domenica 29 gennaio 2012

Ambrosio in Africa: grazie alla chiesa missionaria

Un viaggio pastorale in Uganda per vedere da vicino la realtà fondata da monsignor Enrico Manfredini e da don Vittorio Pastori. Lo sta affrontando il vescovo Gianni ambrosio che si è recato prima a Kampala, poi a Moroto, nei luoghi di Africa Mission e del suo braccio operativo, l'ong Cooperazione e Sviluppo. E' la prima volta che un vescovo di Piacenza-Bobbio visita l'Uganda dopo la fondazione del movimento missionario da parte del vescovo Enrico Manfredini e dell'allora Vittorio Pastori nel 1972. Nè il vescovo Antonio Mazza, nè il vescovo Luciano Monari ebbero mai l'occasione di scendere nella terra dei Karimojong in visita pastorale. Vi riesce monsignor ambrosio in un momento importante per Africa Mission: il suo quarantesimo anniversario dalla fondazione.
«Vado volentieri a vedere che cosa si sta facendo in Uganda» aveva detto Ambrosio prima di partire. «Penso che sia importante - evidenzia il vescovo - avere questo sguardo missionario verso terre come ad esempio Brasile e Africa affinchè si possa respirare uno stile di vita diverso, di dedizione, di volontariato, che deve segnare in qualche modo la vita del pastore di una chiesa e della chiesa stessa» «Tutto questo - osserva Ambrosio - assume un significato particolare in una terra in cui opera una realtà fondata da don Vittorione e dal vescovo Manfredini. Nonostante Africa Mission sia ramificata in gran parte d'Italia, il suo cuore batte sempre a Piacenza ed è bene che rimanga qui». Infine l'Africa, un continente dalle grandi potenzialità che non deve essere lasciato solo. «E' la prima volta che mi reco nell'Africa sub-sahariana ma nella mia mia esperienza di assistente dell'Università Cattolica del Sacro Cuore ho più volte accompagnato alla laurea studenti provenienti da quelle zone. Studenti che una volta inseritisi nel mondo della ricerca hanno mantenuto con me i contatti e mi hanno fatto avere le loro pubblicazioni. Lo sviluppo, anche di quelle terre, passa proprio da qui: dall'educazione».

giovedì 26 gennaio 2012

La lezione de Gli Intoccabili

Abbiamo visto la puntata de Gli Intoccabili sul Vaticano. Il giorno successivo la Santa Sede ha emesso il comunicato che sotto riportiamo. Penso che sia utile perché ognuno si possa fare un'idea. Magari anche di come sia difficile fare il mestiere di giornalisti in certi ambienti e dei rischi che gli stessi giornalisti corrono quando la notizia prende il sopravvento sulla ragione.


CITTA' DEL VATICANO, 26 GEN. 2012 (VIS). A mezzogiorno di oggi, è stato reso
pubblico un comunicato di Padre Federico Lombardi, S.I., Direttore
dell'Ufficio Stampa della Santa Sede, riguardo al programma televisivo "Gli
Intoccabili", trasmesso ieri sera dall'emittente italiana "La7". Padre
Lombardi fa notare "i metodi giornalistici discutibili" con i quali è stato
realizzato il programma e "l'amarezza per la diffusione di documenti
riservati", che spesso fanno parte di uno "stile di informazione faziosa nei
confronti del Vaticano e della Chiesa cattolica".

Inoltre, il Direttore dell'Ufficio Stampa della Santa Sede fa due
considerazioni "che non hanno trovato spazio nel dibattito". In primo luogo,
"l'azione svolta da mons. Viganò come Segretario Generale del Governatorato
ha certamente avuto aspetti molto positivi, contribuendo ad una gestione
caratterizzata dalla ricerca del rigore amministrativo, del risparmio e del
raddrizzamento di una situazione economica complessiva difficile. (...) Una
valutazione più adeguata richiederebbe tuttavia di tener conto
dell'andamento dei mercati e dei criteri degli investimenti nel corso degli
ultimi anni, ricordare anche altre circostanze importanti. (...)Alcune
accuse poi - anche molto gravi - fatte nel corso della trasmissione, in
particolare quelle nei confronti dei membri del Comitato Finanza e Gestione
del Governatorato e della Segreteria di Stato di Sua Santità, impegnano la
Segreteria di Stato stessa e il Governatorato a perseguire tutte le vie
opportune, se necessario legali, per garantire l'onorabilità di persone
moralmente integre e di riconosciuta professionalità, che servono lealmente
la Chiesa, il Papa e il bene comune. In ogni caso, i criteri positivi e
chiari di corretta e sana amministrazione e di trasparenza a cui si è
ispirato mons. Viganò continuano certamente ad essere quelli che guidano
anche gli attuali responsabili del Governatorato (...). Ciò è coerente con
la linea di sempre maggiore trasparenza e affidabilità e di attento
controllo sulle attività economiche su cui la Santa Sede è chiaramente
impegnata".

