COMUNICATO STAMPA DIOCESI DI PIACENZA-BOBBIO
Lo ha annunciato don Giuseppe Basini al Consiglio Pastorale Diocesano
L’Antonino d’oro 2008
alla prof. Dina Bergamini
Questa mattina don Giuseppe Basini, in rappresentanza dei Canonici della basilica di Sant’Antonino, ha comunicato ufficialmente al Consiglio pastorale diocesano, riunito alla Bellotta di Pontenure, la scelta dell’Antonino d’oro 2008. Perché questa sede per tale annuncio? Occorre tener presente – sintetizziamo – che il Consiglio pastorale rappresenta l’intera diocesi; che ha al proprio interno una larga componente di laici (e l’onorificenza quest’anno viene assegnata ad una laica) ed infine lo scorso anno il vescovo mons. Monari ha introdotto la consuetudine dell’annuncio ufficiale direttamente alla diocesoi. Nel 2007, trattandosi di un sacerdote (don Luigi Mosconi), l’annuncio è stato dato, nella festa del Sacro Cuore, ai sacerdoti; quest’anno ad un organismo rappresentativo con i laici.
Don Basini, nel corso del suo intervento, ha pure osservato che “l’Antonino d’Oro, onorificienza legata alla figura del nostro patrono diocesano... dal 1986 viene assegnata a un piacentino ecclesiastico o laico che si è distinto nel campo sociale o della cultura o dell’imprenditoria, dell’arte... . Nel corso di questi 22 anni, solo una volta è stata premiata una donna, esattamente 10 anni fa (1998) Adelia Firetti, fondatrice dell’ Istituto Secolare delle missionarie Scalabriniane.
“Quest’anno, per la prima volta, viene premiata una donna madre di famiglia, insegnante e catechista. Quindi - ha detto don Basini - ci sembrava significativo comunicarlo nel contesto del Consiglio Pastorale Diocesano, l’organismo di partecipazione ecclesiale più rappresentativo a livello diocesano, e alla presenza del vescovo Gianni, visto che l’anno scorso il vescovo Luciano comunicò l’Antonino d’Oro 2007 nella persona di don Luigi Mosconi durante la festa del Sacro Cuore, tradizionalmente dedicata all’incontro dei sacerdoti diocesani”.
Di seguito il testo ufficiale del comunicato dei Canonici di Sant’Antonino:
***
I canonici del capitolo della Basilica di Sant’Antonino martire in Piacenza, sotto la presidenza del prevosto monsignor Gabriele Zancani, hanno unanimamente deciso di assegnare il premio Antonino d’oro 2008 alla prof.ssa DINA BERGAMINI, nata a Grondone di Ferriere (PC) il 12 gennaio 1932. Cresciuta in una famiglia profondamente cristiana, ottiene il diploma di maturità magistrale nel luglio 1950 presso il Collegio delle Suore Gianelline di Bobbio (PC). Nel 1953, pur potendo scegliere altri sedi scolastiche in città o in collina, inizia la sua esperienza di insegnante a Grondone con una pluriclasse di 28 bambini. Vi rimane per 21 anni, profondamente legata alla sua terra e alla sua gente. Nel 1974, presso la Facoltà di Magistero di Parma, consegue la laurea in pedagogia. Sempre in quell’anno, vince il concorso direttivo e sceglie la Direzione didattica di Ferriere, dove rimane per 20 anni. Nel settembre 1994 è l’hanno del collocamento a riposo. Inizia un periodo decennale di volontariato presso la Scuola Elementare di Padre Gherardo “Casa del Fanciullo”, per otto anni di coordinatrice pedagogica della FISM, e di catechista nella parrocchia cittadina di San Vittore (Besurica).
