I numeri legati all’attività svolta nel corso del primo semestre 2009 dalla Caritas diocesana mostrano un’immagine della povertà complessa, articolata ed in crescita. I servizi segno della Caritas offrono alle persone in difficoltà un ampio ventaglio di possibilità, dal centro di ascolto, alla mensa della fraternità (aperta a pranzo e cena), alla casa di prima accoglienza, al centro diurno, al servizio guardaroba, al servizio in carcere, agli appartamenti sociali, al punto di ascolto telefonico per gli anziani, all’ambulatorio S. Caterina. Si tratta di “luoghi”, pensati e voluti dalla Chiesa piacentina e sostenuti con forza dal suo Vescovo Gianni Ambrosio, in cui la comunità locale incontra il volto del disagio e della vulnerabilità, luoghi dove intessere nuovi e significativi legami di relazione e sviluppare pienamente il senso di comunità e di accoglienza.
Nei primi 6 mesi del 2009 dal punto di osservazione privilegiato della Caritas si evidenzia un forte aumento delle persone seguite che sono risultate 802 rispetto ad un valore nei 12 mesi del 2008 di 943. Gli uomini rappresentano la maggioranza (477), seguiti tuttavia da una importante presenza femminile (325). Il dato, collegato ad una rilevante fruizione di servizi, lascia trasparire una situazione che se confermata nel secondo semestre porta il numero di persone in difficoltà su valori di assoluto rilievo. D’altro canto la fruizione di servizi sembra non lasciare adito a dubbi, solo per citarne alcuni: 14.664 pasti elargiti (contro i 12.680 per l’intero 2008), 693 docce effettuate, 1.088 notti alla casa di prima accoglienza, 251 interventi di consegna di vestiario, 1.177 borse viveri consegnate a famiglie in difficoltà.
Due i profili che sembrano emergere con forza: la povertà estrema caratterizzata dalla assenza totale di reddito (193 i senza dimora aiutati in questo primo semestre); la povertà familiare di nuclei che pur in presenza di una entrata non riescono a raggiungere uno standard di vita minimo accettabile (314 le famiglie aiutate in questo primo semestre). Da ultimo, la componente straniera risulta maggioritaria (554 contatti), con una netta prevalenza a favore delle presenze regolari (501 con permesso di soggiorno) che in questo scorcio di 2009, dopo tre anni nella stessa direzione, si conferma e si consolida, rappresentando una delle principali novità nel profilo descrittivo dell’utenza che si rivolge alla Caritas. Novità che con tutta probabilità segna anche una diversificazione dell’utenza immigrata non più portatrice soltanto di bisogni emergenziali e di prima accoglienza. La presenza di famiglie immigrate, unita alla prima accoglienza che non è mai venuta meno, rappresenta in questa direzione un indicatore particolarmente significativo e ben mostra la volontà della Chiesa piacentina di farsi prossima e di portare il proprio aiuto ai fratelli migranti.
Questi dati ci rammentano che il disagio è sempre presente nella nostra società e che sempre nuove persone si affacciano per la prima volta ai servizi, segnale questo che il fenomeno della povertà e della vulnerabilità non tende a diminuire.
L’attività della Caritas trova inoltre il suo naturale completamento nell’impegno, da oltre trent’anni, nella solidarietà internazionale, nell’accoglienza e sostegno dei tanti che per svariati motivi – ma primo tra tutti la violenza umana e la guerra – sono costretti ad abbandonare il proprio paese. Per fare memoria storica è il caso dei profughi vietnamiti giunti a Piacenza negli anni ’70, dei primi immigrati magrebini negli anni ’80, dei successivi esuli dall’Europa dell’Est, dall’ex-Jugoslavia e dall’Albania. Al contempo, la Caritas opera, in stretta comunione con le Chiese locali, in quei paesi da dove i migranti provengono. Ha sostenuto la rete delle Caritas del Medio Oriente, ha avviato progetti socio-sanitari in Albania, si è adoperata con i suoi volontari nei campi profughi in Bosnia e Croazia e tuttora sostiene gemellaggi e adozioni a distanza di famiglie colpite dal dramma della guerra nei vicini Balcani e in Burundi.
Infine, sollecitata dall’emergenza, si è mobilitata per dare risposta concreta alle persone colpite dalla crisi economica attraverso il Fondo Straordinario di Solidarietà fortemente voluto dal Vescovo e partecipa, con le altre Caritas della regione Emilia-Romagna, all’intervento in favore delle popolazioni colpite dal terremoto in Abruzzo.
Un tale risultato richiede un forte impegno in termini di presenza di volontariato che ha raggiunto il ragguardevole numero di 450 persone e che ha avuto un forte impulso nel corso degli ultimi mesi con un incremento di circa 140 unità.
Chi desiderasse avvicinarsi all’esperienza di volontariato e di servizio può rivolgersi in Caritas Diocesana a Francesco Argirò al tel. n° 0523/332750 (orari di ufficio). Da ultimo si rivolge un appello ricordando le necessità quotidiane della Mensa della Fraternità: mancano alcuni generi come olio, scatolame (piselli, fagioli, tonno, pelati, …), zucchero. Tali generi possono essere consegnati direttamente presso la Mensa della Fraternità (tel. 0523/314087) in via S. Vincenzo 13 dalle ore 09.00 alle ore 13.00.
Diacono Giuseppe Chiodaroli, direttore Caritas di Piacenza-Bobbio
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