In secondo luogo, "un procedimento di discernimento difficile sui diversi
aspetti dell'esercizio del governo di un'istituzione complessa e articolata
come il Governatorato - che non si limitano a quelli del giusto rigore
amministrativo - è stato invece presentato in modo parziale e banale,
esaltando evidentemente gli aspetti negativi, con il facile risultato di
presentare le strutture del governo della Chiesa non tanto come toccate
anch'esse dalle fragilità umane - ciò che sarebbe facilmente comprensibile -
quanto come caratterizzate in profondità da liti, divisioni e lotte di
interessi. (...) Tanta disinformazione non può certamente occultare il
quotidiano e sereno lavoro in vista di una sempre maggiore trasparenza di
tutte le istituzioni vaticane. (...) In questa prospettiva va riaffermato
decisamente che l'affidamento del compito di nunzio negli Stati Uniti a
mons. Viganò, uno dei compiti più importanti di tutta la diplomazia
vaticana, data l'importanza del Paese e della Chiesa cattolica negli Stati
Uniti, è prova di indubitabile stima e fiducia".


Inviato da iPad

Don Romano Pozzi in San Giorgino

Con Atto proprio dell'Ordinario diocesano in data 23 gennaio 2012 il M. R. Pozzi don Romano, è stato nominato, "ad quinquennium", cappellano della Confraternita della Beata Vergine del Suffragio in San Giorgio in Sopramuro-Piacenza e Rettore del medesimo oratorio, sede della Confraternita stessa. Inoltre, con Atto proprio di S. E. Mons. Vescovo in data 18 gennaio 2012, è stato nominato cappellano della:

*Casa di Cura privata "Piacenza" in Piacenza:

*Casa San Giuseppe in Piacenza. Lascia l'incarico di amministratore parrocchiale di Trebecco.

Con Atto proprio di S. E. mons. Vescovo in data 17 gennaio 2012 il M. R. Bertuzzi don Giuseppe, mantenendo i precedenti incarichi, è stato nominato amministratore parrocchiale della parrocchia di San Giacomo Apostolo in Trebecco, Comune di Nibbiano, Provincia di Piacenza.

Con Atto proprio di S. E. mons. Vescovo in data 17 gennaio 2012 il M. R. Plessi don Giancarlo, parroco di Vernasca, mantenendo i precedenti incarichi, è stato nominato Amministratore parrocchiale della parrocchia di Sant'Andrea Apostolo in Castelletto Val Tolla, Comune di Vernasca, provincia di Piacenza.

Con Atto proprio di S. E. mons. Vescovo in data 17 gennaio 2012 il M. R. Maloberti don Davide, mantenendo i precedenti incarichi, è stato nominato amministratore parrocchiale di San Biagio Vescovo in Groppoducale, Comune di Bettola, Provincia di Piacenza.

Con Atto proprio di S. E. mons. Vescovo in data 19 gennaio 2012, il M. R. Malinverni don Michele, mantenendo i precedenti incarichi, è stato nominato Responsabile del servizio per la pastorale vocazionale "ad quinquennium".

Con Atto proprio di S. E. mons. Vescovo in data 19- gennaio 2012 il M. R. Dosi don Celso, segretario vescovile, è stato nominato direttore dell'Ufficio per l'Ecumenismo, il rapporto con l'Ebraismo e il dialogo interreligioso, "ad quinquennium", ed inoltre in pari data è stato nominato Consulente ecclesiastico UCID (Unione Cristiana Imprenditori e Dirigenti) sezione di Piacenza per il quinquennio 2012-2017.

