martedì 25 maggio 2010

Monsignor Segalini: la convivenza con le verità è apprendistato anche per la Chiesa

«A 80 anni ci si sente più liberi di dire le cose che ti toccano dentro, con la schiettezza e la sincerità di sempre». Lo confessa monsignor Eliseo Segalini (intervistato su Libertà lo scorso 19 maggio), vicario episcopale, nel giorno del suo ottantesimo compleanno, festeggiato nel seminario urbano di Piacenza. «Penso che una delle cose più importanti sia essere schietti e sinceri - evidenzia -, nel momento educativo sono importanti non solo i sacri principi ma anche ciò che ci tocca personalmente». Senza prevaricazione alcuna: «Il Papa, in Portogallo, ha detto una cosa nuova. Ricordatela sempre: la convivenza con le verità degli altri è apprendistato anche per la Chiesa». Perché esistono delle altre verità, di fronte alle quali ci si chiude a riccio. «La globalizzazione ci ha resi più vicini ma meno fratelli» osserva don Eliseo. «Occorre invece modificare i comportamenti - è convinto - modificare il linguaggio, perchè è soltanto attraverso questa strada che passa la fraternità, non attraverso le scomuniche». Parole di un neo ottantenne che si sente libero di pronunciarle. Così come il Papa. «Guardate che una delle cose belle che il Concilio dice - conclude - è che lo Spirito Santo conduce tutti alla presenza del mistero pasquale; tutti, anche la gente che non va messa mai o i musulmani. E' importante sapere questo, perchè di ti dà la serenità nella vita di ogni giorno».