E' iniziato da poco il Ramadan, il mese sacro per i musulmani. A Piacenza e provincia sono circa 10mila i fedeli all'Islam. C'è di tutto: dai musulmani ultra moderati agli ultra conservatori. Il problema più grande è l'assenza dei luoghi di preghiera. Manca una moschea. La comunità locale, per questo motivo, si è divisa in due "parrocchie": chi è stanco di aspettare e si è preso un capannone, chi invece persegue la strada della diplomazia e del dialogo con le istituzioni ed ha affittato una palestra in attesa che i frutti maturino. Sotto, i tre articoli usciti su Libertà in cui abbiamo tentato di fare il punto.
Il Ramadan per un Islam unito
E' iniziato ufficialmente ieri il Ramadan anche per la comunità islamica piacentina. Il mese sacro per i musulmani ha visto ieri sera alle ore 22 l'appuntamento con la prima interruzione del digiuno e la successiva preghiera. I fedeli si sono trovati nelle due pseudo-moschee cittadine: il capannone di via Portapuglia e la palestra della scuola Mazzini, presa in affitto dal gruppo che fa capo a Torrione Fodesta. Le due "parrocchie di Allah" fanno da punto di riferimento per la comunità islamica piacentina che si è divisa dal marzo del 2009 proprio a causa della mancanza di una moschea ufficiale. Una linea attendista e speranzosa, quella dell'imam Mohamed Shemis che guida il gruppo di Torrione Fodesta; l'altra più dura e risoluta, quella del gruppo che, stanco di attendere, ha scelto di aprire un proprio centro di preghiera sulla Caorsana. Ieri l'altro, da queste colonne, l'imam storico di Piacenza, l'egiziano Shemis, ha lanciato un messaggio forte e chiaro. «Faremo di tutto perché questo Ramadan sia l'ultimo che passiamo in una palestra» ha annunciato. E, come diretta conseguenza, ha reso nota la volontà di acquisire una struttura che potrebbe anche essere Torrione Fodesta, oggi gestito dal Comune ma di proprietà del Demanio. Se dovesse rientrare nei beni dismissibili trasmessi dallo Stato alle amministrazioni locali è sicuro che un acquirente ci sarebbe già: gli attuali inquilini.
Ieri l'imam ha lanciato due nuovi messaggi. Il primo ancora sulla moschea: «Cerchiamo una struttura in affitto o da comperare per realizzarci sopra un centro islamico aperto a tutti. Siamo anche disposti a costruirlo, naturalmente se c'è l'area giusta. Avrà un impatto moderato». Nessun'intenzione di fare cupole o minareti, dunque, ma una costruzione normalissima che però deve avere una sala di 300 metri quadrati. «Vogliamo essere tutti uniti - è il secondo appello di Shemis - una sola grande comunità di musulmani che fa riferimento ad un unico luogo di preghiera. Speriamo che questo Ramadan, questo mese di purificazione esteriore e interiore ci aiuti».
ln tutta la provincia di Piacenza la popolazione straniera residente è di poco più di 26mila persone. La comunità più numerosa è quella di religione musulmana. E' formata da 2.500 marocchini, 190 algerini, 550 tunisini, quasi 400 egiziani, 140 eritrei, 40 turchi. A costoro vanno sommati quasi 800 bosniaci, 3.600 albanesi, 350 senegalesi, 260 nigeriani, 200 ivoriani, 300 del Burkina Faso; tutti questi ultimi sono paesi a maggioranza musulmana. In totale (comprese le poche unità provenienti da altri paesi musulmani) in tutta la provincia di Piacenza ci sono circa diecimila fedeli all'Islam.
Federico Frighi
Libertà, 12/08/2010
L'imam: vogliamo comprare Torrione Fodesta
Ha sempre giocato a carte scoperte Mohamed Shemis, l'egiziano che guida la storica comunità musulmana di Piacenza. Lo fa anche questa volta alla vigilia del Ramadan che inizierà questa sera, dopo il tramonto, nella palestra della scuola Mazzini. «Questo deve essere l'ultimo Ramadan che celebriamo in una palestra - si pone come obiettivo l'imam - dal prossimo anno vogliamo fare in modo che la comunità musulmana possa avere un luogo adeguato per pregare».
Dal prossimo anno infatti non esisterà più il centro di accoglienza di Torrione Fodesta (al suo posto gli alloggi di Cantone del Cristo e di Le Mose) ed è dunque presumibile che i locali dell'attuale sala di preghiera (nel medesimo complesso) dovranno abbassare la saracinesca. Chiudere, insomma. La comunità islamica di Torrione Fodesta, tuttavia, non ci sta. «Da qui noi non ce ne andiamo se non abbiamo un'altra sede per pregare, il nostro è un diritto garantito della Costituzione italiana» dicono i più giovani. Shemis, accusato da una parte dell'islam piacentino, di essere stato in questi anni troppo morbido con le istituzioni, non ha mai perduto la speranza e, ancora una volta, è fiducioso in un dialogo con il Comune di Piacenza e in una soluzione condivisa con tutta la comunità. Tanto che lancia una proposta: «Qui a Torrione Fodesta ci stiamo bene, è conosciuto da tutti anche nelle vicinanze di Piacenza, è già un punto di riferimento, è in città e non nascosto in periferia, il Comune non lo tiene più, beh, lo prendiamo noi». Se l'egiziano Shemis lo dice è perchè ci sono già i soldi ed anche un'ipotesi di progetto per la ristrutturazione del Torrione.
Tutti i lavori verrebbero fatti con manodopera del posto e con i fondi della locale comunità musulmana. Nessun aiuto dall'estero. Non si sa mai da dove arrivino i soldi; dunque, finché si può, meglio contare sulle proprie forze.