Dalla Curia Vescovile


Inviato da iPad

mercoledì 25 gennaio 2012

Il vescovo Ambrosio in Uganda

Prenderà il via nelle primissime ore di domani, giovedì 26 gennaio, il viaggio missionario del vescovo di Piacenza-Bobbio, mons. Gianni Ambrosio, in Uganda in occasione del 40° anniversario di fondazione di Africa Mission - Cooperazione e Sviluppo. Il vescovo partirà da Roma e raggiungerà nel primo pomeriggio, insieme al presidente di Africa Mission, don Maurizio Noberini, e al presidente di Cooperazione e Sviluppo, Carlo Antonello, l'aeroporto ugandese di Entebbe.
Ad attenderlo in Uganda il direttore di Africa Mission - Cooperazione e Sviluppo, Carlo Ruspantini, e l'assistente spirituale nazionale, mons. Sandro De Angeli, che già da qualche giorno hanno raggiunto il Paese africano per preparare la visita.
"Qui a Kampala e a Moroto - dichiara il direttore Ruspantini, contattato telefonicamente - è tutto pronto per l'arrivo di mons. Ambrosio. I nostri collaboratori ugandesi e italiani sono molto felici di poter incontrare il Vescovo di Piacenza-Bobbio e grati per questa visita che ci consentirà di aprire l'anno del 40° anniversario, momento importantissimo per la nostra associazione, anche qui in Uganda, dove operiamo dal 1972 a servizio della popolazione attraverso il sostegno alle realtà locali e numerosi progetti di promozione allo sviluppo".
Durante il suo viaggio in Uganda, che si concluderà martedì 31 gennaio, mons. Ambrosio visiterà le opere e i progetti realizzati da Africa Mission - Cooperazione e Sviluppo, la realtà missionaria fondata 40 anni fa a Piacenza dall'allora vescovo mons. Enrico Manfredini e da don Vittorio Pastori. Il viaggio lo porterà all'incontro con tutti i progetti che vengono promossi a partire da entrambe le sedi di Africa Mission - Cooperazione e Sviluppo in Uganda, quella presente nella capitale Kampala e quella di Moroto, nell'arida regione del Karamoja, nel nord-est del Paese.
Durante la visita il Vescovo incontrerà le autorità civili e religiose ugandesi, i collaboratori espatriati in Uganda e i missionari che Africa Mission - Cooperazione e Sviluppo sostiene da anni attraverso l'invio di aiuti. Verrà accompagnato anche presso la missione comboniana di Matany per incontrare il piacentino Roberto Gandolfi, da anni impegnato come missionario in Karamoja.

Inviato da iPhone

lunedì 23 gennaio 2012

Il vescovo in Uganda

Il vescovo mons. Gianni Ambrosio, da giovedì 26 a martedì 31 gennaio, partecipa al viaggio missionario in Uganda in occasione del quarantesimo anniversario di Fondazione di Africa Mission. Ad accompagnare il vescovo nella visita saranno il presidente di Africa Mission, don Maurizio Noberini, e il presidente di Cooperazione e Sviluppo, Carlo Antonello. Ad attenderlo in Uganda ci saranno anche il direttore Carlo Ruspantini e l'assistente spirituale nazionale mons. Sandro De Angeli, che raggiungeranno il Paese africano qualche giorno prima.
Quello che oggi è il movimento Africa Mission - Cooperazione e Sviluppo è stato fondato nel 1972 da Vittorio Pastori e da mons. Enrico Manfredini. Dopo mons. Manfredini è la prima volta che un vescovo della diocesi di Piacenza-Bobbio visita in Uganda le opere di Africa Mission - Cooperazione e Sviluppo.
Il programma del viaggio prevede l'incontro con le realtà che si sviluppano a partire da entrambe le sedi del nostro Movimento in Uganda, quella nella capitale Kampala, da dove viene portata avanti tutta la parte amministrativa e logistica dell'opera di Africa Mission - Cooperazione e Sviluppo, e quella di Moroto, da dove sono coordinati tutti i progetti di cooperazione allo sviluppo realizzati in molteplici settori: da quello idrico, con la perforazione e manutenzione di pozzi per l'acqua potabile, a quello agro-forestale; dai progetti educativi e di protezione dell'infanzia a quelli in ambito sanitario; dagli interventi nelle situazioni di emergenza al supporto alla Chiesa e alle realtà locali.
Durante il viaggio il Vescovo incontrerà le autorità civili e religiose ugandesi, i nostri collaboratori espatriati in Uganda e i missionari che il Movimento sostiene da anni attraverso l'invio di aiuti. Verrà accompagnato anche presso la missione di Matany, dove opera il laico comboniano Roberto Gandolfi, da anni impegnato in Karamoja e altro importante testimone della vocazione alla missionarietà dei piacentini. Gandolfi attualmente sta prestando la sua opera a Kotido, centro dipendente dalla missione di Matany.
"Per il nostro Movimento – hanno dichiarato i dirigenti di Africa Misison - la visita di mons. Ambrosio in Uganda è un dono grande e un'occasione per ribadire il proprio legame con la Chiesa piacentina, da sempre fortemente impegnata in campo missionario e dalla quale anche l'esperienza di Africa Mission è partita 40 anni fa".
Da parte sua il nostro Vescovo ha giudicato importante il lavoro che i missionari piacentini stanno facendo in Uganda. Tra i loro obiettivi vi è quello di aiutare queste popolazioni attraverso interventi come quello del reperimento dell'acqua. Vi è una sete, però, ancora più importante da soddisfare – continua mons. Ambrosio - ed è quella spirituale, dell'annuncio del Vangelo. La missione in Uganda si inserisce nel contesto generale dell'impegno missionario della Diocesi e si aggiunge a quanto si sta facendo in Brasile: sono due punti di riferimento importanti che sollecitano la Chiesa piacentina a perseverare nella comunicazione del Vangelo.


