mercoledì 14 ottobre 2009

Giornate sociali europee/ Ambrosio: la solidarietà è il futuro comune dell'Europa

Rientrato da Danzica, dove ha partecipato, in rappresentanza della Comece (organismo che raggruppa gli episcopati europei), alle giornate sociali europee il vescovo mons. Gianni Ambrosio ha espresso la sua piena soddisfazione per questo primo incontro europeo promosso dai Vescovi cattolici nella città polacca dove, il 1° settembre 1939, i colpi di cannone sulla Westerplatte diedero inizio al più sanguinoso conflitto mondiale, con oltre 60 milioni di morti. “La ricerca di riconciliazione che emerse da quella tragedia ha fatto crescere il progetto di libertà, pace e progresso che é divenuto l’Unione Europea”.

“Abbiamo riflettuto - ricorda mons. Ambrosio - sul significato della solidarietà e sul suo futuro in Europa. Alla luce del Vangelo e del Magistero sociale della Chiesa cattolica, intendiamo così offrire il nostro contributo per la promozione del bene comune in Europa. Noi pensiamo che la nostra generazione sia chiamata a raccogliere nuovamente la sfida della costruzione di una strategia per il bene comune, basata sul principio: ‘Mediante la carità siate a servizio gli uni degli altri’. (Gal 5,13) Tale principio esige dalle istituzioni sociali il rispetto degli spazi per l’azione autonoma, affinché ogni persona possa realizzare pienamente il proprio potenziale. Tutto ciò richiede che le nostre istituzioni siano permeate dai principi di solidarietà e di sussidiarietà.

“Tale strategia necessita di una democrazia giusta, che può funzionare solo con il concorso responsabile di tutti. I comportamenti egoistici, l’utilitarismo e il materialismo devono lasciare spazio alla condivisione, come è stato ampiamente dimostrato dall’attuale crisi economica. La solidarietà deve farsi principio guida per l’azione economica. La dignità inalienabile della vita umana, dal concepimento fino alla morte naturale, deve essere rispettata. Così come quella dello straniero che bussa alla nostra porta e delle future generazioni.

“Viviamo in società che hanno sviluppato molto la coscienza dei diritti individuali, fino a coltivare la pretesa di non avere alcuna responsabilità che verso sé stessi. E’ necessario ribadire che la solidarietà è un dovere costitutivo per ciascuno di noi e che solo a questa condizione i diritti non si trasformano in arbitrio.

“Non dobbiamo avere paura: la solidarietà è il nostro futuro comune. L’unità dell’Europa era il sogno di alcuni. E’ divenuta una speranza per molti. Oggi è nostro dovere far si che continui a servire l’obiettivo di una solidarietà globale. Dobbiamo evitare di cedere allo scoraggiamento o ad un nuovo nichilismo. Dobbiamo avere più fiducia nella capacità di ogni persona di contribuire a dare forma ad una Europa basata sui valori”.

Mons. Ambrosio a questo proposito, con gli altri vescovi europei, sottolinea che la solidarietà significa un impegno personale e collettivo in tre direzioni:

“Solidarietà tra le generazioni: promuovere e proteggere la famiglia, fondata sul matrimonio tra un uomo e una donna, creando le condizioni per consentire ai genitori di allevare i propri figli e conciliare la vita famigliare e lavorativa; implementare una politica comune europea per l’immigrazione e l’asilo, riconoscendo la dignità umana di ogni migrante, con diritti e doveri conseguenti, che sono la base della loro integrazione; riorientare i nostri stili di vita e la crescita economica per ridurre la nostra impronta ecologica e il consumo di risorse naturali non rinnovabili, e assicurare così un pianeta ancora abitabile alle future generazioni.

Solidarietà tra i cittadini europei: mettere l’economia a servizio di tutti, riconoscendo il valore del lavoro umano, in tutte le sue forme, remunerato o volontario; adattare l’economia sociale di mercato europea alle nuove sfide; proteggere i più vulnerabili, accrescere la giustizia sociale e le pari opportunità per ciascuno in seno alle nostre società, assumendo misure più efficaci per ridurre la povertà e l’esclusione sociale; promuovere una politica di regolazione dei mercati finanziari a livello dell’Unione europea e sostenere le strutture di governance a livello internazionale.

Solidarietà tra l’Europa e il resto del mondo: rispettare la parola data nei confronti dei paesi in via di sviluppo e promuovere il co-sviluppo con i paesi più poveri, in particolare con l’Africa; sviluppare ulteriormente le pratiche del commercio equo, sia a livello nazionale che europeo; promuovere la pace e la giustizia, basata sul rispetto della dignità dell’uomo, dei diritti umani e in modo particolare della libertà religiosa”.

Per consentire il raggiungimento di questi obiettivi da Danzica è venuto l’invito ad operare affinché i Bilanci degli Stati e dell’Unione europea si adeguino. Tutti i cittadini europei che condividono queste prospettive si impegnino personalmente per la loro realizzazione ed assumano anche le necessarie responsabilità politiche ai rispettivi livelli.

“La chiamata allo sviluppo integrale delle persone e dei popoli - sottolinea mons. Ambrosio richiamando quanto affermato anche dagli altri Vescovi - è una vocazione che ci precede e ci costituisce. In quanto Cristiani coltiviamo l’apertura alla trascendenza, per accogliere il dono della fraternità e affidarci alla Provvidenza di Dio e diventarne così suoi strumenti, anche se ciò debba richiedere il sacrificio personale. L'Europa ha bisogno di uomini e donne adeguatamente formati, con le braccia aperte per accogliere l’altro in nome di Gesù Cristo e costruire insieme relazioni e istituzioni di solidarietà, a servizio degli uomini del nostro tempo e avendo a cuore le generazioni future. Noi vogliamo anche continuare a dialogare e lavorare con gli uomini e le donne di convinzioni diverse per il perseguimento del bene comune”.

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