giovedì 15 novembre 2012

Che Guevara assieme all'Angil

(fri) Chi l'ha posata lassù lo ha probabilmente fatto sapendo che nessuno, tranne l'Angilon e il Padreterno, se ne sarebbe mai accorto. Anche se, sotto sotto, in cuor suo, probabilmente sghignazzava al solo pensiero. Ed è proprio andata così. Nessuno lo conferma ufficialmente, ma chi è salito lassù in alto, dopo il crollo degli ultimi giorni, ha trovato, nascosta tra i coppi, ai piedi dell'Angelo, una piccola fotografia di Ernesto Che Guevara, rivoluzionario, guerrigliero, scrittore, medico. Una "querida presencia", almeno per lo scalatore nostalgico, a 73 metri d'altezza nel punto più alto della città (grattacielo dei Mille escluso). E sulle vette - gli alpinisti lo sanno bene - si lasciano le tracce dell'emozionante traguardo: un gagliardetto, una fotografia, una bandiera. La bandiera, ai piedi dell'angelo, c'è: è quella tricolore, portata lassù lo scorso anno, in occasione del Centocinquantesimo dell'Unità d'Italia. Oggi è ridotta in brandelli, ma è giusto così perchè è volutamente realizzata in materiale biodegradabile. Col tempo scomparirà. Fino al 2004 c'erano anche i fiori, che durante la festa dell'Angil dal Dom, ogni mese di settembre, i rocciatori del Cai portavano in vetta; scendendo poi in cordata dalla parete della torre campanaria per prendersi l'applauso dei presenti con il naso all'insù. La foto, consunta dal tempo, potrebbe appartenere a quell'epoca. Una piccola sfida, una soddisfazione del cuore più che un dispetto vero e proprio. Ora, il comandante Che Guevara è ritornato a terra, rinchiuso in un cassetto di qualche ufficio della Curia.


04/11/2012 Libertà