(fri) «Scalabrini è un esempio limpido di quella carità evangelica che
non ha confini, ha riconosciuto nelle persone che migravano il suo gregge
e ha voluto come un buon pastore aiutare quelle persone lontane, in qualche
modo radunandole e sostenendole». Lo ha detto il vescovo Gianni Ambrosio
ieri pomeriggio in Duomo per le celebrazioni del 105° anniversario della
morte del vescovo beato Giovanni Battista Scalabrini. Di fronte a rappresentanti
delle congregazioni maschile e femminile fondate da Scalabrini che qui
a Piacenza hanno la casa madre, il vescovo ha evidenziato come il Beato
«ha aiutato i nostri migranti a vivere gli impegni della fede cristiana
e li ha sostenuti nella difesa dei loro diritti fondamentali operando per
sensibilizzare le comunità ad un'accoglienza rispettosa e solidale».
«Scalabrini - ha proseguito Ambrosio - era un grande lavoratore e organizzatore ma
la vera ragione della riuscita del suo progetto va ricercata nel grande
amore verso Dio e verso il prossimo». La celebrazione si è svolta in più
lingue e con le bandiere dei paesi del mondo in cui si trovano gli Scalabriniani
a testimonianza dello spirito di universalità che permea le due congregazioni.
In prima fila, assieme al questore e al sindaco, il nuovo prefetto Silvana
Riccio, alla sua prima uscita pubblica a Piacenza.
da Libertà, 2 giugno 2010
Nessun commento:
Posta un commento