lunedì 22 ottobre 2007
"Sempre presente, dalle parrocchie alle missioni"
"Sempre presente, dalle piccole chiese alle missioni"
I saluti del vicario generale, dei laici, dei missionari
e del presidente della Provincia
da Libertà, 22 ottobre 2007
Piacenza - «Il suo insegnamento ci ha fatto crescere ... il suo essere presente dovunque, nelle nostre parrocchie anche piccole e nei territori di missione, ma anche nei luoghi pubblici della cultura e della vita civile, per ascoltare la gente e per annunciare il Vangelo, ci ha resi consapevoli che la missionarietà è una dimensione concreta che ci tocca da vicino». È stato il vicario generale monsignor Lino Ferrari ad aprire la celebrazione di ieri pomeriggio. Dopo una manciata di minuti di suspance in cui anche l’impianto audio si commuove andando in tilt. «Tutti e singolarmente le vogliamo dire, o meglio ripetere, il nostro grazie - dice con il timbro pacato di sempre monsignor Ferrari rivolto al suo vescovo - grande, sincero, affettuoso, pieno di tristezza e di gioia nello stesso tempo. Non elenco i motivi. Non posso però non ricordare che il suo insegnamento autorevole e profondo ci ha fatto crescere... Anche a nome di tutti, mi permetto di chiedere perdono delle nostre lentezze e dei dispiaceri che le possiamo aver arrecato».Il suo braccio destro per tanti anni, il missionario sacerdote, il laico impegnato nella vita della chiesa, il presidente della Provincia e il sindaco della città capoluogo. Erano loro gli “eletti” a ringraziare il vescovo Luciano Monari a nome di tutti. Pierpaolo Triani, presidente dell’Azione Cattolica ha portato il suo saluto, «un saluto carico di affetto e di gratitudine».«Vogliamo, innanzitutto, assieme con lei, ringraziare il Signore per i doni che le ha concesso. Per averle donato un’intensa passione per la sua Parola, un profondo amore per il bene autentico di ogni persona, per la capacità dell’ascolto sapiente e della comunicazione coinvolgente». «Sono stati anni intensi - osserva Triani - ricchi, dove con il suo ministero ha gettato tra noi molti semi buoni. Con continuità ha rinnovato a noi laici l’invito di vivere il dono grande del battesimo, di vivere radicati nell’essenziale, da figli amati e discepoli gioiosi, nelle quotidianità delle vita delle famiglie, del lavoro, della società. Ci ha chiesto di mettere al centro l’attenzione alla vita ferita, sofferente, povera. Non ha nascosto durante questi anni la sua preoccupazione per un indebolimento della vita cristiana e del tessuto ecclesiale, per il rischio di una visione ridotta della persona umana». Parla di un «vescovo amico», don Mauro Bianchi, missionario in Brasile, mentre cita Meister Eckart - autore del Trecento - il presidente della Provincia Gianluigi Boiardi: «Una porta si apre e si chiude attorno a un cardine, scriveva Meister Eckart. E proprio questo io credo sia stato monsignor Monari per la comunità piacentina: il cardine di una vita interiore ricca e profonda, in grado di trasmettere conforto e serenità; il cardine a cui sono fissati i nostri valori e i nostri ideali, anche se la porta della vita quotidiana sbatte mille volte in modo affannoso e confuso». «Io spero che monsignor Monari mi perdonerà - prosegue Boiardi - ma questo è un saluto che non ero preparato a fare, non avrei mai voluto vederlo partire, anche se ci lascia il suo sorriso e un grande insegnamento che vive con noi ogni giorno. Pensando a monsignor Monari in questi giorni ho trovato una frase di San Paolo che mi sembra adatta a questa occasione: il nostro vescovo non ci lascia semplicemente un dono ma un frutto, con la sua ferma volontà di indicarci il bene. Mi piace questa idea del frutto, il senso compiuto di una missione e di un insegnamento. E ora a monsignor Luciano, vorrei dire soltanto che non ho più parole, ma solo affetto e riconoscenza. Vorrei tanto abbracciarlo come sono sicuro lo vorrebbe idealmente l’intera comunità piacentina, e salutarlo come lui ha salutato domenica scorsa, per la prima volta, i suoi nuovi fedeli: ciao, mio vescovo».
Federico Frighi
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