venerdì 30 maggio 2008

Pellegrina, la sfida della carità

Piacenza - La nuova sfida della Pellegrina è quella della carità. Ad evidenziarlo è don Giorgio Bosini, presidente de La Ricerca, quindici anni esatti dopo la suggestiva fiaccolata che dalla città portò i piacentini all’interno della cascina di Vallera, opera segno post sinodo della diocesi di Piacenza-Bobbio. «In questi quindici anni - osserva don Bosini - si è tentata non solo una cura alla persona ma di trasmettere un qualche cosa che desse senso alla sofferenza e al dolore». Ieri pomeriggio i quindici anni della casa di accoglienza per malati di Aids sono stati celebrati con un dibattito - condotto da Tiziana Pisati - al quale hanno partecipato alcuni dei grandi volti della casa dedicata a don Giuseppe Venturini. «Siamo ancora in piena sfida - osserva don Bosini -, la malattia è cambiata così come le persone, il rischio è quello di perdere la profezia della carità che deve far fronte alle nuove domande. Oggi non vengono qui perchè hanno bisogno di una casa in cui morire. Vengono qui perché non hanno nessuno ed hanno bisogno di trovare il senso di un’esistenza che deve convivere con la malattia». Un concetto sottolineato anche dal vicario generale, monsignor Lino Ferrari: «La Pellegrina ha il forte richiamo a mettere la vita al servizio dell’altro».
Al termine dell’incontro - a cui ha partecipato anche monsignor Giampiero Franceschini (direttore Caritas) - sono state distribuite copie del giornale de La Ricerca, interamente dedicato ai 15 anni della Pellegrina. In serata la veglia con le associazioni. Oggi alle 19 la messa con il vescovo Ambrosio.
Federico Frighi

Il testo integrale su Libertà di oggi, 30 maggio 2008

martedì 27 maggio 2008

In S.M. di Campagna la reliquia di Santa Elisabetta

BASILICA DI S. MARIA DI CAMPAGNA
ORDINE FRANCESCANO SECOLARE DI PIACENZA

PELLEGRINAGGIO DELLA RELIQUIA
DI S. ELISABETTA D’UNGHERIA
PATRONA DELL’ORDINE FRANCESCANO SECOLARE
NELL’OTTAVO CENTENARIO DELLA NASCITA (1207-2007)


Piacenza - In occasione dell’ottocentesimo anniversario della nascita di Santa Elisabetta d’Ungheria o di Turingia, come preferiscono i Tedeschi, dal 28 al 31 maggio sarà presente a Piacenza, nella Basilica di S. Maria di Campagna, una preziosa reliquia della Santa (1207-1231).
La reliquia, in un percorso regionale, arriva da Parma e verrà esposta in chiesa dalle ore 17,30 di oggi (mercoledì).
La santa è Patrona dell’Ordine Francescano Secolare (Terz’Ordine di S. Francesco d’Assisi) che è presente in città con due fraternità: a S. Rita e a S. Maria di Campagna).

Giovedì 29, alle ore 21.00 verrà fatta una veglia di preghiera, per tutti i gruppi ecclesiali della città, guidata dal Vicario Generale Mons. Lino Ferrari. La veglia sarà caratterizzata dal “transito” di S. Elisabetta, cioè dal ricordo della sua morte.
Inoltre venerdì 30 dalle ore 15.00 alle ore 18.00, sempre presso la Basilica, il Rettore, Fra Gloriano Pazzini, guiderà un ritiro spirituale per tutti i francescani e per chiunque altro voglia conoscere S. Elisabetta. Il ritiro prevede un rosario “elisabettiano”, una riflessione sulla vita della Santa e terminerà con la celebrazione della S. Messa alle ore 17,15. Il giorno 31 la reliquia verrà consegnata ai francescani della diocesi di Ravenna.

Santa Elisabetta d'Ungheria
1207-1231

Elisabetta nacque nel 1207 nel palazzo reale di Sarospatak a Pozsony, odierna Bratislava, dal re Andrea II d'Ungheria e dalla contessa tedesca Gertrude.
La prima cosa che colpisce di San­ta Elisabetta è la tene­rezza degli affetti umani, di donna e di sposa. Fidanzata a soli quattro anni, aveva sposato a quattor­dici anni Luigi Langravio di Turingia, che ne aveva venti. Ed era stato un matrimonio feli­ce.« Se io amo tanto una creatura mortale - diceva Elisabetta alla fedele serva Isentrude - quanto dovrei amare di più il Signore, immor­tale e padrone di tutti! ».
« Si amavano di un amore meraviglioso – scrive l’ancella Isentrude ‑ e s'incoraggiavano dolcemente, l'uno con l'altra, nel lodare e servire Dio ». Elisabetta amava teneramente Luigi, e Luigi amava lei, per la sua bellezza, la sua gentilez­za e la sua grazia. Eppure non si rendeva se­ducente con mondani accorgimenti: anzi, tra le gentildonne della Turingia, ornate e super­be, la Principessa era quasi disprezzata per la sua semplicità nel vestire e per la sua mode­stia nel vivere.


