«San Colombano merita di essere conosciuto di più. E' una figura importante per l'Europa che ha contribuito a rendere unita». L'invito al vescovo Gianni Ambrosio arriva direttamente da papa Benedetto XVI nel corso della "visita ad limina" iniziata ieri mattina in Vaticano dal capo della diocesi di Piacenza-Bobbio. La visita ufficiale che ogni vescovo deve fare al Papa ogni cinque anni presentando lo stato della propria diocesi. «Ho trovato il Santo Padre in buona salute, attento e disteso - spiega monsignor Ambrosio ancora nella capitale (la visita si concluderà mercoledì) - ha parlato a noi vescovi e si è intrattenuto brevemente con ciascuno».
Da qualche anno a questa parte Benedetto XVI ha rivoluzionato il protocollo delle "visite ad limina" per riuscire a ricevere, nei cinque anni previsti, tutti i vescovi del mondo. E' stato dunque soppresso il colloquio personale di 15 minuti del Papa con ogni presule, in favore di un'udienza più veloce. Per contro sono state rese più ferree le regole da rispettare nei passaggi alle varie Congregazioni. Monsignor Ambrosio è stato ricevuto nella biblioteca privata del Papa assieme ad un primo gruppo di vescovi dell'Emilia Romagna. Oltre al presule di Piacenza-Bobbio c'erano Paolo Rabitti, arcivescovo (ormai emerito) di Ferrara-Comacchio, Claudio Stagni, vescovo di Faenza-Modigliana, Lino Pizzi, vescovo di Forlì-Bertinoro, Francesco Cavina, vescovo di Carpi, Carlo Mazza, vescovo di Fidenza e il cardinale Carlo Caffarra, arcivescovo di Bologna. E' stato proprio Caffarra a prendere la parola dopo le foto ufficiali con il Papa (insieme al segretario, arcivescovo Georg Ganswein), i vescovi e gli accompagnatori. Monsignor Ambrosio era con don Paolo Bonini, assistente spirituale della Università Cattolica a Roma. Caffarra ha parlato a nome proprio e dei vescovi dell'Emilia Romagna, presentando la situazione della regione, senza tralasciare il recente terremoto. Il Papa ha replicato con motivi di incoraggiamento, dimostrando anche di essere bene informato sulle conseguenze del sisma. Poi è toccato ai singoli vescovi.
Ambrosio si è sentito ricevere una domanda particolare, apparentemente senza un perchè. «La vostra diocesi confina con la Liguria, vero? » ha detto papa Ratzinger, dimostrando di avere ben chiara la geografia italiana.
«Il Papa aveva bene in mente Bobbio e San Colombano - spiega Ambrosio -, tanto che nel colloquio privato si è soffermato sull'invito a far conoscere sempre di più il santo che, come ha evidenziato, ha unito l'Europa. Naturalmente ho invitato il Santo Padre alle celebrazioni del 2015 per i 1.400 anni dalla morte del santo». «Vediamo... con l'aiuto del Signore» la risposta del Papa.
Ambrosio, nel suo breve intervento pubblico, ha evidenziato le caratteristiche della diocesi di Piacenza-Bobbio, ricordando il pellegrinaggio a Roma durante l'Anno Paolino con 35 sindaci e amministratori e, per San Colombano, i pellegrinaggi a Milano (a 1.400 dal suo arrivo) e in Irlanda, a Belfast. «Ho accennato al fatto che la nostra diocesi ha avuto parecchi cardinali - continua Ambrosio - e il Papa subito mi ha chiesto del Collegio Alberoni e di quanti seminaristi oggi vi studiano». Benedetto XVI ai vescovi dell'Emilia-Romagna ha quindi auspicato un impegno prioritario nella pastorale giovanile, in quella universitaria, nella cultura e nei rapporti con i rappresentanti delle istituzioni. La "visita ad limina" nella biblioteca papale è durata un'ora. Al termine Benedetto XVI ha omaggiato ciascun vescovo di una croce pettorale dorata, riproduzione della croce di Giustino II, custodita in un reliquiario del 570 dopo Cristo nella Basilica di San Pietro. Infine una busta con trenta rosari e venti immaginette riguardanti il Natale.
Libertà, 3 febbraio 2012
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