San Francesco patrono d'Italia e degli italiani, San Francesco esempio di umiltà e sobrietà per i giovani e per il nostro Paese che di uno stile di vita siffatto ne ha davvero bisogno, San Francesco scopritore di Dio. Sono alcuni dei concetti portanti espressi dal vescovo Gianni Ambrosio durante la celebrazione del 4 ottobre in onore del poverello di Assisi.
Un esempio per i giovani ma anche un testimone di onestà e sobrietà per tutti gli italiani. Ecco perché è attuale San Francesco d'Assisi. Lo evidenzia il vescovo Gianni Ambrosio nella celebrazione solenne tenutasi ieri pomeriggio nella basilica dedicata al patrono d'Italia. Una celebrazione che ha visto la presenza delle istituzioni civili e militari, oltre che, naturalmente, religiose. In prima fila il prefetto, Silvana Riccio, il presidente della Provincia, Massimo Trespidi (in fascia azzurra), l'assessore Anna Maria Fellegara (in fascia tricolore) in rappresentanza del sindaco di Piacenza, il questore Michele Rosato, il brigadier generale Francesco Castrataro, il comandante provinciale della Finanza, Maurizio De Panfilis, il colonnello dei carabinieri Edoardo Cappellano. Poi tanti altri, accolti dal parroco don Giuseppe Frazzani che fa gli onori di casa e dai canti della Schola Cantorum di San Francesco e Santa Maria in Gariverto, diretta da Mirka Mori.
Se San Francesco è stato il testimone che è stato - osserva il vescovo Ambrosio - fondamentale è l'incontro con Gesù Cristo: «San Francesco ha seguito Cristo fino in fondo, si è lasciato affascinare dal signore Gesù ed ha sempre avuto il desiderio di essere la sua immagine viva nella storia quotidiana. Francesco non ha bisogno di nulla semplicemente perchè ha trovato Cristo. Nell'incontro con il Signore Gesù scopre il senso nuovo della sua vita. Diventa una creatura nuova, come dice l'apostolo Paolo; vuole vivere il Vangelo di Gesù e diventa una creatura in un certo senso già risorta, nonostante cammini sulla polvere della terra». «Francesco ha tenuto in grande considerazione - va avanti il vescovo - i segni dalla presenza di Gesù nella storia: l'eucarestia e la chiesa come popolo del Signore in cammino. Francesco ha messo in luce quelle stupende qualità che lo fanno apparire così attuale anche rispetto ai grandi temi del nostro tempo: la ricerca della pace, la salvaguardia della natura, la promozione del dialogo tra gli uomini, il valore portante della fraternità universale». Se San Francesco è dunque un grande maestro per l'Italia lo è a partire da Cristo e dall'incontro con Cristo. Ambrosio sottolinea più volte, nel corso dell'omelia, come il poverello di Assisi sia «patrono dell'Italia e di tutti noi italiani». Ancora: «La vita di Francesco e il suo fascino hanno conquistato la nostra cultura, le nostre città, Piacenza compresa. Dobbiamo al francescanesimo quei caratteri di ricca umanità e di solidarietà spontanea, come pure di laboriosità, che nei secoli hanno fatto grande la nostra nazione». Infine la preghiera: «Ci rivolgiamo a San Francesco perchè avvertiamo tutti il bisogno che la figura di Francesco risplenda davanti a noi, sospingendoci a guardare in alto, svincolati dalle cose terrene». Il santo di Assisi è testimone anche di «una vita sobria e onesta di cui i nostri giovani hanno tanto bisogno, così come la nostra nazione come stile di vita». Il vescovo ricorda poi che, a breve, guiderà il pellegrinaggio dei sindaci e degli amministatori della Bassa Valtrebbia e Valluretta ad Assisi con la lampada votiva. «Pregheremo per le nostre comunità - dice Ambrosio - perché possano sempre vivere in pace e concordia». All'offertorio, tra i doni portati all'altare, anche l'olio votivo donato dal Comune di Piacenza, grazie al quale arde perenne la lampada di San Francesco in una cappella dietro all'altare della basilica cittadina. In mattinata la messa celebrata da padre Secondo Ballati con il conferimento del Sacramento degli infermi.
Federico Frighi
05/10/2010, Libertà
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