Nel castello di Wartburg, non si distingueva quasi di tra le serve, sempre in faccende, qua­si mai in divertimenti. D'altra parte, la giova­nissima Principessa avrebbe avuto poco tempo per le distrazioni mondane; a quindici anni aveva avuto il suo primo figlio; a diciassette una figlia, a venti un'altra figlia.
Il dolce e affettuoso connubio era durato po­co, mai offuscato da incomprensioni, benché qualche volta il marito trovasse eccessiva la devozione della moglie, come quando si face­va svegliare di notte, all'insaputa del marito, per pregare inginocchiata al letto coniugale.
« Anche quando il marito viveva ‑ dichiarò poi Isentrude ‑ ella era umile e caritatevole, molto dedita alla preghiera. Com­piva tutte le opere di carità nella più grande gioia dell'anima e senza mai mutar di volto ». Ma nell'estate del 1227 Luigi parte per la Cro­ciata, mentre Elisabetta aspetta il terzo figlio. Dopo tre mesi, un messaggero porta la notizia che il Langravio è morto in Italia. « Morto! ‑ gri­da Elisabetta. ‑ E con lui è morto ogni mio ben nel mondo ».
Appena vedova, si scatenano contro Elisabet­ta le cupidigie dei cognati, che forse non l'ave­vano mai sopportata. Viene scacciata dal ca­stello di Wartburg; le sono tolti i figli, per i quali rinunzia all'eredità.
Ridotta in povertà, si veste di bigio, come le Terziarie francescane, e si dedica tutta alle opere di misericordia. Nello spirito e dietro l'esempio di San Francesco, morto soltanto da un anno, ella soccorre gli ammalati e cura i lebbrosi, per i quali aveva costruito un ospedale, dedicandolo a S. Francesco.
Per quattro anni fa vita di penitenza e di intensa carità, dando tutto ai poveri, accorrendo al letto degli ammalati. E tutto questo, dai venti ai ventiquattro anni, età della sua morte, avvenuta il 17 no­vembre del 1231, giorno in cui viene fatta anche la memoria liturgica.

lunedì 26 maggio 2008

Sidney 2008, prima si passa da Villò

L'incontro è fissato ad un mese esatto dalla partenza. Domenica 8 giugno dalle ore 18 alle ore 21.30 presso la parrocchia di Villò di Vigolzone (ospiti di don Paolo Camminati), si ritroveranno i piacentini in partenza per Sidney, dove incontreranno Benedetto XVI nella giornata mondiale della gioventù.
Durante l'incontro di Villò, oltre ad un momento di comunicazione di alcune importanti notizie
tecniche, vi sarà un momento di riflessione legato al tema della XXIII Giornata
Mondiale della Gioventù.

sabato 24 maggio 2008

Ambrosio, anche i prodotti tipici servono ad educare

Piacenza - Punti di riferimento, il valore del territorio, la cura della vita emotiva e quella dell’autorità. Sono i quattro pilastri (il vescovo di Piacenza-Bobbio li chiama “suggerimenti”) che definiscono la sfida educativa così come tracciata da monsignor Gianni Ambrosio ieri pomeriggio al Circolo Ufficiali del presidio militare piacentino. Invitato a Palazzo Morando, di fronte ad un pubblico di militari e di soci civili del circolo, Ambrosio ha parlato della sfida educativa, il tema che la Conferenza episcopale italiana ha scelto come linea guida per il prossimo decennio. A fare gli onori di casa il colonnello Mario Tarantino, comandante del II° reggimento del Genio Pontieri, e il direttore del Circolo Ufficiali, il luogotenente Giuseppe Mendola. Il vescovo, nel suo intervento, ha osservato come ci si soffermi troppo sull’aspetto della formazione con una sorta di avidità funzionale e tecnica per realizzare certi obiettivi, dimenticando la persona umana. Diversamente «l’aspetto umanistico dell’educazione deve prevalere su quello funzionale». L’esempio della piazza di un tempo dove «si respirava l’aria della libertà» cozza contro l’esempio della piazza di oggi: «Un grande spazio da riempire come piazza Tien An Men a Pechino o un grande spazio senza punti di riferimento come la piazza di Internet» Quattro, come detto, i suggerimenti del vescovo. Primo: «Il prendersi cura dell’ordine è fondamentale. È necessario avere dei punti di riferimento, il soggettivismo non è in grado di venire incontro alla persona umana». Secondo: «Il prendersi cura dei contesti di vita e il territorio è un contesto di vita fondamentale: la scuola, la famiglia, il gruppo di amici». Ambrosio fa un esempio curioso: la valorizzazione dei prodotti tipici. «Penso che promuovere i prodotti del territorio sia fare educazione. I panini che vendono all’aeroporto di Tokyo, Francoforte, Singapore sono tutti uguali ed hanno tutti il medesimo sapore. La valorizzazione di ciò che è locale diversifica ed aiuta a creare degli strumenti di resistenza rispetto al tourbillon della realtà odierna». Terzo: prendersi cura della vita emotiva. «Occorre andare oltre allo spazio estetico della vita di tutti i giorni, occorre essere meno superficiali». Il vescovo sottolinea l’importanza di prendersi cura dell’anima: «Se non c’è un’educazione del cuore o del sentimento si rimane davvero disorientati». I giovani, secondo il vescovo, appaiono incapaci (non tutti) di reagire alle emozioni forti e rimangono in superficie affrontando la vita di conseguenza. Quarto: la cura dell’autorità. «Si dice spesso che siamo in una realtà senza padri e senza padri, senza ciò che rappresentano, non ci può essere educazione. Il padre, l’autorità, rappresenta la figura con cui confrontarsi. Il bello della libertà è proprio il confronto con l’altro, ma se l’altro non c’è, se l’altro è inesistente, allora non c’è
Federico Frighi

da Libertà di oggi, 24 maggio 2008

venerdì 23 maggio 2008

FOTO/Il vescovo Ambrosio in San Sisto per il Corpus Domini

Il vescovo di Piacenza-Bobbio in San Sisto per la processione del Corpus Domini.
Si ringrazia per la fotografia Claudio Cavalli.

