Piacenza - False imprese artigiane si propongono a parroci o amministratori parrocchiali per lucidare o, in generale, rinnovare candelieri, calici o altri oggetti metallici sacri in oro e argento. L’allarme viene direttamente dalla Curia di Piacenza-Bobbio con don Giuseppe Lusignani, direttore dell’Ufficio per i beni culturali ecclesiastici. A parte la discutibile perizia con cui vengono assolti i lavori, la truffa sta anche nel prezzo. «Diversi sono stati i casi in cui dai 500 euro al pezzo proposto per la lavorazione si è passati ai 6.000 euro - osserva don Lusignani -. Giocano sull’ambiguità. Prima dicono che fanno il lavoro per 500 euro, poi salta fuori che sono al pezzo e dunque se uno ha dato, ad esempio, cinque candelieri si arriva a 2.500 euro». Ma non è tutto: «I candelieri ed altri oggetti sacri possono essere smontati in più parti. Morale: anche queste diventano pezzi e contribuiscono a far lievitare di molto il conto finale». Si tratta di un fenomeno che va avanti da una decina d’anni. «Ci sono state anche delle denunce alle autorità competenti - osserva -, però ultimamente il fenomeno è riapparso in modo preoccupante». In tutta la diocesi ma in particolare, nell’ultimo periodo, in Valtrebbia. «Molteplici sono stati gli interventi - continua don Lusignani - che hanno danneggiato sensibilmente ed irrimediabilmente preziosi oggetti testimonianze dirette di stile ed arte passate. Invitiamo parroci e amministratori parrocchiali a diffidare di questi personaggi senza scrupoli e, quando se ne presentasse la necessità, a contattare l’Ufficio dei beni culturali della diocesi». In Curia esiste una sorta di albo di specialisti nel trattamento conservativo o di restauro degli oggetti sacri. Esperti fidati e accreditati presso la diocesi.
fri
Il testo integrale su Libertà del 9 ottobre 2008
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