sabato 27 dicembre 2008

Ambrosio: Mettiamo al centro la luce del presepe

Piacenza - «Se l’uomo mette al centro la propria presunta sapienza e la propria umana decisione, allora la vita apparirà senza luce, senza verità, senza amore. E anche senza vera libertà». Accade così quando non si accoglie Gesù, quando la gente non lo riconosce e non gli apre le porte. Il vescovo Gianni Ambrosio, di fianco alla gioia della luce, del «Verbo che si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi» non può fare a meno di ricordare il vero dramma umano. Lo fa nella messa di Natale, nella notte santa e nella solenne celebrazione della mattina del 25 dicembre nella cattedrale di Piacenza (nel pomeriggio a Bobbio). «Chi è mai l’uomo se non sa che è figlio e non vuole riconoscersi figlio?» si domanda il vescovo. «Per questo uomo la società umana non sarà che un luogo di scontro di individui che al massimo cercano alcune convergenze limitate e provvisorie - prosegue -. Per questo uomo la famiglia non sarà che una variabile tra le tante». «La scena del Natale è disarmante - osserva il vescovo -: quel Bambino, nato a Betlemme, è il Verbo incarnato che con la sua presenza in mezzo a noi continuamente ci ripete che Dio ha tanto amato il mondo da darci suo figlio, l’unico, come recita il Vangelo di Giovanni». Ma è disarmante anche «per la paura dell’uomo - continua Ambrosio - di lasciarsi prendere per mano dal Bambino nato a Betlemme e di lasciarsi condurre alla luce e alla verità fino a condividere la vita di amore nel mistero di Dio».
fri

Il testo integrale su Libertà del 27 dicembre 2008

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