martedì 6 ottobre 2009

Il vescovo Ambrosio a Danzica per la Comece

Il vescovo mons. Gianni Ambrosio partecipa alle "Giornate sociali cattoliche per l'Europa" in programma a Danzica, Polonia, dall'8 all'11 ottobre prossimi. Si tratta di un primo appuntamento del genere che vedrà riuniti seicento delegati, molti giovani, provenienti da tutti i Paesi europei. Mons. Ambrosio interviene come esponente della Comece (organismo che riunisce gli episcopati europei); con lui altri due vescovi italiani: mons. Arrigo Miglio di Ivrea, presidente del comitato scientifico delle Settimane Sociali (vi fa parte anche mons. Ambrosio) e mons. Giuseppe Merisi, vescovo di Lodi, presidente della Caritas ittaliana.

Mons. Gianni Ambrosio, che in altre occasioni non ha mancato di manifestare le sue perplessità sull'attuale situazione dell'Europa, questa volta partecipa alle giornate di Danzica con molte speranze. "Mi attendo molto - precisa con decisione - perchè le Giornate Sociali si avvalgono dell'apporto di tutte le Chiese cristiane ed anche perchè vi è una larga partecipazione dei giovani. Penso che da Danzica si possa rilanciare la casa comune europea che ultimamente ha potuto contare anche sul referendum irlandese".

Mons. Ambrosio, alla vigilia della sua partenza per la città polacca, parla pure della necessità che l'Europa trovi la sua dimensione di carità e di solidarietà, che riscopra - in altre parole - la sua anima cristiana.
L'ottimismo del Vescovo deriva anche dalla scelta della sede di queste Giornate Sociali: Danzica è una città dal forte significato siombolico. Qui nel 1939 ha avuto inizio la seconda guerra mondiale; qui nel 1989 vi è stata la fine del regime comunista nell'Europa centrale e dell'Est; qui nel 1979 vi è stata la prima visita del Papa Giovanni Paolo II al suo paese natale, visita dalla quale ebbe origine proprio a Danzica il movimento sociale Solidarnosc, destinato ad unire milioni di polacchi.

Comunicato stampa diocesi di Piacenza-Bobbio

Oratori, servono più risorse dai Comuni

Ci sono ambiti dell’agire sociale per i quali il lavorare “in rete” non è una strategia, ma una necessità. Uno di questi è certamente l’ambito educativo. Sempre più spesso ne sentiamo parlare, ci interroghiamo e facciamo analisi, si abbozzano ipotesi per il futuro, si tentano nuove strade. Tutto importante. Non dobbiamo però dare per scontato che i nuovi problemi necessitino unicamente di nuove risposte. A volte la tradizione e la buona prassi di alcune esperienze vengono dimenticate o, per lo meno, non valorizzate nel giusto modo.
Nel marzo del 2005 il Comune di Piacenza e la Diocesi di Piacenza-Bobbio firmarono un Protocollo d’Intesa per la promozione e la valorizzazione della funzione sociale ed educativa degli oratori e dei centri di aggregazione parrocchiali. La firma di questo protocollo non ha avuto solo il grande merito di riconoscere il lavoro, importante anche sul piano sociale, che svolgono le parrocchie nei confronti dei giovani, ma anche di stimolare i responsabili e gli educatori degli oratori e dei centri di aggregazione parrocchiali ad elevare la qualità della loro proposta.
La bontà di questo protocollo appare proprio nella duplice valenza che dovrebbe avere ogni collaborazione tra pubblico e privato: riconoscimento e sostegno dell’azione del privato, da un lato, ma anche continuo stimolo al suo miglioramento, dall’altro.
Possiamo dire che in questi cinque anni il Protocollo d’intesa ha dato esiti decisamente positivi.
Il numero e la qualità dei progetti sono aumentati progressivamente durante questi cinque anni. Sono stati presentati progetti di formazione rivolti a giovani e genitori, progetti di aggregazione sociale e culturale, progetti di laboratorio teatrale e musicale, progetti di prevenzione primaria e universale per giovani e genitori; tutti progetti collocati nell’orizzonte pastorale, ma non riducibili a quest’ultimo.
Anche il numero delle persone coinvolte in questi progetti è andato via via aumentando: in totale, tra giovani, educatori e genitori, circa 6000 persone.
Dal 2005 le parrocchie coinvolte nell’orizzonte aperto dal Protocollo d’intesa sono state 20 e i progetti per i quali il Comune di Piacenza ha erogato i contributi previsti dal Protocollo stesso sono stati 54. Nel primo anno, il 2005, il contributo messo a disposizione dal Comune è stato di 15.000 euro, mentre dal 2006 il contributo è salito a 20.000. Il totale, quindi, dei contributi erogati in questi cinque anni è di 95.000 euro a fronte di una richiesta di 275.000 euro; i contributi erogati alle parrocchie a fronte dei progetti presentati sono stati quindi il 34% dei contributi richiesti.
Siamo consapevoli che la ricaduta positiva di questi accordi non deve essere valutata solo a livello finanziario; non sono i soldi che rendono creativo e significativo un progetto. E’ innegabile, però, che i mezzi agevolano la qualità degli interventi messi in campo.
Presumibilmente il prossimo anno aumenteranno sia le parrocchie sia i progetti presentati e quindi il numero di giovani potenzialmente raggiunti. Lo scorso anno il nostro Vescovo ha posto la “sfida educativa” al centro dell’attenzione della nostra comunità diocesana. Da parte loro le parrocchie si stanno impegnando con rinnovato entusiasmo, investendo risorse umane ed economiche. Il settore, che nel passato ha conosciuto momenti di grande vitalità, ha poi affrontato una parentesi di crisi dovuta a cambiamenti strutturali a cui è andata incontro anche la società piacentina. Ora si sta verificando un’inversione di tendenza e pertanto siamo grati a tutti coloro che si impegnano a sostenere i nostri sforzi, tra l’altro sempre più impegnativi.
La nostra speranza è che il circolo virtuoso innescato dalla firma del Protocollo d’Intesa nel 2005 non si interrompa, ma si incrementi, nella consapevolezza che, in ambito educativo, il mettersi “in rete” è decisivo.
Il consiglio direttivo dell’Associazione Oratori Piacentini.
Il presidente don Fabio Galli.