I piacentini, poi, possono stare tranquilli. Accanto alle torri della centrale di Edipower non si innalzerà alcun minareto. Si parla solo di una tensostruttura per coprire l'attuale cortile di Torrione Fodesta.
Il quartiere, secondo l'imam, ne trarrebbe giovamento. Oggi il Torrione è frequentato solo da uomini. Con la ristrutturazione verrebbero creati spazi anche le donne, una presenza che avrebbe anche la funzione di ingentilire il centro e magari di sfatare per sempre l'equazione Torrione = insicurezza della zona. «Arriverebbero le nostre mogli e i nostri bambini che oggi invece non possono frequentare lo spazio di preghiera del Torrione perché non ci sono spazi separati - è convinto l'imam -. Guardi che se a Piacenza è nata un'altra comunità è anche per questo. Diversi vanno nel capannone sulla Caorsana perché qui non possono portare le mogli e le proprie figlie».
Il sogno dell'imam Shemis è quello - lo dice sempre - di creare un centro culturale islamico aperto alla città, dove possano entrare tutti i piacentini che sono interessati a confrontarsi con l'Islam, per comprenderne la cultura e i costumi. Recentemente è stata offerto alla comunità un capannone alla Farnesiana, in zona tangenziale. Fino ad oggi non se ne è fatto nulla. «Non vogliamo andare lontano dalle zone abitate, magari in quartieri industriali, dove si finisce per venire ghettizzati - dicono i musulmani di Torrione Fodesta. Vogliamo professare la nostra fede religiosa alla luce del sole».
Federico Frighi
Libertà, 11/08/2010
Il Ramadan, in palestra o nel capannone
Inizierà questa sera o più probabilmente domani, a seconda della visibilità della luna, il Ramadan, il mese sacro dei musulmani. Trenta giorni di digiuno che, per la prima volta in questi ultimi anni, cadono proprio all'inizio di agosto: il mese più caldo e quindi, in teoria, con maggiori rischi per i lavoratori stagionali, soprattutto nell'agricoltura. A Piacenza i musulmani si ritroveranno, ad ogni tramonto, per rompere il digiuno e per le preghiere della sera, in due luoghi diversi. Una parte (circa centocinquanta persone) nella palestra della Mazzini che anche quest'anno è stata presa in affitto al Comune di Piacenza, tramite l'assessorato allo sport. Gli altri (circa duecento) frequentano invece il capannone di via Portapuglia. Due "parrocchie" diverse sotto il grande ombrello di Allah e il suo profeta.
Chi utilizza la struttura pubblica ci tiene a dire che nel contratto con il Comune per la scuola Mazzini è prevista l'assicurazione ed anche la pulizia quotidiana della palestra che verrà eseguita da una cooperativa specializzata. «L'orario delle preghiere va dal tramonto alle 23». spiega Matar Diagne, senegalese, da 12 anni a Piacenza, uno degli organizzatori. Si prega per circa due ore e mezza. Poi, dall'alba, ricominciano le pratiche del digiuno che quest'anno durano 17 ore.
Nel mese di settembre (verso il giorno 8) si terrà invece la festa di fine Ramadan per la quale è stato prenotato il palazzetto dello sport di Largo Anguissola. Anche qui la data esatta dipende dalla luna. E' il mese sacro del calendario lunare musulmano, dunque, il mese destinato al digiuno da cibo, bevande, rapporti sessuali, fumo ma anche alla penitenza e alla rinuncia. In molti commentari coranici si dice anche che è proibito «abbandonarsi all'ira». Dopo il tramonto ci si nutre, ma con moderazione, senza abbandonarsi a banchetti luculliani. La tradizione vorrebbe che il digiuno fosse rotto con un dattero e un bicchiere d'acqua perchè si presume che Maometto facesse così.
«E' il mese in cui ogni musulmano si purifica e fa un'esame di coscienza - evidenza l'imam di Torrione Fodesta, l'egiziano Mohamed Shemis -; anche nei rapporti con le persone devono essere abbandonati i conflitti e le cattive parole». In arabo antico Ramadan vuol dire torrido, mese caldo, quindi si pensa che cadesse nel periodo estivo col calendario solare. Da quando è stato introdotto quello lunare è invece diverso e, almeno, negli ultimi dieci anni, è la prima volta che cade all'inizio di agosto.
Se qualcuno può essere preoccupato per la resistenza fisica dei lavoratori musulmani soprattutto in agricoltura, non la pensa così l'imam Shemis. «L'uomo può tranquillamente resistere anche senza bere o mangiare durante le 17 ore di digiuno - sostiene -, non è un problema. I lavoratori musulmani resisteranno anche se sono impegnati nei campi». E' invece d'accordo con chi (si veda l'articolo a fianco) vede nel Ramadan un'importante occasione di integrazione sociale. «E' vero, e noi puntiamo molto su questo - confessa -. Il nostro desiderio ultimo è sempre stato quello di creare a Piacenza un centro culturale islamico in cui si potesse dialogare con la comunità locale, un cui si potessero invitare gruppi di altri religioni per parlare insieme». E' per questo che la porta della palestra della scuola Mazzini, durante queste sere del Ramadan, rimarrà aperta. «I piacentini che lo vorranno potranno venire a trovarci non solo all'inizio ma anche durante la preghiera - annuncia l'imam -. Potranno venire non solo a vedere ma anche a pregare. Nei passati Ramadan è già successo che venisse gente anche non musulmana». L'appuntamento, dunque, è per stasera o - più probabilmente - domani sera. La preghiera inizierà dopo il tramonto, verso le 22-22 e 30.
Federico Frighi
Libertà, 10/08/2010
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