mercoledì 21 gennaio 2009

Da Parma una volta al mese arriva l'esorcista

Piacenza - Ha iniziato in sordina, senza farsi troppo notare, ma è stato sufficiente che sulle locandine ci fosse scritto “esorcista” perché nella piccola chiesa di San Giuseppe, all’Ospedale, non si entrasse più dalla gente che c’era. Sarà così, verosimilmente, anche tra due giovedì, il 29 gennaio, quando don Pietro Viola, esorcista della diocesi di Parma, tornerà a Piacenza per la consueta messa di guarigione organizzata dalla cappellania dell’ospedale civile in accordo con la Curia. Visti i problemi di salute e l’età avanzata dell’esorcista titolare della diocesi di Piacenza-Bobbio (monsignor Gianbattista Lanfranchi, 87 anni, parroco di Seminò) contro “l’odore di zolfo” si corre dunque ai ripari con una sorta di consulente esterno. Il desiderio dei vertici della diocesi piacentina è di individuare al più presto una nuova figura di esorcista titolare da affiancare all’attuale. Un’operazione non facile visto che le candidature per una mansione come questa scarseggiano. Nell’attesa si ricorre anche all’“esorcista a domicilio”.
«Nella mia parrocchia in diocesi di Parma - osserva don Viola - arriva gente da Cremona, Reggio Emilia e anche da Piacenza. Non è per sfiducia negli esorcisti diocesani. Il problema è che coloro che realmente hanno bisogno le provano tutte pur di stare bene». Non è tutto zolfo quello che si odora: «Noto molti casi di depressione, esaurimento nervoso, tristezza cronica; per più della metà delle persone che arrivano il problema è di questa natura» precisa don Viola. Il diavolo comincia ad essere visibile solo nei casi più gravi: «Per esempio la gente che ha partecipato alle sedute spiritiche. Queste persone è come se avessero stretto un patto col diavolo e poi ci sono rimaste incastrate. Alcuni non riescono più a tirarsi fuori. Il diavolo trova terreno fertile, in generale, quando le famiglie non sono cristiane o sono poco praticanti. Quando vado nelle case oggi sono sempre meno i simboli religiosi, è come se non ci fosse alcuna difesa». Emicrania e mal di stomaco persistenti ed inspiegabili per gastroenterologi e neurologi a volte, per l’esorcista, possono essere un sintomo di presenza demoniaca. Tuttavia, anche tra il clero molti sono scettici nei confronti di questa lettura delle cose: «Guardi, anch’io quando arriva una persona non ci credo per principio. So solo, però, che pregando e avendo fiducia, Dio può salvarti». Certi segnali, per don Viola, sono inequivocabili: «Qualcuno dà proprio segni di presenza demoniaca. Durante il rito dell’esorcismo cade a terra senza forze, ha conati di vomito. Questo è un segnale».A Piacenza non ha effettuato alcun esorcismo e ci tiene a precisarlo. Non viene nella chiesetta dell’ospedale con questo scopo e comunque occorrerebbe il permesso del vescovo caso per caso. Tuttavia alla fine di ogni celebrazione chiama coloro che dicono di avere necessità di un’assistenza particolare. Tutti insieme, per una preghiera comune.«La sacrestia è sempre strapiena e ci sono 20-25 persone a volta - dice don Pietro -. Segno che anche a Piacenza si vive una situazione di ricerca e di disagio». Un consiglio. «Di non aver paura: alla fine è Dio che permette il diavolo. Satana cerca il nostro male ma non ci riesce. Quello che Dio lascia fare è sempre per la tua santificazione spirituale». Alla fine insomma, questo diavolo non è poi così diavolo come lo si dipinge.
Federico Frighi

Il testo integrale su Libertà del 21 gennaio 2009