sabato 16 febbraio 2008

Il saluto di monsignor Ferrari al vescovo Ambrosio

Carissimo Vescovo Gianni,

a nome di tutta la Chiesa di Piacenza – Bobbio Le porgo il più grande e affettuoso benvenuto.
Oggi siamo in festa e ci stringiamo attorno a Lei: nella storia della nostra cattedrale è la seconda volta che la comunità diocesana ha la gioia di partecipare all’ Ordinazione del proprio Vescovo.
Con Lei vogliamo innanzitutto ringraziare il Signore. E’ la sua Grazia che alimenta la vita della nostra Chiesa, è la sua Grazia che ha compiuto in Lei meraviglie e che La sosterrà nel servizio che sta per iniziare.
Tra poco con l’ Ordinazione episcopale sarà inserito nella lunga e feconda catena della successione apostolica. Al successore di Pietro, Sua Santità Benedetto XVI, va la nostra sincera e profonda gratitudine per averLa scelta come Vescovo della Chiesa di Piacenza- Bobbio. Di fronte alla chiamata che, tramite il Santo Padre, il Signore Le ha fatto, Lei ha pronunciato nuovamente il sì come quando ha iniziato il Suo ministero sacerdotale. Grazie per questa disponibilità, grazie per la Sua venuta tra noi e per il servizio di Maestro e di Pastore che ha accettato di svolgere.
Un grazie sincero a Sua Eminenza il Card. Tarcisio Bertone, che presiede questa celebrazione e a tutti i Vescovi concelebranti; un saluto particolare ai Cardinali e ai Vescovi piacentini, a Mons. Enrico Masseroni, Arcivescovo di Vercelli e a Mons. Monari, che per dodici anni ha guidato la nostra Diocesi: con la loro presenza esprimono vicinanza ed amicizia a Lei e alla nostra comunità e rendono visibile l’unità e la cattolicità della Chiesa. Grazie alla Sua famiglia, in particolare alla Sua mamma, che ha deciso di accompagnarLa nella nuova missione affidataLe.
In questa cattedrale oggi sono raccolte molte persone di una Chiesa e di un territorio che Lei, Eccellenza, ha già cominciato a conoscere ed amare nelle settimane scorse e che da oggi sarà la Sua nuova casa e la Sua nuova famiglia. Ci auguriamo, con l’aiuto del Signore, di essere capaci di mostrarLe concretamente il nostro legame, il nostro affetto, la nostra grata collaborazione.
Nella preghiera si uniscono a Lei anche coloro che non possono essere presenti: i piccoli, i sofferenti, gli ammalati. Molti di loro ci stanno seguendo attraverso i mezzi di comunicazione.
Abbiamo una Chiesa bella da presentarLe, fecondata dal sangue dei Martiri Antonino e Giustina, illuminata dalla predicazione di San Colombano e dei suoi monaci, guidata da esemplari Pastori, tra i quali S. Antonio Gianelli e il Beato Giovanni Battista Scalabrini, animata da una schiera di Santi religiosi e laici.
Questa preziosa eredità è per noi invito ad essere una comunità cristiana, che vive il tempo presente nella consapevolezza delle difficoltà ma anche cosciente dei doni che la caratterizzano. Attraverso l’azione dei presbiteri, dei diaconi, dei religiosi e delle religiose, dei singoli laici e delle aggregazioni laicali, degli uffici diocesani, delle diverse opere missionarie, caritative, catechistiche, contemplative, ci impegniamo a testimoniare il Signore Risorto, nostra unica speranza, agli uomini di oggi.
Vogliamo, con entusiasmo, camminare insieme con Lei sulle orme di Cristo; vogliamo, attraverso la Sua guida, crescere come Chiesa capace di comunione, collaborazione, corresponsabilità a livello parrocchiale, di unità pastorale e di diocesi, crescere nella capacità di discernimento, e nello stile di servizio, per una testimonianza coraggiosa e amorevole.
Da Lei guidati vogliamo continuare a seguire, come discepoli gioiosi, il Signore Gesù, il Figlio amato del Padre. La vita del credente, come ci ricorda nel Suo stemma episcopale, è sequela di Cristo, che chiede apertura del cuore, capacità di amare, coraggio di muoversi e di vivere come pellegrini.
Affidiamo al Signore, invocando l’ intercessione di Maria, venerata come Madonna del nostro popolo, il Suo servizio e il Suo magistero episcopale, certi che la grazia divina ci sosterrà nel cammino che ci attende.

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