Inviato da iPad

venerdì 20 gennaio 2012

E se cani e gatti andassero in Paradiso?

Una tradizione che si ripete nel tempo quella della benedizione degli animali. Fanno parte del Creato e se l'uomo va in Paradiso perche' non potrebbero andarci anche gli animali che più gli sono stati vicini? Si domandava un amico frate. Già, perché no?

L'oratorio di San Dalmazio si trasforma una volta all'anno in una sorta di arca di Noè cittadina. Quando il calendario segna Sant'Antonio, non quello di Padova, ma l'eremita di Alessandria (d'Egitto), raffigurato col porcellino tra i piedi, tanto per intendersi. Così gatti persiani, chihuahua, labrador, carlini, bastardini, bassotti, pappagalli e persino conigli hanno vissuto un'ora d'aria speciale, condotti, invece che nel giardino sotto casa, nel piccolo tempio di via Mandelli. Il cane Lola e il pappagallino Pepe, ad esempio, arrivano con i signori Rossi, Sergio e Rina. «Per noi questo è un appuntamento fisso da dodici anni a questa parte - rivelano i padroni -. Gli animali per noi sono la vita. Danno tanto amore e noi lo ricambiamo». C'è il carlino Axel, tutto infagottato contro il freddo pungente, con la signora Olga per la quale il suo piccolo amico è quasi «come un essere umano», confessa. Aspetta che si raduni un poco di creato a quattro zampe don Gigi Bavagnoli che, dopo il via dato da don Mario Tambini, impartisce benedizioni collettive sotto la statua di Sant'Antonio, nella nicchia a destra dell'ingresso. «Sant'Antonio, vivendo nel deserto, si circondò di animali - spiega il sacerdote -. E' una tradizione molto sentita in città come in campagna e in diverse chiese della diocesi. La benedizione vera in realtà riguarda solo gli uomini, ma siccome gli animali sono amici dell'uomo, per una sorta di estensione, la diamo anche a loro». Benedetti sono anche i panini del santo, il sale e l'olio. «Gli animali sono un po' lo specchio del proprietario - prosegue don Bavagnoli - e per molti sono la loro compagnia. L'affezione e l'affetto con cui si vive con l'animale è un segno a volte di un bisogno di vincere la solitudine».
Così anche Potter, labrador di 8 anni, da 7 per Sant'Antonio si fa una passeggiata fino in San Dalmazio. «Fa ormai parte della famiglia» afferma la signora Daniela. Lo shih-tzu Mozart, il barboncino Tequila e il gatto Brutus aspettano pazienti che la loro padrona termini di snocciolare il rosario. «E' una tradizione bella che non si deve lasciar andare - dice, finita la preghiera, la signora Giovanna - io in chiesa ci vado sempre e per Sant'Antonio ci porto i miei animali». «Gli animali danno molto senza chiedere nulla e non ti tradiscono mai - continua -; dopo Dio e la famiglia ci sono loro». C'è pure Roky cocker di tre anni, sempre presente. «E' una tradizione importante - confessa la signora Giannina -, non è solo il mio cagnolino, è qualche cosa di più. Don Bosco diceva ai suoi orfanelli: se avete solo un pezzo di pane e incontrate un cagnolino dividetelo con lui». Al servizio del rito la Confraternita dello Spirito Santo che dal 1600 custodisce il piccolo tempio di via Mandelli.
Federico Frighi


