sabato 9 febbraio 2008

Ambrosio vescovo, un rito carico di simboli

Ordinazione Episcopale

INVOCAZIONE ALLO SPIRITO SANTO In apertura dei riti di ordinazione viene invocato il Spirito Santo, preludio alla preghiera consacratoria, cuore del rito, quando lo Spirito di Dio prenderà possesso dell’eletto. Tutti rimangono in piedi; si canta l’inno Veni creator.

PRESENTAZIONE DELL’ELETTO Ha luogo ora la presentazione dell’eletto e la lettura del mandato del Papa. Il mandato del Papa autorizza l’ordinazione del nuovo vescovo ed è segno di comunione con la sede di Pietro e quindi con la Chiesa universale. Un Presbitero si rivolge al vescovo ordinante principale con queste parole:

R everendissimo Padre, la santa Chiesa cattolica chiede che sia ordinato vescovo il presbitero…. Il Celebrante lo interroga, dicendo: A vete il mandato del Papa?

Il presbitero richiedente risponde: S ì, lo abbiamo.

Il vescovo ordinante principale dice: S e ne dia lettura.

Tutti siedono; viene letto il mandato.

BENEDETTO VESCOVO SERVO DEI SERVI DI DIO ……..

A lettura finita, tutti in segno di assenso rispondono: Deo Gratias

OMELIA Tutti rimangono seduti. Quindi il vescovo ordinante principale tiene l’omelia nella quale illustra le letture e parla ai presenti e all’eletto sul ministero del vescovo. Su tale argomento può dire le seguenti parole o altre simili.

F ratelli e figli carissimi, riflettiamo attentamente a quale alta responsabilità ecclesiale viene promosso questo nostro fratello. Il Signore nostro Gesù Cristo, inviato dal Padre a redimere gli uomini, mandò a sua volta nel mondo i dodici apostoli, perché pieni della potenza dello Spirito Santo, annunziassero il Vangelo a tutti i popoli, e riunendoli sotto l’unico pastore, li santificassero e li guidassero alla salvezza. Al fine di perpetuare di generazione in generazione questo ministero apostolico, i Dodici si aggregarono dei collaboratori trasmettendo loro, con l’imposizione delle mani il dono dello Spirito ricevuto da Cristo, che conferiva la pienezza del sacramento dell’Ordine. Così, attraverso l’ininterrotta successione dei vescovi nella tradizione vivente della Chiesa, si è conservato questo ministero primario e l’opera del Salvatore continua e si sviluppa fino ai nostri tempi. Nel vescovo circondato dai suoi presbiteri è presente in mezzo a noi lo stesso Signore nostro Gesù Cristo, sommo sacerdote in eterno. È Cristo infatti che nel ministero del vescovo continua a predicare il Vangelo di salvezza e a santificare i credenti mediante i sacramenti della fede; è Cristo che nella paternità del vescovo accresce di nuove membra il suo corpo che è la Chiesa; è Cristo che nella sapienza e prudenza del vescovo guida il popolo di Dio nel pellegrinaggio terreno fino alla felicità eterna. Accogliete dunque con gioia e gratitudine questo nostro fratello che noi vescovi, con l’imposizione delle mani, oggi associamo al collegio episcopale. Rendete a lui l’onore che si deve al ministro di Cristo e al dispensatore dei misteri di Dio, al quale è affidata la testimonianza del Vangelo e il ministero dello Spirito per la santificazione. Ricordatevi delle parole di Gesù agli Apostoli: «Chi ascolta voi, ascolta me; chi disprezza voi, disprezza me; e chi disprezza me, disprezza colui che mi ha mandato». Quanto a te, fratello carissimo, eletto dal Signore, rifletti che sei stato scelto fra gli uomini e per gli uomini sei stato costituito nelle cose che riguardano Dio. Episcopato infatti è il nome di un servizio, non di un onore, poiché al vescovo compete più il servire che il dominare, secondo il comandamento del Maestro: «Chi è il più grande tra voi, diventi come il più piccolo, e chi governa come colui che serve». Annunzia la Parola in ogni occasione opportuna e non opportuna; ammonisci, rimprovera, esorta con ogni magnanimità e dottrina. E, mediante l’orazione e l'offerta del sacrificio per il tuo popolo, attingi alla pienezza della santità di Cristo la multiforme ricchezza della divina grazia. Nella Chiesa a te affidata sii fedele custode e dispensatore dei misteri di Cristo. Posto dal Padre a capo della sua famiglia, segui sempre l’esempio del Buon Pastore, che conosce le sue pecore, da esse è conosciuto e per esse non ha esitato a dare la vita. Ama con amore di padre e di fratello tutti coloro che Dio ti affida: anzitutto i presbiteri e i diaconi, tuoi collaboratori nel ministero; ma anche i poveri, gli indifesi e quanti hanno bisogno di accoglienza e di aiuto. Esorta i fedeli a cooperare all’impegno apostolico e ascoltali volentieri. Abbi viva attenzione a quanti non appartengono all’unico ovile di Cristo, perché essi pure ti sono stati affidati nel Signore. Ricordati che nella Chiesa cattolica, radunata nel vincolo della carità, sei unito al collegio dei vescovi e devi portare in te la sollecitudine di tutte le Chiese, soccorrendo generosamente quelle che sono più bisognose di aiuto. Veglia con amore su tutto il gregge, nel quale lo Spirito Santo ti pone a reggere la Chiesa di Dio: nel nome del Padre del quale rendi presente l’immagine; nel nome di Gesù Cristo suo Figlio, dal quale sei costituito maestro, sacerdote e pastore; nel nome dello Spirito Santo, che dà vita alla Chiesa e con la sua potenza sostiene la nostra debolezza.

