martedì 31 agosto 2010

Samaritano, un centro per imparare l'essenziale

La solidarietà piacentina è divisa in mille rivi e molto spesso la mano destra non sa che cosa fa la sinistra. A volte è un bene, altre volte meno. Con la nascita del Centro Samaritano, la Caritas diocesana di Piacenza-Bobbio sta pensando ad una vera e propria cittadella della solidarietà, dove le generazioni presenti e quelle future si incontrino e possano apprendere uno stile di vita più sobrio ed essenziale. Qui sotto riporto l'articolo che ho scritto su Libertà.

La Soprintendenza per i beni architettonici e paesaggistici di Parma e Piacenza ha dato il suo benestare al progetto esecutivo. Il Centro Samaritano, una sorta di cittadella della solidarietà, potrà nascere in pieno centro storico, nelle vecchie officine della caserma Cantore, debitamente ristrutturate e riattate nel pieno rispetto dei vincoli artistici. La lettera firmata dall'architetto Luciano Serchia arriva dunque come ultimo tassello di un complesso iter che ha portato la Caritas diocesana ad ottenere la concessione dal Demanio per 19 anni.
«Il prossimo autunno - spiega il direttore, Giuseppe Chiodaroli - metteremo la prima pietra, poi speriamo che la città ci dia una mano concreta, visto che dobbiamo finire tutto entro due anni». «Il Samaritano sarà un luogo fisico - continua - dove si potrà toccare con mano la possibilità di recuperare il nostro spreco quotidiano e il suo riutilizzo per le persone che si trovano in difficoltà, ma nello stesso tempo avrà una funzione educativa per le giovani generazioni verso uno stile di vita sobrio». «Puntiamo anche sul recupero dei saperi - evidenzia Francesco Argirò, responsabile area promozione umana Caritas e coordinatore dei servizi -. Vorremmo che le persone che magari si trovano in difficoltà, attraverso i nostri laboratori, possano recuperare gli stili del lavoro con il relativo inserimento in società. La persona si aiuta quando recupera dignità. La dignità arriva quando c'è l'autonomia».
Il lavoro da fare non è di poco conto. Tre sono i capannoni: due danno su via Giordani e sono i più malridotti; il terzo si affaccia sul cortile della palestra Lomazzo, il lato in cui, all'angolo con via Giordani, sarà posizionato l'ingresso del centro. Nel primo locale sorgerà il guardaroba. Sarà possibile lavare i capi di abbigliamento che vengono donati ed eventualmente ripararli, anche attraverso la creazione di corsi di formazione per giovani che vogliono imparare il mestiere. Tutto questo accanto allo stoccaggio, alla selezione e alla distribuzione gratuita dell'abbigliamento usato. E' anche previsto uno spazio per la cessione contro offerta libera di abbigliamento usato non adatto alla distribuzione gratuita alle persone indigenti.
Nel secondo capannone che si affaccia su via Giordani troverà posto il magazzino mobili. La Caritas riceve periodicamente mobili da Ikea a titolo gratuito che utilizza direttamente o mette a disposizione di chi ne ha bisogno. Privati mettono inoltre a disposizione attrezzature per bambini. Potrebbe poi riprendere la raccolta di mobili usati da tempo interrotta mancando gli spazi e il personale. In un laboratorio apposito i giovani potranno imparare il montaggio, lo smontaggio e la riparazione dei mobili.
Il terzo capannone - quello che si affaccia sulla Lomazzo - è in condizioni migliori e sarà verosimilmente il primo ad aprire. Ospiterà due magazzini viveri. Uno per lo stoccaggio dei prodotti alimentari di Agea con la dotazione di almeno tre celle frigorifere per i surgelati che oggi come oggi la Caritas non è in grado di ricevere. Va detto che la Caritas riceve attualmente prodotti alimentari anche da privati e ditte e che talvolta è costretta a rifiutarli per mancanza di locali adatti allo stivaggio ed alla conservazione. L'altra porzione di magazzino è riservata a "Piacenza solidale" che raccoglie prodotti alimentari in scadenza da vari supermercati e li distribuisce gratuitamente a vari enti caritatevoli.
Infine l'area cortilizia. Oggi, nonostante il lavoro dei volontari Caritas, è ridotta ad una sorta di selva oscura con rovi, ed erbacce di ogni sorta a fare da nascondiglio ad una fauna non proprio da compagnia: ratti, bisce e insetti vari. Vi prenderà il posto una tensostruttura per ospitare i ragazzi delle scuole medie che periodicamente vanno in visita alla Caritas diocesana.
Per la città si apre una nuova sfida.
Federico Frighi


Libertà, 19/08/2010