domenica 9 dicembre 2007

Monari: "Paolo segua l'esempio di Maria"


Ecco il testo integrale dell'omelia del vescovo Luciano Monari per l'ordinazione diaconale di Paolo Inzani venerdì 7 dicembre 2007 nel duomo di Piacenza



Il diaconato di Paolo è sotto il segno di Maria Santissima serva “Diacono”, vuole dire servo, e il servizio a cui Paolo viene chiamato ha nella esperienza di Maria una sua espressione stupenda e ricca di consolazione e di grazia. In questo modo il diaconato di Paolo è sotto il segno di Maria Santissima, di Maria che dice: «Ecco la serva del Signore, avvenga per me secondo la tua Parola» (Lc 1, 38). “Diacono”, vuole dire servo, e il servizio a cui Paolo viene chiamato ha nella esperienza di Maria una sua espressione stupenda e ricca di consolazione e di grazia. Maria diventa lo strumento di Dio perché nella storia entri la parola di Dio fatta carne, perché l’uomo assuma la forma della Parola stessa di Dio; questo è il servizio di Maria. Perché quando Maria dice, «ecco la serva del Signore», serva per che cosa? Qual è il compito che Maria è chiamata a svolgere? Quello che è stato detto nei versetti precedenti: Maria deve concepire e dare alla luce la parola di Dio: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ecco concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine» (Lc 1, 30-32). La descrizione del “bambino” che nascerà è fatta con parole dell’Antico Testamento, con parole dei profeti: ci sono le parole del profeta Natan (cfr. 2 Sam 7, 16), Isaia (cfr. 9, 1-6), Daniele (cfr. Dn 7, 14). E quello che l’angelo vuole dire è che tutte le parole che Dio ha pronunciato come promessa nel Primo Testamento, Maria deve accoglierle e darle alla luce, deve farle diventare realtà attuale e viva, e lo farà evidentemente concependo e dando alla luce Gesù. In Gesù tutte le parole di Dio diventano “sì”, si compiono, e Maria diventa lo strumento di Dio perché questo compimento si realizzi, perché nella storia entri la parola di Dio fatta carne, perché l’uomo assuma la forma della Parola stessa di Dio; questo è il servizio di Maria. La vocazione di tutti e di Paolo Inzani Voi comunità cristiana siete fatti di mondo, di carne umana, però la forma della vostra vita è la forma della parola di Dio; questa è la vocazione di tutti, e Paolo è semplicemente al servizio della vostra vocazione. Ma si capisce, questo è il servizio di tutto il popolo di Dio, di tutti i cristiani, e questo evidentemente è il servizio di Paolo. Bisogna dare una carne umana alla parola di Dio; e qual è questa carne umana? Voi, la comunità cristiana! Voi comunità cristiana siete fatti di mondo, di carne umana, però la forma della vostra vita è la forma della parola di Dio, è la forma della fede e della speranza e della carità; cioè è quel tipo di vita, quello stile di vita, che nasce, che viene prodotto, dalla parola di Dio. La comunità cristiana è questo serve per questo: serve per incarnare la Parola, serve perché il mondo prenda la forma della parola di Dio, e quindi perché il mondo, la umanità, assomigli in qualche modo al sogno originario di Dio che aveva pensato “l’uomo fatto a sua immagine e somiglianza” (Gen 1, 27). Dicevo, questa è la vostra vocazione, la vocazione di tutti; e Paolo è semplicemente al servizio della vostra vocazione. Servirà il Signore per mettere la sua Parola, la parola del Signore, dentro la vostra vita, perché questa Parola dentro al vostro cuore incominci a produrre degli effetti, incominci a dare forma ai vostri sentimenti e pensieri, e Paolo ci sta per questo. Paolo ci sta ci sta per il servizio all’Eucaristia, perché l’Eucaristia è quella vita del Signore, quell’amore di Dio fatto carne in Cristo che ci è dato nel segno del “pane e del vino”, e quando