Piacenza - Competenza, formazione e dedizione. Sono i tre pilastri che dovrebbero sorreggere un intero ospedale. Li ha evidenziati il vescovo Gianni Ambrosio ieri pomeriggio nella sala delle Colonne dell’ospedale Guglielmo da Saliceto per la sua prima visita ufficiale. Ad accoglierlo il direttore generale dell’Azienda Usl, Andrea Bianchi, il cappellano don Virgilio Zuffada e alcune decine operatori dell’ospedale tra primari, medici, infermieri e volontari. La riflessione del vescovo è partita proprio da qui. Dai volontari che Ambrosio ha definito una «rotella fondamentale dell’ingranaggio». Un ingranaggio formato in gran parte da persone che all’ospedale ci lavorano e il cui lavoro dovrebbe essere visto come una missione. Formazione come competenza tecnica ma, prima di tutto, educazione: «Perché l’educazione ha uno sguardo d’insieme. La persona non è solo il cuore, il fegato o una malattia, ma va vista nel suo insieme». «Educare - ha proseguito il vescovo - vuol dire crescere insieme. Curando l’altro anch’io ricevo un insegnamento. Il malato insegna a noi l’essere umano». Ambrosio, prima di parlare in sala delle Colonne, ha visitato il reparto di geriatria rimanendo colpito dai nomi dei pazienti al posto dei numeri: «È bello sapere che quel malato è qualcuno e che attende non solo la cura ma anche che si condivida la sua storia. Non è romanticismo, ma un segno di speranza. Se vogliamo che nelle strutture ospedaliere l’uomo sia al centro, allora credo sia essenziale una comunione tra l’operatore ed il paziente. Così l’ospedale può essere un esempio per la società».
fed.fri.
Il testo integrale su Libertà di oggi, 16 maggio 2008
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