lunedì 17 novembre 2008

Suor Donata, espulsa dall'Eritrea l'ultima missionaria

Piacenza- Lei non è espulsa, sorella. È solo invitata a lasciare l’Eritrea entro sette giorni». È quanto si è sentita rispondere dal funzionario dell’Ufficio Immigrazione, suor Donata Maria Moruzzi, la religiosa delle Figlie di Gesù Buon Pastore che il governo del paese africano ha di fatto obbligato a lasciare la missione. Nata a Lugagnano 66 anni fa, era l’ultima suora piacentina presente all’Asmara. È arrivata nella casa madre di via Mazzini solo ieri mattina. Le è bastata qualche ora per smaltire la fatica del viaggio. Non l’amarezza di aver dovuto abbandonare, forse per sempre, un paese nel quale aveva messo piede, per la prima volta, 17 anni fa. «All’Asmara abbiamo quattro case con oltre sessanta suore - racconta -; io ero la superiora e l’ultima missionaria rimasta. Oggi, a parte qualche consorella anziana, tutte le altre sono giovani del posto, dunque più influenzabili dalle autorità locali». L’allontanamento di suor Donata Maria è avvenuto a sorpresa e nessuno le ha spiegato il motivo. «Mi avevano appena rinnovato la carta d’identità eritrea - ricorda -, quando un giorno una consorella mi ha detto che eravamo state convocate dall’Ufficio immigrazione. Non ci credevo ma la consorella ha insistito dicendomi che ero nella lista. Era vero». «Ho provato a chiedere il perché - continua - ma il funzionario mi ha spiegato che era l’ordine delle autorità e basta; e che non ero espulsa ma solo invitata a lasciare il paese entro il 14 novembre sennò sarebbe arrivata la polizia. Sono intervenuti i vescovi, il nunzio apostolico, ma non c’è stato nulla da fare». «È chiaro che il disegno è di indebolire la chiesa cattolica locale - osserva la superiora -: i seminaristi li mandano a fare il servizio militare, i missionari li mandano via, le nostre opere (cliniche, asili, scuole) vengono nazionalizzate». «Mi sono chiesta tante volte perché perseguitano noi cristiani - è disorientata suor Donata Maria -, più che fare del bene noi non facciamo». Le suore del Buon Pastore all’Asmara hanno un asilo con 300 bambini, una scuola di taglio e cucito per le donne, vanno nelle parrocchie a insegnare il catechismo e a tenere compagnia agli anziani, gestiscono sul territorio oltre duecento adozioni a distanza. Il regime non è neppure a maggioranza islamica e dunque non sembrerebbero esserci motivi religiosi. Assieme a lei sono stati espulsi dal paese una consorella, un padre salesiano ed un pavoniano. «Eravamo gli ultimi quattro missionari cattolici operativi nel paese - rileva suor Donata Maria - con noi è terminata un’epurazione che dura dal 1995. Apparentemente questo sembra il paese più pacifico del mondo e girare per strada non è un problema. Non è così: per uscire a più di 20 chilometri dall’Asmara serve un permesso che rilasciano con molto comodo (dieci giorni); non c’è libertà di stampa e di parola. Il giornale cattolico è stato soppresso». Rimangono le suore del posto: «Sono giovani, spero che si rimbocchino le maniche e che, con l’aiuto del Signore, riescano ad andare avanti». «Noi, comunque, l’Eritrea non l’abbandoneremo mai. Saltuariamente qualcuna di noi andrà giù come turista. Questo almeno ce lo permettono».
Federico Frighi