mangiate e bevete il pane e il vino dell’Eucaristia mangiate e bevete l’amore di Cristo. E mangiate e bevete l’amore di Cristo perché quell’amore dia forma alla vostra vita, perché anche la vostra vita diventi amore simile a quello di Gesù Cristo. Dicevo, questo è tutto il senso della vocazione di Paolo, che ritrova nella vocazione di Maria un modello straordinario, deve imparare da Lei, deve cercare di imitare Lei. Paolo deve soprattutto cercare di imitare Maria nella disponibilità alla parola di Dio. Quello che è necessario è quanto fa riferimento il saluto dell’angelo a Maria: Rallegrati, Dio, ti ha guardato con benevolenza. Paolo soprattutto deve cercare di imitare Maria nella disponibilità alla parola di Dio: «[38]Ecco la serva del Signore, avvenga per me secondo la tua Parola», “che la tua Parola prenda possesso della mia vita, e che tutti i comportamenti e le esperienze della mia vita siano plasmati dalla tua Parola”. Per questo naturalmente è necessario la disponibilità umana… tutto quello che volete... Ma tutto quello che l’uomo ci può mettere di intelligenza, di studio, di buona volontà… non basta. Per quanto l’uomo sia impegnato e intelligente non riesce a dare forma umana alla parola di Dio, anche se l’avesse imparata a memoria, anche se avesse studiato tutti i commentari biblici, a tutti i libri dell’Antico e Nuovo Testamento, anche se sapesse tutto questo, non basterebbe ancora. Quello che è necessario è quanto fa riferimento il saluto dell’angelo a Maria: «Entrando da lei, disse: rallegrati, o piena di grazia, il Signore è con te» (Lc 1, 28). Quel “piena di grazia” sostituisce nel saluto il nome di Maria. Sarebbe stato normale dire: “Rallegrati, Maria, il Signore è con te”. Invece di dire il nome, Maria, ci mette questa espressione strana ma bellissima «piena di grazia». L’immagine che sta all’origine di questa espressione è l’immagine dello sguardo di Dio. Lo si potrebbe parafrasare dicendo: “Rallegrati, Dio, ti ha guardato con benevolenza, su di te si è posato il suo sguardo di amore e di predilezione. Dio con il suo sguardo ci ha chiamati ad una risposta di amore e di fedeltà a Lui. E siccome lo sguardo di Dio è uno sguardo creativo, quando Dio ti ha guardata ti ha reso santa, ti ha reso pura, ti ha reso bella ai suoi occhi, dunque sei bella della bellezza della grazia, sei bella del dono di Dio”: «Rallegrati, o piena di grazia, il Signore è con te». E capite che questo è esattamente il punto di origine della esperienza cristiana. Noi siamo cristiani non perché l’abbiamo semplicemente deciso noi, ma perché il Signore ci ha guardato, e con il suo sguardo ci ha chiamati ad una risposta di amore e di fedeltà a Lui. In Cristo c’è una vocazione e una elezione che sta all’origine della nostra vita In Cristo c’è una vocazione e una elezione che sta all’origine della nostra vita, e questa elezione è a diventare santi e immacolati davanti a Dio nell’amore. Nella Lettera di Paolo agli Efesini che abbiamo ascoltato come seconda lettura, si parla del progetto di Dio su di noi, e il progetto è questo: «Dio ci ha benedetti con ogni benedizione spirituale nei cieli, in Cristo. In lui ci ha scelti prima della creazione del mondo, per essere santi e immacolati di fronte a Lui nella carità, predestinandoci a essere figli adottivi mediante Gesù Cristo, secondo il disegno di amore della sua volontà, a lode dello splendore della sua grazia, di cui ci ha gratificati nel Figlio amato» (Ef 1, 3-6). Forse l’espressione sembra un pochino contorta a una prima lettura, ma se uno ci sta attento il significato è bellissimo. Vuole dire che in Cristo c’è una vocazione e una elezione che sta all’origine della nostra vita, e che questa elezione è a diventare santi e immacolati davanti a Dio