Pirata della strada, è peccato grave

Piacenza - (f.fr.) «Comportarsi male sulla strada, al giorno d’oggi, è peccato grave. Ognuno con la sua vita fa quello che vuole, ma quella degli altri non si può mettere a repentaglio». Monsignor Bruno Perazzoli, parroco di San Paolo, è molto chiaro mentre parla nella sacrestia dove il guardiano padre Fiorenzo Losi si sta preparando alla messa. Fuori, i diaconi si alternano a turni di un’ora con l’aspersorio immerso nell’acqua santa e passato sull’automobilista che chiede la benedizione. «Sono qui dalle 7 del mattino - dice Emidio Boledi, assistito dal volontario Giuseppe Cavalli -, è una fila continua».

Il testo integrale su Libertà di oggi, 23 maggio 2008

Santa Rita, oltre trecento benedizioni ogni ora

Piacenza - (f.fr.) Ogni ora oltre trecento tra auto e bici benedette, quasi ottocento bandierine con l’immagine di Santa Rita, decine e decine i biglietti del banco di beneficenza pro missioni. Sono alcune delle grandi cifre della giornata dedicata alla santa dei miracoli impossibili che anche ieri ha spopolato sullo Stradone Farnese, nel convento dei padri Capuccini, fulcro di una fede semplice, popolare, proprio per questo, probabilmente, più vera. «Sono qui da 22 anni - spiega il parroco della vicina San Paolo, monsignor Bruno Perazzoli - questa è una delle feste più importanti di tutta la diocesi. Possiamo tranquillamente paragonarla alla festa di Sant’Antonino. La benedizione delle automobili è una cosa secondaria, inserita perché sulle strade è in corso una vera guerra e la gente chiede la benedizione e la protezione. Ma questa è la festa della conversione: ci sono code ai confessionali, davanti alla statua della santa, tanta gente alle varie messe della giornata». In Santa Rita i Cappuccini operativi sono tre ed è stato necessario farne arrivare altri cinque dai conventi delle città vicine. Assieme a cinque diaconi piacentini ed al parroco di San Paolo hanno assistito le centinaia di fedeli, molte provenienti anche dal Lodigiano, dove la festa di Santa Rita è altrettanto sentita.

Il testo integrale su Libertà di oggi, 23 maggio 2008

mercoledì 21 maggio 2008

Caritas, l'arte della solidarietà

La Fondazione Caritas Diocesana ha programmato per l’anno in corso la realizzazione di una mostra benefica denominata “L’arte della solidarietà” al fine di sostenere i servizi attivati a favore dei poveri nel corso degli anni.
L’evento si terrà presso Palazzo Galli, sito in Piacenza Via Mazzini 14, da giovedì 29 maggio a domenica 1 giugno 2008 con la partecipazione di numerosi pittori e scultori piacentini che hanno donato loro opere a favore della Caritas Diocesana. L’inaugurazione, con la partecipazione del Prof. Ferdinando Arisi, è fissata per le ore 17.00 di giovedì 29.
La mostra benefica osserverà il seguente orario di apertura al pubblico:
· Giovedì 29 maggio, venerdì 30 maggio, domenica 01 giugno: 15.00-18.00
· Sabato 31 maggio: 09.00-13.00 e 15.00-19.00
Sarà inoltre disponibile per quanti visiteranno la mostra il catalogo delle opere d’arte in esposizione.

martedì 20 maggio 2008

Corpus Domini, la processione passa in caserma

Giovedì prossimo, 22 maggio, la diocesi di Piacenza-Bobbio celebra la solennità del Corpus Domini: alle ore 20,30, in cattedrale, il vescovo mons. Gianni Ambrosio presiederà la celebrazione dell'Eucarestia; al termine vi sarà la processione il cui itinerario quest'anno è stato modificato: verranno percorse le vie XX Settembre, Cavour, piazza Cittadella ed ingresso nella caserma dei Pontieri per passare poi nella vicina basilica di San Sisto dove mons. Ambrosio impartirà la solenne benedizione.
Il cambiamernto è dovuto ad una specifica richiesta del Comandante del Reggimento Pontieri per ricordare il sacrificio del maresciallo maggiore Daniele Paladini, caduto recentemente in Afghanistan (nel chiostro della caserma alla sua memoria è stato eretto un monumento).