Dopo l’omelia, secondo l’opportunità, si fa un breve silenzio.

IMPEGNI DELL’ELETTO L’eletto assume pubblicamente gli impegni della missione episcopale: predicare il vangelo e custodire la fede cristiana; edificare la comunità in comunione con la Chiesa e prestare obbedienza al successore di Pietro; essere sempre accogliente verso tutti e pregare per il popolo di Dio.

L’eletto si alza in piedi, volgendosi verso il Celebrante, che lo interroga. L ’antica tradizione dei santi padri richiede che l’ordinando vescovo sia interrogato in presenza del popolo sul proposito di custodire la fede e di esercitare il proprio ministero.

V uoi, fratello carissimo, adempiere fino alla morte il ministero a noi affidato dagli Apostoli, che noi ora trasmettiamo a te mediante l’imposizione delle mani con la grazia dello Spirito Santo? Eletto: Sì, lo voglio.

Vescovo ordinante: V uoi predicare, con fedeltà e perseveranza, il Vangelo di Cristo?

Eletto: Sì, lo voglio.

Vescovo ordinante: V uoi custodire puro e integro il deposito della fede, secondo la tradizione conservata sempre e dovunque nella Chiesa fin dai tempi degli Apostoli?

Eletto: Sì, lo voglio.

Vescovo ordinante: V uoi edificare il corpo di Cristo, che è la Chiesa, perseverando nella sua unità, insieme con tutto l’ordine dei vescovi, sotto l’autorità del successore del beato apostolo Pietro?
Eletto: Sì, lo voglio.
Vescovo ordinante: V uoi prestare fedele obbedienza al successore del beato apostolo Pietro? Eletto: Sì, lo voglio.
Vescovo ordinante: V uoi prenderti cura, con amore di padre, del popolo santo di Dio e con i presbiteri e i diaconi, tuoi collaboratori nel ministero, guidarlo sulla via della salvezza?
Eletto: Sì, lo voglio.
Vescovo ordinante: V uoi essere sempre accogliente e misericordioso, nel nome del Signore, verso i poveri e tutti i bisognosi di conforto e di aiuto?
Eletto: Sì, lo voglio.
Vescovo ordinante: V uoi, come buon pastore, andare in cerca delle pecore smarrite per riportarle all’ovile di Cristo?
Eletto: Sì, lo voglio.
Vescovo ordinante: V uoi pregare, senza mai stancarti, Dio onnipotente, per il suo popolo santo, ed esercitare in modo irreprensibile il ministero del sommo sacerdozio?
Eletto: Sì, con l’aiuto di Dio, lo voglio.
Vescovo ordinante: D io che ha iniziato in te la sua opera, la porti a compimento.