18/01/2012 Liberta'

Inviato da iPad

martedì 10 gennaio 2012

Case di riposo cattoliche, un valore aggiunto

Se esistono come esistono delle case di riposo di ispirazione cattolica e legate comunque al mondo ecclesiale, ebbene, queste devono fare di più delle altre, devono offrire un servizio diverso da quelle cosiddette laiche. Lo ha detto l'economo diocesano, don Giorgio Bosini, che ha spiegato come verranno utilizzati i diecimila euro donati dai nobili di Parma e Piacenza.

Le case di riposo cattoliche facenti parte della diocesi di Piacenza-Bobbio, in tutto una quindicina sull'intero territorio, saranno presto messe in rete per garantire un servizio migliore alla comunità locale. Ad annunciarlo è stato il vescovo Gianni Ambrosio ieri mattina in Curia ospitando una delegazione dell'Associazione Cavalieri della Reale e Ducale Casa di Borbone Parma, guidata dal suo presidente, il conte Orazio Zanardi Landi di Veano. L'occasione la consegna di un assegno di 10mila euro da parte dell'associazione al vescovo Ambrosio, quale ricavato della iniziativa benefica, realizzata dalla Associazione Cavalieri, a favore dell'Istituto Madonna della Bomba - Scalabrini, lo scorso 30 settembre nel castello di San Pietro in Cerro.
Ad accompagnare il conte Orazio Zanardi Landi, il nobiluomo Emilio Villa Castiglioni, rappresentante del Duca di Parma e Piacenza, il nobiluomo Guido Agosti, segretario della Associazioni Cavalieri, il nobiluomo Carlo Emanuele dei Conti Manfredi, il marchese Manfredi Landi di Chiavenna.
«Noi tutti gli anni organizziamo una serata benefica destinata alternativamente ad opere di Parma o di Piacenza - ha spiegato Orazio Zanardi Landi -. L'anno scorso, su indicazione del vescovo di Parma, abbiamo destinato il nostro aiuto alla mensa di padre Lino, quest'anno, su indicazione del vescovo Ambrosio, alla Madonna della Bomba». «Tra l'anno scorso e quest'anno - ha proseguito il conte Zanardi Landi - inoltre, abbiamo raccolto 105mila euro per Haiti. Promuoviamo anche restauri, come ad esempio diversi quadri della Galleria Ricci Oddi. Nella prossima primavera avremo poi la nascita dell'erede del Duca di Parma e Piacenza con manifestazioni benefiche a Parma e a Piacenza». «In questi 10 anni di attività dell'associazione abbiamo donato, oltre alla somma per Haiti - ha ricordato Carlo Emanuele Manfredi -, una cifra che in totale ammonta a 250mila euro. Pensiamo siamo sia dunque una presenza significativa la nostra, cresciuta attorno ad un'antica dinastia che ha cessato di regnare nel 1859». Il vescovo Ambrosio ha ringraziato la delegazione, nonchè il duca di Parma e Piacenza per l'impegno verso chi ha più bisogno. «Anche nei momenti di difficoltà - ha detto il presule - occorre avere coraggio e lanciarsi un po' per superare gli ostacoli e noi italiani nei momenti difficili veniamo fuori con il meglio di noi stessi. Questo aiuto dell'associazione è un altro segno della Provvidenza». Ad anticipare per grandi linee il progetto delle case di riposo in rete l'economo diocesano don Giorgio Bosini. Un progetto che parte della Madonna della Bomba e coinvolgerà tutte le altre realtà ecclesiali del settore.
Federico Frighi


05/01/2012 Libertà

mercoledì 4 gennaio 2012

Musulmani donano una statua ai cattolici

Ecco un esempio di buona convivenza tra popolazioni diverse che, per vari motivi, si ritrovano sotto uno stesso tetto. Stiamo parlando della popolazione piacentina che si trova, a Piacenza, a tu per tu con gli immigrati dalla Bosnia-Erzegovina. Una popolazione in prevalenza musulmana che dona una statua di un beato cattolico alla Chiesa cattolica non si era ancora vista.