Significativa è anche la sua produzione di testi didattici per la scuola dell’infanzia e di ricerca sulla tradizione culturale e religiosa della val Nure. La singolarità della sua testimonianza non va ricercata primariamente nei traguardi da lei raggiunti, seppur molto significativi, ma nella sintesi armonica di tre dimensioni educative - quella di madre, d’insegnante e di catechista - che in lei si è compiuta. L’onorificienza conferita, vuole essere quindi un atto di profonda stima e gratitudine a una donna che ha saputo esprimere un felice intreccio educativo nell’ambito familiare, scolastico (pubblico e privato) e parrocchiale. Un riconoscimento ispirato anche a quello che Giovanni Paolo II ha mirabilmente definito il “genio femminile”: Quanto ancora deve essere detto e scritto circa il debito enorme dell’uomo verso la donna in ogni settore del progresso sociale e culturale! Nell’intento di contribuire a colmare questa lacuna, vorrei farmi voce della Chiesa e rendere omaggio al molteplice, immenso, anche se spesso silenzioso, contributo delle donne in ogni ambito dell’umana esistenza” (1995)
Siamo convinti che la testimonianza della prof.ssa Dina Bergamini può aiutare tutti a ritrovare con urgenza la forza, il desiderio e la competenza del compito di educare. Più volte il Santo Padre Benedetto XVI è tornato sul tema dell’ “emergenza educativa”; anche la nostra comunità diocesana sarà impegnata nell’anno pastorale 2008-2009 sul tema: “La comunità cristiana difronte alle sfide educative”. Come ha affermato il nostro vescovo Gianni in un suo recente intervento: “Anche se le condizioni sociali sono sfavorevoli per l’opera educativa, a livello culturale ci si rende conto, sia pur con fatica, che è del tutto illusoria l’idea di uno sviluppo della persona e della società, per semplice evoluzione. Cresce la presa di coscienza dell’insufficienza dello spontaneismo, della flessibilità adattiva, della semplice autorealizzazione.
È certamente vero che la paideia è difficile da attuare in una società complessa e differenziata, ma è altrettanto vero che senza un rinnovato e forte impegno educativo diventerà difficile per tutti, in particolare per i giovani, trovare un senso e un significato alla vita. Non dimenticando che, senza educazione, non é possibile un progetto di vita e non è possibile neppure una società libera e democratica”.
Pur conoscendo la ritrosia che contraddistingue le persone vissute in montagna a ricevere riconoscimenti pubblici e a lasciarsi raggiungere dalla luce dei riflettori, in questo caso il capitolo dei canonici ha valutato opportuno insistere perchè una figlia della nostra chiesa e della nostra terra piacentina, che senza clamori e nella quotidianetà ha speso le sue energie migliori nell’ambito dell’educazione e continua a farlo senza risparmiarsi, accettasse di essere premiata con l’assegnazione dell’Antonino d’oro 2008 figurando così, d’ora in poi, nell’elenco dei concittadini degni di tale onorificienza.
Il premio Antonino d’oro, giunto alla 22^ edizione, viene annualmente sponsorizzato e patrocinato dalla Famiglia Piasinteina. Verrà consegnato personalmente dal vescovo Gianni Ambrosio alla prof.ssa DINA BERGAMINI, venerdì 4 luglio p.v. nella Basilica Sant’Antonino in Piacenza a conclusione della solenne celebrazione eucaristica delle ore 11.00.
Per il Capitolo dei Canonici di Sant’Antonino
Il canonico segretario
don Giuseppe Basini
Piacenza, 14 giungo 2008
sabato 14 giugno 2008
Ambrosio: pastorale più pratica
Diocesi di Piacenza-Bobbio
Ufficio stampa
Riunione del Consiglio Pastorale Diocesano
Si è riunito questa mattina, alla Bellotta di Pontenure, il Consiglio Pastorale Diocesano: all’ordine del giorno interventi, del Vescovo e di esponenti del settore della Pastorale, finalizzati alla stesura delle linee programmatiche per l’anno 2008’-09 che verranno rese note nel prossimo convegno delle Pianazze, previsto per i giorni 5, 6 e 7 settembre prossimo. E’ stata l’ultima seduta dell’anno pastorale 2007 / ‘08 che ormai sta per concludersi.
Ha presieduto i lavori il vescovo mons. Gianni Ambrosio che ha introdotto la seduta con una meditazione su: “La figura di Gesù educatore”. Mons. Ambrosio ha confidato di essere rimasto affascinato fin dai tempi del liceo dalla pedagogia di Gesù, argomento che ha avuto modo in seguito di approfondire anche con l’apporto di studiosi.
Nel suo intervento il Vescovo si è soffermato sul metodo pedagogico seguito da Gesù e in questo ha fatto esplicito riferimento ad alcuni passi dei Vangeli quali la guarigione del paralitico nella piscina e il colloquio con la samaritana. Riferimenti, quindi, concreti dai quali ha derivato il metodo seguito da Gesù nell’insegnamento: costante riferimento all’esperienza avendo sempre lo sguardo al progetto di Dio; un quadro di riferimento attento a ciò che sta all’inizio, ma anche alla conclusione, alla pienezza del tempo, alla salvezza. E Gesù continua la sua opera nella storia, anche con noi.
