venerdì 21 gennaio 2011

Il pozzo di Arianna

E' una piccola santa del nostro tempo. Una bambina scomparsa nel 1995 a 7 anni di età per una incurabile malattia. Da lassù guida oggi i suoi genitori impegnati in opere di bene nel suo nome e in quello del Signore. L'ultima è il pozzo per l'acqua di cui scrivo sotto per Libertà.

Grazie ad Arianna ogni giorno duecento bambini africani possono vivere bevendo l'acqua del suo pozzo. Ma non solo i soli. Ci sono i genitori, gli amici, i compaesani, i volontari di Africa Mission, i perforatori. A tutti la piccola Arianna ha donato un piccolo frammento della sua breve vita. Arianna Fogliazza, nata a Piacenza il 18 agosto del 1987, è venuta a mancare il 14 marzo del 1995, a neppure 8 anni di età. Una malattia incurabile non le ha lasciato scampo. Dalla tragedia di quella morte, in questi 15 anni sono fiorite tante iniziative di vita, in gran parte opera dei genitori, Tiziana Gaeta e Ferdinando Fogliazza. L'ultima è stata presentata ieri nella sede di Africa Mission. Papà e mamma di Arianna hanno donato al movimento fondato da don Vittorione e dal vescovo Enrico Manfredini un pozzo per l'acqua. Pozzo che è stato realizzato nei mesi scorsi nel villaggio di Rimenze, regione del Western Equatorian, Sud Sudan, a 40 chilometri dalle foreste del Congo. «Arianna ha fatto scoprire a noi tutti il senso della vita» dice mamma Tiziana. Non solo: «Anche l'esigenza della condivisione che abbiamo imparato nei giorni passati all'ospedale con i genitori degli altri bambini malati. Abbiamo capito che il nostro rapporto con il Signore non doveva essere il mercanteggiamento della salute di nostra figlia con opere di bene. Bensì l'esigenza di fare qualche cosa per gli altri, per coloro che non sono aiutati da nessuno e che non hanno nulla». Così è nata l'idea del pozzo per l'acqua e il contatto con il direttore di Africa Mission-Cooperazione e Sviluppo, Carlo Ruspantini, che ieri ha presentato l'iniziativa. «La morte di vostra figlia - ha voluto evidenziare il presidente di Africa Mission, don Maurizio Noberini - è stata non un dolore arido ma fecondo, che ha dato frutti di vita». Il pozzo, come ha spiegato il responsabile delle perforazioni, Egidio Marchetti, rappresenta una garanzia di approvvigionamento d'acqua pulita e scongiura il diffondersi di malattie legate all'utilizzo di fonti non potabili. Profondo 90,5 metri, ha una portata di 1.037 litri all'ora in grado di soddisfare le 900 persone del villaggio e i 200 bambini della vicina scuola. Nell'area la popolazione vive una situazione difficile a causa del gruppo dei ribelli ugandesi dell'Lra (Lord's Resistance Army), responsabile di atrocità terribili. Da aprile-maggio del 2009 nella zona sono stati stimati oltre 3mila rifugiati, molti dei quali, dopo giorni di cammino nella foresta, sono arrivati affamati e terrorizzato in cerca di un posto sicuro dove essere accolti. Un'ultima annotazione. La piccola Arianna, così come don Vittorione, è inserita fra i 31 piccoli santi piacentini descritti nell'ultimo libro di don Giancarlo Conte.
Federico Frighi


20/01/2011 Liberta'