domenica 29 maggio 2011

Don Sciortino: si investa sulla famiglia

Il direttore di Famiglia Cristiana, don Antonio Sciortino, ospite nella parrocchia della Besurica, spiega perchè la famiglia, nonostante sia passata in secondo piano, sia l'unica salvezza per la società.

«La famiglia non è affatto da rottamare, come qualcuno pensa suonando già le campane a morto. Certo oggi la famiglia ha tanti problemi ma non è essa stessa il problema».
Ad esserne convinto è don Antonio Sciortino, direttore di Famiglia Cristiana, ieri sera a Piacenza, ospite della parrocchia di San Vittore e del parroco don Franco Capelli. Di fronte ha una chiesa con tanta gente che ha scelto di passare la serata ad ascoltare un prete giornalista, il direttore di un settimanale cattolico a volte scomodo perchè sceglie di parlare senza troppi giri di parole. E colpisce nel segno. «Davvero dobbiamo cambiare mentalità e considerare la famiglia la vera risorsa del Paese, la risorsa principale. Dobbiamo considerarla come un capitale umano, sociale ed economico» è convinto don Sciortino. «Se questo Paese, in un momento di grave crisi sociale ed economica che stiamo vivendo - osserva - riesce ancora a stare in piedi, deve davvero ringraziare le famiglie perchè sono il miglior ammortizzatore sociale». «Si fanno carico delle inefficienze istituzionali - dice - si fanno carico di un problema gravissimo di cui i mezzi di informazione poco parlano, ovvero della disoccupazione giovanile. Un giovane su tre oggi è disoccupato e di tutto questo si fa carico la famiglia; così come dell'assistenza degli anziani che sono sempre più numerosi, delle persone con disabilità (7 casi su 10 sono totalmente a carico delle famiglie) ».
Questo Paese, se vuole davvero avere futuro e speranza deve ripartire da qui: «Anche perchè siamo i più vecchi al mondo. Gli stessi vescovi hanno parlato di suicidio demografico. Il Paese si sta davvero suicidando nella totale indifferenza di tutti».
Investire sulla famiglia dunque, vuol dire far crescere il Paese. La famiglia è una risorsa ma rischia di divenire un problema, per i giovani. «In cima ai desideri di tutti i giovani viene sempre, in ogni inchiesta che si fa, la famiglia - ricorda don Sciortino -. Che poi il loro desiderio venga a scontrarsi con la difficoltà di mettere su casa e tutto il resto è un problema che dobbiamo affrontare. Con la flessibilità del lavoro abbiamo in realtà nascosto la precarietà e non si può pensare alla famiglia in una situazione di precariato costante, perchè nessuno ti concede un mutuo, nessuno garantisce per te».
La colpa è di chi amministra? «Penso che vi siano diversi fattori. Abbiamo tolto alla famiglia anche il ruolo pubblico che aveva e che gli riconosce anche la Costituzione. I figli non sono un fatto privato ma il futuro di un Paese».
«Si vorrebbe che non vi fossero più distinzioni di generi - sottolinea -, in tanti documenti si invita a non parlare più di mamma o papà con i bambini a ed usare termini neutri, in modo tale che in questo lassismo e indifferenza ai valori possa passare di tutto. Che qualsiasi forma di unione possa essere spacciata per famiglia... ma se ogni forma di unione è famiglia allora niente più è famiglia».
Anche la Chiesa ha la sua responsabilità: «A mio parere deve ripartire dal punto di vista pastorale mettendo al centro la famiglia: non per nulla viene definita piccola chiesa domestica».
Che cosa direbbe ai giovani che non hanno il coraggio? «Nel biennio 2009-2010 ci sono stati 30mila matrimoni in meno e i giovani in situazioni di crisi preferiscono la convivenza perchè è più economico rispetto allo sposarsi. Le parole di speranza e di coraggio non bastano. Capisco la difficoltà in cui i giovani si trovano ma non bisogna per questo rassegnarsi. Non perchè la famiglia ha tanti problemi noi dobbiamo aggravarli».
Federico Frighi


27/05/2011 Libertà