una prima grossa distribuzione alle strutture caritative del territorio provinciale accreditate. Le strutture, assieme alla FBAER, sono corresponsabili nell'organizzazione e realizzazione dell'iniziativa.
Abbiamo fatto esperienza di come questa nostra proposta, oltre ad essere un contributo importante alle necessità di tantissime persone bisognose, sia al tempo stesso una reale occasione di cambiamento personale e civile per ognuno di noi e per chi vi aderisce. Infatti, pur svolgendosi in un'unica giornata, essa costituisce una forte possibilità educativa alla gratuità e alla solidarietà, come ci è stato testimoniato da parte di tanti volontari che hanno offerto la loro disponibilità e semplici cittadini che hanno donato la loro spesa (a volte anche a costo di sacrifici).
Promotori ufficiali della Giornata Nazionale della Colletta Alimentare, assieme alla Fondazione Banco Alimentare Onlus e alla CDO Opere Sociali, sono l'Associazione Nazionale Alpini e la Società San Vincenzo De' Paoli.
Anche per l'edizione 2011 contiamo di ottenere l'Alto Patronato della Presidenza della Repubblica ed il patrocinio della Regione Emilia Romagna e delle nove Amministrazioni Provinciali.
Nel 2010, a livello nazionale, attraverso la Colletta sono state raccolte 9.400 tonnellate di generi alimentari grazie al generoso impegno di oltre 110.000 volontari, all'adesione delle più importanti catene della distribuzione e grazie infine agli oltre 5.000.000 di italiani che hanno donato i prodotti acquistati per una grande "spesa della solidarietà".
Per quanto riguarda la nostra Regione, dato il perdurare della crisi, le nostre aspettative relative al risultato erano piuttosto contenute. La risposta della gente (volontari e donatori) ci ha invece particolarmente sorpreso. In Emilia Romagna infatti la raccolta è stata di oltre 1.050 tonnellate, il 5,9% in più rispetto all'anno precedente (che già aveva visto un risultato particolarmente positivo). L'iniziativa ha visto coinvolti, sempre sul territorio regionale, circa 14.000 volontari; i punti vendita che hanno aderito sono stati 969.
In Regione, le strutture caritative accreditate che hanno usufruito dei prodotti donati sono state 771, a favore di 117.134 persone in stato di povertà.
Per quanto riguarda l'edizione del 2011, poiché permane un contesto economico piuttosto critico e il numero delle richieste di sostegno (da parte soprattutto di parrocchie) cresce ogni giorno, tendiamo a sollecitare una maggiore partecipazione da parte del grande pubblico, in modo che la "spesa della solidarietà" raggiunga un quantitativo superiore a quello del 2010.
Il nostro impegno nasce dal fatto che sentiamo sempre più la responsabilità morale e civile di fronte alle quotidiane richieste di aiuto che ci giungono da parte delle Strutture caritative, a contatto quotidianamente con tante Persone bisognose della nostra Regione.
Non abbiamo certo la pretesa di risolvere il problema della fame e dello spreco alimentare, ma per passione all'Uomo e al suo destino diamo il nostro contributo, costruendo fatti che educano alla carità e alla solidarietà noi stessi e le persone che incontriamo.

mercoledì 9 novembre 2011

Incontri con Rinnovamento

Prende il via da giovedì 10 novembre un percorso di riscoperta della fede a cura della Comunità Magnificat del Rinnovamento nello Spirito. L’appuntamento è alle ore 21 presso la parrocchia di Nostra Signora di Lourdes in via Damiani 6 a Piacenza. La proposta, che proseguirà nei giovedì di novembre, dicembre e gennaio, prevede incontri di catechesi sulla Parola di Dio, animati nella spiritualità del Rinnovamento e a partire dai temi-chiave dell’annuncio cristiano: l’amore di Dio, il peccato dell’uomo e la salvezza nella morte e nella risurrezione di Gesù Cristo, la conversione del cuore, l’amore di Dio guarisce le ferite della vita, Gesù è il Signore, la promessa dello Spirito Santo: la santità e i carismi, l’effusione dello Spirito Santo, la crescita spirituale, la testimonianza di Dio nella vita. Gli incontri sono aperti a tutti.

