«Il peccato di un prete vale dieci volte più di quello di una persona non consacrata». Lo ha detto monsignor Cosmo Francesco Ruppi (78 anni), arcivescovo emerito di Lecce, a Piacenza invitato dalla locale Famiglia Pugliese (guidata da Aldo Panese), l’associazione che raggruppa i quasi mille salentini trapiantati all’ombra del Gotico.
«Questo è un momento molto difficile per la Chiesa, non solo per il Papa ma anche per tutto il mondo cattolico» è convinto monsignor Ruppi. «Penso che la Chiesa abbia attraversato tanti periodi critici in duemila anni. Da storico mi sento di affermare però che la Chiesa attuale stia vivendo un momento migliore rispetto, ad esempio, a cento anni fa. All’unità d’Italia si respirava un vento anti-clericale molto più forte di quello di oggi».
Sullo scandalo pedofilia: «Sei o sette preti che si sono comportati male li ho conosciuti - confessa Ruppi - ma la Puglia, di preti ne ha 1.853. Se pensiamo poi che tra gli apostoli c’è stato un traditore, Giuda, e uno che ha rinnegato Gesù, Pietro, beh, allora chi si comportò male fu sì e no il 20 per cento».
«Oggi i preti pedofili sono lo 0,03 per cento del clero mondiale. Non so quante altre categorie possano vantare percentuali simili». «Certamente, anche se fossero lo 0.01 per cento, vanno condannati e anche aspramente, perchè il peccato di un prete vale dieci volte il peccato di un uomo».
«Non si può però generalizzare né si deve accusare questo povero Papa che è sempre stato molto rigido su queste questioni». «La contaminazione della Chiesa da parte della società di oggi senza etica, senza problemi morali, c’è. La Chiesa vive nel mondo e può prendere anche i difetti del mondo. L’importante è che dia anche la speranza di Cristo».
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