lunedì 18 ottobre 2010

Addio a Simeoni, cuore e mente della mensa Caritas

Aveva nel sangue la passione per gli altri. Maurizio Simeoni, direttore della mensa Caritas è scomparso sabato all'età di 69 anni. Era una persona buona, una persona che era riuscita a farsi voler bene dai piacentini, molti dei quali divenuti nel tempo benefattori della mensa. Di seguito l'articolo sulla morte improvvisa. Oggi in Sant'Antonino l'ultimo saluto.

E' morto all'improvviso Maurizio Simeoni, 69 anni, responsabile della Mensa della Fraternirà della Caritas diocesana di Piacenza-Bobbio. E' stato colto da un malore nella sua abitazione di Landi. A dare l'allarme il direttore della Caritas, Giuseppe Chiodaroli, verso le 13 di ieri mattina. «Eravamo impegnati in un ritiro per la Missione Popolare alla Bellotta di Pontenure - racconta -. Maurizio non era venuto, e, cosa ancora più strana, non si era presentato neppure alla mensa di via San Vincenzo. Così ci siamo consultati e abbiamo deciso di avvisare i vigili del fuoco per potere entrare in casa, visto che a Piacenza non ha parenti». Una volta entrati nell'abitazione, i pompieri, assieme alla polizia, lo hanno trovato senza vita nel letto. Un malore fatale, secondo il medico che ha redatto l'atto di morte. Immediatamente la notizia si è diffusa in Caritas e in città dove Simeoni, pur essendo piacentino relativamente da poco, era riuscito a farsi voler bene da tanti. Era nato a Roma il 3 dicembre del 1940 ed aveva passato la vita sulle navi da crociera come chef prima, come responsabile delle cucine poi. Poi il suo arrivo a Piacenza e, 5 anni fa, la sua entrata in Caritas come volontario. Dal 2008 era diventato responsabile della Mensa della Fraternità. «Era una persona generosa e disponibile che ha dato anima, corpo, passione e intelligenza per la mensa - lo ricorda, commosso, il direttore della Caritas -, sempre presente. Attento agli ospiti e alle persone». «Un burbero buono - lo definisce Francesco Argirò, responsabile del settore Risorse Umane della Caritas - che non si fermava mai. Correva tanto, forse troppo e diverse volte abbiamo cercato di farrlo frenare un po'. Gli saremo per sempre grati». A Piacenza si era fatto molti amici e bastava che sollevasse la cornetta del telefono che i benefattori intervenivano. E' anche grazie a lui se la mensa non è rimasta mai senza pane e se si sono trovati i volontari per l'apertura serale. Lascia una figlia che, appresa la notizia, è arrivata da Roma ieri sera assieme al nipote. Questa sera alle ore 20, in Sant'Antonino, il rosario. Domani alle ore 16, sempre nella basilica, i funerali.
Federico Frighi


17/10/2010 Libertà

Ambulatorio Caritas, medici volontari cercansi

Non solo dentisti (di quelli c'è bisogno prima di tutto) ma anche medici specializzati in ecografie o magari psicologi che curino la nostalgia di chi a Piacenza è arrivato da un paese lontano. Sono le necessità sempre più impellenti dell'ambulatorio Caritas di via La Primogenita. Di seguito uno dei miei articoli scritti per Libertà.


(fri) Non solo dentisti, anche medici con specializzazioni varie, ad esempio psicologi, e persone che si occupino dell'accoglienza. Per continuare a funzionare l'ambulatorio Santa Caterina ha bisogno di nuovi volontari. Nell'appartamento al pian terreno di via La Primogenita 8, la Caritas diocesana ha allestito uno studio dentistico, uno medico, una sala di attesa, una reception, con due bagni di servizio. Allo stato attuale il personale è formato da tre dentisti e da tre medici, tutti volontari. Assieme a loro un'assistente alla poltrona (l'unica retribuita) e volontari Caritas come accoglienza. Il tutto riesce a funzionare con 16mila euro l'anno sborsati dalla Caritas diocesana e utilizzati soprattutto per i materiali di consumo. «Se è necessario trovare con urgenza un nuovo dentista volontario - osserva il responsabile dell'ambulatorio, Franco Milani -, se se ne presentano altri non li rimandiamo a casa. Una volta avevamo 7 o 8 odontoiatri e potevamo affrontare il servizio con maggiore turnazione. Tempo fa avevamo anche uno psicologo: una presenza che ci aveva permesso di fornire un punto di riferimento per gli stranieri costretti ad abbandonare la loro terra e a vivere in un paese lontano». «Se avessimo altri specialisti, potremmo attivare nuovi servizi - continua -. Ad esempio abbiamo un ecografo portatile ma nessuno che possa fare le ecografie. Poi servono medici donna: la loro presenza è fondamentale per prendere in cura il pubblico femminile che tradizionalmente rifiuta di essere visitato da medici uomini».
«L'ambulatorio si inserisce in un insieme di servizi che la Caritas mette a disposizione delle persone in difficoltà - osserva Francesco Argirò -. La ricaduta sul territorio è importante perchè va a servire una fascia di intervento scoperta. L'accesso alle cure è garantito a tutti, ma in realtà solo in teoria». Una struttura ambulatoriale come quella della Torricella per Piacenza rappresenta un'eccellenza nel settore dei servizi alla persona. «Quello sanitario è uno sei servizi che meno vengono associati alle Caritas - evidenzia Massimo Magnaschi -. In realtà ogni Caritas delle grandi città ha un ambulatorio. Un fatto che impone una riflessione sull'attenzione che la Chiesa mette sul versante sociale e sanitario».


