Un'economia attenta all'uomo, che valorizza la responsabilità e la solidarietà, per un'Europa e, per analogia, una città, Piacenza, dove nessuno si senta abbandonato. E' il contributo dei vescovi europei della Comece nell'affrontare la crisi economica. La settimana scorsa a Bruxelles davanti alla Commissione europea, ieri mattina nella Curia di Piacenza davanti agli amministratori piacentini il vescovo Gianni Ambrosio ha presentato il documento con le riflessioni proposte dalla Chiesa nel vecchio continente.
«Come vescovi non possiamo non vedere e non leggere i "segni dei tempi" - evidenzia Ambrosio - i segni di questo nostro tempo, con realismo e con lungimiranza. Sappiamo che il ripiegamento su di sé non è possibile, è un'illusione pericolosa. Il mondo di oggi è caratterizzato dalla globalizzazione, anzi è segnato da una interconnettività globale: siamo interconnessi, interdipendenti». Nella sala al primo piano della Curia una quarantina di «servitori dello Stato» per citare il presidente della Provincia, Massimo Trespidi, che ha preso la parola per ringraziare il vescovo. Il prefetto Antonino Puglisi, il questore Calogero Germanà, il sindaco di Piacenza Paolo Dosi e la sua giunta quasi al completo, primi cittadini ed assessori dei Comuni della provincia, consiglieri comunali, la parlamentare Paola De Micheli. A fianco del vescovo, Massimo Magnaschi, responsabile della Pastorale del Lavoro, e il vicario episcopale monsignor Eliseo Segalini. Il vescovo parla di economia sociale di mercato «una nozione-chiave per ritrovare la fiducia dei cittadini, sia all'interno dei nostri Paesi sia nel progetto europeo: questo è fondamentale per la nostra Italia, per la nostra Europa. Prima ancora di essere un modello economico, l'economia sociale di mercato è un orizzonte di valore di grande importanza per l'Europa (per il nostro Paese insieme agli altri Paesi, per la nostra città insieme alle altre città) ».
Quattro le caratteristiche: «L'opportunità di valorizzare di più il significato dell'azione libera e gratuita non solo nell'ambito dell'attività economica ma anche nell'ambito della vita sociale e politica». Poi «la necessità di una politica sociale forte nell'economia sociale di mercato. In base ai principi di solidarietà e di sussidiarietà occorre assicurare una protezione sociale soprattutto a tutti quelli che sono nel bisogno o si trovano in difficoltà nel far fronte ai molteplici problemi della vita. In Europa nessuna persona dovrebbe sentirsi abbandonata».
Un terzo pilastro: la questione ecologica. «Una ridefinizione delle nostre relazioni con la natura è la condizione di una gestione durevole delle risorse naturali e dell'impegno contro le conseguenze dei cambiamenti climatici».
Infine per poter essere un'economia competitiva ed efficace, occorre favorire la creazione di un contesto culturale in cui sia possibile tradurre in decisioni politiche e in azioni necessarie tutto ciò favorisce la competitività, l'iniziativa, la responsabilità e la cooperazione, dallo sviluppo delle risorse umane alla capacità di confrontarsi con un mercato globalizzato, superando sprechi e rigidezze».
Federico Frighi
23/12/2012 Libertà
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