domenica 24 ottobre 2010

Il vescovo Grillo: mai avere fretta con le apparizioni mariane

Monsignor Girolamo Grillo, vescovo emerito di Civitavecchia, è il presule al quale una statuina della Madonna pianse tra le mani nel 1995. L'altro giorno era a Piacenza per raccontare la propria testimonianza che ha dell'incredibile, tanto che lo stesso vescovo Grillo, per molto tempo prima e anche dopo, è rimasto scettico. L'abbiamo intervistato su Libertà nei giorni scorsi.

«Cautela nelle apparizioni, ma nessun problema nel chiedere la guarigione dell'anima, questo la Madonna non può rifiutarlo». E' in estrema sintesi il pensiero del vescovo emerito di Civitavecchia, Girolamo Grillo, che ieri sera ha portato la propria testimonianza al Palabanca, invitato da monsignor Pietro Casella con gli Amici di Sant'Eufemia. Il vescovo Grillo (80 anni) fu protagonista di un evento inspiegabile accaduto nel 1995 quando una statuetta della Madonna, acquistata da un parroco a Medjugore, gli pianse tra le mani lacrime di sangue.
«Non sono mai stato un credulone e nelle cose vado sempre con molta cautela - ci tiene a premettere -. Quando si sono verificate le prime lacrimazioni non è che via abbia dato tanto peso. Tanto più che in quell'epoca in Italia piangevano molte madonne. Quando pianse quella della mia diocesi pensai: proprio a me doveva capitare questa stupidata! ». Non solo: giunse a dare disposizioni che la statua fosse distrutta. Gliela nascosero e lui la fece sequestrare. Disse che l'aveva rinchiusa in un caveau di una banca, invece l'aveva messa nella stanza di suor Teresa, una delle due religiose presenti ieri sera al Palabanca. Stupidaggini. Non ne fece mistero con il cardinale Sodano, allora segretario di Stato, che lo chiamò invitandolo ad essere più elastico. «Pure in Vaticano credete queste stupidaggini» replicai al cardinale. Che lo richiamò ancora poco dopo, spiegandogli che il Papa aveva visto "il Fatto" di Enzo Biagi in cui Grillo, pur scettico, azzardava una posizione più morbida. «Il Santo Padre apprezzava - ricorda il vescovo -. Io pensai che anche il Papa doveva essere impazzito». Dopo 42 giorni, nel marzo del 1995, avviene la lacrimazione nelle mani di monsignor Grillo. La sera prima seppe che una donna in cura dall'esorcista padre Amorth disse che la madonnina aveva previsto l'elezione di Prodi e un attentato delle Brigate Rosse che avrebbe diviso in due l'Italia. Ancora sciocchezze per il vescovo Grillo. Il giorno dopo la madonnina lacrimò sangue in mano a sua eccellenza: «Diventai bianco e mi inginocchiai». Per circa tre anni rimase turbato e non ne volle sapere più nulla. «Ero traumatizzato - confessa -. Molti pensano che sia diventato devoto alla Madonna dopo tutto ciò. Non è vero. La mia devozione viene da lontano, me la insegnò mia madre. La Madonna mi fece anche una grazia guarendomi l'occhio sinistro a 5 anni. L'apparizione era un messaggio per Giovanni Paolo II».
Devoti sì, ma non creduloni: «La Madonna come ancora di salvezza ci invita a purificarci perchè il mondo non va bene. Prima di tutto invita i sacerdoti a ritrovare loro stessi, dice di pensare e riflettere. La gente viene a pregare, a piangere e a confessarsi e la cosa più importante è proprio la conversione; le guarigioni sono secondarie, l'importante è la guarigione dell'anima». Sia Medjugore sia Civitavecchia, tuttavia, non sono ancora riconosciute dalla Chiesa. «Bisogna andare con molta cautela - osserva Grillo -, saper aspettare, Dio non ha fretta. Io dico sempre: la Madonna non ha l'orologio».
Federico Frighi


21/10/2010 Libertà