giovedì 1 novembre 2012

Assofa, la forza della diversità

Trent'anni. Da tanto dura la storia dell'associazione Assofa, da tanto dura una sfida che ora sembra effettivamente vinta. La sfida della diversità, di una condizione di vita che, per dirla con Lucia Casella di "Fede e luce" intervenuta ieri ai Teatini, pur apparendo fragile «di fatto è così forte da trasformare i nostri cuori».

Tanti hanno parlato ieri alla festa di fine Trentennale, ma la riflessione di Lucia Casella, nella sua umiltà e semplicità, è certamente una di quelle che più identificano il cammino dell'associazione guidata da Giancarlo Bianchini. «Quante vite apparentemente normali hanno cambiato certi incontri, quante persone hanno improvvisamente cambiato strada - osserva Lucia -, è veramente un mistero, un grande dono del Signore».
Le navate dell'antica chiesa sconsacrata è gremita di amici, di familiari, di volontari, di cittadini che hanno voluto esserci in questo fine trentennale; compreso il primo, il sindaco Paolo Dosi. A fare gli onori di casa Lucia Bianchini che presenta ed accompagna i due balletti-simbolo di apertura, assieme al "primo ballerino" Alessandro e al "percussionista" Andrea. «Da una situazione in cui le famiglie e i ragazzi erano soli e isolati siamo passati alla festa di oggi, una festa amplificata» osserva al microfono.
Si presenta il volume del trentennale. Centodiciotto pagine di interviste raccolte dalla giornalista Laura Dotti per una pubblicazione - "La profondità della persona disabile come sfida alla società dell'apparire" - che fotografa alla perfezione la realtà dell'associazione Assofa. «Tutte le persone che ho sentito - racconta Dotti - mi hanno sempre detto di aver donato qualche cosa all'Assofa ma di aver ricevuto il centuplo». Editore del volume è il Nuovo Giornale, rappresentato dal direttore don Davide Maloberti. «Abbiamo scelto di stare al fianco dell'Assofa - evidenzia - perchè è figlia della Chiesa piacentina, voluta dal vescovo Enrico Manfredini. Nelle pagine di questo libro c'è lo stupore dei tanti incontri in questi trent'anni di storia». Uno dei più importanti è quello con la Comunità di Sant'Egidio. Lo spiega con la consueta verve il presidente e fondatore di Assofa, Giancarlo Bianchini: «A Roma non si combinano solo dei guai. Ho conosciuto Gianni La Bella della Sant'Egidio (durante il periodo trascorso da Bianchini come parlamentare, ndr.) alla preghiera della sera. Man mano che si andava avanti l'Assofa assorbiva sempre più i valori della Sant'Egidio, tanto che i nostri sono andati a Roma due volte a conoscere le opere della Comunità di Transtevere».
«Stare qui questo pomeriggio - segue a ruota La Bella - è stare nel mezzo di una festa dove tutti sono protagonisti. La storia dell'Assofa è la realizzazione di un sogno in cui la disabilità non diventa una condanna ma una opportunità». «L'associazione Assofa è certamente - prosegue - uno dei tanti grandi frutti del Concilio Vaticano II, un frutto che avuto la capacità di leggere i segni dei tempi». «Questa esperienza - ci tiene a sottolineare La Bella - va controcorrente rispetto ai venti che soffiano nella nostra società. Di fronte all'indifferenza e alla rassegnazione generali, ci dice che un mondo diverso è possibile».
C'è il tempo per una canzone dedicata al Mozambico, dove è grazie alla Comunità di Sant'Egidio se regna la pace e dove Giancarlo Bianchini andò come osservatore internazionale. Poi, come detto, l'intervento di Lucia Casella, una delle figure illuminanti dei tanti incontri di Bianchini e amici. Un'amicizia che fece esibire i ragazzi dell'Assofa ad Assisi davanti a Jean Vanier, fondatore de L'Arca (centinaia di comunità di accoglienza per disabili adulti in tutto il mondo) e ispiratore del movimento Fede e Luce.
«L'incontro con le diversità - afferma con vigore - porge ai giovani la possibilità di uno stile di vita basato sull'essenziale, un'alternativa al carrierismo di oggi».

Federico Frighi





28/10/2012 Libertà