12/10/2010 Libertà

Ambulatorio Caritas, il brivido dell'Africa in via Primogenita

Servono dentisti volontari per l'ambulatorio Caritas di via Primogenita a Piacenza. Qui l'Africa è di casa e non c'è bisogno di fare chilometri su aerei per raggiungere posti sperduti come Medici senza frontiere o Emergency. Forse sarà un po' meno esotico, ma l'ambulatorio Caritas di Piacenza è ugualmente in prima linea e promette eguali brividi professionali. Di seguito l'articolo scritto su Libertà.


L'ambulatorio dentistico della Caritas diocesana rischia di dover ridurre del 50 per cento il proprio servizio a partire dalla prossima settimana. Il motivo? Mancano gli odontoiatri volontari. Dai tre di oggi si ridurranno a due, portando l'organico sotto il minimo sopportabile. Il timore per una situazione che produrrebbe effetti deleteri per i più poveri ma anche per la totalità della cittadinanza piacentina è stato espresso dal direttore Caritas, Giuseppe Chiodaroli, assieme al responsabile dell'ambulatorio, Franco Milani.
Ieri pomeriggio, nella sede dell'ambulatorio Santa Caterina (via Primogenita, 8) si è fatto il punto, presenti anche l'odontotecnico volontario Raffaele Pancini, il responsabile dell'area Risorse umane della Caritas, Francesco Argirò, e il responsabile dell'area Promozione Caritas, Massimo Magnaschi. «Da sabato 23 ci verrà a mancare uno dei nostre tre odontoiatri volontari - spiega Milani - quello del sabato, il giorno più gettonato dai frequentatori dell'ambulatorio». Il Santa Caterina è una delle strutture della Caritas diocesana probabilmente tra le meno conosciute dal grande pubblico. Eppure, nella sede della canonica della Torricella, svolge un lavoro prezioso. Nel solo 2009 ha contato 1.200 interventi di medicina di base ed odontoiatri. I pazienti sono persone indigenti non in grado di accedere al servizio di salute pubblica, soprattutto extracomunitari. Attualmente le visite sono fissate al lunedì mattina, al venerdì mattina e al sabato pomeriggio, con una media di otto accessi al giorno, urgenze escluse. «Il sabato è il giorno delle badanti, dei manovali, l'unico loro momento libero durante la settimana - spiega il dottor Pancini (assieme a Marina Torsello l'unico odontoiatra rimasto) -, è qui che si concentra il grosso del lavoro settimanale. Saremo costretti a dimezzare il servizio». All'ambulatorio dentistico accedono persone dai 4 agli 80 anni di età. Di ogni provenienza geografica: Marocco, Algeria, Egitto, Brasile, Albania, Moldavia, Ucraina, Romania, Polonia, Ecuador, Cina sono per citare alcuni stati.
La patologia principale è di urgenza: estrazione o devitalizzazione. «Ci si trova di fronte a situazioni veramente indicibili e con sofferenze incredibili - osserva Pancini -. Facciamo anche un servizio di prevenzione: chi finisce le cure viene richiamato ogni sei mesi». Assieme all'odontoiatra c'è sempre un volontario della Caritas con funzioni di accoglienza e di filtro. «Prima che paziente, chi è arriva è una persona - osserva Milani - dunque viene inserito in un processo di accoglienza tenendo conto delle sue caratteristiche sociali ed anche economiche, visto che qui le prestazioni sono del tutto gratuite». L'unica stipendiata è l'assistente alla poltrona che, per motivi organizzativi, non può essere una volontaria. L'attuale assistente, poi, è di origini arabe ed in grado di comprendere le lingue mediorientali, i vari dialetti, nonchè il francese. Oltre allo studio dentistico ne esiste anche uno medico, sempre nella medesima sede della Torricella, dove operano come volontari Caritas i medici Ruggerini, Carrara e Francalanci. «Il nostro è un servizio anche a favore di tutta la popolazione - ci tiene a dire Milani -. Lo straniero che arriva qui, se non si cura, rischia di trasmettere agli altri malattie e virus riproducibili».
Federico Frighi


12/10/2010 Libertà