Comunicato diocesi di Piacenza-Bobbio

lunedì 19 maggio 2008

Una festa per le scuole cattoliche

Stringiamo tante mani: patti ed alleanze per vivere bene insieme

Mercoledì 21 maggio presso la Scuola “Casa del Fanciullo” si incontreranno le tre Scuole Primarie Paritarie della nostra città (Istituto Orsoline, S. Eufemia, Casa del Fanciullo), per la loro festa annuale.
Questo appuntamento vuole essere un’occasione d’incontro tra le scuole che condividono gli stessi valori cristiani; grazie al sostegno della Cooperativa Cattolica per la Scuola e la Formazione della nostra Diocesi il fare festa offre la possibilità di rendere visibile la ricchezza che le scuole esprimono lavorando insieme.
Quest’anno, rimanendo in linea con il programma promosso dalla Cooperativa, le scuole hanno avviato un percorso intorno al tema dell’alleanza aiutando i ragazzi a riflettere su tutti i «patti» che essi stringono con i propri coetanei e con gli adulti che si prendono cura di loro.
Famiglia, classe, gruppo, banda, branco, squadra,… sono luoghi di aggregazione in cui si rendono manifesti amore, cura reciproca, sostegno alla crescita e in cui le parti come in ogni patto, si assumono responsabilità, si danno obiettivi comuni, negoziano significati.
Come la storia dell’uomo è ricca di alleanze che hanno fatto nascere qualcosa di nuovo migliorando la vita di popoli e nazioni ma è anche carica di ferite che hanno reso popolazioni prevaricatrici rispetto ad altre portando sfruttamento, sudditanza, separazione così i ragazzi sono aiutati a cercare gli elementi costruttivi e distruttivi del loro stare insieme.
In particolare durante la festa gli studenti delle tre scuole, con l’aiuto dei loro docenti, faranno esperienza di cooperazione sperimentando la bellezza di progettare e lavorare insieme, di condividere delle regole. Il metodo cooperativo sarà strumento per costruire veramente insieme i giochi che, ambientati in un Luna Park, faranno da sfondo al momento più ludico della festa.
La festa sostenuta anche dal contributo della Fondazione di Piacenza e Vigevano avrà il seguente programma:
- 9,30 arrivi
- 9,45 – presentazione
- 10 – preghiera
- 10,15 – avvio dei laboratori per costruire insieme i giochi del Luna Park
- 13 – pranzo
- 13,30 – giochi: “Tutti al Luna Park”
- 14,30 – saluti
- 15 - partenze

Comunicato stampa diocesi di Piacenza-Bobbio

venerdì 16 maggio 2008

Ambrosio: l'ospedale metta al centro l'uomo

Piacenza - Competenza, formazione e dedizione. Sono i tre pilastri che dovrebbero sorreggere un intero ospedale. Li ha evidenziati il vescovo Gianni Ambrosio ieri pomeriggio nella sala delle Colonne dell’ospedale Guglielmo da Saliceto per la sua prima visita ufficiale. Ad accoglierlo il direttore generale dell’Azienda Usl, Andrea Bianchi, il cappellano don Virgilio Zuffada e alcune decine operatori dell’ospedale tra primari, medici, infermieri e volontari. La riflessione del vescovo è partita proprio da qui. Dai volontari che Ambrosio ha definito una «rotella fondamentale dell’ingranaggio». Un ingranaggio formato in gran parte da persone che all’ospedale ci lavorano e il cui lavoro dovrebbe essere visto come una missione. Formazione come competenza tecnica ma, prima di tutto, educazione: «Perché l’educazione ha uno sguardo d’insieme. La persona non è solo il cuore, il fegato o una malattia, ma va vista nel suo insieme». «Educare - ha proseguito il vescovo - vuol dire crescere insieme. Curando l’altro anch’io ricevo un insegnamento. Il malato insegna a noi l’essere umano». Ambrosio, prima di parlare in sala delle Colonne, ha visitato il reparto di geriatria rimanendo colpito dai nomi dei pazienti al posto dei numeri: «È bello sapere che quel malato è qualcuno e che attende non solo la cura ma anche che si condivida la sua storia. Non è romanticismo, ma un segno di speranza. Se vogliamo che nelle strutture ospedaliere l’uomo sia al centro, allora credo sia essenziale una comunione tra l’operatore ed il paziente. Così l’ospedale può essere un esempio per la società».
fed.fri.

Il testo integrale su Libertà di oggi, 16 maggio 2008

giovedì 15 maggio 2008

Nuove nomine, don Lisoni in Santa Brigida

Con decreto vescovile in data 13 maggio 2008 il M. R. Lisoni don Riccardo è stato nominato parroco della parrocchia di Santa Brigida in Piacenza. Mantiene i precedenti incarichi eccettuato quello di collaboratore nel servizio pastorale presso la parrocchia di Santa Franca in Piacenza.

Con decreto vescovile in data 14 maggio 2008 il M. R. Cassinari don Giampiero è stato nominato parroco della parrocchia di San Severo vescovo in Sariano, Comune di Gropparello, Provincia di Piacenza, resasi vacante in seguito alla rinuncia dell’ultimo titolare il M. R. Gazzola don Alberto, legittimamente accettata in data propria.

Con atto proprio dell’ordinario diocesano in data 14 maggio 2008 il M. R. Cassinari don Giampiero è stato nominato amministratore parrocchiale della parrocchia di San Germano Vescovo in Gusano, Comune di Gropparello, Provincia di Piacenza. Inoltre al medesimo sacerdote sono stati conferiti i seguenti incarichi:
°collaboratore dell’Ufficio Pellegrinaggi per l’assistenza spirituale;
°delegato diocesano del Collegamento dei Santuari.

Con atto proprio dell’Ordinario diocesano in data 14 maggio 2008 il M. R. Oddi don Pietro, presbitero della diocesi di Palestrina, è stato nominato amministratore parrocchiale della parrocchia di Santa Maria Assunta in Morfasso, Provincia di Piacenza, resasi vacante in seguito alla rinuncia dell’ultimo titolare il M. R. Marchi don Gianfranco, legittimamente accettata in data propria.

