sabato 21 marzo 2009

Preghiera e digiuno per i missionari martiri

Piacenza - Martedì prossimo 24 marzo, il Centro missionario diocesano propone anche a Piacenza una giornata di preghiera e di digiuno per i missionari martiri del nostro tempo. In particolare il programma prevede, nella basilica cittadina di Sant’Antonino, dalle 16 alle 18, l’adorazione eucaristica guidata dalle suore di Sant’Anna per la prima ora (16-17) e della suore scalabriniane per la seconda (17-18). Alle 18 il vescovo mons. Gianni Ambrosio presiederà la celebrazione di una Messa. Dalle 20,30 alle 6,30 del giorno seguente continuazione dell’adorazione eucaristica presso la Casa della Carità in via Vescovado.
Come detto si pregherà per tutti i martiri cristiani degli ultimi tempi. Solo nel 2008 la Chiesa cattolica ha registrato venti martiri: 1 arcivescovo, 16 sacerdoti, 1 religioso e 2 laici uccisi per motivi religiosi in Asia (4 India, 1 Iraq, 1 Sri Lanka, 1 Nepal, 1 Filippine), America (2 Messico, 1 Colombia, 1 Venezuela, 1 Brasile), Africa (2 Kenya, 1 Guinea Conakri, 1 Nigeria, 1 R.D.Congo) ed Europa (2 Russia).
La Chiesa piacentina ricorderà in particolare suor Leonella Sgorbati, nata a Gazzola nel 1940 e uccisa a Mogadiscio in Somalia il 17 settembre 2006. Questa in breve la sua scheda biografica. Nel 1963 entra a far parte delle Suore Missionarie della Consolata e prende i voti perpetui nel novembre 1972, dopo aver frequentato la scuola infermieri in Inghilterra. Nel 1972 si trasferisce in Kenya, dove presta servizio alternativamente al Consolata Hospital Mathari, Nyeri, e al Nazareth Hospital di Kiambu vicino a Nairobi.
Nel 1983 inizia gli studi superiori di scienze infermieristiche e nel 1985 diviene tutor della scuola infermieri del Nkubu Hospital, Meru. Nel novembre 1993 viene eletta superiora regionale delle Suore Missionarie della Consolata del Kenya. Dopo questo incarico, durato sei anni, si trasferisce all'ospedale di Mogadiscio, per studiare la possibilità di aprire una scuola infermieri nell'ospedale retto dall'organizzazione SOS Children's Village. La scuola viene aperta nel 2002, con l'operato di suor Leonella. Le prime 34 infermiere prendono il diploma nel 2006.
Per formare altri tutor per la scuola infermieri, ritorna in Kenya con tre nuove infermiere diplomate per iscriverle ad un corso della scuola medica. Al ritorno incontra difficoltà ad ottenere un visto per il rientro a Mogadiscio, per le nuove regole previste dalle corti islamiche che ora controllano la città e i suoi dintorni. Rientrata a Mogadiscio il 13 settembre 2006, il 17 settembre successivo viene uccisa all'esterno dell'ospedale pediatrico, assieme alla guardia del corpo.


Comunicato stampa diocesi Piacenza-Bobbio

Il vescovo Merisi a Piacenza: meno consumi voluttuari

Piacenza - Monsignor Giuseppe Merisi, vescovo di Lodi e presidente della Caritas Italiana, a Piacenza ha ribadito ciò che in questo momento sta a cuore a tutta la Chiesa, papa Benedetto XVI compreso. «Il tema della crisi economica è all’ordine del giorno in tutte le diocesi - dice monsignor Merisi - Da me a Lodi c’è il problema dell’Unilever di Casalpusterlengo. La Caritas Italiana incoraggia le diocesi a fare in modo che in ogni realtà ci sia una risposta alla perdita del lavoro da parte delle famiglie». Il vescovo Morisi evidenzia poi come la risposta di Piacenza-Bobbio con il fondo di solidarietà sia la strada giusta da seguire: «Il fondo corrisponde alle esigenze e alle attese del nostro territorio in cui c’è l’esigenza di tener conto di tanta gente che perde il posto di lavoro e che vede a rischio il suo futuro». Perchè tanta mobilitazione da parte della Chiesa? «Ci sono iniziative della società civile e delle diocesi - evidenzia il presidente della Caritas Italiana -. È importante che tutti si impegnino e che ci siano sinergie per evitare doppioni; è però necessario che quelle che sono proprie della comunità cristiana mantengano la loro caratteristica propria. Questa crisi è anche un’occasione per fare una riflessione: il Papa e la Cei insistono su due vocaboli: solidarietà e sobrietà. Non si tratta di diminuire i consumi, ma solo di pensarli in modo coerente con le necessità: meno consumi voluttuari ma più investimenti per uno sviluppo sostenibile con l’ambiente e la presenza sociale».
fri

Il testo integrale su Libertà del 20 marzo 2009