lunedì 27 febbraio 2012

Morto don Giuseppe Porcari

E' deceduto ieri domenica 26 febbraio 2012 don Giuseppe Porcari.
Era nato a Tuna di Gazzola il 29 luglio 1925, ed era stato ordinato sacerdote il 2 aprile 1949.
Aveva svolto il primo incarico pastorale come curato a Pieve Dugliara.
Successivamente è stato trasferito, sempre come curato, a Podenzano. Poi nel
1956 è stato nominato economo spirituale a Groppo Ducale, incarico che ha mentenuto per un anno, per passare come parroco a Mezzano Scotti fino al 1980.
Da allora gli è stato affidato l'ufficio di parroco di Centovera, al quale si sono aggiunte successivamente le parrochie di Ronco e Corneliano come amministratore parrocchiale. Dopo aver rinunciato alla parrocchia nel 2007, per motivi di salute, si è ritirato presso la casa di riposo di Calendasco.
I funerali si svolgeranno nella parrocchia di Tuna di Gazzola domani, martedì 28 febbraio alle ore 15.30.
La celebrazione sarà presieduta dal vescovo mons. Gianni Ambrosio.

Ufficio Stampa
Diocesi di Piacenza Bobbio

martedì 21 febbraio 2012

Morto il parroco di Besenzone

E' deceduto ieri notte don Francesco Pallastrelli, Parroco di Besenzone e amministratore parrocchiale di Bersano e Mercore.
Don Francesco Pallastrelli era nato a Fiorenzuola il 15 dicembre 1932 ed era stato ordinato sacerdote il 04 giugno 1955.
Aveva svolto il primo incarico pastorale quale curato a Metti di Bore . Successivamente aveva assunto l’ufficio di parroco a Santa Giustina Val Lecca in comune di Bardi, passando poi nel 1960 a Leggio comune di Bettola fino al 1968 quando è stato nominato parroco di Vicomarino, dove è rimasto fino al 1984. In seguito gli è stata affidata la cura pastorale della parrocchia di Calendasco. Nel 1996 è diventato parroco di S. Nazzaro d’Ongina passando poi a Besenzone nel 2003.
I funerali si terranno mercoledì prossimo 22 febbraio, alle ore 15, nella chiesa parrocchiale di Besenzone. Saranno presieduti dal Vescovo Mons. Gianni Ambrosio.

