domenica 10 ottobre 2010

Libri della Lega alle parrocchie, don Bavagnoli vs Polledri

Prendo in prestito due opinioni uscite in questi giorni sul quotidiano Libertà che, secondo me, bene mettono in evidenza i termini del dibattito sui libri della Lega Nord autorizzati dal vescovo alla distribuzione in parrocchia, poi non autorizzati, infine neppure da distribuire. Si confrontano don Gigi Bavagnoli e il parlamentare piacentino Massimo Polledri.

"Timeo Danaos, et dona ferentes": temo i Danai, soprattutto quando portano doni. L'antico adagio latino dimostra una grande saggezza: non è detto che dietro un dono ci sia sempre la più limpida delle intenzioni. Il proverbio mi è venuto in mente leggendo l'articolo di mercoledì scorso dove si legge che la Lega Nord (immagino la sezione di Piacenza) intende regalare a tutte le parrocchie un volume dal titolo un po' presuntuoso "Amare veramente" e scritto da una sedicenne (forse l'età giustifica la presunzione).
Mi chiedo: forse nella mia amata Chiesa piacentina non ci sono testi sufficienti per approfondire l'argomento? Forse non abbiamo da sempre il Vangelo, il Vangelo dell'amore, e il papa regnante, Benedetto XVI, non ci ha dato da poco una lettera enciclica dal titolo "Caritas in veritate"?
Ma lasciando da parte un'ironia fin troppo facile sull'utilità del testo in omaggio, intendo discutere l'opportunità dell'iniziativa: abbiamo impiegato molto tempo a tenere distinta la vita e il cammino della comunità cristiana dalle vicende dei partiti politici, abbiamo lottato perché nessun partito possa pretendere di identificarsi con la comunità cristiana, e ora qualcuno si permette di affermare che la Chiesa può (o forse deve) lavorare congiuntamente con un partito politico, che per definizione rappresenta - qualunque posizione assuma - una parte e quindi tendenzialmente divide.
Di più, questo partito, a leggere la dichiarazione virgolettata di Libertà, ha deciso di difendere i valori cristiani, e di farlo con me! Ma mi ha chiesto almeno il parere? desidera sapere se sono d'accordo o se, ahimé, la penso diversamente?
Ebbene, lo confesso, la penso diversamente. Penso che la comunità cristiana non debba fare nessuna crociata, e tanto più nessuna santa alleanza, per difendere i valori cristiani. Semmai il suo compito, inesauribile e sempre da riprendere, è quello di annunciare e testimoniare il Vangelo, cercando di tradurlo nei fatti della vita. Penso che solo la forza della testimonianza possa promuovere nella cultura di oggi un dialogo fecondo con altre posizioni, contribuendo a costruire una società più giusta e più vera.
In particolare, ritengo arrivato il momento di dire, in questa confusione delle lingue cui si è ridotta la vita politica e culturale italiana, che non possiamo più sopportare che qualcuno pretenda di arrogarsi il diritto di sostituirsi o di affiancarsi alla comunità cristiana in ordine alla missione della Chiesa. E questo perché o uno è dentro alla Chiesa, come discepolo del Signore, e allora si mette in ascolto del Vangelo e condivide il cammino della comunità cristiana, oppure è un soggetto altro, e con tutto il rispetto per la sua posizione non intendo collaborare con lui perchè su quello che preme a me, e per il quale sto spendendo la vita, la sua visione è necessariamente parziale, se non distorta.
La prova? È presto detto: notate l'insistenza con cui si parla di valori cristiani, e soprattutto di difesa di questi valori (ma tra di essi è compreso "ero forestiero e mi avete ospitato"?), e non si parla di Gesù Cristo e del suo Vangelo A questo punto mi spiace, ma sono già scappato lontano. La peste potrebbe colpire anche me.

Don Gigi Bavagnoli 08/10/2010 Libertà


Questa volta non portiamo doni ma solo un po' di cenere sul capo, perché i doni di fatto non sono mai partiti e nessuno ha mai pensato di inviarli. La Lega Nord e il consigliere Cavalli non hanno mai deciso di inviare alcun libro alle parrocchie o suggerire come amare, tanto meno a chi di fatto, ne ha il copyright: la Chiesa universale di Gesù Cristo.
Le scuse dello stesso, in data 8 ottobre 2010, fanno chiarezza e credo possano togliere acredine e legittima irritazione dalla bocca e dal cuore di Don Gigi Bavagnoli. Si è trattato, ahinoi, di un errore del nuovo addetto stampa. Nessuno, ripeto nessuno, si sogna di insegnare al pasticcere come fare i cannoli, al pompiere come spegnere il fuoco e ai preti come predicare il vangelo.
Semmai altre due riflessioni sono importanti e necessitano di un dialogo franco anche in sede politica e nella comunità cristiana. Nessun partito, in quanto necessariamente parziale, può rivendicare di parlare o di rappresentare la Chiesa. Ma specularmente non si può immaginare che la religione sia solamente un fatto privato come vorrebbe qualche cattolico "adulto" e che debba tenersi fuori dalle decisioni sul nostro futuro e consumarsi al buio e al profumo degli incensi.
La politica è una sfera che attiene alla carità e come tale deve essere vissuta dai politici dei vari schieramenti. Il fattore religioso non è la negazione della laicità ma il completamento dell'uomo. Come dice Benedetto XVI "una politica che pensa solamente al consenso riduce la democrazia e nega, alla fine, l'uomo". Ci sono valori non negoziabili sulla vita, sulla famiglia che devono informare l'opera di parlamentari e di politici e su cui, a mio giudizio, non si può derogare. Al momento del voto su temi quali la dignità umana, il testamento biologico, la procreazione assistita, non ci sono margini ne scusanti…
Con amicizia e con il capo ancora cosparso di cenere saluto l'amico don Gigi che ha avuto modo di esercitare la pazienza con questo scritto anticipando di qualche secondo la sua corsa verso la Santità.

Massimo Polledri, Deputato Lega Nord Padania 09/10/2010 Libertà