Appello Caritas per tsunami Filippine

La Caritas Diocesana di Piacenza-Bobbio lancia un appello alla popolazione piacentina a favore delle Filippine, Samoa e Sumatra, supportando l'azione di Caritas Italiana e della Conferenza Episcopale Italiana. Caritas Italiana ha subito risposto all’emergenza del tifone Ketsana, sostenendo Caritas Filippine (NASSA – National Secretariat for Social Justice and Peace). La direttrice Suor Rosanne Mallillin coordina gli interventi in loco e già parecchie migliaia di kit di prima emergenza sono stati distribuiti. I bisogni immediati riguardano sia generi alimentari che prodotti di prima necessità per gli oltre 600.000 senza tetto e a tutta la popolazione colpita dal tifone nelle Filippine, in Vietnam, Cambogia e Laos. Un appello d’urgenza è stato lanciato alla rete internazionale. La Conferenza Episcopale Italiana ha stanziato un milione di euro dai fondi otto per mille.
L’onda anomala che ha invaso le strade dell’isola di Samoa e di Tonga ha distrutto 70 villaggi, causando morti, dispersi e migliaia di ‘senza tetto’. “Siamo arrivati con i primi soccorsi entro 5-6 ore dallo tsunami – ha dichiarato il responsabile di Caritas Samoa Peter Bendinelli – ed abbiamo constatato un livello di devastazione davvero altissimo. I nostri camion partono carichi di cibo, acqua e vestiti, per tornare stipati di persone che hanno perso le loro case, malati e feriti”. La rete Caritas ha risposto al disastro in coordinamento con il Centro Pastorale di Apia, la capitale, con le Caritas locali di Samoa e di Tonga, e con la Chiesa locale. Molti edifici utilizzati per le attività pastorali sono stati adibiti a centri di pronto soccorso e assistenza medica. Resta alto il rischio di infezioni ed epidemie. Caritas Italiana è accanto alle Caritas locali sostenendone gli interventi in atto.
Il terremoto che ha colpito e messo in ginocchio l’isola indonesiana di Sumatra ha seminato distruzione e morte. Migliaia sono i feriti. Il network Caritas è già presente nei luoghi del disastro, nella zona di Padang. Gli interventi immediati riguardano la distribuzione di cibo, acqua pulita e alloggi temporanei. Secondo il direttore di Karina- Caritas Indonesia, Fr. Sigit Pramudji “Ci sono ancora molte persone intrappolate sotto le macerie. Una delle nostre maggiori preoccupazioni è che vi sono soltanto tre ospedali, due dei quali sono stati seriamente danneggiati dal sisma. Altre difficoltà derivano dal problematico accesso alla zona di Padang, e dalle comunicazioni ancora intermittenti.” Caritas Italiana è presente in Indonesia con i propri operatori, che si mantengono in stretto coordinamento con la Caritas nazionale e con gli altri membri della rete Caritas dando un apporto concreto in questa fase di emergenza. Anche per queste nuove emergenze in Indonesia e nelle isole Samoa, la Presidenza della CEI ha stanziato un milione di euro, invitando alla preghiera e a sostenere le iniziative promosse da Caritas Italiana.

Per sostenere gli interventi si possono utilizzare le seguenti modalità:
versamento presso i nostri uffici in Via Giordani, 21 a Piacenza dalle ore 9 alle 12 e dalle ore 15 alle 18
C/C bancario tramite Banca di Piacenza intestato a Fondazione Caritas Diocesana (causale “EMERGENZA OCEANO PACIFICO”) Iban: IT61 A 05156 12600 CC0000032157
Versamento con CartaSi e Diners telefonando a Caritas Italiana tel. 06 66177001 (orario d’ufficio).