Dalla Curia Vescovile,
Piacenza 14 maggio 2008, Il Cancelliere Vescovile

Don Mario Poggi

martedì 13 maggio 2008

Azione Cattolica, 140 anni di storia sempre attuali

PIACENZA - (f.fr.) Un collage con i nomi ed i volti delle presidenze diocesane da 40 anni fa (dal nuovo statuto) ad oggi. È la prima immagine che accoglie aderenti e simpatizzanti dell’Azione Cattolica di Piacenza e Bobbio nel cortile della parrocchia di San Savino. L’AC piacentina ha scelto quella che per la Chiesa è la vigilia di Pentecoste per celebrare i 140 anni dalla fondazione. Domenica scorsa erano a Roma dal Papa. Ieri, prima nella basilica di San Savino assieme al vicario generale monsignor Lino Ferrari, poi nel cortile della parrocchia e nel salone dell’oratorio, dedicato a don Bosco. “Di vita in vita - Sorrisi, sguardi e passioni” il tema che ha condotto la festa alla quale è intervenuto anche il vescovo Gianni Ambrosio. In serata, la processione da San Savino alla cattedrale dove, alle 21, gli aderenti all’AC piacentina hanno preso parte alla veglia di Pentecoste, presieduta sempre dal vescovo. «È stata una festa che ha permesso di constatare ancora oggi - ha osservato il presidente Pierpaolo Triani - la ricchezza della storia dell’Azione Cattolica e, pur in tempi diversi, la sua vivacità e la significatività delle esperienze per le persone che la vivono». In tutta la diocesi di Piacenza-Bobbio sono 1.300, tra adulti, giovani e ragazzi, gli aderenti all’AC. Una realtà che è ricchezza per la Chiesa cattolica. A sottolinearlo è stato il vescovo Ambrosio nel corso del suo intervento nel quale ha incoraggiato gli aderenti a proseguire nell’impegno della vita associativa.

da Libertà, 12 maggio 2008

domenica 11 maggio 2008

Ambrosio: i giornalisti siano educatori

Piacenza- Un giornalista appassionato ed educatore. Così lo vorrebbe il vescovo Gianni Ambrosio se potesse crearlo “a sua immagine e somiglianza”. E così ha provato a dirlo agli operatori dei media piacentini ieri mattina nella Sala delle Colonne della Curia per la 43esima giornata mondiale delle comunicazioni voluta da papa Benedetto XVI con un titolo «bello e significativo» come sottolinea lo stesso Ambrosio: “I mezzi di comunicazione sociale al bivio tra protagonismo e servizio, cercare la verità per condividerla”. Breve ma intensa la riflessione del vescovo, a partire dalla constatazione di come «la vita pubblica trovi la sua immagine nei media». «Noi erroneamente parliamo di mezzi di comunicazione sociale. Non sono più solo mezzi, ma artefici - osserva -. Costruttori di un mondo con le sue leggi, con i suoi codici, con il suo spazio sociale. Il mondo attuale è costituito da mondi diversi che non collaborano più. Quello delle comunicazioni sociali è un mondo a parte, molto slegato dalla realtà». «Questo mondo impressionistico la cui rappresentazione è decisa da trenta secondi di intervista non è il nostro mondo» prosegue il vescovo che vede la notizia come «un bene prezioso della comunità, a rischio dell’economia usa e getta». La distanza tra l’esperienza del mercato e quella dell’uomo - osserva il vescovo Ambrosio - è troppo grande: «Il rischio è di considerare il lettore spettatore e consumatore e non cittadino. Alla fine questo sistema mediale, se non sta attento, preferirà un fiore di plastica al fiore vero». L’invito è di collocarsi nell’ottica del servizio: «Non credo sia possibile fare buona comunicazione senza una dimensione educativa, senza cercare il dibattito pubblico. I media informano con quel bene prezioso che è la notizia ma nello stesso termpo formano la comunità, con il rischio di deformarla».
Federico Frighi