Morti e santi, una festa del focolare

Bella l'omelia del vescovo Ambrosio lo scorso primo novembre al cimitero urbano. Pubblichiamo solo ora l'articolo con colpevole ritardo. I propri cari che non ci sono più, quelli che ci sono ancora su questa terra, i santi, tutti uniti attorno ad una sorta di focolare domestico. E' una riflessione che dà forza e che non ci fa sentire soli anche se a volte così ci pare di essere.

Una grande festa di famiglia: i santi, i defunti, le preghiere di chi è su questa terra. Una festa intima e di speranza, perchè la morte non è la parola fine. E' il vescovo Gianni Ambrosio a spiegare nella messa di Ognissanti al cimitero urbano il significato delle celebrazioni del primo e 2 novembre.
Una messa celebrata davanti al Famedio, nel cuore del cimitero urbano, con sacerdoti, diaconi, religiose e tanti piacentini che si sono fermati nell'insolito tepore di una giornata autunnale. Assieme al vescovo ci sono il parroco del Capitolo, don Giuseppe Sbuttoni, quello di Sant'Anna, don Luigi Fornari, di San Paolo, monsignor Bruno Perazzoli, don Giuseppe Formaleoni e quattro diaconi, tra i quali Sergio Fossati e Cesare Scita reggenti la cappellania del cimitero urbano. In prima fila, a rappresentare il Comune di Piacenza, il vice sindaco Francesco Cacciatore in fascia tricolore. Tra le colonne del Famedio, ad animare la celebrazione, i ragazzi del coro della parrocchia di Santa Maria del Suffragio, la chiesa del Capitolo.
«Quella di oggi è come una grande festa di famiglia - dice il vescovo -, i nostri fratelli e le nostre sorelle che ci accolgono nella pienezza della vita e nell'amore di Dio, la porta del cielo si è aperta per loro. Commemorando i defunti noi ricordiamo i nostri familiari, insieme alla preghiera nel cimitero della nostra città».
«La parola cimitero significa luogo del riposo, luogo del sonno - evidenzia Ambrosio - un termine scelto dai cristiani per indicare coloro che riposano ma che attendono di essere svegliati in attesa appunto della chiamata della vita eterna. I cristiani non hanno voluto utilizzare il termine necropoli, la città dei morti. Hanno scelto una parola che richiamasse il sonno e l'attesa, dunque manifestasse la fede nella vita e nella risurrezione, la speranza per la pienezza della vita».
Il vescovo sottolinea come sia significativo «il fatto di celebrare insieme la festa dei Santi e di commemorare i defunti. Da questo luogo del sonno e dell'attesa siamo invitati ad innalzare lo sguardo verso il cielo, dove coloro che ci hanno preceduti finalmente hanno trovato il volto del Signore». «La nostra visita al cimitero - continua il vescovo - la nostra preghiera si carica di intensità e affetto, diviene espressione di speranza». «Ogni anno in questa celebrazione abbiamo qualcuno in più per cui pregare - ammette Ambrosio nella sua omelia trasmessa in tutti i reparti dagli altoparlanti dell'impianto interno - per alcuni i genitori, per altri i fratelli, lo sposo, la sposa, i figli; la morte è sempre un evento che turba e colpisce, ma non è sempre oscurità o tenebra e soprattutto non è l'ultima parola».
Torna il concetto della festa di famiglia: «Nella nostra preghiera noi ci sentiamo misteriosamente uniti, ed è questo il senso della festa familiare, ai fratelli che chiamiamo santi perchè già partecipi della vita di Dio, ai fratelli che ci hanno lasciato e che attendono la visione piena del volto di Dio». Relazioni senza le quali il cimitero sì rischierebbe di rimanere un'arida necropoli e queste visite novembrine aride tradizioni popolate solo di ricordi, importanti, ma non rivolti verso il cielo.
«Nella nostra vita quotidiana rischiamo di rimanere chiusi in noi stessi - osserva infine il vescovo - senza uno sguardo ampio, senza questa prospettiva sul nostro futuro. L'apostolo Giovanni dice che già fin da ora siamo figli di Dio e da lui siamo benedetti e il suo amore impedisce che la morte abbia l'ultima parola. Il nostro è un pellegrinaggio diretto verso il volto di Dio».
Federico Frighi


