La ricetta per un matrimonio duraturo? Secondo l'arcivescovo piacentino Antonio Lanfranchi deve contenere i seguenti ingredienti: altruismo, sacrificio gratuito, realismo, coscienza di coppia. Lo ha detto in occasione dell'apertura dell'anno giudiziario ecclestiastico regionale. Qui sotto riportiamo l'articolo uscito su Libertà.
«La Chiesa ha il compito di educare persone che sappiamo pronunciare un sì libero e responsabile». Così l'arcivescovo piacentino Antonio Lanfranchi, oggi alla guida della diocesi di Modena-Nonantola, ha aperto ieri mattina l'anno giudiziario ecclesiastico regionale per l'Emilia dell'Ovest. Il tribunale ecclesiastico, ha spiegato l'arcivescovo Lanfranchi, «è il luogo in cui la comunità ecclesiale si prende a cuore la fragilità di chi ha vissuto il fallimento, dicendo che la Chiesa ama queste persone». «C'è la necessità di sinergia tra le attività formative della Chiesa - ha proseguito - per educare persone che sappiano pronunciare un sì libero e responsabile». «Ci sono alcuni atteggiamenti - ha concluso - che permettono all'amore di andare lontano: uscire da sè per andare verso l'altro, decidersi per l'altro, sacrificarsi per l'altro nella gratuità, la coscienza di coppia, una visione realistica della vita. Sono questi che consentono un lungo cammino».
Il bilancio del 2010 è stato illustrato all'apertura dell'anno giudiziario del Tribunale Ecclesiastico Regionale dal vicario giudiziale monsignor Vittorino Tazzioli. Il Tribunale tratta le cause di nullità del matrimonio nel primo grado per le diocesi di Modena-Nonantola, Carpi, Reggio Emilia-Guastalla, Parma, Fidenza e Piacenza-Bobbio. L'appello, quando necessario, si tiene a Bologna, al Tribunale Ecclesiastico Regionale Felsineo. Le cause entrate nel 2011 sono state 155 (-13,98% sul 2009, quando erano state 180); 321 le cause trattate nell'anno (350). Le cause definite, sono in totale 173; 163 quelle con sentenza affermativa sulla nullità, 10 quelle con sentenza negativa. Dalla diocesi di Piacenza-Bobbio, come anticipato su Libertà di ieri, nel 2010 sono arrivate 25 richieste di nullità, in calo del 50 per cento rispetto a soli quattro anni fa.
Quanto ai capi di nullità (ogni causa può essere avanzata secondo due o più capi), in tutta la giurisdizione emiliana ci sono 48 cause affermative per difetto della discrezione del giudizio (cioè «non capire qual è la natura del matrimonio»), e 49 per l'incapacità psicologica di assumersi gli oneri del vincolo, 16 negative sulle stesse ragioni per ciascun capo. L'esclusione della fedeltà è stata accolta come causa di nullità in 8 casi, ma rifiutata in 3; in 76 cause è stata accolta l'esclusione dell'indissolubilità, in 96 l'esclusione della prole.
All'apertura dell'anno giudiziario ecclesiastico hanno partecipato anche il vescovo Gianni Ambrosio con i giudici piacentini, guidati da monsigner Renzo Rizzi.
fed. fri.
17/02/2011 Libertà
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