LITANIE DEI SANTI Nel canto delle litanie dei Santi la Chiesa terrena si unisce alla Chiesa del cielo per invocare la grazia divina sull’eletto. Tutti si alzano in piedi. I vescovi si tolgono la mitra; il vescovo ordinante principale, con le mani giunte, invita il popolo alla preghiera dicendo:
Preghiamo, fratelli carissimi, Dio onnipotente e misericordioso, perché Conceda a questo nuovo eletto la ricchezza della sua grazia per il bene della Chiesa.
L’eletto si prostra. Si cantano quindi le litanie.
San Giovanni Battista prega per noi
San Giuseppe prega per noi
Santi patriarchi e profeti pregate per noi
Santi Pietro e Paolo pregate per noi
Sant’Andrea prega per noi
San Giovanni prega per noi
Santi apostoli ed evangelisti pregate per noi
Santa Maria Maddalena prega per noi
Santi discepoli del Signore pregate per noi
Santo Stefano prega per noi
Sant’Ignazio d’Antiochia prega per noi
San Lorenzo prega per noi
Sante Perpetua e Felicita pregate per noi
Sant’Agnese prega per noi
San Saturnino prega per noi
Sant’Efisio prega per noi
San Sperate prega per noi
Beata Antonia Mesina prega per noi
Santi martiri di Cristo pregate per noi
San Gregorio prega per noi
Sant’Agostino prega per noi
Sant’Atanasio prega per noi
San Basilio prega per noi
San Martino prega per noi
Santi Cirillo e Metodio pregate per noi
San Benedetto prega per noi
San Francesco prega per noi
San Domenico prega per noi
San Francesco Saverio prega per noi
San Giovanni Maria Vianney prega per noi
Santa Caterina da Siena prega per noi
Santa Teresa di Gesù prega per noi
Sant’Ignazio da Laconi prega per noi
Beato Nicola da Gesturi prega per noi
Beata Maria Gabriella Sagheddu prega per noi
Santi e sante di Dio pregate per noi
Da ogni male salvaci, Signore. Da ogni peccato salvaci, Signore. Dalla morte eterna salvaci, Signore. Per la tua incarnazione salvaci, Signore. Per la tua morte e risurrezione salvaci, Signore. Per il dono dello Spirito Santo salvaci, Signore. Conforta e illumina la tua santa Chiesa ascoltaci, Signore. Proteggi il Papa, i vescovi, i sacerdoti e tutti i ministri del Vangelo ascoltaci, Signore. Benedici questo tuo eletto ascoltaci, Signore. Benedici e santifica questo tuo eletto ascoltaci, Signore. Benedici, santifica e consacra questo tuo eletto ascoltaci, Signore. Manda nuovi operai nella tua messe ascoltaci, Signore. Dona al mondo intero la giustizia e la pace ascoltaci, Signore. Aiuta e conforta tutti coloro che sono nella prova e nel dolore ascoltaci, Signore. Custodisci e conferma nel tuo santo servizio, noi e tutto il popolo a te consacrato ascoltaci, Signore.

Terminate le litanie il vescovo ordinante principale a mani giunte dice: Ascolta, o Padre, la nostra preghiera: effondi su questo tuo figlio con la pienezza della grazia sacerdotale la potenza della tua benedizione. Per Cristo nostro Signore.
Tutti: Amen.