02/11/2011 Libertà

domenica 6 novembre 2011

La Chiesa piacentina non dimentichi qulla universale

Nella Sala delle Colonne del Palazzo Vescovile, l’undicesimo Consiglio Presbiterale Diocesano, alla sua seconda assemblea, ha affrontato il tema degli “organismi di partecipazione” e lo ha fatto ascoltando e discutendo la relazione di don Giuseppe Grampa, parroco di San Giovanni in Laterano a Milano, docente di filosofia delle religioni all’Università di Padova e alla Cattolica di Milano.
Il relatore, per analizzare la partecipazione all’interno della Chiesa e soprattutto il ruolo degli organismi di partecipazione nati con il Concilio, si è rifatto essenzialmente al testo evangelico di Giovanni (il pastore conosce le sue pecore) e al Vaticano II i cui insegnamenti attendono ancora di essere realizzati in profondità.
Don Grampa si è soffermato sullo stile del pastore (conosce le sue pecore), su quello del gregge (ascolta ed è disposto a seguire secondo l’insegnamento del Vangelo) e sulla qualità del rapporto (un legame di appartenenza). Importante il riferimento al ruolo della Chiesa locale che non è una filiale della Chiesa universale, ma una comunità in cui è presente Cristo. La Chiesa di Dio che è a Piacenza non vive nell’isolamento, ma in comunione con tutte le altre. Oggi il prevalere di organismi nazionali, come le Conferenze Episcopali, rischiano di mettere in pericolo il progetto di fede delle comunità locali.
Occorre tornare al Concilio per capire il ruolo delle Chiese particolari e questo richiama il ruolo del Vescovo che ha al proprio fianco il presbiterio. In questa impostazione l’evento della salvezza prevede un progetto pastorale diocesano e in questo il Vescovo non è il notaio, ma è colui che indica con autorevolezza il cammino di santità per il popolo.
D’altra parte il piano pastorale non è un’invenzione del Vescovo, ma una determinazione che nasce con l’apporto del Consiglio Presbiterale e degli altri organismi di partecipazione. La parola comunione è tornata più volte durante la mattinata.
Il relatore non ha mancato di dare consigli pratici come quello di scegliere gli argomenti da discutere non sotto la pressione dell’emergenza, ma con prospettive più ampie; lavorare con un documento preliminare opportunamente preparato; valorizzare le competenze della comunità, anche al di fuori degli organismi; dare spazio alla corresponsabilità e incentivare il dialogo.
Anche durante gli interventi, che hanno fatto seguito alla relazione principale, sono emerse diverse preoccupazioni: che venga meno la comunione; che prevalga la burocrazia (si è parlato di dare spazio all’autocertificazione); non è mancato un richiamo ad una maggiore conoscenza del Concilio (prima di invocarne un terzo portare a compimento il secondo); incentivare il senso di appartenenza.

In apertura il vicario generale mons. Giuseppe Illica ha confermato che il 17 – 18 novembre si tiene la riunione dei moderatori e dei vicari con l’invito a partecipare; ha pure confermato le indicazioni che ha già inviato ai sacerdoti sulla nuova organizzazione della Curia (orari al pubblico e, dal 1° dicembre, invito ad utilizzare il parcheggio del seminario di via Scalabrini dopo aver comunicato il numero di targa dell’auto per i necessari permessi).
Anche mons. Busani, per la Missione popolare diocesana , ha confermato il programma già annunciato informando che sono pronti tre sussidi per i prossimi appuntamenti.

NUOVE NOMINE. Da parte sua il Vescovo, che ha presieduto e che ha introdotto i lavori richiamando i temi già trattati nella seduta precedente (comunione, missionarietà e stile di vita personale dei presbiteri), in chiusura, dopo aver commentato la relazione di don Grampa, ha comunicato di aver nominato, tre nuovi membri del Consiglio Presbiterale: don Giorgio Bosini, don Pietro Cesena e don Paolo Mascilongo.
Ha, pure, comunicato il nome dei membri del nuovo Collegio dei consultori: mons. Giuseppe Busani, mons. Luigi Chiesa, mons. Mario Da Crema, don Gianrico Fornasari, don Stefano Garilli, mons. Giuseppe Illica, mons. Aldo Maggi, don Giuseppe Rigolli, don Stefano Segalini e mons. Gianni Vincini.

La seduta odierna del Consiglio Presbiterale era aperta a tutti i presbiteri (per la verità le sedute di questo Consiglio sono sempre aperte ai sacerdoti esterni, che però non hanno diritto né di parola né di voto).

martedì 1 novembre 2011

Assofa, una scuola di solidarietà

Quando i genitori invecchiano chi si prenderà cura dei figli disabili? Non solo. Nella quotidianità chi è genitore di un figlio disabile deve affrontare la vita in un certo modo, con molti sacrifici e solo qualche soddisfazione. Ecco perchè trent'anni fa il vulcanico vescovo di Piacenza Enrico Manfredini convocò le associazioni cattoliche e diede loro il compito di creare una struttura di aiuto. Così è nata l'associazione Assofa.