domenica 19 febbraio 2012

Ambrosio terzo per Venezia, era vero

Chi parlava del vescovo Gianni Ambrosio come possibile nuovo patriarca di Venezia (Libertà ne riferì già il 21 settembre 2011) non ci è andato poi così lontano. Il giornale Il Fatto ha pubblicato, nell'edizione di domenica scorsa, la lettera che il cardinale Angelo Scola, già Patriarca di Venezia e neo arcivescovo di Milano, scriveva alla nunziatura apostolica (e dunque al Papa), suggerendo tre nomi per il suo successore nella Serenissima. Ebbene, tra questi tre nomi c'era anche quello dell'attuale vescovo di Piacenza-Bobbio. La lettera porta la data del 31 ottobre 2011 ed è indirizzata a monsignor Luca Lorusso, che il Fatto indica come nunzio apostolico in Italia. In realtà monsignor Lorusso è il diplomatico, già consigliere di prima classe nella nunziatura apostolica in Canada, che si è occupato delle consultazioni in un periodo di interregno fra il nunzio Giuseppe Bertello, dal 3 settembre 2011 presidente del Governatorato vaticano, e monsignor Adriano Bernardini, nominato nunzio in Italia il 15 novembre 2011. Monsignor Lorusso, secondo quanto riportato da Il Fatto, aveva chiesto al neo arcivescovo di Milano, il cardinale Angelo Scola, di indicare tre nomi per la sua vecchia diocesi, Venezia appunto. Richiesta che suona come un'eccezione, visto che la prassi vuole che non si chieda ad un presule di indicare il nome del suo successore. Ma tant'è.
Il cardinale Scola così rispondeva: «... mi sento di indicare... i seguenti nomi: S. E. Mons. Andrea Bruno Mazzoccato; S. E. Mons. Francesco Moraglia; S. E. Mons. Gianni Ambrosio. Salvo miglior giudizio del Signore... ». Il primo della lista era il vescovo di Udine, il secondo di La Spezia, il terzo di Piacenza-Bobbio. Il Papa, o chi per lui, scelse il vescovo Francesco Moraglia che oggi è il nuovo Patriarca eletto di Venezia. L'episodio, in attesa di ulteriori riscontri, confermerebbe tuttavia il buon nome nelle stanze vaticane sia della cattedra di Piacenza-Bobbio sia del vescovo Gianni Ambrosio. Non è un caso che i presuli provenienti dalla diocesi di Sant'Antonino siano stati tenuti sempre in grande considerazione. Monsignor Enrico Manfredini approdò a Bologna, sede cardinalizia; monsignor Luciano Monari era nella terna per Milano quando venne poi scelto Dionigi Tettamanzi, in quella per Bologna quando venne scelto Carlo Caffarra ed oggi è a capo della prestigiosa diocesi di Brescia. Infine è da evidenziare il buon rapporto tra il vescovo Ambrosio e il cardinale Scola. L'arcivescovo di Milano, come già annunciato, sarà ospite nel Duomo di Piacenza, nel mese di maggio, per una lectio divina. Un sacerdote diocesano, don Massimo Cassola, già nel 2010 è stato inviato a studiare al Marcianum di Venezia, il polo pedagogico voluto proprio dall'ex patriarca Angelo Scola.
Federico Frighi
Liberta' 14/02/2012


Inviato da iPad

martedì 14 febbraio 2012

Chiesa ed elezioni, il prete non indichi ma illumini

I Vescovi della Regione Emilia-Romagna hanno indirizzato ai fedeli delle loro comunità una comunicazione in vista delle elezioni regionali del 2010. Ritengo che questa comunicazione meriti di essere ripresa e proposta in occasione delle elezioni comunali a Piacenza.

“1. Come Vescovi, la nostra prima inderogabile missione è di annunciare il Vangelo proponendo ad ogni uomo la via della fede, come via della libertà, come via della responsabilità e della salvezza.
Ma il Vangelo che dobbiamo annunciare contiene anche una precisa concezione dell’uomo e di tutta la sua realtà, personale e sociale, che risponde in modo adeguato alle fondamentali esigenze della sua persona.
È questa concezione il nucleo portante della Dottrina Sociale che la Chiesa ha sempre proclamato e testimoniato, e che l’attuale pontefice Benedetto XVI ha mirabilmente sintetizzato nell’espressione «valori non negoziabili».

2. Essi costituiscono patrimonio di ogni persona, perché inscritti nella coscienza morale di ciascuno.
A questi valori anche ogni cristiano deve riferirsi come criterio ineludibile per i suoi giudizi e le sue scelte nell’ordine temporale e sociale.
Eccoli sinteticamente: la dignità della persona umana, costituita ad immagine e somiglianza di Dio, e perciò irriducibile a qualsiasi condizione e condizionamento di carattere personale e sociale; la sacralità della vita dal concepimento fino alla morte naturale, inviolabile ed indisponibile a tutte le strutture ed a tutti i poteri; i diritti e le libertà fondamentali della persona: la libertà religiosa, la libertà della cultura e dell’educazione; la sacralità della famiglia naturale, fondata sul matrimonio, sulla legittima unione cioè fra un uomo e una donna, responsabilmente aperta alla paternità e alla maternità; la libertà di intrapresa culturale, sociale, e anche economica in funzione del bene della persona e del bene comune; il diritto ad un lavoro dignitoso e giustamente retribuito, come espressione sintetica della persona umana; l’accoglienza ai migranti nel rispetto della dignità della loro persona e delle esigenze del bene comune; lo sviluppo della giustizia e la promozione della pace; il rispetto del creato.

