mercoledì 14 gennaio 2009

Vescovo di Bergamo, Beschi (vice di Monari) vince il ballottaggio con il piacentino Lanfranchi

Piacenza - Manca ancora l’annuncio ufficiale ma il nuovo vescovo di Bergamo sarà monsignor Francesco Beschi, il vice di Luciano Monari a Brescia. Dunque niente da fare per il piacentino monsignor Antonio Lanfranchi che pure era uno dei favoriti della terna. La decisione è stata presa giovedì scorso nella plenaria della Congregazione per i vescovi, guidata dal cardinale Giovanni Battista Re. Papa Benedetto XVI sabato mattina ha confermato la nomina con la sua firma. Lanfranchi e Beschi erano stati scelti assieme al bresciano Domenico Sigalini (vescovo di Palestrina e assistente nazionale dell’Azione Cattolica) nella terna da presentare al Papa per scegliere il successore del vescovo di Bergamo Roberto Amadei, dimissionario per raggiunti limiti di età. Il ballottaggio tra il nuovo vice di Monari e il “vecchio” vicario generale è stato però vinto dal primo.Per il vescovo Lanfranchi la promozione è dunque rimandata. Di un anno e mezzo o poco più. Il prossimo novembre compirà i 75 anni l’arcivescovo di Modena Benito Cocchi, un’altra vecchia conoscenza piacentina, ricoprendo il ruolo di amministratore apostolico nell’interregno tra il vescovo Antonio Mazza e Luciano Monari. Con il pensionamento di Cocchi, Lanfranchi potrebbe essere nominato suo successore. Gli scenari del “fantaclero” potrebbero poi continuare con le voci sempre più insistenti di una promozione, anche qui tra un anno e mezzo o poco più, di Luciano Monari ad arcivescovo di Milano quando il cardinale Dionigi Tettamanzi andrà in pensione. Monari era già in terna per Milano quando fu scelto proprio l’attuale cardinale.
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Il testo integrale su Libertà del 14 gennaio 2009

Padre Segalini, da 32 anni in Africa

Piacenza - Padre Romano Segalini, 65 anni, missionario piacentino, si trova nella Repubblica democratica del Congo dal marzo del 1976. La sua attuale missione è a Dondi, un villaggio a 8 chilometri dalla città di Watsa, 50mila abitanti nel nord est del Congo. Bidonville i cui abitanti lavorano nelle miniere d’oro pagati, i più fortunati, 2 dollari al giorno. A Dondi-Watsa padre Romano ha aperto il centro di formazione pastorale e sociale Paolo VI. In vista delle elezioni del 2006 ha creato i gruppi giustizia e pace per aiutare la gente del posto a creare da sola il proprio futuro. Accanto al centro ha creato un istituto di veterinaria che ha già il terzo anno. Poi il piccolo ospedale Madre Teresa di Calcutta con 30 posti letto ma senza medici. Va avanti con una decina di infermieri, uno dei quali fa degli interventi chirurgici, cesari, laparatomie, ernie, cisti e via dicendo. Oltre all’Aids, a mietere vittime, a Dondi, è la malaria. Padre Romano ne è malato cronico da trent’anni. Il futuro, per la missione di padre Romano, è una scuola materna per i figli delle donne che vanno a lavorare nei campi e il progetto agricolo per formare i giovani che escono dall’istituto di veterinaria.
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Da Libertà dell'11 gennaio 2009

Padre Segalini e i ribelli, si muove la diplomazia

Piacenza - Si percorre la strada diplomatica per bloccare l’incursione dei ribelli antigovernativi alle porte della missione di padre Romano Segalini nel nord-est della Repubblica Democratica del Congo. Il vescovo Gianni Ambrosio ha contattato i vertici della Comunità di Sant’Egidio ed in particolare un sacerdote, don Matteo Zuppi, esperto conoscitore delle varie realtà africane e in quasi tutte le delegazioni della Chiesa cattolica ricevute dai vari capi di Stato e di Governo del continente nero. Il sacerdote tenterà di mettersi in contatto con i vertici dell’Lra (l’esercito di Liberazione del Signore), il gruppo di ribelli guidato dal sanguinario Joseph Kony che da quasi 20 anni imperversano nel nord Uganda, arruolando bambini e bambine a forza tra le file della milizia, saccheggiando e distruggendo villaggi e causando quasi 2 milioni di sfollati. L’Lra è giunto alle porte della missione del piacentino padre Romano Segalini a Watsa, nel nord della Repubblica democratica del Congo. I ribelli hanno ucciso almeno 400 persone con stupri e violenze di ogni genere. Padre Segalini ha chiesto aiuto al vescovo e ai parlamentari per scongiurare un attacco alla missione. Il capo della diocesi di Piacenza-Bobbio non ha perso tempo.
Il contatto con la Comunità di Sant’Egidio è stato facilitato anche grazie alla conoscenza diretta tra la Comunità e monsignor Ambrosio. Il vescovo, durante la sua permanenza romana come assistente ecclesiastico generale dell’Università Cattolica, ha partecipato a diversi incontri di preghiera della Sant’Egidio.
A ieri la situazione era in fase si stallo. Dall’Uganda, intanto, altri missionari si starebbero muovendo per un’azione diplomatica parallela. Tra questi il piacentino Roberto Gandolfi.
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Il testo integrale su Libertà del 13 gennaio 2009