Il testo integrale su Libertà di oggi, 11 maggio 2008

giovedì 8 maggio 2008

Missione popolare, il senato del vescovo dice sì

Si è riunito questa mattina, nella Sala degli Affreschi di Palazzo Vescovile, il Consiglio Presbiterale Diocesano chiamato a pronunciarsi sulla Missione popolare diocesana e sulla formazione del clero. Ha presieduto i lavori il vescovo mons. Gianni Ambrosio; ha coordinato mons. Aldo Maggi.
La diocesi di Piacenza-Bobbio, com’è noto, nell’anno 2000 ha tenuto una missione popolare che ha mobilitato tutte le parrocchie. Lo scorso anno il vescovo mons. Luciano Monari, in occasione della festa del Sacro Cuore, ha proposto al clero diocesano di rinnovare la missione nel 2010 per far rivivere nella società, con nuova forza, il vangelo e per ampliare la sfera delle relazioni. In seguito nelle varie circoscrizioni diocesane il tema è stato discusso a livello di presbiteri e di organismi rappresentativi; ultimamente, parlando ai Moderatori delle Unità pastorali, è tornato sull’argomento anche il nuovo vescovo, mons. Gianni Ambrosio, che ha ribadito l’opportunità di una “interruzione speciale” nell’ambito della pastorale ordinaria per approfondire il tema missionario.
In vista di una possibile missione popolare lo scorso anno era stato chiesto a don Luigi Mosconi, decano dei missionari diocesani in Brasile e da tempo impegnato nel Paese sudamericano proprio nelle missioni popolari, di stendere un progetto di massima di una Missione popolare in diocesi. Don Mosconi ha realizzato un ampio documento sulla cui base questa mattina mons. Giuseppe Busani, vicario episcopale per la pastorale, ha presentato al Consiglio presbiterale una relazione di sintesi per avere in merito un primo pronunciamento. Secondo le linee propositive di don Mosconi la missione dovrebbe coinvolgere tutta la Chiesa locale, dovrebbe avere il compito di scuotere le coscienze, quasi come un grande ritiro spirituale popolare, dovrebbero essere impegnate tutte le forze vive della comunità chiamate a muoversi in sintonia con la vita del mondo. Viene ipotizzata una scansione temporale di tre anni con diverse fasi: preparazione del clero e dei laici, formazione dei missionari e poi l’anno celebrativo.
Il Consiglio presbiterale si è pronunciato per il sì: la Chiesa di Piacenza-Bobbio farà la missione popolare secondo un programma le cui linee operative (compresa la scansione temporale) verranno presentate al clero nel corso della prossima festa del Sacro Cuore, prevista per il 12 giugno in seminario.
Il “Senato del Vescovo” è giunto a questa decisione dopo un ampio e articolato dibattito i cui contributi dovranno ora essere utilizzati nella stesura del progetto definitivo. E’ stata sottolineata la necessità che la Chiesa si metta in ascolto, soprattutto dei disagi dell’uomo del nostro tempo; dovrà esserci apertura verso tutti con molta attenzione alle relazioni. Sulla missione del 2000 non sono mancate le riserve, ma in genere il giudizio è stato positivo: ad esempio da più parti si è sottolineato che proprio in quel periodo sono nati i gruppi del vangelo che hanno continuato il lavoro impostato nel periodo della missione. Il “dopo” è stato uno dei tempi che ha interessato in modo particolare diversi presbiteri, mentre tra le novità, rispetto alla precedente edizione, è stata posta in rilievo la presenza, ora significativa, degli immigrati.
Sui diversi momenti, dalla preparazione alla celebrazione, molti hanno invitato a porre una particolare attenzione al primo: occorre soprattutto porsi in ascolto e verificare la disponibilità del clero. Ribadito anche che la missione non deve interrompere l’abituale lavoro di evangelizzazione; non dev’essere un lavoro in più da fare, ma un momento di unità (aspetto richiamato da diversi presbiteri) in cui recuperare l’essenziale. Su questa linea si è pronunciato anche il vescovo mons. Ambrosio che ha sottolineato come non siano di suo gradimento i termini “vicini” e “lontani”: le persone vanno ascoltate tutte e per quello che sono. “Noi dobbiamo offrire a tutti indistintamente il buon seme”.
Il Consiglio presbiterale si è interessato anche di formazione del clero. Su questo tema i presbiteri hanno lavorato per diversi mesi e lo scorso settembre hanno approvato in forma definitiva un documento che regola la formazione permanente. L’apposita commissione ha ora presentato al Consiglio un progetto che fissa i vari appuntamenti concepiti nella linea della formazione permanente e la cui novità “consiste nella mutata attenzione a tenere presente il contesto culturale e far sì che le proposte formative tengano conto della sensibilità e più in generale della dimensione umana che è parte integrante del ministero”.
Esercizi spirituali sono stati programmati a Pianazze dal 29 giugno al 2 luglio prossimi, mentre altri si terranno dal 6 al 9 del prossimo ottobre alla Bellotta.
Al tema dell’aggiornamento teologico – pastorale verranno dedicati i tre giorni di settembre in occasione della festa di San Vincenzo a cui si aggiungerà un altro corso in gennaio alla Bellotta. E’ ipotizzabile un percorso durante l’anno su una tematica specifica (incontro una volta al mese) da realizzare presso i vicariati.
La proposta prevede anche ritiri mensili e una “lectio divina”, il martedì, eventualmente per la preparazione delle letture della domenica successiva.
Da sottolineare che in apertura il Vescovo ha sottolineato l’importanza della partecipazione dei sacerdoti a questi momenti di spiritualità. Da parte sua il vicario generale mons. Lino Ferrari ha illustrato diversi appuntamenti diocesani:
dal 16 al 18 maggio si terrà a Piacenza la prima edizione del Festival della Teologia (è stata raccomandata la partecipazione anche se non è organizzato direttamente dalla diocesi);
il 22 maggio, giovedì, si terrà in città la processione del Corpus Domini che quest’anno raggiungerà anche Piazza Cittadella;
il 31 maggio gli ex allievi del seminario ricordano il rettore mons. Agostino Pallaroni (nato il 20 aprile 1878, ordinato il 28 ottobre 1900, segretario di mons. Bruni, arcivescovo di Modena, professore e vicerettore in seminario, arciprete di San Giorgio e dal 1923 rettore del seminario vescovile; morto il 3 settembre 1960);
il 9 giugno viene ricordato il decimo anniversario della morte del cardinale Agostino Casaroli (celebrazioni sono previste a Roma, Castel San Giovanni e a Bedonia);
il 12giugno è in programma la festa del Sacro Cuore per il clero diocesano; l’incontro si terrà presso il seminario vescovile di via Scalabrini;
il 17 giugno è previsto l’incontro delle parrocchie che anche quest’estate saranno impegnate nel Grest;
il 14 giugno, in cattedrale, alle ore 16,30, verrà ordinato sacerdote il diacono don Paolo Inzani;
in luglio Piacenza accoglierà la statua della Madonna di Lourdes che sta “visitando” le diocesi italiane. Il 19 e il 20 sarà in città (in cattedrale, nel santuario di Santa Maria in Campagna e nella chiesa cittadina di N.S. di Lourdes), mentre il 21 sarà a Borgotaro e a Bedonia;
dal 23 al 30 agosto a Bedonia, presso il seminario, è in programma un corso per operatori della comunicazione, quest’anno impostato con un taglio professionale (l’invito alla partecipazione è rivolto soprattutto alle parrocchie che hanno un bollettino).