E’ stata poi la volta di mons. Giuseppe Busani, vicario episcopale per la pastorale, che, illustrando le linee pastorali del prossimo anno, dedicate al tema dell’educazione, ha evidenziato come queste si inseriscano nel cammino proposto negli ultimi anni, a partire dal 2005, sull’iniziazione cristiana. Mons. Busani si è pure soffermato sulle pratiche dell’educare cristiano analizzando poi alcune proposte di percorso: le sfide e le emergenze educative nella situazione locale; il riferimento fondativo nello stile di Gesù; le figure di educatori e forme educative; il luogo educativo: l’oratorio e il suo progetto.
Sono argomenti, questi ultimi, su cui si sono soffermati i relatori seguenti: il prof. Pier Paolo Triani, segretario del Consiglio pastorale, e don Paolo Camminati, impegnato, tra l’altro, sul fronte degli oratori diocesani.
Triani in particolare ha parlato della nozione di sfida, delle sue caratteristiche e dei suoi rischi, passando poi ad analizzare il contesto attuale: il compito permanente dell’educare di fronte alle trasformazioni. Particolare attenzione è andata anche alla realtà locale: la sfida della fiducia reciproca e del patto comune, la sfida del sostegno educativo, le relazioni tra adulti e giovani, come affrontare il futuro, il ruolo del gruppo e della partecipazione, l’attuale società davanti ai concetti di dono e di consumo, le sfide della fragilità e della trascendenza.
E’ stata poi la volta di don Paolo Camminati che si è soffermato sull’oratorio e il suo progetto. Negli ultimi anni la diocesi di Piacenza-Bobbio si è impegnata a recuperare, come modello formativo, l’oratorio. Don Camminati ha esaminato il ruolo “dei tempi e dei luoghi educativi” facendo riferimento, in questo, anche alla sua esperienza maturata nell’ambito della pastorale giovanile. In merito ha proposto al Consiglio un documento che presenta i diversi aspetti organizzativi e formativi di una struttura, da un lato antica e dall’altro inserita nelle dinamiche sociali attuali, come l’oratorio.
Su questi temi si è sviluppato un ampio dibattito in cui singoli consiglieri hanno portato il loro contributo: ad esempio, negli interventi precedenti, era emerso più volte l’opportunità di recuperare, studiare e proporre figure di educatori e metodi educativi del nostro tempo, con particolare attenzione alla realtà piacentina. A questo proposito non sono mancate proposte da parte di singoli operatori diocesani, tra cui quelli della comunicazione. A tutti, comunque, ha risposto in chiusura il Vescovo che ha sottolineato la necessità che le linee programmatiche del prossimo anno, qualunque sia la formula con la quale verranno proposte, si inseriscano nella tradizione (in questo caso il lavoro svolto per l’iniziazione cristiana) e non si limitino ad enunciati teorici, ma siano il frutto di un impegno corale. Quindi importante è, a questo proposito, anche la fase preparatoria. Non è da sottovalutare, inoltre, anche il ruolo dei testimoni e degli educatori del nostro tempo: il loro contributo è da recuperare e da riproporre alle singole comunità. Ovviamente dovranno essere presentati come figure vive, in grado di parlare ancora ai contemporanei. Più che alla forma, mons. Ambrosio ha fatto riferimento alla sostanza delle proposte il cui fine è di scuotere la nostra comunità in un contesto di collaborazione e sempre tenendo conto che si appartiene alla Chiesa che è al servizio del mondo secondo l’insegnamento del Vangelo.
Al termine, come precisiamo a parte, don Giuseppe Basini, a nome del Capitolo di Sant’Antonino, ha dato lettura di un comunicato dei Canonici sull’attribuzione dell’Antonino d’oro 2008.
Ufficio stampa
Riunione del Consiglio Pastorale Diocesano
Si è riunito questa mattina, alla Bellotta di Pontenure, il Consiglio Pastorale Diocesano: all’ordine del giorno interventi, del Vescovo e di esponenti del settore della Pastorale, finalizzati alla stesura delle linee programmatiche per l’anno 2008’-09 che verranno rese note nel prossimo convegno delle Pianazze, previsto per i giorni 5, 6 e 7 settembre prossimo. E’ stata l’ultima seduta dell’anno pastorale 2007 / ‘08 che ormai sta per concludersi.
Ha presieduto i lavori il vescovo mons. Gianni Ambrosio che ha introdotto la seduta con una meditazione su: “La figura di Gesù educatore”. Mons. Ambrosio ha confidato di essere rimasto affascinato fin dai tempi del liceo dalla pedagogia di Gesù, argomento che ha avuto modo in seguito di approfondire anche con l’apporto di studiosi.