3. È questo complesso di beni che costituisce l’orizzonte immutabile di ogni giudizio e di ogni impegno cristiano nella società. Persone, raggruppamenti partitici e programmi devono pertanto essere valutati a partire dalla verifica obiettiva del rispetto di quei beni.
Perciò la coscienza cristiana rettamente formata non permette di favorire col proprio voto l’attuazione di un programma politico o la promulgazione di leggi che non siano coerenti coi valori sopraddetti, esprimendo questi le fondamentali esigenze della dignità umana.

4. Siamo consapevoli di avere proposto ai nostri fedeli non solo orientamenti doverosi per l’oggi, ma anche un costante cammino educativo, mediante cui l’assimilazione dei valori della Dottrina Sociale della Chiesa porta a giudizi e a scelte responsabili e coerenti, sottratte ai ricatti dei poteri ideologici e massmediatici o avvilite da interessi particolaristici.
Vorremmo che crescesse, anche in forza di un rinnovato e quotidiano impegno educativo delle nostre Chiese, un laicato che proprio a causa della sua appartenenza ecclesiale, fosse dedito al bene comune della società.

5. La Chiesa non deve prendere «nelle sue mani la battaglia politica» [cfr. Benedetto XVI, Deus caritas est, 28]. Pertanto clero ed organismi ecclesiali devono rimanere completamente fuori dal dibattito e dall’impegno politico pre-elettorale, mantenendosi assolutamente estranei a qualsiasi partito o schieramento politico. Per i sacerdoti questa esigenza è fondata sulla natura stessa del loro ministero (cfr. Congregazione per il Clero, Direttorio per il ministero e la vita dei Presbiteri 33, cpv.1°: EV 14/798).

6. Ma è un diritto dei fedeli essere illuminati dai propri pastori quando devono prendere decisioni importanti. Se un fedele chiedesse al sacerdote come orientarsi nella situazione attuale, il sacerdote tenga presente quanto segue.
Ogni elettore è chiamato ad elaborare un giudizio prudenziale che per definizione non è mai dotato di certezza incontrovertibile. Ma un giudizio è prudente quando è elaborato alla luce sia dei valori (cfr. § 2) umani fondamentali che sono concretamente in questione sia delle circostanze rilevanti in cui siamo chiamati ad agire.
Ciò premesso in linea generale, ogni elettore che voglia prendere una decisione prudente, deve discernere nell’attuale situazione quali valori umani fondamentali sono in questione, e giudicare quale parte politica – per i programmi che dichiara e per i candidati che indica per attuarli – dia maggiore affidamento per la loro difesa e promozione.
L’aiuto che i sacerdoti devono dare quindi consiste nell’illuminare il fedele perché individui quei valori umani fondamentali che oggi in Regione (in Comune) meritano di essere preferibilmente e maggiormente difesi e promossi, perché maggiormente misconosciuti o calpestati. Il Magistero della Chiesa è riferimento obbligante in questo aiuto al discernimento del fedele.
Ma il sacerdote deve astenersi completamente dall’indicare quale parte politica ritenga a suo giudizio che dia maggior sicurezza in ordine alla difesa e promozione dei valori umani in questione. Questa indicazione infatti sarebbe in realtà un’indicazione di voto.

La nostra Regione (il nostro Comune di Piacenza), così come l’intera nostra nazione, sta attraversando un momento difficile. Pensiamo in primo luogo e siamo vicini alle famiglie colpite da gravi difficoltà economiche; e a chi ha perduto o rischia di perdere il lavoro.
La consultazione elettorale è una occasione nella quale ogni fedele è invitato ad esercitare mediante il voto una parte attiva nella doverosa edificazione della comunità civile.
In questo modo «la carità diventa carità sociale e politica: la carità sociale ci fa amare il bene comune e fa cercare effettivamente il bene di tutte le persone, considerate non solo individualmente, ma anche nella dimensione sociale che le unisce» [Compendio della Dottrina Sociale della Chiesa n. 207]”.