Per i musulmani di Bosnia-Erzegovina la notte di Natale non è quella santa ma una notte come tante. Eppure la comunità bosniaca (in prevalenza musulmana) ieri ha voluto fare ufficialmente gli auguri di Natale ai cattolici piacentini. «Abbiamo scelto la parrocchia di Nostra Signora di Lourdes perchè tanti di noi vivono nel suo territorio, dove sono accolti e integrati come se fossero piacentini e dove diversi dei nostri ragazzi prestano servizio nei gruppi estivi. Per questo abbiamo voluto ringraziare il parroco». A parlare è Medaga Hodzic, presidente dell'associazione piacentina "Bosnia Erzegovina oltre i confini" che, assieme a quattro suoi connazionali, ha donato una statua in plexiglass rappresentante il beato Ivan Merz alla parrocchia. Presenti, oltre al parroco don Serafino Coppellotti, il vicario generale monsignor Giuseppe Illica e il consigliere comunale Claudio Ferrari. A Piacenza vivono circa 600 cittadini della Bosnia-Erzegovina. In prevalenza sono musulmani, di un Islam moderato e aperto al confronto; famiglie di lavoratori, soprattutto nel settore dell'edilizia e della meccanica.
«Il 2011 è stato caratterizzato da importanti scosse economiche, politiche ma soprattutto sociali - evidenzia Hodzic -. Anche alla luce degli spregevoli e recenti avvenimenti di Firenze contro la comunità senegalese, appare chiaro come, ora più che mai, le parole quali integrazione, condivisione, conoscenza, rispetto, debbano essere comprese e seriamente divulgate per promuovere un solido tessuto sociale. Solo in questo modo si può seriamente creare una società priva di barriere religiose, culturali e politiche».
«Così l'associazione BiH "Oltre i Confini" di Piacenza - prosegue il suo presidente - ha voluto dare il suo personale contributo a questo progetto di fratellanza profonda donando a N. S. di Lourdes una scultura dell'artista bosniaca Ruza Gagulic rappresentante il Beato Ivan Merzun, fulgido esempio di educatore radicato nella fede in Cristo, impegnato per il progresso della società. Questo gesto vuole prima di tutto essere un omaggio alla città di Piacenza da parte della comunità bosniaca-erzegovese da sempre ben integrata ed accolta dal tessuto piacentino». Tale donazione acquista ancor più valore alla luce delle diverse correnti culturali e religiose che vivono in Bosnia Erzegovina (musulmani, cattolici, ortodossi, ebrei) e che l'associazione tutte rappresenta. Dal parroco e dal vicario generale è arrivato il grazie per il gesto sincero. «Aprite una strada prima di noi - ammette il vicario monsignor Illica - sarebbe bello che anche i cattolici facessero gli auguri ai musulmani in occasione della fine del Ramadan».
Federico Frighi


24/12/2011 Libertà

domenica 1 gennaio 2012

In memoria di don Alessandro, missionario a Nottingham

Il 6 luglio del 2001, l'amico don Davide Maloberti, pubblicò su il Nuovo Giornale questa intervista a don Alessandro Cavallini - scomparso lo scorso 30 dicembre a soli 59 anni - in cui il sacerdote parlava della sua missione a Nottingham. La prendiamo in prestito perchè ci sembra un modo bello per ricordare una persona che non c'è più.