Palloncini colorati volano in cielo con un messaggio alla città: una nuova casa per i trent'anni dell'associazione As. so. fa. Atterreranno chissà dove e porteranno alla gente, in modo simbolico, la gioia di una grande giornata, punto di arrivo e di ripartenza di trent'anni di «solidarietà familiare», come l'ha definita il vescovo Gianni Ambrosio. La "rampa di lancio" si trova in via Bay, alla Veggioletta, attaccata alla tangenziale. Una strada dedicata ad un garibaldino, steso spirito di coloro che trent'anni fa si misero insieme per assistere i ragazzi disabili.
«Questo è un grande giorno per noi - dice Giancarlo Bianchini, anima dell'As. so. fa. Dopo una lunga ricerca, due anni fa la provvidenza ci ha fornito la soluzione. Abbiamo avuto l'aiuto del gruppo Molinaroli Costruzioni che ha messo a disposizione quest'area coinvolgendo i fornitori, i progettisti, il personale. E' stato un grande esempio di responsabilità sociale dell'impresa». «La Fondazione di Piacenza e Vigevano - continua - ci ha dato 300mila euro; noi come As. so. fa ne abbiamo messi altri 350mila: 250mila con un mutuo a carico delle famiglie e dei volontari; ci mancano 80mila euro per gli arredi che abbiamo già acquistato ma non ancora pagato. Ci rivolgiamo ai piacentini e alla loro sensibilità per aiutarci».
A tagliare il nastro un commosso Giacomo Marazzi, presidente della Fondazione di Piacenza e Vigevano, la cui famiglia ha partecipato alla fondazione dell'As. so. fa. Fuori la casa si confonde con le architetture industriali della zona. Dentro è la casa di tutti. All'ingresso, in un bassorilievo in legno di 2,50 metri per 1,60 si vede un ragazzo che offre la offre nelle mani di San Francesco. «Il bassorilievo è opera del professor Paolo Perotti - spiega Bianchini - che, ad 84 anni, dirige come volontario il laboratorio di scultura dove i ragazzi imparano». C'è lo spazio per celebrare la messa - «Ogni mercoledì con il Vangelo del corpo» ci tiene ad evidenziare Bianchini -; appesi alle pareti quadri di sport, la nuova frontiera dell'integrazione: sono state formate due squadre di basket e di bocce, mentre due ragazzi praticano judo.
«Questa solidarietà familiare così importante e significativa, che viene incontro ad esigenze così sentite ed importanti, deve continuare e per questo invochiamo la benedizione del Signore» dice il vescovo Ambrosio.
Attualmente sono circa 60 i disabili che frequentano l'associazione As. so. fa e 130 volontari di cui la metà sono giovani dai 15 ai 35 anni. La nuova sede è funzionale, spaziosa e luminosa: nel piano interrato vi sono i laboratori per la musicaterapia, la scultura, l'editoria, la sede delle attività sportive. Al piano terra il salone per gli incontri, la cucina, la sala da pranzo, un salottino. Al piano superiore due appartamenti: uno per emergenza e sollievo alle famiglie, uno messo a disposizione da una famiglia di Bobbio che ha un figlio disabile grave. In tutto 650 metri quadrati, 300 di seminterrato, in classe A per il risparmio energetico con impianti solari termici, fotovoltaici e materiali ecocompatibili. C'è tanta gente. Addetti ai lavori e non. Poi il sindaco Roberto Reggi e il presidente della Provincia Massimo Trespidi. «E' una giornata che arriva a coronamento di trent'anni di lavoro di un'associazione - osserva - che non soltanto ha creato una sensibilità nuova nei confronti dell'accoglienza ai disabili, ma ha anche dimostrato che, con lo sforzo di tante persone semplici e generose, si riescono a fare cose grandi». «E' un giorno importante per tutta la comunità piacentina - si dice convinto Trespidi -. Sono trent'anni di una storia entusiasmante, frutto di una grande grazia del Signore ma in particolare di una grande passione ideale da parte di chi ha fondato e portato avanti questa opera sociale».
Federico Frighi


30/10/2011 Libertà