venerdì 5 dicembre 2008

Don Noberini nuovo presidente di Africa Mission

Piacenza- Rinnovo delle cariche per il consiglio direttivo di Africa Mission, che nei giorni scorsi ha nominato i componenti del comitato che resterà in carica per il prossimo triennio. Il presidente è don Maurizio Noberini, parroco della chiesa cittadina di S. Franca, dal 2003 referente per la diocesi di Piacenza dell’associazione, cui è vicino - grazie all’amicizia che lo legava a don Vittorione - sin dalla sua fondazione. Per la prima volta nella sua storia, il movimento di laici cristiani viene guidato da un sacerdote. Il ruolo di vicepresidente è stato assegnato a Giovanni Paci, storico volontario di Africa Mission, impegnato presso la sede di Pesaro. Giuseppe Ciambriello, di Bucciano (Bn), ha il ruolo di segretario e tesoriere, mentre i consiglieri sono il medico Giorgio Buoso di Mogliano Veneto (Tv) e don Francesco Cattadori, attualmente parroco a Saliceto di Cadeo, già tra i fondatori del Movimento. Il neo presidente, don Maurizio Noberini, ha compiuto il suo primo viaggio in Uganda il mese scorso, ma il legame con il movimento è di lunga data. Ordinato sacerdote nel 1976 da monsignor Enrico Manfredini, don Maurizio era ancora seminarista quando conobbe don Vittorio Pastori, instaurando con lui un rapporto di profonda e sincera amicizia che proseguì nel tempo. Don Noberini prende il posto di Carlo Brenno Manfredini. Carlo Manfredini, nato a Milano 66 anni fa, di cui 14 interi di servizio spesi in Africa nel volontariato internazionale, fratello di monsignor Enrico Manfredini, vescovo di Piacenza prima, arcivescovo di Bologna poi, è stato presidente di Africa Mission per il triennio 2006-2009. In precedenza aveva ricoperto diversi incarichi all’interno del movimento e di Cooperazione e Sviluppo.
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Il testi integrale su Libertà di oggi 5 dicembre 2008

Parrocchie in rosso, prestiti non restituiti per oltre 1 milione di euro

Piacenza - È profondo rosso per i bilanci parrocchiali. L’allarme è stato lanciato ieri mattina nel corso del consiglio presbiterale che all’ordine del giorno avrebbe dovuto avere anche una riflessione sui rapporti tra la Chiesa e i mezzi di comunicazione ma che, vista la situazione, è stato interamente dedicato ai conti diocesani. A quanto si è appreso da fonti dirette e confermato da una nota ufficiale della curia, monsignor Gianni Ambrosio è apparso seriamente preoccupato della situazione economica di alcune parrocchie (almeno una decina). Si è fatta pure una stima dei prestiti erogati dalla Curia e non ancora rientrati. La cifra deve essere ancora confermata ma si parla di un milione e 600mila euro.
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Il testo integrale su Libertà di oggi, 5 dicembre 2008


Olivero: giovani patrimonio dell'umanità

Piacenza - I giovani, la scuola e la ricerca come patrimonio dell’umanità. È la proposta che Ernesto Olivero, fondatore del Sermig, farà al Governo Berlusconi quando la situazione politica sarà un poco più calma. Lo ha annunciato ieri sera durante il suo applaudito intervento nel convegno organizzato dallo Svep in occasione della Giornata mondiale del volontariato. Il perché Olivero lo spiega molto bene: «È più importante Carlotta (una ragazza di 20 anni ieri in prima fila nel salone degli Scalabriniani, ndr.) o la Gioconda di Leonardo da Vinci? Io non ho dubbi: Carlotta». Olivero, 68 anni, è un ex bancario, sposato e con tre figli, che ad un certo punto della sua vita ha lasciato tutto per fondare il Sermig, il Servizio missionario giovani che ha sede a Torino nell’Arsenale della pace. Da allora (era il 1964) ha dato assistenza a immigrati, tossicodipendenti, alcolizzati, malati di aids e senza tetto nell’ordine delle centinaia di migliaia persone.
Sono proprio i giovani, secondo Olivero, i più poveri di oggi. «Ma quanti giovani devono ancora schiattare, magari di droga, perché il mondo si fermi?» si chiede. «Chi dice che i giovani sono il nostro futuro mente sapendo di mentire - sbotta -. Noi abbiamo fatto un’inchiesta dalla quale emerge che il 97 per cento dei giovani non ha fiducia in nessuna istituzione. L’85 per cento ha paura di vivere in questa società. Non solo: ci hanno detto che si sentono circondati dalla violenza». «Con un patrimonio così importante - dice - noi del Sermig ci siamo intestarditi a mettere i giovani al primo posto. Loro ci chiedono umiltà e verità». Il grande sogno nella mente e nel cuore di Olivero è di invitare Benedetto XVI, Obama, Sarkozy, i grandi scienziati, «non a parlare ma ad ascoltare le vere storie dei giovani. Guardate che qui non c’è del qualunquismo; è il mondo degli adulti e della finanza che deve cambiare. Lo hanno costruito troppo arido». «Non è possibile - evidenzia - che ci siano stipendi di decine di miliardi all’anno. Ma come mai i sindacati, la destra o la sinistra, il vescovo di turno non reagiscono? Di fronte a questo menefreghismo, per forza che i giovani si inventano le nuove droghe».
«Bisogna amarli perdutamente i giovani - incita Olivero -. Se noi siamo cristiani ce ne deve importare, perché l’altro è fondamentale per la nostra eternità, la nostra felicità».
All’incontro ha portato il suo indirizzo di saluto il vescovo Gianni Ambrosio, amico personale di Ernesto Olivero.
«Un uomo di coraggio e con un entusiasmo contagioso - l’ha definito il vescovo -. Uno che sembra voler cercare apposta i problemi irrisolvibili. Sembra che cerchi ogni volta l’ostacolo più alto per superarlo. E alla fine ci riesce».
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Il testo integrale su Libertà del 4 dicembre 2008