Nel suo intervento il Vescovo si è soffermato sul metodo pedagogico seguito da Gesù e in questo ha fatto esplicito riferimento ad alcuni passi dei Vangeli quali la guarigione del paralitico nella piscina e il colloquio con la samaritana. Riferimenti, quindi, concreti dai quali ha derivato il metodo seguito da Gesù nell’insegnamento: costante riferimento all’esperienza avendo sempre lo sguardo al progetto di Dio; un quadro di riferimento attento a ciò che sta all’inizio, ma anche alla conclusione, alla pienezza del tempo, alla salvezza. E Gesù continua la sua opera nella storia, anche con noi.
E’ stata poi la volta di mons. Giuseppe Busani, vicario episcopale per la pastorale, che, illustrando le linee pastorali del prossimo anno, dedicate al tema dell’educazione, ha evidenziato come queste si inseriscano nel cammino proposto negli ultimi anni, a partire dal 2005, sull’iniziazione cristiana. Mons. Busani si è pure soffermato sulle pratiche dell’educare cristiano analizzando poi alcune proposte di percorso: le sfide e le emergenze educative nella situazione locale; il riferimento fondativo nello stile di Gesù; le figure di educatori e forme educative; il luogo educativo: l’oratorio e il suo progetto.
Sono argomenti, questi ultimi, su cui si sono soffermati i relatori seguenti: il prof. Pier Paolo Triani, segretario del Consiglio pastorale, e don Paolo Camminati, impegnato, tra l’altro, sul fronte degli oratori diocesani.
Triani in particolare ha parlato della nozione di sfida, delle sue caratteristiche e dei suoi rischi, passando poi ad analizzare il contesto attuale: il compito permanente dell’educare di fronte alle trasformazioni. Particolare attenzione è andata anche alla realtà locale: la sfida della fiducia reciproca e del patto comune, la sfida del sostegno educativo, le relazioni tra adulti e giovani, come affrontare il futuro, il ruolo del gruppo e della partecipazione, l’attuale società davanti ai concetti di dono e di consumo, le sfide della fragilità e della trascendenza.
E’ stata poi la volta di don Paolo Camminati che si è soffermato sull’oratorio e il suo progetto. Negli ultimi anni la diocesi di Piacenza-Bobbio si è impegnata a recuperare, come modello formativo, l’oratorio. Don Camminati ha esaminato il ruolo “dei tempi e dei luoghi educativi” facendo riferimento, in questo, anche alla sua esperienza maturata nell’ambito della pastorale giovanile. In merito ha proposto al Consiglio un documento che presenta i diversi aspetti organizzativi e formativi di una struttura, da un lato antica e dall’altro inserita nelle dinamiche sociali attuali, come l’oratorio.
Su questi temi si è sviluppato un ampio dibattito in cui singoli consiglieri hanno portato il loro contributo: ad esempio, negli interventi precedenti, era emerso più volte l’opportunità di recuperare, studiare e proporre figure di educatori e metodi educativi del nostro tempo, con particolare attenzione alla realtà piacentina. A questo proposito non sono mancate proposte da parte di singoli operatori diocesani, tra cui quelli della comunicazione. A tutti, comunque, ha risposto in chiusura il Vescovo che ha sottolineato la necessità che le linee programmatiche del prossimo anno, qualunque sia la formula con la quale verranno proposte, si inseriscano nella tradizione (in questo caso il lavoro svolto per l’iniziazione cristiana) e non si limitino ad enunciati teorici, ma siano il frutto di un impegno corale. Quindi importante è, a questo proposito, anche la fase preparatoria. Non è da sottovalutare, inoltre, anche il ruolo dei testimoni e degli educatori del nostro tempo: il loro contributo è da recuperare e da riproporre alle singole comunità. Ovviamente dovranno essere presentati come figure vive, in grado di parlare ancora ai contemporanei. Più che alla forma, mons. Ambrosio ha fatto riferimento alla sostanza delle proposte il cui fine è di scuotere la nostra comunità in un contesto di collaborazione e sempre tenendo conto che si appartiene alla Chiesa che è al servizio del mondo secondo l’insegnamento del Vangelo.
Al termine, come precisiamo a parte, don Giuseppe Basini, a nome del Capitolo di Sant’Antonino, ha dato lettura di un comunicato dei Canonici sull’attribuzione dell’Antonino d’oro 2008.
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