domenica 5 settembre 2010

Se 80mila euro per il campetto della parrocchia sembran troppi

A messa, sulle panche della chiesa di Sant'Agata (Rivergaro), assieme agli utilissimi fogli de La Settimana, con le letture del giorno, c'erano oggi anche i depliant cartacei che illustravano come la parrocchia avesse avallato la ristrutturazione del campetto da calcio in erba sintetica dal costo complessivo di 80mila euro. Nel depliant si spiegava che con l'offerta di 50 euro si sarebbe realizzato un metro quadrato del nuovo campo polivalente (calcio e pallavolo). Non solo: gli offerenti avrebbero visto pubblicato in eterno il loro nome su di un cartello all'ingresso della struttura.
Bene. A parte l'opportunità o meno di chiedere soldi sulle panche della chiesa durante la messa, a parte l'opportunità o meno di distribuire gli stessi depliant nelle mani dei fedeli all'uscita della chiesa (nel caso si fossero dimenticati di quelli sulle panche), ebbene, a parte tutto questo, mi vengono in mente un altro paio di considerazioni.
Non capisco perchè, per giocare a calcio o a pallavolo in parrocchia ci vogliano 80mila euro. Si chiama un agricoltore fedele, ci si mette un po' di sementi, si convince un factotum fedele a realizzare un impianto di irrigazione a basso costo, e l'erba, dopo un mesetto, cresce come al Santiago Bernabeu.

Oltre ad essere più ecologico (erba al posto del sintetico), più economico, meno gravoso per i parrocchiani, chiamati a scucire altre 50 euro in un periodo difficile nel quale hanno sempre sostenuto, tra l'altro, il nuovo centro parrocchiale, oltre ad essere tutto ciò, l'erba è anche simbolo di uno stile di vita sobrio, mirato verso l'essenziale e le cose semplici, lontano dagli sprechi.
Un'ultima annotazione: nel Vangelo di oggi Gesù dice, tra l'altro:
... Chi di voi, volendo costruire una torre, non siede prima a calcolare la spesa e a vedere se ha i mezzi per portarla a termine? Per evitare che, se getta le fondamenta e non è in grado di finire il lavoro, tutti coloro che vedono comincino a deriderlo, dicendo: “Costui ha iniziato a costruire, ma non è stato capace di finire il lavoro”... (Lc 14,25-33). Spesso, nelle omelie, questo passo finisce in cavalleria.
Me ne si perdoni un'altra, di annotazione. Il vescovo Gianni Ambrosio, qualche mese fa, ha sostenuto la campagnia della Caritas Europea "Zero Poverty", apponendo la sua firma (la prima a Piacenza) alla petizione da consegnare ai governanti d'Europa. Subito dopo ha scritto ai parroci della diocesi di Piacenza-Bobbio, assieme alla Caritas diocesana, affinché nelle singole parrocchie si sostenesse tale campagna.

Mi sarei aspettato che mi chiedessero di offrire 50 euro per i poveri di Piacenza. Nessuno me lo ha chiesto.
Federico Frighi