IMPOSIZIONE DELLE MANI E PREGHIERA DI ORDINAZIONE
Il cuore del rito è costituito dall’imposizione delle mani accompagnata dalla preghiera di ordinazione. - imposizione delle mani: l’antico gesto dell’imposizione delle mani sul capo dell’eletto rende visibile lo Spirito Santo che viene donato per il ministero episcopale. Le mani dei vescovi ordinanti sono il prolungamento della mano di Dio, il “Grande Artigiano”, che con il dono dello Spirito trasforma nell’intimo l’eletto e lo offre alla Chiesa come vescovo. - preghiera di ordinazione: il gesto si accompagna alla preghiera di ordinazione, anch’essa molto antica: lo Spirito «che regge e guida» viene invocato sull’eletto perché lo trasformi in pastore e guida del popolo di Dio. - imposizione del libro dei Vangeli sul capo dell’ordinando: tipico dell’ordinazione del vescovo è il gesto del libro dei Vangeli aperto sul capo dell’ordinando. Egli sta sotto il libro perché è prima di tutto ascoltatore attento e umile servo del Vangelo; solo così il vescovo potrà svolgere il suo compito, cioè annunciare fedelmente la parola di Dio.

L’eletto si avvicina al vescovo ordinante, che sta in piedi alla sede con la mitra in capo, e si inginocchia davanti a lui. Il Vescovo Ordinante principale impone le mani sul capo dell’eletto senza dire nulla. Altrettanto fanno gli altri vescovi presenti avvicinandosi uno dopo l’altro all’eletto. Dopo l’imposizione delle mani, i vescovi rimangono vicini al vescovo ordinante principale fino al termine della preghiera di ordinazione; si faccia attenzione che i fedeli possano agevolmente seguire la celebrazione.
L’eletto rimane in ginocchio. Quindi il vescovo ordinante principale prende da un diacono il libro dei Vangeli e lo impone aperto sul capo dell’eletto. Due diaconi, stando in piedi alla destra e alla sinistra dell’ordinando, tengono il libro dei Vangeli sopra ilsuo capo fino a che non è terminata la preghiera di ordinazione. Il vescovo ordinante principale, con le braccia allargate, canta o dice: O Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo, Padre di misericordia e Dio di ogni consolazione, tu abiti nell’alto dei cieli e volgi lo sguardo su tutte le creature e le conosci ancor prima che esistano. C on la parola di salvezza hai dato norme di vita nella tua Chiesa: tu, dal principio, hai eletto Abramo come padre dei giusti, hai costituito capi e sacerdoti per non lasciare mai senza ministero il tuo santuario,e fin dall’origine del mondo hai voluto esser glorificato in coloro che hai scelto.

La parte seguente viene detta da tutti i vescovi ordinanti con le mani giunte e a voce sommessa, in modo che si distingua chiaramente la voce del vescovo ordinante principale.
La seguente è la formula del sacramento:
E ffondi ora sopra questo eletto la potenza che viene da te, o Padre, il tuo Spirito che regge e guida: tu lo hai dato al tuo diletto figlio Gesù Cristo ed egli lo ha trasmesso ai santi Apostoli, che nelle diverse parti della terra hanno fondato la Chiesa come tuo santuario a gloria e lode perenne del tuo nome. Il vescovo ordinante principale prosegue: O Padre, che conosci i segreti dei cuori, concedi a questo tuo servo, da te eletto all’episcopato, di pascere il tuo santo gregge e di compiere in modo irreprensibile la missione del sommo sacerdozio. Egli ti serva notte e giorno, per renderti sempre a noi propizio e per offrirti i doni della tua santa Chiesa.
C on la forza dello Spirito del sommo sacerdozio abbia il potere di rimettere i peccati secondo il tuo mandato; disponga i ministeri della Chiesa secondo la tua volontà; sciolga ogni vincolo con l’autorità che hai dato agli Apostoli. Per la mansuetudine e la purezza di cuoresia offerta viva a te gradita per Cristo tuo Figlio. A te, o Padre, la gloria, la potenza, l’onore per Cristo con lo Spirito Santo, nella santa Chiesa, ora e nei secoli dei secoli.
Tutti: Amen.