"Vivo nella missione cattolica di Nottingham, in un vecchio quartiere residenziale della città. A Nottingham su 500 mila abitanti, il 4% è cattolico. In tutta la Gran Bretagna la media dei cattolici è l'8-10% della popolazione: sono inglesi, polacchi, italiani, irlandesi, ucraini". Don Alessandro Cavallini, 48 anni, dai primi di novembre lavora Oltre Manica tra gli emigrati italiani. Questa settimana è rientrato a Piacenza per alcuni giorni.
"La figura dell'emigrato - precisa don Cavallini - non esiste più. Molte famiglie hanno lasciato l'Italia prima e dopo la seconda guerra mondiale. Molti provengono dal Sud. Lavorano in campagna, nelle fonderie, gestivano vecchi negozi. Oggi la realtà è ben diversa. I figli di questi emigranti non hanno più molti rapporti col nostro Paese. Chi va all'estero oggi lo fa per studiare la lingua o per occupare posti di lavoro qualificato".
"La nostra missione - aggiunge - ospita l'Italian Community Centre, con una sala di ritrovo, un bar e la sede delle ACLI. La messa la celebro in italiano in due chiese di Nottingham e in alcuni altri centri dentro e fuori la diocesi: Chesterfield, Derby, Lincoln, Leichester, Loughborough. Qui ci sono comunità italiane. Oltre alle messe, c'è tutta l'attività pastorale ordinaria: preparazione ai sacramenti, confessioni, visite ad anziani e ammalati, incontri di catechesi. I bambini frequentano il catechismo in genere nelle parrocchie inglesi".
"Alla missione - dice don Cavallini - collabora una piccola comunità di tre suore Dorotee. Fino a pochi anni fa gestivano un asilo. Ora i bambini vanno alle scuole materne locali. Quando c'è bisogno, aiuto nelle parrocchie inglesi. I preti sono persone molto disponibili, motivati, ben preparati. Il vescovo Malcolm McMahon, ordinato lo scorso dicembre, è un domenicano. Supera di poco i 50 anni. È una persona affabile e cordiale".
"Tra gli italiani - precisa - la missione è frequentata per lo più dagli anziani. I giovani, quelli che praticano, vanno nelle parrocchie inglesi. Tra gli inglesi cattolici chi pratica abbraccia tutte le categorie sociali. Molte parrocchie hanno la propria scuola. Gli istituti cattolici in Inghilterra sono molto stimati. Le liturgie sono molto curate, soprattutto per quel che riguarda i canti. Usanza singolare: si beve il the e il caffè con i pasticcini dopo la messa. È un modo per raccogliere fondi per la parrocchia. L'età media del clero è meno alta che in Italia. Fino a pochi anni fa, arrivavano molti sacerdoti dall'Irlanda. Oggi anche lì la Chiesa sta attraversando un momento di crisi. Perciò, l'emigrazione dei preti è terminata".
"La Gran Bretagna - prosegue don Cavallini - si sta trasformando in un supermercato di religioni: oltre agli anglicani, che sono la maggioranza, ci sono ortodossi, metodisti, battisti, evangelici, gli ebrei per Cristo, musulmani e altre realtà importate dalle colonie inglesi orientali: induisti e buddisti. A Nottingham c'è un centro islamico".
"Per molti la religione è un fatto formale, e quando trovano qualcuno che fa una proposta convincente, lo seguono. Fino a prima del Concilio, si registravano ogni anno alcune migliaia di conversioni dalla Chiesa anglicana a quella Cattolica. Oggi questo numero è molto diminuito. Diversi preti vorrebbero passare alla Chiesa di Roma. Vivono nelle canoniche con i sacerdoti cattolici per un paio d'anni, e poi vengono riordinati. Se sono sposati, portano avanti anche il loro matrimonio".
"Il fascino dell'Inghilterra? Il modo di vivere pratico. È una cosa che ho sempre apprezzato fin dai tempi del mio lavoro nella Kraft quando avevo contatti con gli americani. Ma è anche vero che le nuove generazioni si assomigliano un po' tutte. I giovani inglesi e italiani sembrano uguali per modi di vestire, gusti musicali, stesso modo di mangiare".

Addio a don Alessandro Cavallini

Si tengono domani a Vicomarino i funerali di don Alessandro Cavallini, improvvisamente scomparso lo scorso 30 dicembre. Era nato a Piacenza il 20 luglio 1952 ed era stato ordinato sacerdote il 30 maggio 1992.
Aveva iniziato il servizio pastorale come vicario nella parrocchia cittadina di San Giuseppe Operaio; con la stessa qualifica era passato nella parrocchia di San Savino il 15 settembre 1993; il 4 ottobre 1994 il Vescovo lo ha nominato parroco di Farini. Il 3 ottobre 2000 lascia la parrocchia per recarsi in Inghilterra a servizio degli immigrati. Partito il 5 novembre 2000, rientra in diocesi nel dicembre 2001: il 28 novembre 2001 era stato nominato parroco di Caorso. Il 1° ottobre 2003 viene nominato parroco di Vicomarino (Ziano) e amministratore parrocchiale di Albareto. Mi sento di aggiungere solo una cosa. L'avevo conosciuto in San Giuseppe Operaio. Mi aveva fatto una bella impressione.