Sono certo che questa comunicazione dei Vescovi della nostra Regione sarà di aiuto a ogni ‘fedele laico’ per partecipare in modo responsabile alla vita pubblica, promuovendo il bene comune e operando per un giusto ordine nella società (cfr. Benedetto XVI, Deus caritas est, 29) e nella nostra città di Piacenza. Con la mia Benedizione.

+ Gianni Ambrosio, vescovo di Piacenza-Bobbio

venerdì 10 febbraio 2012

Il cardinale Scola nel duomo di Piacenza

Si è riunito ieri mattina, giovedì 9 febbraio, nella Sala degli Affreschi di Palazzo Vescovile, il Consiglio Presbiterale Diocesano: ha presieduto i lavori il vescovo mons. Gianni Ambrosio; ha coordinato i lavori mons. Aldo Maggi.
In apertura il vicario generale mons. Giuseppe Illica, nel quadro delle comunicazioni sulla vita diocesana, ha ricordato le prossime scadenze tra cui: il 23 febbraio ritiro del clero nella parrocchia cittadina di Santa Franca; sabato 25 febbraio riunione del Consiglio Pastorale Diocesano; 1° marzo riunione del Consiglio Presbiterale Diocesano; in cattedrale lectio divina con il teologo p. Sequeri; dal 2 al 4 marzo esercizi spirituali dei giovani a Bose; 11 marzo giornata diocesana dei Catechisti; 16 marzo veglia di Quaresima dei giovani nei vicariati; sabato 31 marzo consegna delle palme ai giovani; 15 – 22 aprile settimana eucaristica nelle zone con conclusione domenica 22 aprile con una festa dei ragazzi a Piacenza al Campo Daturi; 28 – 30 aprile Tour de vie dei giovani ad Assisi; 3 maggio in cattedrale lectio divina con il cardinale di Milano Angelo Scola.
Alcuni appuntamenti sono stati illustrati dal vicario episcopale per la pastorale mons. Giuseppe Busani che, in particolare, ha poi presentato la scheda predisposta in vista del rinnovo degli organi di partecipazione.
Com’è noto in tutta la diocesi i vari organismi di partecipazione (Consigli pastorali parrocchiali, di unità pastorale e diocesano) stanno vivendo una pausa, durante la quale sono stati esaminati i motivi delle difficoltà che il settore sta attraversando; questo in vista della ripresa dei lavori con il rinnovo dei vari organismi.
Il documento illustrato da mons. Busani ai presbiteri riassume quanto è emerso nel lavoro di verifica a livello centrale e periferico. “Abbiamo dedicato gli ultimi incontri del Consiglio Presbiterale e del Consiglio Pastorale ad una verifica della situazione degli organismi di partecipazione. Dal confronto - si legge nel documento - sono emersi principalmente tre aspetti: i momenti formalmente costituiti hanno il grande valore di educare alla corresponsabilità e di far vivere l’esperienza della Chiesa comunione. Nella realtà si constata una certa disaffezione. Collaborare, ascoltare l’altro, lavorare insieme richiedono fatica e pazienza; non è sufficiente convocare un organismo, è necessario che si presti la dovuta attenzione al modo di operare (stile e metodo); le persone che partecipano hanno bisogno di essere formate e di essere sostenute nelle motivazioni.
“Questi tre aspetti - il valore formativo per la comunità ecclesiale degli organismi di partecipazione, la cura del loro funzionamento, il sostegno formativo dei partecipanti - valgono a prescindere dalle forme concrete e dal numero dei partecipanti che vanno declinati a seconda del contesto.
“Le riflessioni svolte hanno inoltre messo chiaramente in evidenza due esigenze operative: la semplificazione delle modalità elettive e della composizione; il maggior raccordo tra i diversi livelli: parrocchia, unità pastorale, diocesi”.
