Il grazie del vicario generale di Piacenza-Bobbio
Cattedrale di Piacenza, 21 Ottobre 2007
Carissimo Vescovo Luciano,
questa nostra Cattedrale, che Lei ci ha insegnato ad ammirare ed amare, ci vede riuniti oggi per ringraziare il Signore dei quarant’anni delle nostre missioni in Brasile e per l’ultimo saluto a Lei, che già abbiamo visto domenica scorsa accolto dalla Diocesi di Brescia con particolare calore.
Sono qui con Lei i nostri missionari con mons. Ferrando, e spiritualmente anche le loro comunità cristiane che Lei ha visitato sei volte; c’è la nostra Chiesa di Piacenza-Bobbio: il popolo di Dio con la ricchezza di tutte le vocazioni e di tutti i ministeri. Sono con noi il Cardinale Ersilio Tonini e Mons. Antonio Lanfranchi che sentiamo ancora parte della nostra Chiesa. Ci sono tutte le autorità, che rendono presenti le rispettive istituzioni con le quali la collaborazione in questi dodici anni è stata particolarmente feconda per il bene comune del nostro territorio.
Tutti e singolarmente le vogliamo dire, o meglio ripetere, in questa Eucaristia il nostro Grazie: grande, sincero, affettuoso, pieno di tristezza e di gioia nello stesso tempo. Non elenco i motivi. Non posso però non ricordare che il Suo insegnamento autorevole e profondo ci ha fatto crescere: il Suo modo di credere e di celebrare i santi misteri ci ha aperto all’esperienza di un Dio vicino e dal volto umano; il Suo metodo pastorale non basato sul potere delle idee e del diritto, ma proteso a suscitare la responsabilità, ci ha convinti che incontrarsi non vuol dire annullarsi ma aprirsi “alla manifestazione dello Spirito e della sua potenza” (I Cor. 2,4): questo ci ha motivato nel rendere più convinta la nostra appartenenza alla Diocesi; il Suo essere presente dovunque, nelle nostre parrocchie anche piccole e nei territori di missione, ma anche nei luoghi pubblici della cultura e della vita civile, per ascoltare la gente e per annunciare il Vangelo, ci ha resi consapevoli che la missionarietà è una dimensione concreta che ci tocca da vicino. Dimensione che i nostri missionari qui presenti ci hanno aiutato a tener viva: si sono spesi senza riserve, a nome della nostra Chiesa, per annunciare il Vangelo promuovere la dignità di ogni uomo; per questo, insieme a Lei, li vogliamo ringraziare e promettiamo a loro e a Lei, che ce lo ha sempre raccomandato, “una missionarietà” più franca e coraggiosa.
Anche a nome di tutti, mi permetto di chiedere perdono delle nostre lentezze e dei dispiaceri che Le possiamo aver arrecato.
Oso chiederLe di pregare ancora per noi, quando celebrerà l’Eucaristia. E’ anche per questo che Le doniamo un calice, piccolo segno di riconoscenza ed espressione di un appuntamento nel Signore.
Che il Signore conservi viva la Sua presenza spirituale in mezzo a noi; che il Suo servizio pastorale nella Chiesa di Brescia sia in benedizione come lo è stato per tutti noi.
Don Lino Ferrari
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