lunedì 5 gennaio 2009

Il Tondo del Botticelli più conosciuto grazie all'Avvento

Piacenza - Il Tondo del Botticelli come simbolo dell’Avvento per la diocesi di Piacenza-Bobbio ha fatto registrare una - sia pur piccola - boccata d’ossigeno per i Musei di Palazzo Farnese. In dicembre, un mese dove a Piacenza, come un po’ in tutta Italia, alla cultura si preferiscono i mercatini natalizi, ecco che arriva la nota positiva di fine anno: i visitatori paganti sono passati dai 360 del 2007 ai quasi 500 del 2008. Cifre decisamente infinitesimali a livello assoluto, ma che fanno ben sperare all’assessore alla cultura Paolo Dosi. Durante l'Avvento la diocesi di Piacenza-Bobbio ha corredato tutti i documenti ufficiali e distribuito in ogni chiesa riproduzioni anche a grandezza naturale del Tondo del Botticelli. A memoria è la prima volta che un’opera custodita a Palazzo Farnese viene utilizzata come simbolo di una iniziativa così profonda ed importante. «Ci auguriamo che questo possa avvenire anche in futuro - dice l’assessore Dosi -. Crediamo che l’offerta artistica che caratterizza Piacenza sia molto ricca. Mi viene in mente, anche se purtroppo non siamo più detentori del dipinto, la Madonna Sistina, che ha un valore e una tradizione legati alla città. Penso che possa esprimere bene il valore della maternità. Oppure l’Ecce Homo di Antonello da Messina, custodito al Collegio Alberoni, che è più un soggetto pasquale». «È significativo il fatto che la diocesi abbia deliberatamente scelto un soggetto artistico piacentino con un valore universale - continua Dosi -. Ne avevamo parlato con il vicario generale monsignor Lino Ferrari che ho ringraziato ai tempi della scelta del Tondo del Botticelli». Lo stesso vescovo Gianni Ambrosio (assieme a don Giuseppe Lusignani, responsabile dei beni culturali della diocesi) più volte ha sottolineato la bellezza sia del Tondo, sia delle tante opere d’arte custodite sul territorio e ha auspicato un coinvolgimento della diocesi per la promozione di Piacenza-Bobbio. Non a caso il motto episcopale di Ambrosio - “Vestigia Christi sequentes” - appartiene proprio al pellegrino piacentino in Terra Santa. «Con la diocesi c’è un discorso anche più ampio di collaborazione sull’offerta artistica delle nostre chiese - fa sapere l’assessore - che vorremmo cercare di valorizzare inquadrandola in un’offerta artistica e culturale complessiva del patrimonio piacentino. Ci incontreremo per cercare di capire se esistono modalità di valorizzazione del patrimonio religioso e se possiamo chiedere un impegno maggiore magari a fronte di risorse adeguate per estendere gli orari di apertura e proporre visite guidate». «Rimane sempre aperto poi - prosegue - il discorso del Collegio Alberoni e il tema del biglietto unico con gli altri musei piacentini».
fri

Il testo integrale su Libertà di domenica 4 gennaio 2009