Quando sarà pronta dovrà essere un luogo da vivere e frequentare. Per portare i propri vestiti che non si mettono più ma che potrebbero andare ancora bene ad altri, o semplicemente per dare una mano a Giuseppe Chiodaroli e compagni. La cittadella della solidarietà Caritas che sta nascendo dietro alla chiesa di Sant'Agostino non potrà non essere uno dei fiori all'occhiello di una Piacenza, una città tanto più civile quanto più pensa e aspetta i suoi cittadini che sono rimasti indietro e che non ce la fanno più, i consumatori difettosi, per dirla con l'analisi che il sociologo Zygmunt Bauman fa del mondo consumistico attuale.
Un luogo in cui si sperimenta, con la pedagogia dei fatti, la lotta agli sprechi, uno stile sobrio ed essenziale che riguarda tutta la collettività. E' nelle parole del direttore Caritas, Giuseppe Chiodaroli, il senso del centro "il Samaritano" il cui cantiere ha preso avvio ieri mattina nell'area demaniale dietro alla chiesa di San'Agostino. Le vecchie officine della Caserma Cantore, in stato fatiscente, verranno recuperate e trasformate in magazzini per viveri, vestiti e mobili. Ieri era il giorno del grazie nei confronti di tutti coloro che hanno contribuito a far partire il progetto.
C'è il sindaco Roberto Reggi: «Voglio esprimere il grazie della città per questi 38 anni di servizio della Caritas diocesana. Poi devo dire che questa è una sorta di anticipazione del federalismo demaniale: con questo intervento recuperate una fetta di città oggi abbandonata. Noi ci impegnamo come amministrazione a sostenere la Caritas e nel 2011 metteremo a disposizione anche più soldi perchè investire sulla Caritas è investire sulla città». C'è l'assessore provinciale Pierpaolo Gallini: «Questa iniziativa ha una importanza culturale in un mondo in cui i valori veri sembrano essere messi in secondo piano». Il vescovo Gianni Ambrosio che è anche il presidente della Caritas diocesana: «Con il gesto della benedizione stabiliamo una collaborazione con il Signore; le cose possono essere buone se sono collocate in alleanza con il Signore».
Ci sono, tra gli altri, anche l'assessore Giovanna Palladini, il parroco di Sant'Antonino, don Giuseppe Basini, il vicario episcopale per la città, monsignor Luigi Chiesa, il vice presidente Svep, Benito Castellani. Presenti i primi presidenti della Caritas, i coniugi Giulia e Umberto Chiappini, il primo assistente don Mario Boselli, gli ex direttori don Giorgio Bosini e monsignor Giampiero Franceschini, i rappresentanti dell'Asl e della Fondazione di Piacenza e Vigevano. Chiodaroli ricorda che si finirà nel 2012 in tempo per i 40 anni della Caritas e ringrazia agli alpini che hanno bonificato l'area assieme ad Enìa ed ai due volontari Adriano Dotti e Roberto Porcari, la Cementirossi che ha regalato 300 quintali di cemento, poi la Nordmeccanica, la Banca di Piacenza.
La breve cerimonia si tiene nel capannone in cui, una volta pronto, verranno tenuti i mobili di seconda mano ritirati dalle famiglie e distribuiti ai bisognosi; un'altra parte del medesimo capannone sarà invece destinata ad ospitare le celle frigorifere (saranno tre) e il magazzino del secco per i generi alimentari del progetto Agea. Si tratta dei generi alimentari comunitari in sovraproduzione che sono consegnati a 21 centri in tutta la diocesi per la realizzazione delle borse viveri destinate alle famiglie in difficoltà. «Lo scorso anno - spiega Chiodaroli, tanto per dare un'idea - sono state raccolte 27mila tonnellate di viveri Agea». Poi Piacenza Solidale, il progetto tutto piacentino con le istituzioni locali e i supermercati per il recupero dei prodotti alimentari non più vendibili perchè in scadenza. Per ora vengono collocati nelle mense Caritas e Ceis, ma il servizio verrà presto ampliato anche ad altre realtà che hanno chiesto di usufruirne. Nel capannone alla sinistra dell'ingresso (da via Giordani all'altezza della palestra Lomazzo, proprio di fronte alle nuova sede della Caritas diocesana) verrà creato il guardaroba con il vestiario per i poveri. Il capannone grande sarà utilizzato anche per il negozio delle "Vetrine solidali" dove verranno messi a disposizione, in offerta, i vestiti non adatti alla distribuzione. «Lo scorso anno abbiamo raccolto da questo servizio - fa sapere Chiodaroli - 8mila euro che abbiamo utilizzato per acquistare la biancheria intima per i bisognosi». Ci sarà poi un laboratorio di falegnameria in cui si faranno lavorare persone in difficoltà. Completerà il progetto una tensostruttura con la quale verrà coperto parte dello spazio dell'area cortilizia. Sotto, si terranno le attività di sensibilizzazione per gli studenti piacentini.
Federico Frighi
Libertà 12/12/2010