Ciclone in Birmania, appello della Caritas

Emergenza ciclone in Myanmar
La Caritas Diocesana di Piacenza-Bobbio lancia un appello alla popolazione piacentina a favore del Myanmar (ex Birmania), uno tra i Paesi più poveri dell'Asia, dove si è abbattuto nei giorni scorsi il ciclone Nargis. Colpite in particolare le diocesi di Yangon e di Pathein e l'intera zona del delta dell'Irrawaddy. La Caritas affianca Caritas Italiana, impegnata accanto alla Chiesa e alla società civile locale già da tempo per le fasce più deboli della popolazione con interventi pari a 1,5 milioni di euro, e intensifica ora il suo impegno nel Paese e mettendo a disposizione nuovi fondi.
“La situazione è grave. Gli alberi, che a Yangon erano tanti, sono quasi tutti caduti, distruggendo la rete elettrica. Manca l’acqua e comincia a scarseggiare la benzina, l'unica che permette di azionare i generatori. I prezzi stanno aumentando vertiginosamente”. Le notizie che arrivano dal Myanmar delineano sempre più i contorni di una vera e propria catastrofe. Sarebbero già decine di migliaia i morti e i dispersi.
Rinnovando la vicinanza alla popolazione colpita, Caritas Italiana, per l’emergenza ciclone ha già messo a disposizione un primo contributo di 50.000 euro per le esigenze immediate e confida in un’ampia risposta di solidarietà, perché, come auspicato dal Santo Padre, gli aiuti possano essere “generosi ed efficaci”.
Piacenza, 9 maggio 2008
Per sostenere gli interventi si possono utilizzare le seguenti modalità:
- portare le offerte direttamente agli Uffici della Caritas Diocesana a Piacenza in Via San Giovanni, 12
- inviarle tramite c/c bancario n° 32157, ABI 5156, CAB 12600, Banca di Piacenza, intestato a Fondazione Caritas Diocesana (causale “EMERGENZA MYANMAR”)
- versare con CartaSi (anche online) e Diners, telefonando a Caritas Italiana tel. 06 66177001 (orario d’ufficio)

martedì 6 maggio 2008

LA STORIA/Miracolata nell'incidente, ora cerca la sua salvatrice

Piacenza - Un “angelo”, nel cuore della notte, l’ha fatta uscire dall’auto appena incidentata, le ha dato da bere, l’ha rincuorata, le ha dato da baciare un crocifisso, l’ha assistita fino al ricovero in ospedale. Le ha anche detto il nome di battesimo che però oggi non ricorda più; poi è scomparso nel buio, così come è arrivato. Oggi la signora Lina Di Donna, piacentina d’adozione, sta facendo di tutto per ritrovare quella persona. «La voglio ringraziare - racconta - per tutto quello che ha fatto per me senza neppure conoscermi». Lina è una delle tre persone coinvolte in un pauroso incidente avvenuto la notte del primo maggio all’incrocio tra lo Stradone Farnese e via Giordani. «Ero in auto con mio marito Stefano Olcese (ex responsabile del soccorso alpino, ed oggi nella protezione civile) - racconta -, stavamo tornando a casa dopo il cinema». All’improvviso il botto tremendo, l’auto che gira su se stessa, l’altra che si ribalta. «Ero frastornata e terrorizzata, paralizzata dallo spavento - continua -. È arrivata una donna che mi ha aperto la portiera e mi ha fatto uscire. Mi ha poi fatto sedere sulla sua auto parcheggiata vicino. Con lei c’era il marito. Mi ha dato da bere e mi ha detto che abitava lì vicino; sul cruscotto aveva un crocifisso di metallo: mi ha chiesto se volevo baciarlo per ringraziare il Signore se tutto, alla fine, era andato comunque bene. Continuava a tranquillizzarmi anche sulla salute di mio marito che, nel frattempo, si era allontanato per soccorrere il conducente dell’altra vettura. Finché l’ambulanza non mi ha portato via è stata sempre con me». Oggi Lina la sta cercando per ringraziarla. Ha tappezzato via San Siro e via Giordani di bigliettini ma al momento Grazia, o Maria Grazia (come ha detto di chiamarsi) non si è vista.
Federico Frighi

lunedì 5 maggio 2008

Tre nuovi diaconi per la Chiesa piacentina

Piacenza- Un ex carabiniere in prima linea contro il banditismo sardo e oggi operatore di pompe funebri, un perito industriale che lavora come metalmeccanico, un ingeniere in pensione. Sono la nuova linfa vitale della chiesa piacentina, tre fedeli che hanno deciso di consacrare la propria vita dedicandola al Signore pur non scegliendo la via del sacerdozio. Sono Costantino Dassa, 43 anni, celibe, originario di Codogno e residente a Perino; Ciro Andolfo, di Torre del Greco, 35 anni, da nove residente a Rottofreno dove è sposato con Adriana ed ha una bambina; Pierluigi Nocilli, 65 anni, di Este ma oggi residente a Piacenza, sposato e con due figli, impegnato nel cammino neocatecumenale alla parrocchia della Santissima Trinità. I tre diaconi sono stati ordinati ieri pomeriggio in duomo dal vescovo Gianni Ambrosio nel corso di una solenne cerimonia davanti a circa trecento persone. Con i nuovi arrivati, salgono a 39 gli appartenenti alla comunità diaconale di Piacenza-Bobbio.


