sabato 9 febbraio 2013

Ambrosio: notizia bene prezioso

(fri) «La notizia, come le Tavole della legge, è un bene prezioso che viene trasmesso». Il vescovo Gianni Ambrosio fa una sorta di prologo al suo intervento sull'eredità del Concilio Vaticano II, in particolare sulla Gaudium et spes. E' vero che è un pastore ma è anche vero che è pure giornalista tra giornalisti. Così non si lascia sfuggire l'occasione. «Fa parte della realtà umana accogliere la vita e trasmetterla» evidenzia riprendendo l'esempio di Mosè, delle Tavole e di Aronne, citato da Zavattaro nell'articolo sopra. «Ecco perchè il lavoro del giornalista è un lavoro essenziale e prezioso» commenta il vescovo. In precedenza, neanche a farlo apposta, Carla Chiappini, vice presidente dell'Ordine dei giornalisti dell'Emilia Romagna aveva stilato un sintetico bilancio dei provvedimenti disciplinari 2012 contro i "catari" della notizia: una radiazione, due sospensioni, due censure, tre avvertimenti orali.


Il vescovo va oltre e, nell'Anno della Fede, nel cinquantesimo del Vaticano II, mette in evidenza l'importanza della Costituzione pastorale Gaudium et Spes. «E' soprattutto grazie ad essa - rivela Ambrosio - che la Chiesa si presenta all'uomo di oggi come il popolo di Dio che annuncia e testimonia l'amore di Dio per il mondo. È un grande "annuncio di vita e di speranza", come disse Giovani Paolo II nel suo discorso commemorativo. Così pure è molto rilevante l'influsso della Gaudium et Spes nel favorire la partecipazione attiva del laicato cattolico alla vita della Chiesa e all'animazione evangelica delle realtà temporali».

Il vescovo fa notare in primo luogo la novità per la storia della Chiesa: «Mai è stata promulgata una Costituzione pastorale. È "pastorale" nel senso che la Costituzione è "basata sui principi dottrinali", ma intende esporre l'atteggiamento della Chiesa verso il mondo e gli uomini d'oggi.

Questa Costituzione, a differenza di ogni altra, non espone soltanto principi generali di fede, ma si esprime anche in merito a questioni concrete del mondo contemporaneo. Parla della pace e della guerra, fino ad evocare la guerra nucleare. Tratta del lavoro e dell'economia, si sofferma sulla scienza e sulla cultura, sul matrimonio e sulla famiglia. Affronta le questioni del mondo, i problemi della vita odierna per aiutare gli uomini a capire ciò che è in gioco in quell'ambito della vita».

Non solo. «Questo documento non si rivolge soltanto ai fedeli, ma a tutta la famiglia umana - prosegue Ambrosio -. Però bisogna fare attenzione. Alcuni dicono che questo documento tratta del rapporto tra la Chiesa e il mondo. Non è esatto. La Chiesa non si pone davanti al mondo, ma comprende se stessa come una realtà facente parte del mondo, in solidarietà con gli uomini».

La ragione del tutto: «Tutta la storia umana ha come fine Cristo, è la ragion d'essere del cosmo e del mondo. Cristo è il centro della Chiesa e la missione della Chiesa è annunciare e testimoniare questa verità».

Inizia citando Giovanni Paolo II e chiude con un'altra citazione del papa polacco: "Bastano questi rapidi cenni per sottolineare l'amplissimo orizzonte nel quale si muove la Gaudium et spes. Con essa la Chiesa ha voluto davvero abbracciare il mondo. Guardando agli uomini nella luce di Cristo, essa ha saputo coglierne gli aneliti profondi e i bisogni concreti. Ne è risultata una specie di "magna charta" dell'umana dignità da difendere e da promuovere".





27/01/2013 Libertà