Presentato in Curia il progetto della Caritas per rifornire mense,
comunità, case di accoglienza senza fini di lucro
Dai supermarket alla tavola dei poveri
Alimentari invenduti, il vescovo ottiene il sì dei commercianti
da Libertà, 4 ottobre 2007
Un maxi accordo a livello provinciale tra diocesi di Piacenza-Bobbio e grande distribuzione per dare da mangiare a chi non ne ha. È l’ultimo atto civico del vescovo Luciano Monari prima di entrare nella sua nuova sede: Brescia. Ieri mattina il vescovo e il direttore della Caritas, monsignor Giampiero Franceschini, hanno convocato nel palazzo della Curia i rappresentanti della grande distribuzione rivolgendo loro un appello affinché mettano a disposizione dei più poveri i prodotti alimentari in scadenza, quelli ancora buoni ma non più vendibili per difetti nelle scatole, cadute dai bancali o cose del genere. La grande distribuzione ha risposto sì. Il progetto è ancora in fase di studio e si colloca all’interno dei piani di zona, ma quello ottenuto dal vescovo e dalla Caritas è un segnale positivo. A giovarne saranno le mense per i poveri, le case di accoglienza, le comunità, tutte quelle associazioni senza scopo di lucro che finiranno in un elenco compilato in collaborazione con gli enti locali.
Ieri mattina, nella sala degli affreschi, al primo piano del Vescovado, oltre a monsignor Luciano Monari e a monsignor Giampiero Franceschini, erano presenti Francesco Argirò, della Caritas, Giovanni Struzzola, direttore dell’Unione commercianti, Alberto Chiesa, presidente del Rotary Piacenza, e i rappresentanti di Coop, Conad, Il Gigante, Metro. «È uno dei tanti strumenti attraverso i quali la società si manifesta solidale - ha commentato l’iniziativa il vescovo Monari -. Il fatto di mettere a disposizione delle fasce più povere realtà che altrimenti verrebbero semplicemente distrutte, vuol dire innanzitutto un’attenzione, vuol dire creare delle correnti di relazione che sono correnti di solidarietà. Penso che alla fine ci guadagnino tutti». Il Rotary Piacenza, con il presidente Alberto Chiesa, sarà uno dei cofinanziatori: «I Rotary piacentini sono sei nella provincia di Piacenza, noi tentiamo di fare da capofila nella speranza che anche gli altri aderiscano a questo servizio». I finanziamenti sono assolutamente necessari: serve un camioncino refrigerato, una persona che lo guidi e che faccia trasporti e consegne, uno che coordini la distribuzione. Soprattutto la linea del freddo deve essere garantita, affinchè i prodotti deperibili o siano distribuiti immediatamente o siano stoccati. In quest’ultimo caso servirà anche una struttura con funzioni di magazzino. «Abbiamo voluto fare una prima verifica sulla fattibilità del progetto - ha spiegato Struzzola - noi, come Unione Commercianti, sappiamo che la grande distribuzione ha il problema di smaltire, con dei costi non indifferenti, il materiale vicino alla scadenza ma ancora consumabile a tutti gli effetti». La maggior parte delle grandi catene di distribuzione ha dato parere favorevole: per Conad, peraltro, la distribuzione dei generi alimentari non più commerciabili non è una novità e neppure per Coop, che ha intrapreso questa strada in altre province. Per quanto riguarda Metro, parecchi generi alimentari vengono dati in resa, quindi bisognerà vedere che cosa rimane. Tuttavia la disponibilità c’è. Si inizierà - quando si sarà pronti - in un primo momento solo nel Comune di Piacenza, poi si estenderà il servizio alle altre realtà del territorio.
Federico Frighi
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