Il testo integrale su Libertà di oggi, 5 maggio 2008

Don Ciotti a Piacenza: attenzione, la mafia è dappertutto

«Sono contento che anche a Piacenza nasca Libera. È nelle realtà dove tutto è a posto, dove tutto è perfettissimo che la mafia e la n’drangheta si nascondono meglio». Don Luigi Ciotti (fondatore del gruppo Abele e di Libera) arriva a Piacenza - nel rinnovato teatro della Sacra Famiglia, pieno zeppo come non mai - per il battesimo locale di Libera, la rete formata da singoli ed associazioni che si batte contro tutte le mafie per la cultura della legalità. Il suo è un intervento fiume, appassionato, che parte dagli attentati a Falcone e Borsellino e arriva a ieri con l’uccisione del padre di un collaboratore di giustizia. Quello di don Ciotti è un richiamo alla responsabilità dei cittadini, alle scelte in prima persona e all’impegno educativo. Uno schiaffo alla mafia, che si trova a fare i conti con una società più responsabile. Dappertutto, anche a Piacenza.
«Quando parliamo di mafia occorre che ognuno nel suo territorio faccia delle connessioni - osserva il sacerdote -. Mafia e n’drangheta hanno in mano il mercato della droga, la prostituzione, le forme di caporalato e lavoro nero, l’usura, le piccole espressioni di pizzo, il traffico delle sostanze dopanti; quando qualcuno dice che nel suo territorio certe cose non ci sono deve tener conto dei fili di connessione». «L’Emilia, Piacenza, è una terra che ha avuto presenze criminali mafiose - continua - ma ha saputo avere anche degli anticorpi. L’Emilia ha sempre reagito, ha risposto, ha fatto la sua parte, però attenzione; aveva ragione Paolo Borsellino quando di fronte al maxi processo, alla grande esaltazione per i risultati ottenuti, lui andava controcorrente e parlava di “perniciose illusioni”. Non dobbiamo dare nulla per scontato, soprattutto oggi che le mafie hanno una grande capacità di penetrazione dove ci sono il benessere e le apparenti sicurezze». «Il pregio di Libera - evidenzia - è di non aver lasciato soli i territori, da Corleone ad Aosta, da Locri a Trieste, per far prendere coscienza che il problema sono le varie forme di illegalità, di corruzione, di mafie. È un’Italia che ha voglia di sporcarsi le mani». Il timore più grande? «La rassegnazione mortale, la delega delle persone. Se la gente prende coscienza che il cambiamento ha bisogno del contributo di tutti, allora si può veramente voltare pagina».
Federico Frighi

da Libertà, 3 maggio 2008

venerdì 2 maggio 2008

Nominati due amministratori parrocchiali

NOMINE NEL CLERO: ATTI DELLA CANCELLERIA VESCOVILE

Con Atto proprio dell’Ordinario diocesano in data 23 aprile 2008 il M.R. Ferrari don Angelo, mantenendo i precedenti incarichi, è stato nominato amministratore parrocchiale della parrocchia di san Biagio vescovo e martire in Montezago, Comune di Lugagnano, Provincia di Piacenza.
Con Atto proprio dell’ordinario diocesano in data 23 aprile 2008 il M.R. Pozzi don Romano è stato nominato amministratore parrocchiale della parrocchia di Santo Stefano protomartire in Fabbiano, Comune di Borgonovo Val Tidone, Provincia di Piacenza.
Piacenza, dalla Curia Vescovile, mercoledì 30 aprile 2008,

il Cancelliere Vescovile
don Mario Poggi


Comunicato diocesi di Piacenza-Bobbio

giovedì 1 maggio 2008

Ambrosio: nel lavoro si metta al primo posto l'uomo

Piacenza - Un patto di solidarietà per il lavoro basato sui valori fondamentali della dignità umana anche nei periodi di profondo mutamento della realtà sociale. È quanto ha chiesto il vescovo Gianni Ambrosio ieri sera durante l’omelia nella messa dedicata ai lavoratori: «Coloro che hanno responsabilità non si dimentichino dei disoccupati, dei precari, di chi è schiavo del profitto anche la domenica e mettano invece sempre al centro il capitale umano». Una celebrazione promossa, come ogni anno, dall’Ufficio diocesano per la pastorale del lavoro in occasione della solennità di San Giuseppe Lavoratore e che ha visto la partecipazione in cattedrale di numerosi esponenti del mondo produttivo locale. Monsignor Ambrosio parte dalla prima lettura, dal libro della Genesi, ed osserva come il progetto di Dio preveda il lavoro dell’uomo e il primato della sua valenza etica. È da qui, da questo fondamento biblico inderogabile che «il lavoro non può essere considerato come uno dei tanti elementi impersonali dell’organizzazione produttiva». Il vescovo cita Giovanni Paolo II quando afferma il primato dell’uomo e dei suoi diritti in qualsiasi tipologia di mansione (anche la più umile e monotona) esso svolga, Benedetto XVI quando ammonisce a non far sì che la domenica venga omologata agli altri giorni della settimana. Traccia infine una carta di valori irrinunciabili «così come insegna la parola di Dio». Una sorta di vademecum per i vari esponenti delle categorie produttive, della scuola, per i rappresentanti dei manager che all’offertorio portano al vescovo una somma di denaro per la Casa della Carità. «Ogni ordinamento sociale deve fare in modo che il lavoro sia un bene umano fondamentale e sia accessibile a tutti - osserva Ambrosio -. È necessario che tutti siano in grado di cogliere le opportunità offerte». Poi «l’organizzazione e lo svolgimento del lavoro nel pieno rispetto della dignità umana e al servizio del bene comune». Ancora «il monito a non lasciarsi asservire da un lavoro, da un’organizzazione che disattende la centralità del capitale umano». Infine «il settimo giorno benedetto da Dio». «Da qui - evidenzia il vescovo - ha origine il riposo festivo che conferisce il senso al lavoro stesso affinché l’uomo non diventi schiavo della produzione e del consumo».
Federico Frighi

Il testo integrale su Libertà di oggi, primo maggio 2008