RITI ESPLICATIVI A significare quanto è avvenuto con l’imposizione delle mani e con la preghiera il Celebrante unge col sacro crisma il capo del nuovo Vescovo e gli consegna il libro dei Vangeli, l’anello, la mitra e il pastorale.
Unzione crismale: l’olio profumato del crisma con cui viene unto il capo del nuovo vescovo è il balsamo della consacrazione e della partecipazione al sacerdozio di Cristo, lui che nella sinagoga di Nazareth disse: «Lo Spirito del Signore Dio è su di me perché mi ha consacrato con l’unzione». Il vescovo ordinante principale si cinge di un grembiale, unge con il sacro crisma il capo dell’ordinato inginocchiato davanti a lui, dicendo: D io, che ti ha fatto partecipe del sommo sacerdozio di Cristo, effonda su di te la sua mistica unzione e con l’abbondanza della sua benedizionedia fecondità al tuo ministero. Alla fine dell’unzione il vescovo ordinante principale si lava le mani.
Consegna del libro dei Vangeli: il Vangelo che prima gli è stato poso sul capo è ora donato al nuovo vescovo perché lo annunci con la parola e la vita. Il vescovo ordinante principale prende dal diacono il libro dei Vangeli e lo consegna all'ordinato dicendo: R icevi il Vangelo e annunzia la parola di Dio con grandezza d’animo e dottrina. Quindi il diacono riprende il libro dei Vangeli e lo porta al suo posto.
Consegna dell’anello: il nuovo vescovo riceve le cosiddette “insegne episcopali”. Anzitutto l’anello: come in una festa di nozze il vescovo promette fedeltà alla Chiesa per tutta la vita. Ricevendo la mitra, il copricapo che userà nelle celebrazioni liturgiche, il vescovo si impegna ad accogliere la grazia di Dio per camminare nella santità.
Il vescovo ordinante principale mette l’anello nel dito anulare della mano destra dell’ordinato dicendo: R icevi l’anello, segno di fedeltà, nell’integrità della fede e nella purezza della vitacustodisci la santa Chiesa, sposa di Cristo.
Consegna della mitra: il vescovo ordinante principale impone all’ordinato la mitra dicendo:
R icevi la mitra e risplenda in te il fulgore della santità, perché, quando apparirà il Principe dei pastori, tu possa meritare la incorruttibile corona di gloria.
Consegna del pastorale: infine il pastorale, che ricorda il bastone con cui i pastori guidano le loro pecore: infatti il vescovo è pastore del gregge della Chiesa di Dio che gli viene affidata. Quindi consegna all’ordinato il pastorale dicendo: R icevi il pastorale, segno del tuo ministero di pastore: abbi cura di tutto il gregge nel quale lo Spirito Santo ti ha posto come vescovo a reggere la Chiesa di Dio.
Insediamento: tutti si alzano in piedi. Il nuovo vescovo, entrato a far parte del Collegio Episcopale, è invitato dal Vescovo Consacrante a prendere posto sul seggio a lui riservato. Abbraccio di pace: l’abbraccio e il bacio di pace tra il nuovo vescovo e i suoi confratelli manifesta l’unità del collegio episcopale, prolungamento dell’unità del collegio degli apostoli. Dopo la consegna del pastorale il coro canta Ecce Sacerdos :
Ecce Sacerdos Magnus qui in diebus suis placuit Deo. Ideo jurejurando fecit illum Dominus crescere in plebem suam.