nell’amore. Che è una cosa immensa! Santi e immacolati, non semplicemente davanti al mondo, secondo i criteri che il mondo ha di valutare la giustizia; no, santi e immacolati davanti a Dio, a quel Dio che è così puro che i suoi occhi non possono vedere il male. Santi davanti a Dio! È evidente che questa santità non è nostra, ma questa santità ci è donata da Lui stesso, ci è donata in Cristo. Voi siete chiamati a essere santi nell’Amore, perché la generosità di Dio, la ricchezza del suo amore, sia riconosciuta e manifestata con chiarezza. «Siamo predestinati a questo per essere figli adottivi mediante Gesù Cristo, a lode e splendore della sua grazia». Cioè perché la generosità di Dio, la ricchezza del suo amore, sia riconosciuta e manifestata con chiarezza. Capite che cosa questo vuole dire? Vuole dire che voi siete chiamati a essere santi nell’Amore e a esserlo in modo così vero e luminoso che quando vi si guarda si possa dire: grazie a Dio che ha compiuto tali cose in mezzo agli uomini, grazie a Dio che nella sua bontà è riuscito a introdurre gli uomini nella forza dell’amore, è riuscito a liberare l’uomo dal suo egoismo e dal suo orgoglio, ed è riuscito a creare un uomo pulito e santo ai suoi occhi. La vita e il servizio di Paolo è in questa logica, quello che dovrà fare è semplicemente mandare la comunità cristiana a vivere questa vocazione, a essere santo e immacolato davanti a Dio in Gesù Cristo. Dicevo, la vita e il servizio di Paolo è in questa logica, quello che dovrà fare è semplicemente mandare la comunità cristiana a vivere questa vocazione, a essere santo e immacolato davanti a Dio in Gesù Cristo. Dicevo, lo potrà fare in quel modo che abbiamo ascoltato, annunciando la parola di Dio e trasmettendola, ma evidentemente se la vuole annunciare e trasmettere la deve ascoltare, interiorizzare, digerire, assimilare, amare, esprime… Deve fare in modo che la sua vita abbia la forma della parola di Dio, perché in questo modo trasmetterà la Parola; la trasmetterà con la sua stessa testimonianza, e la trasmetterà con le parole che dice, perché diventeranno parole vere, parole autentiche. Il Signore dia a Paolo la fierezza di essere al servizio del progetto di Dio. Ed è quello che noi preghiamo per lui oggi, preghiamo il Signore perché dia a Paolo una gioia grande, che senta rivolto a lui quelle parole: “Rallegrati, rallegrati, il Signore ti ha guardato con benevolenza, ti ha amato, ti chiama, il Signore è con te”. Attraverso il tuo ministero di diacono, e, se il Signore vorrà – e quando il Signore vorrà di prete – le parole di Dio si incarneranno nella vita degli uomini di oggi, e la comunità cristiana di oggi sarà capace di formare, di prendere la forma, della parola di Dio e della volontà di Dio, perché la grazia di Dio sia magnificata e glorificata da tutti gli uomini, perché tutti gli uomini guardando la comunità cristiana possano ritrovare speranza, possano ritrovare la fiducia che non siamo condannati all’egoismo, e non siamo condannati ad odiarci a vicenda o a ignorarci a vicenda, ma che al contrario per la grazia di Dio è possibile nella nostra vita creare dei legami veri di responsabilità e di amore gli uni nei confronti degli altri, è possibile addirittura nella nostra vita imparare a dare la vita gli uni per gli altri come il Signore lo ha donata per noi. Ecco, che il Signore dia a Paolo la fierezza di essere al servizio di questo Suo progetto, gli dia l’umiltà di sentirsi semplicemente servo – addirittura «servo inutile» direbbe il Vangelo (Lc 17, 10) , ma gli dia anche la gioia di sapere che attraverso il suo ministero la grazia di Dio si manifesta e si manifesterà meglio dentro la Chiesa piacentina-bobbiese.

Si ringrazia Vittorio Ciani per la collaborazione