Vengono poi ricordati i dati tecnici tra cui la composizione e il funzionamento degli organismi; ci si sofferma ad analizzare un organismo che ha mostrato maggiori difficoltà, il Consiglio di Unità pastorale; si ricorda che tutte le parrocchie sono tenute ad avere un Consiglio per gli affari economici e poi si indicano i tempi per il rinnovo.
Quest’ultimo è un settore su cui il Consiglio Presbiterale ha dato proprie indicazioni: con l’inizio del prossimo anno pastorale vi sarà un periodo per la preparazione e la costituzione dei Comitati parrocchiali per le elezioni che poi si terranno all’inizio del 2013 per non interferire con la normale attività pastorale delle parrocchie. Ci si è soffermati anche sui temi: il prossimo anno sarà ancora dedicato alla Fede e vedrà la ricorrenza del cinquantesimo del Concilio Ecumenico Vaticano II; inoltre – hanno indicato alcuni membri del Presbiterale – sarà opportuno valutare i contributi, quali il ruolo dei laici, emersi durante gli anni della Missione popolare.
Un’attenzione particolare è stata rivolta anche ai Consigli di Unità Pastorale che costituiscono l’anello debole nel settore della partecipazione: ciò dipende, hanno osservato alcuni, che l’Unità Pastorale non è ancora entrata nella cultura della comunità diocesana. La scheda, rivista dopo i contributi emersi dalla discussione, verrà resa nota in tempi brevi. L’analisi di questo tema ha dato modo al Consiglio di analizzare l’attuale crisi della partecipazione: vi sono state voci che hanno richiamato le difficoltà che sta vivendo la stessa comunità ecclesiale, ma non sono mancate note di speranza che hanno richiamato l’importanza che sta rivestendo, in un momento di individualismo come il nostro, l’apporto positivo dei giovani. “Cerchiamo di cogliere – è stato detto – la speranza che è nei giovani”.
Lo stesso vescovo mons. Gianni Ambrosio ha sottolineato la necessità di fare leva sui giovani; ha invitato a cogliere l’occasione del cinquantesimo del Concilio per ritrovare la freschezza del Magistero della Chiesa insito nei lavori conciliari; ha pure invitato tutti a stimolare la vita di partecipazione nelle Unità pastorali, organismo giovane che manca di una tradizione.
Il Vescovo in precedenza aveva parlato del suo recente viaggio missionario in Uganda in occasione del quarantesimo di fondazione di Africa Mission. La storia e la situazione attuale di Africa Mission stanno ad indicare – ha commentato il Vescovo - la grande sensibilità missionaria della Chiesa piacentina. Altamente positivo il giudizio espresso sull’attività del movimento.
Mons. Ambrosio è poi intervenuto sul tema delle prossime elezioni amministrative. Era infatti all’ordine del giorno un contributo dell’Ufficio diocesano per la pastorale sociale e del lavoro sui rapporti Chiesa locale e istituzioni e realtà della comunità civile; tale argomento non è stato affrontato per mancanza di tempo; il Consiglio ne parlerà in una prossima riunione.
Sempre in questo contesto il Vescovo ha dato lettura di un suo documento in vista delle prossime elezioni amministrative. Data l’importanza di tale testo, e per non cadere in eccessive semplificazioni che rischierebbero di falsare il contenuto, si pensa di fare cosa opportuna trasmettere in allegato l’intero documento.
Durante la seduta il Consiglio ha preso atto (vi sono stati anche alcuni contributi, ma l’argomento non era all’ordine del giorno) delle indicazioni secondo cui, in via si un prossimo regolamento, le Unità pastorali entro giugno dovranno segnalare i progetti da privilegiare nell’assegnazione dei fondi per l’edilizia di culto (della CEI e della Fondazione). A questo proposito è stata consegnata ai Presbiteri anche una recente nota della CEI.